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Le vacanze e ... gli amici di Travaglio!
picpus ha risposto a picpus nella discussione Discussioni a tema
Per chi fa finta di non capire, eccovi chi è Giuseppe Ciuro, della cui integrità morale e giudiziaria, Travaglio non parla: http://www.crimeblog.it/tag/giuseppe+ciuro http://www.repubblica.it/2003/k/sezioni/cr...a/bagheria.html http://www.gabrielemastellarini.com/artico...-a-trabia-facci http://www.rosalio.it/2008/09/12/da-che-parte-stare/ Dall'ultimo link, riporto: " ... Prove e regole, quindi. Non può esistere un reato di amicizia per Schifani. Se è o non è idoneo al ruolo che ricopre, sarà lui stesso a dimostrarcelo. Non può esistere un’aura di santità per Travaglio. Se dice o meno la verità, saranno i fatti, quelli veri e non quelli riferiti, a dimostrarcelo. Insomma, stiamo allerta." -
Che ci vuoi fare, galland, si tratta di "parole in libertà", dette da qualcuno che, di sicuro, non ha vissuto sulla sua pelle ciò di cui parla e si limita a ripetere, a pappagallo, slogan del vecchio /nuovo regime/partito!!!
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Dal link: http://www.ilpozzoelaluna.it/2008/le-vacanze-di-travaglio/ riporto: Le vacanze di Travaglio da Repubblica.it ROMA (Ansa) - Marco Travaglio mette on line (www.voglioscendere.it) l’assegno e l’estratto conto della carta di credito con cui pagò la vacanza del 2002 all’Hotel Torre Artale di Trabia (Palermo), dove soggiornò con la sua famiglia nell’estate del 2002. E’ la coda di una polemica scoppiata a maggio di quest’anno quando Giuseppe D’Avanzo, su Repubblica, rivelò di aver saputo da fonti investigative siciliane che il costruttore Michele Ajello, poi arrestato e condannato in primo grado per mafia, aveva pagato la vacanza di Travaglio su richiesta. La “notizia falsa” - ricorda il giornalista e scrittore - rimbalzò sui principali media italiani. “Bene - dice Travaglio - sono spiacente di informare lorsignori che, dopo lunghe ricerche, ho finalmente trovato l’assegno e l’estratto conto della carta di credito Diners con cui pagai il conto di quella vacanza all’hotel Torre Artale di Trabia. L’assegno, emesso il 19 agosto 2002 dal mio conto presso il San Paolo-Imi di Torino e poi negoziato dal Banco di Sicilia (che lo conservava nei suoi archivi di Palermo), ammonta a 2.526,70 euro. I restanti duemila euro li pagai con la carta Diners (versamento datato 18 agosto 2002)”. “So che nessuno mi chiederà scusa per aver messo in circolo quelle menzogne sul mio conto. Ma - conclude Marco Travaglio - spero almeno che, in cuor suo, si vergogni”. “Ecco quello che non dice” La risposta di Giuseppe D’Avanzo Ricapitoliamo, una buona volta questo affare, le questioni che sono in discussione e i benedetti “fatti” che, per Marco Travaglio, dovrebbero farmi vergognare. Partiamo dai “fatti”. Travaglio non parla mai di Giuseppe Ciuro, come se la presenza di questo signore fosse marginale. Al contrario, è essenziale. E non per sostenere che l’integrità di Travaglio è compromessa dalle vacanze comuni con un infedele poliziotto poi definito da una sentenza “criminale” e condannato a quattro anni e mezzo di galera. Quando vi ho fatto cenno in maggio, volevo dimostrare quanto fragile e pericoloso fosse un metodo di lavoro che - abusando della parola “verità” - declina la conoscenza di Schifani con un tizio, quattro anni dopo indagato per mafia, come prossimità alla mafia. Come mafiosità. Travaglio sembra non comprendere di che cosa voglio discutere. O forse non ne ha voglia. Gli interessa soltanto difendere se stesso (lo capisco) e insultare e invitare i suoi lettori a farlo (lo capisco meno). Purtroppo anche la sua difesa, presentata come definitiva, come esaustiva, è alquanto debole, se si deve proprio parlarne. Cincischia un po’ sulle mie fonti. Fa confusione. Fa credere che la mia fonte sia l’avvocato di Michele Aiello. Chi lo ha mai detto o scritto? Ho scritto: “Marco [Travaglio] e Pippo [Ciuro] sono in vacanza insieme, concludono per approssimazione gli investigatori di Palermo. Che, durante le indagini, trovano un’ambigua conferma di quella villeggiatura comune. Prova maligna perché intenzionale e non indipendente. Fonte, l’avvocato di Michele Aiello. Il legale dice di aver saputo dal suo assistito che, su richiesta di Pippo, Aiello ha pagato l’albergo a Marco. Forse, dicono gli investigatori, un residence nei dintorni di Trabia”. E’ di tutta evidenza che l’avvocato di Aiello non è la mia fonte, nonostante gli sforzi di confondere le acque. Ma queste, come direbbe Michele Santoro, sono “quisquilie”. Travaglio vuole dimostrare, “carta canta”, che si è pagato di tasca sue le sue vacanze siciliane. Travaglio tiene, soprattutto, a smentire una frase del mio articolo. Questa: “[Dice l'avvocato che] Aiello ha pagato l’albergo a Marco”. Con enfasi, annuncia dal suo sito: “Ho finalmente trovato l’assegno e l’estratto conto della carta di credito Diners con cui pagai il conto di quella vacanza all’hotel Torre Artale di Trabia. L’assegno, emesso il 19 agosto 2002 dal mio conto presso il San Paolo-Imi di Torino e poi negoziato dal Banco di Sicilia (che lo conservava nei suoi archivi di Palermo), ammonta a 2.526,70 euro. I restanti 2 mila euro li pagai con la carta Diners (versamento datato 18 agosto 2002)”. Ora Travaglio sa - e lo ha ammesso - che con il “criminale” Giuseppe Ciuro ha trascorso una vacanza nel 2003. Racconta al Corriere della Sera (15 maggio 2008): ” [L'anno successivo, mese di agosto del 2003] Andai con la famiglia per dieci giorni al residence Golden Hill di Trabìa [si confonde: il Golden è ad Altavilla Milicia] dove di solito alloggiavano Ciuro e Ingroia [è un pubblico ministero del pool di Palermo] e ci fu quella buffa storia dei cuscini poi finita nei brogliacci delle intercettazioni”. “Ma al Golden Hill chi pagò il conto?”, chiede il Corriere. Risponde Travaglio: “Io ho pagato la prima volta il doppio di quanto stabilito e per il residence ho saldato il conto con la proprietaria. Tutto di tasca mia, fino all’ultima lira e forse se cerco bene trovo pure le ricevute”. E’ il saldo del soggiorno al Golden Hill, dunque, a dover essere confermato, se proprio si vuole. Perché l’avvocato di Aiello indica, come pagato dal suo assistito a vantaggio di Travaglio, il soggiorno al residence di Altavilla (2003) e non le vacanze all’Hotel Artale di Trabìa (2002). Dice infatti al Corriere (15 maggio 2008) l’avvocato Sergio Monaco, difensore di Aiello (e naturalmente le sue parole, come quelle di Aiello, non sono oro colato): “Posso solo dire che l’ingegner Aiello conferma che a suo tempo fece la cortesia a Ciuro di pagare un soggiorno per un giornalista in un albergo di Altavilla Milicia. In un secondo momento, l’ingegnere ha poi saputo che si trattava di Travaglio”. Ora sono sicuro che Travaglio, come ha trovato i cedolini del pagamento del 2002, possa agevolmente rintracciare anche quelli dell’anno successivo. E’ quel che mi auguro perché Travaglio dovrebbe sapere, come lo so io, che vivere delle colpe altrui è un po’ “come vivere a spese altrui”. Per vergognarsi c’è allora tempo. Più urgente è ragionare. Non di Aiello, ma di Ciuro e di un modello giornalistico. Vediamo qual è, a mio avviso, il nocciolo della discussione. Marco Travaglio, in maggio, è ospite a Che tempo che fa. Questo è l’esordio (il video è su Youtube). Travaglio: “L’elemento di originalità [della situazione italiana] è che noi non siamo stati sempre così. E’ molto istruttivo quando vengono elette le alte cariche dello Stato. Tutti i giornali pubblicano tutti i nomi dei personaggi che hanno ricoperto quella carica. E uno si rende conto che una volta avevamo De Gasperi, Einaudi, De Nicola, Merzagora, Parri, Pertini, Nenni, Fanfani. Possiamo fare una lunga lista, poi uno arriva e vede Schifani. E’ la seconda carica dello Stato… Schifani… Mi domando chi sarà quello dopo. In questa parabola a precipizio c’è soltanto la muffa; probabilmente, il lombrico (applausi scoscianti)… dalla muffa si ricava la penicillina: era dunque un esempio sbagliato (nuovi applausi con rumorose risate, ride anche Travaglio)”. Sarà dunque un lombrico, il successore di Schifani. Il lombrico è il nome comune dei vermi della famiglia dei Lombricidi. Le parole di Travaglio significano dunque questo: dopo Schifani, soltanto un verme potrà fare il presidente del Senato. Temo che quest’affermazione - che marca l’altro come indegno - non possa essere considerata “un fatto” da nessuno - sia che faccia giornalismo o che con il giornalismo non abbia nulla a che fare. Non è neanche un’opinione sostenuta da un argomento, più o meno condivisibile. Il prossimo presidente del Senato non sarà un uomo magari più screditato e opaco di Schifani. No, Schifani è già ai bordi dell’umanità. Già annuncia l’arrivo dell’inumano, la “parabola a precipizio” nel regno animale. La logica di valore e disvalore dispiega qui tutta la sua distruttiva consequenzialità. Crea una definitiva svalutazione nel non-umano: è il disvalore assoluto. Io non so se Travaglio se ne renda conto (non credo), ma forse si potrà convenire che in questa logica di guerra “per una justa causa” che non riconosce “un justus hostis” si odono echi - questi, sì - inquietanti. Era Grigorj Pjatakov a gioire della condanna di Zinov’ev e Kamenev dalle pagine della Pravda (21 agosto 1936) con queste parole: “Questa gente ha perduto l’ultima sembianza di umanità. Essi devono essere distrutti come carogne”. Bollare la parte avversa come disumana, anzi come prossima alla non-umanità, consente sempre di scatenare una guerra assoluta, di coltivare un’inimicizia assoluta contro un nemico assoluto. In questo contesto “emozionale” (e chi lo sa perché in studio si rideva e sghignazzava: anche questo meriterebbe “un’analisi a sé”), Travaglio affronta le “amicizie mafiose” di Schifani. Mi chiedo può essere considerato giornalismo, buon giornalismo, andare in televisione e presentare non il presidente del Senato, ma semplicemente un uomo, come un quasi-verme? Davvero è “giornalismo dei fatti” sostenere, a freddo e fino a quel momento senza alcuna delucidazione (e quale poi poteva essere?) che un tipo è poco più di un verme? Non è neanche un’opinione. E’ soltanto un nudo insulto, una consapevole offesa, un rito di degradazione. Davvero avrebbe diritto di cittadinanza in un altro paese occidentale alla voce giornalismo? Io penso che sia soltanto un’operazione vocale sulla psiche altrui, una sofisticazione del “malumore dilagante”. Le spiegazioni infatti, a Che tempo che fa, verranno soltanto dopo qualche domanda, quando Travaglio dirà: “E’ chiaro che se il clima politico induce a un rapporto di distensione tra l’opposizione e la nuova maggioranza… Schifani ha avuto delle amicizie con dei mafiosi. Io devo fare il giornalista. Io devo raccontarlo. Lo ha raccontato Lirio Abbate, nel libro che ha scritto con Gomez e viene celebrato, giustamente, come un giornalista eroico minacciato dalla mafia. Ora o si ha il coraggio di dire che Lirio Abbate è un mascalzone e un mentitore o hanno il coraggio di prendere nota di quello che scrive e chiedere semplicemente alla seconda carica dello Stato di spiegare i rapporti con quei signori che sono poi stati condannati per mafia”. Non solo Schifani è poco più che un verme, è anche uno vicino alla mafia. Questa è la “verità” di Schifani che Travaglio ha voluto raccontare. Si vedono qui gli abissi sopra i quali si svolgono le accorte e sapientissime requisitorie del processo politico: già Schifani era un “quasi verme”, volete che non sia anche un criminale, un mafioso? Evocare “la mafia” dopo la non-umanità di quell’uomo non è “pescare nel medium sublogico” (come forse direbbe Franco Cordero): non solo Schifani è poco più che un verme, come vi ho già detto, è anche uno vicino alla mafia. E ora giudicatelo voi! Questa è la “verità” di Schifani che Travaglio ha voluto raccontare. Ma un decente giornalismo può davvero considerare quelle parole accettabili come “la verità” (di “verità” parla in lettere, interviste, conferenze stampa)? Di che cosa è fatta quella “verità”? Avere incrociato un mafioso - meglio un tipo che soltanto dopo è stato indagato e condannato per mafia - vuol dire davvero essere, sempre e in ogni caso, necessariamente, complice della mafia? Molto mi è stato (e mi è ancora) rimproverato il ricordo della vacanza sconsiderata di Travaglio. Le carinerie che mi sono state riservate oscillavano e oscillano tra il “maiale” e il “venduto”. In realtà, ho voluto soltanto applicare (Travaglio sembra non comprendere le mie obiezioni) il cosiddetto principio tu quoque: atti uguali vanno valutati a uguali parametri. Chiedo: aver trascorso una vacanza con un tipo che poi si è rivelato un criminale, e dunque in piena innocenza e senza alcuna consapevolezza, vuol dire davvero essere per riflesso un criminale? Mi sembrava (e ancora mi sembra) che il tu quoque potesse svelare di quale grana era fatta la perfomance di Travaglio, il suo giornalismo, la sua deprecazione, l’approccio alla realtà che è chiamato a raccontare. A me sembra che Travaglio ne abbia un’immagine artificiale, stretta in un ordine rigido. Tutto il bene da una parte, tutto il male dall’altra. Ne consegue una morale assoluta, incompatibile con il caso, l’imprevisto, il dubbio, l’ambivalenza, l’innocenza (e non dimentico che anche il mio lavoro si è mosso spesso lungo quelle strade). Questa convinzione di Travaglio - una volta lontana dal rendiconto di un esito processuale - riduce ogni cosa alla coppia amico/nemico, buono/cattivo, bene/male, interno/esterno. Crea le particolari condizioni per cui egli (o chi come lui) “può provare tutto ciò che crede e credere a tutto ciò che può provare” perché, se è lecito citare in un’occasione come questa Hannah Arendt, confonde la logica formale con il “pensiero” e la coerenza con la “verità”. Alla fine, per far tornare i conti, è un modello che deve “aggiustare” le carte perché non è sempre vero che il giornalismo di Travaglio sia fatto soltanto di “dati concreti” e di “fatti”. A volte, è costruito con disinvoltura e anche con qualche omissione, come questa sua ultima e infelice replica. 11 Settembre 2008
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Sempre sullo stesso argomento, un altro link ad un articolo in francese: http://www.corlobe.tk/article10313.html e ad un articolo in inglese: http://www.theaustralian.news.com.au/story...3-31477,00.html
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Straordinaria (e inusuale) attività della flotta russa
picpus ha risposto a Rick86 nella discussione Marina Militare
Resta il fatto che per l'US Navy che, peraltro, come l'USAF, non è di certo impegnata come l'US Army ed in parte l'USMC in Iraq ed in Afghanistan, si può considerare solo come un'occasione addestrativa supplementare, tenere d'occhio tali unità russe!!! -
Straordinaria (e inusuale) attività della flotta russa
picpus ha risposto a Rick86 nella discussione Marina Militare
Comunque sono numeri ridicoli ed irrisori, se si vuol contrastare l'US Navy!!! -
Anch'io!!! e, anche da parte mia, grazie a Saville!!! (il secondo link non funziona, però!).
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Straordinaria (e inusuale) attività della flotta russa
picpus ha risposto a Rick86 nella discussione Marina Militare
Nonché unico operativo! 1 Kirov - 1 Admiral Kuznetsov - 3 Slava: questi sono i numeri!!! Dove nel Lago ... ehm ... Mar Nero?! -
Questo è opinabile!!! Dalla recensione del libro "Sommergibile Da Vinci Missione finale" al link che segue: http://www.marinaiditalia.com/?page_id=178 riporto: "... Giustamente su tutti domina la figura del Comandante, perché non esiste definizione stessa della parola Comandante migliore di quella che compete a chi conduce un equipaggio di sommergibile ..." ed ancora: "... Vittorio G. Rossi, l’indimenticato scrittore di cose di mare e di marinai, ha scritto: “chi non ha mai visto al lavoro un equipaggio di sommergibile si è perso uno dei più affascinanti spettacoli di sincronia, perfezione di gesti ed azioni al semplice scambio di sguardi, affiatamento e gerarchia naturale”. Questo libro rende possibile a chiunque provare quest’ebbrezza, questa emozione irripetibile e romantica, essere a bordo del Sommergibile per antonomasia. Era inusuale immaginarlo, non era facile provarci, è stato bellissimo riuscirci.".
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Come slogan, perché solo di ciò si tratta, niente di più, è un po' datato, direi, da veterocomunista! Questa è la mia opinione, ovviamente.
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... come ritengo sia la Turchia (che ammiro) laicizzata e fatta rinascere, dopo il crollo dell'Impero Ottomano, da Ataturk; penso che l'obiettivo dell'ultimo scià e, prima ancora di lui, di suo padre, http://it.wikipedia.org/wiki/Reza_Pahlavi , coevo di Ataturk, fosse, sostanzialmente, quello di trasformare l'Iran, in uno stato moderno e laico.
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Forse ricordi come me, quando per andare a vedere il film "Berretti Verdi" con John Wayne , occorreva farlo sotto la protezione della Celere!!!
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Censura in diretta alla televisione russa!
picpus ha pubblicato una discussione in Discussioni a tema
Dal sito di France 24, http://www.france24.com/fr/ , eccovi il link all'articolo (testo + video sottotitolato) in francese: http://observers.france24.com/fr/content/2...ladimir-poutine ed in inglese: http://observers.france24.com/en/content/2...ussian-tv-putin -
Video: “Palazzo Aeronautica” sede dello Stato Maggiore dell’Aeronautica
picpus ha pubblicato una discussione in News Aviazione
Dal sito ufficiale dell'Aeronautica Militare Italiana, il link al video che contiene anche immagini dei "Typhoon" del 4° Stormo di Grosseto: http://stampa.aeronautica.difesa.it/downlo...Istituzione.wmv -
Nonché i piloti, a quanto pare, vedi post al link seguente: http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=174281 (messaggio n° 793)
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Né l'una cosa, né l'altra di ciò che hai detto!!! L'Australia ha 6 sommergibili moderni classe "Collins" e non ha problemi economici!!! Soltanto non ha abbastanza sommergibilisti nella sua Marina, forse per problemi di reclutamento: cioé, per essere più chiaro, non ci sono abbastanza giovani australiani, che vogliono andare in Marina!!!
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Eccovi il link ad un articolo in francese: http://www.corlobe.tk/article10307.html ed il link ad un articolo in inglese: http://www.theaustralian.news.com.au/story...00-2702,00.html
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Condivido pienamente tutto!!! Io lo ero pure a suo tempo! Comunque, in particolare, ritengo, sarai ancor più d'accordo con quanto affermato da Pete all'ultimo rigo del suo intervento!!! A proposito del grande, grandissimo Ronald Reagan, al quale tutta l'umanità dovrà sempre riconoscenza eterna per l'annichilimento da Lui operato della barbarie comunista, eccovi il link ad un magistrale articolo dell'ex-ministro Antonio Martino: http://www.paginedidifesa.it/2004/martino_040611.html
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L'ho già detto: la Storia si ripete (e non insegna nulla, purtroppo!)! Vedi link che segue: http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=169181 (messaggio n° 523)
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Video "Tattoo" - Escuela Naval "Arturo Prat" - Armada de Chile
picpus ha risposto a picpus nella discussione Marina Militare
Dal sito ufficiale della "Armada de Chile", http://www.armada.cl/p4_armada/site/edic/2...t/portada1.html , eccovi il link alla scheda del primo di una nuova classe di pattugliatori, costruiti localmente: http://www.armada.cl/site/unidades_navales/726.htm Da un altro forum, il link ad un post con foto del pattugliatore in argomento: http://www.militaryphotos.net/forums/showp...mp;postcount=58 -
Dal link: http://www.loccidentale.it/articolo/missio...oncreti.0057514 riporto un interessante articolo di approfondimento. Da Sarkò un segno di discontinuità Con la crisi del Caucaso crolla il mito dell’Europa "potenza civile" di Michele Marchi - 9 Settembre 2008 Sarkozy è tornato, per la seconda volta in meno di un mese, a fare la spola tra Mosca e Tbilisi ed è rientrato con una serie di risultati. La promessa di ritiro, entro una settimana, degli ultimi posti di controllo dell’esercito russo dalla Georgia, quello entro un mese delle truppe di Mosca dalle aree cuscinetto tra Ossezia e Georgia, il dispiegamento di una missione di polizia europea, una conferenza per discutere la situazione dell’area a livello internazionale prevista a Ginevra il 15 ottobre prossimo e l’impegno formale di Saakachvili a rispettare l’accordo di agosto. La missione è stata un successo? Si tratta di risultati sufficienti? Si poteva ottenere di più? Il bicchiere risulta inevitabilmente mezzo vuoto o mezzo pieno a seconda del punto di vista dal quale lo si osservi. Medvedev ha accettato di sedersi attorno ad un tavolo a Ginevra il 15 ottobre prossimo, ma ha già annunciato che sullo status di Abkhazia e Ossezia sarà l’Europa a doversi adeguare. D’altra parte ottenere il dispiegamento di personale Ue, e non Ocse come Mosca avrebbe preferito, è certamente un buon colpo messo a segno da Sarkozy. Fonti interne alla diplomazia francese hanno inoltre testimoniato la fermezza del presidente francese, il quale avrebbe addirittura minacciato di abbandonare il tavolo delle trattative di fronte alle reticenze di Mosca riguardo al ritiro sulle posizioni precedenti al 7 agosto. Ci si potrebbe lungamente dilungare su questo punto, dividendosi tra euro-entusiasti ed euro-delusi ma è pura miopia fingere di non accorgersi che, rispetto ai “chiari di luna” ai quali l’Unione europea ci ha abituati (guerre balcaniche e guerra in Iraq sono solo due dei fallimentari exploit del recente passato), le iniziative del 12 e 13 agosto e del 1, 5-6 e 8 settembre segnano una discontinuità positiva rispetto al passato fatto di inerzie e rotture. Proprio a tal proposito può essere utile tracciare un primo bilancio della crisi russo-georgiana di questa fine estate 2008, osservandola dal punto di vista delle ricadute di politica comunitaria. Innanzitutto la crisi del Caucaso ha direttamente riportato l’attenzione sulla necessità che si arrivi al più presto alla ratifica e all’applicazione del Trattato di Lisbona. Si è più volte sottolineato di come le cose sarebbero state più difficili se al posto di Sarkozy la presidenza di turno fosse esercitata da un Paese minore. Peraltro tra circa tre mesi scatterà il semestre della Repubblica Ceca e nel rapportarsi a Mosca l’Ue potrebbe mostrare qualche difficoltà in più. Sempre a proposito delle innovazioni che il Trattato dovrebbe apportare, proprio nella missione dell’8 settembre si è verificato un incidente tanto simbolico quanto imbarazzante, ma che ben fotografa l’attuale situazione. Il Cremlino ha protestato ufficialmente per la presenza della bandiera europea accanto a quella russa e ha cercato di tramutare l’incontro in un bilaterale Russia-Francia. In aggiunta Solana e Barroso sono stati relegati ad assistere alla conferenza stampa tra le file del pubblico. Ecco allora che ratificare Lisbona diventa condizione necessaria ma non sufficiente. Altrettanto indispensabile sarà scegliere leader forti, ma soprattutto autorevoli e sostenuti dai principali Paesi (Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna, Spagna e Polonia). Presidente dell’Ue e Alto Rappresentante, se simboli di competenza ed autorevolezza in ambito internazionale, si tramuteranno in un valore aggiunto per le singole diplomazie nazionali, ben lungi dal volerle sostituire. Il secondo punto sul quale la crisi russo-georgiana apporta alcune importanti chiarificazioni riguarda il rapporto euro-atlantico. Il cambio di leadership in Italia e il virage della politica estera francese (Nato, Afghanistan) hanno ri-compattato l’Occidente euro-atlantico. La situazione attuale vede un obiettivo e fisiologico vuoto di potere da parte statunitense, causato dalla assorbente fase conclusiva della campagna presidenziale. Il prossimo Presidente Usa potrà però ripartire potendo gestire un prezioso capitale di unità e coerenza di vedute all’interno del fronte occidentale. Anche nei momenti di massima tensione della crisi non si è mai avuta l’impressione che Washington, Bruxelles e le principali cancellerie europee parlassero lingue diverse. Terzo punto decisivo: l’affaire caucasico rende ancora più necessaria un’accelerazione nel percorso di costruzione di una difesa comune europea. Come ha più volte ricordato Sarkozy, un maggiore impegno francese all’interno della Nato è la chiave per ottenere da Washington il via libera per un migliore coordinamento europeo in materia di difesa. In un Occidente sempre più unito, l’Europa della difesa si inserisce come valore aggiunto accanto alla Nato e non di certo come possibile elemento di competizione. All’appello mancano però un impegno forte della Gran Bretagna, con la Francia massimo investitore europeo in materia di difesa, e della Germania, pronta a lasciare definitivamente il suo limbo di gigante economico ma di nano a livello militare. Peraltro il dispiegamento di una coerente politica difesa potrebbe contribuire a rassicurare ulteriormente i Paesi dell’ex blocco sovietico entrati nell’Ue con l’allargamento del 2004. Come ha giustamente ricordato Stefano Silvestri, direttore dell’Istituto Affari Internazionali, proprio la crisi georgiana ha mostrato i rischi ai quali si sottopone l’Alleanza Atlantica, quando a Washington siede un presidente in fine mandato. Infine le vicende dell’agosto caucasico dovrebbero imporre all’attenzione dell’Ue una riflessione seria e delle decisioni di conseguenza il più possibile definitive sui propri confini. Con che tipo di credibilità l’Unione può sedersi ad un tavolo negoziale con Mosca presentandosi come entità in perenne mutamento territoriale e addirittura facendo sfoggio di un principio identitario che fa dell’allargamento costante il suo tratto distintivo? In sostanza, questa “calda estate” ha definitivamente strappato il velo di ipocrisia della cosiddetta “Europa potenza civile”, dove “civile” è in realtà troppo spesso sinonimo di inerte ed immobile. Dall’alto della teoria, l’Unione è scesa sulla terra dei complicati contenziosi diplomatici e ha scoperto che “fare politica” significa, almeno qualche volta, prendere iniziative e correre qualche rischio. L’Ue è ora a metà del guado: saprà attraversare il fiume delle utopie e dei falsi moralismi per iniziare una storia nuova, fatta di progressivo protagonismo internazionale e concretezza decisionale?
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No, Thunderalex, non penso che sia né OT, né intento polemico, ma solo per rispondere a quanto era evidenziato in grassetto, nell'articolo riportato al post al seguente link: http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=172861 (messaggio n° 770) e che riporto di seguito: "Last but not least, ha messo in luce inefficienze non marginali del suo dispositivo militare. Quattro suoi aerei da combattimento sono stati abbattuti dai missili infrarosso spallabili georgiani di fornitura ucraina, fra i quali un bombardiere bisonico Tu 22 pilotato – scrive Aviation Week - da un colonnello istruttore di 50 anni prelevato in tutta fretta da una scuola di volo dell’Aeronautica, piccolo banale segno di pezze organiche e organizzative messe in fretta e furia. I carri russi che si ritiravano dalla Georgia sono stati fotografati arrancare i passi caucasici sui propri cingoli anziché sui ruotati trasportatori come si usa in tutte le migliori famiglie di corazzati." Evidentemente, ora, i russi hanno trovato i piloti che cercavano disperatamente l'altra volta.
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Al via l'Accordo di Associazione dell'Ucraina con l'Ue. Eccovi l'articolo (testo + video) al link che segue: http://www.agenziami.it/articolo/1414/Ucra...zione+con+l+Ue/
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Portaerei Cavour - discussione ufficiale
picpus ha risposto a typhoon nella discussione Marina Militare
Ho l'idea che continuando di questo passo, dovrai apportare delle modifiche al tuo ... avatar!!! -
Inserisco le foto di alcuni cimeli artigliereschi di famiglia (berretti militari appartenuti a mio padre). Berretto (grande uniforme) da tenente di artiglieria pesante campale (12° reggimento, 1938). Il reggimento aveva sede, nell'anno indicato, a Palermo. Bustina per uniforme invernale da maggiore di artiglieria; periodo anni cinquanta. Berretto per uniforme da cerimonia, da tenente colonnello di artiglieria; periodo anni sessanta. Berretto per uniforme ordinaria invernale, da tenente colonnello di artiglieria; periodo anni sessanta.