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il cancro di Napoli


Leviathan

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Come si potrebbe non essere d'accordo, in tutto ciò che afferma quello straordinario giornalista ed uomo di cultura che è Oscar Giannino, nell'articolo al seguente link:

 

http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+...amp;pdfIndex=15

 

Leggetelo con attenzione: sviluppa un'analisi approfondita e senza tema di smentite, su un personaggio di cui non voglio neanche far il nome!

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Partecipanti più attivi

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il tuo articolo (che è di Libero quindi imparziale vero?)

presenta della lacune e episodi separati e alcuni per me inventati

 

Perchè non parla dei campi di energia solare in costruzione in sud italia fortemente voluto dal pecoraro espriatorio?

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Forse perché il fisico nucleare (e nobel) Carlo Rubbia, massimo esperto mondiale nella costruzione di centrali fotovoltaiche e solari, è stato costretto a lavorare in Spagna grazie anche all'indifferenza di Scanio (che continua ad accanirsi-senza un motivo valido- contro il nucleare che sarebbe molto piu vantaggioso).

 

Inoltre un anno e mezzo come addetto allo smaltimento rifiuti di Napoli la dicono lunga su quell'uomo.

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mercoledi si vota la sfiducia a pecoraro scanio

i diniani voteranno contro il ministro verde

ogni tanto qualche buona notizia....

 

I panneli fotovoltaici?!

Sì proprio una buona proposta.....ma come la mettiamo con il NO incondizionato che Scanio e la sua banda di sinistra (verdi, PRC, Comunisti Italiani) hanno imposto all'Italia tutta, agendo sia a livello nazionale che locale, su: centrali a gas, centrali a carbone, centrali nucleari, termovalorizzatori, siti per lo stockaggio di rifiuti tossici, apertura di nuove discariche per i rifiuti, apertura di nuovi centri di smaltimento dei rifiuti, gas condotti, infrastrutture di vario tipo (ferroviaire e stradali) e perfino contro impianti eolici marini.....

 

Scanio non andrebbe sfiduciato, andrebbe indagato per "abuso di stupidità".

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favorevole a scanio su alcuni temi da te appena detti

 

Ps sul nucleare il popolo ha deciso, mi spiace

 

....vedremo.

 

Chissà se sei anche favorevole a pagare iogni anno il 5% in più di bolletta ENEL, che ricordo essere già più costosa del 20% rispetto alla media europea (che diventa 30-35% se comparata alle bollette dei nostri cugini "nuclearizzati" d'oltrealpe).

 

Forse tu sei riuscito a installare dei bei panneli fotovoltaici a casa tua....a casa mia l'assessore per il centro storico di sinistra (attualmente la maggioranza) ce lo ha impedito perchè violavano il vincolo paesaggistico.

Modificato da paperinik
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Il popolo si è espresso viziato da ignoranza e paura, senza nessuna cognizione scientifica, il referendum dell'87 è stato criminale, comunque penso che ila prossima legislatura (con tutta probabilità di destra), se verrà cambiata la legge elettorale, avrà la forza per imporre il nucleare.

In ogni caso la maggior parte della popolazione a mio parere è a favore delle centrali nucleari, peccato che nessuno le vorrà vicino a casa sua....

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Bella risposta..."il popolo ha deciso".

 

Il referendum è stato fatto sull'onda del sentimento negativo provocato dall'esplosione di uno dei reattori della centrale sovietica di Chernobyl (disastro avvenuto a pochi mesi dal referendum, guardacaso).

 

A questo poi va aggiunto che l'Italia non ha una popolazione colta: poche delle persone che hanno votato sapevano come funziona una centrale nucleare (io di certo non potrò dare un esame su un argomento simile, ma almeno per sommi capi ne conosco le varie fasi di funzionamento), e ancora meno si sono documentate sul fatto che le centrali sovietiche erano e sono tutt'oggi progettate in maniera completamente diversa da quelle occidentali.

 

E non si tratta solo di sistemi di sicurezza, si tratta anche di moderatori e altri componenti principali.

 

Inoltre ancora meno persone sapevano che in occidente ci sono stati a stento 5/6 incidenti in 50 anni, nessuno della portata di quello avvenuto nell'attuale Ucraina e tutti circoscritti velocemente con poche o nessuna conseguenze.

 

Ignorantia mala fera est...

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ultima ora:

 

Rifiuti, la Procura sequestra la discarica di Pianura

 

La Procura della Repubblica di Napoli ha disposto il sequestro dell'intera area della discarica di Contrada Pisani, nel quartiere Pianura.

 

Il provvedimento di «sequestro probatorio» sta per essere eseguito dai carabinieri del comando provinciale di Napoli.

Fonte unita.it

 

non ci sono ulteriori dettagli

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Dieci motivi per licenziare Pecoraro Scanio

La parola che accompagna la politica ambientale di Pecoraro Scanio è “no”. Se fosse per lui l’Italia anziché competere con l’Europa dovrebbe tornare indietro, ai tempi in cui si viaggiava in carrozza e si accendevano le candele. E la sua politica del “non fare” è già costata al Paese qualcosa come 70 miliardi di euro. Una cifra destinata a crescere se il responsabile non viene “licenziato”.

 

No alle grandi opere

 

Lo scorso novembre, l’Unione Europea ha stanziato 671 milioni di finanziamenti per la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione. Un miracolo, visto che il governo aveva stralciato il progetto, non apprezzato dal Ministro che si conferma contrario al progetto lasciando ancora i cantieri fermi. Due ministeriali “stop” anche per il Mose di Venezia perchè, secondo il ministro, i cantieri non avrebbero ottenuto l’autorizzazione paesaggistica e per il Ponte di Messina definita un’opera “faraonica e inutile”. E a questo punto anche “costosa” perché, oltre a perdere il finanziamento, lo Stato dovrà pagare una “robusta” penale con le imprese appaltatrici.

 

No ai termovalorizzatori e discariche ferme

 

L’ineffabile ministro si è sempre dichiarato contro i termovalorizzatori anche se quello di Acerra avrebbe senz’altro impedito che la Campania venisse coperta dalla spazzatura. Ma oggi si svela essere contrario anche alle discariche. Per fronteggiare il problema dei rifiuti nel napoletano, il consiglio dei ministri ne istituisce quattro: Pecoraro Scanio non firma il provvedimento e va a Serre a portare la sua solidarietà ai cittadini contrari.

 

No al nucleare

 

L’Italia importa l’85% del gas e del greggio necessari per il nostro fabbisogno (la media dell’Unione Europea non supera il 50%). Una dipendenza energetica dall’estero che provoca gli aumenti delle bollette per i cittadini: con il 2008, l’autorità per l’energia prevede un rincaro del 3,8% per l’elettricità e del 3,4% per il gas. Nonostante questo, il ministro si è ancora una volta dichiarato contro l’energia nucleare definita “costosa e pericolosa” e non gli importa di verificare che invece la Francia soddisfa serenamente e felicemente il 76% del suo fabbisogno energetico con il nucleare e i Paesi dell’Est con quote che vanno dal 40 al 50%.

 

No ai rigassificatori

 

Tali impianti permetterebbero un più facile approviggionamento di gas e di conseguenza un abbattimento del costo sulla bolletta. Ma nove rigassificatori su dieci non riescono ad aprire battenti per i “no” del ministro dell’Ambiente.

 

No al carbone

 

Anche le centrali al carbone non piacciono al leader dei Verdi perché è il combustibile con maggior livello di emissione e quindi inquinante. A rischio le centrali di Civitavecchia e di Porto Tolle, in provincia di Rovigo.

 

No agli Ogm

 

L’Unione Europea ha confermato che gli Ogm (organismi geneticamente modificati) non determinano alcun inquinamento genetico liberalizzando di fatto la sperimentazione. Il ministro dell’Agricoltura, Paolo De Castro, aderendo alle indicazioni europee, mette a punto un disegno di legge in materia ma Pecoraro Scanio si oppone e non firma i protocolli determinando il mancato rispetto delle direttive europee e un ennesimo ritardo nella ricerca e sulle nuove tecnologie.

 

Sì a tanti consulenti

 

Nel bilancio dello Stato il ministero dell’ambiente è quello che incide maggiormente per i costi provocati dalle consulenze: Pecoraro Scanio gode di ben 344 consulenti, impegnati in studi di “Qualità della vita” (7), “Protezione della natura” (54), “Ricerca ambientale”(107), “Difesa del suolo” (138), “Salvaguardia ambientale” (14) più altri destinati al gabinetto del ministro e a disposizione dei sottosegretari. Viene da chiedersi: cosa fanno tutti gli impiegati del ministero?

 

No alle commissioni

 

Il 27 luglio scorso, il ministro azzera le due commissioni, Via e Vas, deputate a rilasciare il nullaosta per progetti infrastrutturali nel settore energetico-ambientale. Molte società, penalizzate dal provvedimento, minacciano di fare ricorso al Tar tanto che il ministro le ricostituisce dopo appena 15 giorni.

 

Rivoluzione al Ministero

 

Per razionalizzare la struttura, il ministro ha provocato le ire di tutti: dei sindacati che lamentano di non essere stati ascoltati, dal Consiglio di Stato secondo cui le modifiche umiliano “l’apporto partecipativo del personale” e persino dalla compagine di centrosinistra. L’unico soddisfatto è il ministro perché questa operazione gli permette di assumere più e nuovi dirigenti.

 

No alla legge Matteoli

 

Con una serie di stop and go, di violazione delle regole procedurali, l’impegno principale di Pecoraro Scanio è stato lo smantellamento del decreto legislativo messo a punto dal suo predecessore, Altero Matteoli. Un’iniziativa che a lui ha fatto collezionare rimbrotti e bacchettate da parte degli organi istituzionali ma ha lasciato tutto il settore e le imprese nel caos più totale, senza una normativa chiara di riferimento.

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Dieci motivi per licenziare Pecoraro Scanio

La parola che accompagna la politica ambientale di Pecoraro Scanio è “no”. Se fosse per lui l’Italia anziché competere con l’Europa dovrebbe tornare indietro, ai tempi in cui si viaggiava in carrozza e si accendevano le candele. E la sua politica del “non fare” è già costata al Paese qualcosa come 70 miliardi di euro. Una cifra destinata a crescere se il responsabile non viene “licenziato”.

 

No alle grandi opere

 

Lo scorso novembre, l’Unione Europea ha stanziato 671 milioni di finanziamenti per la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione. Un miracolo, visto che il governo aveva stralciato il progetto, non apprezzato dal Ministro che si conferma contrario al progetto lasciando ancora i cantieri fermi. Due ministeriali “stop” anche per il Mose di Venezia perchè, secondo il ministro, i cantieri non avrebbero ottenuto l’autorizzazione paesaggistica e per il Ponte di Messina definita un’opera “faraonica e inutile”. E a questo punto anche “costosa” perché, oltre a perdere il finanziamento, lo Stato dovrà pagare una “robusta” penale con le imprese appaltatrici.

 

No ai termovalorizzatori e discariche ferme

 

L’ineffabile ministro si è sempre dichiarato contro i termovalorizzatori anche se quello di Acerra avrebbe senz’altro impedito che la Campania venisse coperta dalla spazzatura. Ma oggi si svela essere contrario anche alle discariche. Per fronteggiare il problema dei rifiuti nel napoletano, il consiglio dei ministri ne istituisce quattro: Pecoraro Scanio non firma il provvedimento e va a Serre a portare la sua solidarietà ai cittadini contrari.

 

No al nucleare

 

L’Italia importa l’85% del gas e del greggio necessari per il nostro fabbisogno (la media dell’Unione Europea non supera il 50%). Una dipendenza energetica dall’estero che provoca gli aumenti delle bollette per i cittadini: con il 2008, l’autorità per l’energia prevede un rincaro del 3,8% per l’elettricità e del 3,4% per il gas. Nonostante questo, il ministro si è ancora una volta dichiarato contro l’energia nucleare definita “costosa e pericolosa” e non gli importa di verificare che invece la Francia soddisfa serenamente e felicemente il 76% del suo fabbisogno energetico con il nucleare e i Paesi dell’Est con quote che vanno dal 40 al 50%.

 

No ai rigassificatori

 

Tali impianti permetterebbero un più facile approviggionamento di gas e di conseguenza un abbattimento del costo sulla bolletta. Ma nove rigassificatori su dieci non riescono ad aprire battenti per i “no” del ministro dell’Ambiente.

 

No al carbone

 

Anche le centrali al carbone non piacciono al leader dei Verdi perché è il combustibile con maggior livello di emissione e quindi inquinante. A rischio le centrali di Civitavecchia e di Porto Tolle, in provincia di Rovigo.

 

No agli Ogm

 

L’Unione Europea ha confermato che gli Ogm (organismi geneticamente modificati) non determinano alcun inquinamento genetico liberalizzando di fatto la sperimentazione. Il ministro dell’Agricoltura, Paolo De Castro, aderendo alle indicazioni europee, mette a punto un disegno di legge in materia ma Pecoraro Scanio si oppone e non firma i protocolli determinando il mancato rispetto delle direttive europee e un ennesimo ritardo nella ricerca e sulle nuove tecnologie.

 

Sì a tanti consulenti

 

Nel bilancio dello Stato il ministero dell’ambiente è quello che incide maggiormente per i costi provocati dalle consulenze: Pecoraro Scanio gode di ben 344 consulenti, impegnati in studi di “Qualità della vita” (7), “Protezione della natura” (54), “Ricerca ambientale”(107), “Difesa del suolo” (138), “Salvaguardia ambientale” (14) più altri destinati al gabinetto del ministro e a disposizione dei sottosegretari. Viene da chiedersi: cosa fanno tutti gli impiegati del ministero?

 

No alle commissioni

 

Il 27 luglio scorso, il ministro azzera le due commissioni, Via e Vas, deputate a rilasciare il nullaosta per progetti infrastrutturali nel settore energetico-ambientale. Molte società, penalizzate dal provvedimento, minacciano di fare ricorso al Tar tanto che il ministro le ricostituisce dopo appena 15 giorni.

 

Rivoluzione al Ministero

 

Per razionalizzare la struttura, il ministro ha provocato le ire di tutti: dei sindacati che lamentano di non essere stati ascoltati, dal Consiglio di Stato secondo cui le modifiche umiliano “l’apporto partecipativo del personale” e persino dalla compagine di centrosinistra. L’unico soddisfatto è il ministro perché questa operazione gli permette di assumere più e nuovi dirigenti.

 

No alla legge Matteoli

 

Con una serie di stop and go, di violazione delle regole procedurali, l’impegno principale di Pecoraro Scanio è stato lo smantellamento del decreto legislativo messo a punto dal suo predecessore, Altero Matteoli. Un’iniziativa che a lui ha fatto collezionare rimbrotti e bacchettate da parte degli organi istituzionali ma ha lasciato tutto il settore e le imprese nel caos più totale, senza una normativa chiara di riferimento.

 

Graziani, sono commosso...

Partecipo e sottoscrivo ammirato...e rilancio: i suddetti motivi sono sufficienti a chiedere le dimissioni non di un ministro, ma dell'intero Governo che a tale ministro ha accordato fiducia e garantito sostegno politico.

 

:adorazione::adorazione::adorazione:

---------------------------------------------------------------

A proposito di discariche, eccovi una "chicca" tratta dall'ultimo numero di "Panorama":

 

"De Gennaro stia attento a varcare il Sannio, rischia la stessa fine dell'esercito Romano"

Parole, pensieri e intimidazioni firmate Francesco Caruso, (vergognoso) deputato comunista della Repubblica Italiana.

Modificato da paperinik
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Dieci motivi per licenziare Pecoraro Scanio

La parola che accompagna la politica ambientale di Pecoraro Scanio è “no”. Se fosse per lui l’Italia anziché competere con l’Europa dovrebbe tornare indietro, ai tempi in cui si viaggiava in carrozza e si accendevano le candele. E la sua politica del “non fare” è già costata al Paese qualcosa come 70 miliardi di euro. Una cifra destinata a crescere se il responsabile non viene “licenziato”.

 

No alle grandi opere

 

Lo scorso novembre, l’Unione Europea ha stanziato 671 milioni di finanziamenti per la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione. Un miracolo, visto che il governo aveva stralciato il progetto, non apprezzato dal Ministro che si conferma contrario al progetto lasciando ancora i cantieri fermi. Due ministeriali “stop” anche per il Mose di Venezia perchè, secondo il ministro, i cantieri non avrebbero ottenuto l’autorizzazione paesaggistica e per il Ponte di Messina definita un’opera “faraonica e inutile”. E a questo punto anche “costosa” perché, oltre a perdere il finanziamento, lo Stato dovrà pagare una “robusta” penale con le imprese appaltatrici.

 

No ai termovalorizzatori e discariche ferme

 

L’ineffabile ministro si è sempre dichiarato contro i termovalorizzatori anche se quello di Acerra avrebbe senz’altro impedito che la Campania venisse coperta dalla spazzatura. Ma oggi si svela essere contrario anche alle discariche. Per fronteggiare il problema dei rifiuti nel napoletano, il consiglio dei ministri ne istituisce quattro: Pecoraro Scanio non firma il provvedimento e va a Serre a portare la sua solidarietà ai cittadini contrari.

 

No al nucleare

 

L’Italia importa l’85% del gas e del greggio necessari per il nostro fabbisogno (la media dell’Unione Europea non supera il 50%). Una dipendenza energetica dall’estero che provoca gli aumenti delle bollette per i cittadini: con il 2008, l’autorità per l’energia prevede un rincaro del 3,8% per l’elettricità e del 3,4% per il gas. Nonostante questo, il ministro si è ancora una volta dichiarato contro l’energia nucleare definita “costosa e pericolosa” e non gli importa di verificare che invece la Francia soddisfa serenamente e felicemente il 76% del suo fabbisogno energetico con il nucleare e i Paesi dell’Est con quote che vanno dal 40 al 50%.

 

No ai rigassificatori

 

Tali impianti permetterebbero un più facile approviggionamento di gas e di conseguenza un abbattimento del costo sulla bolletta. Ma nove rigassificatori su dieci non riescono ad aprire battenti per i “no” del ministro dell’Ambiente.

 

No al carbone

 

Anche le centrali al carbone non piacciono al leader dei Verdi perché è il combustibile con maggior livello di emissione e quindi inquinante. A rischio le centrali di Civitavecchia e di Porto Tolle, in provincia di Rovigo.

 

No agli Ogm

 

L’Unione Europea ha confermato che gli Ogm (organismi geneticamente modificati) non determinano alcun inquinamento genetico liberalizzando di fatto la sperimentazione. Il ministro dell’Agricoltura, Paolo De Castro, aderendo alle indicazioni europee, mette a punto un disegno di legge in materia ma Pecoraro Scanio si oppone e non firma i protocolli determinando il mancato rispetto delle direttive europee e un ennesimo ritardo nella ricerca e sulle nuove tecnologie.

 

Sì a tanti consulenti

 

Nel bilancio dello Stato il ministero dell’ambiente è quello che incide maggiormente per i costi provocati dalle consulenze: Pecoraro Scanio gode di ben 344 consulenti, impegnati in studi di “Qualità della vita” (7), “Protezione della natura” (54), “Ricerca ambientale”(107), “Difesa del suolo” (138), “Salvaguardia ambientale” (14) più altri destinati al gabinetto del ministro e a disposizione dei sottosegretari. Viene da chiedersi: cosa fanno tutti gli impiegati del ministero?

 

No alle commissioni

 

Il 27 luglio scorso, il ministro azzera le due commissioni, Via e Vas, deputate a rilasciare il nullaosta per progetti infrastrutturali nel settore energetico-ambientale. Molte società, penalizzate dal provvedimento, minacciano di fare ricorso al Tar tanto che il ministro le ricostituisce dopo appena 15 giorni.

 

Rivoluzione al Ministero

 

Per razionalizzare la struttura, il ministro ha provocato le ire di tutti: dei sindacati che lamentano di non essere stati ascoltati, dal Consiglio di Stato secondo cui le modifiche umiliano “l’apporto partecipativo del personale” e persino dalla compagine di centrosinistra. L’unico soddisfatto è il ministro perché questa operazione gli permette di assumere più e nuovi dirigenti.

 

No alla legge Matteoli

 

Con una serie di stop and go, di violazione delle regole procedurali, l’impegno principale di Pecoraro Scanio è stato lo smantellamento del decreto legislativo messo a punto dal suo predecessore, Altero Matteoli. Un’iniziativa che a lui ha fatto collezionare rimbrotti e bacchettate da parte degli organi istituzionali ma ha lasciato tutto il settore e le imprese nel caos più totale, senza una normativa chiara di riferimento.

 

Condivido tutto, dalla prima all'ultima parola!!! :okok::okok::okok:

 

P.S. Mi permetto solo di correggere la percentuale di energia elettrica di derivazione nucleare in Francia: se ricordo bene, non ho sottomano la bolletta dell'EDF (l'ENEL francese) che riporta il dato, dovrebbe essere dell'85 %.

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Poi c'è il fatto che con una politica energetica oculata in italia potremmo fare a meno di tutte le centrali che hanno i francesi, infatti una ventina ne basterebbero se vengono unite ad una politica di decentralizzazione della produzione energetica, installando pannelli dove possibile e dando la possibilità alla gente di vendere l'energia in eccesso alla rete nazionale.

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è proprio quella la strada.

Un investimento sul solare può aumentarne il rendimento (inizialmente era a 8% ora è a 12% mi pare)

gli anti pecoraro puntano al carbone? inizino ad andare in Cina a estarlo e magari facciano un corso di spazzacamino... in fondo il carbone è il futuro :asd: :asd:

 

quel documento è imparizle vero?

libero?

Il giornale?

potere sinistro?

da dove viene sta spazzatura?

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No, aspetta...il carbone è una di quelle poche risorse che in Italia, anche se non abbonda di certo, è disponibile nell'immediato.

 

Ovviamente il futuro non sarà il carbone,questo è assodato, ma di certo non sarà nemmeno dipendere dall'estero per le forniture energetiche (qualcuno ricorda il black-out di qualche anno fa?).

 

@Dominus: potrebbero servire molte meno di 20 centrali nucleari, soprattutto se si utilizzano progetti di ultima generazione come l'EPR e simili.

 

Di certo comunque non possiamo dipendere esclusivamente dal solare, sia per i costi che per le condizioni instabili del clima.

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Quattro punti percentuali non è nulla, inoltre il solare centralizzato si è dimostrato un fallimento per gli alti costi.

Quanto al resto delle fonti alternative l'eolico non serve a nulla, l'idroelettrico è possibile in pochi posti determinati e altre idee non me ne vengono.

Quanto al carbone concordo con belthasar, è una delle poche materie di produzione nazionale, inoltre con i nuovi filtraggi inquina quanto il petrolio, quindi nel breve periodo è un' ottima soluzione.

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scusate colgo al volo , sapreste quanto si viene pagati per una pala eolica sul proprio terreno? ho gia visto il sito dell anev ma non lo dicono ; riguardo al sito del ministero dell' ambiente lasciamo stare: parlano solo del fotovoltaico in dettaglio ,per il resto solo la mera definizione .

 

il fatto è che sono realmente interessato all' opportunità.

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Cama81 non i sapre dire. Ti posso solo raccontare che un mio zio l'aveva installata per abbattere i costi dell'energia della sua bella azienda vinicola: beh, gli ha dato più problemi che benefici. L'ha smantellata dopo poco, pare che il pilone su cui si ergeva fosse troppo basso, ma i locali vincoli paesaggistici gli impedivano di costuire qualcosa più grande.

Modificato da paperinik
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@ dominus: peccato costi più del carbone ormai (e in italia dove è che è presente?).... inoltre il solare decentralizzato pensavo, cercando di rendere quasi indipendente ogni casa

l'eolico in certi luoghi ha portato a produzione di energia, non ti capisco

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