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La guerra mondiale prossima ventura


Ospite intruder

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Ma non eravamo tutti georgiani,berlinesi,ucraini? Quando si tratta di dichiarare guerra alla Russia e quindi autodistruggere il proprio paese,cambiano le parole.Stessa cosa accadrà con la Polonia,verranno cambiate le dichiarazioni e si salveranno gli altri paesi.

I moderatori possono cancellare anche questo messaggio ma questi fatti dimostrano che le mie previsioni erano giuste

 

Secondo me, non hai considerato che, quando Kennedy riscosse l'applauso commosso dei tedeschi gridando al mondo "Ich bin ein Berliner", era sotto accusa una potenza mondiale che intendeva esportare nel mondo la più nefasta e criminale delle ideologie.

Oggi, la situazione è diversa e Bush farebbe solo sorridere se imitasse Kennedy: non c'è più la drammaticità di allora, la Russia è in mezzo al guado e, nei prossimi anni, sapremo se sarà capace di raggiunere l'altra sponda del fiume.

La Georgia non è la Germania, ma una ex provincia sovietica più vicina all'Asia che al centro dell'Europa.

Infine, sebbene la minaccia militare Russa sia divenuta inconsistente, l'Occidente dovrà continuare, con opportuna durezza, ad indicare agli ex sovietici la strada della civiltà e della convivenza tra i popoli di buona volontà.

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Putin ha detto che è stata una catastrofe il crollo dell'unione sovietica

Ma che dovrebbe dire un ex funzionario del KGB che viveva, in condizioni privilegite, rispetto ai suoi poveri concittadini, nel paese (DDR) dove la qualità della vita era di gran lunga la più elevata tra quelli del blocco comunista?

Per lui e la sua famiglia, è stata una catastrofe!

Modificato da dindon
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Ma che dovrebbe dire un ex funzionario del KGB che viveva, in condizioni privilegite, rispetto ai suoi poveri concittadini, nel paese (DDR) dove la qualità della vita era di gran lunga la più elevata tra quelli del blocco comunista?

Per lui e la sua famiglia, è stata una catastrofe!

siccome è stata una catastrofe sta cercando di fare tornare l'unione sovietica.La Russia ha già conquistato due regioni.In questo forum avevo previsto mesi fa che i russi preparavano qualcosa e molti utenti del forum non ci credevano.Forse ho ragione io anche sulla Nato

Modificato da Falcon1
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Ma Bugger, il tuo problema non è l'America! .... lasciali stare gli americani ... arriverà il loro turno, è inevitabile, ... ma c'è ancora tanto tempo!

Il tuo problema è la Russia che dovrà tornare ad occupare il ruolo che merita: non certo quello che ha avuto dal '45 a oggi!

Dai, fai uno sforzo e dimentica i libri di propaganda, lo Sputnik e Gagarin: ragiona bene! Che cos' è la Russia? ... e, soprattutto, da dove viene la Russia di oggi?

Aspetto di leggerti presto.

Ciao Dindon, ma cosa ti interessa di Russia? Se non mi lo dice, non so da dove cominciare...

 

Bugger.

Modificato da Bugger
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Nel topic "Rischio di guerra... ecc." consiglierei di dare un'occhiata ai link di euronews postati da picpus. Cosa ne pensate di quello che è uscito fuori dal summit dei 27 sulla crisi del Caucaso?

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Un articolo di commento in merito all'installazione dello scudo antimissili americano in Polonia e Repubblica Ceca.

 

Dal sito di "Analisi Difesa", http://www.analisidifesa.it/anno9/numero91.../ita/indice.htm , il link all'articolo:

 

http://cca.analisidifesa.it/it/magazine_80...772136123_0.jsp

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http://www.repubblica.it/2007/11/sezioni/e...poliziotto.html

 

Non so se avete dato un'occhiata a quest'articolo postato da Lev in "Blog & News". Ma dico io il ministro degli esteri russo dovrebbe far capo al presidente della federazione, o mi sbaglio? Sta forse facendo capo al primo ministro?

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@ tuccio14

prima delle ultime elezioni una riforma costituzionale in russia ha spostato alcuni poteri dal PDR al premier tra cui parte di responsabilità per la politica estera

Modificato da Leviathan
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@ tuccio14

prima delle ultime elezioni una riforma costituzionale in russia ha spostato alcuni poteri dal PDR al premier tra cui parte di responsabilità per la politica estera

Guardacaso... :rolleyes:

 

Comunque grazie Lev!

 

Comunque è interessante vedere come la Russia stia in tutta fretta cercando di ricomporre un secondo patto di Varsavia stringendo alleanze in giro per il globo... E poi accusano l'Occidente di voler iniziare una seconda guerra fredda... Io ho come l'impressione che i russi abbiano un reale interesse ad iniziarne una nuova, sembra quasi che ritengano una nuova corsa agli armamenti utile per rilanciare la loro economia. Comunque Putin (io ormai Medvedev non lo nomino neanche più) sta diventando ridicolo facendo il giochetto dell'assassino che accusa gli altri di omicidio, mente su fatti che sono palesemente accaduti all'opposto di come sostiene.

 

Ritengo molto interessante l'articolo postato da picpus in Blog & News. Se proprio ci dovrà essere una nuova corsa agli armamenti (cosa che non mi auspico assolutamente, al contrario del Cremlino, a quanto sembra), è meglio farsi trovare istituzionalmente pronti.

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Chi è che fa il guerrafondaio?

 

http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=174675

 

7500 sono tanti peacekeepers, un po' tantini secondo me, troppi direi, per essere un contingente di pace... Poi, quando sparano ai poliziotti, risultano essere ancora più peacekeeper... :thumbdown:

 

Ma perchè non vogliono osservatori internazionali in territori che neanche sono i loro? Non dovrebbe essere Saakashvili a decidere? Cos'hanno da nascondere? Vogliono giocare allo stesso gioco a cui gioca l'Occidente da una quindicina d'anni, ma se non si sa maneggiare il fuoco ci si scotta...

Modificato da Tuccio14
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Ospite intruder
Come ho già spiegato diversi volte, l'occidente sta attraversando la crisi economico-sociale più grave in 80 anni. Dopo il crollo di USSR sono passati già 17 anni. La situazione in mondo è cambiata radicalmente.

Leggi tutta questa intervista, o meglio il libro "The limits of Power", per capire la situazione.

 

Saluti,

Bugger.

 

Tu sogni, amico. L'URSS è saltata in aria per un sacco di motivi, non ultimo quello che i suoi popoli non volevano più stare insieme come spero succederà presto alla Federazione Russa, erede materiale e, soprattutto, (im)morale dell'Unione Sovietica. I negri americani non vogliono fondare una loro repubblica, vogliono essere americani, come gli ispanici o gli asiatici. (...)

Modificato da -{-Legolas-}-
Sono da evitare toni sarcastici
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(...)

Il motivo principale del scioglimento della Unione Sovietica era la perdita di scopo, una volta raggiunto un certo livello di benessere, la ideologia non ha saputo di proporre le ideali universalmente condivisi e quelli vecchie sono rilevati false. Questo ha dato opportunità a occidente di corrompere la classe dirigente del Unione Sovietica, vedi Gorbachov, Shevarnadze, Yakovlev, Yeltsin e tanti altri. Comunque la Unione Sovietica era in declino dai tempi di morte di Stalin, quando Hruscev ha fato un colpo duro al sistema, spaccando la sfera di influenza geopolitica sviluppata da Stalin. Al riguardo di problemi inter-etnici, non è vero quello che dici tu, poco prima del scioglimento della Unione Sovietica c'era un referendum, dove più di 80% dei cittadini hanno votato contro la separazione.

Puoi, nei tempi di Unione Sovietica, i barboni non c'erano, tutti avevano il diritto di alloggio e il dovere di lavorare, è questo ordine era rispettato da stato. Quindi i barboni dal est sono tutti il frutto della sistema occidentale, tra altro, ora sono i vostri concittadini europei Rumeni, Bulgari, Polacchi e altri. Non mi risulta, che un barbone Russo o Ucraino può ottenere il visto per ingresso nel EU.

 

Adesso tocca a sistema occidentale di passare i tempi di crisi sistemico, siete riusciti a corrompere se stessi. Ora l'occidente non sa di affrontare ne vita ne morte.

 

Saluti,

Bugger.

Modificato da Bugger
Cancellata la parte di un messaggio gia eliminato
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Ospite galland
Il motivo principale del scioglimento della Unione Sovietica era la perdita di scopo, una volta raggiunto un certo livello di benessere, la ideologia non ha saputo di proporre le ideali universalmente condivisi e quelli vecchie sono rilevati false. Questo ha dato opportunità a occidente di corrompere la classe dirigente del Unione Sovietica, vedi Gorbachov, Shevarnadze, Yakovlev, Yeltsin e tanti altri. Comunque la Unione Sovietica era in declino dai tempi di morte di Stalin, quando Hruscev ha dato il colpo duro al sistema, spaccando la sfera di influenza geopolitica sviluppata da Stalin. Al riguardo i problemi inter-etnici, non è vero quello che dici tu, poco prima del scioglimento della Unione Sovietica c'era un referendum, dove più di 80% dei cittadini hanno votato contro la separazione.

Puoi nei tempi di Unione Sovietica i barboni non c'erano, tutti avevano il diritto di alloggio e il dovere di lavorare, quindi i barboni dal est sono tutti il frutto della sistema occidentale, tra altro i vostri concittadini europei Rumeni, Bulgari, Polacchi. Non mi risulta, che un barbone Russo o Ucraino può ottenere il visto per ingresso nel EU.

 

Adesso tocca a sistema occidentale di passare i tempi di crisi sistemico, siete riusciti a corrompere se stessi. Ora l'occidente non sa di affrontare ne vita ne morte.

 

Saluti,

Bugger.

 

Sono il primo a criticare, senza attenuazioni ed infingimenti, il sistema in cui vivo.

Ma dover leggere queste "perle", il decoro per chi legge mi impedisce di definirle acconciamente, mi ha rivoltare.

Il crollo di un sistema burocratico, poliziesco, decrepito, sarebbe avvenuto "per una perdita di scopo un volta raggiunto un certo livello di benessere", un'insulto all'inteligenza di chi legge.

Per decenni l'Italia è stata oberata dai nostalgici del ventenio.

Ora ecco i nostalgici dell'URSS....

Morto un papa...

Modificato da galland
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Sono il primo a criticare, senza attenuazioni ed infingimenti, il sistema in cui vivo.

Ma dover leggere queste "perle", il decoro per chi legge mi impedisce di definirle acconciamente, mi ha rivoltare.

Il crollo di un sistema burocratico, poliziesco, decrepito, sarebbe avvenuto "per una perdita di scopo un volta raggiunto un certo livello di benessere", un'insulto all'inteligenza di chi legge.

Per decenni l'Italia è stata oberata dai nostalgici del ventenio.

Ora ecco i nostalgici dell'URSS....

Morto un papa...

Che ci vuoi fare, galland, si tratta di "parole in libertà", dette da qualcuno che, di sicuro, non ha vissuto sulla sua pelle ciò di cui parla e si limita a ripetere, a pappagallo, slogan del vecchio /nuovo regime/partito!!!

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(...)

 

Puoi, nei tempi di Unione Sovietica, i barboni non c'erano, tutti avevano il diritto di alloggio e il dovere di lavorare, è questo ordine era rispettato da stato. Quindi i barboni dal est sono tutti il frutto della sistema occidentale, tra altro, ora sono i vostri concittadini europei Rumeni, Bulgari, Polacchi e altri. Non mi risulta, che un barbone Russo o Ucraino può ottenere il visto per ingresso nel EU.

 

Adesso tocca a sistema occidentale di passare i tempi di crisi sistemico, siete riusciti a corrompere se stessi. Ora l'occidente non sa di affrontare ne vita ne morte.

 

Saluti,

Bugger.

Grazie alle tante frontiere, per i barboni russi, che non sono pochi, non è facile raggiungere l'Italia, ma le belle russe, opportunamente aiutate dalla malavita, che si possono approfonditamente conoscere per soli 30 €, riempiono le nostre strade e ci testimoniano qualche cosa del loro Paese.

Caro Bugger sei proprio fuori strada! ... i problemi del ricco occidente, per ora, sono solo un miraggio per il povero popolo russo! .... e quando dico "povero popolo russo" non mi riferisco solo alla sua povertà materiale ma alla sua condizione di vittima dei suoi governanti!

Nei giorni dell'intervento russo in Georgia, non solo la vostra borsa ha avuto una fortissima ed immediata flessione, ma si è anche verificata una precipitosa fuga di capitali verso paesi più sicuri e meno instabili.

La Russia, a mio giudizio, non è una vera democrazia, versa in precarie condizioni economiche, la vita dei suoi cittadini è dura ed il benessere, per essi, è ancora molto lontano, le strutture sono arretrate ed inadeguate, il sistema creato dai sovietici è crollato e non è stato ancora sostituito, l'informazione è ancora soggetta al potere, le forze armate russe ridotte all'ombra di quelle, pur rozze, dell'URSS.

Insomma, avete bisogno di camminare ancora molto ma, le recenti spregiudicate iniziative militari, indicano che non siete ancora sulla strada giusta; buona fortuna! .... ma ricordate il detto: "ogni popolo ha il governo che si merita!"

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Ospite intruder
(...)

Il motivo principale del scioglimento della Unione Sovietica era la perdita di scopo, una volta raggiunto un certo livello di benessere, la ideologia non ha saputo di proporre le ideali universalmente condivisi e quelli vecchie sono rilevati false. Questo ha dato opportunità a occidente di corrompere la classe dirigente del Unione Sovietica, vedi Gorbachov, Shevarnadze, Yakovlev, Yeltsin e tanti altri. Comunque la Unione Sovietica era in declino dai tempi di morte di Stalin, quando Hruscev ha fato un colpo duro al sistema, spaccando la sfera di influenza geopolitica sviluppata da Stalin. Al riguardo di problemi inter-etnici, non è vero quello che dici tu, poco prima del scioglimento della Unione Sovietica c'era un referendum, dove più di 80% dei cittadini hanno votato contro la separazione.

Puoi, nei tempi di Unione Sovietica, i barboni non c'erano, tutti avevano il diritto di alloggio e il dovere di lavorare, è questo ordine era rispettato da stato. Quindi i barboni dal est sono tutti il frutto della sistema occidentale, tra altro, ora sono i vostri concittadini europei Rumeni, Bulgari, Polacchi e altri. Non mi risulta, che un barbone Russo o Ucraino può ottenere il visto per ingresso nel EU.

 

Adesso tocca a sistema occidentale di passare i tempi di crisi sistemico, siete riusciti a corrompere se stessi. Ora l'occidente non sa di affrontare ne vita ne morte.

 

Saluti,

Bugger.

 

 

Continui a sognare o a raccontare menzogne. Ricordo ancora che ai tempi dell'URSS brezhneviana qualcuno scrisse sui muri del Cremlino "I barboni sovietici sono i più gran barboni del mondo", feci in tempo a vederlo una fredda mattina di Settembre 1979 (poco prima dell'invasione dell'Afghanistan, e lo ricordo bene perché da Mosca partii proprio per Kabul) mentre gli uomini dell'MVD lo cancellavano e ricordo le loro smorfie al mio sghignazzo (avevano capito che avevo capito cos'era scritto sul muro e faccio una precisazione: la frase era giocata su una mania propagandistica sovietica dell'epoca: le mucche sovietiche sono le più gran fattrici del mondo, i porcelli sovietici sono i più gran prosciuttari del mondo, i lavoratori sovietici sono i più gran lavoratori del mondo, eccetera).

 

Tolto questo, l'URSS è implosa perché i suoi popoli non HANNO MAI VOLUTO STARE ASSIEME, l'unione era sempre stata vista come una colonizzazione russa, zarista prima, commissariocratica poi (leggi le ottime analisi di Nestor Maknò, tuo connazionale ucraino di epoca bolscevica), e il benessere non c'era proprio, come non c'era il lavoro salvo che nei campi (quelli amministrati dal GULag, per intenderci). L'URSS in realtà ha campato per anni grazie a un welfare minimo (loro fanno finta di pagarci, noi facciamo finta di lavorare... tutto a prezzi politici, gas, luce, acqua, affitto eccetera, il resto economia dell'orticello e del mercato nero coi turisti, dollaro cambiato venti volte il tasso ufficiale, eccetera, e scusatemi se non scendo meglio in dettaglio, ma ci vorrebbe un'enciclopedia) ottenuto esportando materie prime e sfruttando il lavoro forzato. Non poteva durare. Non è durato.

 

 

Infine mi spieghi cosa significa sta roba?

 

Adesso tocca a sistema occidentale di passare i tempi di crisi sistemico, siete riusciti a corrompere se stessi. Ora l'occidente non sa di affrontare ne vita ne morte

 

Scrivi pure in russo se credi, ma SPIEGATI.

Modificato da intruder
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.............. dell'orticello e del mercato nero coi turisti, dollaro cambiato venti volte il tasso ufficiale, eccetera, e scusatemi se non scendo meglio in dettaglio, ma ci vorrebbe un'enciclopedia

Grazie per l'interessante testimonianza chiarificatrice.

Cctamente alcuni frequentatori che, come me, non sono mai stati nè in Urss nè in Russia, sarebbero senz'altro curiosi di saperne di più e sono sicuro che vorrai fornirci una sintetica descrizione di quanto hai avuto la possibilità di vedere; se anche ci vorrà una enciclopedia, sarò comunque lieto di leggerla!

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Ospite intruder
Grazie per l'interessante testimonianza chiarificatrice.

Cctamente alcuni frequentatori che, come me, non sono mai stati nè in Urss nè in Russia, sarebbero senz'altro curiosi di saperne di più e sono sicuro che vorrai fornirci una sintetica descrizione di quanto hai avuto la possibilità di vedere; se anche ci vorrà una enciclopedia, sarò comunque lieto di leggerla!

 

 

Bisognerebbe creare un topic apposta, faccimi pensare e poi vediamo (lo avrai capito che, causa lavoro, non ho molto tempo a disposizione in questo periodo, ma si può fare).

Modificato da intruder
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Bisognerebbe creare un topic apposta, faccimi pensare e poi vediamo (lo avrai capito che, casuas lavoro, non ho molto tempo a disposizione in questo periodo, ma si può fare).

Veramente ce ne sono già 2!

 

Uno chiuso al seguente link:

 

http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...mp;#entry138981

 

 

ed un altro ancora aperto:

 

http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...=8209&st=75

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Ospite maxtaxi

Guerra prossima ventura...

 

"E‘ ben comprensibile che la diversità delle opinioni politiche - e quindi degli obiettivi che queste opinioni sottindendono - porti a valutazioni anche completamente divergenti circa la reale natura degli eventi di agosto nel Caucaso e a posizioni diametralmente opposte nell’attribuire colpe e meriti e nel distinguere tra buoni e cattivi, aggressori e vittime innocenti. Una cosa però deve essere tenuta ben chiara, al di là di qualsiasi possibile discussione: quanto è accaduto e sta ancora accadendo nella regione è la conseguenza diretta e per molti versi inevitabile dell’attacco della Nato contro la Serbia nel 1999 per imporre la secessione del Kosovo con la forza delle armi, e ancor più della nostra sciagurata decisione - nel febbraio di quest’anno - di riconoscere formalmente l’indipendenza del Kosovo in aperta e flagrante violazione non solo di tutti i principi e le convenzioni del diritto internazionale, ma anche degli stessi impegni che avevamo assunto alla fine del conflitto.

Si sta facendo un grande arrampicarsi sugli specchi per negare a priori qualsiasi parallelo tra il Kosovo e l’Ossetia del Sud, e anzi per spazzare tutta la faccenda sotto il tappeto e impedire che la gente arrivi magari a porsi certe domande. Ma questi tentativi servono solo ad accrescere ancora il tanfo di ipocrisia che già prende alla gola. In realtà, l’Ossetia del Sud è l’immagine speculare del Kosovo e la pretesa russa di definire la propria azione militare come un ‘intervento di mantenimento della pace’ a favore delle popolazioni locali minacciate dal ‘genocidio’ georgiano è credibile e plausibile, esattamente quanto la pretesa della Nato, nove anni fa, di spacciare le otto settimane di bombardamenti sulla Serbia come un ‘intervento umanitario’ per salvare i Kosovari minacciati dal ‘genocidio’ di Milosevic.

 

Quanti oggi - a cominciare dal Comandante in Capo - si stracciano le vesti, lamentando 'la sacra integrità territoriale degli stati sovrani', dovrebbero invece ricordare che siamo stati proprio noi, nel perseguimento di interessi più o meno confessabili, ad aprire questo pericoloso Vaso di Pandora, soffiando sulle fiamme del separatismo etnico-religioso e inventandoci anche il ‘diritto’ a un intervento militare esterno per appoggiarlo. Ai primi di quest’anno la Russia ci aveva messi in guardia circa le pesanti conseguenze di un riconoscimento ufficiale del Kosovo. Ma l’Occidente, gonfio della maramaldesca arroganza che nell’era Bush è venuta a sostituire la diplomazia e la politica estera, ha ritenuto di poter ignorare questi avvertimenti e di agire a suo piacere. E adesso, che dobbiamo ingoiare una buona cucchiaiata della nostra stessa medicina, la troviamo amara.

 

In realtà, dei desideri e delle speranze delle genti del Kosovo, dell’Ossetia del Sud e dell’Abkazia non gliene frega niente a nessuno, al di là del fornire un utile pretesto. Gli eventi cui stiamo assistendo non sono uno scambio di dispetti e di ripicche - tu mi pesti un piede in Kosovo? E allora, io ti mollo un calcio in Ossetia – ma costituiscono invece un importante episodio nel conflitto geopolitico globale – la Grande Scacchiera di Zbigniew Brezwinski - per il controllo dell’Asia Centrale e delle sue risorse energetiche.

 

Nel corso dell’ultimo decennio questo conflitto ha peraltro avuto la forma di una continua manovra degli Stati Uniti, e più in generale dell’Occidente, volta ad accerchiare progressivamente la Russia e a mutilarla delle sue tradizionali aree di influenza – manovra cui la Russia poteva opporre solo le proteste verbali di una frustrata impotenza. La Jugoslavia è stata smembrata e la Russia non ha potuto fare nulla. Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria, Cechia e Slovacchia, Bulgaria e Romania sono entrate a far parte della Nato - in flagrante violazione delle solenni promesse di due presidenti americani – e la Russia non ha potuto fare nulla. I nostri servizi e le nostre Ong hanno organizzato e finanziato le ‘rivoluzioni colorate’ che hanno portato al potere i regimi filo-occidentali in Georgia e in Ucraina e la Russia non ha potuto fare nulla. Sembrava si fosse ormai stabilito uno schema molto conveniente, in base al quale l’Occidente poteva muoversi ad libitum nel vuoto di potere lasciato dal collasso dell’Unione Sovietica. Ma adesso, per la prima volta dai giorni lontani dell’Urss, la Russia ha voluto e potuto puntare i piedi.

 

E’ la spiacevole percezione di una Russia ritornata capace di fare il muso duro quando serve, e non certo la preoccupazione per l’integrità territoriale della ‘povera piccola Georgia democratica’, che ha scatenato le rabbiose, isteriche reazioni di Washington e - spiace doverlo constatare - anche di non poche capitali europee. Non è ad esempio un caso che una delle voci più feroci, tra quante si sono levate a pretendere che la Russia venga ‘punita’ per la sua inaudita pretesa di insegnare le buone maniere a una marionetta dell’America, sia stata proprio quella di Zbigniew Brezwinski, che pure in questi ultimi anni aveva spesso criticato molto duramente l’irresponsabile avventurismo militarista dell’amministrazione Bush. Questa volta sono in ballo degli interessi davvero grossi.

 

Il segretario alla Difesa Robert Gates ha perfettamente ragione quando afferma che “le azioni della Russia in Georgia avranno una profonda influenza sulle relazioni future tra la Russia e gli Stati Uniti per molti anni a venire”. Sarà senz’altro così, perchè la Russia ha mandato un messaggio della massima chiarezza circa la sua volontà e capacità di difendere quelli che Mosca vede come gli interessi vitali del paese, messaggio che l’Occidente potrà ignorare solo a suo rischio e pericolo. Insomma, i tempi in cui Washington poteva trattare la Russia come una qualsiasi repubblica delle banane sono finiti. E per chi pensa di avere una specie di diritto divino a trattare tutto il mondo come se fosse diviso tra servi e nemici, questo è un brutto boccone da mandar giù.

 

In aggiunta al suo ruolo come pedina sulla Grande Scacchiera, la Georgia è particolarmente importante in quanto, svanita ormai l’opzione cecena e con quella afghana paralizzata, il suo territorio costituisce l’unica possibile via di passaggio per degli oleodotti che portino il petrolio e il gas naturale dal bacino del Caspio senza passare né per la Russia né per l’Iran. L’apertura del cosiddetto oleodotto Btc (Baku-Tbilisi-Cehyan) è stata vista dagli Stati Uniti come una grande vittoria strategica, e più in generale quasi tutto l’Occidente ha quindi un forte interesse a garantire che la Georgia rimanga un paese stabile e saldamente inserito nel nostro campo, come pre-condizione essenziale per il prosegumento del Btc verso l’Europa con il progetto Nabucco.

 

Quasi tutto, però, perchè negli ultimi mesi la Russia ha fatto grossi passi avanti con il suo progetto rivale Southern Stream per una condotta sul fondo del Mar Nero da Baku alla Bulgaria e da lì alla Grecia e all’Ungheria e poi al resto dell’Europa. Questi tre paesi hanno già firmato degli accordi di massima con la Russia che li porterebbero a incassare dei ricchi diritti di transito, mentre l’Eni è – com’è noto - socio al 50% della Gazprom nel progetto Southern Stream. Anche all’interno della Nato esistono quindi delle forze che hanno un grande interesse a vedere la Georgia condannata a un futuro di perenne instabilità. Il che ci porta alla domanda – passabilmente interessante, anche se in realtà non risolutiva – di chi abbia scatenato questa crisi, e in vista di quali obiettivi.

 

L’ipotesi più semplice - e per certi aspetti più ottimistica - è che il presidente georgiano Saakashvili abbia irresponsabilmente agito di testa sua, nella folle convinzione che la Russia non avrebbe reagito o nella persuasione - addirittura pazzesca - che gli Stati Uniti, la Nato o l’Unione Europea sarebbero intervenuti militarmente al suo fianco. Questa ipotesi sembrerebbe essere confermata dai ripetuti tentative del personaggio di presentare la sua disputa con la Russia come estesa a tutta l’Europa e addirittura al di là dell’Atlantico, nonchè dalla sua istrionesca abitudine di presentarsi in Tv fiancheggiato dalle bandiere della EU e della Nato, organizzazioni di cui la Georgia non risulta ancora far parte. E’ peraltro anche possibile che i Russi abbiano deciso a freddo che il momento era venuto e che abbiano offerto alla testa calda di Tbilisi l’esca di attacchi oltre il confine ad opera di miliziani sud-osseti, esca che Saakashvili ha prontamente inghiottito con l’amo, il galleggiante e tutta la lenza.

 

Ma in realtà, visti gli strettissimi legami tra Washington e Tbilisi, è pressoché inimmaginabile che il presidente georgiano abbia potuto moversi senza la preventiva autorizzazione - per non parlare di precisi ordini - da parte americana. Da questo punto di vista sarebbe davvero interessante conoscere il vero tenore delle discussioni durante la visita in Georgia di Condi Rice nel mese precedente la crisi. L’amministrazione Bush ha ora pilotato delle ‘fughe di notizie’ alla stampa, secondo cui a luglio la Rice avrebbe messo in guardia Saakashvili dal compiere mosse avventate, ma quest’ultimo avrebbe poi stupidamente ignorato l’avvertimento. Ma se questo fosse vero, non si vede come gli Stati Uniti potrebbero continuare ad appoggiarlo. Dato il famoso precedente dell’incontro tra l’ambasciatrice americana e Saddam Hussein subito prima dell’invasione del Kuwait, anche l’ipotesi di un terribile equivoco non può essere esclusa a priori. Forse anche in questo caso gli Stati Uniti non hanno alcuna opinione circa questa disputa di confine.

 

L’ipotesi di gran lunga più logica e ragionevole è che gli Stati Uniti abbiano deliberatamente spinto Sakashivili a invadere militarmente l’Ossetia del Sud (perchè di questo si è trattato, sarà bene ricordarlo mentre imperversa la retorica ipocrita dell’aggressione russa). Perchè? Forse nella beata illusione di poter mettere a posto le cose, senza troppi rischi di manovra di accerchiamento e progressivo smembramento della ex-Unione Sovietica. Forse per provocare una crisi che dovrebbe portare la Nato a rovesciare la sua prudente e sin troppo giustificata decisione di Bucarest, spalancando subito le porte dell’Alleanza per Georgia e Ucraina. O forse spostandosi su un piano più sinistro, per attirare la Russia nella trappola di una mossa avventata e arrivare a quella resa dei conti finale che costituisce il sogno dei neocon.

 

Queste domande possono essere lasciate agli storici futuri, ammesso che ce ne siano e ammesso che - al contrario di quelli contemporanei - non siano tenuti per legge ad attenersi rigorosamente alla vulgata ufficiale in merito a certi argomenti. Una domanda, che ci tocca invece molto più direttamente, riguarda i prossimi sviluppi della crisi. Un ritorno allo status quo ante è chiaramente fuori discussione. Piaccia o meno al Comandante in Capo, l’Ossetia del Sud e l’Abkazia sono oggi paesi indipendenti di fatto e di diritto, esattamente come il Kosovo, e con tutta probabilità saranno a suo tempo riassorbiti nella Federazione Russa. Questo però è ben poco significativo, al di là del puro valore psicologico e di ‘segnale’. In termini di obiettivi strategici reali, la Russia vuole due cose: arrivare a un ‘regime change’ a Tbilisi, esattamente per gli stessi motivi per cui gli Stati Uniti hanno già praticato dei cambiamenti di regime in diversi paesi, e ne hanno parecchi altri nella lista; e impedire che la Georgia e l’Ucraina entrino nella Nato. Questi due obiettivi non sono esattamente coincidenti, il che potrebbe condurre a diverse possibili soluzioni.

 

L’Occidente, pur con le distinzioni di cui si è detto, preferirebbe senza dubbio che la Georgia continuasse a orientare la sua linea politica in linea con i nostri interessi e i nostri obiettivi. Ma anche così, certi aspetti della personalità del presidente Saakashvili, che sono stati spietatamente messi a nudo dalla sua spaventosa incapacità di gestire questa crisi, non sembrano essere completamente in linea con quanto è lecito attendersi dal massimo dirigente di un paese, che vuole entrare nella Unione Europea e nella Nato. Per quanto riguarda in particolare l’Alleanza, a dispetto dello straordinario voltafaccia della Merkel - che richiederebbe di per sé un’analisi approfondita - si direbbe che questa crisi, e il ruolo che Saakashvili vi ha giocato, rendono l’ingresso della Georgia sotto questo presidente nella Nato una eventualità del tutto remota. A dispetto dell’imperversare di una furibonda campagna propagandistica, non si vede proprio come i paesi della Nato potrebbero mai decidere all’unanimità di estendere alla Georgia di Saakashvili la protezione automatica garantita dall’Articolo 5, affidando così a un uomo politico irresponsabile e propenso ai colpi di testa (incapace di controllare i propri nervi al punto di mangiarsi la cravatta davanti allaTv) il potere di decidere se, come e quando debba scoppiare un conflitto globale.

 

A meno che l’idea non sia appunto questa: posto che si vuole arrivare a un conflitto con la Russia, trovare lo squilibrato che la scateni ‘obbligandoci’ a intervenire. Ma se si dovesse davvero arrivare a questo, ricordiamoci almeno di quando, come e soprattuttto ad opera di chi è cominciato il pasticcio."

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Vado di fantasia, ma non ti ha sfiorato che Putin abbia buttato l'esca a Saaskaviili per poter poi intervenire e riconoscere Abkazia e Ossetia? Se guardi bene prima della guerra non avrebbero potuto riconoscerne lo status poitico, e l'esercito russo ha reagito stranamente troppo in fretta per come ci ricordiamo la pachidermica macchina bellica russa.

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Guerra prossima ventura...

...

 

Complimenti, Maxtaxi. E' uno dei pochi articoli in italiano che da una corretta interpretazione di quello che è successo su Caucaso e delle conseguenze geopolitiche del conflitto.

Hai per caso il link su originale?

 

Grazie.

Modificato da Siberia
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Complimenti, Maxtaxi. E' uno dei pochi articoli in italiano che da una corretta interpretazione di quello che è successo su Caucaso e delle conseguenze geopolitiche del conflitto.

Hai per caso il link su originale?

 

Grazie.

L'articolo, più o meno cervellotico, riportato da maxtaxi era già stato, in parte, postato dal tuo connazionale dal discutibile e variabile nick, al post al link seguente:

 

http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=171975 (messaggio n° 765).

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