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Afghanistan - Topic ufficiale


Thunderalex

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Mah mike non erano forse gli stessi discorsi che si facevano in Iraq prima del surge?

 

Non è altrettanto vero che le truppe in A-stan sono troppo poche per il territorio e la sua peculiare conformazione?

 

I discorsi politici contano poco: non si tratta di bilanciare cooperazione e cavolate vare, bisogna disporre di più uomini, più mezzi e più potenza di fuoco.

 

Così si vincono le guerre.

 

Poi che karzai sia corrotto o poco democratico poco me ne importa, altrettanto poco mi importa che si facciano elezioni o che gli afghani hanno diritti che non gli interessano e che non hanno mai avuto o voluto: l'importante è che non siano un rischio per la nostra sicurezza.

 

Poi se vogliono davvero libertà, prosperità e democrazia meglio per loro, ma non possiamo essere noi ad imporgliela.

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ma è possibile denunciare queste merde umane? commettono anche reato...

Intanto i due dementi hanno ottenuto un posto che sicuramente si meritano...La pubblica gogna!

 

http://complottismo.blogspot.com/

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Intanto i due dementi hanno ottenuto un posto che sicuramente si meritano...La pubblica gogna!

 

http://complottismo.blogspot.com/

 

 

Niente denunce e pubblica gogna per questa gente, semplicemente diamo il loro indirizzo con chi ha condiviso la branda e ha sputato sudore insieme a questi sei ragazzi e stiamo a guardare.

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Comunque ancora più grave di questi quattro stupidi è la dichiarazione di un parlamentare Italiano e capo partito, Umberto Bossi

 

«Li abbiamo mandati noi e sono tornati morti». Lo dice il leader della Lega nord, Umberto Bossi, entrando nella basilica di San Paolo fuori le mura per i funerali dei caduti italiani morti nell'attentato a Kabul. E poi all'uscita ribadisce: «Ho votato anche io. Eravamo convinti che servisse non certo a farli morire».

 

facile così!

 

Tu voti per mandare i soldati in missione e poi "non l'hai fatto per farli morire" quando tornano in una bara?!?

 

Molto semplice, molto bello pulirsi la coscienza così.

 

Un vero politico si prende le responsabilità delle sue azioni e quando vota sa che dei soldati possono morire e con tutta probabilità moriranno e si prende questa responsabilità con i relativi pesi di coscienza.

 

Facile fare mea culpa davanti all'opinione pubblica per sentirsi sollevati o, peggio, per mendicare qualche voto speculando sui cadaveri ancora caldi, ma non è colpa sua: sono gli Italiani che premiano questi atteggiamenti da sempre.

 

Sempre più deluso del paese in cui sono nato.

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Comunque ancora più grave di questi quattro stupidi è la dichiarazione di un parlamentare Italiano e capo partito, Umberto Bossi

 

«Li abbiamo mandati noi e sono tornati morti». Lo dice il leader della Lega nord, Umberto Bossi, entrando nella basilica di San Paolo fuori le mura per i funerali dei caduti italiani morti nell'attentato a Kabul. E poi all'uscita ribadisce: «Ho votato anche io. Eravamo convinti che servisse non certo a farli morire».

 

facile così!

 

Tu voti per mandare i soldati in missione e poi "non l'hai fatto per farli morire" quando tornano in una bara?!?

 

Molto semplice, molto bello pulirsi la coscienza così.

 

Un vero politico si prende le responsabilità delle sue azioni e quando vota sa che dei soldati possono morire e con tutta probabilità moriranno e si prende questa responsabilità con i relativi pesi di coscienza.

 

Facile fare mea culpa davanti all'opinione pubblica per sentirsi sollevati o, peggio, per mendicare qualche voto speculando sui cadaveri ancora caldi, ma non è colpa sua: sono gli Italiani che premiano questi atteggiamenti da sempre.

 

Sempre più deluso del paese in cui sono nato.

 

 

Inizialmente avevo avuto un'interpretazione diversa delle parole di Bossi e avevo fatto un commento diverso.

Ho appena letto l'articolo sul corriere della sera e purtroppo credo che tu abbia ragione quindi condivido il tuo intervento.

 

Se si mandano i soldati in missione delle possibili perdite vanno purtroppo messe in conto. In queste tristi occasioni di lutto sarebbe invece meglio tacere. Le responsabilità sono implicite. I politici (specialmente quelli al governo) dovebbero invece adoperarsi affinché i nostri soldati siano messi nelle migliori condizioni possibili (cosa che a quanto sembra non è) per svolgere il lavoro che gli é stato assegnato e che loro da bravi soldati eseguono senza fiatare.

Modificato da Veltro_pg
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..ho letto i due bolg citati da Maverick13 :blink: non ho parole.... è impossibile che esista della gente cosi ottusa ed insensibile... si parla di vite umane, indipendentemente dall'ideologia e dai perchè di una missione, il disprezzo totale o peggio lo scherno per i morti sono assolutamente inconcepibili! Non pensavo che esistesse una tale sottocultura di sub-umani che in questo caso sono pure sfacciatamente di sinistra. Da vergognarsi si essere uomini...

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..ho letto i due bolg citati da Maverick13 :blink: non ho parole.... è impossibile che esista della gente cosi ottusa ed insensibile... si parla di vite umane, indipendentemente dall'ideologia e dai perchè di una missione, il disprezzo totale o peggio lo scherno per i morti sono assolutamente inconcepibili! Non pensavo che esistesse una tale sottocultura di sub-umani che in questo caso sono pure sfacciatamente di sinistra. Da vergognarsi si essere uomini...

 

 

Guarda che non c'è nulla da stupirsi: è un' idea fin troppo diffusa e non devi andare nei centri sociali per ascoltarla.

 

Pure tra i cosiddetti moderati, per non parlare degli intellettuali, la si pensa così solo che o non lo si dice in pubblico per ipocrisia o lo si dice con altri termini.

 

Almeno i due blogger ci hanno messo nome e cognome e ne pagheranno le conseguenze, ma non millanteranno in giro il pacifismo e tanti begli ideali per nascondere la loro ideologia malata e sconfitta che li rende sempre più avvelenati.

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Così si vincono le guerre.

 

Poi che karzai sia corrotto o poco democratico poco me ne importa, altrettanto poco mi importa che si facciano elezioni o che gli afghani hanno diritti che non gli interessano e che non hanno mai avuto o voluto: l'importante è che non siano un rischio per la nostra sicurezza.

 

Poi se vogliono davvero libertà, prosperità e democrazia meglio per loro, ma non possiamo essere noi ad imporgliela.

 

Ma no Dominus, qui stai equivocando. Quello che lo stesso Chrystal dice e' che SENZA una condivisione da parte degli Afghani, non c'e' modo di sfangarla. Tu stai vedendo, non se se volutamente o no, come una guerra convenzionale una guerra controinsurrezionale, dove questa Blutenpumpe che ricorda quella tristemente più famosa di verdun non c'entra nulla.

 

I Mezzi e gli uomini sono solo un MEZZO, che, se utilizzato SENZA l'accordo della popolazione, sortisce esattamente gli effetti odierni.

 

Che a te 'non importi', francamente e' un dettaglio: quello che bisogna capire e' che, senza una condivisione di fondo dei motivi, e senza una strategia, ne vedremo ritornare altri dentro a delle bare, li chiameremo impropriamente eroi, ma soprattutto non si sa perche' sono morti. E guarda che a loro, quelli che sono e andranno la, non possiamo dirgli 'rischiate la vita per i prossimi 20 anni perche' altrimenti, forse, chissà, i terroristi vengono da noi': chi e'in missione ha bisogno di obiettivi CERTI e CHIARI, non roba fumosa che va bene per tutte le stagioni.

 

Altrimenti piangere i caduti diventa, questo si, solo ipocrisia.

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C'è bisogno di un cambiamento di strategia, e McCrystal sta proponendo la sua strategia, che nel momento che sta vivendo ora l'Afghanistan possa essere di beneficio alla popolazione, penso saremo tutti d'accordo.

 

hai ragione, c'è bisogno di un cambiamento di strategia!

 

Bisonga fare come ad iwojima. Si va con dei lancia fiamme o delle bombe termiche e con tutti gli eserciti si comincia a battere montagna per montagna a stanarli da dentro le grotte formando una formazione a cerchio in modo che nessuno scappa. Questa storia della mano leggera non funziona ed è evidente.

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hai ragione, c'è bisogno di un cambiamento di strategia!

 

Bisonga fare come ad iwojima. Si va con dei lancia fiamme o delle bombe termiche e con tutti gli eserciti si comincia a battere montagna per montagna a stanarli da dentro le grotte formando una formazione a cerchio in modo che nessuno scappa. Questa storia della mano leggera non funziona ed è evidente.

 

Il tuo lo prendo come un libero sfogo, ma non penso tu sostenga veramente questa proposta.

 

Invece c'è la necessità che sul campo muti la risposta al cambiamento sul campo, perchè la situazione non è la stessa di un anno fa.

 

Obama ha quest'opzione sul piatto, ma può scegliere se combattere i talbani anche in Packistan o se proteggere gli afghani, ed entrambe non garantiscono la vittoria, la decisione è comunque difficile, anche dal punto di vista politico per lui.

 

Se manda truppe e tutto fallisce, il partito democratico si sfalda, se non le manda e tutto fallisce, i repubblicani possono sempre incolpare lui di aver comunque perso la guerra in Afghanistan.

 

Coi lanciafiamme non ci fai nulla, siamo a casa d'altri e bisogna comunque uscirne bene.

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Ma no Dominus, qui stai equivocando. Quello che lo stesso Chrystal dice e' che SENZA una condivisione da parte degli Afghani, non c'e' modo di sfangarla. Tu stai vedendo, non se se volutamente o no, come una guerra convenzionale una guerra controinsurrezionale, dove questa Blutenpumpe che ricorda quella tristemente più famosa di verdun non c'entra nulla.

 

Ho capito cosa dice mccrystal, ma io dico che secondo me con cooperazione e caramelle di guerre non se ne vincono e penso che ormai i generali debbano inserire questi aspetti nei loro rapporti per questioni di ipocrisia e opportunità politica.

 

Cosa c'è voluto in iraq per vincere?

 

Cooperazione o una surge con oltre 300.000 uomini complessivi per spaccare le gambe ai vari insorti?

 

L'afghanistan è un territorio molto più difficile di quello iracheno sia a livello di dimensioni sia a livello orografico e ci saranno sul terreno 60-70.000 uomini di cui solo americani, canadesi e olandesi combattono veramente, meno mezzi, meno aerei ecc.

 

E in tutto questo il presidente americano se ne esce con "non è ancora chiara la strategia da seguire nel paese" e valuta le mosse in base all'opportunità politica.

 

E' per questo non si vince, non perchè karzai è cattivo o perchè non costruiamo abbastanza ospedali.

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Ehm... io credo che tu abbia una percezione lontana dalla realta' della situazione in Iraq, probabilmente perchè gli organi di informazione non ne parlano più, ma non siamo certo nella tranquillità:

 

http://www.globalsecurity.org/military/ops..._casualties.htm

 

http://www.globalsecurity.org/military/ops...ies_current.htm

 

ti ho girato il totale, e i 20 gg di settembre: come vedi anche ora, 2 IED, 4 morti.

 

Mi pare che con i famosi 300.000 uomini non e' che abbiamo risolto molto.

Son calati i morti USA, ma per forza: fanno meno. Che l'Iraq sia pacificato... no, si ammazzano fra di loro. Alla modica cifra di 4262 morti e 30182 feriti. Solo USA.

 

per dire, inoltre, di:

 

12 set 2009 ... (ANSA) - BAGHDAD, 12 SET - Nove persone sono morte e oltre 35 sono rimaste ferite oggi in una serie di attentati in Iraq, sia a Baquba che ...

 

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...autobombe.shtml

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A me sembra, invece, che tu abbia memoria corta e non ti ricordi la situazione del 2006.

 

Poi che l'Iraq non sia la svizzera siamo d'accordo, ma nessuno pensa possa diventarlo, ma i fatti sono che i soldati americani si sono ritirati nelle loro basi e intervengono solo in caso di estremo bisogno e che il governo ha il controllo del paese al punto che, entro 2 anni, il contingente internazionale sarà quasi del tutto ritirato.

 

Poi le bombe e i morti continueranno ad esserci per anni e anni, ma non è quello il punto.

 

Far arrivare l'Afghanitan al livello dell'iraq odierno sarebbe una grande vittoria ed è a quello che bisogna puntare.

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Ospite iscandar
Nell'area di Shindad, a circa 100 km a nord di Farah

Afghanistan: ferito un soldato italiano

Un paracadutista di una pattuglia è stato colpito a un braccio. Probabile una frattura all'arto

 

Pattuglia di soldati italiani nell'area di Herat (Ap)

ROMA - Un militare italiano è stato ferito a un braccio nel corso di un attacco a una pattuglia nell'area di Shindad, a circa 100 km a nord di Farah, nell'Afghanistan sud-occidentale. Lo si apprende da fonti della Difesa. Il paracadutista avrebbe riportato una frattura all'arto durante uno scontro a fuoco. Il nuovo attacco avviene a meno di una settimana di distanza dall'attentato di Kabul in cui sono morti sei militari italiani.

 

COMUNICATO - Questo il comunicato del comando militare italiano a Herat: «Mercoledì mattina le forze di sicurezza afgane e i militari italiani sono stati attaccati da insorti nella località di Shindad mentre stavano effettuando un’operazione congiunta mirata al controllo del territorio. Nel corso dello scontro a fuoco è rimasto lievemente ferito a un braccio uno dei militari italiani. Il militare, che non è in pericolo di vita, è stato immediatamente soccorso ed è attualmente ricoverato presso l’ospedale militare di Herat».

 

DISCUSSIONE - Dopo la notizia del nuovo attacco, il Partito democratico ha chiesto che il Parlamento affronti al più presto la discussione sulla missione italiana in Afghanistan. «Sarebbe opportuno che il presidente Fini chiedesse al governo che il Parlamento possa affrontare nei tempi più rapidi possibili il tema della nostra partecipazione in Afghanistan», ha detto alla Camera Gianclaudio Bressa. «È importante la nostra presenza, ma ci deve essere un'occasione in cui il nostro Parlamento si esprima» così che «i nostri militari non si trovino scoperti da iniziative politiche confuse». Il vice presidente di Montecitorio, Rocco Buttiglione, ha espresso la solidarietà della Camera al militare ferito auspicandone la «pronta guarigione».

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Dopo la notizia del nuovo attacco, il Partito democratico ha chiesto che il Parlamento affronti al più presto la discussione sulla missione italiana in Afghanistan. «Sarebbe opportuno che il presidente Fini chiedesse al governo che il Parlamento possa affrontare nei tempi più rapidi possibili il tema della nostra partecipazione in Afghanistan», ha detto alla Camera Gianclaudio Bressa. «È importante la nostra presenza, ma ci deve essere un'occasione in cui il nostro Parlamento si esprima» così che «i nostri militari non si trovino scoperti da iniziative politiche confuse». Il vice presidente di Montecitorio, Rocco Buttiglione, ha espresso la solidarietà della Camera al militare ferito auspicandone la «pronta guarigione».

 

Politichese, fuffa, aria fritta.

 

Se le parole si pagassero a peso saremmo il paese più ricco del mondo.

 

E tutto questo per cercare di mendicare voti ipocritamente, pur non potendo spingersi troppo oltre perchè unminimo di ragion di stato rimane: si limitano solo a destabilizzare.

 

Sia chiaro non faccio un discorso di parte, si comportano tutti alla stessa maniera a seconda che stiano al potere o all'opposizione.

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Ospite iscandar
Un altro scontro a fuoco nell'area di Shindand

Due soldati feriti in Afghanistan

Uno ha riportato una leggera lesione a una mano e l'altro al collo

HERAT - I soldati italiani sono stati coinvolti un nuovo scontro a fuoco avvenuto nella provincia di Herat. Sono due i feriti, entrambi liev: uno ha riportato una leggera lesione a una mano e l'altro al collo.

 

STESSO LUOGO DELL'AGGUATO DI MERCOLEDI' - L'attacco, secondo quanto si è appreso, si è verificato nell'area di Shindand, la stessa dove mercoledì un altro paracadutista era rimasto ferito durante un analogo scontro a fuoco.

Il distretto di Shindand - dove i militari italiani sembra stessero conducendo attività umanitarie e di controllo del territorio - si conferma dunque uno dei più pericolosi dell'ovest dell'Afghanistan, tutto a comando italiano. Shindand, a circa metà strada tra le città di Herat (a nord) e Farah (a sud) è un importante crocevia di traffici illeciti di varia natura «e l'accresciuta presenza sul territorio delle forze Nato - sottolineano fonti militari - disturba».

 

Scontro a fuoco nell'area di Shindand, la stessa dell'agguato di ieri

Un militare colpito alla mano, l'altro al collo. Non sarebbero gravi

Afghanistan, nuovo attacco agli italiani

Due parà feriti lievemente a Herat

 

KABUL - Ancora sotto attacco i militari italiani in Afghanistan. In uno scontro a fuoco avvenuto stamani nella provincia di Herat due parà sono rimasti leggermente feriti, uno a una mano e l'altro al collo. L'attacco, secondo quanto si è appreso, si è verificato nell'area di Shindand, la stessa dove ieri un altro paracadutista era rimasto ferito durante un analogo scontro a fuoco.

 

radio capital, da cui ho ascoltato la notizia riporta anche una decina di talebani uccisi, di cui non si trova notizia ne su ANSA, ne su ADNKronos

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radio capital, da cui ho ascoltato la notizia riporta anche una decina di talebani uccisi, di cui non si trova notizia ne su ANSA, ne su ADNKronos

 

 

Ho l'impressione che questa sia la normale amministrazione in Afghanistan e che queste cose facciano notizia solo quando la tragedia è ancora fresca.

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Rome, 24 Sept. (AKI) - Two Italian soldiers were injured in southwest Afghanistan on Thursday after being attacked by militants. Sources in the Italian defence ministry told Adnkronos that the attack occurred during a humanitarian operation in Shindand, around 100 kilometres north of Farah, in the southwest.

 

As soon as the attack occurred, two A10 fighter aircraft from the multi-national International Security Assistance Force were called to reinforce the troops under attack.

 

One of the Italian soldiers was injured in the hand, while another was wounded in the neck.

 

The injured paratroopers, who belong to the same 186th Lightning Brigade which lost six soldiers in the massive bomb attack in the capital, Kabul, last week, were recovering at the hospital in the Italian base in Herat

 

"Their condition is not serious," said Maj. Marco Amoriello, Italy's spokesman at the camp in Herat in an interview with Adnkronos International (AKI).

 

Italy's defence minister Ignazio La Russa expressed his "strong solidarity" with the injured soldiers.

 

The attack occurred a day after another Italian soldier was injured when his patrol came under fire on Wednesday.

 

All those killed in last week's attack were from the 186th Lightning Brigade. State funerals were held for the slain soldiers in Rome on Monday in a national day of remembrance in Italy.

 

Ten Afghans and dozens of Afghan civilians were also injured in the Kabul blast.

 

There are around 3,000 Italian troops serving in Afghanistan, mostly in the west of the country.

 

Twenty Italian soldiers have been killed in the conflict between insurgents and the NATO-led international force since the Taliban was ousted in 2001.

 

fonte: http://www.adnkronos.com/AKI/English/Secur...=3.0.3809048741

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Ospite iscandar
Notte con i paracadutisti della Folgore

Lasciata senza incidenti la valle di Musahi

Ma la polizia afghana ha paura: «Non siamo in grado di reggere agli attacchi dei talebani. Italiani fondamentali»

Dal nostro inviato Lorenzo Cremonesi

 

 

 

VALLE DI MUSAHI - Anche la luna contribuisce al successo dell’operazione. Oggi, alle due e mezza di mattina, i paracadutisti della Folgore hanno evacuato senza incidenti la FOB (dall’inglese per Forward operational base) avanzata nella vallata di Musahi. Sino a poco prima della mezzanotte una gigantesca mezzaluna illuminava quasi a giorno l’intera vallata, i profili bassi delle abitazioni afghane, le creste delle montagne tutto attorno, il reticolo di sterrate che si perdono verso i letti secchi dei torrenti. «Il piano è quello di essere tutti fuori entro le due e quaranta e lasciare le consegne alla polizia afghana», aveva annunciato poche ore prima il comandante del contingente Folgore dal quartier generale di Camp Invicta, alla periferia di Kabul, colonnello Aldo Zizzo. Trenta chilometri a sud della capitale, la sessantina di militari italiani restati nella Fob erano un poco preoccupati. «Tutto bene, speriamo solo che la luna illumini un po' meno. Sono segnalate intense attività talebane nella zona», diceva il capitano Giacomo Veroli (33 anni, marchigiano), comandante del piccolo contingente.

 

 

PASSAGGIO DI CONSEGNE - Ma già verso l’una l’astro argenteo sembra spegnersi mentre cala dietro i profili neri delle montagne. Mezz’ora dopo domina il buio. È fatta. Dopo circa 3 anni i soldati italiani lasciano Musahi. Una delle presenze ormai storiche dello sforzo militare alleato nella zona della capitale. Non è una ritirata. Entro il 31 ottobre l’intero contingente (circa 3.000 uomini) sarà tutto concentrato sulla provincia occidentale del Paese, facente capo al quartier generale di Herat. E a Kabul resteranno meno di 200 uomini al comando Isaf per la logistica. Tra poco sarà la brigata Sassari a dare il cambio alla Folgore. Ma per ora sono ancora i paracadutisti a organizzare l’evacuazione. È un’operazione interessante: raccontarla serve per aiutare a capire i meccanismi interni, i rapporti tra i 42 Paesi che compongono Isaf e quelli con le nascenti forze di sicurezza afghane.

 

AUMENTARE LE TRUPPE? - Il periodo è delicatissimo. All’incertezza politica si accompagna quella militare. Ancora non si conoscono i risultati finali delle elezioni presidenziali del 20 agosto. Le accuse di brogli pesano sul conteggio e tra circa una settimana la prevista diffusione dei dati ufficiali (con la remota possibilità di un ballottaggio entro la fine di ottobre) da parte della Commissione incaricata di verificare le irregolarità rischia di delegittimare l’intero processo democratico. La comunità internazionale sta nel frattempo seguendo da vicino il dibattito tra politici e militari che si sta facendo serrato a Washington. Il dilemma è chiaro: aumentare le truppe e rendere capillare la presenza dei soldati occidentali nel Paese, come vorrebbe il generale Usa Stanley McChrystal, oppure ridurle a piccoli contingenti di corpi speciali mirati solo ad eliminare Al Qaeda e i suoi alleati più estremisti?

 

POLIZIA AFGHANA - Qui a Musahi le conseguenze di tante incertezze appaiono evidenti. Gli italiani vanno via. Ma la polizia afghana non sembra pronta a prendere il loro posto. Basti pensare che i paracadutisti hanno preteso la consegna dei telefoni cellulari della settantina di agenti afghani in attesa di assumere il comando dalla Fob. Ed il momento finale dell’evacuazione è stato comunicato agli ufficiali afghani solo pochi muniti prima della sua reale attuazione. «Non si sa mai. Meglio prevenire che combattere. Chi mi dice che un agente non possa avvisare il cugino talebano sui nostri movimenti?», sostiene circospetto il tenente colonnello Renato Vaira, un corpulento e allegro romano di 46 anni, vice di Zizzo e venuto a supervisionare le operazioni. Per tutto il giorno i camion pesanti hanno portato via una decina di container carichi di materiale, compresi i mortai da 120 millimetri, il radar tattico, le munizioni, cibo, computer, coperte e tanto altro. L’Italia dona però alla polizia afghana la base, le strutture fisse, i generatori, l’apparato elettrico, le camerate (ci sono posti per 110 uomini), le cucine fornite di pentole e fornelli. Valore complessivo, ben oltre 600.000 euro.

 

ATTACCHI TALEBANI - Ma il colonnello afghano che comanderà la base, Ahmadullah Orankhel (45anni di Kabul), è timoroso. «Noi non siamo in grado di reggere agli attacchi dei talebani. Questa valle rappresenta il punto di passaggio tra i più importanti dalla regione del Lowgar, controllata dagli insorti, e quella della capitale. Gli italiani svolgevano un compito fondamentale. Noi potremmo essere battuti entro pochi giorni», sostiene apertamente. Hanno un bel rassicurarlo gli ufficiali della Folgore. Lui teme per il futuro. «Non ho paura per me o per i miei uomini. Sono un soldato, abituato al pericolo. Ma se non riusciamo a tenere, ne va della sicurezza della capitale», specifica. La soluzione? «Sarebbe quella che il contingente turco, circa 4.000 uomini, destinati a sostituire gli italiani nella zona di Kabul, prendano in consegna anche la Fob di Musahi», dicono a campo Invicta. Ma i turchi, almeno per ora, non hanno alcuna intenzione di mandare un contingente a Musahi. Magari qualche pattuglia mobile, però nulla di fisso. «I loro caveat sono più limitati dei nostri», sostiene Zizzo. E anche il generale Marco Bertolini, numero tre ai vertici di Isaf nella capitale, fa buon viso a cattivo gioco. «Impossibile pretendere che tutti i contingenti di Isaf abbiano gli stessi caveat. Ognuno ha le sue specificità. Già oggi siamo molto più omogenei di ieri. Ma i turchi hanno la libertà di agire come credono a Musahi», sostiene diplomatico.

 

GLI OBIETTIVI FINALI - Al seguito dei poliziotti afghani ci sono 15 fanti americani. Fanno parte della compagnia Alfa del 121° battaglione destinato ad addestrare le nuove forze afghane. Anche loro sembrano tutt’altro che felici per la partenza degli italiani. Scelgono un paio di stanze appartate, il più lontane possibili da quelle destinate agli afghani. Il sergente Michael Lewson tiene sempre vicino a sè un fucile a canne mozze con il colpo in canna. «Non sarebbe la prima volta che uno dei nostri viene ucciso da un talebano travestito da poliziotto», dice nervoso. Colpisce la libertà con cui lui parla dei nuovi piani di McChrystal. «Il problema è che nessuno di noi sa bene quali sono gli obiettivi finali in questo Paese. Vogliamo davvero insegnare loro la democrazia? Oppure solo impedire un nuovo undici di settembre?», afferma scettico. Un suo compagno, il tenente Jonahan Reabe, si dimostra assolutamente d’accordo: «McChrystal sta applicando la stessa strategia del generale David Petraeus nell’Iraq del 2007. Ma l’Afghanistan è un Paese completamente diverso. In Iraq la società civile è molto più avanzata. Ad un certo punto i capi delle tribù sunnite si sono uniti a noi per sconfiggere Al Qaeda. Qui no. Nessuna tribù è pronta a mobilitarsi al nostro fianco per battere i talebani».

 

CAMP INVICTA - Si parlerebbe sino all’alba. Ma il tempo stringe. Mentre gli americani si cercano le brande, gli italiani coordinano le ultime mosse. Alcuni elicotteri sorvegliano dall’alto. Un paio di pattuglie della Folgore sono sulle cime che dominano la strada, a sua volta "bonificata" dalle eventuali trappole esplosive sino a poche ore fa. Poi il buio ci fa compagnia. Si viaggia a fari spenti sullo sterrato. Alle tre e mezza di notte ci si congiunge tutti prima della provinciale asfaltata che porta a Khost. Kabul è ancora addormentata. Latrare di cani. Prima delle cinque, con il vago chiarore che precede l’alba, si entra nel perimetro sicuro di Camp Invicta.

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In un attacco coordinato (diverso dalle solite IED), hanno perso la vita nove soldati americani, almeno uno afghano e almeno 27 i feriti.

 

In un'articolo del NY Times, ci sono molti spunti sulle strategie discusse per l'A. e qualche passaggio che descrive la battaglia.

The battle of Wanat is being described as the “Black Hawk Down” of Afghanistan, with the 48 American soldiers and 24 Afghan soldiers outnumbered three to one in a four-hour firefight that left nine Americans dead and 27 wounded in one of the bloodiest days of the eight-year war.

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In un attacco coordinato (diverso dalle solite IED), hanno perso la vita nove soldati americani, almeno uno afghano e almeno 27 i feriti.

 

In un'articolo del NY Times, ci sono molti spunti sulle strategie discusse per l'A. e qualche passaggio che descrive la battaglia.

The battle of Wanat is being described as the “Black Hawk Down” of Afghanistan, with the 48 American soldiers and 24 Afghan soldiers outnumbered three to one in a four-hour firefight that left nine Americans dead and 27 wounded in one of the bloodiest days of the eight-year war.

 

Ma il supporto aereo dove stava ???

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Usa/ Obama legge libri sul Vietnam per decidere dell'Afghanistan

 

Fonte:www.apcom.net

 

Due volumi di strategia sulla scrivania del presidente Usa

New York, 7 ott. (Apcom) - Barack Obama è deciso a non ripetere gli errori del passato e sulla nuova strategia americana in Afghanistan peserà lo studio approfondito delle decisioni prese ai tempi del Vietnam. Alla Casa Bianca infatti in questi giorni circolano due libri sulla più contestata delle guerre americane, che il presidente ha già finito e che stanno leggendo anche gli altri vertici dell'amministrazione. Secondo il Wall Street Journal, Obama ha appena terminato "Lesson in Disaster", di McGeorge Bundy, un volume che racconta le decisioni prese alla Casa Bianca nel 1965, all'epoca dell'escalation militare in Vietnam voluta dal l'allora presidente Lyndon Johnson. Un testo che Obama ha suggerito anche al suo vice, Joe Biden, uno dei suoi principali consiglieri in politica estera. Il libro è completamente esaurito nella maggior parte delle librerie di Washington. Il secondo testo riguarda invece la via d'uscita alla guerra elaborata dall'amministrazione Nixon nel 1972. Si tratta di "A Better War", di Lewis Sorley, un analista militare che combatté la guerra fino al 1968. A suggerire i due libri sarebbe stato uno dei consiglieri per la Sicurezza Nazionale, Tom Donilon, che li ha regalati al capo di Gabinetto della Casa Bianca, Rahm Emanuel, che a sua volta li ha passati al presidente e agli altri consulenti dello Studio Ovale, tra cui una delle voci più ascoltate da Obama, David Axelrod. Proprio in questi giorni il presidente ha chiamato a consiglio tutti i vertici dell'amministrazione, dai parlamentari di Washington, agli esperti della Difesa per decidere il futuro delle operazioni in Afghanistan, che sui media americani è sempre più spesso associato al conflitto del Vietnam per il costante incremento di soldati e i pochi risultati sul campo.

 

Non conosco quei libri ma da un commento apparso su un giornale locale il libro "Lesson in Disaster", di McGeorge Bundy viene definito il "saggio di Gordon Goldenstein su come i generali spinsero la Casa Bianca a combattere una guerra che non poteva essere vinta" mentre "A Better War", di Lewis Sorley, sempre su quell'articolo, non viene letto da Obama ma dai militari del pentagono.

 

Se questo è vero, collegato al calo dei consensi che la guerra registra in USA (secondo un sondaggio Cnn il 57 per cento degli americani è contrario alla guerra mentre 62 su cento sono convinti che gli Stati Uniti siano lontani dalla vittoria), al piano d'intervento di McChrystal restano poche speranze.

 

Fonte sondaggio: America oggi

 

<<affaire à suivre>>

Modificato da motogio
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