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Partito democratico / della libertà


VittorioVeneto

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Parlano quelli che prendono come oro il volere di Re Silvio :asd:

Rick, dimmi con tutta sincerità e con l'onestà che come sai ti riconosco, se tu fossi di destra, in un sistema come il nostro, ormai definitivamente (per fortuna) bipolare, ti verrebbe mai in mente di sostituire uno come Berlusconi che riesce a stravincere ancora, dopo un anno di logorante, come è normale che sia, governo?!?!?!

Bisognerebbe essere masochisti come voi di sinistra per farlo (bisogna pur dire però, a vostra scusante, che non vi siete mai trovati in una situazione simile, cioé avere un leader che, stando al governo, stravince in meno di un anno, sei, dico SEI, competizioni elettorali!)!

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Ospite intruder
Ma poi non si può riproporre la stessa faccia che aveva già fatto due mandati, specie se si presenta come un qualcosa di nuovo.

 

Veltroni aveva necessità di liberarsi di un concorrente interno, tanto per fare qualcosa di laico-democratico-e-antifascista. Se questo è il nuovo che avanza... aridatece er puzzone!

 

 

Bisognerebbe essere masochisti come voi di sinistra per farlo (bisogna pur dire però, a vostra scusante, che non vi siete mai trovati in una situazione simile, cioé avere un leader che, stando al governo, stravince in meno di un anno, sei, dico SEI, competizioni elettorali!)!

 

Berlusconi non vince solo per merito suo, ma anche per (de)merito avversario.

Modificato da intruder
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Peccato non sia una partita di calcio...

Diciamo che Berlusconi è l'Inter che vince sempre!!!

 

Anche se non credo che a lui farebbe piacere il paragone da me fatto!!!

Modificato da picpus
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Rick, dimmi con tutta sincerità e con l'onestà che come sai ti riconosco, se tu fossi di destra, in un sistema come il nostro, ormai definitivamente (per fortuna) bipolare, ti verrebbe mai in mente di sostituire uno come Berlusconi che riesce a stravincere ancora, dopo un anno di logorante, come è normale che sia, governo?!?!?!

 

Hanno sostituito la Thatcher, si può benissimo sostituire Berlusconi se ci fosse un pelo di democrazia e dialogo interno nel PdL

 

Il 20 novembre 1990, mentre la Thatcher era alla Conferenza di Parigi, si svolsero le elezioni per la carica di leader del Partito Conservatore. La Thatcher, che credeva di essere in netto vantaggio sull'avversario Michael Heseltine, prevalse per soli 4 voti. Era quindi necessario un secondo turno. La situazione precipitò nelle ore successive, quando, rientrata a Londra, avviò delle consultazioni con gli stati maggiori del Partito, dopo aver annunciato che sarebbe rimasta a Downing Street. Nella notte, tuttavia, cambiò idea, e decise di dimettersi da Primo ministro; sostenne poi la candidatura del Ministro dell'Economia John Major, che al Congresso del partito vinse facilmente e le successe come Primo Ministro. Celebri le immagini dell'ultima volta al numero 10 di Downing Street, quando la Thatcher, con le lacrime agli occhi, si avvia verso l'auto per lasciare quella che, per 11 anni e mezzo, era stata la sua residenza.

 

La vedremo mai una scena simile in Italia?

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Ospite intruder

In compenso abbiamo visto il PD calare Rutelli come un vicerè designato a Roma. E fosse solo quello... ragazzi, da quelle parti non ci stanno i crismi per insegnare la democrazia agli altri.

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Hanno sostituito la Thatcher, si può benissimo sostituire Berlusconi se ci fosse un pelo di democrazia e dialogo interno nel PdL

La vedremo mai una scena simile in Italia?

Rick, mi spiace, ma il tuo paragone non regge sotto alcun punto di vista!!!

 

1) Berlusconi ha fondato "Forza Italia" (che, peraltro, è la componente di gran lunga maggioritaria anche dell'attuale PDL) dal niente, nel 1994; il partito conservatore inglese storico nacque nel 1679, quello moderno nel 1824: sicuramente, né l'uno, né l'altro, per merito della Thatcher!!!

 

2) Berlusconi non è stato per 11 anni e mezzo consecutivi, Presidente del Consiglio;

 

3) Berlusconi in una ipotizzabile "conta" interna" non la spunterebbe per 4 voti;

 

e last but not least,

 

4) tutti gli uomini politici inglesi che perdono un'elezione si ritirano (ed a volte si ritirano, anche senza uscire sconfitti da un'elezione politica, come il caso della Thatcher e di Blair), nessun uomo politico italiano che perde un'elezione si ritira (c'è pure in giro qualche anima bella, che vorrebbe andare a recuperare ... immaginate ... Prodi!!!!)!!!

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una buona notizia per il PD : si candida Arturo Parisi l'unico rispettabile per i miei canoni da quelle parti.

 

x dominus:

capisco che il tesseramento non è completato ma andare così alle europee (e amministrative) del 6-7 giugno è un suicidio

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4) tutti gli uomini politici inglesi che perdono un'elezione si ritirano (ed a volte si ritirano, anche senza uscire sconfitti da un'elezione politica, come il caso della Thatcher e di Blair), nessun uomo politico italiano che perde un'elezione si ritira (c'è pure in giro qualche anima bella, che vorrebbe andare a recuperare ... immaginate ... Prodi!!!!)!!!

 

1) Berlusconi ne ha perse due di elezioni e non si è mai ritirato

2) D'Alema e Veltroni si sono ritirati dopo aver perso una elezione, Prodi senza neanche perderne una.

 

Ora dov'è la democrazia??

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Ospite intruder
1) Berlusconi ne ha perse due di elezioni e non si è mai ritirato

2) D'Alema e Veltroni si sono ritirati dopo aver perso una elezione, Prodi senza neanche perderne una.

 

Ora dov'è la democrazia??

 

Veltroni si è ritirato dopo aver provocato una catastrofe, non per aver perso le elezioni (che sono state un anno fa). Prodi ha sbattuto la porta perché si è, giustamente, rotto i santissimi di tutta la corte dei miracoli: due-governi-due caduti per le manovre di sottogoverno, non per altro.

Modificato da intruder
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1) Berlusconi ne ha perse due di elezioni e non si è mai ritirato

2) D'Alema e Veltroni si sono ritirati dopo aver perso una elezione, Prodi senza neanche perderne una.

 

Ora dov'è la democrazia??

Rick,

 

1) riporto la mia affermazione: "nessun uomo politico italiano che perde un'elezione si ritira"; ho forse detto che Berlusconi fa eccezione o lo stesso Berlusconi non è italiano?!?!?!

 

2) D'Alema e Veltroni ritirati?!?!?! Ritirarsi, per gli inglesi, significa SPARIRE dalla vita politica!!! Questo è forse il caso di D'Alema?! Per Veltroni e Prodi, vedremo se non torneranno di nuovo tra le santissime scatole!!!

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Prodi non è mai stato in gran simpatia alla sinistra.

D'Alema ne diceva di cotte e di crude su di lui alla stampa, per non parlare di Fassino, e tanti altri esempi.

E' stato l'unico asse vincente finora, e quando le poltrone inizieranno a stringersi (a breve ci sono le europee ed è previsto un flop memorabile della sinistra a causa di Veltroni), potrebbero tentare di richiamarlo mossi dalla disperazione che già attanaglia il PD (come fecero quando Prodi era a capo della commisione europea), ma seppur la stima che provo per Prodi è immensa penso sia giusto che il professore gli mandi al quel paese.

 

L'hanno deliberatamente fregato due volte su due.

La terza mi pare troppo

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Ospite intruder
Prodi non è mai stato in gran simpatia alla sinistra.

D'Alema ne diceva di cotte e di crude su di lui alla stampa, per non parlare di Fassino, e tanti altri esempi.

E' stato l'unico asse vincente finora, e quando le poltrone inizieranno a stringersi (a breve ci sono le europee ed è previsto un flop memorabile della sinistra a causa di Veltroni), potrebbero tentare di richiamarlo mossi dalla disperazione che già attanaglia il PD (come fecero quando Prodi era a capo della commisione europea), ma seppur la stima che provo per Prodi è immensa penso sia giusto che il professore gli mandi al quel paese.

 

L'hanno deliberatamente fregato due volte su due.

La terza mi pare troppo

 

 

Non ho nessuna simpatia per Prodi, come non ne ho per Berlusconi. Al primo preferisco Bersani, al secondo Fini. Ma non credo vogliano, o possano, sostituirsi ai loro mentori. E quindi, credo proprio che Prodi ritornerà, magari dopo la débâcle delle europee (non venderei la pelle dell'orso prima di averlo fucilato, parola di cacciatore). E accetterà per dovere di partito, amor di patria, quello che ti pare, perché è l'unico che ha battuto due volte Berlusconi, seppure di misura (Berlusconi ha le palle, ragazzi, riconoscetelo come faccio io che lo detesto), ed è l'unico che, forse, può farcela ancora. Altri, ripeto, non ne vedo all'orizzonte.

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Roma, 20 feb. (Apcom) - Romano Prodi non tornerà politicamente in campo. Ne è convinto Arturo Parisi che, intervistato a 'Panorama del giorno' su Canale 5, ha spiegato di "prendere sul serio" le parole del Professore che ha escluso un ritorno in politica. "Siamo amici e colleghi da un tempo infinito, se ha detto di no è no", dice Parisi.

 

Spera in un ripensamento? "No, ci è vicino col cuore come ha detto - conclude Parisi - ma tuttavia a partire da posizioni che sono nitidamente distinte".

 

http://notizie.virgilio.it/notizie/politic...o,18060870.html

 

peccato...

Spero in Parisi.

 

Una volta stimavo Bersani, ma non mi è piaciuto quando ha trattato con tassisti e farmacisti (non arretrero di un millimetro-disse-peccato che poi capitolo)

Modificato da Leviathan
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... quanto a parisi conta come il due di picche e sarà sempre più emarginato per fortuna.

Ovvio, come Prodi, non ha alcuna base elettorale, non avendo un orientamento politico comprensibile e ben individuato: ambedue sono figure autoreferenziali!

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non sono d'accordo.

Considero Parisi e tutta l'area dei Prodiani l'unica corrente davvero riformista nel PD.

 

Voglio vedere come andrà a finire e rilancio la richiesta della base e militanti del PD : dirigenti, dimettetevi tutti!!!!

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Corriere della sera.it

 

 

finocchiaro: «Non è l'8 settembre che ci attende»

Pd: al via l'assemblea costituente

Il nodo da sciogliere: reggenza pro-tempore a Franceschini o congresso anticipato

 

ROMA - Si andrà verso una leadership di transizione, quella di Dario Franceschini, o si deciderà per un nuovo congresso, magari accompagnato a delle vere primarie per scegliere il nuovo leader? E' questo il nodo che l'assemblea costituente del Pd , cominciata stamattina, dovrà sciogliere. Il clima, però, rimane teso, il rischio di contestazioni preoccupa i dirigenti Pd che cercano di evitare che la riunione sfugga loro di mano.

 

FINOCCHIARO - «Noi non torniamo indietro, non abbiamo paura, non è l'8 settembre che ci attende»: è quanto afferma il presidente dei Senatori del Partito democratico Anna Finocchiaro aprendo i lavori dell'assemblea nazionale. «Noi non siamo un gregge - dice Finocchiaro - che si disperde alla prima sassata. Quello di oggi è un evento straordinario e anche inaspettato, il passaggio più difficile che un giovane partito può trovarsi a affrontare e la scelta di tornare alla sovranità dell'assemblea è stata - spiega ancora l'esponente del Pd - una scelta politica contro anche una rappresentazione di noi che viene data dai media: noi siamo capaci di affrontare questo momento in piena democrazia e senza isteria».

 

PARISI - Nell'attuale «passaggio drammatico segnato dalla paura e dalla rabbia, c'è bisogno più che mai di una presenza forte e autorevole», quella presenza che «solo una guida legittimata e una nitida linea politica possono assicurare». Così Arturo Parisi difende e lancia la proposta di andare subito alle primarie dopo le dimissioni di Walter Veltroni.

 

I PRO-FRANCESCHINI - Intanto fin da venerdì si sono registrate le mosse dei due opposti schieramenti. Franceschini ha riunito il coordinamento, a cui hanno partecipato anche i capigruppo, Bersani e Fassino, ma che è stato disertato di nuovo da Goffredo Bettini. Assente anche Enrico Letta, a Todi con Francesco Rutelli ospite dell’Udc. Se tutto andrà secondo quanto deciso al coordinamento, e Franceschini verrà eletto segretario, l'ipotesi è quella che il nuovo leader venga affiancato da una segreteria politica comprensiva delle varie componenti. Con Piero Fassino che viene dato come probabile responsabile dell'organizzazione. Verrebbe poi previsto un organismo di raccordo con i territori, una sorta di «conferenza» dei segretari locali da convocare a scadenze fisse, attivamente coinvolta, insomma, nelle decisioni del partito. I «big» del partito sono comunque in fermento per tentare fino all'ultimo di «limitare i danni» di una assemblea che si preannuncia al buio. Gruppi di delegati, a seconda della regione di provenienza, si riuniscono per ascoltare le ultime indicazioni provenienti dal vertice del partito, preoccupato di non riuscire a gestire l'andamento e, soprattutto, l'esito dell'assemblea. A quanto si apprende, esponenti di spicco del Pd, del calibro di Franco Marini, ma anche i componenti del coordinamento, si stanno spendendo e danno il loro contributo per convincere i critici che la soluzione Franceschini è al momento l'unica strada percorribile per non lasciare il partito nella situazione di sbando in cui si trova dopo le dimissioni di Veltroni. Sempre a quanto si apprende, i vertici del partito temono innanzitutto contestazioni durante lo svolgimento dei lavori ed è su questo che si sta lavorando al momento. Anche se, viene spiegato, la strada che si intraprenderà sarà abbastanza chiara dall'inizio, in quanto è confermato che fin dall'apertura dei lavori sarà sottoposta al giudizio dei 2.800 delegati l'alternativa tra due soluzioni possibili, così come prevede lo statuto: eleggere un nuovo segretario che sarà in carica a pieno titolo fino al congresso di ottobre, oppure andare a congresso anticipato con le primarie. In quest'ultimo caso, l'assemblea nazionale sarebbe sciolta e, spiega un dirigente del Pd, si dovrebbe definire il percorso conseguente.

 

IL FRONTE DEL CONGRESSO ANTICIPATO - Di sicuro, sono in parecchi a contestare la linea sancita dal coordinamento del partito e avallata dallo stesso Veltroni, quella della segreteria-Franceschini fino ad ottobre: Sergio Cofferati, Arturo Parisi, Sergio Chiamparino, i veltroniani Enrico Morando e Stefano Ceccanti, che hanno già scritto la mozione per chiedere le primarie il 19 aprile, solo per citare alcuni nomi. Anche Marco Follini voterà la mozione per svolgere le primarie subito. Lo rende noto lo stesso esponente del Pd che si trova all'assemblea nazionale del partito che si va affollando di delegati. «Oggi serve una decisione - dice Follini - non un rinvio. Il congresso si fa adesso. La strada migliore è quella di tenere le primarie». Restano comunque le incognite di un'assemblea molto partecipata, con la presenza sicura di almeno 1.800 degli oltre 3000 delegati aventi diritto al voto.

 

LA MOZIONE - Per giungere al congresso in tempi brevi si prepara una mozione unica, primi firmatari l'ulivista Franco Monaco e il veltroniano Ceccanti, per chiedere all'assemblea nazionale del Pd che si vada subito a primarie. La mozione è presentata, dunque, congiuntamente da ulivisti e da alcuni veltroniani doc, tra cui appunto Stefano Ceccanti e Salvatore Vassallo. Non compare, invece, nel documento, la firma di un altro veltroniano della prima ora, Giorgio Tonini, anche lui scettico sulla soluzione Franceschini ma convinto della necessità di andare subito ad un chiarimento vero con un congresso. Se, spiegano fonti uliviste, la mozione non dovesse ottenere la maggioranza dell'assembla, allora Arturo Parisi in quel caso confermerebbe la sua candidatura alternativa a Dario Franceschini quale segretario del Pd fino al congresso di ottobre.
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