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Esercito in città...


Thunderalex

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Guarda, Tuccio, tu sei troppo giovane ed ingenuo (scusami se te lo dico, ma lo faccio con ammirazione, essendo indice di intima onestà)!

 

Nel 1993, uno dei vari nefasti governi del regime cattocomunista allora al potere da più di un trentennio, costrinse alle dimissioni un fior fiore di galantuomo, qual era il compianto Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Generale di Corpo d'Armata Goffredo Canino; i particolari negli articoli ai link che seguono:

 

http://www.tuttoggi.info/articolo-4981.php

 

http://www.tuttoggi.info/articolo-5027.php

Grazie per il complimento e per avermi dato altro materiale su cui disperarmi... :rolleyes:

 

Tornando al problema sicurezza, dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , riporto l'articolo seguente:

L'ITALIA HA IL MAGGIOR NUMERO DI UNIFORMI PER L'ORDINE PUBBLICO

 

Venerdì, 30 Gennaio 2009

by webmaster

PARMA - L'Eurispes ha diffuso i dati di presenza di forze dell'ordine in Italia ed Europa. Per l'Italia i numeri prospettano un quadro che potrebbe sottintendere inefficienze, doppioni e gelosie tra corpi.

 

Con 571 addetti all'ordine pubblico ogni 100.000 abitanti siamo il Paese europeo con il maggior numero di uomini impiegati nelle forze dell'ordine.

 

328.368 effettivi tra carabinieri, polizia, guardia di finanza, corpo forestale e polizia penitenziaria.

 

Per non parlare della polizia provinciale e municipale, che somma altri 130mila unità.

 

Quasi mezzo milione di persone che dovrebbero garantire sicurezza. Nonostante ciò, ognuno dei corpi dichiara di essere sotto organico per far funzionale la propria struttura.

 

Come già detto sopra, con 571 addetti all'ordine pubblico ogni 100.000 abitanti l'Italia supera di gran lunga la Germania (321), la Gran Bretagna (268) e la Francia (227).

 

Ogni italiano destina inoltre per le spese a sostegno dell'ordine pubblico il 2,1% della ricchezza nazionale, pari a circa 500 euro pro capite. Fra i paesi Ue, l'Italia è seconda solo alla Gran Bretagna (2,5%), mentre precede la Spagna (1,85%), la Germania (1,7%) e la Francia (1,2%).

Tutti con la passione per l'agricoltura, ognuno a coltivarsi il suo orticello... Mamma mia, quanto vorrei vedere applicato il concetto di razionalizzazione...

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Ospite galland

Tornando al problema sicurezza, dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", [url="http://www.congedatifolgore.com/"]http://www.congedatifolgore.com/[/url] , riporto l'articolo seguente:


[i]L'ITALIA HA IL MAGGIOR NUMERO DI UNIFORMI PER L'ORDINE PUBBLICO 

Venerdì, 30 Gennaio 2009 
by webmaster 


PARMA - L'Eurispes ha diffuso i dati di presenza di forze dell'ordine in Italia ed Europa. Per l'Italia i numeri prospettano un quadro che potrebbe sottintendere inefficienze, doppioni e gelosie tra corpi.

Con 571 addetti all'ordine pubblico ogni 100.000 abitanti siamo il Paese europeo con il maggior numero di uomini impiegati nelle forze dell'ordine. 

328.368 effettivi tra carabinieri, polizia, guardia di finanza, corpo forestale e polizia penitenziaria. 

Per non parlare della polizia provinciale e municipale, che somma altri 130mila unità.

Quasi mezzo milione di persone che dovrebbero garantire sicurezza. Nonostante ciò, ognuno dei corpi dichiara di essere sotto organico per far funzionale la propria struttura.

Come già detto sopra, con 571 addetti all'ordine pubblico ogni 100.000 abitanti l'Italia supera di gran lunga la Germania (321), la Gran Bretagna (268) e la Francia (227). 

Ogni italiano destina inoltre per le spese a sostegno dell'ordine pubblico il 2,1% della ricchezza nazionale, pari a circa 500 euro pro capite. Fra i paesi Ue, l'Italia è seconda solo alla Gran Bretagna (2,5%), mentre precede la Spagna (1,85%), la Germania (1,7%) e la Francia (1,2%).[/i]

 

Cio, dunque, dovrebbe far dedurre che basterebbe una più razionale distribuzione del personale per avere maggior sicurezza sul territorio.

Se leggo che a Roma la Folgore è stata schierata per il secondo censimento dei campi nomadi (il primo sembra non sia stato sufficiente) e, GPS alla mano, messa alla ricerca di baracche abusive ("la Repubblica" cronaca romana odierna) mi chiedo chi si vuole prendere in giro.

 

Contemporaneamente NESSUNO (maggioranza, opposizione, Di Pietro, animalisti) hanno battuto ciglio alla notizia di qualche settimana orsono che la mafia... è la prima azienda italiana.

Modificato da galland
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Contemporaneamente NESSUNO (maggioranza, opposizione, Di Pietro, animalisti) hanno battuto ciglio alla notizia di qualche settimana orsono che la mafia... è la prima azienda italiana.

Si parlava di un fatturato pari a circa il 9% del PIL italiano se non mi sbaglio. :mellow:

 

Ma che ci vuoi fare galland, l'importante è mettere in galera spacciatori e borseggiatori, altro che faida tra cosche. Maledetti ROM, sempre colpa loro!

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E' importante anche mettere dentro borseggiatori e spacciatori, visto che creano allarme sociale, ma per farlo non serve mobilitare l'esercito che ha ben altri compiti, specie, cosa che dicevo dall'inizio topic e vedo confermata da questa ricerca, visto il fatto che abbiamo il maggior numero di personale di PS per abitante.

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E' importante anche mettere dentro borseggiatori e spacciatori, visto che creano allarme sociale, ma per farlo non serve mobilitare l'esercito che ha ben altri compiti, specie, cosa che dicevo dall'inizio topic e vedo confermata da questa ricerca, visto il fatto che abbiamo il maggior numero di personale di PS per abitante.

Dominius, se solo creassero intorno alla mafia lo stesso allarme sociale che creano intorno alla delinquenza da strada probabilmente il sud sarebbe in rivolta, anzi, rivoluzione.

 

Ho enfatizzato, ma di sicuro una maggiore attenzione dei media a questa piaga italiana, magari anche a scapito della solita notizia di cronaca o dell'ennesimo aggiornamento sul delitto di Cogne, non farebbe male per dare una spallata all'omertà dei più.

 

Con tutto che i primi a fregarsene sono i politici stessi... Non voglio dire che sia tutto un complotto per nasconderci la verità alternativa a quella evidente, ma mi sembra assurdo che di colpo l'Italia è diventato il paese dei criminali di strada. Si facessero un giro a Londra dopo le 2200...

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Guardate è ridicolo usare i soldati contro i borseggiatori e gli stupratori per soddisfare le esigenze di prima donna del nostro Ministro della (ex?) Difesa.

 

Ma una operazione in grande stile contro la mafia stile Vespri Siciliani, quella sarei d'accordo.

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Dominius, se solo creassero intorno alla mafia lo stesso allarme sociale che creano intorno alla delinquenza da strada probabilmente il sud sarebbe in rivolta, anzi, rivoluzione.

 

Ho enfatizzato, ma di sicuro una maggiore attenzione dei media a questa piaga italiana, magari anche a scapito della solita notizia di cronaca o dell'ennesimo aggiornamento sul delitto di Cogne, non farebbe male per dare una spallata all'omertà dei più.

 

Con tutto che i primi a fregarsene sono i politici stessi... Non voglio dire che sia tutto un complotto per nasconderci la verità alternativa a quella evidente, ma mi sembra assurdo che di colpo l'Italia è diventato il paese dei criminali di strada. Si facessero un giro a Londra dopo le 2200...

Guardate è ridicolo usare i soldati contro i borseggiatori e gli stupratori per soddisfare le esigenze di prima donna del nostro Ministro della (ex?) Difesa.

 

Ma una operazione in grande stile contro la mafia stile Vespri Siciliani, quella sarei d'accordo.

Nei miei post precedenti, credo di aver reso l'idea di ciò che penso dell'argomento in discussione ed, in particolare, degli ultimi sviluppi legati alle infelici dichiarazioni del Premier.

 

Ciò premesso, ragazzi, bisogna distinguere tra situazione e situazione e considerare anche ciò (ed è molto) che è stato fatto nella lotta alla mafia (per mafia s'intende l'organizzazione criminale diffusa in Sicilia, ovviamente); negli ultimi anni la mafia, è stata, letteralmente, disarticolata e quasi tutti i suoi capi sono ora dietro le sbarre; è cambiato anche, e di molto, ed in positivo, l'atteggiamento dei cittadini ed anche di quello delle vittime del racket, che ora cominciano a denunciare chi impone loro il pizzo.

 

Si tratta di proseguire tale lavoro che è, soprattutto, prettamente investigativo e, quindi, ben poco, avrebbero da fare i militari.

 

Se poi voi vi riferite a ciò che accade in Campania (e lì, Rick, l'attuale governo ha mandato, prima 500 parà del 186° "Folgore", rimpiazzati ora dai fanti del 66° "Trieste", per un impegno massiccio e non simbolico, concentrato nel casertano!) ed in Calabria, si dovrebbe parlare, correttamente di camorra e di 'ndrangheta e non di mafia, per non fare di tutta l'erba un fascio (permettete, da siciliano, che ami fare i necessari distinguo!).

 

In ogni caso, è chiaro ed evidente, che i militari, in fase emergenziale, possono dare un certo aiuto solo per il controllo del territorio (e quindi possono essere utili, Rick, proprio per lottare borseggiatori e stupratori), non possono, di certo, dare un gran contributo, invece, per sconfiggere complesse ed articolate organizzazioni criminali, ove occorre, soprattutto, lavoro investigativo di alto livello, che solo le forze di polizia possono svolgere.

Modificato da picpus
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Mah adesso non ricordo dove, ma avevo scritto di essere d'accordo all'uso dei militari nel casertano.

 

Non sono d'accordo invece sul fatto che siamo adesso in fase emergenziale. Il numero di reati non è significativamente aumentato, quello che è aumentato è l'esposizione mediatica della micro-criminalità. Poi l'uso (anzi il non-uso) che facciamo delle nostre enormi FF.OO. è scandaloso (ma di questo Berlusconi non ne ha colpa, è una situazione che si trascina da tempo e andrebbe risolta).

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Facendo seguito ai post non. 195 e 199, che riportano la presa di posizione del Generale di Divisione Marco Bertolini, a fronte della battuta sul "Desero dei Tartari" del nostro Premier e le successive reazioni, eccovi, sempre dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , un altro articolo.

 

RASSEGNA STAMPA: IL TIRRENO DEDICA ALCUNI ARTICOLI AL GENERALE BERTOLINI

 

Lunedì, 2 Febbraio 2009

by webmaster

 

tirreno.bertolini.jpg

 

IL TIRRENO del 1 Febbraio 2009

 

LIVORNO. .........

 

Il fisico guerriero, la volontà di ferro, la schiettezza che non si piega alla diplomazia in quei momenti rimangono nascosti sotto quel loden, in quella parentesi di tranquillità borghese, nel limbo della normalità domestica. Perché per il generale Marco Bertolini, 55 anni, nato a Parma sotto il segno dei Gemelli ma livornese da oltre trent’anni, tutto il resto, quello che sta fuori dalla bella e numerosa famiglia e dalla vita privata, è trincea. Guerra, vera e figurata, ossia politica, perché quello delle missioni all’estero è un terreno minato.

 

E qualche polemica, prima o poi, viene sempre fuori quando si tratta di guerre lontane e soldati italiani. Tanto lui, che dopo una lunga e pluridecorata carriera spesa in gran parte nei reparti della Brigata Folgore, è diventato giusto da poche settimane capo di stato maggiore del comando Isaf (la missione della Nato in Afghanistan), chi le bombe le ha viste esplodere per davvero, delle polemiche non ha certo paura. Anzi.

 

Insieme al physique du rôle, il caratteraccio, inteso come l’abitudine a dire pane al pane e vino al vino senza tanti complimenti, fa parte della sua fama, l’avversione per le manfrine e per i compromessi anche.

 

Quindi nessuno si è stupito per quella lettera inviata l’altro giorno al Corriere della Sera, poche parole, ma ben scritte, pesanti come il piombo e pungenti come spilloni. Buttate giù per rispondere al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e a una delle sue battute: «l’esercito fa la guardia al deserto dei Tartari», come dire che i suoi ragazzi, e quelli della altre missioni, se ne stanno lì a non far nulla, inutili, solo costosi. Figuriamoci se uno come il generale Bertolini poteva far finta di niente.

 

Così, da Kabul, dove si trova in questo periodo, ha messo insieme quelle poche righe finite prima tra le lettere al Corriere della Sera ma poi rilanciate e diventate un piccolo manifesto dell’orgoglio militare. In Rete, sui blog e sui forum, sui giornali, suo malgrado il generale Marco Bertolini è tornato ancora una volta alla ribalta.

 

Anche se non ci sono stati altri interventi né interviste dopo quel brevissimo sfogo: «La questione è chiusa, il generale ha detto quello che doveva dire, noi siamo tutti con lui» dicono dalla base di Kabul. Tutti con lui, come sempre. Perché il generale non solo sa combattere e affrontare la guerra vera ma è un personaggio, la sua storia una storia da film, di lavoro duro e scelte difficili, di gloria e di patate bollenti.

 

La gloria sta per esempio in quel tuffo in un fiume gelato nel Kosovo, nella medaglia d’oro guadagnata da giovane ufficiale in Libano, nei suoi rapporti con le “sue truppe” e con i paracadutisti in genere, che lo condiderano un mito. Le patate bollenti, ci sono state anche quelle.

 

Quando polemizzò con D’Alema, allora presidente del Consiglio, alla vigilia della guerra nel Kosovo, Bertolini era colonnello, comandava gli osservatori della Nato in Macedonia.

 

«I raid - disse - non risolveranno il problema, dopo le bombe deve sempre arrivare un soldatino con il suo bravo fucile in mano, ma attenzione, serve per prendere un territorio, non per dare la pace. Quella mi spiace, non è il mio lavoro».

 

Altre patate bollenti: il caso delle foto pubblicate da Panorama che documentavano torture e violenze sessuali commesse ai danni dei somali, il caso del giovane Emanuele Scieri trovato morto a Pisa, vittima di nonnismo, nella caserma dei paracadutisti Gamerra. Nel primo caso Marco Bertolini polemizzò con il ministro Andreatta, che aveva segnalato una certa omertà tra gli ufficiali della Folgore: «Omertà è un termine che non mi piace, normalmente si usa in altri ambienti e in altre occasioni».

 

Nel putiferio di Pisa lui arrivò in un clima tesissimo, dopo che furono rimossi i comandanti, e uno dei suoi primi annunci fu «non cambierò le regole dei miei predecessori», e il senso era nessuno conti su di me per sparare sull’immagine dei paracadutisti.

 

Ora, pensare a questo eroe della divisa che si dice “amareggiato”, immaginarselo nella notte di Kabul davanti al computer a sfogarsi con quella letterina breve breve, furioso eppure ironico (vi scrivo dall’Avamposto della Fortezza Bastiani, quella del Deserto dei Tartari, in Afghanistan), fa persino un po’ di tenerezza.

 

E da lontano, guardando verso oriente, sembra di vederlo davanti a quel computer, ma con il cappotto di loden e la sciarpa più che con la divisa. Indignato come soldato, anche per i suoi soldati e indignato come uomo. Perché una battuta sbagliata, soprattutto se viene da un presidente del Consiglio, può far danni e ferire. Più di una granata.

 

tirreno.bertolini1.jpg

 

Pagina 7 - Livorno La Folgore e le missioni in giro per il mondo La brillante escalation dell’uomo più amato dai parà

 

LIVORNO. Dopo una carriera tutta in ascesa nell’esercito, il generale di divisione Marco Bertolini, 55 anni, originario di Parma ma da più di 30 anni residente a Livorno con la famiglia, ha assunto l’incarico di Capo di Stato Maggiore di ISAF, Forza Internazionale della quale fanno parte le rappresentanze di oltre quaranta nazioni, della Nato e non.

 

L’insediamento è avvenuto il 3 gennaio scorso, presso il Quartier Generale di ISAF a Kabul. «Ritorno in Afghanistan dopo cinque anni. La situazione permane difficile, dice l’alto ufficiale, e le unità Nato stanno pagando un forte tributo in termini di vite umane» ha detto in occasione del suo insediamento a Kabul.

 

Il generale Marco Bertolini è alla sua seconda esperienza in Afghanistan, dove era già stato nel 2003 quale comandante del contingente italiano durante l’Operazione Enduring Freedom. Il generale Bertolini ha frequentato l’Accademia Militare di Modena ed ha prestato servizio per gran parte della propria carriera nell’ambito della Brigata Paracadutisti Folgore. È stato comandante della Brigata Folgore e ancor prima del 9 Reggimento Col Moschin, i commandos dell’esercito..

 

Recentemente è stato a capo del nuovo Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali. Ha operato in Libano, in Somalia, in Bosnia Erzegovina, in Macedonia e in Afghanistan nel 2003, durante l’operazione Enduring Freedom, come comandante del contingente italiano.

 

Lo sorso anno Bertolini è stato ospite del Rotary Mascagni. Di fronte al presidente Simonetta Starnini e ai soci, l’alto ufficiale ha tenuto una conferenza sul tema “L’impiego italiano nelle operazioni fuori area nell’ultimo ventennio”.

 

Nel suo discorso ai militari italiani al momento dell’insediamento come Capo di Stato Maggiore a Kabul, il generale ha sottolineato l’importanza del loro ruolo in un anno, il 2009, che sarà fondamentale nel processo di democratizzazione e stabilizzazione dell’Afghanistan. Quale Italian Senior National Representative (vale a dire il rappresentante nazionale di grado più elevato), ha anche ricordato l’importanza del lavoro di ogni singolo militare, che non deve mai dimenticare di operare in nome dell’Italia.

 

 

 

 

La battuta di Berlusconi, l’amarezza dell’ufficiale

 

Quelle poche righe di fuoco per difendere l’onore dei “suoi” soldati

 

LIVORNO. Tutto è cominciato con quella battuta di Berlusconi pronuniata durante il suo tour elettorale in Sardegna parlando del piano di aumentare le presenze dei militari in città. «Sarebbe un modo - ha sostenuto il Cavaliere - per dare agli stessi militari un sentimento di utilità, per non essere solo a fare i guardiani del deserto dei Tartari».

 

Di reazioni ce ne sono state parecchie ma quella del generale Marco Bertolini, alto ufficiale italiano, oggi ai vertici della missione Nato in Afghanistan, è stata quella che ha maggiormente commosso l’ambiente militare e che ha avuto più risalto a Livorno, città adottiva del generale di divisione che ci vive da oltre trent’anni con tutta la famiglia. Marco Bertolini, in una breve lettera inviata al Corriere della Sera, si dice “amareggiato” dalle parole del premier sui militari che farebbero la guardia al deserto dei Tartari.

 

Sul web ha ricevuto molti attestati di stima, così come dalle file dell’opposizione. Il Pdl, invece, ha definito le le sue parole inaccettabili. E il ministro della Difesa ha chiarito: l’esercito non fa la guardia al deserto, ma l’amore di Berlusconi per le forze armate «non è in discussione». Ecco qui a fianco le poche righe a firma Marco Bertolini - che volontariamente non ha specificato né grado, nè qualifica, nè incarico - pubblicate nella rubrica delle lettere del Corriere della Sera.

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Facendo seguito ai post non. 195 e 199, che riportano la presa di posizione del Generale di Divisione Marco Bertolini, a fronte della battuta sul "Desero dei Tartari" del nostro Premier e le successive reazioni, eccovi, sempre dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , un altro articolo.

 

RASSEGNA STAMPA: IL TIRRENO DEDICA ALCUNI ARTICOLI AL GENERALE BERTOLINI

 

Lunedì, 2 Febbraio 2009

by webmaster

 

tirreno.bertolini.jpg

 

IL TIRRENO del 1 Febbraio 2009

 

LIVORNO. .........

 

Il fisico guerriero, la volontà di ferro, la schiettezza che non si piega alla diplomazia in quei momenti rimangono nascosti sotto quel loden, in quella parentesi di tranquillità borghese, nel limbo della normalità domestica. Perché per il generale Marco Bertolini, 55 anni, nato a Parma sotto il segno dei Gemelli ma livornese da oltre trent’anni, tutto il resto, quello che sta fuori dalla bella e numerosa famiglia e dalla vita privata, è trincea. Guerra, vera e figurata, ossia politica, perché quello delle missioni all’estero è un terreno minato.

 

E qualche polemica, prima o poi, viene sempre fuori quando si tratta di guerre lontane e soldati italiani. Tanto lui, che dopo una lunga e pluridecorata carriera spesa in gran parte nei reparti della Brigata Folgore, è diventato giusto da poche settimane capo di stato maggiore del comando Isaf (la missione della Nato in Afghanistan), chi le bombe le ha viste esplodere per davvero, delle polemiche non ha certo paura. Anzi.

 

Insieme al physique du rôle, il caratteraccio, inteso come l’abitudine a dire pane al pane e vino al vino senza tanti complimenti, fa parte della sua fama, l’avversione per le manfrine e per i compromessi anche.

 

Quindi nessuno si è stupito per quella lettera inviata l’altro giorno al Corriere della Sera, poche parole, ma ben scritte, pesanti come il piombo e pungenti come spilloni. Buttate giù per rispondere al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e a una delle sue battute: «l’esercito fa la guardia al deserto dei Tartari», come dire che i suoi ragazzi, e quelli della altre missioni, se ne stanno lì a non far nulla, inutili, solo costosi. Figuriamoci se uno come il generale Bertolini poteva far finta di niente.

 

Così, da Kabul, dove si trova in questo periodo, ha messo insieme quelle poche righe finite prima tra le lettere al Corriere della Sera ma poi rilanciate e diventate un piccolo manifesto dell’orgoglio militare. In Rete, sui blog e sui forum, sui giornali, suo malgrado il generale Marco Bertolini è tornato ancora una volta alla ribalta.

 

Anche se non ci sono stati altri interventi né interviste dopo quel brevissimo sfogo: «La questione è chiusa, il generale ha detto quello che doveva dire, noi siamo tutti con lui» dicono dalla base di Kabul. Tutti con lui, come sempre. Perché il generale non solo sa combattere e affrontare la guerra vera ma è un personaggio, la sua storia una storia da film, di lavoro duro e scelte difficili, di gloria e di patate bollenti.

 

La gloria sta per esempio in quel tuffo in un fiume gelato nel Kosovo, nella medaglia d’oro guadagnata da giovane ufficiale in Libano, nei suoi rapporti con le “sue truppe” e con i paracadutisti in genere, che lo condiderano un mito. Le patate bollenti, ci sono state anche quelle.

 

Quando polemizzò con D’Alema, allora presidente del Consiglio, alla vigilia della guerra nel Kosovo, Bertolini era colonnello, comandava gli osservatori della Nato in Macedonia.

 

«I raid - disse - non risolveranno il problema, dopo le bombe deve sempre arrivare un soldatino con il suo bravo fucile in mano, ma attenzione, serve per prendere un territorio, non per dare la pace. Quella mi spiace, non è il mio lavoro».

 

Altre patate bollenti: il caso delle foto pubblicate da Panorama che documentavano torture e violenze sessuali commesse ai danni dei somali, il caso del giovane Emanuele Scieri trovato morto a Pisa, vittima di nonnismo, nella caserma dei paracadutisti Gamerra. Nel primo caso Marco Bertolini polemizzò con il ministro Andreatta, che aveva segnalato una certa omertà tra gli ufficiali della Folgore: «Omertà è un termine che non mi piace, normalmente si usa in altri ambienti e in altre occasioni».

 

Nel putiferio di Pisa lui arrivò in un clima tesissimo, dopo che furono rimossi i comandanti, e uno dei suoi primi annunci fu «non cambierò le regole dei miei predecessori», e il senso era nessuno conti su di me per sparare sull’immagine dei paracadutisti.

 

Ora, pensare a questo eroe della divisa che si dice “amareggiato”, immaginarselo nella notte di Kabul davanti al computer a sfogarsi con quella letterina breve breve, furioso eppure ironico (vi scrivo dall’Avamposto della Fortezza Bastiani, quella del Deserto dei Tartari, in Afghanistan), fa persino un po’ di tenerezza.

 

E da lontano, guardando verso oriente, sembra di vederlo davanti a quel computer, ma con il cappotto di loden e la sciarpa più che con la divisa. Indignato come soldato, anche per i suoi soldati e indignato come uomo. Perché una battuta sbagliata, soprattutto se viene da un presidente del Consiglio, può far danni e ferire. Più di una granata.

 

tirreno.bertolini1.jpg

 

Pagina 7 - Livorno La Folgore e le missioni in giro per il mondo La brillante escalation dell’uomo più amato dai parà

 

LIVORNO. Dopo una carriera tutta in ascesa nell’esercito, il generale di divisione Marco Bertolini, 55 anni, originario di Parma ma da più di 30 anni residente a Livorno con la famiglia, ha assunto l’incarico di Capo di Stato Maggiore di ISAF, Forza Internazionale della quale fanno parte le rappresentanze di oltre quaranta nazioni, della Nato e non.

 

L’insediamento è avvenuto il 3 gennaio scorso, presso il Quartier Generale di ISAF a Kabul. «Ritorno in Afghanistan dopo cinque anni. La situazione permane difficile, dice l’alto ufficiale, e le unità Nato stanno pagando un forte tributo in termini di vite umane» ha detto in occasione del suo insediamento a Kabul.

 

Il generale Marco Bertolini è alla sua seconda esperienza in Afghanistan, dove era già stato nel 2003 quale comandante del contingente italiano durante l’Operazione Enduring Freedom. Il generale Bertolini ha frequentato l’Accademia Militare di Modena ed ha prestato servizio per gran parte della propria carriera nell’ambito della Brigata Paracadutisti Folgore. È stato comandante della Brigata Folgore e ancor prima del 9 Reggimento Col Moschin, i commandos dell’esercito..

 

Recentemente è stato a capo del nuovo Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali. Ha operato in Libano, in Somalia, in Bosnia Erzegovina, in Macedonia e in Afghanistan nel 2003, durante l’operazione Enduring Freedom, come comandante del contingente italiano.

 

Lo sorso anno Bertolini è stato ospite del Rotary Mascagni. Di fronte al presidente Simonetta Starnini e ai soci, l’alto ufficiale ha tenuto una conferenza sul tema “L’impiego italiano nelle operazioni fuori area nell’ultimo ventennio”.

 

Nel suo discorso ai militari italiani al momento dell’insediamento come Capo di Stato Maggiore a Kabul, il generale ha sottolineato l’importanza del loro ruolo in un anno, il 2009, che sarà fondamentale nel processo di democratizzazione e stabilizzazione dell’Afghanistan. Quale Italian Senior National Representative (vale a dire il rappresentante nazionale di grado più elevato), ha anche ricordato l’importanza del lavoro di ogni singolo militare, che non deve mai dimenticare di operare in nome dell’Italia.

La battuta di Berlusconi, l’amarezza dell’ufficiale

 

Quelle poche righe di fuoco per difendere l’onore dei “suoi” soldati

 

LIVORNO. Tutto è cominciato con quella battuta di Berlusconi pronuniata durante il suo tour elettorale in Sardegna parlando del piano di aumentare le presenze dei militari in città. «Sarebbe un modo - ha sostenuto il Cavaliere - per dare agli stessi militari un sentimento di utilità, per non essere solo a fare i guardiani del deserto dei Tartari».

 

Di reazioni ce ne sono state parecchie ma quella del generale Marco Bertolini, alto ufficiale italiano, oggi ai vertici della missione Nato in Afghanistan, è stata quella che ha maggiormente commosso l’ambiente militare e che ha avuto più risalto a Livorno, città adottiva del generale di divisione che ci vive da oltre trent’anni con tutta la famiglia. Marco Bertolini, in una breve lettera inviata al Corriere della Sera, si dice “amareggiato” dalle parole del premier sui militari che farebbero la guardia al deserto dei Tartari.

 

Sul web ha ricevuto molti attestati di stima, così come dalle file dell’opposizione. Il Pdl, invece, ha definito le le sue parole inaccettabili. E il ministro della Difesa ha chiarito: l’esercito non fa la guardia al deserto, ma l’amore di Berlusconi per le forze armate «non è in discussione». Ecco qui a fianco le poche righe a firma Marco Bertolini - che volontariamente non ha specificato né grado, nè qualifica, nè incarico - pubblicate nella rubrica delle lettere del Corriere della Sera.

 

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:adorazione::adorazione::adorazione:

 

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  • 4 settimane dopo...
Ospite galland

Da Yahoo notizie riporto una serie di agenzie sul tema sicurezza

 

Ronde: Sap, Al Via Lottizzazione Partiti e Noi Badanti

Ieri - 22.31

 

 

 

(AGI) - Roma, 1 mar. - Assistiamo a Torino al tentativo di lottizzazione delle ronde: ogni partito potrebbe istituire suoi gruppi di volontari anche perche' il Governo ha intenzione di stanziare dei fondi ad hoc, mentre si continuano a tagliare risorse per polizia e carabinieri, che rischiano di diventare badanti. A formulare questa denuncia e' il Sap, il sindacato autonomo di polizia. "Le nostre volanti sono ferme in officina perche' non ci soldi per pagare la manutenzione: a questo punto lancio una provocazione - afferma il segretario provinciale e dirigente nazionale del Sap, Silverio Sabino - chiudiamo le forze dell'ordine e affidiamo tutto a ronde e vigilantes. Forse questo e' il modello di sicurezza che qualcuno ha in mente". A Torino, aggiunge, "rischiamo di dover impiegare il personale di Polizia, gia' sotto organico, per controllare le varie ronde che cominciano a vedersi in giro, da Tossik Park e Porta Palazzo per altro non regolamentate visto che il decreto governativo che le ha istituzionalizzate non sara' operativo fino alla definitiva conversione in legge. Non dimentichiamo che la nostra e' una citta' c'e' una forte presenza dei centri sociali e questi cittadini in libera uscita, questi dilettanti allo sbaraglio, oltre a mettere a repentaglio la loro incolumita', rischiano di alimentare un clima di tensione continuo, con evidente aggravio di lavoro per le forze dell'ordine: questo ruolo da badanti non lo accetteremo mai - avverte - e condividiamo le preoccupazioni espresse dal Cocer Carabinieri. Molti cittadini hanno capito che dietro l'operazione ronde si nasconde l'ennesimo bluff visto che le risorse per le forze dell'ordine continuano ad esser tagliate - conclude Sabino - o incrementate in misura insufficiente alle reali esigenze".

 

 

 

 

 

Ronde: Funzionari Polizia, Modificare Dl e Tornare a Civilta' Diritto

Ven 27 Feb - 19,50

 

(ASCA) - Roma, 27 feb - Modificare il Decreto sicurezza, soprattutto nella parte che da' il via libera alle ronde per ''restituire il Paese a quella civilta' giuridica della sicurezza di cui siamo orgogliosi''. A chiederlo e' l'Anfp, l'associazione che riunisce i funzionari di polizia che si associa alle critiche espresse oggi dall'ex ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu ribadendo i rischi che discendono ''da scelte poco ponderate in materia di sicurezza pubblica'' che possono portare ''ad avventurarsi per strade che la storia ha gia' dimostrato essere impraticabili''. Il segretario nazionale dell'Anfp, Enzo Marco Letizia ha citato il testo unico sulla sicurezza del 1931 che gia', sottolinea, aveva ben compreso i rischi derivanti dallo ''spontaneismo nella sicurezza cittadina'', esprimendo sorpresa per il fatto che, ''vigente la costituzione italiana e la legge 121/81 possa, anche solo subliminalmente, passare il messaggio che lo Stato torni ad incentivare sprovveduti e mafiosi per il controllo del territorio. In un contesto nel quale il concetto di sicurezza urbana non e' stato mai ben definito, i gruppi di volontari possono collocarsi tra due estremi: da un lato - conclude Letizia - la categoria delle benefiche associazioni delle dame di San Vincenzo o l'Esercito della Salvezza e dall'altro squadre di esaltati o di improvvisati sceriffi propri del Far-West o delle migliori pagine del Manzoni''.

 

 

 

Cocer carabinieri, no alle ronde

 

Ieri - 15.52

 

(ANSA) - ROMA, 1 MAR - Il Cocer dei carabinieri boccia le ronde: l'organismo di rappresentanza dell'Arma non crede si risolvano cosi' i problemi della sicurezza. Servono, piuttosto, piu' risorse per le forze dell'ordine. In un documento, il Cocer definisce 'impraticabile' la misura delle ronde 'sull'impianto sicurezza che opera in Italia' e cita il caso di Padova,'dove scontri tra No Global e addetti alle ronde hanno creato allarme e un dispendioso lavoro alle forze dell'ordine, intervenute per sedare i tafferugli'.

 

 

 

 

 

 

Sicurezza, 2.876 Nuovi Assunti Nelle Forze Dell'Ordine. Pisanu: Ronde Vulnus Del Nostro Sistema

 

Roma, 27 feb. (Adnkronos) - In attuazione delle norme fissate dal decreto legge 11 del 23 febbraio scorso, ''Misure urgenti in materia di pubblica sicurezza e di contrasto alla violenza sessuale'', e' stato definito il piano di assunzioni di 2.876 nuove unita', appartenenti alle Forze di polizia e al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

In particolare, sottolinea il Viminale, per la Polizia di Stato saranno assunti 826 agenti e 80 tra funzionari e ufficiali; per l'Arma dei Carabinieri 700 agenti e 200 tra ispettori e marescialli; per la Guardia di Finanza 231 agenti e 152 tra ispettori e marescialli; per la Polizia Penitenziaria 296 agenti; per il Corpo Forestale 94 agenti e, infine, per i Vigili del Fuoco 297 agenti.

 

L'ex ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, intanto, interviene sul fenomeno ronde. "Dovrebbero essere gruppi di volontariato, ma spesso si presentano come milizie di partito - afferma il presidente della Commissione Antimafia in un'intervista che sara' pubblicata domenica su 'Metropoli', settimanale allegato alla Repubblica -. Oggettivamente costituiscono un vulnus all'unitarieta' e all'efficienza del nostro sistema di sicurezza".

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E sottolineo che una voltante su due è ferma per i tagli del governo della "sicurezza" (della loro)

 

http://www.corriere.it/cronache/09_febbrai...44f02aabc.shtml

 

http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_0...44f02aabc.shtml

 

pubblicità è basta

 

vauro210209.gif

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mah devo dire che averele pattuglie miste nel mio quartiere è una bella cosa.

(quartiere isola di milano, dove si farà la citttà della moda)

Prima quando andavo in giro la sera una volta si e una no venivo sempre avvicinato da qualcuno che mi offriva droga.

 

Ora invece...beh che strano le solite facce non si vedono più!!!

 

tu la chiami pubblicità io la chiamo sicurezza.

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Ospite intruder

Ma non vi viene un dubbio? I soldati li mandano perché in fondo, alla gente sono simpatici: non ti hanno mai fatto una multa perché correvi troppo, né ti hanno rotto i coglioni perché tuo figlio si faceva una canna... nemmeno i "sinistri" più incalliti li guardano male. Secondo me sta tutto lì (e sorvoliamo la figuraccia che ci facciamo all'estero).

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  • 3 settimane dopo...

Eccovi l'Italia che abbiamo ereditato dalla prima repubblica (e che non si riesce a cambiare)!!!

 

Dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , riporto l'articolo seguente:

 

 

25000 POLIZIOTTI TOLTI DALLA STRADA E IMPIEGATI IN UFFICIO

 

Lunedì, 23 Marzo 2009

by webmaster

 

ROMA- Circa 25.000 poliziotti vengono impiegati per compiti burocratici che nulla hanno a che vedere con la pubblica sicurezza: si occupano infatti di pratiche relative a pensionamenti, retribuzioni, contratti.

 

Lo denunciano le Rappresentanze sindacali unite del Dipartimento di Pubblica sicurezza in una lettera inviata ai ministri dell'Interno, Roberto Maroni, dell'Economia, Giulio Tremonti e della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.

 

"E' scandaloso - proseguono le Rsu - che costoro percepiscano retribuzioni che vanno dal 30% al 50% in più dei dipendenti contrattualizzati, che abbiano uno 'sconto' del 20% sull'anzianità ai fini pensionistici, che abbiano diritto mediamente a 42 giorni di ferie, a 30 giorni di congedo straordinario, che effettuino un ammontare di ore di straordinario di gran lunga superiore a quello che effettuano i loro colleghi impiegati in compiti operativi, per i quali detti trattamenti sono ampiamente giustificati, beneficiando di provvedimenti economici e normativi ad hoc anche per quanto riguarda i periodi di malattia".

 

E non si tratta, aggiungono, "in gran parte di poliziotti 50enni 'usurati' da servizi esterni, ma spesso di venti-trentenni che godono di ottima salute".

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Eccovi l'Italia che abbiamo ereditato dalla prima repubblica (e che non si riesce a cambiare)!!!

 

Dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , riporto l'articolo seguente:

25000 POLIZIOTTI TOLTI DALLA STRADA E IMPIEGATI IN UFFICIO

 

Lunedì, 23 Marzo 2009

by webmaster

 

ROMA- Circa 25.000 poliziotti vengono impiegati per compiti burocratici che nulla hanno a che vedere con la pubblica sicurezza: si occupano infatti di pratiche relative a pensionamenti, retribuzioni, contratti.

 

Lo denunciano le Rappresentanze sindacali unite del Dipartimento di Pubblica sicurezza in una lettera inviata ai ministri dell'Interno, Roberto Maroni, dell'Economia, Giulio Tremonti e della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta.

 

"E' scandaloso - proseguono le Rsu - che costoro percepiscano retribuzioni che vanno dal 30% al 50% in più dei dipendenti contrattualizzati, che abbiano uno 'sconto' del 20% sull'anzianità ai fini pensionistici, che abbiano diritto mediamente a 42 giorni di ferie, a 30 giorni di congedo straordinario, che effettuino un ammontare di ore di straordinario di gran lunga superiore a quello che effettuano i loro colleghi impiegati in compiti operativi, per i quali detti trattamenti sono ampiamente giustificati, beneficiando di provvedimenti economici e normativi ad hoc anche per quanto riguarda i periodi di malattia".

 

E non si tratta, aggiungono, "in gran parte di poliziotti 50enni 'usurati' da servizi esterni, ma spesso di venti-trentenni che godono di ottima salute".

Scusa Pipcus ma tu lo sai cosa sono le RSU?Rappresentano il personale dell'amministrazione civile non i poliziotti.Il fatto è che questi vogliono entrare in un settore a loro precluso.

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Scusa Pipcus ma tu lo sai cosa sono le RSU?Rappresentano il personale dell'amministrazione civile non i poliziotti.Il fatto è che questi vogliono entrare in un settore a loro precluso.

Non mi interessano le motivazioni ma, se ciò che viene denunciato è vero (ed io penso che lo sia), è lo stesso uno schifo!!! :thumbdown::furioso:

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No, ma hanno ragione, il personale delle forze di pubblica sicurezza deve stare per la strada a far rispettare la legge, non a passare la carta, idem dicasi per i militari.

Questi lavori dovrebbero farli normali impiegati civili, infatti mi è piaciuta molto la proposta, provocatoria, dei sindacati di polizia di mandare i buontemponi delle ronde negli uffici in modo da far girare per le strade chi può davvero far rispettare l'ordine.

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... in modo da far girare per le strade chi può davvero far rispettare l'ordine.

Sempre che costoro ci vogliano veramente andare per le strade e non preferiscano restare negli uffici (come sospetto)!

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Secondo me no, alla fine entrano in polizia per fare un certo lavoro e passare carte incide solo sul morale.

Ovviamente ci sono le eccezioni, ma tutti coloro che conosco in polizia e carabinieri sono altamente incavolati di dover fare i passacarte.

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  • 2 settimane dopo...

l'ho diranno in TV?

 

Sospeso il processo Mediaset grazie al «pacchetto sicurezza»

 

I giudici del la seconda sezione penale del Tribunale di Milano hanno sospeso fino al 10 dicembre prossimo il processo a carico del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, imputato di frode fiscale per la compravendita di diritti televisivi e cinematografici.

 

A chiedere la lunga sospensione è stato il pm Fabio De Pasquale in riferimento all'applicazione del pacchetto sicurezza sulla sospensione dei procedimenti non urgenti.

 

Oggi uno dei legali di Confalonieri, l'avvocato Vittorio Virga, ha depositato la procura speciale del suo assistito nella quale si manifestava la volontà di non opporsi alla sospensione del processo, richiesta da De Pasquale. Il presidente di Mediaset deve rispondere di frode fiscale per gli anni 2001, 2002 e 2003. Per la Procura in quegli anni sarebbero state effettuate false dichiarazioni dei redditi per circa 15 milioni di euro. Nelle udienze precedenti il presidente delegato del tribunale di Milano aveva respinto la richiesta di accusa e difesa di riunire la sua posizione a quella degli imputati nel troncone principale.

 

Probabilmente per il 10 dicembre la causa a carico di Confalonieri potrà essere riunita al processo nel quale, imputato, figura anche Silvio Berlusconi dopo che la Corte costituzionale si sarà pronunciata sulla legittimità del Lodo Alfano.

02 aprile 2009

http://www.unita.it/news/83626/sospeso_il_...hetto_sicurezza

Vergognaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!! :thumbdown: :thumbdown:

 

EDIT

l'ho mesos qui perchè riguarda la sicurezza (in quanto la blocca-processi degli amici è nel DDL sicurezza)

Modificato da Leviathan
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Ospite intruder

Ieri ennesima cavolata, a Roma: han mandato la Folgore in search-and-feed (doing 3,16, dicono gli americani) nella Pineta Sacchetti, storico covo dei feroci salatini (non è un refuso). In altre parole, soldati in assetto di combattimento (visti coi miei occhi) a sgomberare i barboni che "abitano" in ricoveri di fortuna nella pineta, e, a memoria d'uomo, non hanno mai fatto nulla di male. Sentito con le mie orecchie commentare un sottufficiale "invece del fucile dovevano darci coperte e viveri". Perfino loro si sono resi conti che si fa la guerra alla povertà, non ai poveri.

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Ieri ennesima cavolata, a Roma: han mandato la Folgore in search-and-feed (doing 3,16, dicono gli americani) nella Pineta Sacchetti, storico covo dei feroci salatini (non è un refuso). In altre parole, soldati in assetto di combattimento (visti coi miei occhi) a sgomberare i barboni che "abitano" in ricoveri di fortuna nella pineta, e, a memoria d'uomo, non hanno mai fatto nulla di male. Sentito con le mie orecchie commentare un sottufficiale "invece del fucile dovevano darci coperte e viveri". Perfino loro si sono resi conti che si fa la guerra alla povertà, non ai poveri.

Per lo sgombero dei barboni le forze dell'ordine dovrebbero essere sufficienti!

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Napoli, clandestina denunciata dopo parto

Napoli, clandestina denunciata dopo parto

Il medico: «Trattato come una spia»

 

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=...sez=NAPOLI

 

 

Napoli, clandestina denunciata dopo parto

inchiesta di Asl e prefettura: tutto regolare

 

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=...sez=NAPOLI

 

 

La lunga giornata del Fatebenefratelli 'Ma noi qui rispettiamo le regole'

 

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/...a-noi.html

 

 

Kante avrà il permesso di soggiorno

La telefonata della questura: oggi la consegna del documento

 

http://napoli.repubblica.it/dettaglio/ka...no/1613249

 

 

vauro190309_7.gif

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ROMA - Alla fine il decreto passa. Ma la retromarcia del governo sulle ronde e la secca bocciatura sull'esecuzione dell'espulsione degli immigrati fanno esplodere l'ira della Lega. Che infatti non parteciperà al voto finale. Insomma, il Carroccio, che della sicurezza fa uno dei suoi temi forti, deve incassare, nella stessa giornata, il doppio stop alla Camera di due norme che considerava vitali: le ronde e la permanenza dei clandestini nei Cpt. Le prime vengono stralciate dal decreto, la seconda viene cancellata grazie al voto di alcuni parlamentari della maggioranza che si schierano con l'opposizione. Troppo per Bossi e soci che danno libero sfogo alla rabbia e chiamano in causa il premier: "Berlusconi garantisca per le scelte di governo". Una minaccia, neanche tanto velata, alla tenuta dell'esecutivo.

 

Fortemente volute dal Carroccio e altrettanto fortemente contestate dall'opposizione e criticate dal Csm e dai sindacati di polizia, le ronde sono state stralciate dal decreto. Il governo, infatti, davanti all'ostruzionismo dell'opposizione, ha accettato di farle confluire nel disegno di legge sempre in materia di sicurezza all'esame della Camera. Soddisfatta l'opposizione. Che, poco dopo, incassa un nuovo successo. L'aula infatti approva, a scrutinio segreto, gli emendamenti del Pd e dell'Udc al decreto che sopprimono l'articolo del testo sull'esecuzione dell'espulsione degli immigrati. Gli emendamenti, che mirano alla soppressione dell'articolo 5 del decreto legge, che aumentava a 180 giorni il tempi di permanenza nei Cpt degli immigrati, passano con 232 voti a favore, 225 contrari e 12 astensioni (compresi alcuni dipietristi, cosa che ha scatenato l'irritazione del Pd). Diciassette parlamentari del Pdl votano con l'opposizione e il Carroccio insorge: "E' un tradimento".

 

La Lega è furiosa e il ministro dell'Intero Roberto Maroni alza i toni: "Sono furibondo. Dal 26 aprile dovremo rimettere in libertà 1.038 clandestini". Poi la secca chiamata in causa del premier: "Intervenga, serve il suo impegno per le scelte del governo. Per due volte le nostre iniziative sono state smentite dal voto dei franchi tiratori. Chiederò a Berlusconi di farlo lui, perchè evidentemente io non riesco a farlo e lo ammetto. O ci riesce il presidente del consiglio o dovrò prendere atto che sull'immigrazione clandestina la maggioranza, o una parte di essa, non la pensa così severamente come la pensiamo noi".

 

Ma le parole di Maroni non piacciono al Pdl. "Nessuno scagli la prima pietra, nessuno faccia il primo della classe, bisogna rimediare prima che sia troppo tardi, questo provvedimento è necessario" dice Ignazio La Russa - Semmai bisogna cercare di capire chi siano stati i 12 franchi tiratori e parlargli in separata sede. Piuttosto che lamentarsi bisogna adesso cercare di rimediare".

 

Soddisfatta, ovviamente, l'opposizione. "Questo voto conferma che c'è una parte della maggioranza per cui conta l'adesione alle regole della civiltà del nostro Paese e che non si lascia dettare l'agenda dalla Lega" commenta Antonello Soro, capogruppo del Pd. Per l'ex segretario Walter Veltroni è "una vittoria della ragione", mentre l'atteggiamento dell'Idv è "sconcertante".

 

Tornando alle ronde, da punto di vista tecnico, sarà un emendamento della commissione a cancellare dal decreto sicurezza la norma. Le norme poi verranno molto probabilmente inserite in un disegno di legge di cui il governo chiederà l'esame quanto prima già nella riunione dei capigruppo prevista per questo pomeriggio.

 

"Tolta la demagogia delle ronde, ora ci si può concentrare sulla sicurezza dei cittadini, cioè avere più forze dell'ordine sulle strade e trovare le risorse necessarie. Su questo noi del Pd siamo pronti a collaborare" dice Dario Franceschini. "Siamo molto soddisfatti - sostiene Michele Vietti dell'Udc - che il governo abbia cambiato parere su una nostra proposta molto ragionevole. Grazie al nostro ostruzionismo salta un macigno e ora siamo impegnati nell'accelerare l'esame del testo".

 

Governo di nuovo battuto. Governo battuto per la seconda volta oggi in aula alla Camera: l'assemblea, con 165 voti a favore, 157 contrari e un astenuto, ha infatti approvato una mozione del Pd sulle banche e le fondazioni su cui l'esecutivo aveva espresso parere contrario. Il testo del Pd, che impegna il governo a dare piena attuazione alle norme anticrisi relative alle banche e al credito, è stato approvato nonostante il parere negativo. I deputati della Lega non erano in Aula al momento del voto.

repubblica.it

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