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Partito democratico / della libertà


VittorioVeneto

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Invece, nella realtà, ho enorme timore che scelgano uno della vecchia guardia, come segretario di transizione, col risultato di far continuare fino ad ottobre il logoramento del PD. Diciamo che, se dovessi scommettere, direi:

- Finocchiaro

- Bersani

- Franceschini

 

Ehi , che fai , mi copi le scommesse ? :asd::asd::asd:

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...

Consideriamo poi che si avvicina l'abdicazione di Berlusconi (non me ne vogliate 73 anni sono sempre 73 anni :lol: ) e ancora non si trova un delfino ( Fini ? Boh ! Chissà ) , questa sarà una bella grana per il centro-destra visto che FI è l'ossatura del PdL e Berlusconi è il mega-super-direttore di Fantozziana memoria di FI

Campa cavallo ...

 

Per tutta la legislatura, c'è lui, i sinistri si possono mettere il cuore in pace! Poi c'è Fini e Berlusconi, quasi sicuramente, Presidente della Repubblica!!!

 

A proposito, le ultime parole famose di Veltroni: "Berlusconi se lo levi dalla testa, non sarà mai Presidente della Repubblica"; ah, se avesse detto ciò Berlusconi, a proposito di un suo avversario politico?!?!?!

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Vabbè che Berlusconi non abbia il profilo istituzionale per fare il presidente della repubblica mi sembra palese...

Questo è un altro paio di maniche, ma Veltroni non doveva fare quella dichiarazione: quando verrà il momento opportuno, spetterà al Parlamento, in seduta comune ed ai delegati delle regioni, cioé ai rappresentanti del popolo, stabilire chi sarà il nuovo Presidente della Repubblica e, comunque, nessuno, meno che mai il segretario di un partito, si può permettere di porre veti di sorta (per giunta, 4 anni prima della scadenza del mandato di Napolitano!)!

 

 

--------------------

 

 

A proposito di Soru, dal link: http://www.tgfin.mediaset.it/tgfin/articol...olo441779.shtml

 

riporto (per lui, niente conflitto d'interessi eh!!!):

 

17/2/2009

 

Piazza Affari punisce Tiscali:-7,8%

 

Dopo la sconfitta di Soru in Sardegna

 

Il titolo di Tiscali frana in Borsa dopo la sconfitta di Renato Soru alle elezioni regionali in Sardegna. Già debole fin dall'inizio delle contrattazioni, ha chiuso la giornata con una perdita del 7,8% a quota 0,39 euro. Le vendite puniscono l'azienda dopo che il voto ha premiato il candidato avversario di Soru, il numero 1 del Centrodestra Ugo Cappellacci.

 

Il governatore uscente della Sardegna risulta dietro Cappellacci di nove punti. E se i voti ai due capilista nell'isola si distaccano del 9%, è ancora più vasta la differenza tra le due formazioni: al Centrosinistra sono andate il 38,67% delle preferenze, al Centrodestra il 56,66%.

 

Una grave sconfitta per l'ormai ex leader della Regione Sardegna, che è anche editore del quotidiano "L'Unità" ed è ancora primo azionista del gruppo di telecomunicazioni Tiscali. Soru, ammettendo la sconfitta, ha detto di aver chiamato Cappellacci per congratularsi e per augurargli un buon lavoro. E ha anche cercato di ammorbidire il clima dicendo: "Mi auguro che da questa sconfitta il nuovo governatore possa trovare una ragione per lasciare dietro alle spalle veleni, un atteggiamento di contrapposizione e anche la convinzione che la ragione sia solo da una parte".

 

Sui suoi progetti futuri, Soru ha detto che ancora non sa che cosa farà. Alle urne sono andati di 67,58% degli aventi diritto.

Modificato da picpus
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Enrico Letta spero proprio di no, è nell'ala d'alemiana-berlusconiana del PD poi se si guarda dove è lo zio (mi pare zio) e che fa andrebbe tenuto alla larga dalla carica di segretario nazionale.

 

@ Dominus dichiarazioni di Anna Finocchiaro

 

Non abbiamo paura di affrontare i nodi che pesano del dibattito istituzionale, come l'obbligatorietà dell'azione penale e l'indipendenza dei PM. Oggi i giudici si occupano di troppe questioni (ansa, 14 dicembre 2001)

 

Intercettazione tra la Finocchiaro e Ghedini tratte d l'espresso di un lustro fa

 

Finocchiaro: cercate di capire i nostri problemi, ad esempio i girotondi

Quindi per la Finocchiaro i propri manifestanti sono un problema.

Scoppio lo scandalo e lei minaccio querele mai fatte.

 

Oltre ad aver scritto buona parte della legge Boato, dopo la sentenza di prescrizione ad Androtti, la Finocchiaro lo elogia sostenendo che è "un esempio da imitare".

Su Totò Cuffaro: Al contrario di altri non si è sotratto ai giudici pur avendone la possibilità"

Quindi solo parchè si fa processare come dovrebbero fare tutti merita un encomio nonostante l'accusa di favoreggiamento mafioso.

 

" La sicilia deve essere dotata di nuove infrastrutture, anche il Ponte di Messina" 27 04 2005

"Il Ponte sullo stretto è un'opera inutile e difficilmente sostenibile economicamente" 19 09 2006

 

Fassino? Politicamente è morto, i DS con lui segretario e D'Alema presidente perdeva ogni anno consensi in modo inarestabile.

 

A proposito di Soru, dal link: http://www.tgfin.mediaset.it/tgfin/articol...olo441779.shtml

 

riporto (per lui, niente conflitto d'interessi eh!!!):

 

17/2/2009

 

Piazza Affari punisce Tiscali:-7,8%

Poichè Soru è un politico onesto ha affidato tutte le sue aziende (tiscali, l'unita ecc... ) a un fondo fiduciario cieco.

Quindi niente conflitto di interessi per lui, anzi è un esempio da imitare.

 

Ma questo certamente IlGiornale non lo racconta ne i Tg da Venezuela che abbiamo in Italia.

 

Ho un libricono che mi permette di tirare fuori di tutti da gran parte dei politici di adesso.

L'ho fatto con la Finocchiaro ma ho materiale anche su Bersani e altri.

Sempre se vi interessa.

Modificato da Leviathan
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Beh lev me la fai solo salire di punteggio così, pensavo fosse più intransigente con la giustizia mentre la disponibilità a trattare su quei temi è un buon indice.

Poi questa sindrome della quinta colonna su letta è veramente risibile.

Letta Dalemiano? :asd:

 

Poichè Soru è un politico onesto ha affidato tutte le sue aziende (tiscali, l'unita ecc... ) a un fondo fiduciario cieco.

 

E' esattamente il sistema dei blind trust proposto per berlusconi e giudicato insufficiente, poi affidare il giornale al fratello fa aumentare ancora le somiglianze.

Non è che se lo fa Soru va bene mentre Berlusconi è cattivo a prescindere?

Modificato da Dominus
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Giudicato insufficiente da chi?

E poi negli altri paesi il blind trust è quello usato per scongiurare conflitti di interesse

http://it.wikipedia.org/wiki/Blind_trust

 

Beh lev me la fai solo salire di punteggio così, pensavo fosse più intransigente con la giustizia mentre la disponibilità a trattare su quei temi è un buon indice.

dipende, una che vuole la giustizia assoggettata alla casta per me è un demerito

 

Su Letta ha avuto una condotta vergognosa sul tragico Caso Europa7, e suo ziò sta dalla parte opposta, difficile quanto raro trovare simili esempi

 

vauro180209.gif

 

OMA - "Con questo gruppo dirigente non vinceremo mai". L'invettiva di Nanni Moretti a Piazza Navona era la più citata nel drappello di curiosi e militanti davanti alla sede del Partito Democratico, in attesa dell'ultimo atto dell'era Veltroni.

 

Sfilava un pezzo di nomenklatura. Fassino e Bersani, Letta e Bindi, Finocchiaro e Soro. Erano entrati la mattina da congiurati, gioviali nonostante tutto, pronti a infilare qualche altra banderillas nel corpo del capo. Sono usciti alle due, quando s'era ormai capito che "Walter faceva sul serio", mogi e silenziosi, scansando telecamere e taccuini, spiazzati, perplessi, scongiurati. A parti invertite, Walter Veltroni è stato il solo a uscire con passo leggero, sorridente, sollevato. L'immagine di un uomo tornato libero. E dire che li aveva avvisati. "Guardate che non rimarrò a farmi infilzare. Non v'illudete, la mia fine sarà quella dell'intero gruppo dirigente". Sembravano parole. Ma il fatto, le dimissioni, cambia il senso della profezia. Fa apparire l'estinzione vicina, quasi inevitabile.

 

"E' la strategia dei lemmings" commenta lo scrittore e senatore Pd Gianrico Carofiglio, i roditori che per combattere i tempi di carestia si gettano in massa dai dirupi. Alle quattro le dimissioni sono irrevocabili e il pezzo di nomenclatura presente s'attacca al telefono per consultarsi con gli assenti: D'Alema, Rutelli, Fioroni, Marini. "E adesso, che facciamo?". L'evento tanto atteso, evocato, programmato, le dimissioni di Veltroni, li annienta di colpo. Era tutto scritto, la batosta elettorale di giugno, la nomina di Bersani alla successione, in attesa magari di farsi venire qualche altra idea, fidando nel logoramento della maggioranza alle prese con la crisi. Un'altra strategia fallita, rovesciata in corsa al dirupo. Per giunta, fra gli applausi.

 

Sui siti del partito, dei giornali, delle televisioni, piovono migliaia di messaggi di elettori che ripetono, in forme più o meno colorite, la stessa richiesta: "Ora andatevene tutti". E' lo stesso messaggio che da mesi arriva da ogni elezioni, dal Friuli alla Sardegna. Perfino dalle primarie di Firenze, l'epicentro in tutti questi anni delle lotte fra guelfi veltroniani e ghibellini dalemiani, o viceversa se volete. Dove stravince al primo turno il candidato Matteo Renzi, 34 anni, con una campagna impostata su un attacco al giorno a Veltroni e uno a D'Alema, per mesi. I lemmings democratici sono rimasti a beccarsi fino all'orlo del precipizio, e poi giù tutti insieme.

 

E' un gruppo dirigente segnato da tempo, dalla profezia di Piazza Navona. Sopravvissuto a lungo grazie all'odiato Romano Prodi e poi, per poco, grazie all'odiato Walter Veltroni. Specializzato nel segare il ramo sul quale si poggia. Un gruppo dirigente per il quale Silvio Berlusconi, a distanza di vent'anni, continua a essere un oggetto misterioso, impossibile da contrastare. "Per due mesi è stato lasciato libero di scorrazzare a caccia di voti in Sardegna, senza che il partito mettesse in campo una risposta adeguata", hanno acutamente osservato i critici di Veltroni anche nella riunione di ieri. Sempre dopo, però, e col tono dei commentatori esterni.

 

"Ora si apre l'ennesimo dibattito. Inutile come i precedenti, finché i dirigenti non capiranno che una stagione, la loro, è finita. Bisogna andare, anzi correre a un ricambio generazionale". Ha ragione Francesco Boccia, classe 1968, economista e deputato Pd. Ma con chi? Boccia è uno dei pochi scampati alla silenziosa epurazione di giovani di talento, di amministratori popolari, insomma di potenziali successori, che in questi anni ha stroncato il futuro del centrosinistra, per concludersi in bellezza con il siluramento di Riccardo Illy e Renato Soru. "Spazzati via da Berlusconi ma anche dal Pd", come ammette lui stesso.

 

Alla linea di Boccia, l'avvento di una nuova generazione per generosa volontà degli attuali dirigenti, si contrappone l'esempio di Renzi. La sfida aperta dei giovani ai vecchi, l'uccisione simbolica dei padri. Qualcuno che si presenti alle primarie, l'unica soluzione ormai possibile, con l'accento del papa straniero, da fuori e contro la nomenklatura. Uno in grado di parlare una nuova lingua, capace di farsi ascoltare perfino da quel gruppo di giovani studentesse che ieri per qualche minuto ha sostato davanti alla sede del dramma, attratta dalle luci delle telecamere. Finché non hanno chiesto: "Ma che c'è là dentro?". E alla risposta ("La sede del Pd, il vertice con Veltroni") hanno commentato: "Ah, credevamo uno famoso". E sono sparite in un attimo.

http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/p...-militanti.html

 

Bravo questo Boccia, non lo conoscevo ma ha colto nel segno

Modificato da Leviathan
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Si rifiuta di fare il suo compito: lavorare per acquistare consenso e fare opposizione anzichè avvallare le varie porcate governative

In teoria non si dovrebbe lavorare per acquisire consensi, anzi si dovrebbe guadagnare consensi per come si sta lavorando. E se le varie porcate governative si ritengono votabli le si votano. Non ti nascondo che ci sono un paio di provvedimenti che il PD ha appoggiato che non condivido, ma lo preferisco al tipo di opposizione che sta facendo Di Pietro. E non vorrei passare anch'io da succube di giornali e TV di parte, mi rifaccio a quello che Di Pietro dichiara, non a quello che dicono di lui.

 

Poi che ci vogliamo fare, in Italia si deve continuare a votare il meno peggio come già anticipato, e per questo invece che esaltare i meriti si evidenziamo le porcate.

 

Picpus, sai bene che non seguo logiche di partito, ed il fatto che Berlusconi sia sulla scena da 15 anni non vuol dire che governi bene. Probabilmente voterebbero anche mia sorella se facesse la bandiera come Silvio. Ci manca solo che ad un'impossibile svolta comunista italiana se ne vada in giro con falce e martello. Non voglio accusare una persona solo perchè fa parte di un'altro partito, come Rick se alla guida del PdL ci fosse un vero politico probabilmente lo voterei, ma Berlusconi non ci riesco proprio! I difetti di quell'uomo credo sia inutile elencarli, sembra fiero di appartenere alla casta e gli unici collegamenti che ha col popolo sono la propaganda e quello schifo di dannosissimo polulismo al quale ci ha abituati.

 

Probabilmente voterei molto più volentieri un fascista dichiarato, che anche se sbagliati un minimo di ideali e di condotta ce le ha, che non un arruffapopolo come Berlusconi, tanto per rifarmi alla stampa francese. Ad esempio, hai notato come su molti argomenti qui sul forum si vada d'accordo indipendentemente dallo schieramento? Bene, fremo per vedere un clima del genere nella politica italiana, e Berlusconi non avendo il senso istituzionale e l'amor di Patria degno di una carica come la sua non sarà mai capace di istaurarlo. Vabè, anche se il titolo del topic include il PdL ora si sta parlando d'altro, rimando al topic sul "buon" governo per le critiche alla maggioranza.

 

Per il successore di Veltroni non spero neanche in una nuova proposta, hanno visto quanto danno facciano le nuove proposte in un sistema viziato come quello italiano. Che non sia mai un po' di onestà intellettuale... Aspetto i fatti prima di lanciarmi in qualsivoglia pronostico.

Modificato da Tuccio14
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Giudicato insufficiente da chi?

 

Dalla sinistra.

Mi pare che tu accusi il Berlusconi di controllare tv e giornali, eppure il giornale è di Paolo Berlusconi e Mediaset la gestisce confalonieri, esattamente la stessa situazione di Tiscali e dell'Unità, affidata proprio al fratello di Soru.

E' la classica malattia del doppiopesismo che è causata dal presunto dualismo etico propugnato dai figuri come Di Pietro per guadagnare consenso.

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Posto un interessante editoriale di Battista sull'argomento, anche se non sò se, in seguito, tutto sia passato in mano a Racugno stesso o se il fratello di Soru sia ancora nell'unità, ma il concetto non cambia.

 

La maledizione del doppiopesismo, ancora una volta. Quella malattia politica e culturale che spezza ogni unità di giudizio, fomenta l'indignazione a corrente alternata, alimenta il pregiudizio che tra di «noi» si possa regalare per grazia ricevuta un trattamento più indulgente e autogratificante di quello abitualmente riservato all'avversario. È questa sindrome del doppio standard che si manifesta ancora una volta nelle parole di Renato Soru, una delle figure più innovative, moderne e post-ideologiche della famiglia democratica. Parole da cui si evince che anche il conflitto di interessi è sottoposto alla logica del doppio standard: intollerabile se ne sono responsabili gli altri; una trascurabile inezia se ad esserne prigioniero è uno dei «nostri».

 

Soru si è dimesso da governatore della Sardegna. Ieri ha sciolto la riserva e ha deciso di ricandidarsi per le prossime elezioni regionali sarde confermando che un apposito blind trust rimedierà al conflitto di interessi espressamente indicato da una legge regionale della Sardegna come motivo di incompatibilità tra la proprietà di un'azienda e la carica di presidente della Regione. Ma è qui che nascono i problemi. Perché la sinistra ha da sempre fieramente indicato nel conflitto d'interessi dell'avversario Silvio Berlusconi la più colossale anomalia del sistema italiano, bollando come una risibile panacea la legge che sul tema è stata emanata nella precedente legislatura del centrodestra e considerando anche il blind trust come una misura largamente insufficiente, monca, facilmente aggirabile. E invece, quando Alberto Statera su Repubblica ha chiesto di rispondere a chi «ironizza dicendo che Racugno a Tiscali è come "Fedelu Confalonieri" a Mediaset e suo fratello all'Unità è come "Paolu Berlusconi" al Giornale », Soru ha liquidato sprezzantemente come «sciocchezze» quelle domande sacrosante eppure trattate come spregevoli insinuazioni.

 

Non sono «sciocchezze », sono il normale sospetto cresciuto nell'atmosfera del conflitto di interessi. Se poi si risponde come Soru, e cioè rivendicando al professor Racugno (intervistato oggi da Alberto Pinna per il Corriere) una «specchiata onestà e moralità», è fatale che si commettano insieme almeno due deprecabili errori. Con il primo si getta gratuitamente un'ombra sulla «specchiata moralità» degli avversari, che invece possono vantare titoli di «moralità» non inferiori a quelli giustamente attribuiti a Racugno. Con il secondo si persevera nella pretesa di una pregiudiziale «superiorità morale» di cui ci si sente investiti come per un diritto acquisito. Ma questo secondo errore continua ad essere una fonte di guai da cui il mondo del Partito democratico farà bene a liberarsi al più presto. È la malattia doppiopesista che oramai viene accolta con sempre maggiore freddezza e incredulità dall'opinione pubblica italiana. È la stessa malattia che traspare dall'insofferenza con cui, dentro e attorno al Partito democratico, ci si lamenta in questi giorni per il legittimo interesse con cui vengono seguite le inchieste che stanno minando numerose giunte di centrosinistra. È la malattia che scambia per «sciocchezze » tutte le domande sulla coerenza di chi si sente per principio sottratto all’esame spietato dell'opinione pubblica. Domande che esigono una risposta, prima che sia troppo tardi.

 

23 dicembre 2008

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Eh si Dominus, la donna sta guadagnando molti ma molti punti :asd:

 

scherzi? è proprio la sinistra da salotto il motivo di continui cali d sondaggi e collasso interno.

La gestione fallimentare del PD è proprio questa:

- 0 opposizione

- 0 manifestazioni

- 0 contatti con la base e i militanti

 

Per questo fallisce e non capisco come possa piacere una sinistra salottiera

 

Franceschini terrà la reggenza fino a ottobre. Grosso errore, serviva discontinuità da subito per le europee invece di mantenere la linea debole e inciucista... vedrai alle europee

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Dal link http://www.tgcom.mediaset.it/politica/arti...olo441963.shtml

 

riporto:

 

Pd, Letta: "Rischio 8 settembre"

 

Scenario dopo le dimissioni di Veltroni

 

"Le dimissioni di Veltroni ci mettono di fronte a una possibilità di un 8 settembre, di un tutti a casa in cui il centrosinistra non esiste più". Lo ha affermato Enrico Letta ospite di Maurizio Belpietro a 'Panorama del giorno'. L'esponente Pd ha spiegato che l'addio del segretario cambia lo scenario, anche rispetto alla candidatura di Bersani. "Senza l'alleanza con l'Udc non andiamo da nessuna parte", ha detto infine Letta.

 

L'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio preferirebbe andare al congresso subito, ma lo statuto del Pd è così "barocco e schizofrenico", un "mix di masochismo e autolesionismo, parte integrante di questo psicodramma", che "il percorso per andare ad un congresso è talmente contorto che durerebbe mesi".

 

Il ministro ombra del Lavoro non nasconde le critiche non solo alla gestione del partito in questi mesi, ma anche alle regole interne del partito. "Lo statuto - sottolinea - è un esempio di una storia nella quale abbiamo inanellato errori che puntualmente vengono fuori: errori di posizionamento politico, di amalgama che non è riuscito come è stato detto, di disattenzione del partito verso i suoi militanti ed errori di alleanze".

 

A questo punto però non c'è tempo per il congresso e si andrà al voto per rinnovare il Parlamento europeo con un reggente: "Temo di sì, ci vogliono tre mesi per fare un congresso. Se è così andiamo alle europee con Franceschini e dopo al congresso". Allora sarà il tempo di venire allo scoperto e candidarsi alla segreteria: "Valuterò, non lo escludo, ora non è il momento".

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- 0 opposizione

 

Bisogna vedere cosa si intende per opposizione

 

- 0 manifestazioni

 

Giusto, un partito moderno e moderato la politica la fa nelle sezioni e nel parlamento, non aizzando le folle con atteggiamento peronista come il tuo amato leader Di Pietro e Berlusconi (effettivamente si assomigliano davvero molto)

 

- 0 contatti con la base e i militanti

 

Questo è un punto dolente in quanto non si è avuto il tempo di riorganizzare le sezioni di DS e Margherita ed è per questo motivo per cui bisogna tenersi Franceschini, che platealmente non conta niente, invece che convocare un congresso immediato, semplicemente non è stato ancora completato il tesseramento.

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Interessante articolo su Soru.

 

Dal link http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4...o&correlato

 

riporto:

 

Soru sconfitto (anche) da Soru

 

di Mariano Maugeri

 

18 FEBBRAIO 2009

 

 

Nelle sconfitte, le più truci come quelle più lievi, si materializzano i fantasmi che ognuno di noi si porta dentro: paure infantili, incubi mai sopiti, amori traditi.

Renato Soru, un giorno qualsiasi della sua prima vittoriosa campagna elettorale del 2004, concesse al Sole 24 Ore un'intervista volante dopo aver parlato per oltre un'ora a un centinaio di allevatori e agricoltori di Pozzomaggiore, mille abitanti persi nei pascoli della provincia di Sassari.

 

Durante la chiacchierata in un piccolo bar che sembrava un saloon, alberi di sughero e nulla, alla domanda neppure così scontata, visto che allora Tiscali veleggiava in ben altre acque – «perché si candida?» – lui diede una risposta che raggelò i collaboratori che lo accompagnavano: «E perché non dovrei farlo? Tanto siamo già tutti morti». Forse era una frase a effetto, forse no. Quelle parole ci sono tornate in mente leggendo il libro di un giornalista sardo, Costantino Cossu, che racconta del padre di Soru, Egidio, e della madre, Gigetta Spada, che a Sanluri gestivano contemporaneamente «un'agenzia di pompe funebri, un'edicola e un negozio di generi alimentari».

Nessuno può sapere come si srotoli un'infanzia giocando a nascondino tra salme, pigne di giornali e cosce di prosciutto cotto, certo è che un apprendistato simile obbliga a porsi precocemente delle domande che altri ragazzini rimandano nel tempo.

 

In questi anni, l'abbiamo visto attorcigliato cocciutamente a un'idea di sé e della Sardegna. Se c'è un filo rosso che lega alcuni governatori del Sud Bassolino e Soru in testa malgrado la loro incommensurabile diversità, è proprio questo: il politico ha fagocitato l'uomo. Non si può litigare sistematicamente e liquidare in malo modo sette donne su otto scelte una a una da lui; e non si possono spingere alle dimissioni gli uomini più valenti – assessori, tecnici - dell'esecutivo. In queste continue contrapposizioni, fratture, scontri, c'è un'idea di sé che non torna. Soru contro Soru. L'elenco è lunghissimo. L'ex governatore ha rotto bruscamente con tutti: da Paolo Maninchedda, il docente di filologia romanza che scrisse il suo programma, al pubblicitario Gavino Sanna, uno che naviga da una vita in un mondo di narcisisti e caratteriali, allenato per mestiere a trattare con personalità esplosive. Persino il suo fidato braccio destro, Franco Carta, cresciuto alla scuola di un gentiluomo e intellettuale democristiano come Gian Mario Selis, è stato tentato di mandarlo quel paese. Forse è una lettura prepolitica, ma solo così riusciamo a spiegarci il tracollo elettorale di un uomo che per quasi cinque anni ha gestito la spesa pubblica di una regione a statuto speciale, cioè il 70% del Pil isolano. Se a quelli dello Stato, sommiamo il patrimonio personale, non c'erano Cappellacci e premier che potessero scalzarlo.

 

La politica si nutre di simboli, e pure le dosi omeopatiche contano. Obama ce l'ha insegnato, sorridere non è reato, dovrebbero alzare i cartelli i giovani isolani. Che poi sarebbe un modo di esorcizzare questa identità sublimata, storie tristissime di servi pastori, i giovinetti deportati per mesi nel Supramonte: isolamento coatto, analfabetismo, affetti negati. Nel film Padre padrone, i fratelli Taviani uccidono simbolicamente il padre di un servo pastore. Ieri, i sardi, hanno ripercorso le orme di quel copione, perché la morte del padre celebra la rinascita del figlio.

 

Ed è inutile indugiare su chi politicamente, s'intende sia passato a miglior vita. C'è un motto francese che nell'Italia monarchica e anarchica dei Soru, dei Bassolino e dei Berlusconi aderisce sempre più alla realtà. È morto il re? Viva il re.

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non aizzando le folle con atteggiamento peronista come il tuo amato leader Di Pietro e Berlusconi (effettivamente si assomigliano davvero molto)

 

 

X Dominus: temo sempre di più che la cosa sbagliata siano gli italiani.

 

Sul leader: si può scegliere solo con le primarie, il compito del congresso sarà quello di designare i candidati (al massimo e forse neanche questo). E la cosa sarà interessante perchè questa volta saranno primarie vere tra le varie anime del PD (ulivisti, popolari, veltroniani e dalemiani).

Peccato solo che tocchi restare 8 mesi a farsi del male invece di far svolgere le votazioni in primavera, dando prova di un grande senso democratico e dando al PD un leader fresco e legittimato dal consenso popolare per battersi per le europee.

 

A proposito voi destri sapete cosa sono le primarie, il concetto di democrazia e altre quisquilie del genere?

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Ospite intruder
A proposito voi destri sapete cosa sono le primarie, il concetto di democrazia e altre quisquilie del genere?

 

 

Detto da chi si riconosce in un partito che ha tentato di imporre Rutelli sindaco di Roma come investitura regia, mi pare piuttosto singolare.

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Rick ma o si mette su un segretario farlocco che faccia da paravento per decisioni prese altrove o ci si avvia decisi alla scissione, infatti fino ad oggi i DS sono rimasti buoni mentre la Margherita prendeva un potere maggiore rispetto al suo peso elettorale, oltre a provocare tutti gli scandali che hanno portato in auge la questione morale, ma adesso si faranno rivalere pesantemente, Dalemiani in testa, e non credo che dall'altra parte ci sia voglia a rinunciare a quanto si era ottenuto, specialmente da parte di Rutelli, che infatti è il più inquieto in questi giorni.

Si rischia di trovarci con un partito che imbarchi DL e UDC e un altro che vada dai DS a SD e Vendola.

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Ospite intruder
Parlano quelli che prendono come oro il volere di Re Silvio :asd:

 

 

 

 

Non hai risposto alla mia domanda: ti sembra democratico il modo in cui hanno gestito la candidatura di Rutelli?

 

 

EDIT: per la cronaca, io nemmeno ho votato, perché mi facevano schifo tutt'e due. Ma questo non mi esime dal vedere le pecche, né mi deve proibire dirle.

Modificato da intruder
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Ospite intruder
E' stato un errore per piazzare il Rutellone dove non poteva rompere, a me non è piaciuto nè il modo nè la scelta in sè e neanche agli elettori a quanto pare.

 

 

Conosco elettori di sinistra che hanno votato Zingaretti (sinistra) alla Provincia e Alemanno al Comune. Proprio perché non è piaciuta l'assenza di democrazia attorno alla sua candidatura (oltre che per l'antipatia che molti provano per lui).

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