Vympel R-23 e R-24 (AA-7 Apex)

Vympel R-23 (AA-7 Apex) 01



La Vympel ha iniziato lo sviluppo del K-23 nel 1965. Il nuovo caccia MiG-23 richiedeva una nuova arma per il medio raggio paragonabile allo Sparrow, ognitempo ed ogni aspetto, con reali capacità oltre il raggio visivo per l’uso contro i bombardieri, agile e con un peso di 150 kg. Venne preso come base il missile R-4. Nel 1967 sono iniziati i test su un MiG-21 e poi sul prototipo del MiG-23.  Il lavoro era a buon punto quando, nel 1968, venne recuperato dal Vietnam un missile AIM-7E da un F-4 abbattuto. La Vympel ne realizzò una copia fedele, denominata K-25.  Il confronto tra i due missili dimostrò la netta superiorità del K-23 in raggio d’azione, manovrabilità ed ECCM. Lo sviluppo del deludente K-25 cessò nel 1971. L’impossibilità di realizzare la prevista testata a doppio sensore (SARH-IR) portò, come d’uso, a realizzare due varianti separate: l’R-23R (izd. 340) a guida SARH e l’R-23T (izd. 360) all’infrarosso. Le due versioni vennero designate in occidente AA-7A ed AA-7B Apex. Nel 1970 iniziarono le prime prove di lancio. Il missile venne introdotto sul MiG-23MF alla fine del 1973 ed iniziò subito l’esportazione verso i paesi del patto di Varsavia. La Romania lo ha prodotto su licenza, col nome A-911, anche per l’esportazione. I MiG-25 e i MiG-29 sono stati resi compatibili con il nuovo missile.  

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L’Apex è di struttura tradizionale, formato da otto sezioni comprendenti, in successione, il sensore, la spoletta, l’autopilota, la testata, i turbogeneratori a gas, le batterie, il motore a razzo e gli attuatori del sistema di controllo. L’ogiva e i quattro destabilizzatori anteriori hanno dimensioni e forme diverse a seconda della variante. In coda si trovano le alette di controllo dotate di contrappesi anti-flutter. I comandi si muovono sempre fino all’estremo (“tutto o niente”), per pochi attimi, cosa che semplifica il controllo, ma rende difficile la manovra. Un sistema oggi superato.

L’R-23R è lungo 4,46 metri, ha una apertura alare di 1 metro e 22 cm di diametro. Pesa 223 kg. L’Apex impiega elettronica a transistor. Il sensore RGS-23 Topaz è semiattivo radar (SARH) in banda J. Primo al mondo con guida semiattiva monoimpulso, ha buone capacità ECCM. Il motore a propellente solido bistadio PRD-194 assicura una velocità di Mach 3 a fine combustione. Il missile, secondo le stime, può sopportare 18-21G, può essere lanciato nel corso di manovre a 4G e può centrare bersagli che manovrano a 5G. La portata minima è di 1,2-2,5 km (retro-fronte). Quella utile varia da 14 km (bassa quota) a 25 km (alta quota) in attacco frontale  (4-10 km in coda), quella massima arriva a 35 km (17 a bassa quota). La quota d’impiego varia da 40 a 25000 metri. L’Apex ha capacità “snap up/down” di 4000 metri rispetto alla quota di lancio. Per la prima volta consente l’attacco a velivoli e missili da crociera in volo a bassa quota.

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Quando il radar di bordo Sapfir-23 ha “agganciato” il bersaglio, viene sintonizzato il ricevitore SARH. Il computer analogico AVM-23,  invia i dati all’autopilota del  missile e alla spoletta (tempo di volo, velocità di avvicinamento, aspetto). Al lancio il radar passa alla guida in onda continua (CW). La fase iniziale di volo è autonoma (inerziale) per i primi 3 secondi per evitare l’interferenza dei lobi laterali del radar di bordo. Successivamente l’Apex passa alla navigazione proporzionale, dirigendosi sulla riflessione radar dell’obbiettivo.

La spoletta di prossimità radar Tchaika ad effetto Doppler, attiva la testata di 25 kg ad alto esplosivo/frammentazione (HE/Frag) oppure “Continuous rod”, con raggio efficace di 8 metri. Se il missile manca il bersaglio, si attiva il temporizzatore per l’autodistruzione. L’SSKP è stimato 0,7.

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Il motore a propellente solido produce una enorme scia di scarico. Poiché l’arma è vicina alle prese d’aria del caccia, il rischio di provocarne lo spegnimento del motore era reale. Un intervento sul sistema di riaccensione del motore del velivolo e un deflettore di gas hanno risolto il problema.

L’R-23T  è lungo 4,16 metri e pesa 216 kg. Il sensore TGS-23T3 è raffreddato con azoto a -195°C. La portata di rilevamento aumenta di 1,5-2 volte rispetto ai sensori precedenti. E’ utilizzabile in condizioni di tempo buono e senza nubi. Consente limitate capacità “all aspect”, interpretabili, in effetti, come “crossing engagement” o “side aspect” . Richiede l’aggancio del sensore prima del lancio, ma può essere asservito al radar o all’IRST. E’ possibile il puntamento diretto anche tramite mirino ottico (ASM-23M /HUD). La portata utile arriva fino a 11-17 km. Come altre armi aria-aria russe, il motore ed il combustibile consentirebbero un raggio d’azione superiore. L’”aggancio”, però, è condizionato dall’emissività IR del bersaglio. Il missile è connesso, attraverso il computer analogico AVM-23, al radar di bordo Sapfir che permette un aumento del settore di scansione.

Vympel R-23 (AA-7 Apex) 05

I MiG-23 per esportazione, in molti casi, non possono portare contemporaneamente le due varianti, che impiegano “scatole nere” differenti. Comunque la versione all’infrarosso è utilizzata raramente, preferendosi l’impiego di missili IR a corto raggio come gli R-60. Nonostante ciò, le rampe APU-23 presentano sempre il sistema di raffreddamento ad azoto per il sensore.

Con l’R-23, per la prima volta, l’Unione Sovietica ha potuto disporre di una potente arma a medio raggio in grado di attaccare bersagli a bassa quota. Le sue capacità ECCM superavano quelle dello Sparrow, almeno fino all’arrivo dell’AIM-7M nel 1982.

R-24: la seconda generazione
Pur costituendo un notevole progresso, l’R-23 richiedeva ulteriori miglioramenti. Tendeva a perdere l’aggancio dei bersagli a bassa quota. La portata reale non era elevata. Era sensibile a tecniche di EW come il VGPO. Non era abbastanza manovrabile. Non permetteva di sfruttare le capacità radar dei nuovi MiG-23ML/P/MLD.  

La nuova variante K-24, in sviluppo dal 1975, si è resa disponibile dal 1981. Lo sviluppo è stato accelerato dopo la defezione di Belenko nel 1976. Negli anni ’90 sono iniziate le esportazioni. Anche l’R-24 ha due varianti,  l’R-24R (izd.140) e l’R-24T (izd.160) codificate in occidente come  AA-7C e AA-7D.

Simile al predecessore, è più lungo di 34 cm e pesa 20 kg in più. Lo spostamento del baricentro e della testata hanno comportato un diverso disegno delle superfici che presentano il bordo d’uscita a 10° in avanti. L’interno è stato semplificato, riducendo le sezioni da 8 a 5.  Sono migliorate le sezioni alari, così mancano i contrappesi anti-flutter. I quattro destabilizzatori sono più piccoli. Anche i piloni alari dei MiG-23 sono ridisegnati (APU23M-1).

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R-24R è lungo 4,8 metri, e pesa 243 kg. Impiega il nuovo sensore RGS-24 (9B-1022) più preciso e con migliori ECCM (probabile capacità HOJ) ed un nuovo autopilota. Il motore è il più potente PRD-287 che assicura una velocità di 3,5 Mach.

Alcune fonti indicano, erroneamente, la presenza di un sistema di “datalink”per la guida a metà traiettoria. In realtà il missile per i primi 10 secondi vola tramite sistema inerziale, per poi effettuare l’”aggancio” (LOAL). Questo permette un notevole aumento di portata, circa il 30-50 % oltre quella del sensore SARH. Il raggio d’azione efficace è di 17 km a bassa quota e 35 km ad alta quota (4-20 in coda). Quello massimo arriva fino a 50 km a grande altezza. Il raggio minimo è stato ridotto a soli 500 metri. Più manovrabile, può essere lanciato da aerei a 7G e colpire velivoli in manovra a 7-8 G. Per la prima volta permette di centrare velivoli in formazione serrata. Migliora il rilevamento di bersagli a bassa quota. La spoletta migliorata Tchaika-M attiva la testata “continuous rod”, aumentata a 35 kg e letale entro 10 metri. Il PK teorico è calcolato in 0,8-0,9. Negli attacchi frontali è previsto il lancio del primo missile al 90% della portata massima (circa 30 km) e quello del secondo al 60-70% (20-25 km).

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L’R-24T è lungo 4,6 metri e pesa 235 kg. Il sensore infrarosso TGS-23T4 è molto più sensibile e consente di aumentare il raggio di attacco efficace a 11-12 km frontalmente e da 4 a 20 km in coda.   Quello massimo arriva a 35 km. Il lancio è in genere consigliato a meno di 9 km di distanza. Ha capacità “all-aspect", ma solo entro il raggio visivo. Rileva anche piccoli “cruise” a bassa quota. L’ R-24T rileva a una distanza minore del  60% rispetto alla variante R. Ma una forte emissione infrarossa può fare la differenza: si dice che un SR-71 possa essere rilevato a 50 km di distanza frontalmente e 150 km in coda!

L’impiego degli R-24 richiede la riprogrammazione del computer di controllo del fuoco. I MiG per l’esportazione spesso non possono impiegarlo al meglio. L’R-24 è stato prodotto dal 1981 al 1985.

R-24M
Nel 1988 il missile è stato prodotto nella variante R-24M con migliori ECCM. Anche il sistema di guida è stato aggiornato per consentire l’attacco ad elicotteri in hovering a bassa quota.

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In combattimento.
L’Apex è stato impiegato in molti conflitti. I siriani hanno dichiarato diverse vittorie (3 F-15, 4 F-16 ecc.) durante la guerra in Libano nel 1982-83, con il lancio di oltre 30 R-23/R-24. L’unica confermata da Israele riguarda un colpo a segno contro un drone BQM-34. Il pilota dopo aver tentato inutilmente l’aggancio con un R-23R lo ha abbattuto con un R-23T. I rapporti sugli abbattimenti dichiarati da fonti russe si sono rivelati frutto di falsificazioni. Però alcuni episodi sono ancor oggi controversi, e l’autorevole RAND  ritiene probabile che l’85 a 0 dichiarato da Israele vada corretto.

Il 7 giugno 1982 tre MiG-23 hanno intercettato alcuni F-16. Uno dei MiG ha attaccato da 25 km, abbattendo due F-16 con R-23 (da 9 e da 8 km), per poi essere abbattuto da un altro F-16. L’8 giugno un MiG-23 ha rilevato un F-16 da 21 km, abbattendolo con un R-23 da 7 km. E’ stato poi colpito da un altro F-16. Il 9 giugno due MiG-23 hanno attaccato un altro gruppo di F-16, abbattendone uno da 6 km con un R-23. Anche in questo caso il pilota è stato a sua volta abbattuto.

Nei casi segnalati, Israele ha ammesso la perdita di alcuni F-16 attribuendola, però, a missili superficie-aria, caso non infrequente in combattimento. Osservatori esterni sembrerebbero confermare i dubbi a proposito di 2 F-16, ma non vi sono prove concrete.

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L’Iraq ha ricevuto 800 R-23R negli anni ‘80.  Ne sono stati lanciati da 40 a 200 (R-23 e R-24) dal 1984,  abbattendo sicuramente un F-4E, un C-130 ed un Fokker F.27. Molte altre vittorie sono state dichiarate contro  F-14A, F-4D/E and F-5E. Gli iracheni raramente portavano a termine l’attacco e lanciavano da eccessiva distanza (30-35 km), dandosi poi alla fuga. I missili perdevano l’aggancio.  

A fine anni ’80 i MiG-23MF cubani hanno lanciato molti R-23 contro aerei sudafricani abbattendone almeno due. Nel 1987, in uno scontro tra due MiG-23ML e quattro Mirage F-1CZ, uno dei Mirage è stato danneggiato da un Apex (o da un Aphid) in un tiro frontale. Il pilota è riuscito a rientrare ma ha distrutto l’aereo finendo fuori pista.
Nel 1988 i MiG-23MLD russi hanno abbattuto con R-24 due elicotteri AH-1J iraniani penetrati nello spazio aereo Afghano.

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Lo sviluppo dell’Apex ha permesso all’Unione Sovietica di ottenere, per la prima volta, un missile paragonabile ai migliori occidentali, con alcuni margini di superiorità sui contemporanei americani.

E’ rimasto in servizio in Russia fino al ritiro dei MiG-23 nel 1997. E’ stato esportato in moltissimi paesi. Tra i tanti: Afghanistan, Algeria, Angola, Bielorussia, Bulgaria, Corea del Nord, Cuba, Etiopia, Germania, India, Iraq, Iugoslavia, Kazakistan, Libia, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Siria, Slovacchia, Sudan, Ucraina ed Ungheria.

by Gian Vito
2011

 

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