Lockheed F-104 Starfighter


F-104 Starfighter

Lo Starfighter è stato sicuramente uno dei caccia più importanti del dopoguerra, con oltre 2.500 esemplari prodotti di tutte le versioni, che hanno servito in 14 nazioni del mondo, costituendo per decenni la punta di lancia di molte aviazioni della NATO, compresa l'Italia.
Nel 1951 il famoso progettista della Lockheed, Clarence “Kelly” Johnson, incontrò i piloti da caccia americani che in Corea combattevano contro i velivoli sovietici MiG-15, e si convinse che essi avevano bisogno di un caccia che non fosse eccessivamente sofisticato ma che avesse prestazioni tali da surclassare qualsiasi modello nemico.
Si mise subito al lavoro presso gli stabilimenti “Skunk Works” della Lockheed a Burbank e nel 1952 sfornò il progetto CL-246 e l'anno seguente l'USAF lo adottò con la sigla XF-104: nasceva lo Starfighter.
L'idea di Johnson era semplice: togliere dall'aereo tutto ciò che non serviva! Il nuovo caccia era letteralmente costruito attorno al suo motore, il potente J79 allora in sviluppo, presentava due corte ali alle cui estremità potevano essere agganciati altrettanti missili aria-aria Sidewinder, un innovativo sistema di impennaggi di coda a forma di T, un piccolo musetto che ospitava un radar di tiro molto semplificato, e il rivoluzionario e potente cannone Vulcan da 20 mm , a canne rotanti.
Il primo volo ufficiale del prototipo avvenne il 4 marzo del 1954, con un motore J65 perché il nuovo J79 non era ancora pronto.
Il primo YF-104A con motore J79 volò nel 1956 e subito portò a casa un primato: fu il primo a caccia a superare i Mach 2, e la sua essenzialità gli valse il soprannome di “missile pilotato”.
Purtroppo l'F-104 entrò in servizio quando non era ancora perfettamente messo a punto, e le sue prestazioni ne facevano una macchina dal pilotaggio molto più impegnativo rispetto agli altri caccia del tempo. Ciò provocò una serie di incidenti, aggravati dal fatto che le prime versioni montavano un sistema di eiezione verso il basso che non lasciava scampo alle basse quote.
Essendo un caccia leggero diurno, la sua autonomia era limitata, così come le capacità di trasporto di carichi bellici, ed anche la suite elettronica era molto essenziale: si pensi che un F-104A aveva un costo complessivo di 1,7 milioni di dollari, dei quali appena 3.400 erano per l'avionica!
Per queste ragioni, alla fine l'USAF gli preferì gli altri caccia che si stavano rendendo disponibili, come l'intercettore F-106, il caccia multiruolo F-105, e infine il potente F-4 Phantom II, tutti bisonici, e nel giro di pochi anni riassegnò gli Starfighter ai reparti di seconda linea dell'ANG, la Guardia Aerea Nazionale.
Il basso costo dello Starfighter e le sue elevatissime prestazioni furono invece apprezzati all'estero, ed il caccia ebbe un grande successo di esportazione, e diversi paesi lo produssero su licenza.
In particolare la versione F-104G, utilizzata come vero e proprio multiruolo (intercettore, strike nucleare con bomba B43 da 1 MT, attacco antinave con missili Kormoran) andò ad equipaggiare praticamente tutti i paesi della NATO, con le sole eccezioni dell'Inghilterra e della Francia, assieme al biposto da conversione operativa TF-104G e al ricognitore RF-104G.
L'intenso impiego dello Starfighter in missioni di addestramento a bassissima quota determinò un elevatissimo rateo di incidenti (ad esempio la Germania perse il 30% dei suoi velivoli in incidenti, ed il Canada il 50%), tanto che esso fu soprannominato “Il fabbricante di vedove”, ma a ben vedere ciò non fu dovuto a particolari carenze del caccia, che invece era ormai maturo e affidabile, ma alla pericolosità intrinseca di quel tipo di missioni per le quali il velivolo non era stato progettato.
L'Italia è stato il paese che ha mantenuto lo Starfighter in servizio più a lungo di tutti gli altri, dal 1963 al 2004, sviluppandone la versione F-104S ottimizzata per l'intercettazione ognitempo e compatibile con i missili aria-aria classe Sparrow e Aspide (anche se il relativo sistema di illuminazione prendeva il posto del cannone Vulcan).
A sua volta la versione S è stata poi migliorata agli standard ASA e ASA-M, con avionica aggiornata.
Ancora oggi, 2 F-104S/ASA-M e 2 TF-104G restano in carico al Reparto Sperimentale Volo dell'Aeronautica Militare Italiana, per compiti di test e valutazioni.

Lo Starfighter è stato utilizzato in combattimento nei conflitti tra Pakistan e India del 1965 e del 1971, e nella prima fase della Guerra del Vietnam, tra il 1965 e il 1968.
Nel 1965 gli F-104A pakistani si aggiudicarono 4 vittorie aria-aria (compreso un caccia Gnat che si arrese e atterrò su un aeroporto pakistano) a fronte di due perdite. Le cose andarono diversamente nel 1971, quando i pakistani persero due F-104A in scontri aria-aria con i potenti e maneggevoli MiG-21, senza aggiudicarsi alcuna vittoria.
In Vietnam l'USAF impiegò la versione F- 104C in missioni di attacco al suolo e di scorta, perdendo un totale di 15 velivoli, dei quali uno – già in avaria - abbattuto da MiG-19, otto colpiti dalle difese antiaeree e sei persi in incidenti. Non ci furono vittorie aria-aria perché i caccia vietnamiti non accettarono mai il combattimento.

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Aggiornato al Febbraio 2005

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