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picpus

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  1. 1) Penso che i "Teseo", prima o poi, li metteranno sul "Doria"!!! 2) Dimmi, sono robuste anche le pareti dei lanciatori?! O basterebbe un colpo da 76 o da 25, per far saltare tutta la nave in aria!!!
  2. Eccovi il link ad un articolo di Fiamma Nirenstein, sulla posizione assunta dal leader turco Erdogan, nei confronti di Israele: http://www.fiammanirenstein.com/articoli.a...a=3&Id=2100 In realtà, da grande ammiratore quale sono sempre stato della Turchia laica forgiata da Ataturk, bastione difensivo fondamentale, per decenni, nella lotta dell'Occidente democratico contro la barbarie sovietica, il comportamento recentemente tenuto dal governo islamista attualmente al potere in Turchia, comincia a destarmi seria preoccupazione! Condivido in toto, tanto l'analisi, quanto le conclusioni della Nirenstein, auspicando che l'Occidente tutto ed, in particolare, l'Europa, non continui nell'assurda e suicida politica antiturca degli ultimi anni (per gratificare il vacuo orgoglio greco, nonché la lobby armena francese!) che non può, come conseguenza inevitabile, che sospingere la Turchia in braccio alla Russia, all'Iran ed al fondamentalismo islamico!
  3. Vedi, il problema, sostanzialmente è un altro e di più vasta portata. Negli anni ottanta la nostra Marina, non potendo contare su grandi numeri di unità (numeri che, comunque, erano sempre superiori a quelli attuali) aveva fatto la scelta, condivisibile, a parer mio, di unità polivalenti e, di conseguenza, superarmate (vedi le classi "Lupo", "Maestrale", "Audace" ed anche "Durand de la Penne"), differenziandosi dalle altre marine europee, in primis, quella inglese ed anche quella francese, che, invece, avendo numeri ben più consistenti, potevano permettersi il lusso di navi specializzate e, relativamente, "disarmate" (quindi navi ASW, AAW, AsuW). Di fatto, era la medesima situazione che, su un livello più elevato, si poneva tra la marina sovietica di superficie (meno navi, ma tutte superarmate) e quella statunitense (più navi, "disarmate"e specializzate). Oggi, con una MMI caratterizzata da numeri esigui di navi, come si può pretendere di costruire solo navi specializzate?! Non è un controsenso?! I caccia (2) specializzati solo in AAW; alcune FREMM (quante, 6 al massimo, solo ASW), altre (2, AsuW), altre (2, AAW), non vi sembra che questa specializzazione sia un controsenso a fronte di una Marina che rischia di tornare a quella (anni sessanta) dei"prototipi"?!
  4. Ed io che dagli ultimi post del topic al link seguente: http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...mp;#entry201465 , mi stavo quasi convincendo che, al giorno d'oggi, i cannoni di medio calibro sulle navi, sono solo un inutile orpello!
  5. picpus

    Le altre Marine Italiane

    Magari le unità più piccole servono per l'attività litoranea, vicino alle coste e quelle più grosse per l'attività in alto mare: non mi pare che sia difficile giungere a queste conclusioni!
  6. 1) Da 10 a 2, mi sembra che ci passi una bella differenza!!! 2) Per quanto riguarda l'ultima cosiderazione, allora potremmo anche abolire la MMI e restare solo con la Guardia Costiera!
  7. Ma i colpi dei 3 76/62 "Davide" e gli "Aster" 30 e 15, non dovrebbero essere in grado di intercettare i missili sup-sup russi?!?!?! O mi sbaglio?!
  8. Galland nel ringraziarTi per aver riportato l'editoriale relativo alla scomparsa dell'Ammiraglio Gino Birindelli, che io considero come uno dei più grandi uomini, in assoluto, che abbia onorato non solo la nostra Marina, ma, più in generale, la nostra Patria, inserisco il link al topic che, a suo tempo, dedicai all'Ammiraglio, nella sezione "Marina" del forum: http://www.aereimilitari.org/forum/index.php?showtopic=8713
  9. Dal sito ufficiale della Marina Militare Italiana, http://www.marina.difesa.it/ , eccovi il link ad un articolo, sull'attività congiunta del nostro caccia "Andrea Doria" e dell'incrociatore russo "Moskva": http://www.marina.difesa.it/diario/2009/0202_doria/index.asp ed alcune bellissime foto, in cui il "Doria" fa una gran figura, a raffronto dell'ormai obsoleta unità russa:
  10. Dal miglior sito che si può trovare sul web, eccoti un link: http://digilander.libero.it/en_mezzi_militari/html/vtmx.html P.S. Sommo Venexian, ci vado bene?!?!?!
  11. Due risposte, una di carattere generale ed una specifica. 1) Non ritengo che si debba dare per scontato, che l'"andazzo" attuale di politica militare e di gestione delle risorse disponibili, non debba/possa cambiare ( ad esempio, ogni tanto, qualche buona notizia c'è, vedi link: http://www.aereimilitari.org/forum/index.php?showtopic=10899 ). 2) Senza tener conto degli F-35 della Marina, ritengo che una soluzione equilibrata, sarebbe quella di diminuire i "Typhoon" ed aumentare gli F-35, in modo che l'AMI abbia un egual numero dei predetti aerei (diciamo, circa 70/70). Se, per motivazioni di ordine legale, sarà necessario acquistare tutti i "Typhoon" ordinati, i meno avanzati, possono essere venduti al miglior offerente.
  12. Una domanda secca ai redattori del "Libro Bianco" (risponda chi vuole) tra i quali, se non erro, vi sono dei "nemici giurati" del F-35 (che cosa vi abbia fatto poi di male quel povero aereo, non si sa!!!): l'Italia ha ottenuto notevoli compensazioni industriali da quello che, a mio modestissimo avviso, è il programma del vero ed unico caccia del futuro: che fine farebbero, secondo voi, se si tagliasse, brutalmente, come voi proponete, il numero di F-35 da acquisire?!?!?!
  13. Infatti, se non è solo pubblicità, il video al link che segue, sembrerebbe dimostrare la precisione del "Vulcano": http://it.youtube.com/watch?v=Ckj3Cc1fACc&...cano-video.html
  14. Ma si tratterebbe di un obiettivo, pericoloso per lo svolgimento di una missione di pace, ma di sicuro, non certo di rilievo strategico e particolarmente "duro"! Inoltre e lo aggiungo anche a quanto detto prima, con minor rischio e a minor costo, che impiegando "Harrier", "Mangusta" e, per la componente costo, "Teseo".
  15. Appunto! Inoltre, piccolo particolare, il 127 collocato su di una nave al largo fino (al limite) a 100 km. di distanza, neanche si vede e potrebbe ridurre al silenzio una postazione nemica, anche con un singolo colpo, quasi senza che nessuno se ne accorga!!! La stessa cosa non si può certo dire di "Harrier" e "Mangusta" svolazzanti, ad esempio, su una città come Beirut!
  16. Io al post n° 84, ricordando l'esigenza del Libano nel 1982/84, non intendevo di certo riferirmi ad operazioni di bombardamento controcosta, bensì all'eliminazione mirata di centri di fuoco ostili nemici. Poiché, ripeto, situazioni similari (le cosiddette "missioni di pace"), da allora in poi, sono diventate "pane quotidiano" per le nostre FF.AA. (e lo saranno pure in futuro), il 127/64 mi sembra più idoneo a svolgere tali compiti, rispetto al 76/62 e più "politically correct" (perché più discreto) degli "Harrier", "Mangusta" e via di seguito!
  17. picpus

    Aeroporto Boccadifalco

    Penso che per l'AMI sia una gran bella notizia: si trattava di una delle (ritengo, tante) strutture, fonte solo di spesa improduttiva. Eccovi il link ad un articolo: http://www.siciliainformazioni.com/giornal...e-siciliana.htm ed il link ad un video: http://www.mediterraneonews.it/index2.php?...&height=320
  18. Facendo seguito ai post non. 195 e 199, che riportano la presa di posizione del Generale di Divisione Marco Bertolini, a fronte della battuta sul "Desero dei Tartari" del nostro Premier e le successive reazioni, eccovi, sempre dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , un altro articolo. RASSEGNA STAMPA: IL TIRRENO DEDICA ALCUNI ARTICOLI AL GENERALE BERTOLINI Lunedì, 2 Febbraio 2009 by webmaster IL TIRRENO del 1 Febbraio 2009 LIVORNO. ......... Il fisico guerriero, la volontà di ferro, la schiettezza che non si piega alla diplomazia in quei momenti rimangono nascosti sotto quel loden, in quella parentesi di tranquillità borghese, nel limbo della normalità domestica. Perché per il generale Marco Bertolini, 55 anni, nato a Parma sotto il segno dei Gemelli ma livornese da oltre trent’anni, tutto il resto, quello che sta fuori dalla bella e numerosa famiglia e dalla vita privata, è trincea. Guerra, vera e figurata, ossia politica, perché quello delle missioni all’estero è un terreno minato. E qualche polemica, prima o poi, viene sempre fuori quando si tratta di guerre lontane e soldati italiani. Tanto lui, che dopo una lunga e pluridecorata carriera spesa in gran parte nei reparti della Brigata Folgore, è diventato giusto da poche settimane capo di stato maggiore del comando Isaf (la missione della Nato in Afghanistan), chi le bombe le ha viste esplodere per davvero, delle polemiche non ha certo paura. Anzi. Insieme al physique du rôle, il caratteraccio, inteso come l’abitudine a dire pane al pane e vino al vino senza tanti complimenti, fa parte della sua fama, l’avversione per le manfrine e per i compromessi anche. Quindi nessuno si è stupito per quella lettera inviata l’altro giorno al Corriere della Sera, poche parole, ma ben scritte, pesanti come il piombo e pungenti come spilloni. Buttate giù per rispondere al presidente del consiglio Silvio Berlusconi e a una delle sue battute: «l’esercito fa la guardia al deserto dei Tartari», come dire che i suoi ragazzi, e quelli della altre missioni, se ne stanno lì a non far nulla, inutili, solo costosi. Figuriamoci se uno come il generale Bertolini poteva far finta di niente. Così, da Kabul, dove si trova in questo periodo, ha messo insieme quelle poche righe finite prima tra le lettere al Corriere della Sera ma poi rilanciate e diventate un piccolo manifesto dell’orgoglio militare. In Rete, sui blog e sui forum, sui giornali, suo malgrado il generale Marco Bertolini è tornato ancora una volta alla ribalta. Anche se non ci sono stati altri interventi né interviste dopo quel brevissimo sfogo: «La questione è chiusa, il generale ha detto quello che doveva dire, noi siamo tutti con lui» dicono dalla base di Kabul. Tutti con lui, come sempre. Perché il generale non solo sa combattere e affrontare la guerra vera ma è un personaggio, la sua storia una storia da film, di lavoro duro e scelte difficili, di gloria e di patate bollenti. La gloria sta per esempio in quel tuffo in un fiume gelato nel Kosovo, nella medaglia d’oro guadagnata da giovane ufficiale in Libano, nei suoi rapporti con le “sue truppe” e con i paracadutisti in genere, che lo condiderano un mito. Le patate bollenti, ci sono state anche quelle. Quando polemizzò con D’Alema, allora presidente del Consiglio, alla vigilia della guerra nel Kosovo, Bertolini era colonnello, comandava gli osservatori della Nato in Macedonia. «I raid - disse - non risolveranno il problema, dopo le bombe deve sempre arrivare un soldatino con il suo bravo fucile in mano, ma attenzione, serve per prendere un territorio, non per dare la pace. Quella mi spiace, non è il mio lavoro». Altre patate bollenti: il caso delle foto pubblicate da Panorama che documentavano torture e violenze sessuali commesse ai danni dei somali, il caso del giovane Emanuele Scieri trovato morto a Pisa, vittima di nonnismo, nella caserma dei paracadutisti Gamerra. Nel primo caso Marco Bertolini polemizzò con il ministro Andreatta, che aveva segnalato una certa omertà tra gli ufficiali della Folgore: «Omertà è un termine che non mi piace, normalmente si usa in altri ambienti e in altre occasioni». Nel putiferio di Pisa lui arrivò in un clima tesissimo, dopo che furono rimossi i comandanti, e uno dei suoi primi annunci fu «non cambierò le regole dei miei predecessori», e il senso era nessuno conti su di me per sparare sull’immagine dei paracadutisti. Ora, pensare a questo eroe della divisa che si dice “amareggiato”, immaginarselo nella notte di Kabul davanti al computer a sfogarsi con quella letterina breve breve, furioso eppure ironico (vi scrivo dall’Avamposto della Fortezza Bastiani, quella del Deserto dei Tartari, in Afghanistan), fa persino un po’ di tenerezza. E da lontano, guardando verso oriente, sembra di vederlo davanti a quel computer, ma con il cappotto di loden e la sciarpa più che con la divisa. Indignato come soldato, anche per i suoi soldati e indignato come uomo. Perché una battuta sbagliata, soprattutto se viene da un presidente del Consiglio, può far danni e ferire. Più di una granata. Pagina 7 - Livorno La Folgore e le missioni in giro per il mondo La brillante escalation dell’uomo più amato dai parà LIVORNO. Dopo una carriera tutta in ascesa nell’esercito, il generale di divisione Marco Bertolini, 55 anni, originario di Parma ma da più di 30 anni residente a Livorno con la famiglia, ha assunto l’incarico di Capo di Stato Maggiore di ISAF, Forza Internazionale della quale fanno parte le rappresentanze di oltre quaranta nazioni, della Nato e non. L’insediamento è avvenuto il 3 gennaio scorso, presso il Quartier Generale di ISAF a Kabul. «Ritorno in Afghanistan dopo cinque anni. La situazione permane difficile, dice l’alto ufficiale, e le unità Nato stanno pagando un forte tributo in termini di vite umane» ha detto in occasione del suo insediamento a Kabul. Il generale Marco Bertolini è alla sua seconda esperienza in Afghanistan, dove era già stato nel 2003 quale comandante del contingente italiano durante l’Operazione Enduring Freedom. Il generale Bertolini ha frequentato l’Accademia Militare di Modena ed ha prestato servizio per gran parte della propria carriera nell’ambito della Brigata Paracadutisti Folgore. È stato comandante della Brigata Folgore e ancor prima del 9 Reggimento Col Moschin, i commandos dell’esercito.. Recentemente è stato a capo del nuovo Comando interforze per le operazioni delle Forze speciali. Ha operato in Libano, in Somalia, in Bosnia Erzegovina, in Macedonia e in Afghanistan nel 2003, durante l’operazione Enduring Freedom, come comandante del contingente italiano. Lo sorso anno Bertolini è stato ospite del Rotary Mascagni. Di fronte al presidente Simonetta Starnini e ai soci, l’alto ufficiale ha tenuto una conferenza sul tema “L’impiego italiano nelle operazioni fuori area nell’ultimo ventennio”. Nel suo discorso ai militari italiani al momento dell’insediamento come Capo di Stato Maggiore a Kabul, il generale ha sottolineato l’importanza del loro ruolo in un anno, il 2009, che sarà fondamentale nel processo di democratizzazione e stabilizzazione dell’Afghanistan. Quale Italian Senior National Representative (vale a dire il rappresentante nazionale di grado più elevato), ha anche ricordato l’importanza del lavoro di ogni singolo militare, che non deve mai dimenticare di operare in nome dell’Italia. La battuta di Berlusconi, l’amarezza dell’ufficiale Quelle poche righe di fuoco per difendere l’onore dei “suoi” soldati LIVORNO. Tutto è cominciato con quella battuta di Berlusconi pronuniata durante il suo tour elettorale in Sardegna parlando del piano di aumentare le presenze dei militari in città. «Sarebbe un modo - ha sostenuto il Cavaliere - per dare agli stessi militari un sentimento di utilità, per non essere solo a fare i guardiani del deserto dei Tartari». Di reazioni ce ne sono state parecchie ma quella del generale Marco Bertolini, alto ufficiale italiano, oggi ai vertici della missione Nato in Afghanistan, è stata quella che ha maggiormente commosso l’ambiente militare e che ha avuto più risalto a Livorno, città adottiva del generale di divisione che ci vive da oltre trent’anni con tutta la famiglia. Marco Bertolini, in una breve lettera inviata al Corriere della Sera, si dice “amareggiato” dalle parole del premier sui militari che farebbero la guardia al deserto dei Tartari. Sul web ha ricevuto molti attestati di stima, così come dalle file dell’opposizione. Il Pdl, invece, ha definito le le sue parole inaccettabili. E il ministro della Difesa ha chiarito: l’esercito non fa la guardia al deserto, ma l’amore di Berlusconi per le forze armate «non è in discussione». Ecco qui a fianco le poche righe a firma Marco Bertolini - che volontariamente non ha specificato né grado, nè qualifica, nè incarico - pubblicate nella rubrica delle lettere del Corriere della Sera.
  19. Scusami, ma non è che ti volessi invecchiare (peraltro, conosco la tua età, da te stesso rivelatami, in uno scambio di MP intercorso tra di noi, tempo fa!) ma, così, ad occhio e croce, pensavo, errando, che l'Arma ci avesse messo più tempo, nella distribuzione a tutti i reparti della 92S!
  20. Il francofobo non si smentisce mai! Inizio OT P.S. A proposito stai già facendo le valige per rientrare in Italia? Non mi sembra che in UK tiri buon vento per gli Italiani!!! Vedi link: http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articol...olo440223.shtml Fine OT
  21. Anche l'"Armée de Terre" (non so se mi spiego) acquista 5 "Buffalo" americani! Eccovi il link all'articolo: http://www.defense.gouv.fr/terre/breves/de..._du_doubs_video ed il link ad un video: http://www.defense.gouv.fr/terre/mediatheq...n_du_buffalo__1
  22. E qui casca l'asino! Cambiati gli scenari?!?!?! Ma se si fanno solo (per fortuna) e sempre missioni di pace!!! Se vuoi dare sostegno ad un contingente di terra sotto attacco, durante una missione di pace, cosa fai, scarichi sui ribelli delle bombe con gli "Harrier"? Ti sembra "politically correct"?!?!?! Poi, 127 per il ruolo antinave?! Ma se erano presenti in tutte le 12 fregate "Lupo" e "Maestrale", abbondantemente dotate di "Teseo"?!?!?!
  23. Inizio OT Non immagini come ti possa capire! Sai, Dominus, l'aveva in dotazione mio padre, tenente colonnello di artiglieria: andato in pensione, la tenne con sé, essendo legittimato a farlo, per un po' di tempo, richiedendo annualmente la prescritta autorizzazione e pagando la relativa tassa, poi sapendo che io, comunque, non avrei potuto detenerla, trattandosi di arma da guerra (allora era considerata tale), la consegnò al Commissariato di Polizia competente. A titolo di curiosità, la pistola, mio padre, l'aveva pagata di tasca sua, quando terminata l'Accademia entrò alla Scuola di Applicazione; al momento di consegnarla, ovviamente, non gli fu corrisposto nulla! A quel che mi risulta, la normativa è poi cambiata. Fine OT
  24. In tema di utilizzo dell'artiglieria navale e prescindendo dall'eventualità di effettuare sbarchi, vorrei ricordare a tutti, che nella missione in Libano dei primi anni ottanta (esattamente dal settembre 1982 al febbraio 1984, per intenderci, quella comandata dal Gen. Angioni, la prima di quella che sarebbe diventata una lunga serie di missioni cosiddette di pace!), l'appoggio al contingente di terra, sprovvisto di artiglieria, fu garantito da caccia e fregate, unità tutte dotate, allora, di pezzi da 127/54 o 127/38 (questi ultimi, in dotazione, in impianto binato, ai caccia classe "Impavido") e sembrerebbe che, nel corso della missione, in certi casi, i detti cannoni siano stati utilizzati! In quel periodo, la MMI disponeva di 4 caccia (classi "Impavido" e "Ardito") dotati, complessivamente, di 8 pezzi da 127 (2 per unità), di 4 fregate "Lupo" dotate di 4 pezzi da 127 (1 per nave) e stavano entrando in servizio le 8 fregate "Maestrale" con 8 cannoni da 127 (sempre 1 per ciascuna fregata)! Nel futuro, per missioni di tal genere (che poi, in atto, rappresentano la totalità delle operazioni reali delle nostre FF.AA.!), avremo a disposizione solo 2 FREMM con, in totale, 2 pezzi da 127/64 (1 per ciascuna nave)!!!
  25. Inizio OT Penso che tu abbia avuto in dotazione, a suo tempo, questa: http://www.berettaweb.com/Beretta%2034/Beretta%2034.htm Qual è il tuo giudizio? Fine OT
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