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Afghanistan - Topic ufficiale


Thunderalex

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No gianni, il fatto è che ai parà insegnano proprio a sparare con sagome di bambine e culle, non ci si può fare niente, sono solo bestie senza cervello assetate di sangue.

Questo solo per farti presente che se salti ancora una volta così velocemente alle conclusioni passo subito ai provvedimenti disciplinari. Vediamo di regolarci.

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Da http://www.tempi.it/prima-linea/006607-nel...to-dei-talebani

 

Nel deserto dei talebani

Viaggio a Herat e Farah, fra le regioni più critiche dell’Afghanistan, con un gruppo di parlamentari italiani al seguito delle nostre truppe. Ecco cosa vuol dire ricostruire la vita dove la vita è a rischio in ogni istante

di Samuele Sanvito

Herat, domenica 3 maggio. L’Hercules C130 inizia le procedure di atterraggio. Piove a dirotto, e quando l’aereo finalmente sbuca dalle nuvole, il pilota si accorge di essere oltre la pista. Dà furiosamente gas per far riprendere quota al bestione, virata secca di 360 gradi, e riprova. Questa volta, scombussolati, atterriamo. Intanto a terra, proprio durante quei minuti di tensione in cui i passeggeri del velivolo militare si aggrappavano alle cinture di sicurezza con lo stomaco sottosopra, a circa tre chilometri dall’aeroporto una pattuglia di soldati italiani stava osservando una Toyota Corolla station wagon bianca (statisticamente il modello più utilizzato negli attentati terroristici) farsi incontro al blindato a velocità sostenuta. Troppo sostenuta. Partono le procedure abituali: un gesto, il clacson, il lancio di un razzetto di avvistamento. Niente, l’autista sembra non intendere. Oppure ha inteso benissimo e sa quel che fa. I militari sparano in aria, poi sul ciglio della strada. Alla fine sparano sul cofano. E l’auto si ferma. A bordo l’afghano alla guida e due donne guardano storditi il corpo senza vita della bambina di 13 anni, centrata da un proiettile e morta sul colpo.

Inizia con la notizia di questo tragico incidente la visita di alcuni parlamentari italiani in Afghanistan, guidata dal vicepresidente delle Camera Maurizio Lupi e fortemente voluta da Gianfranco Paglia, ex parà della Folgore, medaglia d’oro al valore per aver pagato con la perdita dell’uso delle gambe la salvezza dei commilitoni in Somalia. Si avverte subito che la vita non è semplice qui. I nostri militari sono stanziati principalmente a Herat e Farah, due fra le regioni più critiche del paese, e anche se la missione è di carattere umanitario, ogni situazione può nascondere un’insidia letale. Il generale Rosario Castellano, comandante del Rc-West, reduce da Somalia, Kosovo e Iraq, ammette che questa è la missione più difficile della sua carriera. In Afghanistan servono uomini che sappiano rispondere al fuoco nemico.

Lasciato Camp Arena, la base di Herat, dopo la Messa delle 10, veniamo caricati quattro alla volta su grandi fuoristrada blindati e partiamo per la città. Ci si presenta agli occhi uno spettacolo disumano. Le case e gli altri edifici, costruiti in prossimità della strada, sono nudi container o sono costruiti con fango e paglia. E non hanno finestre. Non ci sono fogne, a parte i canali di scolo ai lati della strada. Qui si vive come bestie. Nel fango se piove, nella polvere se c’è il sole. La scorta ci accompagna all’ospedale pediatrico di Herat, frutto del lavoro del Prt gestito dagli italiani e guidato dal professor Marco Urago, che spiega a Tempi che «in Afghanistan l’aspettativa di vita dei bambini è un dramma. Su mille bambini ne muoiono 165 alla nascita e un quinto non arriva ai 5 anni». L’ospedale “italiano” di Herat oggi accoglie più di cento bambini. È qui che raggiunge la delegazione Mohammad Rafiq Mojaddadi, il sindaco della città. A Tempi Mojaddadi dice che «la presenza dell’esercito italiano a Herat è vista come la presenza di un popolo fraterno, disponibile ad aiutarci concretamente. Gli italiani ci danno una mano a diffondere la sicurezza e stabilire la pace». Quanto al futuro del paese, il sindaco sceglie il basso profilo di chi ha visto troppi sforzi crollare e troppe ambizioni restare deluse: «L’unica cosa che possiamo fare per riunire il paese e favorirne lo sviluppo è costruire giorno per giorno rispetto alle esigenze che ci sono».

Si rientra a Camp Arena dopo cena, al buio. Durante il tragitto riusciamo a scucire qualche parola ai nostri angeli custodi in tuta mimetica. Salvo, 25 anni, battaglione San Marco (i marines italiani), è armato fino ai denti. Dice che non c’è un motivo preciso per cui abbia deciso di entrare nell’esercito. È meridionale, come la maggior parte di questi soldati. Fin da piccolo desiderava far parte delle missioni militari. E poi così si guadagna da vivere. Di Canio, invece, lavora all’ufficio stampa dell’esercito. A ogni spostamento scatta foto e gira video. Ma i commilitoni dicono che è il più bravo paracadutista in circolazione: più di tremila lanci. In prossimità della base fa spegnere macchine fotografiche e telecamere. A volte – spiega – certe immagini possono diventare importanti informazioni per i terroristi afghani.

Una volta tornati alla base sani e salvi, si tira un sospiro di sollievo e ci si leva giubbetto antiproiettile ed elmetto. I soldati, dietro alle torce, perlopiù si dirigono all’internet point e ai telefoni. A casa ci sono mogli e figli da sentire, da tranquillizzare. Da guardare in videoconferenza.

Il mattino seguente saliamo a bordo di due elicotteri Ch-47. Destinazione Farah, nel sud dell’Afghanistan, teatro se possibile ancora più delicato di Herat. I soldati prendono il loro posto: due gunners alle mitraglie davanti, uno a quella dietro. Si vola con il portellone abbassato. Sorvoliamo le piantagioni di oppio, mentre i nostri soldati confessano che il compito più difficile che è stato affidato loro è proprio convincere i contadini a sostituire l’oppio con altre coltivazioni, soprattutto lo zafferano. I terroristi – spiegano – regalano i bulbi di tulipano ai contadini, che devono solo piantarli e annaffiarli, mentre al raccolto ci pensano direttamente i guerrasantieri, perciò con poco sforzo il guadagno è assicurato.

Intorno a Farah c’è solo deserto. Qui il campo è in costruzione e ci opera uno dei più famosi battaglioni dell’esercito italiano: il 187esimo reggimento paracadutisti della Folgore. La prima cosa che visitiamo è la tenda del colonnello Gabriele Toscani, dove è issata la bandiera ereditata dal secondo reggimento che fece la battaglia di el Alamein (sopra sono appuntate le medaglie del battaglione, tra cui anche quella d’oro per el Alamein, 1942). Dopo il breefing coi soldati pranziamo nella tenda con loro. Al nostro tavolo c’è il maggiore Di Masi. Sposato, due figli, durante l’ultima missione ha dovuto abbandonare il campo perché il suo bambino ha iniziato a stare male per la mancanza del padre: quando i figli iniziano a crescere – dice – vedono i telegiornali e si rendono conto di dove sono e cosa fanno i loro papà.

Alle 14 gli elicotteri riaccendono i motori. Il 187esimo saluta gli onorevoli italiani a suo modo, come fa da sempre, al grido di «Folgore!».

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No gianni, il fatto è che ai parà insegnano proprio a sparare con sagome di bambine e culle, non ci si può fare niente, sono solo bestie senza cervello assetate di sangue.

 

:rotfl: dominus sei il mio idolo

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giannimiki: solo per completare con un miopensiero l'intervento del mitico Dominus....

 

Se i nostri andassero in guerra senza essere pompati e con l'adrenalina alle stelle, allora sì sarebbero dei criminali!!!

O pensi che trovarsi sul fronte di guerra, eseguire ordini e sparare per uccidere a chiunque, nemico che sia, vada fatto a sangue freddo?

 

Con questo, se un crimine di guerra è stato commesso, che sia punito come tale. Non generaliziamo però!

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e a distanza di due giorni un altro attacco ai parà della folgore

 

 

PARMA- Altro attacco a fuoco contro una pattuglia di paracadutisti nella zona a nord di Herat.

 

Ancora una volta l'addestramento degli uomini e la capacità del capo pattuglia , hanno permesso ai nostri ragazzi di non cadere in una imboscata e ragireal fuoco, sganciandosi velocemente.

 

Il convoglio, in avvicinamento ad una località a rischio, aveva infatti intuito che stava per avvenire un assalto a fuoco e ha costretto i talebani ad anticipare l'azione.

 

Ecco cosa scrive il Maggiore Marco Amoriello, portavoce del Comandante Castellano:

 

baghdis.jpg

 

 

AFGHANISTAN – PARACADUTISTI ITALIANI RISPONDO AD ATTACCO INSURGENTI A NORD DI BADGHIS.

 

 

Herat, 16 Maggio 2009 .

 

Stamani alle 0730 locali ( le 0500 italiane), una pattuglia di Paracadutisti della FOLGORE è stata attaccata, nella Provincia di Badghis (Nord di Herat) a due chilometri dalla Base Italiana di Bala Murghab.

( ndr: nella cartina è contrassegnata dal colore più scuro)

 

I militari Italiani hanno immediatamente risposto al fuoco e non hanno riportato feriti ma solo alcuni danni agli automezzi, la pattuglia ha poi proseguito la regolare attività.

 

Maggiore Marco AMORIELLO

RC- W Chief PIO, Herat

 

 

 

fonte: www.congedatifolgore.com

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Un parà italiano è rimasto lievemente ferito ad un braccio in seguito ad uno scontro a fuoco avvenuto a Bala Morghab, un villaggio a circa 120 chilometri da Herat (ovest dell'Afghanistan). Lo apprende l'ANSA da fonti parlamentari. La pattuglia di militari italiani ha risposto al fuoco è rientrata alla base senza ulteriori conseguenze. Il paracadutista non è in gravi condizioni.

 

 

L'attacco alla pattuglia della Folgore è avvenuto alle 15:39, le 13 in Italia, nel villaggio di Akazai a circa cinque chilometri da Bala Murghab, nella provincia di Badghis, a nord di Herat. Secondo quanto riferiscono al comando del contingente italiano, i paracadutisti della Folgore "hanno immediatamente risposto al fuoco e nello scontro un militare è rimasto lievemente ferito ad un braccio da una scheggia". Il paracadutista, di cui non sono state rese note le generalità, "non è in pericolo di vita": è stato immediatamente soccorso e sarà trasportato presso l'ospedale di Camp Arena, il quartier generale italiano.

 

 

SETTEMBRE 2008: NELLO STESSO LUOGO UN ATTACCO ALLA SASSARI CON AUTOBOMBA

 

Un militare italiano della compagnia Demoni, Attilio Porcaro, era rimasto leggermente contuso nell'esplosione al passaggio di un veicolo blindato Lince a sud-ovest del villaggio di Akazai, nella provincia di Badghis.

 

L'esplosione aveva danneggiato seriamente il mezzo.

 

 

www.congedatifolgore.com

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sto leggendo delle cose che sono davvero assurde..che sparano a sagome di bambini e culle??io penso, anzi sono sicura, che hanno mandato i para in questo periodo difficile dell'Afghanistan (ricordando che il 20 agosto ci saranno le prime elezioni) proprio perchè sono uno dei corpi militari più preparati..e sul fatto della bambina, non si può giudicare se non si era sul posto in quel preciso momento, è sempre troppo facile parlare...

dunque informatevi bene segli addestramenti della folgore e sopratutto su chi sono i soldati della folgore...

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Ora lo metteranno in croce quel ragazzo (il morto è una ragazzina di 13 anni) ma con un'auto lanciata contro la tua colonna a tutta velocità, e sapendo che il tuo avversario fa ampio uso di autobombe kamikaze (tra l'altro di quel particolare modello), voi che avreste fatto?

Ho atteso un po' perché non mi andava di commentare a caldo questo tristissimo episodio.

 

Oggi pare che sia calato il velo mediatico sull'incidente: male, molto male. Queste cose vanno indagate e i risultati delle indagini (i risultati, non le illazioni o le opinioni) vanno resi di dominio pubblico.

Finora, mi pare che ci siano state soltanto le solite (anche se doverose, e probabilmente sincere) dichiarazioni di circostanza.

 

Io vorrei che sull'auto fosse effettuata una seria perizia balistica (esattamente come avremmo voluto che avvenisse nel caso Calipari) in modo da determinare con buona approssimazione quante volte è stata colpita, da quante armi, di che tipo di armi si trattasse (individuali, di squadra o veicolari), e da che direzione provenisse ciascun colpo. La cosa è tecnicamente possibile.

 

Tutto qiesto al solo fine di chiarire l'effettiva dinamica dei fatti e impedire speculazioni di sorta.

 

Una volta ottenuto ciò, vorrei che venissero rese pubbliche le regole di ingaggio che dovevano essere adottate in quelle circostanze, per stabilire se si è compiuto qualche errore o se si è perpetrato qualche abuso.

Lo so che le regole di ingaggio devono rimanere riservate, ma in questo caso mi sembra prevalente l'interesse alla chiarezza e alla trasparenza.

 

In caso contrario, la retorica pacifondaia trova terreno fertile. E ne farei volentieri a meno, esattamente come farei a meno di tante dichiarazioni dell'on. ministro La Russa. <_<

 

(a dirla tutta, farei molto volentieri a meno proprio del ministro La Russa, ma... fine OT :rolleyes: )

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mi sorprende che nessuno abbia riportato questa triste notizia

 

 

REGIONAL COMMAND WEST

Public Information Office

 

AFGHANISTAN – Attacco ai Militari Italiani – Sale a 3 il numero dei Paracadutisti feriti

 

Herat, 29 Maggio 2009 .

 

Sale a tre il numero dei Paracadutisti Italiani, coinvolti nello scontro di stamani a Bala Murgab.

 

Il Generale Rosario Castellano, Comandante del Contingente Italiano, ha chiamato le famiglie dei Paracadutisti per rassicurarli sulle condizioni di salute dei ragazzi.

 

Nessuno dei militari risulta essere in pericolo di vita.

 

Oltre al militare ferito ad un piede, gli altri due risultano essere stati feriti in modo lieve uno da alcune schegge ed un altro ha subito uno schock per l’esplosione ravvicinata di un razzo controcarro, tipo RPG.

 

Nel corso dell’operazione sono rimasti uccisi 3 Militari dell’Esercito Afghano, 4 sono rimasti feriti, e 3 sono stati catturati dagli insorti.

 

6 Soldati Afghani risultano dispersi, ed al momento è in corso la pianificazione di una operazione di “RESCUE”, per la loro ricerca ed evacuazione.

 

Nel corso dell’operazione sono stati catturati 5 insorti e ne sono stati uccisi 25.

 

 

Maggiore Marco AMORIELLO

RC- W Chief PIO, Herat

 

fonte: www.congedatifolgore.com

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come neutralizzano aggressori?

non li hanno... annichiliti?

 

EDIT

pare a me o in afghanistan la guerriglia è sempre più organizzata?

Edited by Leviathan
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pare a me o in afghanistan la guerriglia è sempre più organizzata?

Veramente pare anche a me, e non credo solo a me. Se la NATO ha richiesto ai suoi membri di potenziare gli assetti da ricognizione ci sarà un motivo...

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mangusta in azione???

 

http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articol...olo451554.shtml

 

Operazione italiana in Afghanistan

Elicotteri contro postazioni talebane

Un gruppo di elicotteri italiani ha distrutto diverse postazioni talebane in Afghanista nel corso di un'operazione congiunta dell'Esercito afghano e dei militari italiani nella provincia di Bala Morgab, al centro nei giorni scorsi di violenti scontri. Lo si apprende da fonti della Difesa, secondo cui nessun militare, né italiano né dell'esercito afghano, è rimasto ferito nel corso dei combattimenti.

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Afghanistan, razzo contro italiani

Colpita base Bala Morgab, nessun ferito

 

Un razzo da 107 millimetri è stato lanciato contro la base che ospita anche i militari italiani a Bala Morgab, nell'ovest dell'Afghanistan. L'ordigno sarebbe caduto all'interno della recinzione, senza provocare feriti. Sarebbe stato invece danneggiato un deposito di carburante in dotazione a militari Usa. I paracadutisti italiani hanno risposto con tiri di mortaio che avrebbero "neutralizzato" la postazione nemica.

 

Un episodio analogo si era già verificato venerdì, ma il razzo non aveva centrato la base. In entrambi i casi immediata è stata la reazione dei paracadutisti italiani, che hanno risposto con tiri di mortaio da 120 millimetri.

 

Ormai da diverse settimane sono in corso operazioni dell'esercito afghano nella provincia di Bala Morgab, un'area finora in mano ai talebani, e i paracadutisti della Folgore stanno supportando gli afghani in questi interventi finalizzati a riconquistare il controllo del territorio. La resistenza è però molto forte e frequenti sono gli scontri a fuoco, in alcuni casi vere e proprie battaglie durante le quali anche militari italiani sono rimasti feriti, sempre in modo non grave.

 

Tgcom

 

che razzo è da 107 mm...forse un Rpg-16???

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ROMA - Tre militari italiani sono rimasti feriti, due in modo lieve e uno gravemente ma non in pericolo di vita, in uno scontro a fuoco in Afghanistan. I tre erano di pattuglia quando sono stati colpiti a Farah. Il militare più grave, secondo quanto si è appreso, avrebbe una ferita sotto l'ascella, gli altri due a un piede e a una mano.

 

AGGUATI - Nella stessa zona di Farah, ma durante la notte, si era avuto un altro attacco a una pattuglia di militari italiani, «preparata meticolosamente, in modo da colpire le unità italiane al termine di un’attività di rastrellamento in aree note per la presenza di milizie ostili», ha riferito una fonte militare. La provincia di Farah si trova nella parte meridionale della Regione ovest, a comando italiano. È una zona tradizionalmente calda, così come lo è anche quella della provincia di Bala Murgab, che si trova invece nella parte nord dell'area di responsabilità italiana: dove martedì si è verificata una dura battaglia durante la quale sono stati colpiti due elicotteri Mangusta, ma non ci sono stati feriti tra gli italiani. Ingenti, invece, le perdite tra gli afghani.

 

SERIE DI ATTACCHI - Proseguono così gli attacchi contro i soldati italiani in Afghanistan. L'ultimo era avvenuto il 9 giugno quando erano stati attaccati parà della Folgore. Anche il 29 maggio erano stati feriti tre paracadutisti in modo non grave a Bala Murgab, a nord di Herat. Il 21 maggio era stato colpito lievemente a un braccio un altro parà. Il 16 maggio in un attacco era stata presa di mira una pattuglia sempre nella zona a nord di Herat. Altri attacchi il 13 e il 14 maggio. Infine, il 3 maggio una pattuglia italiana aveva sparato a un posto di blocco contro un'auto che non si era fermata ed era morta una ragazzina di 13 anni.

 

 

11 giugno 2009

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Un paio di domande.

I mangusta che operano in Afganistan, possono sfruttare tutta la panoplia di Armi a loro disposizione o hanno limitazioni operative ?

Qualcuno sa quale sia il loro ''carico standar '' con il quale vanno in missione ?

 

Simone

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Da quello che si vede nelle foto disponibili, TOW e cannone da 20 mm (ovvero tutto ciò che riesce a colpire bersagli puntiformi). I Razzi, probabilmente per il rischio di danni collaterali, non sembrano utilizzati (per danni collaterali intendo anche fuoco amico).

 

mangusta_2.jpg

 

mangusta_3.jpg

 

mangusta.jpg

 

herat_20mangusta.jpg

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