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Gabriele

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  1. Davide, Gheddafi, o Qaddafi come lo chiama la stampa inglese semiarabizzata, è l'ultima delle persone che mi ispirano simpatia, anzi, avremmo dovuto NOI, anche da soli, prenderlo a calci in culo nel 1986 e rimettere i Senussi sul trono, ma ovviamente la pavidità ce lo ha impedito. Tuttavia è nel pieno DIRITTO, come lo era per i serbi 12 anni fa, impedire, con tutte le forze disponibili, a dei ribelli di rovesciare lo stato. Dove finisce sennò la sovranità nazionale? dritta nel WC. E poi mi fanno ridere, come? Gli States forse non stroncherebbero sul nascere una secessione di stati, come hanno fatto? Gli inglesi non invierebbero una task force ad impedire la conquista di lontane isole coloniali? E dunque perché un altro stato non può combattere con tutte le sue forze per mantenere la sua integrità? Io parlo anche in difesa dell'Italia, perché anche noi rischiamo grosso, con l'aria che tira di perdere qualche pezzo, e sarebbe SACROSANTO, come tutti gli stati del mondo del resto, usare ogni mezzo per annientare chi, armato e usando violenza, tenta di manomettere l'integrità dello stato.
  2. I satelliti russi: la piazza libica non ha subito alcun raid aereo Inserito il 03 marzo 2011 alle 20:18:00 da redazione-IT. IT - POLITICA INTERNAZIONALE Indirizzo sito : Megachip di Pino Cabras – Megachip. Le immagini del suolo libico, viste dallo spazio russo, smentiscono una delle leggende mediatiche di questi giorni, ossia i bombardamenti aerei sulla folla dei manifestanti. Ci sono ancora organi d'informazione importanti che ripetono questa storia regalando brividi di orrore a milioni di persone. Il pretesto per l’«intervento umanitario» in questi giorni parte sempre dalla traccia di una strage mai vista. I militari russi sostengono che questi ipotetici raid aerei ordinati da Gheddafi contro gli oppositori in piazza non sono invece avvenuti. Lo affermano addirittura al livello dei capi di stato maggiore riuniti: dalla grande mole di immagini satellitari registrate nel corso della crisi non hanno ricavato una sola traccia dei bombardamenti, gli atroci raid raccontati senza prove da tutto il mainstream occidentale e dalle principali catene televisive arabe. L’analisi condotta a Mosca, unitamente alle robuste controprove che sul web hanno subito smontato la bufala delle fosse comuni, getta una luce inquietante sulle manovre - anche mediatiche - intorno alla crisi del regime libico. La corrispondente di Russia Today Irina Galushko riferisce in particolare che i supposti raid del 22 febbraio su Bengasi e Tripoli, ampiamente enfatizzati da BBC e Al-Jazira, non sono stati registrati dai capi militari che esaminavano le immagini raccolte dai satelliti russi Va detto che nessuno dubita che le forze fedeli a Gheddafi stiano usando anche bombardamenti aerei nei combattimenti che avvengono su scala militare con i ribelli armati nella parte orientale del paese. Altra cosa è invece ripetere pappagallescamente l’affermazione dei primi giorni della crisi, secondo cui Gheddafi usava uno sbrigativo metodo Guernica contro chi protestava in piazza. La sproporzione fra la diffusione delle voci sui “diecimila morti” e le verifiche sul campo è stata massima. Forze potenti, all’ombra dei prelibati pozzi di petrolio libico, stanno lottando per piegare gli avvenimenti ai loro interessi. Una crisi dell’Impero – questo è anche l’arco di instabilità che si sta aprendo in Nord Africa – è comunque affrontata con spregiudicatezza imperiale. Conteranno certamente i consiglieri militari già sguinzagliati lungo tutto il mosaico etnico della Libia (chissà quanti di loro sono reduci delle guerre jugoslave degli anni Novanta). E conterà, prima di loro e sopra di loro, l’uso massiccio dei media, scatenati a far lievitare il giusto climax per far accettare le stragi. Quelle vere, quelle delle “guerre umanitarie”. Questo per chi qualche giorno fa parlava di "manifestanti che stanno combattendo", martiri della libertà in una visione pseudoromantica, quasi ad immaginarsi famiglie con donne e bimbi al seguito che lanciando sassi hanno la meglio su carri armati e mitragliatori...
  3. Gabriele

    Saluti (d'addio) a tutti

    non credo ci sia bisogno di cancellare il tuo profilo, basta che entri ogni tanto e scrivi il tuo messaggio, non deve diventare una tentazione compulsiva. In fin dei conti in oltre un anno hai scritto 51 messaggi, ti sai contenere abbastanza.
  4. In questo momento l'ultima preoccupazione di Gheddafi è lanciare un missile in Italia, per cosa poi, solo per far vedere quanto ce l'ha lungo e dare il CB, non dico all'Italia che sicuramente non muoverebbe un dito come nell'86, ma alle forze Nato che si stanno radunando nel golfo della Sirte.
  5. Gabriele

    Ariete

    Bah, se vogliamo parlare di potenza delle nazioni in termini di "gara" ok, chiamiamola gara, ma sinceramente mi pare alquanto riduttivo usare per estensione questo sinonimo. Che si sappiano usare o no è un discorso di addestramento, così come l'usarli è politico, fatto sta che un paese tanto sotto di noi come l'egitto ha 5 volte i nostri carri, e più potenti almeno sulla carta.
  6. Probabilmente invece cercherà una mediazione, ovviamente sottobanco, in pubblico è necessario per lui continuare a berciare per non perdere i consensi dei "nazionalisti" (parola che ha poco senso nel mondo arabo in verità) arabi.
  7. Gabriele

    Ariete

    infatti la politica estera non è mai stata una gara a fare i fighi, con 50 carri potremmo, forse competere con la croazia non con altri paesi che hanno popolazioni di 60 milioni e PIL di un trilione e mezzo o più di euro.
  8. La stabilità passa attraverso molte configurazioni, spesso è dimostrato, fin tanto c'è una grande potenza in grado di mantenere l'ordine, è preferibile uno status frammentato di innocui staterelli, che diventano rissosi solo quando non rischiano una missione punitiva un giorno sì e l'altro no. Ecco il grande rischio in cui corrono le sovranità nazionali oggi, Italia compresa, cioè che gli "alleati" o comunque strenui difensori dello status quo e dell'immodificabilità delle frontiere, in teoria, garantita dall'onu, lascino correre quando pensi di guadagnarci qualcosa di molto più grosso.
  9. Gabriele

    Ariete

    Tra l'altro paragonare le varie serie M di carri italiani della seconda guerra è ingeneroso. All'epoca gli standard Nato non esisteva, e quasi tutti i paesi che contavano producevano da se le armi, anche quelli più piccoli ci provavano. La Cecoslovacchia aveva una grande tradizione di fabbriche d'armi, ma la Polonia no, eppure produssero carri propri. All'epoca la vendita e l'acquisto di armi era più difficile per la mentalità stessa, e le armi oggettivamente meno complesse. Il nostro Ariete, se vogliamo paragonarlo al Leopard, e se proprio vogliamo sostenere sia inferiore a quest'ultimo, lo è comunque immensamente meno di quanto stava un M 13 ad un Panther.
  10. E' una mia valutazione, di certo a questo mondo c'è soltanto una cosa. Non credo che lasceranno che lo stallo duri all'infinito, né che Gheddafi reprima definitivamente la rivolta, quindi o ce la fanno da soli, cosa di cui dubito ormai, oppure, per me, gli daranno una mano.
  11. Gabriele

    Ariete

    e certo così saremo sempre dipendenti.
  12. l'idea ce l'hanno questo è chiaro... per me attaccheranno perché tanto ormai la situazione è in stallo ed anzi il tempo favorisce Gheddafi che ormai non vuole più nessuno evidentemente, tranne pochi. Al Tg2 hanno fatto vedere la nave italiana che salperà per la Tunisia, mi sembra molto bella, moderna, quasi con un profilo furtivo (stealth) e grossa, che nave è?
  13. in che senso faccia a faccia con tutta l'africa?
  14. Gabriele

    Ariete

    Il Leopard 2 è una spanna sotto i carri veramente competitivi, più piccolo e meno protetto di Abrams e Merkava o anche il Challenger, forse può far concorrenza al Leclerc. Francamente mi sono un po' stancato di leggere questa leggenda metropolitana ricorrerente, avremmo dovuto rinunciare anche all'industria dei carri pesanti, come già abbiamo fatto per gli aerei, sulla base di cosa, perché i tedeschi volevano venderci a poco prezzi quelli che oggi sono dei vecchi Leopard 2a4? ma per favore, e poi ci si lamenta in altri topic che l'Italia non ha saputo mantenere un'industria bellica in altri settori. Be' importando estero è il modo peggiore per mantenerla. Costruire le cose da soli non serve solo per avere l'oggetto in se, ma serve per fare esperienza, acquisire conoscenze, e fare pratica. Tutti sanno come costruire circuiti integrati, ben pochi però hanno macchinari specifici e maestranze capaci di usarli al meglio, ed effettivamente li producono sarà un caso? Idem, ed anzi ancora di più per gli armamenti moderni i cui schemi e componenti non sono neppure pubblici.
  15. Ma anche in Occidente è così, forse ci sono strati maggiormente acculturati e sicuramente fanno la differenza, ma il grosso si può dire sia poco più che alfabetizzato. Se escludiamo il liceo classico ed in parte lo scientifico le altre danno scarsa preparazione culturale e sono pochi quelli che poi la allargano autonomamente, d'altra parte molti liceali invece non assimilano, o assimilano male, e poi dimenticano gli insegnamenti impartiti. Alla fine le elité culturali hanno la loro importanza solo perché con il loro esempio possono generare un effetto domino, dovuto a conformismo, delle masse. Altra aggiunta non lieve, spesso chi ha cultura non ha potere economico-politico, e il potere economico politico non è quello dell'imprenditore capitalista, che di solito ha scarsa consapevolezza, ma quello che si acquisisce nelle strutture partitocratiche e negli infiniti gangli del potere.
  16. Gabriele

    Ariete

    La Francia quanti carri ha? La Germania? L'Inghilterra? Perfino la Spagna? E potrei aggiungere anche altre nazioni non grandissime e certo meno ricche, che pure hanno più carri di noi. Ma limitiamoci a quelle sopra, hanno tutte 2 o 300 carri moderni in linea? E soprattutto, per quanti ne abbiano, li usano a decine e decine se non centinaia per il mondo? Non mi pare, però li hanno...
  17. Magari in molti la amano così con la bandiera verde, o almeno non la odiano tanto da rischiare la vita.
  18. Gabriele

    Ariete

    E' un carro onesto nel modello standard. Qualora finalmente si decidessero a mettere il kit di corazzature aggiuntive (non quello leggero visto in Iraq, ma quello che aumenta di 5 o 6 tonnellate il peso) e finalmente il nuovo motore da 1600 HP sarebbe perfettamente in linea con gli altri carri occidentali, forse superiore per certi aspetti del puntamento elettronico. Riguardo le corazze i materiali compositi di cui sono fatte sono per tutti top secret, quindi è inutile fare paragoni su dati inesistenti, bisognerebbe vedere come si comportano sul campo di battaglia, ma in battaglia al momento ci sono andati solo gli Abrams, con cui però nessun carro europeo può fare seri confronti, e forse i Challenger di tipo vecchio. Il problema semmai sta nel numero, per una nazione come l'Italia sarebbero necessari come minimo 400-500 carri moderni come l'Ariete. PEr il momento però abbiamo privilegiato l'aeronautica che se finalmente avrà questi F 35 e nel numero previsto potrà mandare in pensione le macchine più anziane e garantirsi una notevole superiorità aerea per i prossimi decenni; e la marina, oggetto di particolari cure con il rinnovamento di molte navi essenziali tra cui l'ammiraglia. Da una parte è anche comprensibile, in tempi di vacche magre e in cui non si profilano guerre convenzionali, l'esercito pesante che serve a schiacciare le difese nemiche in un'azione profonda e decisiva, possono apparire superflui al contrario di caccia moderni e una buona marina che servono anche per proiezione di potenza. Io però credo che se si voglia restare una grande nazione servano anche i carri in numero decente, che poi politicamente ci siano i pacifisti a rompere e quindi si tenda a non usarli, preferendo quindi far rischiare di più i militari con i mezzi gommati è un altro paio di maniche.
  19. Israele più di chiunque altro ha necessità di mantenersi non uno, ma dieci passi avanti nella tecnologia militare rispetto ai suoi pericolosi vicini.
  20. Io pretenderei di farci gli affari nostri, e che se li facessero anche i paladini della democrazia mondiale.
  21. Certo infatti gli stati arabi hanno una grande esperienza di democrazia e di libertà civili.
  22. Ovviamente il mio deprezzamento è totale per quel blog, volevo solo farvi notare che ancora ci sono persone come queste, ed hanno un certo consenso. Anzi, parlando in termini più generali, sul telegiornale, o in trasmissioni di approfondimento, posizioni come quella hanno sempre cittadinanza, benché siano caratterizzata da totale ignoranza e pregiudiziale puramente ideologica, eppure ha presa, posizioni come quelle tipicamente espresse dagli utenti di questo forum, o analisidifesa (che è molto meno frequentato comunque anche se ci sono specialisti della materia), susciterebbero, non dico scandalo, ma sicuramente riprovazione ed imbarazzo da parte da parte dell'ospite.
  23. Praticamente il cingolo attaccato va normalmente, ma siccome quello staccato non si muoverebbe, il carro sterzerebbe... A me però non convince, equivale a tirare il carro come ho detto io all'inizio. Ho ipotizzato ci siano meccanismi tipo servosterzo dei camion ma ancora più grossi per ridurre al minimo la forza, ma sinceramente non mi convince, sono sempre 30 tonnellate metà carro. Secondo me l'unica è che le ruote dentate sia 4x4 (mi stupirei del contrario sinceramente) e quindi tirando in quel modo, con la fune attorcigliata che pian piano si scioglie (a proposito non è una catena, è proprio una fune), si fa in modo di far raccogliere manualmente il cingolo da montare nell'altra ruota dentata, quando è il cingolo è tutto su si attacca il pezzo mancante per chiuderlo.
  24. Esiste qualcosa chiamata sovranità nazionale, ancora, ormai non la considera quasi più nessuno, e questo secondo me in un futuro prossimo darà il là a reazioni incontrollabile, ma ancora c'è, purtroppo per chi sogna interventi "umanitari" a destra e sinistra.
  25. Secondo me giochi troppo ai videogiochi, non te la prendere, ma non hai molto chiara la situazione internazionale temo...
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