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vorthex

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  1. vorthex

    Barman

    lavoro stabilmente in un locale da ballo di alcuni miei amici e, santuariamente, anche in altri posti (feste private su yacht, lounge, etc.) ho cominciato senza aver mai fatto un corso. semplicemente, poichè mi piace bere e variare nel cosa bere, già conoscevo molte formule e trucchi, poi certo, alcune cose le devi sempre imparare sul campo, ma la gente raramente va oltre i "soliti noti". dipende dal posto, dal numero di ore che lavori, dal tipo di "contratto" che hai con il gestore e da tante altre cose: tanto puoi guadagnare come una cameriera in un pub, tanto 10 volte in più, dipende la cosa importante da capire è che, tranne rari casi (come fare il barman full-time o in un locale prestigioso e quindi caro), il barman non è un lavoro con il quale ci si può mantenere in maniera agiata (ovviamente si parte dal presupposto per il quale non ti sia di peso fare molto tardi la notte ed alzarti il pomeriggio del giorno dopo). inoltre, alcune volte, è brutto far divertire gli altri mentre tu stai lavorando, anche se far ubriacare e collassare la gente è un divertimento che non ha prezzo . non a caso, a me è un "di più", oltre al lavoro "vero".
  2. avranno anche lasciato "di stucco" (cosa poi da vedere, visto che non è così lineare come concetto), ma si sono sempre dimostrati mezzi e tattiche inferiori a quelle occidentali. comunque, non facciamo un Off-Topic dell' Off-Topic: la domanda è chiara, basta rispondere, non tirare immezzo il Mig-15 o fare retorica da bar sulle effettive potenzialità dei mezzi.
  3. guarda che l'unico a gettare fango sui militari è l'utente che ha posto la "domanda", tutti gli altri lo contestano.
  4. vorthex

    Barman

    esatto cosa vuoi sapere di preciso?
  5. vorthex

    Eurotank

    al contrario. il kown-how per costruire un MBT decente è una cosa molto difficile da acquisire e sono pochi i paesi che posso vantare la possibilità di farsi un carro "tutto in casa". l'unico motivo per cui esiste è che l'MBT è il padrone del campo di battaglia. semplicemente, oggi come oggi, non essondoci più la guerra fredda ed essendo mutati i teatri operativi, non si sente l'esigenza di sostituire mezzi che erano nati per operare in condizioni molto più dure di quanto possa essere un miliziano con un RPG. è anche vero, però, che le tecnologie "classiche" che accompagnano un MBT sono arrivete a piena maturazione e la prossima generazione di carri avrà tecnologie totalmente nuove e non combat-proven (anche per questo si è riluttanti ad utilizzarle concretamente). l'alternativa non ci sta. è lo stesso discorso nato negli anni 50, quando si pensava che i SAM avrebbero sostituito gli aerei da caccia: si è scoperto che il metodo migliore per abbattere un aereo è un altro aereo (e non pensiamo che un missile contro-carro vero sia cost-effective contro un MBT, anzi...). per quanto riguarda la domanda iniziale: un MBT europeo esiste già da tempo ed è la famiglia Leopard, adottata da quasi tutti gli eserciti del vecchio continente. il problema è che un MBT ha caratteristiche più specifiche di quanto possa avere un aereo (soprattutto perchè, alla fine l'aria è sempre la stessa, il terreno cambia anche da regione a regione), nonchè dottrine più "restrittive". di conseguenza non è facile mettere d'accordo tutti gli eserciti, senza contare le industrie europee, molto più attive negli AFV che negli aerei.
  6. spostato nella discussione riguardante la Corea del Nord, così da non avere un doppione in ogni caso... sarà un caso che lo sconfinamento è avvenuto alla vigilia della visita di Obama? secondo me no
  7. simone ma è ovvio che si tratta di propaganda. e allora non conosci le case costruttrici, soprattutto quelle russe. non a caso, l'unica fonte non russa a parlare di una cosa del genere (manco della stessa, figurati!) è il Sig. Kopp, noto a tutti noi per i deliri contro il JSF in favore dell'F-22 per quanto riguarda la futura liena di combattimento della RAAF. era proprio in questo scenario, infatti, che Kopp millantava prestazione strabilianti per lo S-400. comunque, adesso basta davvero andare Off-Topic, susu!!!
  8. ah bhe, se l'oste dice che il vino è buono, io ci credo di sicuro! soprattutto se lo dice su YouTube! comunque non andiamo Off-Topic, esistono topic appositi su B-2 ed F-22
  9. vorthex

    F-16 DJ (greco)

    dovrebbe essere un block 52+ e la gobba contiene avionica aggiuntiva.
  10. no dico... da quando i sistemi russi S-400 ed S-500 riesco ad ingaggiare un B-2 nella realtà pratica? non mi riferisco al fatto che magari possano vederlo, male, da 10km, prima di beccarsi una JDAM.
  11. vorthex

    FOB Itliane

    si riverisce ai MRAP...
  12. ma l'idea dall'altra parte dell'oceano è proprio questa ed è per questo motivo che noi "europei" non capiamo la sanità privata. non è che ho messo l'articolo tanto per. per quanto possa far schfio è un affermazione veritiera. la cosa divertente è che probabimente è molto più vera da noi che da loro. mica tanto. la vita è del privato cittadino, non dello stato ed è il privato cittadino a dover decidere come farsi meglio curare e se farsi curare, senza che gli sia imposto un SSN, il quale spesso e volentieri altro non è che il minimo sindacale della medicina. non a caso il terrore americano è proprio su questo versante non sul non pagare l'assicurazione... tanto si pagano le tasse! lo ripeto, è una questione di concezione dello stato e della vita privata totalmente diversa dalla nostra.
  13. un punto di vista sicuramente interessante ai fini della discussione, soprattutto sull'idea di stato che hanno, spesso, oltre-oceano: http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=8083 Contro la sanita' di Stato Uno dei piu' importanti psichiatri viventi riflette sulle implicazioni liberticide della statizzazione della salute. Ricordando Thoreau. di Thomas S. Szasz Quando abbiamo bisogno di un meccanico, cerchiamo un’autofficina, non un centro di “assistenza automobilistica”. Analogamente, se ci serve un medico, cerchiamo “corpofficina”, non una generica “assistenza sanitaria”. Le nostre autovetture sono di nostra proprietà: I costi della loro manutenzione pesano su di noi, e noi pertanto decidiamo cosa debba essere riparato, soppesando la gravità del problema e il costo della riparazione. Il nostro sistema di assistenza sanitaria si fonda invece su principio secondo cui, sebbene I nostri corpi ci appartengano, i costi della loro “riparazione” debbano pesare sulla comunità o sullo Stato. Tale idea serve lo scopo, apparentemente nobile, di redistribuire le spese, potenzialmente rovinose, delle cure mediche delle persone più sfortunate. Ma che cos’è l’assistenza medica? Il concetto del rimborso dei servizi relativi alla salute si fonda sull’assunto che il problema medico che dev’essere risolto sia l’esito di avvenimenti involontari e indesiderati, e non il risultato di un comportamento volontario e mirante a uno scopo. La leucemia, il lupus, il tumore alla prostata e molte malattie infettive rappresentano avvenimenti indesiderati. Vogliamo davvero annoverare l’obesità, il fumo, la depressione e la schizofrenia nel medesimo genere di patologie? Molti americani sono certamente disposti a pagare per assicurarsi contro il costo esorbitante delle cure della propria, malaugurata, leucemia. Ma quanti sarebbero davvero disposti a sobbarcarsi volontariamente parte dei costi dell’assicurazione a copertura delle cure per la propria depressione? Tutti capiscono che, se vogliamo che la nostra compagnia di assicurazione copra interamente le spese che dobbiamo sostenere per la riparazione della nostra macchina, il premio della nostra polizza aumenterà in modo esponenziale. E tuttavia, nel sistema attualmente esistente, rinunciare al rimborso di spese sanitarie minime o superflue in cambio di una polizza di assicurazione sanitaria più adatta alle nostre esigenze è impossibile. Chiunque abbia una copertura sanitaria è obbligato a tutelarsi contro rischi, quali l’alcolismo o la disfunzione erettile, dei quali ci accolleremmo volentieri il costo in cambio di un premio più basso. L’idea che ogni vita sia infinitamente preziosa e che pertanto chiunque debba godere di cure mediche ottimali e uguali per tutti è un degno sentimento religioso e un ideale morale. Dal punto di vista politico ed economico si tratta però di una vana illusione. Le persone più abbienti e istruite tendono a ricevere, in ogni aspetto della loro vita, beni e servizi migliori di quanto non tocchino in sorte a individui più poveri e meno istruiti. Non solo, ma tendono anche ad avere miglior cura di se stessi e dei propri beni, il che li porta a godere di un migliore stato di salute. Il primo requisito per disporre di un’assistenza sanitaria migliore, pertanto, non consiste nel prestare cure mediche uguali a tutti, bensì nel migliorare le condizioni economiche e l’istruzione di ciascuno dei nostri concittadini. Il dibattito nazionale in merito alla riduzione dei costi dell’assistenza sanitaria negli Stati Uniti è frenato dalle stesse parole che noi americani utilizziamo. Dovremmo smettere di parlare di “assistenza sanitaria” come se si trattasse di un servizio pubblico collettivo, come lo spegnimento degli incendi, fornito indifferentemente a chiunque ne abbia bisogno. Nessuno Stato può fornire a tutti I suoi cittadini il medesimo tipo di servizi di “riparazione del corpo” di alta qualità. Non tutti I dottori sono medici di buona qualità, e non tutti I malati sono pazienti altrettanto buoni. Se continueremo ad intestardirci nella nostra ricerca donchisciottesca del feticcio dell’uguaglianza in campo sanitario, dovremo sacrificare la nostra libertà personale. Diventeremo volontariamente gli schiavi di uno Stato “misericordioso” che offrirà la stessa mediocre assistenza medica a tutti. Com’è noto, Henry David Thoreau ebbe a osservare: «Se sapessi con certezza che qualcuno sta venendo a casa mia con l’intenzione di farmi del bene, scapperei a gambe levate». A tal punto Thoreau temeva l’idea che anche un solo individuo armato delle migliori intenzioni si intromettesse nella sua esistenza. Oggigiorno troppe persone accettano l’idea che l’apparato coercitivo dello Stato moderno possa governare la loro vita per il loro bene. Thomas S. Szasz è professore emerito di psichiatria presso al Upstate Medical University di Syracure, New York. È autore, tra l’altro, di “The Myth of Mental Illness” (Harper 1961). Questo articolo è stato originariamente pubblicato sull'edizione del 15 luglio 2009 del Wall Street Journal, che ringraziamo per la cortese concessione alla riproduzione.
  14. questa è una delle dottrine operative americane, non certo russe. i russi non hanno la capacità di gestire un operazione simile e di sicuro non userebbero il Su-35 di cui ne hanno a stento un pugno. non a caso il vero deterrente russo sono gli ICBM. e questo da quando?
  15. ma anche un banalissimo F-16ADF eh!
  16. l'articolo e la protesta sono ciarpame allo stato puro. non temere, nessuno toccherà l'F-35 @Simone: cerca di scrivere meglio, non si capisce niente!!!!
  17. ritorniamo On Topic!!! però... Simone postaci la fonte di quest'altra perla
  18. vorthex

    Ka-50 e Mi-28

    lo so. infatti, anche il Mi-28 ha il vano per trasportare degli uomini, anche se di minor capienza di quello del Mi-24
  19. vorthex

    Ka-50 e Mi-28

    in verità è più massiccio perchè trasporta anche dei soldati. non credo. l'Hokum ha una visuale davvero scarsa, anche per il semplice ruolo aria-suolo.
  20. vorthex

    B-2 spirit

    Simone... veramente, basta co sta storia!
  21. vorthex

    Ariete

    fin quando il progresso della tecnologia militare non mostrerà una valida alternativa all'MBT o una sua completa rivisitazione. come vedi, è dalla fine della guerra fredda che i carri vengono migliorati, ma non sostituiti con modelli nuovi. stessa cosa per l'ariete, che verrà migliorato, ma probabilmente non sostituito per un lungo tempo.
  22. signori io qua chiudo. abbiamo già molte discussioni "monografiche", ripeterci in questo topic è inutile nonchè dannoso alla fruibilità delle informazioni. buon proseguimento
  23. alla fine, più che specializzato (anche il mito che avesse scarse doti di mobilità è tutt'altro che vero), ha un impostazione diversa: renderebbe ugualmente bene anche in un territorio diverso da quello del Golan.
  24. 7.4.7 Switzerland In 1995 previously secret studies into nuclear weapons and plans for deployment came to light. A scientific group, the SKA (Study Commission for Nuclear Energy), had been formed in 1946 with the objective of studying the civil use of atomic energy and by secret order to also study the scientific and technical bases for building nuclear weapons. The activity of this group was rather low and only slow progress was made. The intensifying Cold War and the arms race of the mid-fifties provided new impetus however. A secret commission, "Study Commission for the Possible Acquisition of Own Nuclear Arms", was instituted by Head of General Staff, Louis de Montmollin with a meeting on 29 March 1957. The recommendations of the commission were ultimately favorable, and on 23 December 1958 the Federal Council of Ministers instructed the Federal Military Department (EMD) to investigate the effects, the acquisition, the purchase and the manufacture of nuclear arms. Efforts remained focused on study and planning rather than implementation however. By 1963 planning had proceeded to the point that detailed technical proposals, specific arsenals, and cost estimates were made. Dr. Paul Schmid prepared a 58-page thick report laying the theoretical foundations for Swiss nuclear armaments on 15 November 1963. On 28 November 1963, the Lower Chief of General Staff: Planning, calculated costs of 720 million Swiss francs over 35 years, initially including 20 million francs for pure research. Should the decision be for plutonium instead of super-enriched uranium, then the estimate would be 2,100 million francs over 27 years. On 4 May 1964 the military joint staff issued a recommendation to have about 100 bombs (60-100 kt), 50 artillery shells (5 kt) and 100 rockets (100 kt) within the next 15 years, at costs of about 750 million Swiss francs. There were plans for 7 underground nuclear tests in 'uninhabited regions' of Switzerland ("an area with a radius of 2-3 km that can be sealed off completely"). Financial problems with the defense budget in 1964 prevented the substantial sums required from being allocated. Continuing financial short-falls prevented the proposed effort from getting off the ground. Then, on 27 November 1969, Switzerland signed the Treaty on Non-Proliferation of Nuclear Arms (NTP). The official (but unimplemented) policy of acquiring nuclear weapons was replaced by one of simply studying acquisition to provide a policy option should the NTP collapse. The Working Committee for Nuclear Issues (AAA) was created, but met only 27 times between 1969 and 1988. As the thaw and rapprochement between the United States and Soviet Union proceeded in the late eighties the activity of the AAA seemed less and less relevant. Finally, it remained for the AAA to apply for its own dissolution, which was decided unanimously with one abstention. Accordingly, on 1 November 1988, Minister of State, Arnold Koller, drew the final stroke through the issue of Swiss nuclear armaments. The first Swiss nuclear reactor (a heavy water test reactor) was built in 1960. Switzerland has five power reactors with a combined capacity of 3049 MW (electrical), providing 40% of the nation's power. http://nuclearweaponarchive.org/Nwfaq/Nfaq7-4.html comunque è una discussione senza senso: la Svizzera non potrebbe invaderci, ma noi, tentando di invadere lei, prenderemmo delle sonore e fragorse mazzate.
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