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Leviathan

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  1. è solo pubblicità ritengo che se reagen era al posto di kennedy forse nessuno di noi sarebbe qui... se gli USA adottano una politica fortemente reazionaria e loro non si tirano indietro più o meno 6 miliardi di vite umane saranno condannate (caso limite). Spero molto nella vincità di Obama
  2. ti lascio nelle tue convinzione e non parteciperò più a questa discussione visto che ho dimostrato l'infondatezza delle accuse a travaglio e che il suo è il vero giornalista. ti rimarranno a far compagnia gli anti travaglio che infameranno quanto vogliono il loro nemico reo di ricordare le fedine penale di certa gente...
  3. è un pò che non sento parlare di sta trovata pubblicitaria del "governo della sicurezza" (lo stesso che bandisce intercettazioni, dimezza le prescrizione, e gatantisce l'impunità a 5 cittadini non uguali agli altri) statisticamente un italiano vede mezzo soldato in vita sua dei 3000 schierati (micromega) ma fare uscire carabinieri e polizia dagli uffici dove svolgono inutili lavori di burocrazia i inutilenon p meglio? va bè anche se escono dove vanno, il "governo della sicurezza" gli ha tagliato pure i fondi ulteriormente straordinari... non pagati benzina per le volanti... pochissima stipendi... da fame ed è cosi da 10 anni...
  4. e quando scrissero che siamo tutti intercettati dal primo all'ultimo italiano?? :rotfl:
  5. tutti hanno la loro opinione e linea editoriale non è quello il problema, ma giornali che mettono su false notizie a raffica e campagne diffamatorie su notizie inventatedeliberatamente , con la consapevolezza che sono notizie false da parte di chi scrive, dovrebbero chiudere e ilgiornale è tra essi sapete quanti soldi ilgiornale ha dovuto sborsare in giro per risarcimenti? fate una ricerchina
  6. Confusione, incertezza, rabbia e paura. Reazioni e impressioni che dilagano dentro e fuori Fiumicino. Negli aeroporti tra il personale di terra e quello di volo dell'Alitalia. Un malessere che accompagna ormai da giorni la trattativa tra governo e sindacati sul futuro della ex compagnia di bandiera. E che anche giovedì ha segnato la fase più delicata del tavolo. Fino al timore che la situazione sia irrisolvibile. E che non ci sia alternativa al fallimento. È «rabbia» la parola più pronunciata tra chi è seduto dietro i banchi check-in. «A questo punto - dice una hostess di terra da 19 anni in Alitalia - preferisco che la trattativa fallisca, così mi mettono in mobilità e, anziché prendere 1.100 euro al mese così come mi è stato prospettato, mi daranno l'80 per cento degli attuali 1.550 euro. Una cifra, che seppur non faraonica, mi permetterà di pagare il mutuo della casa». Tra i dipendenti c'è poi chi rimpiange il mancato accordo di alcuni mesi fa con l'Air France. «Ancora non capisco perchè l'intesa con i francesi sia fallita - dice una hostess di terra - L'accordo con i transalpini ci avrebbe permesso di mettere in tasca 1.400 euro al mese. Ora quella cifra è solo un miraggio». «Ho 41 anni, un contratto part-time che mi fa prendere 980 euro al mese. Stando a quello che ho capito - aggiunge un altro addetto ai banchi di accettazione Alitalia -, la prospettiva è quella di andare a guadagnare 630 al mese, di lavorare sei giorni su sette, un giorno in più, quindi, rispetto alla turnazione attuale. Meno male che non sono sposato e non ho figli. Ma - dice ancora - vi pare comunque umano un trattamento simile?». Ai rappresentanti dei sindacati i lavoratori rivolgono severe critiche: «Vergogna. Ladri. Buffoni». Mentre i piloti dicono che «si va verso il fallimento». Roberto Spinazzola, segretario dell'Unione piloti sottolineando che non c'è stato da parte di Cai «nessun margine di apertura». L'impianto proposto, ha spiegato Spinazzola, «non va bene. È un prendere o lasciare e i mille esuberi per i piloti sono un numero attendibile ma anche un dramma non gestibile». «Una partita di questo tipo - ha sottolineato - non è gestibile». Sulla mobilità poi annunciata dal commissario straordinario Fantozzi, nel caso in cui la trattativa non fosse andata in porto entro giovedì, Spinazzola ha detto che non si esclude di poter fare «azioni di contenimento». Il sindacalista ha chiarito che stanno consultando i legali per vedere se Fantozzi è obbligato per legge a procedere in questo modo o se non possano intraprendere altre strade. «A questo punto la trattativa va verso il fallimento non perchè siamo capricciosi, incoscienti e non capiamo la gravità della situazioni. Ciò che ci è stato presentato non è stato quello che ci ha detto Berlusconi, e cioè che gli esuberi sarebbero stati meno di Air France che per noi contava 506 esuberi. Abbiamo ragionato a lungo, abbiamo fatto proposte, ma è stato un muro continuo». www.unita.it
  7. e aggiungo che i russi faranno di tutto per approfittarsene ne vedremo delle belle...
  8. non sono io che non capisco niente, il giornalismo di Travaglio è forse il miglire e si absa su archivio, atti ufficiali della repubblica (sentenze o intercettazioni e quant'altro) ma sopratutto indipendenza... D'avanzo non ha dimostrato niente e gli auguro buona fortuna in tribunale
  9. grandissimo typhoon se continuiamo con i controlli incrociati ne vedremo delle belle ogni giorno con ilgiornale, una miniera inesauribile di notizie false @ tuccio14: http://odiostudioaperto.blogspot.com/
  10. fammi capire... riportare intercettazioni autentiche sentenze è un metodo sbagliato? inventarsi le cose invee no vero?
  11. e se c'era lui al posto di kennedy?
  12. ilgiornale non si smentisce mai aggiungerò questo articolo nel mio dossier
  13. se fosse per i repubblicani saremo già cenere radioattiva da un pezzo...
  14. è tutta una bufala di d'Avanzo che è in cerca, forse di un posto in parlamento nel PD-DL la vacanza di travaglio fu da lui metà pagata qui: e nella seconda rata il restante non è corrotto... uno che ha difeso schifani e attacca Travaglio senza prove pur di farsi qualche amico (il quale mostra pubblicamente i suoi pagamenti con estratti conto) La differenza tra bufala e verità è sempre evidente... il pezzo migliore è questo d'avanzo si arrampica sugli specchi a quando la vacanze del 2004??
  15. era quello che preannuncia paghine e pagine fa
  16. clinto per qualcosa di simile ha passato bruttissimi periodi
  17. mica parliamo de "ilGiornale" e poi parliamo di Clarin Il Clarín è un importante quotidiano argentino fondato da Roberto Noble il 28 agosto 1945 con sede a Buenos Aires. Ha una tiratura di circa 500.000 copie distribuite su tutto il territorio argentino. La versione elettrononica www.clarin.com è uno tra i più visitati giornali on line in lingua spagnola . Il gruppo Clarin pubblica inoltre il quotidiano sportivo Olè (dal 1996), il giornale femminile Elle in Argentina (dal 1994), il giornale del pomeriggio La Razon , possiede la maggioranza del canale televisivo Canal 13, 3 stazioni radio e partecipa in altri progetti multimediali.
  18. le dichiarazioni sulla carfagna sono tratte da un inchiesta di un giornale argentino ed è tutto vero http://wildgretapolitics.wordpress.com/200...y-una-ministra/ l'articolo originale
  19. LEBANON - Si scaglia contro "il cambiamento" rappresentato dai repubblicani. E lo fa usando una frase che crea polemiche: "Il cambiamento rappresentato da Sarah Palin (che si è autodefinita "un pitbull col rossetto")? E' come mettere il rossetto a un maiale". Poi frena e precisa il suo pensiero. Così Barack Obama lancia il suo attacco più violento all'indirizzo dei suoi avversari Repubblicani nella corsa alla Casa Bianca. Con un giudizio pesante che il candidato democratico è costretto a spiegare: "Un caso creato dai media e da Mccain, non mi riferivo alla Palin, ma alle politiche repubblicane. E' evidente il tentativo di mettere questo tipo di cose al centro della campagna per evitare di parlare dei gravi problemi che l'America deve affrontare". Il caso era scoppiato ieri sera nel corso di un comizio tenuto da Obama davanti a oltre duemila persone a Lebanon, Virginia. L'affondo contro i repubblicani era stato duro: "All'improvviso, vengono fuori a dire 'siamo per il cambiamento pure noi'. Pensateci un po', si tratta degli stessi tizi che negli ultimi otto anni hanno detenuto il potere". Poi, l'affondo che fa discutere: "Si può anche dare il rossetto a un maiale, ma resta pur sempre un maiale, si può anche avvolgere un pesce vecchio in un foglio di giornale e chiamarlo cambiamento, ma dopo otto anni continuerà a puzzare. Ne abbiamo avuto abbastanza". Lo staff di McCain reagisce e accusa Obama di tattica scorretta e sessismo. La prima replica è affidata a una donna, Jane Swift, che al pari dell'agguerrita Sarah guidò a suo tempo uno Stato americano, il Massachusetts: "Parole vergognose, non si può paragonare il governatore Palin a un maiale. Posso soltanto giudicarle disgustose". Anche la contro-replica è venuta da una donna, l'assistente di Obama, Anita Dunn: "Questa ipocrita ramanzina sulla suscettibilità in materia di sesso rappresenta il massimo del cinismo e mette a nudo la campagna disonorevole che McCain ha scelto di intraprendere. Quando è troppo è troppo, quello di McCain è un patetico tentativo di giocare la carta del genere sessuale per replicare al mero uso di un'analogia corrente". Dunn ricorda poi una dichiarazione fatta dal candidato repubblicano, riportata dal Chicago Tribune il ottobre 2007. A chiosa di una proposta sull'assistenza sanitaria pubblica, formulata da Hillary Clinton - all'apoca ancora in corsa per la Casa Bianca - McCain la liquidò osservando: "Penso vogliano dare un po' di rossetto a un maiale, che però resta un maiale". Dopo le rispettive convention di Denver (democratica) e St.Paul (repubblicana) si conferma intanto il sostanziale testa a testa fra i candidati: un nuovo sondaggio effettuato tra sabato e lunedì scorso da Nbc News e Wall Street Journal assegna a Obama un lieve vantaggio, 47% contro il 46% di McCain. Il vantaggio di Obama tuttavia si è ridotto dai 6 punti in più registrati a luglio e dai 3 in più di agosto, riferisce l'edizione online di Nbc. Altri sondaggi recenti testimoniano forti recuperi di popolarità di McCain che - grazie all'entusiasmo suscitato dalla candidatura di Palin - viene dato in molti casi in vantaggio su Obama.
  20. infatti dice cose ovvie... nel nome del falsissimo political correct non si può dire proprio più niente la magistratura si muove come di dovere ma... 100 a 1 che la guzzanti non verrà nemmeno rinviata a giudizio? chi scommette?
  21. @ tuccio14 prima delle ultime elezioni una riforma costituzionale in russia ha spostato alcuni poteri dal PDR al premier tra cui parte di responsabilità per la politica estera
  22. ROMA - Torna ad animarsi la tensione tra Russia e Georgia. Mentre a Bruxelles si continua a guardare con soddisfazione agli esiti della missione compiuta nei due Paesi dal presidente di turno dell'Ue, Nicolas Sarkozy, dalla Russia arriva una doccia fredda: per Mosca, "non ha alcun significato" la firma a Tbilisi del documento in cui si afferma che gli osservatori dell'Unione europea verrebbero dispiegati nel territorio dell'Ossezia del sud e in Abkhazia. Lo afferma il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, contraddicendo di fatto l'Eliseo. Ma non è tutto. Il Cremlino minaccia di puntare missili contro obiettivi strategici Usa nell'Europa centrale, compresi i siti per lo 'scudo' in Polonia e Repubblica Ceca. E Tbilisi smentisce se stessa: il ritiro delle forze armate russe dal territorio georgiano non è mai iniziato. Inoltre, un poliziotto georgiano è stato ucciso dagli spari provenienti da una postazione russa all'ingresso della zona cuscinetto attorno all'Ossezia del sud. Come spiega un portavoce del ministero dell'Interno di Tblisi, "un posto di polizia georgiano si è trovato sotto il fuoco di un checkpoint russo a Karateli. I russi hanno sparato per due volte". E hanno colpito l'agente, morto in ospedale. Il portavoce ha spiegato che la vittima era di guardia a una postazione ad alcune centinaia di metri dal checkpoint: "I russi hanno detto che ad aprire il fuoco sono stati miliziani dell'Ossezia e hanno promesso un'inchiesta". Momento delicato. Questo incidente arriva in un momento delicato nel processo di pacificazione tra Mosca e Tbilisi. Ieri le forze armate russe hanno iniziato a ritirarsi dal territorio georgiano e avviato lo smantellamento di una postazione nella Georgia occidentale, previsto dagli impegni assunti lunedì a Mosca dal presidente Dmitry Medvedev con il collega francese Sarkozy. La smentita. Ma la Georgia ha smentito le notizie diffuse ieri da fonti dello stesso governo di Tbilisi: il ritiro dei russi non è mai iniziato. La notizia era stata confermata dal capo del consiglio di sicurezza georgiano Alexander Lomaia: "I russi si sono ritirati dalle postazioni nella città di Ganmukhuri", nei pressi del confine con l'Abkhazia, aveva detto, aggiungendo però che hanno lasciato nei pressi della cittadina 3-4 blindati e alcune dozzine di truppe. La doccia fredda di Mosca. Sempre in tema di smentite, arriva quella, clamorosa, di Mosca: gli osservatori Ue - afferma il ministro degli Esteri Lavrov, contraddicendo di fatto l'Eliseo - non avranno il diritto di accedere alle regioni separatiste georgiane dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud. Tutto l'opposto rispetto all'annuncio fatto da Sarkozy al termine dell'incontro di lunedì con Medvedev. continua http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/e...poliziotto.html
  23. MOSCA - Un contingente totale di 7.600 uomini e basi militari in Ossezia del Sud e Abkhazia per "evitare il ripetersi di aggressioni da parte georgiana". L'annuncio del massiccio dispiegamento di forze russe nelle due repubbliche separatiste arriva dal Cremlino all'indomani della visita del presidente francese Sarkozy, ieri a colloquio con il presidente Medvedev. Il leader del Cremlino spiega di aver chiesto al ministro della Difesa di definire, in seguito alla richiesta dei leader delle due repubbliche, "come organizzare la presenza delle truppe russe e di nostre basi militari". Mosca stabilisce anche relazioni diplomatiche con Ossezia del Sud e Abkhazia, e contemporaneamente, annuncia sempre Medvedev, "verranno avviate azioni per firmare accordi per l'amicizia, la cooperazione e l'assistenza reciproci". Nelle due repubbliche ci sarà un contingente totale, quindi, di 7.600 uomini, nettamente superiore a quello presente prima degli scontri con la Georgia dello scorso mese, quando la Russia aveva una forza di peacekeeping di mille uomini in Ossezia del Sud e 2.500 in Abkhazia. Ora quasi quattromila unità, ha annunciato il ministro della Difesa Anatoly Serdyukov, faranno base a Dzhava e a Tskhinvali, in Ossezia del Sud, mentre il resto delle truppe in Abkhazia "staranno dove c'era il nostro contingente di pace ma in futuro dovremo definire posti concreti dove sistemarle". Riguardo alla presenza di osservatori internazionali in Georgia, voluta dall'Unione europea, il presidente russo ha detto che saranno i benvenuti: "Spero che come minimo questo impedirà al regime militare georgiano di commettere azioni idiote" ha aggiunto durante il colloquio con il ministro della Difesa Serdyukov secondo quanto ha riferito un portavoce del Cremlino. Intanto è cominciato il ritiro delle truppe di Mosca dal territorio georgiano (escluse Ossezia del Sud e Abkhazia). Un portavoce del ministero dell'Interno di Tblisi, Shota Utiashvili, ha reso noto che le unità russe si sono ritirate dal villaggio di Ganmukhuri, vicino al confine con l'Abkhazia. "E' il primo segno di ritiro dalla zona cuscinetto, secondo quanto previsto dall'accordo di ieri", ha aggiunto il portavoce georgiano. repubblica.it
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