Le request for proposal è del 2014 e la scelta del progetto Northrop-Grumman è del 2016, quindi diciamo che dalla partenza al roll out ci impiegherebbero 8 anni. Non sono tanti ma nemmeno pochissimi, oltre a non rappresentare l’intero percorso di sviluppo.
I tempi ridotti e soprattutto i costi minori (così si disse) rispetto alla concorrenza sono in parte da attribuire all’esperienza del B-2 (di cui il B-21 riprende la formula), in parte al maturare di molte tecnologie (in ambito stealth in particolare) per le quali il B-21 dovrebbe raccogliere i frutti più che seminarne di nuovi, ma sembra che molto sia dovuto allo sviluppo digitale molto spinto, che ha consentito di definire in dettaglio non solo il velivolo, ma tutti i suoi sistemi (software di gestione e procedure di costruzione e manutenzione inclusi) senza che fosse stato assemblato un singolo bullone.
Che questo approccio possa avere successo e i tempi di sviluppo siano effettivamente brevi lo si dovrà comunque verificare con mano, anche perché lo sviluppo termina con l’ingresso in servizio, mentre il velivolo al momento non ha ancora fatto il roll out. Tra le due date si possono presentare un’infinità di problemi e ostacoli che il nuovo approccio deve comunque dimostrare di poter, non dico eliminare ma, quanto meno ridurre significativamente.