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Alpino

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  1. Si mettano d'accordo però... http://tv.repubblica.it/copertina/e-stato-un-siluro-nordcoreano/47432?video&ref=HREC1-3
  2. Francamente sono rimasto un po' sconcertato da questa adunata. Alla fine le strade di Bergamo erano piene di gente che con gli alpini non c'entrava niente ma era solo contenta di avere una scusa per essere totalmente sbronza.
  3. Alpino

    Razione K

    Quelle che avevo io erano immangiabili a meno di essere alla fame nera. La confezione era racchiudeva 3 scatole contenenti colazione pranzo e cena. Per la colazione c'era, tra l'altro, il latte condnsato (buono ma non si doveva esagerare per non dover passare poi ore sul water), i biscotti (ancora oggi ricordo che provavo ad ammorbidirli nel the bollente ma restavano sassi anche dopo alcuni minuti...) A pranzo una scatoletta di pasta e fagioli (o forse era la cena..) e delle gallette. Poi c'era la carne in scatola ma non l'ho mai provata. Al ritorno dai vespri siciliani ci siamo fatti 24 ore di treno e dato che in Sicilia si era sparsa la voce che avremmo mangiato le razioni k tutti si erano premurati di comprare panini e snak per il viaggio. Comunque qualche valoroso provò a cucinare le razioni sul pavimento del vagone (nella confezione c'è anche un fornelletto di ferro con alcuni mattoncini di materiale combustibile) ma nessuno riuscì a mangiarne più di un assaggio... Forse eravamo troppo viziati dagli arancini di Catania...
  4. Non è un romanzo ma sicuramente è un libro interessante. Parla del generale Franks, che ha comandato il VII corpo di armata in Iraq nella guerra del '91. C'è un resoconto dettagliato delle 100 ore di guerra terrestre di desert storm.
  5. http://www.repubblica.it/esteri/2010/05/17/news/afghanistan_uccisi_due_soldati_italiani_altri_due_gravemente_feriti-4121268/
  6. Alpino

    Kilo vs U212

    Il paragone non esiste neanche. l'U212 è una generazione avanti.
  7. Ero convinto che il programma più duro lo avessero le spetznaz, si parla di cose al limite del disumano. Mi chiedo se oltre un certo limite abbia anche un senso tanto rigore.
  8. Il discorso "simpatia" mi pare fuori luogo: corpi come il SAS o il Col Moschin sono formati da energumeni poco propensi alla simpatia, sono professionisti ma pur sempre gente addestrata a farti fuori in un secondo.. Molta gente ha letto i libri dell'autore Andy McNab e forse si è fatta l'idea sbagliata che il SAS sia una allegra compagnia di goliardici giocherelloni, ma non credo che le cose stiano proprio in questo modo..
  9. Sea and Land= SEAL Ma un seal è anche un foca. Nel merito del sondaggio è diffcile votare. Ogni corpo speciale si reputa (dal proprio punto di vista giustamente) il migliore, nessuno ammetterà che un altro gli stia sopra. Per capire quale è il migliore bisognerebbe capire quale ha il budget più elevato.
  10. Massì.. non state tanto a sottilizzare.. c'è un bel video e alcune foto a corredo del servizio, in fondo è fatto abbastanza bene..
  11. http://www.repubblica.it/cronaca/2010/05/13/news/a_grosseto_tra_i_poliziotti_del_cielo_a_bordo_dell_eurofighter_typhoon-4035568/ IL REPORTAGE A Grosseto, tra i "poliziotti del cielo" a bordo dell'Eurofighter Typhoon dal nostro inviato CARLO CIAVONI GROSSETO - Achille Cazzaniga da un paio d'anni comanda il 4° Stormo dell'Aeronautica Militare, il reparto di caccia intercettori Eurofighter addetto alla sorveglianza dei confini aerei italiani, oltre che di Slovenia, Croazia, Albania e Ungheria. Un anno fa gli capitò di trascorrere la settimana probabilmente più concitata della sua carriera di giovane colonnello (ha 43 anni) responsabile di questo gruppo d'eccellenza di "poliziotti del cielio", tra i reparti d'élite delle forze Nato. I 150 esaminatori. Quei sette giorni di fuoco arrivarono al culmine di sei mesi di duro addestramento, perché lo storico Stormo di Grosseto, nato 79 anni fa, venne rovesciato come un calzino e sottoposto al "ForceVal", la prova di valutazione di 150 ufficiali e sottufficiali, arrivati a Grosseto da diversi paesi del Patto Atlantico. Obiettivo: la certificazione di Forza-Nato di pronto intervento. Venne simulato di tutto. Invasioni dello spazio aereo italiano ed europeo, per verificare i tempi di reazione dei giovanissimi piloti di Eurofighter. Fu incendiato il bunker del comando delle operazioni, per verificare in quanto tempo gli ufficiali alla guida delle operazioni avrebbero saputo riorganizzare il centro nevralgico di coordinamento in un bunker alternativo. Come non bastasse, si crearono le condizioni di un attacco con armi chimiche, impegnando così altre forze altamente specializzate nel contrasto per questo genere di offesa, oltre agli artificieri e alle unità cinofile anti esplosivo, che peraltro vengono addestrate proprio qui, al 4° Stormo. Insomma un via vai convulso di decolli e atterraggi degli Eurofighter Typhoon di ultima generazione, un continuo spostarsi da un luogo ad un altro dell'aeroporto, senza neanche un attimo di respiro, sia di giorno che in qualsiasi ora della notte. Per sette giorni consecutivi. Un inferno. Pronti allo "Scramble" 24 ore. Una volta partiti i valutatori e ad esame brillantemente superato, i "poliziotti" supersonici, che pilotano macchine da 30 milioni di euro l'una, hanno ripreso la vita di sempre, con i loro turni d'allarme di 24 ore, sempre pronti allo "Scramble", cioè la partenza rapida, l'"arrampicata" per rincorrere qualche velivolo non identificato o inidentificabile, che sconfina lo spazio aereo italiano e non solo. "Ogni anno facciamo una decina di "scramble", dice Moris Ghiadoni, giovane maggiore di turno nella palazzina dell'allarme, già vestito con la tuta anti-G, un indumento che attenua gli effetti delle forti accelerazioni cui ci si sottopone a bordo dell'Eurofighter. "Nell'attesa di un possibile allarme - aggiunge - non è obbligatorio indossare questa tuta, ma io la metto lo stesso, così almeno se devo partire guadagno qualche secondo". Il ritmo degli allarmi si è decisamente attenuato, dopo il gran lavoro che spettò a questo reparto soprattutto dopo l'11 settembre di nove anni fa, quando la sorveglianza degli spazi aerei di tutto il mondo occidentale divenne addirittura frenetica. 4 tonnellate di kerosene l'ora. "Scramble" in diminuzione, dunque, un fatto che probabilmente tranquillizza il ministro dell'Economia Tremonti, dal momento che ogni ora di volo dell'Eurofighter Typhoon costa circa 4 tonnellate di kerosene arricchito. Se poi si considera che che ogni tonnellata costa circa 800 euro... Il fatto è che appare forse un po' ozioso chiedersi se si tratti di denaro pubblico ben speso oppure no. Si tratta, infatti, di costi impossibili da eliminare, tenuto conto del contesto internazionale del quale l'Italia fa parte e nel quale ha accettato la condivisione della responsabilità nella difesa e nella gestione quotidiana della sicurezza. La giornata-tipo. I giorni al 4° Stormo hanno un andamento diverso, a seconda del luogo dove si opera. L'edificio che ospita i piloti "combact ready", gli intercettori pronti al decollo, si trova a fianco degli hangar corazzati e mimetizzati che ospitano gli Eurofighter. Qui, il giorno e la notte sono sostanzialmente uguali. Si aspetta e basta. Si è in attesa che dal centro di controllo della Nato di Poggio Renatico (Ferrara) parta l'allarme per una sospetta presenza di aerei sconosciuti nello spazio aereo italiano o di uno dei paesi sotto il controllo italiano. Al contrario, nella palazzina dei "frequentatori", cioè dei piloti già formati in altri reparti, ma non ancora "combact ready", la vita scorre molto diversamente. Qui comanda il maggiore Filippo Monti, responsabile dell'addestramento di questi ragazzi, sottoposti a prove durissime, durante ben 58 missioni prima di essere messi nei turni di allarme. Sono tutti giovanissimi: 25, massimo 30 anni, con il grado di tenente o capitano e tutti provenienti da altre severe selezioni, cominciate fin dall'ingresso in Accademia. L'ordine che non si vorrebbe mai ricevere. Volano ogni giorno, in missioni simulate, che vedono anche due, tre aerei alla volta, impegnati in intercettazioni e inseguimenti, che servono per insegnare ai futuri piloti "combact" tutti i segreti di un mestiere difficile, che pretende un'altissima preparazione tecnica e psicofisica, oltre che un'estrema solidità etico-morale, per le gravissime responsabilità che si è chiamati ad assumere. "In volo - dice il maggiore Ghiadoni - può capitare di tutto. C'è il caso di un semplice controllo, da effettuare sul velivolo sospetto, magari restando alle spalle, senza farsi neanche vedere. Fino all'estremo e malaugurato caso, che tutti sappiamo purtroppo possibile, in cui ci si trovi nella condizione di ricevere l'ordine di usare le armi per abbattere un aereo, anche con passeggeri civili, che mostri inequivocabili intenzioni di offendere il territorio italiano". La catena di comando. L'ordine eventuale di eliminare un velivolo in rotta di collisione su obiettivi civili, spetta all'autorità politica. Al ministero della Difesa c'è sempre un sottosegretario reperibile, di turno, con l'incarico di autorizzare, in casi estremi, la pressione sul pulsante della cloche dell'Eurofighter, che espelle il missile aria-aria. Aumentano le responsabilità. Ma quella settimana di un anno fa, costata tanto sacrificio e tanto lavoro, per il comandante Cazzaniga e i suoi uomini del 4° Stormo - in tutto circa 1.100 uomini - dal prossimo luglio finirà per aumentare il lavoro e le responsabilità. Infatti, il riconoscimento di NRF (Nato Reaction Force - Forza di Reazione Rapida) impegnerà l'intera struttura in eventuali operazione, che vanno al di là del controllo dello spazio aereo. Le situazioni di crisi potenziali sono molte, come è noto, ed è proprio guardando in quelle direzioni che una forza ad alta prontezza operativa è chiamata ad intervenire, naturalmente assieme a simili reparti d'élite di terra e di mare della Nato. (13 maggio 2010)
  12. Alpino

    Ariete

    Le corazze reattive servono per proteggere dalle cariche cave, come gli rpg. E il pericolo degli rpg c'è in situazioni non di conflitto aperto sul campo di battaglia ma in condizioni di guerra asimmetrica, dove c'è molta fanteria. Secondo me nei conflitti attuali non serve la corazza reattiva.
  13. beato te. Io stanotte sono stato svegliato dal bang di un terremoto. http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/131894_scossa_di_terremoto_nella_notte_epicentro_fra_selvino_e_albino/ P.S. ah ma ho letto solo ora che è un post del 2006! Ma chi è che tira fuori questi 3D vecchissimi?
  14. Bah. La Russia con tutto il rispetto ha ancora una economia sottosviluppata, idrocarburi o no.
  15. Scusate io lo so che il super hornet è perfettamente adatto a fare le missioni di air superiority ma credo che la navy vorrà un aereo stealth per il futuro. E visti i costi per progettarne uno nuovo non capisco perché non usano da subito un progetto già pronto che si può facilmente adattare all'uso sulle portaerei. Sarebbe anche l'unica soluzione per salvare il raptor.
  16. Secndo me non è tanto assurda e se tra 10 anni la Navy spende miliardi di dollari per sviluppare un erede dell'Hornet, sarebbe uno spreco considerando che avrebbero potuto avere i Raptor.
  17. Mi sono posto alcune domande, da perfetto ignorante in materia quale sono. Aerei come il Raptor hanno il controllo vettoriale della spinta che in teoria, so ho ben capito, permette di decollare in spazi più corti del normale. E' un aereo bimotore, come piace alla marina. La US Navy sta cercando un aereo che in futuro affianchi l'F-35 per le missioni di superiorità aerea. allora mi sono chiesto: una versione navalizzata del Raptor non sarebbe la soluzione ideale? Non si dovrebbe spendere i soldi per realizzare un aereo nuovo e si manterrebbe in vita il programma F-22. E' una cosa tanto ssurda? P.S. per lo stesso ragionamento, è prevista una versione navalizzata del T-50? MAgari per sostituire i Su-33 sulla admiral kuznetsov?
  18. Alpino

    Affondata nave sudcoreana

    http://www.defensenews.com/story.php?i=4591988&c=ASI&s=SEA
  19. Alpino

    I centri nodali d'area

    Ecco! PR 5: Frequnze da 70 a 100 MHZ suddivise in tre bande (70 - 79.9 80 - 89.9 90 - 99.9) 1200 canali RF Spaziatura tra canali 25 KHZ Canale di servizio a 1600 HZ La portata di questi ponti radio era sempre ottica. Sul canale di servizio dovevi chiamare l'altra squadra sulla collina in parte e confermare le frequenze per parlare. Dopo un pomeriggio di bestemmie si parlava al telefono come fossimo a casa!
  20. Alpino

    I centri nodali d'area

    Il ponte radio che eravamo "addestrati" ad usare noi era il PR5. C'era l'apparecchio in se, un altro che si attaccava al ponte radio e a cui si potevano attaccare fino a 4 linee telefoniche in duplex, 2 antenne direzionali, un generatore elettrico diesel. I dati sulle frequenze etc non li trovo adesso ma li cercherò con calma. Con questo era possibile in teoria mettere su una stazione in mezz'oretta o anche meno.
  21. http://www.difesanews.it/archives/primo-volo-dellf-35-con-a-bordo-suite-di-missione-completa Primo volo dell’F-35 con a bordo suite di missione completa Penso sia un significativo passo avanti no?
  22. Alpino

    I centri nodali d'area

    Apro questa discussione per condividere con voi alcuni ricordi del mio tempo passato negli alpini. Spero non vi annoi troppo! Durante il mio servizio nel secondo reggimento trasmissioni avevo la qualifica di operatore ponti radio che in pratica non era una gran cosa, perché al più andavamo in giro per le colline intorno a Bolzano a tirar su le antenne direzionali dei PR-5 (che erano dei residuati degli anni 60 e che spero bene siano stati tutti radiati). Però alcune volte c'era la botta di fondoschiena e si veniva mandati in queste pittoresche casette di montagna per alcune settimane. Praticamente erano alloggi per i trasmettitori che comprendevano alcune stanze piene zeppe di ponti radio attraverso le quali passavano tutte le trasmissioni del corpo d'armata. Tutto quello che dovevano fare i militari era stare attenti che non si spegnessero e ogni mattina alle 6 fare una prova di trasmissione con condor 1 che era poi il comando del corpo d'armata. In cambio di alcune settimane di isolamento c'era il vantaggio di non fare servizi in caserma e non avere ufficiali tra i piedi, il che non era male. Il secondo reggimento trasmissioni aveva 5 centri nodali di cui uno sul Plan de Corones che è anche una nota località turistica (io non ci sono mai andato ma le leggende in caserma parlavano un posto di lusso...). L'altro era su un monte poco distante che in inverno era raggiungibile solo in elicottero; scesi dal mezzo dovevamo scendere e scaricare tutto quello che avevamo portato in fretta, prima che le pale dell'elicottero si fermassero per il gelo intenso (così ci urlava l'incazzoso pilota..). In effetti una volta un elicottero rimase bloccato qualche giorno, peccato che non c'ero o avrei fatto impazzire i piloti a forza di domande (mi portavo dietro anche i numeri di aeronautica e difesa...). Comuqnue mi chiedevo se queste strutture esistono ancora o come sono organizzate adesso le trasmissioni, visti i salti generazionali fatti negli ultimi 10 anni..
  23. Il forum nuovo è molto bello complimenti!
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