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Se nel 1941 avessimo avuto una diversa composizione delle FF.AA.


Ospite iscandar

Messaggi raccomandati

ecco qui l'articolo:

 

http://www.72sq.it/forum/storia/caproni-alla-raf-t1001.html

 

oh, non ho mai trovato una bibliografia sull'argomento. Quindi, articolo da prendere con le molle.

 

E comunque da inserire in quel discorso di 'export' per acquisire valuta pregiata di cui parlavamo sopra.

Modificato da madmike
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Cosa sarebbe cambiato? Nulla, hanno ragione i molti che lo sostengono, le tre questioni fondamentali risiedono in una incomprensione totale circa il momento storico che si viveva, e questa cieca incomprensione non è che possa essere disgiunta dalle responsabilità politiche di quel tempo, dunque dicevo delle tre questioni: numeri di produzione totale ridicoli, troppi modelli analoghi e la non scelta era legata a fatti che con la tecnica aeronautica non ci entrano (leggi corruzione), utilizzo di tecnologie superate proprio con la giustificazione del velivolo al servizio del manico (così con la guerra già iniziata con l'invasione della Polonia si sceglieva come caccia un biplano...) in questo modo stolti conservatori affossavano capacità tecnologiche ben presenti anche se gracili nel panorama aeronautico Italiano di quei tempi

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  • 6 mesi dopo...

A mio avviso questo mondo "dei se" andrebbe fatto partire non dal '41, ma dal '36. Se in un anno come questo fosse uscito un aereo come il CANSA FC.12 (il cui progetto reale è di diversi anni dopo), un monoplano interamente ligneo che sfruttava gli stessi motori ed alcuni componenti del CR.32, ed impiegato in Spagna prima e nelle scuole caccia dopo, si sarebbe creata una condizione in cui i nostri piloti avrebbero avuto alle spalle una grande esperienza con queste nuove macchine monoplane, tanto da non dover dilatare gli studi su velivoli come G.50 e C.200 fino al '39 e, sopratutto, dare ragione alla RA di adottare il CR.42.

 

Per quanto riguarda la produzione, io avrei dato molta importanza alla FIAT, ancora di più di quanta ne sia stata effettivamente data, visto la quantità di velivoli che sia stata in grado di sviluppare in ogni campo (BR.20 x i BT, CR.25 per l'OA, G.50 per la CT, RS.14 per il BM, ecc.), e sopratutto il potenziale di crescita che ha cercato di garantire ad ogni sua macchina (il G.50, per quanto mediocre, ebbe decine di tentativi di miglioramento, cosa questa che, se fossero stati realizzati, avrebbe permesso al velivolo fiat di sorpassare anche il C.200 e successivi, proprio come il G.55 fece con il Veltro). è proprio in questo che secondo me va ricercato uno dei più grandi malus dell'industria aeronautica italiana del tempo; il fatto che, per ogni velivolo selezionato, non esistesse un vero "grow potential" come vi fu invece in altre nazioni coeve, ma solo ordini esagerati dello STA che non hanno fatto altro che dilatare i tempi di produzione e messa in efficienza.

 

Giusto per fare un esempio, all'inizio del topic si parlava di G.55 &co. nel '41; in quell'anno sarebbe stato già tanto vedere in linea Folgori o Falchi (re.2001). Secondo me invece sarebbero dovuti entrare in servizio delle versioni di caccia come G.50 e/o C.200 muniti di motore Piaggio P.XI, così da garantire 1000 cv invece che i soliti 840, come farà poi il Re.2000. in tal modo vi sarebbe stata una certa continuità fra velivoli in produzione. Per farla breve: G.50 e/o C.200 nel '38, G.51 e C.201 nel '40, G.52(G.50V) e/o MC.202 nel '41/42, ecc. In tal modo saremmo entrati in guerra con macchine che avrebbero facilmente avuto la meglio con caccia come Hurricnae MkI e Gladiator, o almeno eguagliato l'Hurricnae MK.II ed il P.40, e, soprattutto, in un numero realmente consistente.

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scusa ma non capisco: non si producevano aerei da caccia moderni, nel 36, e si sarebbe dovuto produrre un ADDESTRATORE moderno?

 

Che poi dici tu stesso che il progetto è di diversi anni dopo?

 

Ah ma allora potevamo direttamente progettare il G55.....

 

Il problema non era avere piloti 'addestrati al monoplano', che come si vedrà non appena ci furono aerei decenti come il 202 impararono tutti molto in fretta, ma che l'industria non era in gradi di produrre aerei competitivi.

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Bo da quel che so io l'Aeronautica militare italiana negli anni trenta aveva forse la migliore scuola del mondo. Il fascismo dette grande impulso al mondo aviatorio in generale e all'addestramento in particolare tanto che per esempio, mi sembra su: "Il primo e l'ultimo" di Galland, si vede come i piloti tedeschi venissero ad addestrarsi a Galatina (anche perché la Germania ufficialmente non poteva avere una forza aerea).

A mio avviso non esiste un addestratore migliore di un biplano degli anni trenta (per le manovre). Nel 1936 la spina dorsale delle maggiori forze aeree ed aeronavali del mondo, tra cui quella italiana, era biplana: tutti i biplani fiat fino al CR-32/42, i biplani Gloster e Hawker (dal Fury viene l'Hurricane), i biplani Heinkel ed Henschel, tutti i magnifici biplani americani come i Boeing, i Grumman .. Gli americani che pure loro non contavano di fare la guerra a nessuno e come tutti erano in recessione nera iniziarono a sfornare intercettori monoplani in pratica negli anni '40. L'Unione Sovietica che era appena uscita da un'allucinante guerra civile degli anni '20, faceva addestrare i piloti su una copia esatta dell'Avro 504.

I nostri aerei degli anni trenta non erano "moderni" semplicemente perché non pensavamo di andare a far la guerra a nessuno. Lo stesso dicasi per la presunta "arretratezza" dell'industria italiana.

Modificato da Vultur
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mah secondo me trascuriamo il fatto che generalizzando al massimo più che con la "qualità" degli apparecchi, si impensierisce il nemico con la "quantità" di mezzi che appunto si riesce a schierare... non serve a niente avere una trentina di Sagittario o pure 250 Re-2000 (che poi alla fine venivano usati ad esaurimento visto che i pezzi di ricambio non venivano prodotti ehm ehm...) che non riescono a coprire che una parte minima del fronte....

 

tutti i discorsi sul fatto che andavano messi in linea caccia più veloci, più armati etc. si fermano al fatto che qualche sparuto centinaio di aerei può arrecare un danno comunque limitato a un nemico che ne sforna 5/6 volte tanto e che rimpiazza senza problemi le perdite! Poi possiamo discutere sul fatto di quanto fosse assurdo e tragico mandare i nostri equipaggi a morire su quei bidoni di S-79 ad attaccare le corazzate inglesi, o con (pochi...) Fiat G.50 contro gli Hurricane o gli Spitfire! è pure vero che fino al 43 la cosa migliore che potevamo schierare e comunque in quantitativi irrisori era il 202, che pure con appena due bocche da fuoco faceva fatica a tirare giù un "incassatore" come l'Hurricane o il P-40....

 

concludendo, ma ricordando ovviamente che si tratta di un mero esercizio speculativo e che il corso della guerra non sarebbe mai cambiato etc etc, secondo me serviva una linea produttiva più efficente che si concentrasse su un unico tipo, anche il peggiore! Guardate i Tedeschi: la Luftwaffe ha "tenuto botta" se così possiamo dire perchè alla fine il 109 era un capolavoro di semplicità costruttiva!

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Concordo in pieno con quanto dice papo ed a costo di ripetermi torno a dire che non riuscirò mai a capire come un regime dittatoriale, come quello di Mussolini, non sia riuscito ad imporre uma standardizzazione della produzione bellica e non parlo solo degli aerei perchè, se non erro, anche coi mezzi corazzati accadde qualcosa del genere.

Questo a differenza degli inglesi che, parlando dei caccia, concentrarono la produzione sugli Hurricane e sugli Spitfire.

Noi abbiamo avuto:

Macchi, Fiat, Reggiane e poi Ambrosini, Caproni Vizzola ecc.

Alberto

Modificato da alberto49
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"Standardizzare" in Italia?? Come costringere Mozart a scrivere marcette per bande di quartiere: Zumpappà - Zumpappà - Pum - Pum.

Quando si capirà, da noi e all'estero, che noi siamo geneticamente diversi da tutti gli altri?????

Modificato da Vultur
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E infatti i tedeschi non hanno standardizzato un bel niente, avendo costruito una dozzina di caccia diversi, prototipi compresi.

 

E, semplicemente, NESSUNO nella IIGM ha standardizzato la linea caccia su UN aereo: ne gli inglesi, ne i russi, ne nessun altro.

 

Pretenderlo da industrie come quelle italiane, è il solito tirarsi (italianamente) la zappa sui piedi. I problemi erano altri.

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Concordo con quanto detto da papo90, infatti per questo mi rifaccio alla FIAT come unica industria che potesse un minimo garantire una qualche forma di produzione similare con quelle estere.

 

Comunque, tornando ai velivoli da addestramento, è vero che la nostra era una delle scuola più prestigiose a livello mondiale (almeno per la maneggevolezza e la teatralità), ma c'è anche da dire che avere solo aerei biplani (per quanto riguarda la caccia) come Ba.25 e Ro.41 per il primo periodo, CR.30-32 per il secondo, non può che produrre piloti con una base, se non lontana, assai diversa da quella di un pilota di monoplano, tanto che l'introduzione del G.50 e C.200 fu ritardata proprio per l'incapacità dei nostri piloti ad adattarsi ad una formula nuova che richiedeva una diversa preparazione, in cui le formazioni erano più ampie e si doveva far affidamento soprattutto sulla velocità, piuttosto che nella manovrabilità, rischiando così di crollare pericolosamente in vite (e di far entrare fra le file della RA il CR.42!).

In sostanza la mia idea era quella di anticipare di 3 anni la nascita di un velivolo come l'Fc.12, un monoplano interamente ligneo, con il carrello a modi Ro.51 e motore di CR.32, cosa a mio avviso tutt'altro che infattibile, anche nel '36, no?! in tal modo, avere un tale aereo in servizio (anche in Spagna) dal '37 e nelle file degli addestratori nel '39 avrebbe di sicuro permesso una maggiore dimestichezza dei nuovi piloti con le successive macchine monoplano, in un periodo in cui le altre nazioni potevano avvalersi di velivoli come il Miles M.9 Master e l'Arado Ar.96!

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E infatti i tedeschi non hanno standardizzato un bel niente, avendo costruito una dozzina di caccia diversi, prototipi compresi.

 

non avranno standardizzato un bel niente però di aerei che ricoprivano il ruolo di caccia ce n'erano due, il 109 e l'FW190... mettersi a contare tutti i prototipi o i caccia della "disperazione" dell'ultimo hanno di guerra non ha senso!

 

comunque Frencio, secondo me l'addestramento e la tipologia dei velivoli era l'ultimo dei problemi... alla fine il 200 e il G-50 se la potevano giocare discretamente coi P-40 e gli Hurricane, senza contare che fino al 41 nel mediterraneo gli inglesi ci facevano volare ancora i Gladiator, gli Spit se li tenevano stretti per difendere il loro territorio dai crucchi eheheh... I nostri piloti bene o male se la giovavano alla pari con la controparte alleata, il problema è sempre stato la scarsità di aerei! i nostri SM79 andavano ad attaccare i convogli per Malta di 10 alla volta! pensa in mezzo al fuoco contraereo che risultati potevano ottenere! Un Macchi 202 nel dogfight con un Mk.IX era messo benino... certo, due 12.5 facevano pena però era veloce e manovrabile... il problema è che non compariva uno Spit, ne comparivano 15!

Modificato da papo90
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- Me109 di una quindicina di versioni

- FW190 di una decina di versioni

- Me110 di una dozzina di versioni (nessun caccia pesante italiano)

- Tralascio tutta la panoplia da caccia notturna (Ju88, Ju217, Me110, Uhu....)

- TA152

- TA 154

- ME210-410

- ME262

 

Sul NUMERO dei nostri aerei, sostanzialmente non abbiamo mai avuto grandissimi problemi (in aria) fino al 44: li ebbe la Aereonautica Repubblicana, ma l'esempio ad esempio degli SM79 non c'entra nulla: i Beaufort che partivano da Malta non erano certo centinaia.

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"Standardizzare" in Italia?? Come costringere Mozart a scrivere marcette per bande di quartiere: Zumpappà - Zumpappà - Pum - Pum.

Quando si capirà, da noi e all'estero, che noi siamo geneticamente diversi da tutti gli altri?????

Secondo me non si tratta di genetica, ma di cultura civica e di Patria. Non dimentichiamo che il motto imperante in tutta Italia fin dal 1500 era "Francia o Spagna, purchè se magna....." e, con le dovute eccezioni e modifiche, penso che il concetto valga a tutt'oggi.

Posto che (secondo le teorie) col tempo si dovrebbe migliorare, se facciamo una considerazione sui recenti scandali di corruzione, possiamo benissimo immaginare che florilegio di camarille vi sia stato all'epoca per accaparrarsi i grassi ordini dovuti alla guerra. Un pò per uno non fa male a nessuno, dicono, ma invece tanti tipi diversi di aerei e in poca quantità si è dimostrato che hanno fatto male, e molto!

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- Me109 di una quindicina di versioni

- FW190 di una decina di versioni

- Me110 di una dozzina di versioni (nessun caccia pesante italiano)

- Tralascio tutta la panoplia da caccia notturna (Ju88, Ju217, Me110, Uhu....)

- TA152

- TA 154

- ME210-410

- ME262

 

Sul NUMERO dei nostri aerei, sostanzialmente non abbiamo mai avuto grandissimi problemi (in aria) fino al 44: li ebbe la Aereonautica Repubblicana, ma l'esempio ad esempio degli SM79 non c'entra nulla: i Beaufort che partivano da Malta non erano certo centinaia.

non è che mentre costruivano i 109-G14 andavano avanti a produrre ancor l'E-3! un 'evoluzione implica l'abbandono del precedente tipo per cui tutte le versioni non sono state certamente prodotte contemporaneamente... così come il TA152 è da considerarsi l'evoluzione definitiva del progetto 190... poi i vari BF-110 e ME-210 erano caccia pesanti o ricognitori, qui si sta parlando di caccia monomotori.... gli zerstoerer sotto molti aspetti sono stati aerei fallimentari, ma almeno volavano! noi il massimo che potevamo schierare (almeno si alzava da terra...) era quel bidone del Breda!

 

la caccia notturna non poteva essere di certo affidata ai caccia diurni... e noi italiani avevamo già abbastanza problemi a far volare dritti i nostri aerei di giorno....

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OK, concordo che non si possa parlare di vera standardizzazione nemmeno per tedeschi ed inglesi, anche se, a mio giudizio, le varianti dello stesso progetto non dovrebbero essere comparate alla proliferazione di modelli.

 

Comunque, un po' di tempo fa, mi sono preso il gusto di tabulare la produzione di aerei da caccia nel corso della 2GM basandomi su fonti varie (prevalentemente Wikipedia) e riepilogo qui di seguito i dati principali della mia tabella.

 

 

Italia

 

Fiat CR 32 1053

Fiat CR 42 1553

Fiat G 50 782

Fiat G 55 105

Fiat CR 25 10

Macchi MC 200 1153

Macchi MC 202 1106

Macchi MC 205 250

Reggiane RE 2000 28

Reggiane RE 2001 243

Reggiane RE 2002 201

Reggiane RE 2005 36

F5 14

SAI 207 16

IMAM RO 57 75

Totale 6625

 

Germania

 

 

BF 109 E 3567

BF 109 F 3429

BF 109 G 27364

BF 109 K 1200

ME 110 5800

ME 210 90

ME 163 350

ME 262 1430

FW 190 A 13291

FW 190 D/F/G 6700

Ta 152 43

He 162 320

Totale 63584

 

Gran Bretagna

 

Gladiator 747

Hurricane 14000

Spitfire 20334

Tempest 1703

Typhoon 3317

D.H. Mosquito 7781

Totale 47882

 

Giappone

 

 

Ki-45 Toryu 1701

Ki-61 Hien 3000

Ki-27 Nate 3390

Ki-43 Oscar 5919

Ki-84 Hayate 3382

Tot terrestri 17392

 

A6M Zero 11000

J2M2 Raiden 476

A6M2-N 327

N1K Shiden 1435

Tot. navali 13238

 

USA

 

 

Lockheed P 38 10000

Bell P 39 9550

Curtiss P 40 13738

P 51 12300

P 47 12000

P 63 3300

Tot. terrestri 60888

 

F4U Corsair 3028

F6F Hellcat 12260

F4F Wildcat 6000

Tot. navali 21288

 

Unione Sovietica

 

 

MIG 3 3322

LA 5 5000

LA 7 5000

Mig 1 100

YAK 9 14240

YAK 1 8800

Yak 3 4800

LAGG 3 6528

Pol I-5 803

Pol I-16 8644

Pol I-153 3437

Totale 60674

 

Quanto sopra contiene sicuramente degli errori e non vuol essere assolutamente esaustivo però credo dia l'idea di come i vari belligeranti abbiano concentrato su pochi modelli la loro produzione con l'eccezione degli USA che erano supportati da una potenza economica ed industriali senza eguali.

Buona serata

Alberto

Modificato da alberto49
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Da questo punto di vista allora si più tranquillamente dire che nessuna delle nazioni partecipi alla IIGM abbiano avuto una vera e propria standardizzazione;

La Francia produceva MS.406, D.520, MB.150/1 e VG.33; lo UK Hurricane, Spitfire, Defiant, Typhoon, Tempest; Gli USA P.38, P.39, P.40, P.47, P.51; l'URSS le famiglie Lavocktine, Yakovlev e Mikoyan-Gurevich...

 

Solo i tedeschi, oggettivamente, riuscirono a limitare al massimo le linee di produzione, senza modificare le macchine da loro prodotte, ma garantendole sempre un grow potential che li permettesse di restare in produzione pur continuando ad assolvere i compiti che via via si presentavano alla Luftwaffe. gli unici due monomotori che hanno avuto in servizio per tutta la durata del conflitto ne sono la prova: il Bf.109 era dotato di motore in linea e l'Fw.190 era quello con il motore radiale; più che una questione di ruoli, è una questione di motori. ai bombardieri i Jumo, ai caccia puri i Daimler-Benz e al caccia di Tank il BMW...tutto ciò per potere continuare a produrre un gran numero di macchine senza doversi fermare per aspettare i motori, appositamente selezionati in base alle richieste sulle macchine stesse.

 

In Italia quello che mancò veramente è l'autentico grow potential che ogni altra nazione è riuscita a garantire alle proprie macchine; l'unica forma di linearità che abbiamo avuto nella RA era la famiglia Macchi: C.200 --> MC.202 --> MC205V. quest'ultimo destinato a chiudere la fila, in quanto l'Orione era un bidone. Il Folgore ed il Veltro dimostrano (cosi come la famiglia Reggiane) che lo sfruttamento del potenziale di crescita di un velivolo ne consente un'adeguata capacità di produzione, così come di prestazioni.



Per questo motivo, se ci chiedessimo quali dei tanti monomotori progettati in Italia avrebbero potuto garantire una continuità costante delle linee produttive, a mio avviso (per quanto mi reputi uno dei pochi a sostenerlo), la mia risposta si posa sulla famiglia di caccia dell'ingegnere Gabrielli: il G.50 fu il primo monoplano interamente metallico a volare in Italia, quasi un anno prima del Saetta ed oggetto di studio e di progetti di rinnovamento fin dal primo '38: ne hanno studiato versioni con motore da 1.000 cv, (il Fiat A.76), da 1.175 (DB.601), anche se non superarono mia la forma di prototipi, per poi proseguire verso quelli che sono stati definiti "i migliori caccia dell'Asse", ovvero G.55 e G.56... Visto che siamo nel topic dei "se", SE il G.50 avesse avuto un motore da 1000 CV come il PXI nel '39 ed il DB601 nel '41 (entrata in servizio), avremmo avuto risultati sicuramente migliori, in quanto garantiti dalla grande capacità di produzione degli stabilimenti FIAT.

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Interessante il compendio di quantità fatto da Alberto. In pratica, trascurando i Reggiane di cui sono stati costruiti poche centinaia di esemplari, appare che l'unica serie di cui si sono sfruttate le capacità di sviluppo è stata quella degli aerei Macchi. La produzione FIAT, anche se ragguardevole (in termini di quantità italiane), non appare avere caratteristiche di sviluppo convincenti; non si può di sicuro affermare che le linee di produzione dei CR32 e CR42 fossero immediatamente utilizzabili per il G50!

La riduzione delle ore di fabbricazione degli aeroplani USA in funzione delle quantità prodotte è un classico esempio che si studia nei seminari di organizzazione del lavoro, è la famosa "economia di scala". Certo l'industria italiana dell'epoca non era in grado di sfornare le quantità uscite dai contemporanei paesi in guerra, ma una più accorta distribuzione degli ordini (e mi rifaccio al mio post precedente) non ci avrebbe sicuramente messo in condizioni pari alla Germania, ma diverse centinaia in più di unità prodotte ci avrebbero fatto comodo.

Che poi fossero fatti in FIAT o presso Macchi non ha importanza, i tedeschi hanno fatto produrre lo stesso tipo di aereo a fabbriche diverse su licenza, evidentemente imposta da responsabili che di organizzazione industriale se ne intendevano.

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Il grosso errore a mio avviso fu quello di non credere nei motori in linea e destinare tutte le risorse a questi.

Un motore fiacco non solo non offre prestazioni adeguate...ma non permette nemmeno di installare armi a sufficienza.

 

Senza contare che si è praticamente buttato alle ortiche tutto il lavoro fatto per la coppa sneider...quando gl ialtri ne hanno fatto tesoro

 

Ma il fatto della mancanza di motori in linea non è una giustificazione...visto che "gli altri" con un radiale c'hanno tirato fuori capolavori (190)...magari dovuto al fatto che aveva potenza doppia rispetto a un nostro stellare (derivante da produzione su licenza)

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la standardizzazione delle qualità di acciaio venne fatta nel 1940 ...le altre nazioni la avevano da decenni.

e sempre in campo della produzione acciaio l'unico stabilimento veramente moderno ed in grado di produrre l'acciaio necessario allo sforzo bellico (corniglliano a genova) non entrò mai in produzione.

per quanto riguarda la produzione nazionale di alluminio l'obiettivo fissato da mussolini era di 40.000 tonnellate all'anno...obiettivo mai raggiunto .

in quegli anni gli USA producevano quasi un milione di tonnellate di alluminio e nel 1943 ben 300.000 tonnellate di magnesio.

in campo carburanti gli USA producevano benzina a 120 ottani e la nostra al massimo 87.

riguardo agli esplosivi la nostra industria non riusciva neanche a produrre cariche standardizzate (vedi le cariche di lancio per i 381 della serie vittorio veneto).

putroppo l'italia era ancora un paese agricolo...magari avrebbe potuto produrre zanzare (mosquitoes italiani) di legno se solo avesse avuto i motori ed i collanti adatti (che la nostra industria chimica non era in grado di produrre)

Modificato da jurii
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Per quanto riguarda la disponibilità delle risorse quello è vero, l'Italia importava pressapoco tutto...c'è anche da dire però che una più razionale organizzazione industriale avrebbe solo che giovato; non si parla di cifre di produzione statunitensi, ne che le industrie italiane sarebbero potute diventare come quelle tedesche. il discorso è che con un po' più di coscienza il nostro Stato Maggiore e le nostre industrie avrebbero potuto investire di più e sicuramente farlo da prima verso un processo che avrebbe portato ad un'ottimizzazione della produzione bellica.

Le colpe di tutto ciò vanno ricercate:

 

- nell'incapacità dello SM a non sistematizzare gli ordini per i velivoli di diverso impiego cercando di evitare al massimo la presenza di più linee di produzione, anche per velivoli della stessa categoria. Il risultato fu di adottare, per quanto riguarda i caccia, sia la formula biplano che monoplano, in un periodo in cui eravamo già in ritardo rispetto alle nazioni coeve per l'adozione di quest'ultimo, di cui fu "inevitabile" adottarne almeno due per serie con lo stesso motore(G.50/C.200; MC.202/Re.2001; Mc.205V/G55/Re.2005); di utilizzare bombardieri sia in legno, in tela o in metallo; di dispensare ordini per motivi politici, come quello di ordinare centinaia di bimotori Caproni per salvare l'azienda che in quel periodo era particolarmente in crisi, col risultato di avere dei ricognitori mediocri invece di dare la licenza di costruzione del CR.25.

 

-nel ritardo cronico con cui le industrie italiane hanno tentato di sistemarsi e di ottimizzare la produzione di mezzi; leggendo la storia di velivoli come il G.55, lo Z.1018 o il Ca.331 si viene a sapere come le industrie italiane, a partire dal '42, abbiano iniziato ad organizzarsi per la vera produzione di massa, razionalizzando le linee, coinvolgendo ogni azienda appartenente al gruppo corrispondente e richiedendo l'appoggio di funzionari specializzati tedeschi. La domanda quì è come ciò sia avvenuto solo a 3 anni dall'inizio della guerra.

 

Con ciò non voglio dire che avremmo vinto la guerra o cose simili; sto solo dicendo che anche nelle condizioni sfavorevoli in cui non solo noi ma anche tutta l'Asse si trovava, avremmo innanzitutto assistito a più di 10.000 aerei prodotti in cinque anni...(quanti prodotti dall'Inghilterra nel '40); anche l'URSS aveva un'industria assai arretrata (nell'ambito delle produzioni aeree) rispetto a UK, USA o alla Germania, eppure è stata in grado di produrre decine di migliaia di velivoli che, per quanto scadenti all'inizio, hanno dato un pesante contributo alla vittoria finale.

 

P.S. anche gli aerei tedeschi volavano a 87 ottani, Marseille e pochi altri a parte...

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Frencio, guarda che ci sono diverse cose che non quadrano nel tuo ragionamento, a partire dall'URSS che non aveva affatto una industria aeronautica arretrata, anzi....

 

Noi, come oramai stradetto, avevamo un problema serissimo di materie prime: costruire aerei con struttura lignea era purtroppo una necessità (come per altre nazioni peraltro, vedasi anche inglesi e tedeschi) non certo una mania dei progettisti.

 

I motori furono un problema risolto solo dai tedeschi, ma d'altra parte basta vedere quelle che erano le richieste all'alleato germanico da parte dello SME all'entrata in guerra, per capire che una guerra di tipo industriale NON era fattibile da parte nostra.

 

Non possiamo certo dimenticare che uno dei cardini della politica fascista era l'autarchia, il che voleva dire 'facciamo con quello che abbiamo' mentre gli altri si scambiavano conoscenze e materiali.... insomma, non possiamo immaginare un Italia diversa da quella del 1930\40, altrimenti, con ogni probabilità, saremmo stati alleati dei francesi e non dei tedeschi....

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