no, non sono mai stati oggetto di genocidio, nè di concrete forme di discriminazione/intimidazione. le violenze contro la popolazione civile, da ambo le parti, sono iniziate dopo la secessione manu militari dei separatisti e la conseguente guerra civile/ibrida (non inculudendo gli "scontri tra ultras", che erano avvenuti nelle settimane precedenti, nell'Est e nel Sud del paese). questo lo si può vedere, oggi, anche dalla mancanza di video russi dove i "liberatori" vengono accolti a braccia aperte in quelle zone che, secondo la vulgata di Mosca, erano oggetto di "repressione nazista" e dalla mancanza di notizie, anche sui canali sovietici, circa l'attività di "partigiani rossi".
d'altro canto, tutti questi episodi fanno parte della Dottrina Gerasimov, o Makarov, che dir si voglia: questo sempre per ricordare che tutto quello che è accaduto dal 2013/4, o dal 2003 se vogliamo, in poi non è frutto del caso o di una successione di "eventi fortuiti e casuali". il problema, però, è che i russi, all'epoca, non andarono fino in fondo, forse perchè non erano militarmente pronti ad un ipotetico scontro contro la NATO o ad un invasione su larga scala dell'Ukraina, non facendo crollare lo stato ukraino che, a differenza di oggi, non avrebbe assolutamente retto ad invasione.