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Mozione su stanziamenti per la Difesa e blocco programma aerei F-35 JSF


matteo16

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17:27 - mercoledì

 

(WAPA) - "La Camera, premesso che:

 

il problema della spesa militare italiana, diventa ancor più di primaria importanza se inserito nello scenario della crisi finanziaria internazionale che ha rimesso in discussione il ruolo della spesa pubblica nei Paesi dell'Unione europea e dell'area Euro. In questo contesto anche Governi di centro-destra non hanno esitato ad intervenire sulla riduzione delle spese militari;

 

tutto questo mentre in Italia le proposte del Governo mirate a ridurre la spesa pubblica contemplano tagli al sociale, alla scuola, alle imprese, alla ricerca, alla giustizia e a ogni cosa di cui un mese dovrebbe avere cura senza preoccuparsi minimamente dei tagli alle spese militari;

 

le manovre del Governo non hanno mai messo in discussione la struttura del sistema difesa e sicurezza, che riesce a superare la scure dei tagli con meno danni di altri;

 

con i due decreti emessi tra luglio e settembre (decreto-legge n. 98 del 2011, convertito dalla legge n. 111 del 2011 e decreto-legge 13 agosto 2011 n. 138, convertito dalla legge n. 148 del 2011) la manovra complessiva ha raggiunto quasi i 60 miliardi di Euro, di correzione del saldo a regime nel 2014;

 

il Parlamento è in procinto di vagliare la nuova manovra anti-crisi del Governo, nella quale non si prevede alcun provvedimento che vada in tal senso;

 

i settori maggiormente penalizzati sono sempre le politiche sociali, la sanità e le politiche industriali a sostegno delle piccole e medie imprese;

 

è stato presentato recentemente uno studio del Forum Ania-Consumatori in collaborazione con l'Università di Milano dal quale emerge come siano notevolmente peggiorate soprattutto le condizioni di vita dei bambini e dei minori che pagano il prezzo più alto della crisi. Sono 10 milioni 229 mila i minori in Italia, il 16,9 del totale della popolazione: uno su cinque (24,4 per cento) è a rischio povertà, il 18,3 per cento vive in povertà (1.876.000 minori, in famiglie che hanno una capacità di spesa per consumi sotto la media), il 18,3 è per cento in condizione di deprivazione materiale e il 6,5 per cento (653.000 ragazzi), è in condizione di povertà assoluta, privo dei beni essenziali per il conseguimento di uno standard di vita minimamente accettabile;

 

anche 'Save the children' nel secondo 'Atlante dell'infanzia a rischio' dichiara che dal 2008 ad oggi sono proprio le famiglie con minori ad aver pagato il prezzo più alto della recessione mondiale: negli ultimi anni la percentuale delle famiglie a basso reddito con un minore è aumentata dell'1,8 per cento e tre volte tanto (5,7 per cento quella di chi ha due o più figli;

 

con la crisi economica che ha toccato tutti i settori e ha ridotto in maniera drastica la qualità della vita di tutti i cittadini, le famiglie ed in particolare i minori hanno subito maggiormente le conseguenze con maggiori e gravi difficoltà ad andare avanti;

 

ad oggi l'Italia investe in maniera residuale e poco incisiva sulle politiche sociali ed in particolare sulle famiglie, aspetto che invece dovrebbe essere al primo posto nell'agenda di ogni Governo che punti ad un reale rilancio dell'economia e del Paese. Il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli record e le piccole e medie imprese sono al collasso;

 

in tale contesto l'Italia è l'ottavo Paese al mondo per spese militari, con 20.556,9 milioni di Euro per il 2010, con un incremento per il 2011, a causa dei fondi destinati agli acquisti per i nuovi armamenti, dell'8,4 per cento pari a quasi 3 miliardi e mezzo di Euro, ovvero 266 milioni in più rispetto al 2010. Le spese per l'esercizio, invece, hanno visto una riduzione del 18 per cento rispetto al precedente esercizio finanziario, e sono destinate alla formazione ed all'addestramento, alla manutenzione ed all'efficienza di armi, ai mezzi ed alle infrastrutture, al mantenimento delle scorte ed, in generale, alla capacità ed alla prontezza operativa dello strumento militare;

 

vanno poi aggiunti i circa 3 miliardi di Euro provenienti dai bilanci di altri ministeri che prevedono aperte finalità militari. Il ministero dell'Economia e delle Finanze stanzia 754,3 milioni di Euro per il fondo di riserva per le spese derivanti dalla proroga delle missioni internazionali di pace, il ministero dello Sviluppo Economico stanzia 1483 milioni di Euro destinati ad interventi agevolativi per il settore aeronautico, 510 milioni di Euro destinati ad interventi per lo sviluppo e l'acquisizione delle unità navali della classe Fremm (fregata europea multimissione) e una percentuale ormai altissima del budget del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca viene destinata a progetti in ambito spaziale e satellitare delle forze armate;

 

la nota aggiuntiva di previsione per la difesa per l'anno 2012 stanzia 21.342,0 milioni di Euro;

 

dal punto di vista dell'attività produttiva in Italia, il settore è in piena espansione con un fatturato record da 3,7 miliardi di Euro, alla fine del 2008; come si è appreso lo scorso anno, l'Italia ha superato la Russia, divenendo il secondo esportatore mondiale di armamenti, dopo gli Stati Uniti. E proprio l'export militare italiano è divenuto un settore estremamente complesso e delicato con forti interessi da parte di banche e industrie belliche e armiere inversamente proporzionali ai controlli e alla trasparenza che vengono sempre meno e che invece necessitano di un maggiore rafforzamento;

 

la recente legge di stabilità ha confermato, inoltre, la cosiddetta mini naja con uno stanziamento di 7,5 milioni di Euro per il 2012 e di un milione di Euro per il 2013. Il corso di formazione ha il compito di trasmettere e rafforzare nei giovani i valori presenti all'interno delle forze armate. Un progetto ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo inutile che in questo momento storico non ha alcun motivo di essere finanziato;

 

sul bilancio dello Stato, al momento, incombono ben 71 programmi di ammodernamento e riconfigurazione di sistemi d'arma, che ipotecano la spesa bellica da qui al 2026;

 

da un lato c'è un comparto già fortemente penalizzato dal punto di vista dei tagli alle risorse, degli stipendi del personale, della formazione, dell'addestramento, dell'esercizio, dall'altro non c'è il minimo intento di diminuire le ingenti spese militari, bensì, persiste ancora l'inutile e costosissimo programma per l'acquisto di 131 aerei cacciabombardieri F-35-Jsf;

 

il tema in questione è fortemente sentito dall'opinione pubblica che vede nell'aumento dell'investimento in armi uno dei principali ostacoli allo sviluppo economico e sociale del Paese, al punto che il 19 maggio 2009 inizia la campagna 'Caccia al caccia. Diciamo No agli F-35', il 24 novembre 2010 durante il convegno 'Volano gli aerei o i costi?' per la prima volta il ministero della Difesa ammette ufficialmente che sono sorti dei dubbi sull'acquisto di tutti i caccia previsti, il 12 aprile 2011 i promotori della campagna scrivono ai presidenti di gruppo della Camera chiedendo una discussione in merito al progetto F-35 e il 21 settembre 2011 parte la seconda fase della campagna, denominata ora 'Taglia le ali alle armi'. Nella prima fase sono state raccolte 19.900 adesioni on-line, 16.000 firme cartacee e 388 adesioni di organizzazioni. Molti Paesi hanno rinunciato a tale programma e gli stessi Usa hanno tagliato drasticamente le spese militari;

 

il 13 novembre 2011 le tre organizzazioni 'Rete Disarmo', 'Sbilanciamoci 'e 'Tavola della pace' hanno rinnovato l'invito al Governo affinché accolga e porti avanti concretamente le richieste della società civile in tema di difesa e di scelte militari;

 

ai conti attuali l'acquisto dei 131 aerei F-35/Jsf, comporterebbe per l'Italia una spesa di oltre 18 miliardi di Euro, a cui bisognerebbe aggiungere i costi dei propulsori;

 

occorre, altresì, cambiare il rapporto tra difesa e industria per evitare che gli interessi personali ed economici si sovrappongano in maniera deleteria ai reali interessi del comparto e del Paese;

 

è evidente e sempre più urgente l'esigenza di una nuova revisione dell'amministrazione della difesa e dello stesso 'Modello di difesa' che dovrebbe concentrarsi essenzialmente sull'acquisto di tecnologie e mezzi atti più a garantire la sicurezza dei nostri soldati nelle missioni all'estero che l'acquisizione di armamenti atti all'offesa. Un modello di difesa incentrato sulla formazione e sull'addestramento dei nostri soldati;

 

le gravi carenze di bilancio e l'assenza di un chiaro dibattito pubblico sulle opzioni realmente aperte in questa direzione rendono il tutto decisamente più complesso;

 

mancano, tra l'altro, in Italia la volontà o la capacità di affrontare congiuntamente, almeno sul piano dell'analisi, i complessi problemi, tra loro correlati, del settore della sicurezza e di quello della difesa, e la nuova, essenziale dimensione delle operazioni miste civili-militari, che invece stanno assumendo una rilevanza sempre maggiore a livello comune europeo ed atlantico;

 

il rischio è quindi di disporre di armi nuove e sofisticate, ma di non avere le risorse per gestirle; mancano, ad esempio, i fondi per riparare i mezzi, danneggiati in Afghanistan e il carburante per i jet e le navi, inclusa la nuova portaerei 'Cavour';

 

l'Italia deve prepararsi ad affrontare nuove sfide e nuovi costi. È un processo già iniziato senza essere accompagnato da un vero e ampio dibattito politico interno che coinvolga pienamente del Parlamento e consenta la fondazione di uno stabile consenso, premessa necessaria per una mobilitazione delle risorse necessarie;

 

occorre un dibattito aperto a tutte le voci della società, e non ad una campagna propagandistica e manipolatoria, un dibattito che restituisca al Parlamento la sua centralità costituzionale;

 

bisogna condividere una visione realistica della politica. Ed applicare anche a questo settore della spesa pubblica, gli stessi criteri che si pretende di imporre a tutti gli altri ambiti essenziali dello Stato, come la salute e l'istruzione. Tutta la spesa pubblica è sotto esame ed è giusto che lo sia anche la spesa militare. Si discute di riforma delle pensioni, della scuola, della sanità e di mille altri settori strategici della nostra vita. È giusto (e indispensabile) che si discuta anche della riforma delle Forze Armate come accade in tutti i Paesi democratici;

 

l'opinione pubblica è attiva e coinvolta in maniera massiccia in campagne di informazione tutte finalizzate alla richiesta di riduzione delle ingenti risorse stanziate per gli armamenti. Tanti sono gli appelli e migliaia sono le firme dei cittadini e non è accettabile che il Governo non ne tenga conto;

 

il 7 luglio 2010 si è conclusa la discussione congiunta di 6 mozioni concernenti una migliore qualità e razionalizzazione della spesa militare. Nello specifico, la mozione 1-00403, ha impegnato il Governo:

 

a dare la piena disponibilità per un approfondito confronto in sede parlamentare sul nuovo modello di difesa; a proseguire il lavoro per una migliore qualità e di una razionalizzazione della spesa militare, accentuando la dimensione interforze dello strumento militare a livello nazionale e realizzando le migliori sinergie nel settore industriale e negli asset operativi a livello europeo, soprattutto nell'ottica della nascente difesa europea;

 

ad avviare una profonda revisione del sistema difesa, soprattutto attraverso una necessaria e urgente operazione di efficientamento e riorganizzazione di tutto l'apparato militare;

 

l'auspicio di tutti i presentatori era di sensibilizzare il Governo e spostare l'attenzione nella direzione di avviare un cambiamento sostanziale nella gestione di tali risorse, ma gli impegni assunti sono tuttora disattesi;

 

occorre dare risposte concrete e segnali forti ai cittadini e alle Forze armate sempre più abbandonate a se stesse, senza risorse e senza formazione e garantire che finalmente la difesa unitamente al welfare tornino ad essere al centro della vita democratica e siano gestite con consapevolezza da parte dello Stato;

 

è necessario attivare un virtuoso investimento in termini di riqualificazione, addestramento e formazione del personale del comparto e avviare un percorso che punti a finanziamenti selettivi attraverso i quali si definiscano le priorità e le reali necessità del comparto. È necessario investire minori risorse e meglio mirate al fine di portare l'Italia in linea con gli altri Paesi europei e non solo,

 

impegna il Governo:

 

ad assumere iniziative volte a bloccare, in via definitiva, il programma per la produzione e l'acquisto dei 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighter ed a valutare la reale possibilità di utilizzare tali risorse per il rilancio dell'economia e il sostegno all'occupazione giovanile;

 

ad assumere iniziative volte a cancellare i finanziamenti previsti per il 2012 per la produzione dei 4 sommergibili Fremm, dei cacciabombardieri F-35, delle due fregate 'Orizzonte' con un risparmio previsto intorno ai 783 milioni di Euro;

 

a rivalutare ed a ridimensionare gli accordi, tra il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ed il ministero della Difesa al fine di reperire le necessarie risorse da destinare per la copertura delle borse di studio per tutti gli idonei durante l'anno accademico 2011-2012 e per gli anni accademici successivi;

 

a bloccare in via definitiva il progetto della mini naja 'Vivi le Forze armate' con un risparmio immediato da destinare alle politiche sociali, con particolare riferimento alle famiglie e ai minori che vivono in condizioni di povertà;

 

ad assumere iniziative finalizzate a rivedere gli stanziamenti che interessano la difesa presenti nello stato di previsione del ministero dello Sviluppo Economico, comparto strategico e fondamentale per il reale rilancio dell'economia e del Paese, valutando la possibilità dell'impiego di tali risorse in ambiti di maggiore urgenza e necessità;

 

a rivedere il quadro complessivo delle spese militari prevedendo una razionalizzazione delle risorse e destinando parte di esse, stanziate per armamenti, alla formazione, addestramento e riqualificazione del personale del comparto". (1-00781)

 

Di Stanislao, Di Pietro, Donadi (Avionews)

 

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Modificato da matteo16
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ad assumere iniziative volte a cancellare i finanziamenti previsti per il 2012 per la produzione dei 4 sommergibili Fremm, dei cacciabombardieri F-35, delle due fregate 'Orizzonte' con un risparmio previsto intorno ai 783 milioni di Euro;

Almeno sapessero di cosa stanno parlando .... :D

 

P.S. .... Quali due fregate 'Orizzonte' ? .... oltre alle due già in servizio .... non mi pare se ne prevedano altre ....

Modificato da TT-1 Pinto
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Almeno sapessero di cosa stanno parlando .... :D

 

P.S. .... Quali due fregate 'Orizzonte' ? .... oltre alle due già in servizio .... non mi pare se ne prevedano altre ....

mi pare di aver letto su rid che sono previste altre 2 fregate di tipo orizzonte in configurazione antiaerea, domani controllo....

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Linko un articolo che, pur sommariamente, dà un'idea di quanto "pesi" la voce Difesa nel bilancio italiano http://epistemes.org/2011/12/16/pochi-risparmi-dalla-difesa/

 

In estrema sintesi può essere sufficiente citare questo

Depurata dalla componente “personale” la spesa militare italiana è quindi pari a circa lo 0,50% del Pil

 

Naturalmente sono cifre da verificare, ma mi paiono abbastanza attendibili.

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Penso che il programma F-35 non vada messo assolutamente in discussione nel suo complesso(se non altro perchè ci siamo assicurati la FACO a Cameri...)

 

Si può invece ragionare su un paio di cose:

1)Ne servono veramente 131?? (levati i 22 alla MM che sono il numero giusto vuol dire che l'AMI se ne prende 109)

 

2)All'AMI serve veramente la versione F-35B?

Ricordiamo è più costosa di circa il 30% nonchè più complessa e probabilmente più costosa da mantenere a lungo termine.

Io ho sempre pensato che fosse un capriccio dato dal sempre vivo desiderio dell'AMI di inglobare sotto di se il Gruppo Aerei Imbarcati dell'MM...

Vi è secondo voi una reale valenza ed esigenza operativa? (Ricordandoci che oltre a noi ci sarebbero solo i Marines USA con gli F-35B e loro certo hanno esigenze operative molto più specifiche)

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Penso che il programma F-35 non vada messo assolutamente in discussione nel suo complesso(se non altro perchè ci siamo assicurati la FACO a Cameri...)

 

Si può invece ragionare su un paio di cose:

1)Ne servono veramente 131?? (levati i 22 alla MM che sono il numero giusto vuol dire che l'AMI se ne prende 109)

 

2)All'AMI serve veramente la versione F-35B?

Ricordiamo è più costosa di circa il 30% nonchè più complessa e probabilmente più costosa da mantenere a lungo termine.

Io ho sempre pensato che fosse un capriccio dato dal sempre vivo desiderio dell'AMI di inglobare sotto di se il Gruppo Aerei Imbarcati dell'MM...

Vi è secondo voi una reale valenza ed esigenza operativa? (Ricordandoci che oltre a noi ci sarebbero solo i Marines USA con gli F-35B e loro certo hanno esigenze operative molto più specifiche)

Sono d'accordo con te sull'F35B per l'AM ed in effetti sembra,dalle parole del CSMA in una recente intervista su Aeronautica e Difesa,che l'acquisizione del B sia messa in discussione o quantomeno oggetto di valutazione tanto che i primi F35 saranno A invece della versione B come invece previsto.Quanto al numero credo che non si possa andare sotto una certa soglia e che comunque gli stati maggiori sparano sempre alto sapendo che in realtà otteranno molto meno.

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17:27 - mercoledì

 

(WAPA) - "La Camera, premesso che:

 

...

impegna il Governo:

 

ad assumere iniziative volte a bloccare, in via definitiva, il programma per la produzione e l'acquisto dei 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighter ed a valutare la reale possibilità di utilizzare tali risorse per il rilancio dell'economia e il sostegno all'occupazione giovanile;

 

ad assumere iniziative volte a cancellare i finanziamenti previsti per il 2012 per la produzione dei 4 sommergibili Fremm, dei cacciabombardieri F-35, delle due fregate 'Orizzonte' con un risparmio previsto intorno ai 783 milioni di Euro;

 

...

(Avionews)

 

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si potrebbe domandare a lor signori (intendo Di Stanislao, Di Pietro, Donadi) un parere circa il seguente ragionamento:

Se pensiamo che la guerra tra Stati faccia parte della storia, allora l’F-35 non ci serve. Se pensiamo che la crescita militare di Cina, Iran o Russia rappresenti una possibile minaccia per il futuro, allora un programma come l’F-35 può avere una sua ragion d’essere.

 

eventuali tagli ad un settore particolare qual'è la difesa devono essere ragionati e programmati sulla base di indirizzi di medio lungo periodo: operare tagli rincorrendo le emergenze di bilancio ci penalizza in investimenti, addestramento e status internazionale (dove per status intendo essere reputati una nazione attendibile, in grado di assumersi responsabilità, di essere parte di un'alleanza militare come paese di rilievo).

Non dimentichiamo inoltre che la nostra politica estera è principalmente basata sulle missioni militari internazionali: operare secondo le indicazioni dei sigg.ri Di Stanislao, Di Pietro, Donadi, significherebbe rendere incerto per il futuro il ruolo dell'Italia nel mondo. Il nostro paese sarebbe relegato ad un ruolo di potenza regionale medio-piccola di secondo livello e tutte le decisioni assunte in consessi internazionali (incluse quelle che ci riguardano direttamente) passerebbero sopra le nostre teste.

 

Sul fatto di ridurne il numero propongo questa opinione

L’Italia comprerà 131 velivoli. Qualcuno potrebbe obiettare che sono tanti. Vanno fatte due considerazioni.

 

In primo luogo, l’Italia deve sostituire i suoi Tornado, i suoi Harrier, etc. Anche se cancelliamo l’F-35, dovremo dotare le nostre Forze Armate di mezzi per l’attacco al suolo avanzati. L’F-35 è la scelta migliore, da un punto di vista tecnologico. Anche se facciamo una scelta diversa, qualcosa va acquistato. A meno, ovviamente, di fare una scelta radicale di disarmo, che andrebbe argomentata al di fuori di manovre economiche contintengenti.

 

In secondo luogo, va considerato che, in termini di pianificazione militare, ogni flotta va divisa in tre gruppi: operazioni, manutenzione e addestramento. L’F-35 vola a oltre 1.500 km l’ora, monta sensori sofisticati, e incorpora oltre 10.000 km di cavi. Come l’auto va portata a cambiare l’olio, così gli aerei devono andare in manutenzione. Viste le sollecitazioni esterne (climatiche, fisiche, etc.), è chiaro che i tempi sono lunghi. Parimenti, un pilota ha bisogno di volare su un mezzo per conoscerlo a fondo. Gli addestratori di terra o di aria non sono sufficienti. Poichè abbiamo più di 40 piloti, questi devono ruotare sui mezzi disponibili. Ecco che da 131 mezzi totali che acquisteremo, quelli operativi sono circa una quarantina. Non è una cifra impressionante, specie se pensiamo di poterne aver bisogno come accadde nel 1991 in Iraq, nel 1999 in Kossovo o quest’anno in Libia.

 

ecco poi l'articolo da dove ho reperito le citazioni http://epistemes.org/2011/12/12/ragioniamo-sullf-35/

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Tagli al settore difesa.

Dichiarazioni del neo Ministro Di Paola tratte da un articolo http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/435169/

 

- diminuzione uomini in servizio da 190.000 a 150.000

 

- tagli ad investimenti in armamenti (quali?)

 

- tagli ad investimenti in infrastrutture (quali?)

 

gli impegni internazionali saranno onorati:

«Continueremo con l’operatività negli impegni internazionali che il Paese ha assunto: Afghanistan, Libano, dove a fine gennaio l’Italia su richiesta dell’Onu assumerà il comando di Unifil, ed il Kosovo, dove la situazione è meno brillante di quanto si pensava». Dall’Iraq, invece, gli ultimi 70 italiani vanno via oggi. «Siamo lì con la Nato - dice ancora Di Paola - e l’Alleanza ha deciso la conclusione della missione il 31 dicembre prossimo: vale quindi anche per l’Italia»

 

Alcune incongruenze:

 

- in Italia abbiamo 425 generali per 190.000 effettivi, mentre negli USA i generali sono 900 con 1.400.000 effettivi;

 

- il rapporto generali/effettivi è di 1 generale ogni 450 effettivi circa in Italia --- negli USA il rapporto generali/effettivi è di 1 generale ogni 1500 effettivi;

 

- la tendenza per il numero degli alti ufficiali è in diminuzione (in UK si parla di 700 tagli di alti ufficiali);

 

- elevato numero di sottufficiali in servizio(retaggio della leva obbligatoria);

 

- mancanza di ricambio generazionale con l'inserimento di effettivi giovani (con conseguente innalzamento dell'età media dell'esercito).

 

Naturalmente i militari (di qualsiasi grado e livello) meritano rispetto, ma se vi è un settore della difesa in cui è prioritario intervenire (nel senso di ridimensionare) è quello del personale, segnatamente nel numero di ufficiali e sottufficiali.

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  • 2 settimane dopo...

Se dovessero iniziare a tagliare su qualcosa iniziassero dalle auto blu visto che 'l'italia è al primo posto per numero ! In italia ci sono circa 500000 auto blu!! E secondi a noi ci sono gli usa con 90000 auto!! Se invece di averne mezzo milione ne avessimo il numero giusto forse ci sarebbero piu fondi per tutto!!

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Sarebbe fantastico. Partecipare allo sviluppo, ottenere di avere nel proprio paese l'unico stabilimento di produzione fuori dagli USA, programmare i piani di aeronautica e marina in base all'F-35 e poi mollare tutto il programma proprio mentre stanno ultimando lo sviluppo.

Barzelletta italiana.

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una barzellettache si è ripetuta molte volte nella storia degli ultimi 70 anni, non scordiamocelo mai. Io finché non vedo i primi esemplari consegnati non ci credo, qui l'opinione pubblica è quella che è e la classe politica ne è degna espressione, peccato solo che da ignoranti quali sono vogliano mettere le mani sulle questioni militari. Provate a cercare su internet, gli unici NO F 35 sono comitati italiani, altrove semmai si è discusso se prendere questo o l'F-22, discussione chiusa di fronte al definitivo rifiuto americano.

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e tu vorthex cosa proponi? di spendere 15 miliardi di euro quando stiamo con le pezze al c**o? ti ho detto il mio vicino di casa lavora al ministero,qualcosa saprà delle arie che tirano la dentro, non è che me lo sono inventato. Poi se riusciamo a portare avanti il programma ben venga, ma non ce la fanno gli americani, possiamo noi???

Modificato da red giacomo
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e tu vorthex cosa proponi? di spendere 15 miliardi di euro quando stiamo con le pezze al c**o? ti ho detto il mio vicino di casa lavora al ministero,qualcosa saprà delle arie che tirano la dentro, non è che me lo sono inventato. Poi se riusciamo a portare avanti il programma ben venga, ma non ce la fanno gli americani, possiamo noi???

 

Ed io Ti quoto, Ti do un + e Ti conferisco la Croce di Ferro di Seconda Classe.

Modificato da Vultur
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e tu vorthex cosa proponi? di spendere 15 miliardi di euro quando stiamo con le pezze al c**o? ti ho detto il mio vicino di casa lavora al ministero,qualcosa saprà delle arie che tirano la dentro, non è che me lo sono inventato. Poi se riusciamo a portare avanti il programma ben venga, ma non ce la fanno gli americani, possiamo noi???

 

Ma la cifra di 15 miliardi di euro come l'hanno decisa? Perché secondo me è una cifra sparata a casaccio. Tanto per cominciare non è che lo stato deve staccare un assegno da 15 miliardi tutti in una volta, è una cifra spalmata su un periodo di tempo e che fa parte delle spese previste nel bilancio della difesa. Ed il bilancio della difesa è già una parte minima del PIL rispetto agli altri paesi UE.

Modificato da Alpino
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Questo e' quanto ha scritto su Repubblica Fabio Mini ieri:

 

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/01/04/la-difesa-del-futuro.html

 

l'estensore dell'articolo ricordo essere questo

 

http://www.nato.int/kfor/structur/whoswho/cv/bio_mini.htm

 

quindi, non l'ultimo dei pellegrini. Che non sia, mai, andato d'accordo con l'attuale Ministro, e' cosa nota.

 

Ma quello che vorrei segnalare e': dice cose peregrine, o dice cose su cui e' indispensabile una riflessione, e possibilmente in fretta?

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Ma la cifra di 15 miliardi di euro come l'hanno decisa? Perché secondo me è una cifra sparata a casaccio. Tanto per cominciare non è che lo stato deve staccare un assegno da 15 miliardi tutti in una volta, è una cifra spalmata su un periodo di tempo e che fa parte delle spese previste nel bilancio della difesa. Ed il bilancio della difesa è già una parte minima del PIL rispetto agli altri paesi UE.

 

questa cifra la dicono ovunque negli ultimi giorni,anche al tg 3. Tra l'altro quanto credi costino più di 100 aerei di 5 generazione più tutte le spese extra???

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La marina farebbe bene a cercare qualche Harrier con pochi km per prepararsi ai prossimi anni ... sempre che ne rimangano disponibili ...

Non ne rimangono ....

 

.... gli ultimi se li sono comprati i Marines ....

 

http://www.flightglobal.com/news/articles/uk-harrier-fleet-sold-as-115-million-worth-of-spare-parts-365277/

 

http://www.flightglobal.com/airspace/forums/u-s-marine-corp-buys-uk-harriers-to-harvest-spare-76479.aspx

 

.... e penso se li terranno ben stretti .... :pianto:

Modificato da TT-1 Pinto
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e meno male: fra 15 anni l' Harrier sarà comunque inutilizzabile, o utilizzabile contro i pirati Somali o contro paesi contro cui non avremmo alcun interesse, economico o altro, per andarci a scontrare.

 

A quel punto, tanto vale mandare i Mangusta.

 

E questo e' uno dei punti su cui una politica di difesa seria dovrebbe aprire gli occhi, visto che il vecchio ' Investire in Sicurezza', mai peraltro applicato in toto, e' chiaramente sovradimensionato per le nostre capacità.

 

Anche odierne, figurarsi fra 10 anni coi chiari di luna attuali.

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Quindi manteniamo centomila carabiniere con gli "scugnizzi" VM90 e il vetusto mitra M12, tanto per l'ordine pubblico bastano e avanzano no, è questo che i pacifisti vogliono.

Mi fanno proprio ridere, già spendiamo un miserabile terzo, a parità di pil, rispetto alla francia nella difesa, e vogliono tagliare ancora, alla fine rimarranno tanti dipendenti pubblici in uniforme, soldati disarmati solo di nome e allora cosa taglieranno questi infami? tagliassero i loro redditi, è ciò che si meritano.

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Quindi manteniamo centomila carabiniere con gli "scugnizzi" VM90 e il vetusto mitra M12, tanto per l'ordine pubblico bastano e avanzano no, è questo che i pacifisti vogliono.

non mi pare che i criminali nostrai utilizzino tecniche militari, protezioni individuali e fucili d'assalto ogni santo giorno... insomma, non siamo mica in Messico.

 

e tu vorthex cosa proponi? di spendere 15 miliardi di euro quando stiamo con le pezze al c**o? ti ho detto il mio vicino di casa lavora al ministero,qualcosa saprà delle arie che tirano la dentro, non è che me lo sono inventato. Poi se riusciamo a portare avanti il programma ben venga, ma non ce la fanno gli americani, possiamo noi???

ridadisco... l'ex pilota che, come dici, qualcosa saprà, quindi saprà sicuramente che alternative non ce ne sono (precisiamo, per me possiamo fare benissimo a meno delle portaerei e della loro componente imbarcata... tanto manco le usiamo), cosa propone?

Modificato da vorthex
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