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Leviathan

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  1. in un altro paese che non sia... il fatto sarebbe un grave fatto politico in quanto, economist nelle sue accuse, non ha diffamato il premier ERGO l'articolo di economist non contiene il falso
  2. Il nostro primo ministro Silvio Berlusconi deve pagare 25.000 euro di spese processuali al settimanale britannico l'Economist secondo quanto deciso dal tribunale di Milano. La notizia è passata in sordina. Delle nostre testate nazionali, Repubblica ne ha fatto timidamente menzione a pagina 13 lo scorso 6 settembre affiancando la notizia alla foto del Presidente del consiglio che abbraccia campioni olimpici e delira dicendo di averci salvato dal ritorno del comunismo. Le altre testate il silenzio, nel timore di rompere il clima idilliaco tra governo e ombra di governo. Certamente ad Emilio Fede la notizia nessuno l'ha detta, agli altri Tg forse è sfuggita. Il 26 aprile 2001 in un articolo copertina dal titolo "Perchè Berlusconi non è adatto a guidare l'Italia"(leggi l'articolo tradotto) si criticava il futuro Presidente del consiglio per essere al centro di un conflitto di interessi, si analizzava il suo impero commerciale e si numeravano i processi in corso contro di lui. Silvio Berlusconi allora partì all’attacco con una querela per diffamazione. Si trattava di un'edizione pubblicata poco prima delle elezioni che alla fine vinse. Poco importa che la querela non avesse alcun fondamento, servì a fare campagna elettorale, a mostrare i muscoli agli italiani. Anche a costo di una figuraccia internazionale dopo 7 anni, tanto, avrà pensato gli italiani dimenticano e i media aiuteranno a non ricordare. El Pais, lo stesso Economist, Reuters e altre fonti internet però la notizia la hanno riportata signor Presidente. Gli argomenti dell'Economist rientrano pienamente nel "libero ed insindacabile esercizio del diritto di manifestazione del pensiero riconosciuto e tutelato dall'art.21 Cost.", ha scritto il giudice nella sentenza del 26 agosto di quest'anno (leggi la sentenza). articolo incriminato tradotto sentenza (PDF)
  3. tutto l'elenco semrpe aggiornato e dettagliato su http://www.antoniodipietro.com/caduti.php
  4. dedicato a chi crede: - che è tutto pulito -che ci guadagna la coleltività elenco le carateristiche dei "salvatori" di cosa staremo a vedere e io se ci sono costoro avrei dubbi.. (troppi pregiudicati)
  5. in relazione all'aggressione georgiana alle forze CSI posto un intervista al presidente della nuova repubblica indipendente di arbhazia
  6. Non si capisce bene che cosa stia festeggiando questo signore visto che negli utlimi quindici anni è stato Presidente del Consiglio per circa sette, cioè la metà: in questi quindici anni, Alitalia ha perso quindi miliardi di euro di soldi nostri, quindi la metà dei soldi persi è colpa sua, dei suoi governi, e l'altra metà è colpa dei governi di centrosinistra perché la politica ha sempre tenuto le mani su Alitalia e, come vedremo, continuerà a tenercele anche dopo averla fatta fallire innumerevoli volte. Prodi e Padoa Schioppa, una delle poche cose buone fatte dal governo di centrosinistra, avevano trovato la quadra: erano riusciti a convincere AirFrance a rilevare tutto. Il che avrebbe comportato niente fallimento, niente ricorso alla legge Marzano sulle aziende decotte, nascita di un polo europeo molto grosso, avrebbe compreso AirFrance, KLM e Alitalia, che si sarebbe potuto misurare sui mercati internazionali dove ormai le compagnie aeree sono grandi, consorziate, fondate su alleanze tra più Paesi. Ce la saremmo cava con 2150 esuberi: questo era il piano che era stato presentato da Messieur Spinetta, e così sarebbe stato se si fosse chiusa la trattativa con i francesi subito, all'inizio della primavera, mentre adesso ne avremo 6-7000, di esuberi, cioè il triplo. L'AirFrance avrebbe pagato un miliardo e settecento milioni per comprarsi le azioni dell'Alitalia e avrebbe investito 750 milioni, in pratica avrebbe sborsato e ci sarebbero arrivati dalla Francia la bellezza di due miliardi e seicento milioni. Ora vedremo che, invece, quei soldi glieli diamo noi. Non solo non li incassiamo, ma li perdiamo. In più sarebbe stata salvata e ristrutturata Malpensa e sarebbe stato potenziato l'aeroporto di Fiumicino. Questo, in sintesi, era ciò che era stato concordato tra il governo Prodi e l'AirFrance e che è saltato perché sono arrivati Berlusconi e suoi lanzichenecchi e perché i sindacati, completamente accecati dal breve periodo, non hanno saputo scegliere tra un piccolo sacrificio oggi e un enorme dissanguamento domani, quello che invece avremo. Cosa non va in questo nuovo piano che è stato chiamato "Fenice", perché pare quasi l'araba Fenice che risorge dalle sue ceneri - è un truffa naturalmente: sono abilissimi a chiamare le cose con un nome diverso da quello reale per nascondere la realtà -? L'Alitalia viene divisa in due società. La Bad Company, la discarica, rimane a noi, allo Stato, con tutti i debiti. E' una società che contiene debiti. La Good Company, invece, è quella meravigliosa, profumata, balsamica. Quella va ai privati, sedici privati, scelti privatamente con trattativa privata da Berlusconi e dai suoi uomini, che hanno ottime armi per chiedere piccoli favori agli imprenditori in vista di restituirli in grande stile, come vedremo, con vari conflitti di interessi. Quindi noi ci teniamo i debiti e quel poco che vale di Alitalia lo regaliamo ai privati che fanno anche la figura dei salvatori della Patria, dei Cavalieri Bianchi. La Bad Company, affidata a uno che si chiama Fantozzi perchè si capisca bene qual è il problema, è dunque piena di buchi e li ripianeremo noi. I conti pubblici verranno ulteriormente sfasciati, saranno più in rosso che mai e noi pagheremo progressivamente una "tassa Alitalia" anche se non la chiameranno così, ce la nasconderanno sotto qualche voce strana. Anche perchè Alitalia viene incorporata ad AirOne che a sua volta è piena di buchi. Oltre a non incassare, spenderemo, probabilmente, intorno al miliardo di euro - un terzo dei tagli alla scuola decisi da questo governo - e in più avremo 6-7000 persone per la strada che verranno messe in cassa integrazione a zero ore, avranno vari scivoli, ovviamente pagati con la cassa integrazione sempre con soldi nostri, e alla fine qualcuno verrà licenziato e - questi sono liberisti - vogliono infilare del personale in esubero nelle Poste. Un mese fa ci avevano detto che le Poste sono sovradimensionate e devono ridurre il personale, adesso ci raccontano che il personale delle Poste aumenterà perché arriveranno gli steward, le hostess, forse qualche pilota. Verranno travestiti da postini così risolveremo il problema. Naturalmente pagheremo noi. La Good Company, quella buona che viene regalata ai privati nell'ambito della famosa usanza tutta italiana di privatizzare gli utili e statalizzare le perdite, è formata da sedici grandi e lungimiranti capitani coraggiosi che, tutti insieme, sono riusciti a mettere da parte la miseria di un miliardo di euro; che non basta, naturalmente, a rilanciare Alitalia. Basti pensare che il prestito ponte, fatto ad aprile dal governo Prodi morente su richiesta del nascente governo Berlusconi, era di 300 milioni e l'Alitalia in tre mesi se li è mangiati. Dove prenderanno questi soldi? Mica li tirano fuori dalle loro tasche: in gran parte arriveranno dalle banche che sono molto coinvolte, come vedremo, in questa cordata. Taglieranno tutto il tagliabile, ridurranno le rotte internazionali, squalificheranno ulteriormente Fiumicino, Malpensa resterà al palo con Bossi, la Moratti e Formigoni che ululeranno alla Luna: mentre prima se la prendevano col governo di centrosinistra adesso gli sarà un po' più difficile prendersela con il loro. In compenso abbiamo una caterva, un groviglio, una giungla di conflitti di interessi perché non c'è solo quello di Berlusconi. Il conflitto di interessi, non risolto da nessuno quando ce l'aveva soltanto lui, adesso è diventato un'epidemia e ce l'hanno in tanti. Primo conflitto di interessi: abbiamo Carlo Toto, proprietario dell'AirOne, che con 450 milioni di debiti riesce a piazzare il colpo della vita. L'AirOne viene incorporata all'Alitalia, intanto il nipote Daniele è stato candidato ed eletto nel Popolo della Libertà. E' li a vigilare, evidentemente. Abbiamo tre soggetti che sono impegnati in opere pubbliche e sono addirittura pubblici concessionari dello Stato. Lo Stato, in questo conflitto di interessi, li ha convocati facendogli sapere che era bene per loro se aderivano all'appello del Presidente del Consiglio. Sono Salvatore Ligresti, noto immobiliarista, assicuratore, palazzinaro, pregiudicato per Tangentopoli. Marcellino Gavio, un altro che ai tempi di Di Pietro entrava e usciva dalla galera. L'ottimo Marco Tronchetti Provera che dopo aver ridotto come ha ridotto la Telecom è anche lui nel settore immobiliare. In più abbiamo la famiglia Benetton, l'apoteosi del conflitto di interessi perchè è pubblico concessionario per le Autostrade, è gestore, dopo averlo costruito, dell'aeroporto di Fiumicino, e in futuro sarà uno dei proprietari di Alitalia. Come gestore di Fiumicino deciderà lui quali tariffe far pagare all'Alitalia per usare Fiumicino. Tutto in famiglia. Gli immobiliaristi di cui sopra, e di cui anche sotto come vedremo, sono tutti molto interessati a una colata di miliardi che sta arrivando su Milano e la Lombardia per l'Expo. L'Expo prevedere 16 miliardi freschi per pagare nuove infrastrutture, costruzioni, palazzi, due autostrade, due metropolitane, una tangenziale, una stazione, ferrovie, ecc... indovinate chi si accaparrerà questi lavori? Esattamente coloro che hanno fatto i bravi e hanno accolto l'appello del governo. Poi abbiamo Francesco Bellavista Caltagirone che con l'ATA ha delle mire su Linate. Abbiamo Emilio Riva, un acciaiere eccezionale supporter di Berlusconi. E abbiamo l'ottima famiglia Marcegaglia: non solo c'è la Emma, che è un'ottima valletta di Berlusconi, che cinge con il suo braccio nelle riunioni di Confindustria come se fosse una Carfagna o una Brambilla qualsiasi, ma abbiamo anche la sua famiglia, il gruppo imprenditoriale Marcegaglia, famoso per condanne e patteggiamenti assortiti da parte del padre e del fratello della signora. Che è presidente di Confindustria, tra l'altro, e quindi tratta per conto di tutti gli industriali con il governo e privatamente si è infilata in questa meravigliosa avventura. Abbiamo la banca Intesta dell'ottimo banchiere Passera, banchiere di centrosinistra che si è messo subito a vento, e che fungerà con il conflitto di interessi: prima ha fatto l'advisor per trovare la soluzione per Alitalia e poi è entrata nella compagine azionaria della nuova Alitalia, la Good Company. Abbiamo i fratelli Fratini che sono, anche loro, immobiliaristi toscani, magari interessati a mettere un piedino a Milano in occasione dell'Expo, per prendere la loro fettina di torta. Abbiamo un certo Davide Maccagnani che è molto interessante: Alberto Statera su Repubblica ha raccontato chi è, uno che produceva missili per testate nucleari e adesso si è riconvertito all'immobiliare. Si presume che avrà anche lui le sue contropartite sotto forma di terreni. In realtà gli interessi stanno a terra anche se Alitalia dovrebbe volare. Poi, dulcis in fundo, il presidente dei sedici campioni del Tricolore, che è Roberto Colaninno, che già ha dei meriti storici per avere riempito di debiti, comprandola a debito, la Telecom ai tempi della Merchant Bank D'Alema & C. a Palazzo Chigi, e adesso si propone anche lui per il suo bel conflitto di interessi familiare in quanto suo figlio, Matteo, è ministro ombra dell'industria del Partito Democratico. Così ombra che non ha praticamente proferito verbo di fronte a questo scandalo nazionale perché prima era contrario, naturalmente alla soluzione Berlusconi, poi è arrivato papà. Come si dice "i figli so' piezz 'e core", ma pure i padri! Ha detto "sono un po' in imbarazzo", poi il giorno dopo ha detto "no, non sono per niente in imbarazzo". Insomma, non ha detto niente e soprattutto continua a rimanere ministro molto ombra, diciamo ministro fantasma, dell'industria del Partito Democratico. Fatto interessante: qualche anno fa furono condannati in primo grado per bancarotta nel crack del Bagaglino Italcase, una brutta e sporca faccenda immobiliare, alcuni big dell'industria e della finanzia italiana come il banchiere Geronzi, Marcegaglia papà - il papà della valletta - e Colaninno Roberto - papà del ministro fantasma. Bene, tutti e tre a vario titolo sono impegnati, dopo la condanna in primo grado, in questa meravigliosa avventura, perché anche Mediobanca si sia mossa dietro le quinte poiché Geronzi sta per diventare il padrone unico della finanza italiana eliminando anche quei pochi controlli che venivano dalla gestione duale della banca che fu di Cuccia. Insomma, questo è il quadro. E' interessante perché probabilmente sono state violate una mezza dozzina di leggi, d'altra parte non ci sarebbe Berlusconi se fossimo tutti in regola con la legge. Intanto la legge del mercato: vengono addirittura sospese le regole dell'Antitrust e i poteri del garante dell'antitrust perché bisogna dare tempo di consumare tutti questi conflitti di interessi e queste occupazioni del libero mercato. Intanto, il matrimonio Alitalia-AirOne che sgomina qualsiasi concorrenza in Italia soprattutto sulla tratta Milano-Roma. Sarà gestita in monopolio da questa nuova Good Company dove c'è dentro Toto e l'Alitalia. Non ci sarà concorrenza, non si potrebbe e allora si sospendono le regole. Che sarà mai, una più una meno... un piccolo lodo Alfano per la nuova Alitalia non si nega a nessuno. La concorrenza va a farsi benedire: i prezzi quindi li fisserà il monopolista quindi non ci sarà possibilità di gare al ribasso. La condizione che ci era stata imposta dalla Commissione Europea, dal governo europeo, per autorizzare il famoso prestito ponte che ha consentito all'Alitalia di fumarsi quegli ultimi 300 milioni di euro, era che l'Alitalia per un anno non si espandesse, restasse esattamente così com'era. Con questo accordo viene violata quella condizione perché Alitalia si mangia AirOne e quindi si espande, altroché! Ben prima di quell'anno che era stato imposto dalla Commissione Europea che quindi, se le parole e gli accordi hanno ancora un senso, dovrebbe condannarci e vietarci questa operazione. In più viene cambiata un'altra legge italia, la legge Marzano sulle imprese decotte, che dovrà essere modificata perché questi capitani coraggiosi mica entrano in Alitalia rischiand qualcosa: non rischiano niente! Vogliono mettersi preventivamente al riparo dal rischio che qualche creditore o dipendente della vecchia Alitalia si rivalga sulla nuova, cioè chieda loro di sobbarcarsi qualche rischio. Verranno tutelati in tutto e per tutto, saranno inattaccabili, anche loro anche uno scudo spaziale, il loro piccolo Lodo Alfano per cui se qualcuno gli chiede qualcosa fanno finta di niente, dicono "io non so chi sei, mi trovo qua per caso". Nessun rischio di revocatoria o di rivalsa da parte dei creditori e dipendenti. E dove andranno a rivalersi? Naturalmente dalla Bad Company, quella decotta, quella nostra, dello Stato: pagheremo tutto noi. Per cambiare gli ammortizzatori sociali, altra deroga alla legge Marzano perché ci sarà bisogno di risorse per queste 6-7000 persone che finiranno per la strada o alle Poste, come ci è stato raccontato spiritosamente, in quanto non siamo attrezzati per far fronte a questa fiumana di lavoratori in uscita. In più, il governo promette di detassare le aziende che assumono ex dipendenti dell'Alitalia. E' un'altra cosa spettacolare: l'Italia è piena di aziende decotte, di gente che finisce per la strada: quei lavoratori lì si fottono, mentre gli ex-lavoratori Alitalia avranno il privilegio di poter andare da alcune aziende che se li assumeranno avranno riduzioni fiscali. Così: cittadini di serie A e cittadini di serie B. L'Europa ci tiene d'occhio anche perchè il prestito ponte aveva anche escluso che per un anno la società Alitalia venisse messa in liquidazione in regime concordatario. L'Alitalia aveva dunque garantito di pagare tutti i creditori. Adesso, se la nuova società non li paga, quelli si rivalgono ma non solo. La Good Company dovrà comprarsi tutti gli aerei e gli slot dalla Bad Company - l'attuale Alitalia moribonda - e rifare tutti i contratti dei dipendenti o almeno di quelli che terrà con sé. Quanto pagherà tutti questi beni la Good alla Bad? Se li pagassero per quello che valgono sulla carta, la vecchia Alitalia probabilmente avrebbe i soldi per onorare i suoi debiti, circa 2-2.5 miliardi di euro. Naturalmente, visto l'aria che tira, se i nuovi proprietari tirano fuori un miliardo di euro per comprare quella roba è già tanto. Quindi, la vecchia Alitalia rimarrà in profondo rosso, non avrà i soldi per pagare i creditori, e i creditori da chi andranno? Non potendo andare dalla Good che è immunizzata andranno dal governo che dovrà tirare fuori i soldi. A questo punto ci arriva addosso l'Europa perché se lo Stato paga i debiti di un'azienda si configura come aiuto di Stato. Questo è vietato perché, altrimenti, tutte le altre aziende d'Europa si incazzano e dicono "perchè noi dobbiamo andare avanti con le nostre gambe e se non ce la facciamo falliamo mentre in Italia lo Stato interviene a rabboccare quando i conti delle sue società sono in rosso?". Ci arriverà addosso una procedura di infrazione, con condanna, con multa che aggraverà ancora la spesa di questa operazione folle e faraonica. In più, la nuova Alitalia, dato che sarà l'unico soggetto solvibile dovrà sobbarcarsi, allora sì, tutti i debiti che lo Stato non poteva pagare. Dovrà pagare tutti i creditori e rimborsare quei trecento milioni di prestito ponte allo Stato, visto che la Bad Company è dello Stato. Lo Stato non può restituirsi i soldi da solo, sarebbe una partita di giro. Come avete visto Berlusconi ha risolto brillantemente anche l'emergenza Alitalia con lo stesso sistema con cui dice di aver risolto l'emergenza monnezza a Napoli: nascondendo il pattume sotto il tappeto. Che succederà in futuro? Questi 16 capitani coraggiosi devono rimanere fermi per cinque anni. Dopo cinque anni possono rivendere le loro quote della Good Company. Secondo voi che cosa fanno? Sono 16 soggetti nessuno dei quali ha il minimo interesse e il minimo background per occuparsi di voli. Non gliene frega niente dell'Alitalia, gliene importa in virtù delle contropartite. Prenderanno le loro quote e le venderanno a quello che sta per diventare il partner industriale, quello che sa come si fa a volare, che sarà AirFrance se vincerà Tremonti o Lufthansa se vincerà Gianni Letta che ha gestito questa operazione. Entro il 2013 questi possono rivendere. E che faranno? Svenderanno, come si sa, ai francesi o ai tedeschi, così i francesi dell'AirFrance si prenderanno la compagnia italiana, che diventerà compagnia francese - non ci sarà più nessuna bandierina da nessuna parte, è tutto finto che questa sia una cordata italiana - a condizioni migliori di quanto se l'avrebbero presa se si fosse dato retta a Prodi e Padoa Schioppa. Pagheranno quattro lire invece che due miliardi e seicento milioni che si erano impegnati a pagare. La prenderanno anche molto più snella perché non ci saranno più i dipendenti in esubero e i debiti da cui li avremo liberati a spese nostre. Questa sì è la svendita di Alitalia ai francesi e agli stranieri, mentre quella di Prodi non lo era. Avremo così una compagnia francese che si chiamerà Alitalia e che probabilmente raschierà via molto presto il simbolino dalle ali degli aerei. Ci resta comunque una consolazione in tutto questo: in questi cinque anni potranno continuare a fare il bello e il cattivo tempo in Alitalia: potranno continuare a metterci il naso, avendo portato loro questi imprenditori. Faranno fare a questi imprenditori più o meno quello che vorranno, sono tutti imprenditori assistiti o amici dei politici, nel solco di quella tradizione per la quale Alitalia è sempre rimasta in rosso: che la gestivano con criteri politici e non manageriali. Pensate soltanto che un mese fa il governo Berlusconi ha stanziato un milione di euro per ripristinare l'imprescindibile volo Roma-Albenga tanto caro al ministro Scajola che sta a 30 km da Albenga, cioè Imperia, e ci tiene ad atterrare con l'aereo nel cortile di casa.E' meglio che rimanga ancora un po' in mani italiane perchè la gestiscono così, un po' come il vecchio ministro Nicolazzi gestiva le Autostrade e si faceva fare lo svincolo a Gattico, proprio sotto casa sua, nella famosa autostrada Roma-Gattico. Ci resta un'altra consolazione, cioè il fatto che ritorna il comunismo: Berlusconi che convoca imprenditori, cambia leggi, organizza cordate, il governo che dirige gli affari dell'impresa privata, sistema debiti, sposta dipendenti, fa piani quinquennali, ecc. ricorda tanto la grande Unione Sovietica di Stalin, di Breznev, di Cernienko. http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.i...blogdoc=2010895 i salvatore di alitalia
  7. Leviathan

    Base Vicenza

    È una legge regionale a fermare il contestato ampliamento della casema Ederle. E a impedire all'esercito americano la costruzione delle 215 villette a ridosso dell'aeroporto Dal Molin. Così dal comando Usa arriva l'annuncio che il progetto salta. E la retromarcia fa ripartire invece il Comitato del No Dal Molin, soprattutto in vista del referendum consultivo annunciato dal sindaco di Vicenza, Achille Variati (Pd), per il 5 ottobre. A questo proposito il Comitato 'Sì Dal Molin' ha annunciato il deposito di un ricorso al Tar del Veneto contro la consultazione popolare sul raddoppio della base Usa. «Non siamo contro la consultazione popolare - afferma Roberto Cattaneo, a nome del Comitato - ma contro le modalità nelle quali è stata presentata dall'amministrazione municipale». Il comitato promette battaglia: «se non ci darà soddisfazione il Tar - ribadisce Cattaneo - ricorreremo al Consiglio di Stato». E dallo stesso 'Si Dal Molin' giunge la conferma che le forze armate americane stanno lavorando ad una variante del progetto iniziale per la costruzione delle unità abitative che dovranno accogliere le famiglie dei soldati della base. Tramontata l'ipotesi di costruire un unico complesso di 215 villette a Quinto Vicentino per l'opposizione espressa alla fine dello scorso anno dall'amministrazione comunale locale, gli americani - spiega Cattaneo, in riferimento a un articolo di 'Repubblica' - si sono orientati «a costruire piccoli complessi formati al massimo da 25 villette a schiera». «L'idea è di edificare le case - aggiunge - in comuni diversi, compresi comunque in un raggio di 25 chilometri dalla Ederle».
  8. collaborazione e basta: ovvero un semplice dialogo
  9. nel 1994 forza italia non candidava pregiudicati quando erano tutti a parlare bene di tangentopoli poi si decise che la giustizia era troppo fastidiosa per politici e manager corrotti
  10. chissà perchè di catania nessuno sa niente...
  11. guarda che per tua informazione non fu mai attuato (hanno fatto fuori moro, non so se ti è capitata l'informativa) è proprio vero, gli anti comunisti di una volta (Montanelli, la DC in blocco, Travaglio ecc...) sono i comunisti di oggi quand'è che nixon sarà considerato comunista?
  12. Leviathan

    Enterteinement

    swat4 non ha la grafica scadente? sicuro di averlo provato? (mi andata a fatica con la nvidia 3)
  13. Leviathan

    Enterteinement

    mi viene in mente solo Swat 4 in effetti
  14. LONDRA - Sono tante le cose che non si possono fare nel nostro Paese, in questa estate 2008. Prendiamo ad esempio le spiagge: su tutto il territorio nazionale è vietato farsi fare un massaggio cinese sul lettino. E se poi passiamo in ambito locale le proibizioni crescono, grazie a una serie di provvedimenti emanati da sindaci più o meno sceriffi. Una situazione diffusa che adesso finisce nel mirino dei giornali inglesi. O più precisamente in quello dell'autorevole Independent, che al fenomeno tricolore del "nonsipuotismo" stabilito per legge (o per ordinanza) dedica un ampio articolo. Con un titolo che è già un commento: "Turisti attenti: se una cosa è divertente, l'Italia ha una legge che lo vieta". Oggetto del reportage, come è spiegato dalle pagine del giornale, è la "tempesta di nuove regole e regolamenti, che rischiano di trasformare il Belpaese nel più grande stato-babysitter". Con i cittadini visti come bambini da controllare accudire e limitare, quasi in ogni ambito del vivere pubblico. In realtà, però, l'articolo dell'Independent - oltre a una denuncia dell'eccesso di regole e regolette in vigore in casa nostra - vuole anche avvertire i visitatori provenienti dall'estero. I quali, magari abituati a situazioni più permissive, vanno incontro a possibili sanzioni: "Gli stranieri inconsapevoli rischiano pesanti multe se fanno cose che sono perfettamente legali da qualsiasi altra parte del mondo, eccetto in quella città o paese dove si trovano - scrive il giornale - a Genova, per esempio, è ora illegale camminare per strada con una bottiglia di vino o una lattina di birra. A Roma è okay, ma se ti sdrai sotto un pino o sui gradini di piazza di Spagna per berla, o solo per mangiare un sandwich, il tuo comportamento 'indecoroso' può essere penalizzato. Lo stesso se il tuo snack all'aria a aperta è seguito da un sonnellino". Il giornale elenca molte delle ordinanze di quest'estate, e ricorda: "Il governo di Silvio Berlusconi può essere stato il primo al mondo a introdurre il 'ministero della semplificazione' (quello del leghista Roberto Calderoli, ndr) con il compito di identificare ed abolire leggi inutili, ma nell'interesse di una maggiore democrazia a livello locale e della sicurezza, il suo ministro dell'Interno Roberto Maroni ha consentito a migliaia di fiori legali di sbocciare. Molte di queste ordinanze non verranno probabilmente mai fatte rispettare, ma sarà una scarsa consolazione per colui che dava da mangiare ai piccioni, e che avrà una pesante multa tra i suoi souvenir delle vacanze". E gli esempi, al di là di quelli forniti dal quotidiano britannico, potrebbero continuare. Ecco qualche altro esempio. A Forte dei Marmi non si può fare giardinaggio nel weekend, mentre a Novara, dopo le 11 di sera, è proibito stazionare nei parchi in più di due persone. A Capri e a Positano, è proibito portare gli zoccoli ai piedi. Il divieto di andare in giro a torso nudo se sei uomo, in bikini se sei donna arriva invece da Viareggio, dove è vietato anche appoggiare i piedi sulle panchine o andare in skateboard sulla passeggiata del lungomare. repubblica.it
  15. ah si? la prima repubblica era cattocomunista? :rotfl: ho capito bene?
  16. http://salute.agi.it/primapagina/not...a0022-art.html (AGI) - Palermo- La Sicilia spende per la sanita' piu' della Finlandia. E' uno dei rilievi maggiormente critici sui conti della Regione esposti oggi dal procuratore generale della Corte dei Conti, Giovanni Coppola, nella requisitoria davanti alle sezioni riunite per il giudizio di parificazione sul rendiconto generale 2007 dell'amministrazione regionale. La sanita' e' costata alle casse regionali 8,5 miliardi di euro con una spesa lievitata di circa un miliardo rispetto al 2006: "E' imbarazzante osservare -ha detto il procuratore- che si tratta del 30% in piu' di quanto spende la Finlandia, uno Stato piu' grande dell'Italia e con un sistema sanitario pubblico tra i piu' efficienti al mondo". .. . continua "A queste cifre - dice il procuratore - deve aggiungersi il proliferare di convenzioni esterne con laboratori, case di cura e per emodialisi, che nel 2007 hanno raggiunto il numero di 1.884, per un costo di oltre un miliardo e 100 milioni di euro". Coppola ha puntato il dito anche sulla spesa per consulenti esterni ed esperti nell'ambito della sanità. Spesa pubblica +8% in Sicilia PALERMO - Il sistema della spesa pubblica siciliana continua a crescere e nel 2007 è aumentata dell'otto per cento. Rispetto al 2006, infatti, la Regione siciliana ha speso 15 miliardi di euro, ovvero un miliardo in più. Alla fine del 2007 i dipendenti erano 21.104 dei quali 2.245 dirigenti .. . Sicilia. Corte dei Conti: Lombardo, ‘fotografia realistica’ SICILIA: CRACOLICI (PD), DA CORTE CONTI GIUDIZIO IMPIETOSO "IN QUESTI ANNI LASCIATO INTATTO SISTEMA DI SPERPERI E CLIENTELE" Palermo, 30 giu. - (Adnkronos) - "La Corte dei conti consegna un giudizio impietoso: questa amministrazione regionale ogni giorno mangia un pezzo del nostro futuro". la sicilia de centrodestra da sempre... si vede
  17. El País (in spagnolo: Lo Stato o La Nazione, ma non Il Paese che sarebbe El Pueblo) è un quotidiano spagnolo. Con una media di 457.675 copie giornaliere è il periodico non sportivo a maggior diffusione in Spagna. Secondo l'Estudio General de Medios del 2005 conterebbe circa 2,1 milioni di lettori, seguito da El Mundo con una stima di 1,29 milioni.
  18. "Il giornalista Indro Montanelli, che era di destra, si sbagliò a pronosticare che l'elezione di Berlusconi sarebbe stata utile. “Quell'uomo è una malattia: solo si cura con un vaccino. Una buona iniezione del Cavaliere come primo ministro per immunizzarci”. Nonostante, il popolo italiano lo ha votato non due, ma tre volte. “Il popolo” ammira quest'uomo. Montanelli si sbagliava anche ad insistere che “gli italiani non sono capaci di andare a destra senza il manganello”, facendo riferimento al fascismo. Questa destra berlusconiana non ha bisogno di manganelli, ha le televisioni. Se la demagogia è la degenerazione della democrazia, accettiamo che l'Italia berlusconiana è il regno di tutte le demagogie possibili. Crisi economica, spazzatura a Napoli, crimine organizzato, corruzione ai livelli più alti. Però il nuovo governo italiano ha identificato immediatamente le cause di tutti i mali del Paese: gli immigrati e i bambini rom. Spero che le decisioni conseguenti non si prendano con il fine di raddrizzare l'Europa, come ha dichiarato il Cavaliere, che l'ha incontrata cambiata dopo due anni di assenza. “Un Europa senza Tony Blair, Aznar, Chirac e me stesso ha perso personalità e protagonismo ed è retrocessa”. Più chiaro di cosi è impossibile. Quando Silvio Berlusconi promette di raddrizzare l'Europa, ciò significa, nel suo vocabolario, che in Italia si sono già raggiunti gli obiettivi proposti. Aveva una ricetta per il Paese e l'ha applicata. Desiderava un Paese senza norme, senza spirito critico, con individui addormentati in una passività carente di significato. E lo ha raggiunto in due decenni. Un progetto nato con la creazione del suo impero mediatico. Con il controllo dei mezzi di comunicazione, gli è stato facile ottenere il consenso che numerosi politici sognano. Quando Berlusconi parla di Europa, le sue parole si prendono alla leggera. Di fatti, con il suo colorito linguaggio, fa sembrare tutto meno serio di quello che è. Razzismo, xenobofia e maschilismo si trasformano in opinioni, in scherzi. E' la stessa tecnica che si utilizza da sempre nei suoi media: abituare la gente a quel tipo di discorsi fino a farli diventare normali. Si cerca di evitare gli ostacoli. La democrazia deve perdere tutta la sua forza. Si deve ammalare. Bisogna eliminare qualsiasi possibilità di difesa, che a volte si appoggia esclusivamente nell'uso di un linguaggio cortese, rispettoso verso il prossimo. E' il linguaggio che Berlusconi e chi gli sta attorno definiscono con disprezzo “politicamente corretto”. Per questo, quando Berlusconi parla di raddrizzare l'Europa, bisogna prenderlo sul serio. Si è reso conto delle difficoltà di adattare l'Italia alle regole del gioco europeo e, in vista di ciò, ha deciso di adattare l'Europa al modello italiano. Adattare la realtà alla sua misura. Se ha funzionato in Italia, perché non tentare di “esportare” il modello in tutta Europa? In fondo è un grande imprenditore. E sta cercando imitatori. Chi credete che sia Sarkozy, se non un alunno della scuola di Berlusconi? Quello è il sogno del Cavaliere: un Europa a sua immagine e somiglianza. La questione della immigrazione potrebbe essere un buon esempio per dimostrare che l'Europa sta diventando ogni giorno più berlusconiana. Il berlusconismo è un modo di analizzare il mondo, un autentica filosofia. Invece di affrontare il problema con serietà, basta lanciare alcuni slogan. Per gli immigrati irregolari, leggi rigorose. Il carcere, per esempio. Vogliamo spiegare al popolo la paura che può infondere l'idea di alcuni anni in prigione ad una persona che è disposta a morire per sfuggire dalla fame e dalla persecuzione? Per far fronte alla caduta libera della sua popolarità, Sarkozy propone la creazione del bunker europeo: blindare l'Unione per lasciare fuori l'immigrazione indiscriminata. Una delle quattro priorità per i sei mesi di presidenza francese dell'Unione Europea. Il suo “contratto d'integrazione” è, in questo senso, un capolavoro, l'apoteosi della demagogia. Una dimostrazione del berlusconismo ad alto livello. L'idea che qualcuno possa integrarsi solo per aver firmato un contratto è un prodotto di un immaginazione che non sa, ne cos'è l'immigrazione ne cosa significa la povertà. Molti anni fa, quando collaboravo con la chiesa di Tànger in Marocco, fui testimone da una quantità di persone disposte a convertirsi al cattolicesimo in cambio di un visto per entrare in Spagna. Se la gente è disposta a cambiare religione, perché non dovrebbe firmare un foglio di carta? In situazioni estreme, le persone sono disposte a firmare tutti i contratti possibili, e accettare infinite umiliazioni, ma è evidente che questo non risolve la situazione sull'immigrazione ne il disagio della popolazione locale. In un mondo globalizzato, affrontare la questione dell'immigrazione con slogan e demagogia può aumentare la popolarità di chi la utilizza, però non aiuta a risolvere nulla. Solo con una visione aperta del mondo e accettando la realtà attuale potremmo sconfiggere il vero male: la povertà. Chiudere le porte dell'Europa è una fantasia, una grande bugia. Al contrario, il berlusconismo, che sta invadendo il vecchio continente, è una realtà consolidata; il problema è “la sua capacità di mentire così commovente– come diceva Montanelli – perché il primo a credere alle sue bugie è proprio lui”. http://www.elpais.com/articulo/opinion/ber...elpepiopi_5/Tes
  19. intruder su youtube non trovo nessun discorso di Prodi in inglese
  20. Leviathan

    L'italia federale

    7 regioni sorpaviverebbero da sole in caso di federalismo senza condizioni
  21. cito rutelli perchè ha fatto la peggior figuraccia (ma anche berlusconi da bush non fu da meno) dei politici italiani che si avventurarono nell'inglese http://it.youtube.com/watch?v=Lp2uDyzxP6g rutelli parla in inglese http://it.youtube.com/watch?v=mVse7ezWACg berlusconi parla inglese da Bush ine ffetti lo devo riconoscere: Frattini l'inglese lo parla davvero bene
  22. no am se vuoi posso passarti il link dove rutelli parla in inglese e presenta www.italia.it
  23. penso che un sano contorno di leggi a personal non lascino dubbi su chi sia il peggiore premier nel mondo occidentale
  24. A Civitavecchia la centrale a carbone pulito Sarà in grado di soddisfare la metà del fabbisogno energetico dell'intera regione Lazio, ovvero ben il 4% di tutti i consumi di energia elettrica d'Italia: sono i numeri del nuovo impianto Enel di Torrevaldaliga Nord, a Civitavecchia, dopo la riconversione a carbone pulito. La centrale, inaugurata oggi, garantirà inoltre una riduzione fino all'88% delle emissioni di gas inquinanti. Frutto di un significativo impegno in termini di risorse umane, tecniche, economiche, l'impianto di Civitavecchia rappresenta oggi la struttura tecnologicamente più avanzata al mondo nella sua categoria. Le tecnologie utilizzate, le più avanzate disponibili sul mercato, permetteranno all'impianto, una volta a pieno regime, di avere un miglior rendimento e ridurre al minimo l'impatto ambientale. Rispetto alla struttura precedente a olio combustibile, il nuovo impianto consentirà una riduzione del 61% delle emissioni di ossidi di azoto, dell'88% delle polveri e dell'anidride solforosa. La centrale, con una capacità totale di 1.980 MW, farà inoltre registrare un abbattimento del 18% anche delle emissioni di anidride carbonica (CO2). Infine, i sistemi di trasporto e movimentazione del carbone sono completamente sigillati, in modo da evitare ogni tipo di contatto tra il combustibile e l'aria. L'investimento totale messo in campo da Enel per la conversione dell'impianto a carbone pulito è stato di circa 2 miliardi di euro. Hanno lavorato nel cantiere 4.000 persone per un totale a oggi di 15 milioni di ore (saranno 20 milioni a lavori ultimati). Questo articolo è rilasciato con licenza Creative Commons http://jugo.it/modules.php?name=News...ticle&sid=8575 -------------------------------------------------------------- Civitavecchia e' contro il carbone ! immagine in lineaPerchè 11mila persone hanno votato no al carbone In Italia ci sono circa 56.304.000 abitanti ed una presenza di centrali elettriche per una potenza installata di circa 78.085 megawatt (MWe) totali. In teoria 1.38 kilowatt (KWe) pro capite. Tuttavia, mentre tutti i cittadini italiani traggono beneficio dall’uso dell’energia elettrica, solo gli abitanti del comprensorio di Civitavecchia (circa 100.000 persone), per la presenza di TRE (3) centrali elettriche in un raggio di 15 km (pari ad una potenza di circa 7.000 MWe), hanno 70 KWe pro capite, a cui corrisponde un rischio di soffrire di disturbi alla salute, legato alla vicinanza delle centrali elettriche stesse [1], rispettivamente maggiore di circa 50 e 45 volte la media nazionale e regionale. I dati sulla mortalità in questa zona, rilevati dall’Osservatorio Epidemiologico della Regione Lazio, hanno messo in evidenza un aumento di mortalità per tumori alla trachea, ai polmoni, al sistema linfatico ed ematopoietico. Di particolare importanza e la rilevazione di un eccesso di mortalità per leucemie e linfomi, alla quale corrisponde un ben più alto numero di persone colpite da queste malattie ed attualmente in cura o guarite [2]. A Civitavecchia, inoltre, uno studio effettuato dall’Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato alla Sanità della Regione Lazio, ha rilevato una maggior frequenza di bambini con disturbi funzionali di tipo asmatico ed un corrispondente aumento della patologia respiratoria [3]. Nonostante questa situazione, non sono mai stati resi noti dei dati, sui livelli di ozono né sulle polveri (PM 10 e PM 2.5). Di particolare importanza è l’assoluta mancanza di dati sui livelli di picco delle polveri stesse, vista l’associazione, scientificamente ormai dimostrata, tra mortalità acuta per cause cardiopolmonari e livelli acuti d’inquinamento [4,5,6]. Tale associazione è stata dimostrata anche a Roma in un recente studio pubblicato sugli annali dell’Istituto Superiore di Sanità [7]. Ulteriore conferma dell’inquinamento di questo territorio è il fatto che non poco tempo fa migliaia di persone di Civitavecchia hanno mangiato del pesce (spigole) venduto a prezzi molto bassi per la presenza di deformazioni della colonna vertebrale che, non sembra da escludere, potrebbero essere state causate da sostanze chimiche tossiche simili a quelle contenute nei prodotti della combustione dell’olio combustibile e del carbone [8]. La volontà di costruire a circa 2 km da Civitavecchia una Centrale a Carbone tra le più grandi al mondo, si scontra con il fatto che gli effetti sanitari sulla popolazione di questo comprensorio, conseguenti all’inquinamento già presente, sono una realtà immediata e necessitano di interventi di risanamento ambientale altrettanto immediati e non di un aumento del rischio di inquinamento. Sembra veramente indispensabile, inoltre, portare a conoscenza la popolazione del livello d’inquinamento delle zone al confine del comprensorio di Civitavecchia: - A nord - Per Decreto del PRESIDENTE dei CONSIGLIO dei MINISTRI (14 gennaio 2002): è stato dichiarato lo stato di emergenza in relazione al grave inquinamento della laguna di Orbetello [9]; - A sud - A Roma è stata dimostrata la mortalità e la morbilità acuta durante gli episodi acuti d’inquinamento [7]; - Ad est, nell’entroterra – Viterbo è una città che soffre di smog. Piazza della Vittoria (un Venerdì, Sabato e Domenica, dati Istituto Sperimentale delle FS): Presenza costante di idrocarburi non metanici al disopra del limite di allarme, espressione d’inquinamento da traffico veicolare [10]. La nuova tecnologia a carbone pulito della quale è fornita la nuova centrale, filtri a manica, desolforatori ed denitrificatori, può ridurre le emissioni delle particelle di grandi dimensioni e del PM 10. Tuttavia se dubbia è la probabilità di ridurre le particelle fini (Ø < 2.5 μm e > 0.1 μm, responsabili di un aumento fino al 12 % del rischio di avere un cancro al polmone causato dall’inquinamento [11]), nulla è la possibilità di diminuire le emissioni delle polveri ultrafini [12] (Ø < 0.1 μm (circa 500 volte più piccole della sezione di un capello) responsabili anch’esse della mortalità e della morbilità (es. asma bronchiale) [13,14,15,16,17,18,19]). La combustione dei fossili, quale ne sia la fonte (motori di veicoli, centrali elettriche o altro), rappresenta la sorgente più importante dell’emissione nell’aria delle particelle fini ed ultrafini, le quali hanno dimostrato di essere una minaccia reale alla salute dei bambini [20]. Il carbone è una delle fonti più importanti d’inquinamento da mercurio. Il derivato di quest’ultimo, il metilmercurio, può causare ritardo mentale, difficoltà di apprendimento, ritardo dello sviluppo neurologico, deficit del linguaggio, della funzione motoria, dell’attenzione e della memoria. In Inghilterra, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Canada ed Australia, poiché sono stati rilevati livelli pericolosi di mercurio in alcuni tipi di pesce, allo scopo di proteggere la popolazione più a rischio (bambini e donne durante la gravidanza) è stato consigliato di non mangiare o limitare l’assunzione del tipo di pesce nei cui tessuti è stata trovata una dose pericolosa di mercurio [21,22]. L’insorgenza di un tale problema in quest’area porterebbe gravi conseguenze all’occupazione nel settore ittico (pescatori, rivenditori, ristoratori ecc). Nel comprensorio di Civitavecchia è nota l’alta incidenza di malattie autoimmuni della tiroide ed il mercurio, in soggetti geneticamente predisposti, può contribuire allo sviluppo delle malattie autoimmuni [23,24]. Infine, in un recente editoriale sulla prima rivista al mondo di medicina viene sottolineata la possibilità di non poter escludere un legame diretto tra malattie cardiovascolari e mercurio [25]. Nella Relazione Finale stilata dalla Commissione di Esperti nominati dal Comune di Civitavecchia per la valutazione dell’impatto ambientale, manca qualsiasi programma di controllo del mercurio [26]. Durante il processo di smaltimento dei prodotti della combustione del carbone vengono emessi nell’ambiente dei metalli tossici [8]. I filtri a manica, i desolforatori ed i denitrificatori, non riducono le emissioni di questi metalli. A conferma di ciò la stessa Commissione di Esperti ha infatti dato un parere positivo alla costruzione della centrale a carbone, condizionato però dal controllo nell’ambiente di metalli quali l’arsenico, il cromo ed il cadmio, sostanze che hanno un ben noto rapporto causale con il cancro [26]. La combustione del carbone, rispetto al metano, libera inoltre nell’aria quasi il doppio di anidride carbonica, il gas maggiormente responsabile del micidiale effetto serra. L’adesione dell’Italia al Protocollo di Kyoto appare essere dunque solo formale con l’avvento della politica della "Carbonizzazione delle Centrali" [27,28]. Da un punto di vista legislativo, di fronte alla Legge n. 55/2002, opera tra l’altro il "principio di precauzione" che esprime un’esigenza tipicamente cautelare e consiste nella necessità di perseguire gli obiettivi della tutela della salute "anche quando manchi l’evidenza scientifica di un danno incombente, vale a dire quando non sussista interamente l’evidenza di un collegamento causale tra una situazione potenzialmente dannosa e conseguenze lesive della salute o quando la conoscenza scientifica non sia comunque completa". Oltre la Corte Costituzionale anche la Corte di Giustizia Europea applica con fermezza questo principio. Degno di nota infine è il fatto che dal settembre 2005 sarà vietato l’uso del carbone da riscaldamento: "Il divieto dell’utilizzo si è reso necessario per assicurare una maggiore protezione dell'ambiente e della salute umana" [29]. IN CONCLUSIONE PER LA PRESENZA DI TRE CENTRALI ELETTRICHE, L’INTENSO TRAFFICO MARITTIMO PORTUALE ED AUTOMOBILISTICO E LA POSSIBILE PRESENZA DI DUE DISCARICHE SPECIALI, QUELLO DI CIVITAVECCHIA È UN COMPRENSORIO AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE ED E’ UNA GRANDE INGIUSTIZIA CHE LA NOSTRA SIA VALUTATA UNA SALUTE DI SERIE C! 08/01/03 La Coalizione dei Comitati NO al carbone Alla stesura di questo documento hanno collaborato esperti nazionali ed internazionali di ingegneria, chimica, medicina e legislatura. ADDENDUM La Coalizione dei Comitati contro la costruzione della Centrale a Carbone di Civitavecchia è venuta recentemente a conoscenza che, nel periodo1999/2000 sono stati rilevati dei dati che hanno mostrato il superamento ripetuto dei LIVELLI DI ATTENZIONE e di ALLARME delle POLVERI TOTALI e dell’OSSIDO DI CARBONIO senza che si siano presi provvedimenti per ridurre l’esposizione della popolazione a questi inquinanti, pur esistendo (ripetiamo) l’associazione causale scientificamente ormai ben accertata, tra mortalità acuta per cause cardiopolmonari e livelli acuti d’inquinamento altre riflessioni tecniche sul progetto carbone: http://www.italy.indymedia.org/news/2003/01/153867.php
  25. ricapitoliamo chi è frattini (l'ultimo che in politica estera italiana... veniva a sapere qualcosa di importante) Se non fosse per un paio di esternazioni polemiche delle opposizioni, l’assenza di Franco Frattini al vertice dei ministri degli Esteri europei sarebbe passata del tutto inosservata. Com’è noto, mentre i colleghi discutevano della guerra russo-georgiana, il cosiddetto capo della nostra diplomazia rosolava su un atollo delle Maldive. Ma nessuno dei colleghi aveva avvertito la sua mancanza. Non che sottovalutino il peso internazionale dell’Italia: è noto che il regime fasciostalinista di Putin ha nel nostro governo il più servile alleato. Il fatto è che, nonostante i due anni trascorsi da Frattini alla Farnesina e i tre alla Commissione europea, nessuno sa chi sia. Quando lo vedono aggirarsi per i corridoi dell’Europarlamento con l’aria assente, tipica dei suoi momenti di massima concentrazione, lo scambiano per un rappresentante della Folletto e lo congedano con un glaciale: “Giovanotto, abbiamo da fare e gliel’abbiamo già detto mille volte: nessuno qui ha bisogno di un aspirapolvere”. E quando tenta di sedersi al tavolo al posto dell’Italia, c’è chi gli infila una banconota da 5 euro nel taschino e lo accompagna alla porta. Figurarsi se l’altroieri qualcuno ha notato che Frattini non c’era e ha intimato: “Ragazzi, sia chiaro: finchè non arriva lui, non si decide nulla”. Al posto dell’Italia s’è seduto un anziano signore occhialuto e con la gobba, Enzo Scotti, che tutti hanno scambiato per Andreotti congratulandosi per il continuo ricambio generazionale della classe politica italiana e soprattutto perché il governo Berlusconi ha trovato un ministro che sa dov’è l’Ossezia. Intanto Frattini chiamava e richiamava dall’atollo, senza riuscire a prendere la linea. Quando finalmente ce l’ha fatta e ha detto dov’era, una gentile segretaria gli ha spiegato che lo sportello viaggi del Parlamento europeo era chiuso. Lui ha obiettato: “Ma sono un ministro degli Esteri Nato”. Allora la signorina non ci ha più visto e l’ha liquidato in malo modo: “Sì, e io sono un ministro degli Esteri morto”. L’unico che l’ha preso sul serio è Johnny Raiotta, che gli ha regalato cinque minuti di Tg1 per spiegare che “le moderne tecnologie (cioè i telefoni, peraltro inventati oltre un secolo fa, ndr) accorciano le distanze”, per cui lui può fare tranquillamente il ministro degli Esteri dell’Italia dalle Maldive e, telefonando dalla spiaggia, “contribuire in modo decisivo a formare la posizione dell’Europa”. All’insaputa dell’Europa, s’intende. Più che un ministro, è il vuoto pneumatico, l’aria che cammina. Non per nulla - informa il sito della Farnesina - “pratica gli sport invernali, già maestro di sci alpino ed ha profonda conoscenza della montagna e della realtà naturale e geomorfica alpina” ed è stato presidente della “Commissione Scuole e Maestri di Sci”: nessuno è mai riuscito a pronunciare meglio di lui concetti profondi come “corpo a valle”, “piega le ginocchia”, “scendi a uovo”, “fammi lo spazzaneve”. Li esprime con la stessa aria pensosa, il ditino poggiato sul mento, le sopracciglia aggrottate, con cui ai vertici internazionali, le rare volte in cui lo fanno entrare, contribuisce in modo decisivo a formare la posizione dell’Europa: di solito, proponendo di aprire le finestre per cambiare un po’ l’aria. Con quella fronte inutilmente spaziosa, Frattini sembra fatto apposta per la penna di Fortebraccio. Ogni tanto, alla Farnesina, si ferma un’auto blu e non ne scende nessuno: è Frattini. Fu così già nel reparto maternità della clinica di Roma dove nacque nel 1957, ovviamente all’insaputa dei genitori e dell’ostetrica. In fondo è bello avere agli Esteri un ministro ignoto ai più, soprattutto a se stesso: almeno lui evita le figuracce che fanno i suoi colleghi. Non dice mai nulla, ma lo dice benissimo. E, soprattutto, è sempre all’oscuro di tutto. Nel 2004 apprese a Porta a Porta che, in Irak, avevano ammazzato Fabrizio Quattrocchi (alla Farnesina lo sapevano da due ore, ma si eran dimenticati di avvertirlo) e dai tg che avevano assassinato in Arabia Saudita il cuoco Antonio Amato. Dopo questi trionfi il Cainano lo spedì alla Commissione europea, dov’era stato appena bocciato Buttiglione per le sue idee sulle donne e i gay: impossibile che bocciassero anche Frattini, visto che lui di idee non ne ha mai avute. È come il ficus: non disturba, non sporca, fa la sua figura, dove lo metti sta. E, last but not least, ha “profonda conoscenza della realtà geomorfica alpina”. Ma ora, alle Maldive, si fa una cultura anche in materia di barriere coralline. Uno statista completo, alpestre e marino. Si potrebbe lasciarlo tranquillamente lì, a telefonare dall'atollo, per cinque anni. Almeno finchè qualcuno non l'avvertirà che è il ministro degli Esteri.
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