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Caso Battisti


Dominus

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Ospite galland

Picpus, ti posso dire che quando presentai la mia idea ad Adalberto Baldoni (un chiaro e intelligente nome del giornalismo e della destra) mi dette ragione ma, guarda caso, disse che la cosa - tentata da lui e da un altro giornalista (Sandro Provvisionato) fallì perchè ostacolata, parole sue, da dei politici di professione.

 

Voglio cercare la lettera con la mia modesta proposta (non come quella di Swift!) e pubblicarla unitamente alla presentazione di un libro "A che puno è la notte" scritto propprio da Baldoni (di destra) e Provvisionato (di sinistra) proprio sugli anni di piombo, i movimenti politici e l'Italia dal 68 ad oggi.

 

E credo che vi siano non solo la madre dei fratelli Mattei o di Valerio Verbano che attendano giustizia, ma anche tanti giovani cui andrebbe detto di non percorrere gl'errori del passato.

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Di nuovo impotente di fronte ad una diatriba internazionale... Che pena ragazzi, come vorrei che si accelerasse il processo di unificazione dell'UE... Ulteriore dimostrazione che ormai da soli non contiamo più quasi nulla fuori dalla nostra ZEE.

 

Intruder, devo attaccare un paio di serbatoi supplementari al Citation? :ph34r: Tu ci metti la faccia, io l'aereo e vortex l'esplosivo! :asd:

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Ospite intruder
Intruder, devo attaccare un paio di serbatoi supplementari al Citation? :ph34r: Tu ci metti la faccia, io l'aereo e vortex l'esplosivo! :asd:

 

Basta una .22...

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Tuccio ma come credi che l'Europa possa intervenire quando il suddetto terrorista è riparato per anni in quello che si considera il più importante paese dell'Unione e che nella sua fuga è stato aiutato dai servizi di tale paese?

Piuttosto bisognerebbe capire come mai ci si permette ancora di considerare il nostro paese sotto gli standard di democrazia, anche qui da un paese che fino alla fine degli anni '70 ghigliottinava la gente!

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Picpus, ti posso dire che quando presentai la mia idea ad Adalberto Baldoni (un chiaro e intelligente nome del giornalismo e della destra) mi dette ragione ma, guarda caso, disse che la cosa - tentata da lui e da un altro giornalista (Sandro Provvisionato) fallì perchè ostacolata, parole sue, da dei politici di professione.

 

Voglio cercare la lettera con la mia modesta proposta (non come quella di Swift!) e pubblicarla unitamente alla presentazione di un libro "A che puno è la notte" scritto propprio da Baldoni (di destra) e Provvisionato (di sinistra) proprio sugli anni di piombo, i movimenti politici e l'Italia dal 68 ad oggi.

 

E credo che vi siano non solo la madre dei fratelli Mattei o di Valerio Verbano che attendano giustizia, ma anche tanti giovani cui andrebbe detto di non percorrere gl'errori del passato.

 

 

Effettivamente, dopo aver letto i post di Dominus e Picpus, mi rendo conto che parlare di "riconciliazione" è più appropriato per il dopoguerra; sugli anni di piombo il discorso è diverso, quantomeno non c'è un intero popolo da riconciliare, ma piuttosto delle frange di ideologi che dovrebbero riflettere sulle conseguenze nefaste delle loro teorie. Aspetto però il tuo ulteriore contributo per capire meglio la tua proposta

Modificato da lender
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Ospite galland

Nell’estate del 2004 lessi e rilessi “A che punto è la notte?”, ho detto rilessi perché lo considero un libro importante frutto di una ricerca che lo colloca tra gli esempi del grande giornalismo investigativo anglosassone (paragonabile a “Raccolti di Rabbia” da me presentato nelle discussioni a tema tempo fa) ed ebbi l’intenzione di scrivere agli autori. Proposito che concretizzai nel febbraio del 2005 in concomitanza del riemergere della vicenda di Achille Lollo (che presenta parallelismi con quella Battisti).

 

Successivamente, nel giugno del 2006, scrissi all’allora Senatore De Angelis di Alleanza Nazionale (con un passato di militanza in Terza Posizione) sempre per sollecitare la mia proposta. All’epoca era “scoppiato” il caso dell’ex terrorista di Prima Linea eletto al Senato.

 

Nel primo caso ricevetti una risposta cortese ma evasiva da Baldoni (di cui al di là di parti politiche stimo il lavoro), nel secondo caso non ebbi riscontro.

 

Credo di aver imparato una lezione dalla vita: trasformare il contingente in essenziale per me il caso Battisti non è l’occasione di lanciare qualche invettiva ma piuttosto per promuovere un’iniziativa volta a sciogliere nodi irrisolti della società in cui viviamo.

 

Vorrei, prima di presentare il materiale sulla vicenda fare un’ulteriore considerazione: il possesso della memoria è prerogativa dell’essere umano ed ha un altissimo valore morale ed etico. Per questo rivendico la necessità che vi sia la memoria ogni giorno ed in tal senso va la mia proposta, che qui rinnovo.

 

Se taluno riconoscesse la validità etica della mia proposta mi contatti, ho persino fiducia nei miracoli.

 

Questo il mio indirizzo mail: messaggerodelreno@yahoo.it

 

 

MATERIALI

 

Copertina, presentazione editoriale ed indice del volume “A che punto è la notte?”

 

 

nottezj7.jpg

“Baldoni e Provvisionato, giornalisti entrambi ma provenienti da due storie politiche e culturali agli antipodi, si incontrano sul finire degli anni '80 e danno vita ad un lavoro dalle caratteristiche inedite: La notte più lunga della Repubblica, una ricognizione senza veli e pregiudizi tra le cronache, le rivelazioni, gli scheletri nell'armadio di un paio di generazioni che hanno pagato sulla loro pelle la strategia della tensione, architettata e messa in opera da chi aveva interesse a radicalizzare l'antagonismo politico-ideologico tra la destra e la sinistra. Dal movimento studentesco alla nascita dei gruppi della sinistra extraparlamentare; dall'avvento del partito armato al caso Moro fino alla sconfitta delle Br; dalla strage di Acca Larentia allo spontaneismo armato della destra radicale e poi lo stragismo, il golpismo, ì delitti politici, gli intrighi di Palazzo, le collusioni politica-mafia.

 

Dalla fine degli anni '80 ad oggi, molti angoli oscuri sono stati illuminati. Ma troppe sono le ferite ancora aperte. Numerosi i misteri da chiarire come pure i passaggi, ancora in ombra, che hanno consentito la ripresa di un terrorismo spietato (i delitti D'Antona e Biagi). Inoltre due tragici eventi hanno lasciato il segno anche nel nostro Paese: il terribile attentato di matrice islamica dell'11 settembre 2001 e la seconda guerra del Golfo che ha cambiato gli equilibri mondiali.

 

È davvero necessario chiedersi: a che punto è la notte?”

 

 

Adalberto Baldoni

 

Giornalista professionista, autore di numerosi libri di storia contemporanea sulla destra italiana. Negli anni '60 esperto in inchieste d'attualità al «Meridiano», rotocalco settimanale di Milano. Dal 1972 al «Secolo d'Italia» di cui è stato redattore capo. Giornalista parlamentare dal 1981 al 2002. Interrala sua attività politica: prima ai vertici delle organizzazioni giovanili missine, poi dirigente nazionale del Msi ed infine di M. Attuale presidente della Commissione per l'assetto del sistema radiotelevisivo.

 

Sandro Provvisionato

 

Giornalista professionista, vive e lavora a Roma. Negli anni'70 è stato direttore di Radio Città Futura, l'emittente della nuova sinistra romana, ha seguito per l'Ansa tutta la s del terrorismo per poi approdare all'"Europeo" dove, tra il 1989 e il 1993, si è occupato, come inviato speciale, di mafia e cronaca nera. In seguito è stato responsabile della cronaca, inviato di guerra e conduttore del Tg5. Attualmente è tra i curatori di “Terra!”, il settimanale dello stesso telegiornale. direttore del sito http://www.misteriditalia.com/chi-siamo/achepuntolanotte.htm , è autore di numerosi libri sulle storie più oscure del nostro Paese.

 

 

Indice

 

Premessa degli autori

 

A che punto è la notte?

 

Prefazione alla prima edizione di Adalberto Baldoni e Sandro Provvisionato

 

I. L'alba dei tragici furori

 

1. Dal movimento del '68 alla sua negazione: la nascita dei gruppi extraparlamentari

 

2. Due concetti antitetici: sinistra e destra

 

3. Vivere a sinistra, vivere a destra all'inizio degli anni '70

 

4. Sinistra e destra, l'una contro l'altra armate...

 

5. La destra in piazza: la Maggioranza silenziosa

 

6. Con il "doppiopetto" il rilancio del Msi

 

7. La ~politica stragista»

 

II. Il nodo della violenza

 

1. La guerriglia a un bivio?

 

2. Le elezioni politiche del '72: un test di contraddizioni

 

3. Il delitto Calabresi: è questa la "giustizia proletaria"?

 

4. il progetto della «grande destra, l'estremismo nero e il ritorno dell'antifacismo militante

 

III. 12 aprile 1973: quel «giovedì nero» a Milano

 

1. La "marcia su Milano"

 

2. Romualdi: Avevamo un partito nel partito...»

 

3. Una taglia sugli assassini

 

4. Le ambiguità della polizia

 

5. Pisanò "brucia" sul tempo i carabinieri

 

6. La Statale presidiata

 

7. I sanbabilini

 

8. Vittorio Loi voleva uccidere Mario Capanna

 

9. Maurizio Murelli

 

10. I processi

 

IV. La strage di Primavalle: la rivoluzione in borgata?

 

1. 16 aprile 1973: fiamme a Primavalle

 

2. Le prime indagini: l'ombra di Potere operaio

 

3. Lollo, Clavo, Grillo e Speranza: la rivoluzione in borgata?

 

4. La «Brigata Tanas»

 

5. I processi: un'altalena di colpi di scena

 

V. 1973-1974: l'insurrezione impossibile

 

1. La mutazione

 

2. Oltre il "mare magnum" dell'Autonomia operaia

 

3. Dal Palazzo solo segnali di instabilità

 

4. Il golpe in Cile: «armi al Miru o «compromesso storico»?

 

5. Il sequestro Sossi

 

6. Il referendum sul divorzio

 

7. Ancora le stragi: la destra è nell'occhio del ciclone

 

8. Lo stragismo: al servizio di chi?

 

9. Il «serrate le fila» di Almirante

 

10. I primi omicidi delle Brigate rosse: Padova, 17 giugno 1974

 

11. Comincia "l'emergenza":

 

le Br riflettono e l'Autonomia operaia lievita

 

VI. Un compagno ucciso nel nome del comunismo...

 

1. Il compagno Alceste, il «rivoluzionario che ride»

 

2. La vigilia della «grande avanzata» del Pci

 

3. Colorato di rosso il 1975

 

4. La morte di Mara Cagol

 

5. Tra certezze e dubbi, finalmente una pista?

 

6. Un padre cerca la verità

 

VII. La grande prateria del movimento del '77

 

1: Gli orfani di Mao e quelli del «compromesso storico»

 

2. L'appiattimento del quadro politico

 

3. Dicembre 1976: la destra verso la rottura

 

4. «Tremate, tremate...»: arriva il femminismo

 

5. I gruppi in crisi

 

6. Il magma dei «nuovi lanzichenecchi»

 

7. E il partito armato?

 

8. La prateria in fiamme

 

9. L'incendio

 

10. Lama cacciato dall'università

 

11. Il movimento disorientato è in mano all'Autonomia

 

12. La ripresa dei gruppi clandestini

 

13. «Mano libera» ai partiti armati

 

VIII. Oltre la destra: lo spontaneismo armato

 

1. 7 gennaio 1978, Acca Larentia: sparare nel mucchio

 

2. La rabbia, poi ancora la morte

 

3. «Abbiamo colpito i topi neri»

 

4. Ha sparato anche la Skorpion

 

5. Un inquietante suicidio

 

6. La destra estrema verso la lotta armata

 

7. Le disperate scelte degli ultrà di destra

 

8. Costruiamo l'azione

 

9. Terza posizione

 

10. I Nuclei armati rivoluzionari

 

11. Anche Rauti nel mirino dei Nar?

 

IX. Il caso Moro

 

1. La geometrica potenza

 

2. Tra efficienza e inquinamenti: cinquantacinque giorni di lotta armata

 

3. La confusione è politica

 

4. I misteri irrisolti

 

5. L'ombra dei servizi segreti

 

6. Il gioco dei simboli

 

7. Altri spinosi interrogativi

 

8. Il caso Moro e «il movimento»

 

9. Dopo Moro: riparte la slavina del terrore.

 

10. Ottobre 1978: dentro il covo dei misteri

 

11. Le farneticazioni brigatiste

 

12. Gli omicidi Rossa e Alessandrini: comincia la crisi della nebulosa sovversiva

 

X. 1980: a macchia d'olio il terrorismo diffuso

 

1. Verbano e Mancia: due omicidi insoluti

 

2. Guerra civile strisciante

 

3. Due missini molto diversi

 

4. Un anomalo gruppo di fuoco: i Compagni organizzati in Volante rossa

 

5. Due killer in camice bianco

 

XI. Via Fracchia 12, interno 1: la strage di Genova

 

1. Via Fracchia: la verità sequestrata

 

2. L'imprendibile colonna genovese

 

3. Gli "angoli bui" di via Fracchia

 

4. Perché tanti silenzi?

 

5. Finalmente nel «covo della strage»

 

6. A via Fracchia muore anche Dalla Chiesa?

 

7. Ancora coni d'ombra, ancora misteri

 

8. Dai verbali manca «un foglio»... o «un figlio»?

 

9. Un criminologo rallenta la frana brigatista

 

10. Prima linea: verso l'ultima spiaggia

 

11. Pentirsi è bello?

 

XII. Nei meandri della frantumazione brigatista

 

1. Prima linea: il "mucchio selvaggio"

 

2. Tra scetticismo ed entusiasmo la lotta armata continua

 

3. Due uomini, due anime armate

 

4. Marxismo e criminalità: quante Br?

 

5. Il caso Cirillo

 

6. L'omicidio Taliercio: una disapprovazione approvata

 

7. Non più colonne, solo correnti

 

8. Verso la diaspora brigatista

 

9. La definitiva rottura ha il nome di un generale americano

 

10. I superstiti della lotta armata: l'ultima sconfitta di Prima linea

 

11. Gli "ultimi fuochi" dei Nar

 

XIII. 1983-1989: poteva sembrare un epilogo

 

1. La follia carceraria: la caccia al "pentito"

 

2. Le responsabilità dello Stato

 

3. Sussulti e grida del partito armato

 

4. L'Internazionale del terrore

 

5. Le Br-Pcc e le Ucc

 

6. Le Br ancora "misteriose"

 

7. Dichiarazioni di resa: la fine della lotta armata in Italia

 

8. L'omicidio Ruffilli: l'irrefrenabile leggerezza della lotta armata

 

9. L'ultimo maxi-processo

 

XIV. Dopo il grande sonno

 

1. Il crollo del muro di Berlino e la morte del Pci

 

2. Di emergenza in emergenza: l'allarme Cosa nostra

 

3. Ancora un'emergenza: la corruzione di Tangentopoli

 

4. La trasformazione del quadro politico

 

5. La destra va a Fiuggi

 

6. A destra della destra: la Fiamma tricolore di Rauti

 

e le posizioni più radicali

 

7. La geografia dei centri sociali

 

8. Piccoli terroristi (nostrani) crescono

 

9. Il delitto Biagi

 

10. 2001: missili su Manhattan. Il nuovo terrorismo internazionale

 

11. No Global: il movimento dei movimenti

 

12. Il nodo da sciogliere: i fatti di Genova

 

13. Quanto sono lontane le luci dell'alba?

 

Bibliografia

 

Indice dei nomi

 

 

Lettera a Adalberto Baldoni e Sandro Provvisionato

 

Anguillara Sabazia, 17 febbraio 2005

 

Egr. sig.ri Baldoni e Provvisionato,

 

L'intenzione di inviare questa lettera già l'avevo avuta nell'estate di due anni fa, quando ho letto il Vostro libro "A che punto è la notte"; ma oggi, dopo la riapertura del caso sul "rogo di Primavalle" ho sentito la necessità indifferibile di prendere il computer e scrivere.

 

Spiegare "chi sono" può essere di qualche utilità per comprendere il significato della mia proposta: politicamente sono nato nel 1977, quando ho iniziato, giovanissimo, a simpatizzare per l'estrema destra, completamente deluso da quell'esperienza militai, dopo comprensibili esitazioni, per diversi anni in un'organizzazione trockista. Posso dire, quindi, d'aver conosciuto entrambe "i lati della collina". Terminato l'impegno militante (Come si diceva all'epoca) non terminò l'interesse per gli studi storici, politici, sociali cui dedico tutto il tempo libero e che considero qualcosa più di un hobby.

 

Mi rivolgo a Voi almeno per due motivi: scrivendo il libro avete espresso la volontà di elaborare una memoria condivisa, e in ogni caso avete la possibilità, qualora riconosciate una validità nella mia proposta, di fornirgli delle "gambe" per metterla in moto.

 

Parto da un paradosso: i panni sporchi oramai non si lavano neppure più in famiglia, sono lasciati tali, buttati in fondo ad un armadio, ammuffiscono, puzzano ma nessuno se ne vuole curare.

 

L'Italia è nazione di beata smemoratezza, ma le cambiali della storia vanno tutte, irrevocabilmente, all'incasso e non se ne può che onorare l'aliquota, per quanto alta e amara possa essere. Immemore vuole essere un Achille Lolla, che pretende di negare l'evidenza di una responsabilità e immemori vogliono essere quei dirigenti di una destra oggi di governo che dimentichi come il partito d'origine ebbe al suo interno e nella sua area non solo vittime ma anche colpevoli. La violenza politica fu moneta legale per le opposte fazioni, e corrispose, lo stragismo rappresenta una questione a parte, anche se collegata, ad una violenza diffusa ad una condizione criminaloide di massa.

 

Eppure sarebbe ingeneroso bollare d'infamia tutti quei giovani; i migliori fra loro avevano una genuina volontà di conoscere, di cambiare lo stato delle cose, di conquistare nuovi orizzonti.

 

Ed è su tali presupposti che vorrei fondare la mia proposta: promuovere un incontro tra tutti coloro che a destra o sinistra, "al vertice o alla base" poco importa hanno fatto politica dal 68' in poi e che abbiano una reale volontà di confrontarsi sulla loro esperienza.

 

Voi con il libro questo lavoro lo avete iniziato, ed ho buone ragioni di credere che possa essere allargato, possa essere comune a tante altre persone, possa superare steccati, peraltro ormai marci. Si potrebbe iniziare promuovendo degli incontri in varie città, che non siano un "com'eravamo", non un nostalgismo di destra o di sinistra ma un tentativo comune di comprendere le strade percorse e dove esse ci hanno portato.

 

Si potrebbe anche creare un sito internet, o una iniziativa editoriale come luogo stabile di confronto, incontro, discussione.

 

Azzardo appena ad accennare come altre nazioni, uscite da fratture altrettanto gravi, se non di molto peggiori, del loro tessuto civile hanno promosso azioni di altissimo valore morale che non corrispondono a "colpi di spugna" o cadute nell'oblio ma, piuttosto, rappresentano un'effettiva possibilità di riconciliazione.

 

Vorrei chiudere con due considerazioni, apparentemente scollegate tra loro ma a mio parere sin troppo correlate: un recente provvedimento legislativo ha istituito una giornata della memoria per le vittime delle foibe. Si è detto, a ragione, che quella tragedia è stata rimossa, ignorata per quasi mezzo secolo. Sono perfettamente concorde ma ritengo essenziale aggiungere che l'oblio di quanto avvenuto nel Nord-Est a partire dalla III Guerra d'Indipendenza per arrivare alla seconda guerra mondiale, e di cui le foibe e l'esodo dall'Istria e dalla Dalmazia di 350.000 italiani furono gli eventi terminali, sia stato uno dei catalizzatori di un movimento politico che nel corso degli anni è stato esorcizzato, deriso, blandito, gettato nella polvere e portato sugli altari ma mai realmente compreso per ciò che esso, in modo in gran parte inconscio, rappresenta.

 

Passando a trattare di un tema che superficialmente si potrebbe relegare alla cronaca magari nera; le tifoserie calcistiche mutuano oggi i simboli, per lo più di destra, dell'estremismo politico. Non è un caso, e non è una questione risolvibile con provvedimenti di polizia ma un segnale che andrebbe compreso in tutta la sua gravità e complessità; perché altre cambiali stanno arrivando all'incasso.

 

Avere una memoria condivisa del passato può essere occasione non piccola per affrontare il presente, e mettere semi nel futuro.

 

Spero che quanto ho esposto abbia per voi un interesse, non vada perso.

 

Se volete contattarmi potete scrivetemi o telefonatemi ai recapiti in intestazione. Nell'attesa, cordiali saluti.

 

 

Lettera al Senatore De Angelis di Alleanza Nazionale

 

Anguillara Sabazia, 8 giugno 2006

 

Egregio Senatore,

 

Le scrivo a seguito del caso D'Elia e di tutto il rumore che è stato fatto, lo faccio dopo aver letto l'intervista rilasciata a Repubblica, ritenendo Lei ed il Suo collega possiate essere i tra i migliori promotori dell'iniziativa che poco più di un anno fa proposi ad Adalberto Baldoni e Sandro Provvisionato ed il cui contenuto ritengo tuttora pienamente valido: promuovere un incontro tra tutti coloro che a destra o sinistra, al "vertice o alla base" hanno fatto politica dal '68 in poi e che abbiano una reale volontà di confrontarsi sulla loro esperienza.

 

Baldoni, in una lettera di risposta, riconobbe la piena validità dell'idea ma mi fece comprendere come esistessero delle forti resistenze di natura politica ad avviare un simile percorso. Chi le scrive è un signor nessuno; uno dei migliaia che hanno sfilato in corteo, distribuito volantini, affisso manifesti, ed a buon bisogno le hanno prese o... date, pensare che la mia proposta venga udita è pura illusione, ed anche per questo che le scrivo.

 

Sono rimasto impressionato favorevolmente leggendo l'intervista dal Suo senso morale, dal rispetto per l'altro (Anche se di idee differenti), dal non voler strumentalizzare dolore e sofferenza, dalla convinzione che ricominciare sia sempre possibile ("Ho cambiato quattro o cinque vite"), ma con identica passione ed entusiasmo; non sono idee frequenti nel panorama della politica italiana attuale, per me molto deludente.

 

L'unico aspetto che non mi trova concorde è quando dichiara di voler sollecitare la costituzione di una commissione parlamentare; non è tanto per sfiducia nelle istituzioni quanto perché ritengo che una iniziativa del genere, chiusa nei palazzi del potere, non possa raggiungere l'obiettivo essenziale, quello di mettere in movimento un pezzo di società civile, di permettere a migliaia di persone in particolare ai giovani d'oggi di conoscere e comprendere insieme.

 

Sono pienamente convinto che, nel pieno rispetto di differenti percorsi e convinzioni, si possa realizzare un incontro che permetta non solo di sciogliere il passato, ma di costruire un presente e un futuro migliore.

 

Il passato non passa perché si dimentica, ma perché vengono sciolti i nodi che ci legano ad esso. Ripeto quanto ho scritto nella lettera a Baldoni e Provvisionato, nazioni che hanno subito gravissime lacerazioni del proprio tessuto civile hanno saputo promuovere azioni d'altissimo valore morale che corrispondono ad una reale presa di coscienza dell'origine e responsabilità del male. Se in Italia è corso un fiume di sangue e d'odio perché non si dovrebbe avviare un percorso similare?

 

Credo di non andare errato nel dire che antichi odi si stanno trasformando: non più sinistra contro destra o sinistra contro sinistra (Nessuno ricorda come ci fosse molta intolleranza e violenza anche all'interno della sinistra) ma magari tra campanili, tifoserie o magari contro l'emarginato di turno che la violenza la compie e la riceve perché tale.

 

Per quello che riesco a vedere col mio visus limitato vi sono segnali inquietanti che solo un'ottica molto miope può ritenere un mero problema d'ordine pubblico.

 

Se riscontrerà una validità nelle mie preposizioni sarò ben felice di fare la mia parte, per piccola che sia.

 

Cordiali saluti e auguri di buon lavoro.

Modificato da galland
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Mi dispiace Galland ma non sono d'accordo con te. Vedi, te parli di riconcilizazione, ma la riconciliazione è possibile soltanto se gran parte della società civile, della gente, se gran parte della popolazione di un paese è stata divisa, è stata spaccata da un odio politico, religioso o etnico. La riconciliazione si può fare dopo una guerra civile, alla fine di una lunga dittatura o se sono stati commessi dei crimini contro una minoranza religiosa o etnica.

Ma gli anni di piombo videro il 99% degli italiani (dal PCI all'MSI) schierati CONTRO il terrorismo. Gli anni '70 non sono stati guerra civile, non c'è stata persecuzione o altro. E' stato un periodo in cui uomini di destra e di sinistra, politici e gente comune sono stati attaccati e uccisi da bande di terroristi. Terroristi che non avevano il ben che minimo appoggio morale e/o politico della popolazione italiana.

 

Niente riconciliazione con questa gente, galera. 41bis a vita se fosse possibile.

 

Sul come riportare qui il Battisti: ci stanno una miriade di accordi internazionali di scambio e di collaborazione tra l'Italia e il Brasile: dall'industria alla ricerca scientifica, si inizi a tagliare li e si metta al brasile il bastone tra le ruote ogni volta che c'è da discutere di qualche accordo internazionale.

Sono contro all'omicidio mirato invece, noi italiani siamo persone civili e abbassarsi a usare questi metodi vorrebbe dire mettere l'Italia sullo stesso livello di quell'animale.

Sarei d'accordo invece se si trattasse di una rendition su modello americano: in pratica si "convince" il Battisti a salire su un aereo diretto in Italia o diretto verso un paese con un accordo di estradizione con noi. Una cosa simile a quello che gli americani hanno fatto con quell'imam di milano, per esempio.

Modificato da Rick86
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Ovviamente, manco a dirlo, quoto in toto il post di rick.

 

Sul come riportare qui il Battisti: ci stanno una miriade di accordi internazionali di scambio e di collaborazione tra l'Italia e il Brasile: dall'industria alla ricerca scientifica, si inizi a tagliare li e si metta al brasile il bastone tra le ruote ogni volta che c'è da discutere di qualche accordo internazionale.

 

Non dimentichiamoci che siamo schierati su fronti opposti con il Brasile nella proposta di riforma del consiglio di sicurezza dell'ONU, fronte che presto si farà rovente.

Sarei d'accordo invece se si trattasse di una rendition su modello americano: in pratica si "convince" il Battisti a salire su un aereo diretto in Italia o diretto verso un paese con un accordo di estradizione con noi. Una cosa simile a quello che gli americani hanno fatto con quell'imam di milano, per esempio.

 

Stile Eichmann, anche geograficamente parlando, purtroppo non siamo nè Israeliani nè Americani nè Francesi (sotto l'illuminato mitterand, creatore della dottrina secondo cui le nostre leggi erano antidemocratiche, minavano le navi ambientaliste, non oso pensare cosa potessero fare ai loro amici di AD e altri gruppi terroristi/indipendentisti operanti nel paese).

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Ieri sera "Terra!" il settimanale di Toni Capuozzo (e di Sandro Provvisionato) su Canale 5, è stato interamente dedicato al "Caso Battisti".

 

Non appena sarà disponibile il filmato on-line, lo posterò in questa discussione.

 

Anticipo solo che uno dei servizi della puntata, riguardava proprio ciò che ha posto in evidenza Galland, con intervista a Sergio D'Elia, al cui fianco lavora l'ex-terrorista di estrema destra Giusva Fioravanti.

 

Per il resto quoto Rick e riquoto Dominus!

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Ospite intruder
Ma gli anni di piombo videro il 99% degli italiani (dal PCI all'MSI) schierati CONTRO il terrorismo. Terroristi che non avevano il ben che minimo appoggio morale e/o politico della popolazione italiana.

 

No, e lasciatelo dire da uno che c'era in quegli anni. I partiti potevano anche essere schierati contro il terrorismo (a chiacchiere, come magari faceva il PCI, che negò lunghi anni che le BR fossero di sinistra, poi li cominciò a chiamare "compagni che sbagliano"...), ma la base lo era molto meno, avevo un collega sindacalista che, quando ammazzarono Moro, disse "vabbè facciamo sciopero... ma 'sti kazzi, mica hanno ammazzato un benefattore dell'umanità". Altri si fregavano le mani ogni volta che qualche commando faceva fuori questo o quello, anche se poi qualcuno andava alle manifestazioni per dovere di partito.

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Ospite galland

Su "La Repubblica" di oggi leggo in prima pagina "Battisti: la mia fuga aiutata dalla Francia", ora io dico che ci devono essere protezioni in alto loco. Non è possibile altrimenti.

Qui, a parte ogni considerazione d'altro genere, è inutile continuare a ragionare su "omicidi mirati" o "trasferimenti", pratiche che vengono condotte da stati con ben altra libertà d'azione (in termini politici intendo).

Qui uno stato, peraltro il Brasile ha una tradizione filoamericana radicata e Lula andava a braccetto di Bush, rifiuta una estradizione che dovrebbe essere rata, palese che gatta ci cova.

Che poi La Russa minacci di disertare una amichevole di calcio ... da ridere!

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Ospite intruder
Che poi La Russa minacci di disertare una amichevole di calcio ... da ridere!

 

Mi associo alla risata: nessuno ha mai parlato di disertare le partite con la Francia per tutti i farabutti che asila.

Modificato da intruder
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Quoto in toto Rick... e l'applicherei anche per coloro che, condannati per banda armata e terrorismo, si trovano attualmente ben inseriti nelle istituzioni pubbliche e retribuiti dallo stato.

 

Ciò che mi fa infervorare è che un paese europeo ed europeista come la Francia (che dice di essere ma non è) non solo offra protezione a dei terroristi negandone l'estrazione verso un'altro paese della comunità ma che segretamente li aiuti anche a scappare evitando che la giustizia faccia il suo corso è da ritenersi complice di quei reati.

 

Che poi il Brasile faccia il gioco della Francia ha i suoi motivi d'interesse. Il succo del problema è che sanno che non abbiamo i .... attributi per fare quello che farebbero loro (o gli americani) in una situazione simile.

 

EDIT: la partita va fatta a testa alta ....e magari se si riesce vincerla.

Modificato da Hicks
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Guarda Intruder, ci sono stati casi (la FIAT a Torino) in cui le BR erano presenti ma, a livello generale, il PCI fu dalla parte dello stato. Anche perchè con l'organizzazione che aveva il PCI allora, se li avessero voluti aiutare lo stato non sarebbe mai riuscito a smantellare la struttura brigatista.

 

Sulla rendition, non vedo cosa (salvo la pagliacciaggine dell'attuale governo) possa impedire ai nostri servizi di "convincere" il Battisti a tornare in Italia.

 

Badate bene che questa è la soluzione migliore: i brasiliani faranno un po di schiamazzo sul momento, ma in pochi mesi verrà tutto dimenticato. Sta bene anche a loro alla fine evitare un lungo e doloroso braccio di ferro diplomatico.

Modificato da Rick86
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Ospite intruder
Guarda Intruder, ci sono stati casi (la FIAT a Torino) in cui le BR erano presenti ma, a livello generale, il PCI fu dalla parte dello stato. Anche perchè con l'organizzazione che aveva il PCI allora, se li avessero voluti aiutare lo stato non sarebbe mai riuscito a smantellare la struttura brigatista.

 

Quando le BR iniziarono a colpire, negli anni 1972, 73 (ero grandicello abbastanza per ricordarlo, e ho una memoria da elefante), il PCI negò il fenomeno, accusando i terroristi di essere fascisti, quando con le prime catture si scoprì che qualcuno di quei fascisti era stato addirittura funzionario del PCI, divennero "fascisti infiltrati", e infine, quando non si poté più negare il problema, furono trasformati in "compagni che sbagliano". Non so se sia tato un errore di valutazione, le fette di prosciutto e di salame e di mortadella che non volevano togliersi dagli occhi, o se la cosa fosse calcolata, ma sono i fatti. Il PCI si mise dalla parte della legalità (anche in URSS c'era uno stato, ma era legale?) quando Andreotti partorì il colpo di genio di associarlo al governo con la "solidarietà nazionale", e le BR cominciarono a colpire anche i suoi, ravvedendo in quell'associazione esterna al governo un tradimento degli ideali rivoluzionari.

 

Infine non stravolgere quello che scrivo: alla Fiat le BR avevano delle cellule, ma io non ho parlato di quello, ho parlato della simpatia che molti lavoratori avevano per la loro azione, che è completamente diverso. Ed era una simpatia molto diffusa, almeno fino al 1979 (me ne andai dall'Italia, quell'anno, e non ho più dati di prima mano dopo quella data).

Modificato da intruder
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Guarda Intruder, ci sono stati casi (la FIAT a Torino) in cui le BR erano presenti ma, a livello generale, il PCI fu dalla parte dello stato. Anche perchè con l'organizzazione che aveva il PCI allora, se li avessero voluti aiutare lo stato non sarebbe mai riuscito a smantellare la struttura brigatista.

 

Sulla rendition, non vedo cosa (salvo la pagliacciaggine dell'attuale governo) possa impedire ai nostri servizi di "convincere" il Battisti a tornare in Italia.

 

Badate bene che questa è la soluzione migliore: i brasiliani faranno un po di schiamazzo sul momento, ma in pochi mesi verrà tutto dimenticato. Sta bene anche a loro alla fine evitare un lungo e doloroso braccio di ferro diplomatico.

Lo schiamazzo, Rick, ti assicuro che lo farebbero e forte, certi ambienti politico-pseudoculturali italiani, anche quelli che stimi!!!

 

 

 

Quando le BR iniziarono a colpire, negli anni 1972, 73 (ero grandicello abbastanza per ricordarlo, e ho una memoria da elefante), il PCI negò il fenomeno, accusando i terroristi di essere fascisti, quando con le prime catture si scoprì che qualcuno di quei fascisti era stato addirittura funzionario del PCI, divennero "fascisti infiltrati", e infine, quando non si poté più negare il problema, furono trasformati in "compagni che sbagliano". Non so se sia tato un errore di valutazione, le fette di prosciutto e di salame e di mortadella che non volevano togliersi dagli occhi, o se la cosa fosse calcolata, ma sono i fatti. Il PCI si mise dalla parte della legalità (anche in URSS c'era uno stato, ma era legale?) quando Andreotti partorì il colpo di genio di associarlo al governo con la "solidarietà nazionale", e le BR cominciarono a colpire anche i suoi, ravvedendo in quell'associazione esterna al governo un tradimento degli ideali rivoluzionari.

 

Infine non stravolgere quello che scrivo: alla Fiat le BR avevano delle cellule, ma io non ho parlato di quello, ho parlato della simpatia che molti lavoratori avevano per la loro azione, che è completamente diverso. Ed era una simpatia molto diffusa, almeno fino al 1979 (me ne andai dall'Italia, quell'anno, e non ho più dati di prima mano dopo quella data).

L'ideatore fu Moro, Andreotti fu l'esecutore! (Ancora oggi, non saprei determinare quale dei due sia stato più nefasto per l'Italia!).

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Ospite intruder

Touché. E Moro fu rapito e terminato dalle BR proprio per quello. E la cosa più incredibile è che molti della base PCI non furono affatto dispiaciuti dell'accaduto, con buona pace di chi trentanni dopo finge di dimenticarlo.

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Lo schiamazzo, Rick, ti assicuro che lo farebbero e forte, certi ambienti politico-pseudoculturali italiani, anche quelli che stimi!!!

 

 

Assolutamente daccordo ! :adorazione: ( Non so , pero' , se Rick li stimi )

L ' Italia e', per altro , il paese la cui maggior gloria nazionale è Sigonella ( quella di Abu Abbas ) :furioso:

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Lo schiamazzo, Rick, ti assicuro che lo farebbero e forte, certi ambienti politico-pseudoculturali italiani, anche quelli che stimi!!!

Assolutamente daccordo ! :adorazione: ( Non so , pero' , se Rick li stimi )

L ' Italia e', per altro , il paese la cui maggior gloria nazionale è Sigonella ( quella di Abu Abbas ) :furioso:

Preciso, perché non vorrei essere equivocato: io ho grandissima stima di Rick (e lui lo sa), come anche di molti altri forumisti che hanno opinioni politiche diverse dalle mie (peraltro ciò mi capita, curiosamente, anche nei rapporti reali oltre che in quelli virtuali: la maggior parte dei miei amici, è di sinistra!); sono però convinto che, per non far nomi, molti esponenti del PD (mi riferivo a tal ambiente politico, quando, rivolgendomi a Rick, ho scritto "anche quelli che stimi") farebbero il predetto gran "schiamazzo"!!!

Modificato da picpus
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Non lo metto in dubbio, anche se (a giudicare da come hanno agito in A-stan) non si farebbero molti problemi ad ordinare loro stessi la rendition. Lasciando a parte i comunisti-sempreverdi-pacifinti, nel PD c'è molta ipocrisia su questi temi: si comprende che un paese come l'Italia deve agire in una certa maniera, anzi poi si agisce precisamente in quella direzione (A-stan, con l'invio dei Dardo, dei Mangusta e della TF-45, ma non solo: si pensi alla mozione di Rutelli che impegna il governo a combattere i pirati con ogni mezzo inclusa la forza). Però, per vecchie paure dure a morire, non lo si ammette apertamente in pubblico, si tende a coprire, a minimizzare tutto o, addirittura a schiamazzare.

Purtroppo un De Gaulle in Italia non lo vedo, e tra il fumo dell'attuale governo e l'arrosto mangiato di nascosto del PD, preferisco la sostanza.

 

PS: è curioso Picpus, ma la maggioranza dei miei amici è invece di destra... In un altro forum invece mi sono addirittura preso del sionista...

Modificato da Rick86
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Ieri sera "Terra!" il settimanale di Toni Capuozzo (e di Sandro Provvisionato) su Canale 5, è stato interamente dedicato al "Caso Battisti".

 

Non appena sarà disponibile il filmato on-line, lo posterò in questa discussione.

 

Anticipo solo che uno dei servizi della puntata, riguardava proprio ciò che ha posto in evidenza Galland, con intervista a Sergio D'Elia, al cui fianco lavora l'ex-terrorista di estrema destra Giusva Fioravanti.

 

Per il resto quoto Rick e riquoto Dominus!

Eccovi il link al video integrale della puntata di "Terra!" del 29 gennaio 2009

 

http://www.tg5.mediaset.it/terra/2009/01/2...ivioterra.shtml

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A dire il vero, non mi sembra che, ad esempio, in Afghanistan, l'attuale governo stia facendo del fumo!

Guarda è meglio non aprire il discorso di come questo governo stia agendo in tema di Difesa, chissà quante ore annue hanno i piloti rischierati in Afghanistan... Ma qua siamo decisamente OT, magari continuiamo nell'apposito topic.

 

Appena ho del tempo in abbondanza mi guardo il video, Terra! è uno dei pochi programmi TV rimasti guardabili.

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