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Religione e società


typhoon

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Si, non dico la perfezione, ma una persona per definirsi cattolica deve accettare una dottrina, e questo spesso la gente non lo capisce e pensa di aderire a quella religione solo perchè crede in dio e in cristo. Così ti puoi definire cristiano, ma assolutamente non cattolico.

 

Correttissimo. Uno può venire meno a qualche precetto della dottrina, ma almeno deve avere la consapevolezza di star infrangendo una regola.

 

Non esiste la religione "fai-da-te".

 

Typhoon, la Chiesa pretende fornire regole a coloro che a lei fanno riferimento.....poco male per te se coloro sono una larga parte di italiani (elettori italiani cattolici che eleggono legittimamente rappresenta cattolici)

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Secondo me invece cerca di imporle anche a chi non ne fa riferimento, facendo pressione politica in modo che le scielte dei governi si allineino con certi precetti, peccato purtroppo che queste regole pesino anche sulla testa di chi non le condivide, riguardo la "larga parte degli italiani" ho moltissimi dubbi, di credenti della domenica a parole e non nei fatti ne conosco a decine, forse è proprio questo che la chiesa agisce in questo modo ...

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Io sono con typhoon, magari in altri termini, ma in linea di massima voglio esprimere lo stesso concetto. Premessa: sono cristiano, credo in Dio e Gesù Cristo, ma purtroppo non riesco ad accettare dalla Chiesa la benchè minima forma di potere temporale.

 

Mi stavo confessando, ricordo, e temendo di peccare sostenendo attivamente una simile tesi, chiesi al sacerdote se dovessi chiedere il perdono per una cosa del genere. Lui mi rispose che, a sua veduta, la Chiesa deve, per mandato, farsi carico di "ficcare il naso" in certe questioni di attualità, nelle sacre scritture (come penso anche nelle intenzioni di Cristo quando ha fondato la Chiesa), si dice chiaramente che la religione dev'essere parte integrante della vita dell'uomo, anche politica. Ma all'uomo è stato concesso il libero arbitrio, e l'unico a cui dovrà rispondere quando passerà nel Suo regno è il Signore.

 

Nei limiti dell'imperfezione umana, cerco di rispettare i precetti che mi ha lasciato il Signore, ma solo e soprattutto perchè lo voglio io. Nessuno, a parte la mia coscienza, deve impormi di prendere decisioni di natura prettamente etica. Nessuno, a parte Dio quando vorrà accogliermi o meno in paradiso, ha l'autorità di giudicarmi in merito alle stesse. La Chiesa deve fornire delle linee guida, non imporle. Ed in effetti, nella pratica, non lo fa, sta alla veridicità o meno delle dichiarazioni di laicismo dei politici, fare la differenza.

 

La potenza della Chiesa in Italia si misura in voti. E' solo ed esclusivamente per quelli che un politico si trova "costretto" ad applicare certe linee guida suggerite dalla Chiesa. Questo, a mio parere, rientra nel principio della rappresentanza. Se uno non fa quello che vogliono i cattolici, che è quello che dice la Chiesa, non prende i loro voti perchè non li rappresenta, e di conseguenza non siede in Parlamento, o in giunta, o quello che è. Così, diciamo per proprietà transitiva, è la Chiesa a decidere della vita politica, ma solo tramite gli elettori.

 

Tutto questo, checchè ne vogliano quelli come me che di attivisti clericali non ne vogliono sentire neanche lontanamente parlare, rientra nella democrazia. Naturalmente voglio lasciare stare tutte quelle schifezze in pieno stile italiano che anche gli uomini di Chiesa mettono in pratica, come raccomandazioni e minacce di ogni genere, ma queste sono "schifezzerie" trasversali ad ogni branca della società.

 

In definitiva, io credo che certe questioni, prettamente etiche, relative, soggettive, ed individuali come, giusto per dirne una, l'eutanasia, debbano essere lasciate al giudizio unico del diretto interessato, al quale spetterà mettere in pratica o meno quello che il Signore, tramite la guida e l'interpretazione della Chiesa, indica come cosa giusta o sbagliata.

Modificato da Tuccio14
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lender, mi sono andato a ricercare quei versi e l'analisi del sito da me riportata è corretta.

La rivolta luterana è fondamentalmente perfetta

Cristo non diede a Pietro il titolo di suo vicario bensì li ha lasciati tutti uguali tra loro...

Riporto, anche per chi non ha letto, une stratto del sito che ho sorpa postato:

 

7. La lingua latina come lingua di culto nella Chiesa fu imposta da Papa Gregorio I nell’anno 600 dopo Cristo. La Parola di Dio invece insegna che si deve pregare e predicare nella lingua conosciuta dal popolo (leggi: 1. Corinzi 14:19)

8. Secondo il Vangelo le preghiere devono essere dirette solo a Dio. Nella chiesa primitiva non ci furono mai preghiere rivolte a Maria o ai Santi. Tale pratica ebbe origine 600 anni dopo Cristo (Leggi: Matteo 11:28; Luca 1:46; Atti 10:25- 26; 14:14-18).

9. Il Papato è di origine pagana. Il titolo di Papa, ossia vescovo universale, venne per la prima volta dato dall'empio imperatore Foca al vescovo di Roma nell'anno 610. Ciò egli fece per far dispetto al vescovo Ciriaco di Costantinopoli che lo aveva scomunicato per aver egli fatto assassinare il suo predecessore, l'imperatore Maurizio. L'allora vescovo di Roma, Gregorio I ricusò il titolo e fu il suo successore Bonifazio III il primo ad avvalersi del titolo di Papa. Gesù non lasciò nessun capo fra gli apostoli essendo Egli sempre il capo immortale della Chiesa. (Leggi: Luca 22:24-26; Efesini 1:22- 23; Colossesi 1:18; 1. Corinzi 3:11).

10. Il bacio del piede del Papa cominciò nell'anno 709. Gli imperatori pagani si facevano baciare il piede. Il Vangelo condanna simili pratiche

(Leggi: Atti 10:25-26; Apocalisse 19:10; 22:9).

 

Quoto typhoon ovviamente, la chiesa fa politica, danneggiando anche chi non crede

Modificato da Leviathan
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Il discorso fatto da tuccio mi sembra molto equilibrato, io non capisco cosa si voglia che la chiesa faccia.

Come tutte le forze sociali ha, infatti, un influenza indiretta sulla vita politica, bisogna solo che questa ingerenza sia basata sull'etica personale degli elettori e non dei politici.

A mio parere per molti temi, nonostante quello che vanno sbandierando i cattolici, il paese è pronto a scelte innovative, come il testamento biologico se non la stessa eutanasia attiva.

Se la classe politica non è in grado allora si proceda per via referendaria.

 

Quanto a quel sito Lev è monnezza, non si capisce cosa voglia dimostrare.

Cosa pretende che la dottrina ecclesiastica sia nata completa nel 33dc?

Pretende che nella liturgia non si incorporino simboli precedenti?

Se vogliamo fare un discorso basato sulla teologia e sull'etica è un conto, ma questo è il solito vecchio anticlericalismo da strada.

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Ospite intruder

La Costituzione italiana non consente referendum propositivi.

 

Il sito citato da Lev, da quello che capisco, è, probabilmente, un sito evangelico, e, per certi versi, gli evangelici sono più anticlericali di me nei confronti della santa chiesa cattolica romana.

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@ intruder

probabile

un'anno fa mi capitò una sfida con gli evangeli, bibbie alla mano (originali per carità)

 

Lui: ma per te perchè non si possono sposare i rpeti... Guarda matteo .... Luca... atti nò

(presi una mazzata incredibile)

 

E cosi via

 

 

si dominus dopo la stesura dell'ultimo libro, l'apocalisse, quel testo andava insegnato così come era, come fanno protestanti ed evangelisi

Non inventando, o incoprorando simboli della religione pagana come ha fatto questa chiesa... Che considero a tutti gli effetti per opinione personaleun impresa, è pure eretica

 

la bibbia è un bel libro, ne consiglio la lettura

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Aldo Moro, le carte segrete "Presidente, dica no al divorzio"

 

Aldo Moro (a destra) con Giuseppe Saragat

ROMA - Tra l'incudine della Santa Sede che gli indicava come modificare i testi delle leggi e il martello del Quirinale che tuonava contro il Papa e le ingerenze del Vaticano. E' un ritratto inedito quello di Aldo Moro che emerge da una attenta analisi delle sue carte personali. Sono migliaia di documenti che da alcuni mesi è possibile consultare all'Archivio centrale dello Stato di Roma. Quelle tracce di 40 anni di attività politica, riviste oggi, offrono spunti per una rilettura di alcune pagine della storia Repubblicana.

 

Come, ad esempio, i rapporti che intercorrevano fra il Vaticano e la Dc e, soprattutto, fra la Santa Sede e gli uomini democristiani di governo. Alcuni luoghi comuni quasi assurti a certezze, leggendo la corrispondenza di Moro, oggi vacillano. È il caso della reale autonomia della Democrazia Cristiana - rispetto ai partiti di oggi - dai diktat vaticani. Leggendo le carte, si ha la conferma delle enormi pressioni del Vaticano che non esitava a inviare ai politici democristiani vere e proprie disposizioni politico-religiose.

 

Gli esempi non mancano. C'è il Nunzio Apostolico monsignor Carlo Grano che, il 13 aprile del '64, invia a Moro presidente del Consiglio le modiche da apportare al testo sulla legge urbanistica che, così come la voleva il Parlamento, avrebbe arrecato "notevole danno agli interessi religiosi del popolo italiano". E poi c'è il segretario della Commissione episcopale Franco Costa che (il 7 luglio del '65), chiedeva a Moro presidente del Consiglio, di "tagliare i fondi alla cinematografia che produceva film pornografici".

 

Ancora Costa che, il 17 aprile del '66, lo redarguiva affinché non venisse approvata la proposta di legge dell'onorevole Fortuna, socialista, sul divorzio "essendo il Governo nella maggioranza democristiana".

 

In perfetto stile moroteo, Moro si barcamena, e rassicura, ad esempio, il segretario della Commissione episcopale così: "io stesso sono partecipe delle preoccupazioni dei cattolici italiani. E il progetto sul "piccolo divorzio" ha carattere individuale e non ha l'appoggio del Psi". La bozza di una lettera sta a testimoniare che Moro rassicurava il Papa in persona sul fatto che "la Dc non verrà mai meno, pur nel necessario adattamento alle contingenze politiche, in vista della salvezza della democrazia, alle sue caratteristiche di raggruppamento di cattolici militanti preoccupati di assicurare la libertà alla Chiesa, la piena efficacia della sua azione apostolica in Italia".

 

Ma è nel 1967 che Aldo Moro, presidente del Consiglio, ha vissuto i suoi momenti più difficili, quando la tensione fra il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e il Pontefice arriva ai limiti della crisi diplomatica. Le carte dell'archivio privato del politico ucciso dalle Bierre svelano a questo proposito uno squarcio di storia inedito. Come la sfuriata di Saragat contro Paolo VI, che il 23 gennaio del '67 parlando ai componenti della Sacra Romana Rota (intervento riportato sull'Osservatore Romano), aveva sparato a zero contro quei politici che "sostengono non essere contraria alla Costituzione una proposta di legge per l'introduzione del divorzio nella legge italiana".

 

Dal Quirinale era arrivata il giorno stesso alla presidenza del Consiglio una lettera al vetriolo, intimando a Moro di intervenire perché "gli apprezzamenti e i giudizi" del Papa, "riferendosi a atti del parlamento nazionale, rappresentano una non consentita ingerenza nella vita dello Stato". Saragat non era nuovo a quelle scenate contro Paolo VI. All'Archivio centrale dello Stato se ne trova almeno un'altra testimonianza. Si tratta di un appunto riservato dell'8 aprile del '67 che il capo ufficio stampa della presidenza aveva redatto per lo stesso Moro su ciò che il presidente della Repubblica, qualche giorno prima, aveva detto durante una conversazione con l'allora direttore del Corriere della Sera.

 

Quel colloquio verteva sull'Enciclica Populorum Progressio, nella quale il Papa dimostrò una notevole attenzione nei confronti dei paesi del Terzo Mondo, portando inevitabilmente ad una diversa considerazione della questione vietnamita. Ebbene, commentando l'Enciclica - si legge nella nota del capo ufficio stampa di Moro - Saragat - preoccupato per l'accentuarsi dell'antiamericanismo fra l'opinione pubblica anche cattolica - disse che "il Papa ha offeso tutto l'Occidente, ha dimostrato di non capire niente del capitalismo il quale ha svolto una determinante funzione in difesa della nostra civiltà. Non si rende conto che l'aiuto ai Paese sottosviluppati costa enormemente e solo il capitalismo l'ha realizzato".

 

"Al Papa - si legge ancora nella nota riservata - Saragat ha riservato una serie di apprezzamenti personali sulle sue doti e capacità sul modo di esercizio delle sue funzioni papali così sprezzanti che per opportunità non si riferiscono".

 

Oltre alle crisi Quirinale-Vaticano, sempre nel '67 Moro ha dovuto gestire il deflagrare del caso Sifar, la scoperta (fatta grazie a una inchiesta dell'Espresso di Eugenio Scalfari), che i servizi segreti militari del generale Giovanni De Lorenzo, anziché occuparsi di sicurezza nazionale, avevano messo su una centrale di spionaggio raccogliendo 200 mila dossier con informazioni su abitudini private e sessuali di politici e dei loro parenti e conoscenti. Fra questi dossier, ce n'erano 40 con la copertina gialla dedicati ad altrettante super personalità di entrambi gli schieramenti politici.

 

Anche qui, dalla corrispondenza Moro-Saragat, saltano fuori elementi illuminanti su quei fatti. Fu Saragat - stando ai documenti dell'archivio - a chiedere al Governo la testa del generale De Lorenzo che, sempre nel colloquio "spiato" dal capo ufficio stampa di Moro, non aveva esitato a definire "un generale messicano. Un delinquente. Lo mando in galera, disgraziato, ha fatto 200 mila fascicoli".

 

(19 novembre 2008) Tutti gli articoli di politica

 

http://www.repubblica.it

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nel mio libro di storia parla che la chiesa cattolica considerava peccato addirittura mortale votare comunista (curia di ferrara mi pare pubblico tale editto) e questa non è una prova, una conferma inconfutabile

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nel mio libro di storia parla che la chiesa cattolica considerava peccato addirittura mortale votare comunista (curia di ferrara mi pare pubblico tale editto) e questa non è una prova, una conferma inconfutabile

Magari sarà stato per cio' di cui ai link seguenti (da una semplice ricerca su Google, mettendo come chiave di ricerca la frase: "persecuzione dei cattolici da parte dei comunisti"):

 

http://www.albertorosselli.it/articoli/pol...icattolica.html

 

http://www.edizionisolfanelli.it/presperse...necattolici.htm

 

http://www.an-recanati.it/Gli%20speciali/l..._in_Vietnam.htm

 

http://www.storialibera.it/epoca_contempor...20sul%20Golgota

 

e si potrebbe continuare all'infinito, tralasciando la negazione di ogni spiritualità, elemento fondamentale del materialismo e dell'ateismo scientifico, materie oggetto di studio obbligatorio, nelle scuole sovietiche!!!

Modificato da picpus
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Scusa lev come tutti sanno io non sono assolutamente pro clericale, ma come dovevano comportarsi con un partito che predicava l'ateismo?

La scomunica comminata da Pio XII ai comunisti in questo senso è giustissima, e invece di lamentarsi ai comunisti non avrebbe dovuto importagliene molto, visto che si consideravano atei (la scomunica per chi non lo sapesse è l'allontanamento dalla comunità dei fedeli).

Io credo che il problema sia più il comunismo italico in stile peppone, mangiapreti ma alla fine tutti a messa, che il comportamento del Vaticano, perfettamente coerente con la dottrina propugnata.

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Ospite intruder

Forse sarebbe anche il caso di valutare se non stiamo parlando di DUE religioni, cioè di due dottrine filosofiche contrapposte ma simili. Negli anni Cinquanta, mi raccontavano, in Emilia qualche "compagna" fu espulsa dal partito per essersi separata dal marito... Il comunismo era pieno di dogmi, come qualsiasi religione, i comunisti parlavano dei loro martiri come fossero i santi delle persecuzioni romane, le riunioni del partito non erano molto diverse da una messa, tant'è che, negli anni Ottanta, alcuni filosofi francesi cominciarono a giudicare il comunismo un'eresia cristiana, non una dottrina politica vera e propria. E la lotta fra le religioni è quella più feroce.

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C'entra più qui che nel thread sulla scuola

 

Dio non si taglia

di Roberta Carlini

La scure della Gelmini risparmia gli insegnanti di religione. Che sono 25 mila. E costano 800 milioni l'anno

 

Il presidente della Cei Angelo Bagnasco

Zona protetta, qui non si taglia. E neanche si riordina. I 25.694 insegnanti di religione nella scuola pubblica italiana sono al riparo dallo tsunami di tagli e proteste che l'ha investita. Anzi, sono destinati ad assumere un peso crescente, essendo le loro ore intoccabili nella generale riduzione dell'orario delle lezioni in classe. Lo dice anche la Gelmini: macché maestro unico, c'è anche l'insegnante di religione. Che alle elementari e alle materne fa due ore a settimana per classe. Solo che adesso sono due su 30 (o 40, se c'è il tempo pieno), dall'anno prossimo saranno 2 su 24: l'8,3 per cento dell'orario curricolare.

 

Quadro orario a parte, a fare i conti in tasca alla spesa della scuola pubblica per gli insegnanti di religione si trova qualche sorpresa. A partire dal numero complessivo: in aumento costante, per le massicce immissioni in ruolo fatte negli ultimi anni. Tra il 2004 e il 2007 sono stati assunti oltre 15mila tra maestri e professori di religione. Adesso superano i 25mila, e cifra più cifra meno costano 800 milioni all'anno. Ottocento milioni pagati da tutti, incomprimibili e insindacabili.

 

E non solo perché oggetto di un accordo sottoscritto con uno Stato estero: non è che nei patti col Vaticano siano stati scritti anche i dettagli organizzativi e burocratici, e spesso sono questi a fare la differenza. Un esempio: mentre da tutte le parti ci si affanna per razionalizzare, accorpare, risparmiare, l'insegnante di religione è attribuito rigidamente per classe.

 

Questo vuol dire che c'è sempre, anche se solo uno studente di quella classe opta per l'insegnamento della religione. Ma anche senza arrivare al caso estremo, facciamo un'ipotesi vicina alla realtà di molti quartieri delle grandi città: se ci sono due classi con dieci studenti ciascuna che scelgono la religione, queste non si possono accorpare per quell'ora. Un meccanismo che moltiplica le ore e le cattedre. Diventa interessante, a questo punto, sapere quanti studenti scelgono l'ora di religione, per capire perché il numero degli insegnanti è cresciuto e se potrebbero essere utilizzati meglio: senonché la Pubblica istruzione questa informazione non la fornisce. È un dato che gli uffici statistici del ministero hanno, ma non è a disposizione del pubblico.

 

 

Allora bisogna andare alla fonte direttamente interessata, la Cei, per sapere qualcosa. E la Cei ci dice che nella media italiana il 91,2 per cento degli studenti si avvale dell'ora di religione: si va dal 94,6 delle elementari all'84,6 delle superiori. Sembrano tantissimi. E però sono in calo dal 2000 (allora erano sul 94 per cento). Il che segnala un primo paradosso: mentre diminuiva il numero degli studenti 'avvalentisi', aumentava quello dei maestri e prof di religione.

 

I quali sono per la maggioranza donne, quasi sempre non ecclesiastici, mediamente un po' più giovani degli altri insegnanti. Quello che la Cei non dice (e il ministero si guarda bene dal far sapere) è come sono distribuiti: si sa che nelle scuole delle grandi città e nei quartieri con maggiore presenza di stranieri le percentuali scendono molto, ma nel dettaglio non si può andare. Anche perché, qualunque numero venga fuori, vale la rassicurazione del ministro

 

Gelmini: "Gli insegnanti di religione non si toccano". Può toccarli solo la stessa Curia che ha dato loro l'idoneità all'insegnamento, revocandogliela, anche per motivi morali o personali, come una convivenza fuori dal matrimonio o cose simili. In quel caso, si è stabilito qualche anno fa, l'insegnante di religione immesso in ruolo non perde il posto, ma può far valere i suoi titoli per insegnare altre materie: scavalcando altri precari con meno santi in paradiso.

 

(26 novembre 2008)

 

http://espresso.repubblica.it/dettaglio//2...&print=true

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Mi ricollego a quanto detto prima da Typhoon, su Aldo Moro.

Un altro grande leader della DC si era ritrovato in una situazione simile, e anche lui aveva tirato dritto per la sua strada. Nei primi anni '50 il Vaticano fece fortissime pressioni su De Gasperi perchè accettasse monarchici e fascisti nell'alleanza per il sindaco di Roma. C'era in effetti il pericolo che Roma, la sede del Papa, finisse in mano ad un comunista e il Papa credeva che la DC, da sola, non fosse in grado di vincere. De Gasperi invece, da vero anti-fascista, si rifiutò ed entrò in rotta di collisione col Papa che arrivò a rifiutargli una visita ufficiale.

La risposta di De Gasperi fu grosso modo questa:"da uomo cattolico non posso che chinare la testa se il papa si rifiuta di ricevermi. Ma da primo ministro italiano non posso accettare che un leader straniero si rifiuti di vedermi".

 

Come andò a finire? Ovviamente il candidato della DC vinse senza l'appoggio dei fascisti e dei monarchici.

 

Questo esempio dovrebbe farvi capire la differenza tra un partito cattolico e un partito clericale.

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Mi permetto di postare un fatto che riengo grave

CITTA' DEL VATICANO - E' scontro tra Onu e Vaticano. La Santa Sede boccia, con decisione, il progetto di una depenalizzazione universale dell'omosessualità. Un' iniziativa presa dalla presidenza di turno francese dell'Unione europea, e accolta da tutti i 27 Paesi della Ue. Immediato il "no" della Santa Sede: "Gli stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come 'matrimonio' - dice monsignor Celestino migliore - verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni". Affermazioni che scatenano una serie di reazioni polemiche che, in serata, provocano una nuova presa di posizione del Vaticano. Che, però, nella sostanza è tutt'altro che una retromarcia. "Nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali", afferma padre Federico Lombardi che ricorda come altri 150 paesi non abbiano aderito alla proposta - ma la proposta cerca di 'introdurre una dichiarazione di valore politico che si puo' riflettere in meccanismi di controllo in forza dei quali ogni norma che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale, puo' venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell'uomo''. In pratica il rischio paventato è che gli Stati che non riconoscono le unioni gay vengano "mesi alla gogna".

 

Toni non dissimili da quelli usati da monsignor Migliore che parla di "una dichiarazione di valore politico" che aggiunge "nuove categorie protette dalla discriminazione senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni".

 

Durissima la replica dell'associazione Arcigay: "È di una gravità inaudita che il Vaticano, e quindi, la Chiesa cattolica tutta, si adoperi affinché questa richiesta non passi e, si prefigura come un vero e proprio atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la sfortuna di abitare in paesi sanguinari".

 

L'Arcigay ricorda che in decine di Paesi del mondo sono previste sanzioni, torture, pene e persino l'esecuzione capitale contro le persone omosessuali. "La scusa per cui la richiesta francese non dovrebbe passare perché da quel momento gli stati che non riconoscono le unioni gay sarebbero messi all'indice, - conclude l'Arcigay - non solo non ha alcun senso, ma è una studiata e cinica bugia per nascondere ciò che realmente il Vaticano vuole: mantenere la pena di morte e il carcere per le persone omosessuali".

 

premesso che sò benissimo che un' iniziativa del genere in sede ONU, al pari della moratoria della pena di morte, non avrà alcun effetto pratico, trovo grave che alti prelati della chiesa cattolica ci si oppongano ad un progetto che mira, almeno in linea ideale, a proibire una repressione che, nel 2008, non dovrebbe neanche più esistere.

E in tutto questo i Sauditi si battono in sede ONU insieme a tutti i loro alleati musulmani, per una legge mondiale antiblasfemia, questa si una priorità assolutamente sentita, che sarebbe illiberale e lesiva dei diritti di tutti.

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ROMA - E' di nuovo tensione tra Vaticano e Onu. Dopo in "no" della Santa Sede alla proposta di depenalizzare l'omosessualità, oggi tocca al disabili. Il Vaticano, infatti, come aveva annunciato, non ha firmato la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Un "no" confermato oggi alla vigilia della giornata internazionale delle persone con disabilità, promossa dalle Nazioni Unite sul tema "dignità e giustizia per tutti noi", che non ha mancato di destare ulteriori perplessità, anche se, ha voluto rimarcare il direttore della Sala stampa vaticana padre Federico Lombardi, "non c'è assolutamente nulla di nuovo". Una contrarietà limitata alla sola questione dell'aborto all'interno di un testo che la Santa Sede, pur non potendo firmarlo, ha contribuito a realizzare.

 

La convenzione Onu sui diritti dei disabili, circa 650 milioni nel mondo, entrata in vigore l'8 maggio scorso, è il primo trattato sui diritti umani del terzo millennio ed è stato approvato dall'assemblea generale dell'Onu nel 2006. Il Vaticano ha partecipato attivamente ai lavori per la stesura del testo, durati cinque anni. Per poi non firmarlo perchè il documento non ha inserito un divieto esplicito nei confronti dell'aborto. Il Vaticano ritiene infatti "tragico che una imperfezione del feto possa essere una condizione per praticare l'aborto", come riconosce una Convenzione il cui obiettivo è "proteggere le persone con disabilità da tutte le discriminazioni riguardo all'esercizio dei loro diritti". L'articolo 10 della Convenzione, però, prevede espressamente il diritto alla vita per le persone disabili ed impegna gli Stati a mettere in atto le misure perché questo accada.

 

La Convenzione, con i suoi 50 articoli, elabora in dettaglio i diritti delle persone con disabilità. Si occupa, tra l'altro, di diritti civili e politici, accessibilità, partecipazione, diritto all'educazione, alla salute, al lavoro e alla protezione sociale. E soprattutto, la Convenzione riconosce che un cambiamento di atteggiamento nella società è indispensabile per consentire alle persone con disabilità di raggiungere la piena eguaglianza.

 

La convenzione, infatti, vieta qualsiasi forma di discriminazione nei confronti delle persone disabili, in ogni settore della vita sociale. E impegna le 192 nazioni che compongono l'assemblea generale ad adottare leggi che proibiscono discriminazioni basate su qualsiasi forma di disabilità, dalla cecità alla malattia mentale. La Convenzione, infine, dedica particolare attenzione alla tutela dei bambini disabili.

 

Radio Vaticana descrive oggi la Convenzione come un "passo importante sulla via delle pari opportunità per i 650 milioni di disabili del mondo, circa il 10 per cento della popolazione globale, molti dei quali si vedono ancora negare i diritti fondamentali, quali il pari riconoscimento davanti alla legge, la libertà di espressione e di opinione, l'esercizio del voto e altre forme di partecipazione alla vita politica e pubblica".

http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/e...o-disabili.html

 

 

sono cristiano, non certo cattolico

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Non puoi certo accusare la Chiesa cattolica di non prendersi cura dei disabili; non ho dati sottomano, ma non credo di dire una baggianata se suppongo che la stragrande maggioranza degli enti che si occupano di disabili sono di ispirazione cristiana e se i primi ad essere stati costituiti lo sono stati proprio da cristiani.

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Ospite intruder
Non puoi certo accusare la Chiesa cattolica di non prendersi cura dei disabili; non ho dati sottomano, ma non credo di dire una baggianata se suppongo che la stragrande maggioranza degli enti che si occupano di disabili sono di ispirazione cristiana e se i primi ad essere stati costituiti lo sono stati proprio da cristiani.

 

Enti che percepiscono fior di quattrini dai contribuenti.

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Enti che percepiscono fior di quattrini dai contribuenti.

 

E che forniscono un servizio pubblico che lo stato da solo non sarebbe in grado di fornire, o che fornirebbe con costi molto maggiori ed efficienza molto minore. Principio di sussidiarietà.

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Ospite intruder
E che forniscono un servizio pubblico che lo stato da solo non sarebbe in grado di fornire, o che fornirebbe con costi molto maggiori ed efficienza molto minore. Principio di sussidiarietà.

 

 

Servizio pubblico che hanno interesse a continuare a mantenere, e quindi divieto di aborto per chi si porta in pancia un handicappato.

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Servizio pubblico che hanno interesse a continuare a mantenere, e quindi divieto di aborto per chi si porta in pancia un handicappato.

 

Certo, perché chi lavora al Cottolengo e posti simili ha in mente come prima cosa il lucro e il guadagno...

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Ospite intruder
Certo, perché chi lavora al Cottolengo e posti simili ha in mente come prima cosa il lucro e il guadagno...

 

 

Chi ci lavora magari ha solo in mente uno stipendio il 27 del mese.

 

EDIT: non è immorale, si lavora e si fatica per la panza e per la figa. Quello che mi dà fastidio è piangere il morto per fregare il vivo.

Modificato da intruder
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Dopo i gay è l'ora dei bimbi handicappati, l'esemio vescovo Javier Echevarria ci illustra una teoria ad alto valore scientifico, tipo gli esperimenti di mengele (nel senso che come contenuto scientifico più o meno siamo li)...

 

Bimbi disabili frutto del peccato?

 

Polemica tra Opus Dei e genitori

 

di Gerardo Marrone (fonte: Giornale di Sicilia)

 

Catania. Il vescovo Javier Echevarria: in 90 casi su 100, gli handicap sono causati da chi non ha mantenuto la purezza del corpo prima del matrimonio. Le associazioni che tutelano i "down": non c'è fondamento scientifico, questo è terrorismo religioso

 

CATANIA. «ll novanta per cento degli handicappati sono figli di genitori che non hanno mantenuto la purezza del proprio corpo prima del matrimonio» dice Javier Echevarria, il vescovo responsabile dell'Opus Dei, durante un dibattito. E a Catania esplode la protesta delle associazioni dei genitori di bambini disabili: «Non si possono usare gli handicappati per fare terrorismo religioso».

 

Echevarria, a Catania per un incontro con mille e 500 laici e sacerdoti dell'organizzazione ecclesiastica; s'è scagliato contro gli abusi sessuali invitando alla «santa purezza» e affermando: «Un sondaggio indica che il no- vanta per cento degli handicappati sono figli di genitori che non hanno mantenuto la purezza del proprio corpo prima del matrimonio». L' Aias, l' Associazione Italiana Assistenza Spastici, affida al segretario nazionale Francesco Lo Trovato la sua replica: «Si tratta di un'affermazione gratuita, del tutto priva di alcun fondamento scientifico. Trovo, inoltre, la frase offensiva per tutti i disabili e le loro famiglie, in particolare per quei tantissimi genitori di fede cristiana che alla morale cattolica si attengono scrupolosamente».

 

Ieri, dalla sede romana dell'Opus, il portavoce Giuseppe Corigliano precisa: "Innanzitutto, le cose dette dal Prelato non hanno un valore testuale, perchè pronunciate in un contesto di conversazione libera, in un clima di famiglia, sia pur numerosa come quella dei simpatizzanti dell'Opera. In secondo luogo, il riferimento a un dato scientifico può essere ritrovato nella percentuale di neonati sieropositivi che nascono da madri sieropositive. Il termine handicappato è del tutto generico e, quindi, è completamente fuori luogo ogni riferimento a malattie di natura genetica».

 

Ma, sempre da Roma, l'Associazione Italiana Persone Down non ci sta: «Non si possono usare gli handicappati per fare terrorismo religioso» , E in un comunicato spiega: «Crediamo che non ci resti che esprimere orrore e disagio per una tale affermazione, non solo priva di ogni validità scientifica (e ci piacerebbe che il capo dell'Opus Dei citasse altrimenti le sue fonti), ma anche priva di ogni forma di sensibilità e di rispetto umano. "Sappiamo", continua l'Associazione Persone Down, "quanto spesso i genitori degli handicappati vivono con colpa la condizione dei loro figli, anche quando non esiste nessuna forma di responsabilità proprio per l'ignoranza che affermazioni come quella indicata alimentano e come tali sentimenti possano essere di pregiudizio a uno sviluppo e a un inserimento sociale di queste persone. Il fatto che tale mancanza di attenzione e sensibilità venga da un autorevole membro della Chiesa ci fa vivere con maggior dolore tale evento. Ci auguriamo, quindi, che monsignor Echevarria provveda quanto prima a correggere quanto affermato e a chiedere scusa agli handicappati e alle loro famiglie».

 

Handicap, scuse dell'Opus Dei

 

ma lo scandalo non si ferma

 

CATANIA. "Confesso che sono addolorato dall'interpretazione che s'è voluta dare alle mie parole. A Catania, nel corso di un incontro informale, ho voluto ricordare alcune considerazioni morali sulla virtù della castità, Ho fatto presente il rischio delle possibili e dolorose conseguenze della promiscuità sessuale" Javier Echevarria, il vescovo spagnolo a capo dell'Opus Dei dal '94, ha dato ieri la sua "interpretazione autentica" alla frase pronunciata a Catania, durante una riunione con mille e 500 sacerdoti e laici dell'organizzazione cattolica che presiede: "Stando, a un sondaggio il 90 % degli handicappati sono figli di genitori che non hanno mantenuto la purezza del proprio corpo", Echevarria, ieri, ha precisato: "Non ho fatto altro, ritengo, che ribadire la dottrina cattolica in materia" , Ma in polemica con Echevarria un altro esponente della Chiesa, monsignor Vinicio Albanesi, presidente del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza, ha chiesto ieri alla Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede "l'apertura di un'inchiesta per analizzare correnti anticonciliari e anticristiane che negano l'umanità di Cristo e la sua morte redentrice" , Albanesi accusa: "La gaffe di Echevarria non è estemporanea, fa parte di una concezione della spiritualità che rende disumano ogni rapporto con la virtù. Il portavoce dell'Opus Dei, Giuseppe Corigliano, aveva specificato "che il riferimento del Prelato era per i figli sieropositivi di madri sieropositive" . Monsignor Echevarria, ha rettificato le sue affermazioni facendo, però, cenno ai soli bambini Down: "Mi spiace sinceramente che le mie parole siano state fraintese. A tutti coloro che sono stati colpiti dalla sindrome di Down e alle loro famiglie desidero confermare la mia preghiera e tutto il rispetto, la solidarietà e I'affetto di cui sono capace".

 

Le salesiane del convitto Smaldone per audiolesi, da Roma, hanno e detto: "Dichiarazioni simili sono troppo forti, non abbiamo mai sentito tesi del genere,fanno ridere". La madre superiora della Casa romana di Santa Maria Bambina: "I fattori che determinano queste nascite sono molteplici ma escluderei l'impurità dei genitori". Il consigliere comunale palermitano della Rete, Ninni Terminelli: "È scandaloso. A chi vive la difficile condizione di genitore di portatori di handicap non può essere rivolta una simile accusa". Edoardo Cernuschi, presidente della 'Ledha', Lega di associazioni per la difesa dei diritti degli handicappati, dice: «Ritenevamo che certi pregiudizi frutti di un retaggio popolare... non avessero più diritto di cittadinanza nella società civile. Invece periodicamente e un lapsus verbale o una frase ambigua ci avvertono che tanti stereotipi sull'handicap sopravvivono».

Modificato da typhoon
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