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Athens

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Obiettivi di Athens

Colonnello

Colonnello (7/11)

142

Reputazione Forum

  1. Interessante dettaglio: "penetrator warhed" Quindi, correggetemi se sbaglio, tipici target di riferimento sarebbero grossi ponti, dighe, bunker pesantemente protetti. Escludendo per ovvie ragioni le centrali nucleari e considerando che ogni JASSM non costa esattamente pochi spiccioli e quindi va usato contro obiettivi adeguatamente paganti, al netto di ogni wishful thinking relativo al bunker del Cremlino mi viene in mente un solo "grosso ponte"... staremo a vedere.
  2. Questa cosa che siano proprio i russi a prendere l'iniziativa per lo scambio dei prigionieri mi pare curiosa. Secondo logica, vista la scarsità di uomini a Kiev, Mosca non dovrebbe avere particolare interesse nel far tornare in Ucraina persone presumibilmente reimpiegabili in combattimento al solo fine di riavere indietro materiale umano di cui in Russia al momento non si lamenta la mancanza.
  3. C'è da capire quanto la decisione di reagire alla penetrazione ucraina a Kursk dichiarando una nuova "operazione antiterroristica speciale" e mettendo l'FSB a capo delle operazioni sia dovuta esclusivamente a ragioni di carattere propagandistico tese a propinare all'opinione pubblica interna una narrazione che descriva il tutto come una infiltrazione di bande di terroristi, oppure se sotto sotto vi sia anche una vera e propria perdita di fiducia nelle forze armate - e perché no, anche nei loro vertici. In fin dei conti FSB e Rosgvardija non è che siano il massimo dell'operatività come truppe di prima linea, quindi devono esserci ragioni alquanto serie nella scelta di mandare in campo personale che sembra più adatto a operazione di OP (o al massimo di counter-insurgency) piuttosto che a confrontarsi con i cagnacci ucraini.
  4. Capitini, in questa lunga live, esprime il parere che l'attacco a Kursk sia stato preparato e condotto attingendo alle riserve strategiche ucraine. Pur apprezzando i risultati particolarmente eclatanti dell'incursione in territorio russo e la riuscita della sorpresa tattica, considera la mossa ucraina particolarmente rischiosa proprio per la scelta - probabilmente obbligata per mancanza di alternative - di utilizzare le riserve, che se da parte della reazione russa venissero sottoposte a grave attrito o persino intrappolate in una sacca prima di potersi ritirare, trasformerebbero una bella vittoria mediatica e politica in un disastro di proporzioni strategiche. Non riesco a dargli torto e spero che Budanov e Sirsky abbiano la saggezza e il buon senso di mollare l'osso al momento giusto e di richiamare in patria le loro preziose brigate prima che la reazione russa possa concretizzarsi.
  5. Stirpe, con tutta la prudenza del caso, prende atto che gli ucraini hanno finora pianificato e condotto l'operazione dimostrando apprezzabili capacità di manovra e di proiezione con assetti meccanizzati di livello superiore alla compagnia. Questa incursione è sicuramente riuscita dal punto di vista propagandistico e in fin dei conti anche politico: i russi hanno dovuto dichiarare lo stato di emergenza e al Cremlino sembra essere arrivato chiaro e forte il messaggio "abbiamo dimostrato che possiamo varcare i vostri confini dove e quando vogliamo, non siete in grado di ostacolare le nostre incursioni, quindi state certi che ve ne saranno altre: d'ora in poi dormite molto preoccupati". La Russia quindi ha una nuova gatta da pelare. Le conseguenze di questa consapevolezza potrebbero andare ben oltre l'aspetto della propaganda rivoltas al popolino di entrambe le parti. E' anche interessante notare che a Occidente nessuna delle diplomazie ha ufficialmente battuto ciglio di fronte all'iniziativa ucraina. Ovviamente i retroscena non li sapremo mai, ma tant'è.
  6. E' ormai dalla primavera del 2023, cioè da quando gli ucraini hanno strombazzato in lungo e in largo la "grande controffensiva" poi sostanzialmente nemmeno partita, che il contesto mediatico di questa SEMBRA essere diventato un fattore preminente rispetto a logica strategica e buon senso politico. A dire il vero, già con l'epopea di Mariupol e della resistenza di Azovstal abbiamo visto le prime avvisaglie di questa tendenza, poi confermatasi con la lunga e sanguinosa battaglia di Bakhmut, obiettivo totalmente privo di valore operativo o strategico e forse anche tattico. A Kyiv hanno (presumibilmente) un assoluto bisogno di evitare la diffusione del pessimismo e il pericolo del crollo del morale nella popolazione, e a Mosca hanno (sicuramente) la necessità di evitare che l'opinone pubblica percepisca nella sua reale e apocalittica gravità il disastro militare provocato dalla scellerata conduzione delle operazioni belliche da parte del Cremlino. Anche i successi (per modo di dire) ottenuto sul campo dalle scassatissime armate del caro zio Vladimir non possono essere oggetto di narrazione particolarmente trionfalistica da parte dei propagandisti del regime, perché poi costoro dovrebbero anche spiegare al popolino, se veramente tutto va ben madama la marchesa, per quale misteriosa ragione sono già passati più di due anni e i cosacchi non sono ancora arrivati ad abbeverare i loro destrieri nelle fontane di Kyiv. Tutto questo, in ogni caso, non ha nulla a che fare con la strategia militare. Faccio quindi molta fatica a fare previsioni di qualsiasi tipo. I dati di fatto ci raccontano che se in Occidente non si vuole la vittoria russa, non si vuole nemmeno la sconfitta del caro zio Vladimir per paura del salto nel buio conseguente a una sua eventuale dipartita politica, e questa contraddizione di termini è forse l'aspetto più deleterio e pericoloso della questione.
  7. Se è vero, anche Mosca è al fondo del barile dal punto di vista delle risorse umane. Siamo alla follia. Una roba del genere si vide, a tratti, solo nella disperata Germania degli ultimi mesi della WWII, ma lì si rastrellava di tutto e di più solo per cercare di resistere alle orde sovietiche.
  8. Considerazioni molto condivisibili in entrambi gli articolo sopra linkati, ma all'atto pratico resta da vedere PER FARE COSA verranno utilizzati gli F-16. In ruolo di difesa aerea come "vice Patriot", per abbattere i missili cruise e ipersonici russi? Strike su obiettivi paganti nei territori posti al di fuori del raggio di azione di Storm Shadow e Himars? CAP per fare il tiro al piccione contro i Su-25 e i MI-28 russi? Chissà cos'altro? E come potranno evitare di fare essi stessi da bersaglio ai missili AA a lunga portata dei Su-35 o anche dei MiG-31 russi, meglio di quanto gli ucraini stessi non abbiano già fatto con i loro Mig-29 e Su-27? Mi metto comodo...
  9. Il dato oggettivo politicamente rilevante è che la gran parte delle perdite russe, sia navali che aeree, non sono industrialmente rimpiazzabili perché costituite da mezzi ormai fuori produzione e quindi, anche se non hanno effetti immediati sul teatro ucraino, comportano un degrado sempre maggiore e ben difficilmente recuperabile delle capacità operative delle forze armate russe. I cantieri navali russi sono allo sbando, e dubito seriamente che l'industria aeronautica sia in grado di produrre velivoli di ultima generazione in quantità tale da ripianare, se non numericamente, almeno funzionalmente questo gap. Tutto questo avviene con investimenti e costi, da parte occidentale, sostanzialmente marginali. Se non fosse per il fatto che ad andarci di mezzo sono gli ucraini, a cui va tutta la nostra umana solidarietà, ci si dovrebbe augurare che questa guerra duri ancora per tutto il tempo necessario, cioè sino al crollo definitivo del sistema economico e industriale russo.
  10. Secondo il Sole 24 Ore (al li là dello strafalcione sul numero dei membri dell'equipaggio), al caro zio Vladimir oggi manca un Havoc in più.
  11. Se parliamo SOLO di "organico umano" e ci limitiamo SOLO al'aspetto quantitativo, pare effettivamente che i russi riescano a ripianare le perdite. Su tutto il resto invece la situazione peggiora progressivamente. Le nuove reclute mancano dell'esperienza dei veterani professionisti caduti durante questi due anni e passa, e non possono sostituirne le capacità, il che è un grosso problema. Questo naturalmente vale anche per gli ucraini, ma la differenza è che Kiev bene o male possiede un sistema addestrativo che invece manca ai russi. Inoltre, i ruoli che richiedono una formazione di carattere specialistico possono essere supportati dai consiglieri NATO in Ucraina o in Europa. Il caro zio Vladimir, dove dovrebbe mandarli, i suoi? In Corea del Nord? Dal punto di vista dei sistemi d'arma, anche qui la differenza fra le potenzialità ucraine e russe è netta: Kiev manda a esaurimento il materiale ex sovietico le cui linee di produzione non sono più disponibili e lo sostituisce progressivamente con sistemi di provenienza occidentale (di qualità nettamente superiore a quelli russi) la cui disponibilità dipende esclusivamente dalla volontà politica americana ed europea di continuare a fornirli. Mosca invece deve fare quasi tutto da sé, sfruttando al limite il suo aistema industriale e cercando peraltro di aggirare le sanzioni, cosa non sempre possibile, non sempre facile e non sempre a buon mercato, e il livello qualitativo dei suoi sistemi d'arma resta (quando va bene) quello del febbraio 2022 e non è suscettibile di miglioramenti. Dal punto di vista finanziario, sappiamo che Kiev è chiaramente già in default da tempo ma che per l'Ucraina questo è il minore dei problemi visto che - contrariamente alla fornitura di armi - l'Occidente non si fa remore nel continuare ad aprire generosamente il borsellino, anche perché l'economia euroatlantica è nel suo complesso perfettamente in grado di sostenere tale impegno senza subire destabilizzazioni di breve o lungo periodo: non si può dire lo stesso della Russia, la cui situazione economica è in inesorabile deterioramento in tutti i kpi. L'economia "di guerra" è un cancro che divora dall'interno le risorse di una nazione impoverendola progressivamenrte, il rublo non vale più nulla e non è più accettato nelle transazioni internazionali, il prezzo delle materie prime di cui la Russia è ricca non lo fa più il venditore (Mosca) ma gli acquirenti (Pechino e Nuova Delhi), e così via... Alla fine, se proprio dovessi essere costretto col coltello alla gola a scegliere fra andare a vivere a Mosca o Kiev, non ci starei a pensare due volte.
  12. Impressionante. La rassegna dei reparti ha visto sfilare unità che sembravano tutte composte da cadetti presi dalle accademie. Un solo mezzo corazzato: il solito T34/85 "storico" attorniato da una pletora di VTT ruotati. Niente T-14, niente T-72/80/90, niente BTR, niente di niente. Per aria, una formazione mista di Su-27 e Mig-29, e qualche Su-25. Niente Su-57, nemmeno uno straccio di elicottero, AWACS nemmeno a parlarne. Nient'altro. Insomma, siamo al fondo del barile.
  13. Sarebbe molto strano, se fosse vero, anche perché la Francia ha ufficialmentre partecipato alla cerimonia di insediamenti del caro zio Vldimir insieme ai rappresentanti di Ungheria (e figuriamoci), Slovacchia, Grecia, Malta e Cipro, mentre gli USA e gli altri paesi UE hanno opportunamente dato forfait. https://it.euronews.com/2024/05/07/russia-insediamento-putin-il-primo-dopo-la-guerra-presenti-i-rappresentanti-di-6-paesi-ue
  14. Il fatto che anche la Giordania si sia data da fare tirando giù qualche vettore iraniano che passava sopra il proprio spazio aereo è politicamente alquanto significativo, trattandosi pur sempre di una nazione araba che avrebbe semplicemente potuto limitarsi a ignorare quei sorvoli sapendo benissimo che non erano destinati a colpire il suo territorio. Invece Amman non ha voltato la testa dall'altra parte, e questo sembra più un messaggio per Tel Aviv piuttosto che per Teheran. Per quanto riguarda invece la "vendetta" (si, vabbé...) iraniana, direi che l'obiettivo iraniano era di carattere esclusivamente propagandistico, rivolto sia alla propria opinione interna che a quella mediorientale: dopo aver strombazzato in lungo e in largo che lo "sfregio" di Damasco non sarebbe rimasto impunito, Teheran DOVEVA reagire in qualche modo e questa volta, per non perdere la faccia, DOVEVA farlo direttamente, cioè senza servirsi del solito Hezbollah. Adesso infatti fanno la ruota e gonfiano i muscoli davanti al popolino (che apprezza entusiasta agitando bandiere e striscioni...) affermando che "missione compiuta". Una "missione" alquanto telefonata, condotta esclusivamente per dare spettacolo. Insomma, niente di serio. Sembra un gioco delle parti, una recita a cui fanno finta di credere anche i media e le cancellerie occidentali. La variabile impazzita però sembra continuare a essere Nethanyahu, che secondo logoca e buon senso dovrebbe recitare anche lui la sua parte e accontentarsi di promettere generiche ritorsioni "in futuro", lasciando che si calmino le acque e che i riflettori tornino a rivolgersi altrove. Ma su questo non ci giurerei.
  15. Sono logicamente plausibili entrambe le ipotesi. In merito alla fornitura agli ucraini di vettori a lungo raggio capaci di colpire in profondità il terreno russo, gli analisti più accreditati (se non sbaglio, Stirpe in primis) hanno sempre sostenuto l'importanza di evitare di trasformare il conflitto in una questione di orgoglio e di sicurezza nazionale per i russi, poiché questo non farebbe altro che compattare il consenso popolare verso il regime. Compiere atti di sabotaggio/incursione in territorio russo proprio nell'imminenza delle elezioni comporterebbe lo stesso identico rischio e potrebbe rinsaldare anziché diluire l'appoggio popolare al caro zio Vladimir, se tali episodi fossero presentati dalla propaganda di regime come un grave affronto all'onor patrio. D'altro canto, è anche ero che un simile affronto rappresenterebbe uno schiaffo non indifferente e forse intollerabile al prestigio sia interno che internazionale di Putin, e avrei dubbi sul fatto che il rapporto costo/beneficio di una simile maskirovka sarebbe soddisfacente per il Cremlino. Certo, un altro "colpo grosso" come l'affondamento del Moskva sarebbe molto meglio, ma tutto sommato per gli ucraini ogni occasione è buona nella guerra della propaganda.
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