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Crisi Ucraina & Crimea


Sergetto75

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13 ore fa, vorthex ha scritto:

@Athens
ma Minsk prevedeva la Russia come parte non in conflitto... è del tutto inapplicabile. inoltre, io dubito seriamente che sarà possibile trattare con Putin, in quanto i "suoi amici" lo farebbero cadere da una finestra poco prima, in modo da addossare tutta la colpa a lui (che poi è anche vero) e trarsi di impiccio.

Che Minsk sia inapplicabile, sono del tutto d'accordo. Infatti ho precisato che "magari" si potrebbe partire da quel punto per cominciare un colloquio mettendo in discussione sul tavolo sia il suo contenuto sia l'evoluzione della situazione che si è determinata dopo il 24 febbraio. Se poi le parti dovessero preferire altri punti di partenza, beh, tanto meglio. L'importante è sedersi.
Ma il punto è che, se si vuole far partire la diplomazia, entrambe le parti devono essere disponibili a cedere qualcosa. Entrambe. Questo è un concetto generale, che nel caso specifico vale anche per russi e ucraini.
Riguardo Putin, anche su questo sono purtroppo d'accordo. Si è spinto troppo in avanti e ora "non può più permettersi di perdere". Constatazione ormai assodata e già condivisa praticamente da tutti anche in questo forum. Ma proprio per questo, qualsiasi ipotesi di avvio di una trattativa deve contemplare anche un contentino - quale che sia - ai russi, sia per facilitare da parte di Putin una per il momento problematica exit strategy che gli garantisca la sopravvivenza politica e non solo, e sia perché se Putin venisse defenestrato, dubito che il suo posto verrebbe preso da personaggi più "tranquilli" come Aleksej Navalnyj.
Zelenskij invece dice chiaro e tondo che lui con Putin non parla e che la guerra terminerà in Crimea. Legittimo e comprensibile, per quanto riguarda gli interessi ucraini. Ma Zelenskij sta facendo i conti senza l'oste, ovvero l'Occidente che letteralmente gli consente - attraverso il suo indispensabile supporto - di continuare a difendere in armi l'Ucraina e che quindi ha tutto il diritto di avere voce in capitolo. E se l'Occidente dovesse ritenere che cominciare a dar voce alla diplomazia è più conveniente che continuare la guerra, anche Zelenskij dovrà prenderne atto e credo che in fin dei conti anche lui lo sappia benissimo.

4 ore fa, Flaggy ha scritto:

Non so perchè tu scriva che il Nord Stream 2 non sia stato inizialmente colpito e non ci fosse gas. Una condotta è sicuramente stata colpita ed è da capire l'aumento della perdita a cosa fosse da attribuire. Inoltre il fatto che non fosse operativo, non significa che non fosse stato collaudato prima di poter essere dichiarato pronto ad entrare in funzione: in sostanza era pieno di gas!

Athens, hai un'idea delle inchieste tecniche tutta particolare. A parte il fatto che le indagini manco sono cominciate, ma certe cose richiedono il tempo che richiedono per essere chiarite e non possono essere così facilmente depistate (la baraonda attuale non conta nulla!) e quando sono chiarite non sono tecnicamente opinabili: anche senza scomodare pasticci tutti italiani come Ustica, non è che siccome l'inchiesta tecnica sulle Torri Gemelle l'abbia condotta il NIST, implichi che non si sia potuto dire con certezza come e perchè degli aerei dirottati da dei terroristi le abbiano buttate giù. Che poi frotte di idioti, dopo più di 20 anni, siano convinti del gomblotto, non toglie che le cose siano andate come sono andate.

A me, che quel pagliaccio di PUC non riconosca un'eventuale responsabilità russa, non cambia molto, perchè tanto mi aspetto che non la riconosca indipendentemente da chi condurrà l'inchiesta. D'altra parte, prima quell'imbecille si leva di torno e meglio è per la Russia e per il Mondo intero.

Riguardo il fatto che NS2 non sia stato colpito mi sono basato sulle parole dell'ing. Sergio Cappelletti, al minuto 7,00 nel citato link alla live di Difesa OnLine.
Che nel NS2 vi potesse essere gas, potrebbe essere, non dico di no. Riguardo il fatto che nel NS2 non ci fosse gas, non avendo conferme o smentite da fonti attendibili, ho fatto solo una mia ipotesi che vale esclusivamente come mera opinione personale.

Riguardo le inchieste: come ho avuto modo di sottolineare, al momento qualsiasi ente che sia dotato della competenza tecnica necessaria per effettuare analisi e stilare conclusioni, non sarebbe un'autorità indipendente che agisce per conto di una istituzione esterna (es. l'ONU) ma verrebbe chiamata a operare per conto di una o più delle parti in causa.
In ambito giuridico, ciò corrisponde a quelli che si definiscono comunemente "periti di parte": professionisti, sicuramente, ma le cui conclusioni non hanno automaticamente valore di prova di fronte alla legge come quelle del CTU o del perito nominato direttamente dal giudice e iscritto al relativo albo. Mi scuso per la digressione, ma è per spiegare compiutamente il contesto (per inciso, il NIST, nel caso specifico delle TT, era un'agenzia governativa appositamente chiamata a indagare dalle autorità competenti, quindi non può essere tecnicamente considerata di parte).
Nel caso delle indagini sul sabotaggio del NS, senza avere la benché minima competenza in materia, azzardo che l'unica vera e propria "pistola fumante in mano russa" potrebbe essere l'acquisizione dell'evidenza che le slabbrature delle condutture in corrispondenza delle esplosioni siano rivolte verso l'esterno (il che dimostrerebbe inconfutabilmente che l'esplosivo era stato posizionato dentro la condotta) e non verso l'interno (il che invece dimostrerebbe solo che qualcuno lo ha portato lì). Staremo a vedere. La cosa mi incuriosisce.
 

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Torniamo sempre lì: l'indagine manco è cominciata e manco sai a chi verrà affidata: prematuro dire che chi ne sarà coinvolto sarà necessariamente di parte o comunque non in grado di fornire prove inoppugnabili. Persino il NIST è stato considerato di parte da certi mentecatti (nonostante i rapporti dettagliati e pubblici consultabili da chiunque), visto che è un'agenzia governativa e il governo degli Stati Uniuti era parte in causa.

In sintesi, oltre ad essere curiosi bisogna anche essere pazienti: il delitto perfetto si dice non esista e in questo caso credo sia ben vero.

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Beh, se l'esercito ucraino, dopo essere già stato ripetutamente (presumo che abbiamo perso il conto) "distrutto", dispone ancora di "soverchianti unità blindate" e le linee difensive sono state "rettificate" ancora una volta, secondo le stesse ammissioni ufficiali del portavoce del ministero della Difesa russo... io se fossi al Cremlino qualche domanda me la farei. 😑
Premesso che a occhio e croce nemmeno gli ucraini dovrebbero disporre di uomini in quantità sufficiente per spingersi molto in avanti e che quindi è ragionevole immaginare che l'offensiva di Kiev potrebbe arrestarsi a breve, il problema russo continua a essere non la disponibilità di risorse umane (che non possono non esserci, almeno in termini di "carne da cannone") o di materiali (fatta la tara alla percentuale di mezzi e materiali deteriorati nei depositi, dopo essere rimasti immagazzinati magari per decenni) ma - ancora una volta - le carenze logistiche che permangono imbarazzanti.
Preparare per il fronte personale della riserva, che dovrebbe avere un addestramento di base già ricevuto, non dovrebbe costituire un obiettivo insormontabile a condizione di disporre di reclutatori, istruttori, vestiario, armi individuali e di squadra, vettovagliamento e mezzi di trasporto. Qui non si tratta di fare la corsa contro il tempo per tappare il più presto possibile i buchi al fronte: fra poco arriverà il fango dappertutto e i contendenti si ritroveranno in stasi tattica e strategica per diversi mesi, il che vuol dire che il tempo per far affluire i rinforzi al fronte ci sarà. Ma se c'è il tempo, l'impressione è che manchi tutto il resto, e se non si è - per esempio - in grado di fornire le uniformi alle reclute, le reclute non partono.

Modificato da Athens
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Mentre PUC, vittima della sua stessa ottusità,  tra siluri dell'apocalisse e video di trenini (magari carichi di innocui camion), gioca con le bombe nucleari, ad est, nel Donbass, ormai gli ucraini sono saldamente oltre il fiume Oskil e puntano verso Svatove: a quel punto, calando da nord e procedendo da est, si creerebbe una morsa con in mezzo Lysichansk e Severodonesk.

Il fronte di Kherson invece ormai sta implodendo, con i russi in rotta verso Mylove, nel tentativo di creare una linea di difesa a protezione del passaggio sulla diga di Nova Kachovka, perso il quale a migliaia di uomini e relativi mezzi oltre il Dnepr resterebbero solo le chiatte, visto che l'Antonowsky bridge è stato di nuovo bombardato.

https://militaryland.net/news/invasion-day-223-sloboda-kherson-front/

In realtà anche queste informazioni sembrerebbero superate, perchè lo schianto nell'oblast di Kherson come un domino si sta estendendo anche più a est dove le difese cedono terreno in direzione di Kherson stessa.

Da chiarire nuove schifezze scoperte nell'oblast di Karkiv liberato a settembre e che al momento non credo possano contribuire alla popolarità dei russi in Ucraina...

...nemmeno agli occhi di chi erano venuti a salvare...

Sul fronte degli approvvigionamenti c'è un altro pacchetto di aiuti americano con altri obici da 105 e 155 (+ realtivo munizionamento) e altri 4 HIMARS (se non erro per un totale di 38).

Con questi gli ucraini colpiscono dove fa più male, disarticolando in primis la logistica russa; si, quella cosa noiosa e mai trattata nei discorsi da bar dello sport, che però fa vincere o perdere le guerre...

 

Modificato da Flaggy
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13 ore fa, Flaggy ha scritto:

Mentre PUC, vittima della sua stessa ottusità,  tra siluri dell'apocalisse e video di trenini (magari carichi di innocui camion), gioca con le bombe nucleari

Stante la rigidità della catena di comando russa, sarebbe interessante conoscere i principi base della loro dottrina di impiego delle armi nucleari in ambito tattico, poiché in tale contesto si presume che l'utilizzo debba essere per sua natura demandato al comandante sul campo di battaglia e non a qualcuno che si trova nella stanza dei bottoni al Cremlino come invece avviene in campo strategico. Immagino che su questo si possano fare solo ipotesi, visto che con ogni probabilità tale dottrina è classificata e non certo di dominio pubblico, così come è sicuramente classificato il tipo di vettore (artiglieria, missili terra/terra o aria/terra, eccetera) che entrerebbe in gioco in ciascun singolo contesto tattico.
Tuttavia, gli stessi interrogativi di cui sopra ci fanno comprendere quanto possa essere complicato per il caro zio Vladimir "maneggiare" dal Cremlino uno strumento atomico che si troverebbe a migliaia di chilometri di distanza e magari nelle mani di comandanti sulla cui affidabilità politica (=fedeltà) forse in questo delicato momento non sarebbe il caso di mettere la mano sul fuoco.
In soldoni, se io fossi Putin non metterei nelle mani di nessuno un'arma che se utilizzata impropriamente potrebbe portare effetti disastrosi più a Mosca che al nemico sul fronte. Il che mi fa propendere ancor di più sulla convinzione che la minaccia nucleare sia un solenne bluff.

Cita

Sul fronte degli approvvigionamenti c'è un altro pacchetto di aiuti americano con altri obici da 105 e 155 (+ realtivo munizionamento) e altri 4 HIMARS (se non erro per un totale di 38).

In questo articolo viene data notizia della decisione dell'amministrazione USA di bypassare gli stock US Army e fornire agli ucraini sistemi d'arma e relativo munizionamento direttamente dall'industria attraverso un piano di lungo periodo, anche se il DoD "non esclude" di poter continuare ad attingere dalle scorte di magazzino dell'esercito.
In altre parole, Kiev non potrà più contare su forniture costanti e immediate per foraggiare le sue esigenze belliche ma dovrà cominciare a ottimizzare le risorse assegnate. Probabilmente gli stock US Army sono diminuiti a livelli strategicamente poco plausibili per il DoD.

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2 ore fa, Athens ha scritto:

Stante la rigidità della catena di comando russa, sarebbe interessante conoscere i principi base della loro dottrina di impiego delle armi nucleari in ambito tattico, poiché in tale contesto si presume che l'utilizzo debba essere per sua natura demandato al comandante sul campo di battaglia e non a qualcuno che si trova nella stanza dei bottoni al Cremlino come invece avviene in campo strategico. Immagino che su questo si possano fare solo ipotesi, visto che con ogni probabilità tale dottrina è classificata e non certo di dominio pubblico, così come è sicuramente classificato il tipo di vettore (artiglieria, missili terra/terra o aria/terra, eccetera) che entrerebbe in gioco in ciascun singolo contesto tattico.
Tuttavia, gli stessi interrogativi di cui sopra ci fanno comprendere quanto possa essere complicato per il caro zio Vladimir "maneggiare" dal Cremlino uno strumento atomico che si troverebbe a migliaia di chilometri di distanza e magari nelle mani di comandanti sulla cui affidabilità politica (=fedeltà) forse in questo delicato momento non sarebbe il caso di mettere la mano sul fuoco.
In soldoni, se io fossi Putin non metterei nelle mani di nessuno un'arma che se utilizzata impropriamente potrebbe portare effetti disastrosi più a Mosca che al nemico sul fronte. Il che mi fa propendere ancor di più sulla convinzione che la minaccia nucleare sia un solenne bluff.

I

L'autorità di decidere lo strike nucleare tattico è affidata a sole 3 persone: Putin, Shoigu e Gerasimov. I 3 custodi sono loro. Non credo, e per ovvie ragioni, che l'uso di un qualsiasi vettore nucleare venga dato in mano a qualcuno con la scritta "Spara quando ti serve". Ogni obiettivo, anche tattico, deve essere approvato dai più alti vertici della catena di comando, trattandosi di armi il cui uso, sia tattico che strategico, può comportare a gravissime ripercussioni quasi esclusivamente strategiche per la Rodina. I principi di base di utilizzo in ambito tattico sono abbastanza noti:

Escalate to De-escalate, tipo quando stanno prendendo i ceffoni a mani giunte la loro dottrina prevede l'impiego tattico non solo per la valenza dell'obiettivo ma anche per scoraggiare l'escalation della guerra. Sono previsti lanci dietro la linea del fronte in aree non popolate (intimidazione), lanci al confine, detonazioni sottomarine e tutto quel ventaglio di opzioni che in questi giorni ci sono state poste davanti. E' stato anche abolito il concetto di "nucleare solo per difesa" (di matrice sovietica) e si può fare un "first use", anche nel caso in cui il suolo russo sia "minacciato" (il problema è che non definiscono cosa questa minaccia possa essere, è a libera interpretazione). Si possono usare anche nel caso in cui le loro forze convenzionali siano gravemente compromesse, e in risposta a minacce/strikes convenzionali. 

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2 ore fa, fabio-22raptor ha scritto:

L'autorità di decidere lo strike nucleare tattico è affidata a sole 3 persone: Putin, Shoigu e Gerasimov. I 3 custodi sono loro. Non credo, e per ovvie ragioni, che l'uso di un qualsiasi vettore nucleare venga dato in mano a qualcuno con la scritta "Spara quando ti serve". Ogni obiettivo, anche tattico, deve essere approvato dai più alti vertici della catena di comando, trattandosi di armi il cui uso, sia tattico che strategico, può comportare a gravissime ripercussioni quasi esclusivamente strategiche per la Rodina. I principi di base di utilizzo in ambito tattico sono abbastanza noti:

Grazie per le precisazioni. La triade Putin-Shoigu-Gerasimov mi era nota, e comprendo che in tema di atomiche non venga lasciato potere decisionale arbitrario ad altri che non siano i massimi vertici del potere politico. Quello che mi lascia perplesso è la constatazione che tutto questo dovrebbe necessariamente presupporre da parte russa una conoscenza precisa e in tempo praticamente reale della situazione tattica sul campo e del contesto strategico in cui inquadrarla, al fine di prendere le decisioni del caso in tempo utile rispetto alle finalità tattiche di cui parliamo. Ma non credo affatto che al Cremlino abbiano tale necessario livello di conoscenza, e se non disponi di queste informazioni allora non puoi certamente lanciare "al buio" e le specifiche finalità tattiche vanno a farsi benedire. Ne resta quindi solo l'ipotesi di utilizzo a titolo meramente dimostrativo, cioè politico, cioè essenzialmente strategico. Un Iskander con testata convenzionale che colpisca un obiettivo militare altamente pagante farebbe sicuramente più danno materiale ma molto meno clamore mediatico e politico di un piccolo ordigno nucleare appositamente lanciato nel nulla e che si limiti a spianare qualche innocuo fienile. Ma questa mi pare una ipotesi inverosimile e priva di logica, perché si correrebbe comunque il serio rischio di rappresaglia NATO e di una conseguente escalation. Tanto varrebbe continuare a lasciare le atomiche nei loro depositi e continuare ad affidarsi alla politica della "Bomb in being". Spero ovviamente di non peccare di ottimismo. 🙂

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6 ore fa, Athens ha scritto:

In altre parole, Kiev non potrà più contare su forniture costanti e immediate per foraggiare le sue esigenze belliche ma dovrà cominciare a ottimizzare le risorse assegnate. Probabilmente gli stock US Army sono diminuiti a livelli strategicamente poco plausibili per il DoD.

Anche no, l'articolo non mi pare dica questo: proprio perchè le consegne si concretizzeranno tra qualche anno, non riguardano questa guerra, ma solo l'approvvigionamento futuro in un'ottica di progressivo e ovvio sganciamento dal materiale bellico di origine sovietica.

Cita

Quello che mi lascia perplesso è la constatazione che tutto questo dovrebbe necessariamente presupporre da parte russa una conoscenza precisa e in tempo praticamente reale della situazione tattica sul campo e del contesto strategico in cui inquadrarla, al fine di prendere le decisioni del caso in tempo utile rispetto alle finalità tattiche di cui parliamo. Ma non credo affatto che al Cremlino abbiano tale necessario livello di conoscenza, e se non disponi di queste informazioni allora non puoi certamente lanciare "al buio" e le specifiche finalità tattiche vanno a farsi benedire.

La ricognizione russa non è esattamente così a terra e, proprio perchè parliamo di una testata da alcuni kilotoni e non di un Iskander, non è che si finisca col colpire un fienile. Il punto è che non esistono in Ucraina concentrazioni di truppe tali da giustificare un utilizzo di tale arma, il cui effetto (senz'altro dirompente) sarebbe quindi più politico-strategico che tattico.

 

Si è vista anche questa...

E poi anche questa...

...e anche, purtroppo, questa...

Poi ci sono le botte di culo...

Mentre il volo a bassa quota di elicotteri e aerei ucraini ricorda sempre che la superiorità aerea russa non esiste manco dopo 7 mesi....

Modificato da Flaggy
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Penso che Athens quando ha parlato del malcapitato fienile si riferisse al lancio “dimostrativo/intimidatorio” che non per forza deve colpire concentrazioni di truppe. Sostanzialmente fa parte di quell’atteggiamento politico-mafioso di cui spesso da prova l’attuale dirigenza. Se si volesse tirare su concentramenti di truppe si deve aspettare una stabilizzazione del fronte, perché così, con una guerra di manovra e un fronte che si sposta anche di 50km al giorno (e menomale) è difficile beccare qualcosa 

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Ok, ma il fronte è lungo parecchie centinaia di chilometri e gli ucraini sparpagliano e decentrano le unità.

Credo che concentrazioni di truppe tali da giustificare una testata non ci siano a prescindere.

Sarebbe quindi un'azione effettivamente mafiosa di dubbio valore tattico, ma dalle implicazioni strategiche micidiali, visto che la NATO stavolta non starebbe a guardare e, anche senza scomodare a sua volta le atomiche tattiche, con la sola aviazione potrebbe per ritorsione spianare quel che resta delle armate russe in Ucraina.

È per quello che qualcuno ha ipotizzato l'esperimento (...) oltre confine. Anche così però sembra un tentativo di prevedere le mosse di PUC, che lascia il tempo che trova visto che l'individuo, ormai spalle al muro, è una mina vagante...

Modificato da Flaggy
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Cronaca di un disastro...

https://www.facebook.com/oriogiorgio.stirpe.5/posts/pfbid021uStoq3eFGgREujhz8hR6Q7R2nYNCcWPnKyDdu9A57ZYSaiuRBvyA7jgU6jtQxCel

 

L'aviazione militare è nata coi velivoli da ricognizione...

Corsi e ricorsi storici con i droni che forniscono le coordinate agli  M270 MRLS.

Altro video di come si spostano velocemente gli ucraini combattendo.

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6 ore fa, Flaggy ha scritto:

Interessanti considerazioni, come sempre, quelle del Col. Stirpe.
Unico appunto, Papa Francesco non è affatto un alleato o un fiancheggiatore del caro zio Vladimir. Il Papa sta dalla parte della pace, che è un'altra cosa. Quello che sta dalla parte di Putin, caso mai, è quel curioso bipede a nome Vladimir Michajlovič Gundjaev Kiriki, in arte "Patriarca Cirillo I".
Comunque, il punto realmente importante sono le considerazioni finali relative alla possibilità che la Federazione Russa finisca per implodere. Di fronte a un simile scenario, francamente mi vengono i brividi. Capisco che per gente come la cara Hillary Clinton la cosa rappresenterebbe la realizzazione dei sogni più segreti, ma ziokan, la storia dovrebbe pur insegnare qualcosa (i macroscopici errori di Versailles non ci fanno ricordare niente?).
A me importasega (cit. conte Mascetti) di quello che succede da quelle parti e di quale fine faccia la carriera politica del caro zio Vladimir, a condizione che ciò che succederà non si riveli disastroso PER ME nel breve/medio/lungo periodo a causa di un cambio di regime attuato senza predisporre una alternativa credibile.
Perché un conto è il puro e semplice cambio dello zar o presunto tale, e ben altro conto è l'azzeramento di tutto il regime e la possibile deriva russa verso i "torbidi" di cui parla proprio il Col. Stirpe.

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Solo una precisazione:

quello postato sull'account FB di Stirpe e linkato poco sopra è un intervento di un altro utente momentaneamente bannato da FB e ospitato sulla pagina dell'ex colonnello, che evidentemente ne condivide il contenuto, anche se magari non integralmente.

Il più recente contributo video di Stirpe su LiberiOltre:

 

Modificato da Scagnetti
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2 ore fa, Athens ha scritto:

Interessanti considerazioni, come sempre, quelle del Col. Stirpe.
Unico appunto, Papa Francesco non è affatto un alleato o un fiancheggiatore del caro zio Vladimir. Il Papa sta dalla parte della pace, che è un'altra cosa. Quello che sta dalla parte di Putin, caso mai, è quel curioso bipede a nome Vladimir Michajlovič Gundjaev Kiriki, in arte "Patriarca Cirillo I".
Comunque, il punto realmente importante sono le considerazioni finali relative alla possibilità che la Federazione Russa finisca per implodere. Di fronte a un simile scenario, francamente mi vengono i brividi. Capisco che per gente come la cara Hillary Clinton la cosa rappresenterebbe la realizzazione dei sogni più segreti, ma ziokan, la storia dovrebbe pur insegnare qualcosa (i macroscopici errori di Versailles non ci fanno ricordare niente?).
A me importasega (cit. conte Mascetti) di quello che succede da quelle parti e di quale fine faccia la carriera politica del caro zio Vladimir, a condizione che ciò che succederà non si riveli disastroso PER ME nel breve/medio/lungo periodo a causa di un cambio di regime attuato senza predisporre una alternativa credibile.
Perché un conto è il puro e semplice cambio dello zar o presunto tale, e ben altro conto è l'azzeramento di tutto il regime e la possibile deriva russa verso i "torbidi" di cui parla proprio il Col. Stirpe.

Bergoglio non sembra a te un fiancheggiatore russo, a me invece sì. Circa quello che ci piace o meno, facciamo pace con noi stessi, ci sono cose che sono indipendenti dalla nostra volontà. 35 anni fa, ai primi scricchiolii dellì'URSS, dissi che era un errore far disgregare l'Unione. Presi mdel cretino, del fascio, del vetero comunista... ed avevo ragione. Oggi può darsi abbia ragione tu, e la nuova disgregazione della Federzazione Russa non porti nulla di buono, se non altro per il fatto che non si capisce bene chi dovrebbe custodire l'arsenale nucleare, ma se è scritto che la federazione collassi, collasserà.

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2 ore fa, Scagnetti ha scritto:

Il più recente contributo video di Stirpe su LiberiOltre:

 

Considerazione a latere: eventi mediatici come questo ci fanno percepire chiaramente quale sia la "qualità" della trattazione dell'argomento in questione da parte dei media generalisti.
Chiuso OT, alcuni punti sono particolarmente interessanti: attorno al minuto 29 viene sottolineata la necessità, per poter disporre di forze operativamente presentabili, di disporre del necessario equipaggiamento di base: il che ci fa tornare immediatamente in mente gli interrogativi che ci siamo già posti riguardo la reale possibilità per la Russia di reclutare, addestrare, equipaggiare e spedire al fronte i famosi 300000 riservisti.
Altro punto significativo, che collima con considerazioni già fatte da me e da altri in questa discussione, è la plausibilità dell'opzione nucleare russa, che si avvicina sempre più a zero.
Infine, la digressione storica riguardante la questione dell'ipotesi di un "dopo Putin" o di un Putin o chi per lui (inteso genericamente come autorità centrale) sempre più debole, chiarisce che all'orizzonte russo non si possono affatto escludere scenari da "signori della guerra" sulla scia di quanto avvenuto - come citato - al crepuscolo dell'Impero romano, ma anche, per rimanere in tempi più recenti, al periodo della decadenza dell'Impero cinese. Una roba da far tremare i polsi proprio in virtù dell'immenso potenziale nucleare tuttora presente sul territorio della federazione Russa, che NON DEVE cadere in mani inaffidabili.

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Quello del Crimean Bridge è un evento particolarmente significativo, non tanto per l'entità dei danni subiti e le conseguenze sull'immediato per quanto riguarda il flusso di rifornimenti verso la Crimea, flusso che se i danni non fossero così gravi potrebbe comunque essere ripristinato rapidamente, quanto piuttosto per il fatto che dimostra l'estrema vulnerabilità strategica della stessa Crimea in termini di connessione con il territorio continentale russo e ci fa comprendere, se mai ce ne sia ulteriore bisogno, l'importanza strategica per entrambi i contendenti del controllo della fascia costiera ucraina sul Mar d'Azov da Mariupol sino almeno al nodo ferroviario di Novooleksiivka.

Se i russi non riuscissero a consolidare permanentemente tale controllo, continuare a rifornire e quindi a difendere la Crimea diventerebbe impossibile se in futuro il cordone ombelicale rappresentato dal Crimean Bridge venisse definitivamente tagliato. E per quanto "duro" possa essere considerato un ponte, si tratta pur sempre di una infrastruttura statica virtualmente impossibile da difendere efficacemente e che quindi può essere attaccata e distrutta in diversi modi comportando come ovvia conseguenza il totale isolamento logistico terrestre della Crimea, a cui rimarrebbe solo la problematica e altrettanto inaffidabile opzione di ricevere rifornimenti esclusivamente via mare.

In soldoni: se la Russia vuole continuare a mantenere il possesso della Crimea, o si decide a chiedere la pace in fretta e furia per far cessare il pericolo di attacchi al Crimean Bridge, oppure deve resistere a ogni costo sulle coste del Mar d'Azov.

Considerazione a latere: come già visto nel caso dell'oleodotto Nord Stream, per un mondo interconnesso ed altamente industrializzato si dimostra ancora una volta la particolare vulnerabilità delle vie di comunicazione e di trasporto di merci e di informazione. Le pipelines (sia terreatri sia sottomarine) di fornitura di materie prime per la produzione energetica, le vie di comunicazione (strade, ponti, ferrovie, aeroporti e porti) e the last but not the least le infrastrutture di trasmissione dati (si pensi soltanto ai cavi sottomarini per le comunicazioni www) sono al momento da considerarsi obiettivi strategici primari che se disabilitati possono provocare danni gravissimi, ma che al contempo sono ancora virtualmente indifendibili in caso di conflitto. Forse, oggi come oggi, la guerra non è che sia una buona idea...

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Prima analisi a caldo di Stirpe: il TIR è stato fatto esplodere mentre sulla ferrovia passava un treno con vagoni imbottiti di carburante.

https://www.facebook.com/oriogiorgio.stirpe.5/posts/pfbid025coxZxfQfyx76Qxtt9oSWyXX3H1e5KGUYz2HXavciqP7hmFVNzn9x24PSBGhystFl

Al momento non si sbilancia su come un TIR imbottito di esplosivo sia riuscito a passare.

Diciamo che la realtà probabilmente è stata molto meno tecnologica e tanto bene il TIR non l'hanno controllato...

Qui abbiamo un'idea di quanto sia delicata (e ora menomata) la linea logistica della Crimea e dell'intero sud dell'Ucraina in mano ai russi.

 

Modificato da Flaggy
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