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è ora gli USA diventano comunisti :rotfl: :rotfl:

 

I mille miliardi di tasse in più non piacciono. Washington Post: Obama vuole europeizzarci

«Pay Up America» America paga. Sulla copertina del «New York Post» campeggia a tutta pagina l’immagine di un Barack Obama vestito come lo Zio Sam che punta minacciosamente l’indice verso i lettori chiedendo di pagare le tasse ad una nazione già afflitta da recessione e povertà in aumento.

 

L’aggressivo tabloid del magnate angloaustraliano Rupert Murdoch raffigura il timore che Mike Huckabee, ex candidato presidenziale repubblicano e leader della destra cristiana, esprime così dagli schermi dei maggiori network: «I democratici ci stanno trasformando in una repubblica socialista dove Stalin e Lenin si troverebbero a loro perfetto agio».

 

Il riferimento è agli oltre mille miliardi di dollari imposte che Barack Obama ha incluso nel bilancio inviato al Congresso, lasciando intendere l’intenzione di aumentare in maniera significativa il ruolo dello Stato nell’economia di una nazione che ha nel proprio dna il rispetto dell’individualismo e della libera impresa.

 

A tuonare dalle colonne del «Washington Post» è Charles Krauthammer, l’opinionista conservatore che non risparmiava critiche neanche al presidente Bush, il cui editoriale intitolato «The Obamaist Manifesto» (Il manifesto obamista) descrive il discorso del presidente sullo Stato dell’Unione come «il più solido manifesto di valori liberal» mai redatto da un inquilino della Casa Bianca. Per Krauthammer Obama è una sorte di novello Carlo Marx con in mente un progetto rivoluzionario: vuole una imponente sanità pubblica, un sistema di educazione interamente finanziato dai contribuenti e investimenti pubblici sull’energia verde «come Kennedy li propose per la corsa alla Luna» al fine di «trasformare l’ancora relativamente modesto Stato sociale americano in una democrazia socialista all’europea». «Obama ci vuole avvicinare a Bruxelles, che il dibattito cominci» conclude il polemista conservatore lanciatndo una sfida intellettuale sull’identità dell’America che nel campo opposto sono in molti a voler raccogliere. Basta infatti sfogliare il «New York Times» del direttore Bill Keller per accorgersi che sul fronte liberal la direzione intrapresa da Obama suscita ben altre reazioni.

 

«Finalmente un po’ di onestà sulle tasse» titola la «Gray Lady» del giornalismo nordamericano riconoscendo al presidente il merito di aver ammesso con il Bilancio quanto «molti avevano timore di dire», ovvero che «per riprendersi dalle errate politiche di George W. Bush le tasse devono essere aumentate».

 

E a chi paventa il fantasma del socialismo, l’editoriale del «New York Times» risponde che si tratta piuttosto di un sano «rigore fiscale» ovvero la volontà di rimettere i conti in ordine facendo pagare a tutti nella stessa manera, «anche ai partner delle società azionarie» di Wall Street protagoniste di scandali a raffica. A parlare di «onestà» di Obama è anche il «Los Angeles Times», altra corazzata dei media liberal, che si spinge oltre avanzando la richiesta all’amministrazione democratica di «andare oltre nei tagli» dei programmi governativi ereditati da Bush, iniziando dal fronte della sicurezza nazionale.

 

Dietro a questa obiezione ci sono le posizioni anche di quel democratici moderati, come il capo della commissione Finanze al Senato Max Baucus, che vogliono un maggiore impegno sulla riduzione del deficit nel tentativo di gettare un posto verso l’opposizione repubblicana, nel timore che uno scontro frontale potrebbe mettere in seria difficoltà il partito del presidente, riproponendo le defezioni degli eletti negli Stati del Sud registrate durante la battaglia in aula sullo stimolo all’economica. Ma per il conservatore «Wall Street Journal» il vivace dibattito interno al campo dei liberal conta assai poco, ciò che preoccupa - come evidenzia un polemico editoriale - è che «la rivoluzione di Obama» punta ad assegnare al governo federale «un potere di dimensioni tali che non potrà più essere ripreso indietro dai cittadini». Il dibattito sull’identità dell’America è iniziato.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubr....asp?ID_blog=43

 

QUindi la sanità per tutti è da comunisti? :rotfl:

 

E io credevo che certi fenomeni da baraccone c'erano solo in italia

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Ospite intruder

Obama dev'essere proprio comunista, tassa i ricchi per dare ai poveri, qui da noi si spremono i poveri per consentire ai Montezemolo, alle Marcegaglia e a tutti gli altri come loro, di continuare a vivere nel lusso. Ma forse Obama è solo proprietario di un cervello, di una coscienza, di un senso di responsabilità collettiva.

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Ospite intruder

Il presidente americano Barack Obama ha lanciato un'offensiva contro gli sprechi negli appalti pubblici assegnati a societa' private. Obama ha presentato l'iniziativa alla Casa Bianca, che mira a far risparmiare fino a 40 mld di dollari l'anno, con al fianco un alleato insolito: il repubblicano John McCain, l'ex avversario nelle elezioni presidenziali che ha costruito la propria carriera politica anche sulla lotta agli sprechi nella pubblica amministrazione.

 

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mo..._104336149.html

 

Giusto come in Italia, vero?

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infatti è proprio comunista: la sua diplomazia stando a indiscrezioni sta criticando l'operato del governo delle "libertà"

http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/e...berlusconi.html

Quest'articolo mi sembra impeccabile, ne consiglio la lettura a chi ancora non l'abbia fatto.

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Ospite intruder

Io sono anticastrista al tungsteno, tuttavia ritengo il blocco ormai superfluo. Magari aiuterebbe a tirare Cuba fuori dall'abbraccio di Chavez, che, in questo momento, è il vero pericolo, da quelle parti. Chavez e i suoi compagni di merenda, boliviani, ecuadoregni, eccetera. Castro pjuò far male solo a sé stesso ormai.

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  • 2 settimane dopo...

non mi capita spesso di leggere La Stampa, pochi bar c'è l'hanno alle mie latitudini, ma oggi mi è capitato e come al solito c'era il solito articolone contro Obama.

Le accuse che un certo Prescott rivolge al presidente è:

- politica populista inconcludente soprattutto nell'aizzare la folla contro i manager

- politica volta a europeizzare gli USA (già discusso sopra)

- addirittura l'accusa di voler importare l'articolo 18 italico e rafforzare i sindacati stati unitensi

 

Che ne dite?

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Tu Leviathan sei d'accordo con Prescott?

 

Intanto i finanzieri hanno tirato fuori 50 milioni dalle tasche perchè Obama rivuole i soldi, roba che qui in Italia non succederà mai.

 

Non mi sembra male.

Modificato da -{-Legolas-}-
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no, in questi articoli si esagera molto secondo me. E non capisco perché uno come Prescott gridi al socialismo, deve far parte della filosofia del capitalismo puro americano pre-1929

 

Edward Prescott e' professore di economia alla Arizona State University e consulente della Federal Reserve. Ha vinto il premio Nobel per l'economia nel 2004

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  • 3 settimane dopo...
Obama, aperture a Cuba

possibili in futuro voli regolari

 

Obama, aperture a Cuba possibili in futuro voli regolari

WASHINGTON - Obama apre la strada a una cancellazione dell'embargo a Cuba e a future relazioni diplomatiche. Il presidente americano ha ordinato la revoca delle restrizioni sui viaggi e sul trasferimento di denaro. Sarà presto possibile telefonare e ricevere chiamate direttamente dagli utenti dell'isola caraibica. Gli operatori americani potranno partecipare alle gare per l'emissione delle licenze, ovviamente con il sì dell'Avana. Non esclusa la possibilità di istituire voli regolari.

 

La strategia del presidente, ha confermato il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs, avrà dunque l'effetto di aprire nuovi canali di informazione a favore della gente che abita a Cuba. "E' un modo per rendere i cubani meno dipendenti dal regione castrista".

 

La direttiva allarga tra l'altro la gamma di oggetti che potranno essere spediti a Cuba per includere abiti, oggetti di igiene personale e attrezzature da pesca. Sarà tuttora proibito inviare doni ad alti funzionari del governo e del Partito Comunista.

 

L'annuncio, alla vigilia del Vertice delle Americhe che si aprirà questa settimana a Trinidad, risponde alle pressioni dei leader latino americani per una normalizzazione delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba.

 

L'embargo contro l'isola dura dal 1962 e fu introdotto da John Fitzgerald Kennedy. Jimmy Carter negli anni Settanta lo allentò, Ronald Reagan introdusse negli anni Ottanta regole più dure. Più di recente Bush aveva varato regole che permettono visite familiari ogni tre anni, ma riducendo i permessi.

 

L'apertura di Obama è speculare ai passi che Raul Castro sta facendo a Cuba per rendere meno duro il regime instaurato dal fratello Fidel. Aperture su internet, sul commercio, sulla comunicazione, permesse perfino piccole forme di dissenso.

 

http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/e...bargo-cuba.html

 

passi avanti, sono favorevole a queste mosse della nuova amministrazione

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Il presidente americano annuncia che non saranno perseguiti

coloro che hanno seguito le indicazioni del governo federale

Obama "assolve" gli agenti Cia

e svela gli interrogatori con torture

"Questo è un momento di riflessione, non di vendetta"

Pubblicati quattro memorandum dell'amministrazione Bush

 

Obama "assolve" gli agenti Cia e svela gli interrogatori con torture

CITTA' DEL MESSICO - Basta con la tortura. Basta con gli interrogatori in cui la dignità dei sospettati è calpestata. Anche se gli autori non subiranno conseguenze. Il presidente americano Barack Obama ha annunciato che gli uomini della Cia che ha condotto interrogatori usando vere e proprie tecniche di tortura come il waterboarding non saranno perseguiti. L'annuncio arriva con un comunicato che accompagna la pubblicazione di quattro memorandum dell'amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi nella guerra al terrorismo, una rivelazione dei metodi duri utilizzati dall'intelligence americana.

 

Un tasto dolente per gli Usa quello delle torture. Fu George W. Bush a dare il via libera a queste tecniche nel pieno della guerra al terrorismo. Dopo l'11 settembre, infatti, il presidente americano, diede ordine agli agenti della Cia di non usare alcun riguardo nei confronti dei sospettati di terrorismo. Aprendo una pagina nera nella storia degli stati Uniti.

 

Oggi Obama afferma che le tecniche d'interrogatorio utilizzate dagli Stati Uniti in passato sono ''un capitolo nero e doloroso'' della storia del Paese, ma sottolinea che ha già fatto ''cessare le tecniche contenute nei memorandum''. ''Coloro che hanno fatto il loro dovere in buona fede basandosi sui consigli legali del dipartimento della Giustizia, non saranno perseguiti'', assicura Obama, osservando che questo è un momento di ''riflessione'', non di ''vendetta''. In pratica "assolvendo" gli agenti Cia con la motivazione che avrebbero soltanto eseguito degli ordini.

 

I memorandum descrivono minuziosamente le tecniche di interrogatorio usate dagli agenti nei cosidetti siti neri, quei luoghi tra Asia ed Europa dell'Est nei quali venivano rinchiusi i prigionieri. Si andava dall'annegamento simulato alla privazione del sonno. Proseguendo con l'esposizione al freddo o al caldo eccessivo. Fino all'utilizzo di insetti. Tecniche che avevano indignato il mondo e che adesso Obama cancella con un colpo di spugna. Liquidando l'ennesima eredità dell'era Bush.

 

In questi giorni, inoltre, il New York Times sta pubblicando un'inchiesta che riguarda i casi di abusi della National security agency, l'agenzia statunitense di controspionaggio. Stando a quanto scrive il quotidiano ci sarebbero state intercettazioni ben oltre i limiti autorizzati dal Congresso.

http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/e...errogatori.html

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  • 2 settimane dopo...

Di tasse abbiamo parlato tante volte, soprattutto della tassazione ingiusta che opprime gli italiani. Il fisco è iniquo ed è iniquo perchè a pagare è sempre il lavoratore dipendente (ben l'85% del gettito fiscale).

 

Ma non voglio parlare direttamente dell'Italia. Il suggerimento su questo thread arriva con un provvedimento dell'amministrazione Usa:

Il Tesoro Usa ha comunicato di aver riportato al massimo al 39,6% le imposte sul reddito per i contribuenti più agiati. Il tetto era stato abolito da Bush.

 

I contribuenti più agiati ovviamente sono quelli che guadagnano un paccaccio di dollari. Per cui non posso fare a meno di chiedermi quanto in realtà paghi di tasse il mio omologo statuniense. Io pago il 39%. Esattamente quanto un riccone americano.

Ma contemporaneamente Obama ha provveduto a mantenere una delle promesse elettorali: le aliquote della classe media sono state riviste: ogni famiglia risparmierà 800 dollari all'anno di tasse.

http://www.art17.it/forum/showthread.php?t=2137

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Ospite intruder
Scusa mi dai una fonte di questo dato?

 

 

 

Eccola: Commercialista telematico

 

Sotto ti riporto il capitolo in oggetto:

 

 

 

 

7) Fisco: Dati statistici sulle dichiarazioni presentate nel 2007

 

Il Dipartimento delle Finanze ha messo a disposizione le statistiche sulle dichiarazioni fiscali presentate nel 2007.

 

Dall’analisi dei dati è emerso che quasi l’80% del totale dei redditi IRPEF proviene da lavoro dipendente e pensioni, vi è una forte crescita delle società aderenti al consolidato IRES e il numero di dichiarazioni IVA presentate ammonta a circa 5,8 milioni.

 

Viene segnalato un lieve recupero del Meridione riguardo al reddito medio IRPEF e al numero di società di capitali in utile.

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http://www.repubblica.it/interstitial/inte...ial1568411.html

 

Il capo della Casa Bianca convince Big Pharma

risparmi da 2mila miliardi, primo passo per la nuova legge

Sanità Usa, un'assicurazione per tutti

Obama avvia la sua "riforma da sogno"

Modificato da Leviathan
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