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  1. Inizio delle prove in acqua! Eccovi il link all'articolo in francese: http://www.meretmarine.com/article.cfm?id=109239
  2. Eccovi, dal sito ufficiale della Marina Militare Italiana, il link al video della tramissione: http://www.marina.difesa.it/media/flash/20..._easydriver.asp
  3. A proposito delle unità in argomento che, in ogni caso, costituiranno un'evoluzione della classe "Comandanti", vorrei chiedere a chi è in grado di rispondere, quali siano i risultati dell'innovazione introdotta con la quarta unità della predetta classe [dal link http://www.marina.difesa.it/unita/numc.asp riporto: " ... nonché scafo e sovrastrutture realizzati in acciaio ad elevata resistenza (fatta eccezione per la quarta unità della serie che avrà sovrastrutture in materiali compositi). ... "]. Per la realizzazione della sovrastruttura in vetroresina di cui si parla, sembra che "Fincantieri" si sia avvalsa della collaborazione di "Intermarine"; la valutazione doveva riguardare l'ulteriore riduzione della sezione radar equivalente e le qualità strutturali.
  4. picpus

    Sugli U214

    Eccovi il link ad un altro articolo in francese, in cui si parla dello stato attuale della commercializzazione del sottomarino U-214: http://www.meretmarine.com/article.cfm?id=109219
  5. picpus

    Questione Alitalia

    Per il perseguimento dei tuoi fini (politici), dovevi omettere di postare la parte in grassetto!!!
  6. picpus

    Marina Militare Indiana

    Gravissima crisi della componente subacquea della Marina indiana. Eccovi il link ad un articolo in francese: http://www.corlobe.tk/article12225.html ed il link ad un articolo in inglese: http://ibnlive.in.com/news/are-we-battle-r...er/82616-3.html
  7. Quoto ambedue per il MICA VL (vedasi mio post al link: http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=195661 messaggio n° 45); per quanto riguarda l'idea di riciclare i lanciatori "Albatros", ritengo che nel 2020, potrebbero trovare una migliore collocazione in qualche ... museo navale!
  8. Dal sito ufficiale della ISAF, http://www.nato.int/isaf/index.html , il link alla pagina che descrive lo Staff di Comando della stessa ISAF: http://www.nato.int/isaf/structure/bio/index.html ed il link alla biografia del Generale di Divisione Marco Bertolini: http://www.nato.int/isaf/structure/bio/cos.../bertolini.html
  9. picpus

    Sugli U214

    La Polonia interessata all'acquisto dei sottomarini tedeschi U-214; in particolare, le è stato offerto, a prezzo vantaggioso, il "Papanikolis" rifiutato dalla Grecia e che, pronto per la consegna, si trova ormeggiato a Kiel dal 2006. Eccovi il link ad un articolo in francese: http://www.corlobe.tk/article12226.html
  10. Concordo ed aggiungo che, se non erro, come sistemi d'arma ("Sistemi missilistici SAM e SSM"), tali unità sono in linea con ciò che sosteneva il sottoscritto!
  11. 1) Mi sembra, scusami se te lo dico, che hai perso il filo logico degli ultimi post: si parlava del futuro, auspicato o meno, ingresso della Georgia e dell'Ucraina nella Nato e non della guerra russo-georgiana dell'agosto scorso! 2) Non ho capito cosa significhi che la Russia ha "subito" l'intervento della Nato in Afghanistan che, formalmente o meno, è da considerare, a tutti gli effetti, applicazione dell'art. 5 del Trattato del Nord Atlantico ( vedi link: http://www.comitatoatlantico.it/articolo/8..._nord_atlantico ).
  12. Non so se "L'idealismo sfrenato di stampo neocon è decisamente finito" ma so che non mi piace una considerazione del genere: "secondo voi vale la pena fare una guerra con la Russia per Kiev e Tblisi?" che lascia intendere che non vale la pena fare una guerra con la Russia per Kiev e Tbilisi, ma vale la pena farla per Londra e Roma, o qualsiasi altra capitale delle altre nazioni della Nato!!!
  13. Dal link http://www.fiammanirenstein.com/articoli.a...=11&Id=2081 riporto: Manifestazione “con Israele, per la libertà, contro il terrorismo”, mercoledì 14 a Montecitorio PER ADESIONI: parlamentari.italia.israele@gmail.com Per il prossimo 14 gennaio l'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele ha convocato una manifestazione che si terrà dinanzi a Montecitorio nella forma di una maratona oratoria, a partire dalle ore 18:30. Per la prima volta, dall’interno del Parlamento – e da una organizzazione costituita da componenti di tutti i gruppi parlamentari – prende le mosse una manifestazione di piazza, alla quale invitiamo caldamente i cittadini, sulla parola d’ordine: “Con Israele, per la libertà, contro il terrorismo”. Infatti, lungo il confine di Israele passa una frontiera che è anche la nostra: quella che separa la democrazia dalla violenza, la libertà dall’intolleranza. Intervenite numerosi e confermate la vostra presenza all’email: parlamentari.italia.israele@gmail.com Questo è l’appello lanciato dall'Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele: “Dopo 8 anni di attacchi missilistici e il rifiuto da parte di Hamas di rinnovare la tregua, Israele ha deciso di fare ciò che qualsiasi altro stato avrebbe fatto da tempo: difendere i propri cittadini, cercare di fermare il continuo attacco proveniente da Gaza, cambiare la situazione sul terreno così da garantire il proprio diritto alla sicurezza. Il conflitto è sempre doloroso: auspichiamo la fine delle sofferenze dei civili innocenti da ambo le parti e sosteniamo l’Italia nel suo sforzo umanitario. Ma non possiamo fare a meno di notare come questo scontro sia reso particolarmente duro a causa dell’uso di civili come scudi umani da parte di Hamas. Resta in noi la speranza che da questo conflitto possa uscire un Medio Oriente meno tormentato dall’odio integralista e meglio predisposto alla pace. Hamas è un gruppo terroristico particolarmente distruttivo, come riconosciuto dalla stessa Unione Europea. Esso non rappresenta solo se stesso: i suoi stretti rapporti con l’Iran, la Siria e gli Hezbollah e la presenza a Gaza di Al Qaeda, rendono questo confronto un episodio decisivo nella guerra delle democrazie contro il terrorismo. Tutti noi speriamo che presto si ritorni a una situazione di quiete, ma, proprio per questo, pensiamo che sia indispensabile evitare che Hamas torni a bombardare i cittadini israeliani e che cessi la sua politica di esportazione dell’odio e dell’intolleranza.” Adesioni anche su facebook: http://www.facebook.com/home.php#/event.ph...1892&ref=mf http://www.facebook.com/home.php#/event.ph...3769&ref=mf Hanno aderito e in gran parte annunciato la propria presenza: On. Enrico Pianetta, Presidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele On. Gianni Vernetti, Vicepresidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele Sen. Rossana Boldi, Presidente Commissione Politiche dell’UE, Vicepresidente Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele On. Fiamma Nirenstein, Vicepresidente Commissione Esteri, Portavoce Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele On. Fabrizio Cicchitto, Capogruppo Pdl alla Camera. “Aderisco a titolo personale e a nome del Gruppo Pdl alla Camera e sarò presente” Sen. Maurizio Gasparri, Presidente Gruppo Pdl al Senato Sen. Gaetano Quagliariello, Vicepresidente Vicario Gruppo Pdl al Senato On. Edmondo Cirielli, Presidente Commissione Difesa On. Benedetto Della Vedova, Presidente Riformatori Liberali On. Emanuele Fiano On. Marco Pannella (Parlamento Europeo) On. Riccardo Migliori, Presidente Delegazione Italiana all’OSCE On. Paolo Guzzanti. “Ovviamente io sarò alla manifestazione e cercherò di portare tutti gli amici che militano per la verità e per Israele e con cui sono in contatto via Internet”. Sen. Marcello Pera Sen. Mario Baldassarri On. Anna Paola Concia On. Alessandro Maran On. Ferdinando Adornato On. Eugenio Minasso On. Beatrice Lorenzin On. Anna Maria Bernini Bovicelli On. Giorgio Stracquadanio On. Andrea Orsini, Vicepresidente Giunta delle Elezioni On. Massimo Polledri On. Giorgio Lainati, Vicepresidente Commissione di Vigilanza RAI On. Maurizio Bianconi On. Alessandro Ruben On. Guglielmo Picchi On. Riccardo Mazzoni On. Giorgio La Malfa On. Marco Zacchera Antonio Polito, Direttore Il Riformista Giancarlo Loquenzi, Direttore L’Occidentale Massimo Bordin, Direttore Radio Radicale Gianfranco Polillo, Ircocervo Marco Taradash Umberto Ranieri Massimo Teodori Magdi Allam Ernesto Galli Della Loggia Giuseppe Caldarola Daniele Capezzone, Portavoce FI. “Aderisco convintamente all'iniziativa del 14 gennaio. Ci sarò”. Ernesto Somma, Dipartimento per gli Affari Regionali, Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Aderisco con convinzione alla manifestazione alla quale prenderò parte” Manfredi Palmeri, Presidente Consiglio Comunale Milano Renzo Foa Daniele Scalise Sergio Corbello, Direttore Generale Fondazione Magna Carta. “Plaudo iniziativa e confermo partecipazione” Anselmo Gusperti, Segretario Provinciale PRI (Cremona) Renato Lelli, Comitato Nazionale PRI (Cesana) Alfredo Silvestrini - Consigliere Comunale di Portogruaro VENEZIA Nicolino Corrado - Direttivo Provinciale di Imperia del Partito Socialista Angela Ronchino, Comitato delle Donne, Pdl Ladispoli Marco Carrai, Consigliere Comunale PD Firenze Renzo Gattegna, Presidente Unione Comunità Ebraiche d’Italia Riccardo Pacifici, Presidente Comunità Ebraica di Rom Daniele Nahum, Presidente Giovani Ebrei d’Italia Giacomo Korn Benè Berith Giovani Keren Hayesod Italia Keren Kayemet Italia Davood Karimi, presidente Associazione Rifugiati Politici Iraniani residenti in Italia Associazione “Una Via per Oriana” Nicole Touati- Presidente Logan's Centro Studi sul Terrorismo
  14. Ritieni che si tratti di una quantità tale, da poter condurre un rilevamento statistico credibile ed affidabile?
  15. Dal link http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/01/11/...e_israele.shtml riporto l'articolo seguente, che costituisce un'ottima notizia: L'appoggio bipartisan Ma la politica sostiene Israele L'applauso, quello di sostegno, di comprensione, di affetto, l'applauso vero, arriva quando è l'ambasciatore di Israele a salire sul palco. Sotto, in platea, più di 2200 persone si fermano. C'è la politica che conta. C'è la Comunità ebraica romana. C'è chiunque abbia la voglia, e la forza, di sostenere le ragioni di Israele. E allora ecco che le adesioni alla manifestazione, l'unica pro-Israele in questo sabato travolto dalle bandiere bruciate e le scritte antisemite, non conosce colore. C'è il ministro Andrea Ronchi. Arriva, sorride, saluta. Condanna: «Noi siamo per la libertà e la democrazia di Israele aggredita da Hamas». È indignato per la Stella di David bruciata, il ministro per le Politiche europee. E quando salirà sul palco per dire la sua lo sarà ancora di più. Giancarlo Elia Valori intanto se ne sta seduto in prima fila già da un po', in attesa che inizino i discorsi. Parlotta a più non posso. A destra con Daniele Capezzone, a sinistra con Fabrizio Cicchitto. Il pesidente dei deputati del Pdl ricorda il lavoro fatto dal ministro Frattini: «La tregua va bene, ma solo se Hamas la smette di offendere». Poi si scatena sulle manifestazioni di Milano: «Sono inquietanti quelle fatte dagli immigrati in Italia. Hanno il diritto di protestare, ma se arrivano a bruciare le bandiere e poi si mettono a piazza Duomo a manifestare in maniera religiosa. A piazza Duomo! È inquietante», ripete. Arriva anche Umberto Ranieri. La cosa si fa bipartisan per davvero. Il democratico dice a Furio Colombo, lì accanto, di «capire le ragioni dell'attacco. Però se Israele dà una mano...». Comunque condanna netta su Hamas. La sala è quasi colma. Il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici se ne sta seduto accanto a sua moglie Alessandra, sempre in prima fila quando il marito è chiamato a presenziare occasioni importanti. Pacifici scrive e riscrive su un pezzo di carta i suoi appunti per il discorso. Si alza solo per salutare gli onorevoli che arrivano. Da Fiamma Nirenstein ad Alessandro Ruben, da Gustavo Selva a Ferdinando Adornato per l'Udc, da Gianni Vernetti a Olga D'Antona e Maurizio Gasparri. Arriva anche Ottaviano Del Turco e l'ex presidente della Comunità ebraica romana, Leone Paserman, quasi supplica un fotografo di essere immortalato assieme al parlamentare. L'ambasciatore di Israele in Italia, Gideon Meir, sbuca all'improvviso. Nel caos dei flash sembra quasi un'apparizione. Finalmente arriva Piero Fassino. Il democratico è stato chiamato a rapporto da Walter Veltroni tre giorni fa e incaricato portavoce del partito per l'evento. Tanto per far capire che all'interno del Pd non è solo Massimo D'Alema a fare politica estera. E ora è il momento di dimostrarlo. Le mani di Pacifici, Renzo Gattegna, Meir, Ronchi e lo stesso Fassino si chiudono una sopra le altre in segno di unità. L'immagine è pronta, tocca alle parole. «Hamas può essere un interlocutore solo se riconosce lo stato di Israele», spiega Fassino che ci tiene a condannare i lanci di razzi delle milizie. Ma l'obiettivo finale, dice, «deve essere la creazione di due stati per due popoli e che siano entrambi democratici». Il dovere «è quello di non considerare inevitabile il conflitto» e che «si torni il più rapidamente possibile alla politica, alla parola, al negoziato». Applausi. Come per Adornato che dice di «essere qui per difendere me stesso, l'Occidente. Israele siamo noi. Se dobbiamo condannare qualcuno per questa guerra è Hamas, che mette i civili sugli obiettivi militari». Adornato invita governo e Europa a non lasciare solo lo stato «ebraico», e auspica l'ingresso di Israele nella Nato. Ma per parlare di pace, spiega Pacifici, «bisogna che finisca il lancio di missili da Gaza». Dalla sala ancora applausi, per tutti. Ormai i posti a sedere sono esauriti. In piedi, giù in fondo, ci sono anche i diplomatici dell'ambasciata di Israele, tanta è la gente. Sembrano più presi a controllare che tutto sia a posto. Poi di scatto si girano verso il palco. «Cari amici, il 15% degli israeliani è costretto a stare nei rifugi». È l'ambasciatore Meir che parla. «Noi non siamo contro il popolo palestinese, siamo contro Hamas. Sostenere Israele è sostenere la pace». Fassino e Ronchi battono le mani. Fabio Perugia 11/01/2009
  16. picpus

    dalla Russia di Putin

    Intanto, dal link http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articol...olo438308.shtml riporto: Blocco gas, "perdite per Gazprom" Putin: "Buttati 800 mln di dollari" A causa della disputa sul gas con l'Ucraina, la società russa Gazprom ha perso circa 800 milioni di dollari. Lo ha dichiarato il primo ministro di Mosca, Vladimir Putin, aggiungendo che che la situazione è stata provocata non solo dal desiderio di fare profitti attraverso il transito di gas, ma anche da una crisi politica in quel Paese. Putin ha anche annunciato che la Russia parteciperà alla privatizzazione della rete di trasmissione gas ucraina.
  17. La situazione del complesso (ed abituale) iter procedurale che, a termine, dovrà portare all'ingresso nella Nato, della Georgia e dell'Ucraina, è quella che si evince dal comunicato ufficiale della Nato in inglese, al seguente link: http://www.nato.int/docu/update/2008/12-december/e1203b.html ed in francese: http://www.nato.int/docu/update/2008/12-december/f1203b.html . Sull'intero dossier delle relazioni della Nato con la Georgia, eccovi il link (in inglese) che segue: http://www.nato.int/issues/nato-georgia/index.html e per le relazioni della Nato con l'Ucraina, il link (in inglese) seguente: http://www.nato.int/issues/nato-ukraine/index.html .
  18. A certe schiocchezze, probabilmente, non credi neanche te mentre le digiti!!!
  19. Dal link http://www.corriere.it/editoriali/09_genna...44f02aabc.shtml riporto un articolo di Ernesto Galli della Loggia, che fa riflettere sia sull'antisemitismo diffuso, da secoli, nella società cristiana, sia sul concetto di pacifismo: I RAPPORTI TRA IL VATICANO E ISRAELE Il pacifismo impossibile di Ernesto Galli Della Loggia L’incauto paragone fatto dal cardinale Martino tra Gaza e un campo di concentramento (allestito dagli israeliani, naturalmente) ha riproposto il tema del rapporto tra Chiesa e Israele. Un tema che, al di là del paragone azzardato di cui sopra, e al di là delle ben diverse ed equilibrate espressioni adoperate invece dal Papa, si ripropone regolarmente perché in realtà esso riguarda sì un contenzioso specifico, ma insieme si presta come pochi altri ad essere lo specchio di questioni e dilemmi di portata amplissima che riguardano la storia del Cattolicesimo e dell’Ebraismo in quanto tali, dei loro rapporti, nonché il modo d’essere del primo sulla scena del mondo. Per quanto riguarda il contenzioso arabo-israeliano e il ruolo della Chiesa, su di esso non può non pesare ancora come un macigno il mancato riconoscimento diplomatico del nuovo Stato da parte della Santa Sede. Protrattosi per oltre un trentennio dopo la nascita di Israele, esso sortì l’effetto paradossale di equiparare di fatto il Vaticano, la massima autorità del mondo cristiano, al «fronte del rifiuto» arabo- islamico. Nel 1947 e nei molti anni successivi la diplomazia vaticana e chi la guidava non capì che il riconoscimento di Israele da parte della Chiesa di Roma era un gesto simbolico dovuto alla storia, alle sue ragioni supreme cui era necessario inchinarsi. Che sarebbe stato un gesto di sapore profetico in grado di imprimere una svolta sorprendente ad una storia lunga e tormentatissima, segnandone forse un nuovo inizio. Nella circostanza in questione, invece, gli aspetti simbolici pesarono sì (molto probabilmente) ma solo in senso negativo. Dovettero certo pesare, ad esempio, l’antica avversione per il «popolo deicida» che per la prima volta riusciva ora ad assurgere ad un’autonoma esistenza statale, lo sconcerto nel vedere tale Stato padrone addirittura della culla storica del Cristianesimo, il fatto, infine, che tutto ciò accadesse per una singolare convergenza protestante-marxista in seno alle Nazioni Unite (il voto di Usa e Urss). Mentre dal canto suo l’obiettivo accampato di solito per giustificare quel mancato riconoscimento — e cioè la protezione delle comunità cristiane nei Paesi arabi — non poteva rivelarsi più illusorio. A dispetto delle scelte vaticane, infatti, quelle comunità sono andate da allora riducendosi progressivamente di numero e d’influenza fino ad essere oggi sul punto di scomparire. Al mancato riconoscimento diplomatico si aggiunsero poi altri gesti di segno ancora più inequivoco: memorabile la scoperta di un vescovo cattolico, monsignor Capucci, sorpreso negli anni ’70 a trasportare armi nel bagagliaio della propria auto per conto delle organizzazioni armate palestinesi. Come avrebbe reagito in un caso analogo, ci si deve chiedere, un’opinione pubblica diversa da quella israeliana, per esempio italiana? E che cosa avrebbe pensato dell’assenza di qualunque sanzione nei confronti del suddetto prelato da parte delle autorità religiose? Israele reagì accentuando l’atteggiamento di risentimento e di ostilità, anche se celato dietro un’apparenza di gelida correttezza formale, che aveva tenuto fin dall’inizio nei confronti della presenza cattolica nel suo territorio, e che estese dopo il 1967 ai territori occupati. Lo fece, e continua tuttora a farlo, non solo non distinguendo in alcun modo tra arabi cristiani e musulmani, trattando entrambi con pari ostilità, ma soprattutto facendo sentire tutto il peso della propria autorità e quindi del proprio controllo occhiutamente oppressivo, sui luoghi santi della tradizione cristiana. Israele, insomma, ha colto senza pensarci due volte la singolarissima occasione che la storia gli ha offerto di rovesciare le parti: la condizione di sottomissione che per secoli gli ebrei hanno dovuto subire all’interno delle società cristiane è divenuta la medesima, almeno simbolicamente, che ai cristiani e alle loro istituzioni tocca ora sopportare all’interno della società ebraica. Ma l’atteggiamento della Chiesa nel conflitto arabo-israeliano si colora di un aspetto tutto particolare per un’altra ragione, che va oltre il rapporto cristianesimo-ebraismo. Si tratta del fatto che mai come a proposito di quel conflitto— che una vasta parte dell’opinione pubblica occidentale tende a considerare come una guerra «giusta» o perlomeno inevitabile —si manifesta il carattere problematico delle posizioni che la Chiesa è venuta assumendo sempre di più negli ultimi anni sulla scena internazionale. Una posizione che, come si sa, si compendia in pratica (anche se non in teoria: ma finora nella pratica non ricordo che vi siano state eccezioni) nel rifiuto/denuncia della guerra, virtualmente di ogni guerra. Questo pacifismo suscita inevitabilmente, però, una questione di grande rilievo, destinata a emergere di continuo nelle accese discussioni pubbliche che accompagnano sempre il conflitto mediorientale, come per l’appunto si vede anche in questi giorni. Essa riguarda il carattere quasi sempre non neutrale del pacifismo, spesso a dispetto dei suoi stessi promotori. In molte circostanze, infatti, schierarsi per la pace non significa per nulla essere davvero equidistanti tra le parti o al di sopra di esse. Specialmente perché un pacifismo coerente dovrebbe indurre non solo ad essere contro la guerra, ma a denunciare di continuo con eguale forza anche ogni manifestazione di conflittualità, di qualunque tipo o misura, che spesso costituisce la premessa obbligata del successivo scoppio delle ostilità vere e proprie. È dunque lecito chiedersi: la Santa Sede che è contro le odierne operazioni belliche di Israele, lo è stata allo stesso modo, con la stessa nettezza, lo stesso tono e soprattutto con la medesima pubblicità, nei confronti per esempio della politica estera di Siria e Iran? O di tante quotidiane manifestazioni violentissime del fronte palestinese? Ognuno può rispondere da sé. Resta da dire che una vera politica pacifista è in realtà impossibile per qualunque organizzazione vasta e complessa, tutrice di vari e molteplici interessi, perché, intesa coerentemente, essa implicherebbe la rinuncia di fatto a svolgere un qualunque vero ruolo politico—basato, come questo inevitabilmente è, sulla contrattazione (anche del silenzio) e le alleanze— per limitarsi, viceversa, ad un ruolo di esclusiva testimonianza morale, sempre e comunque. La scelta della Chiesa di Roma non sembra proprio andare in questa direzione. È lecito aggiungere, per fortuna? 11 gennaio 2009
  20. La penso sempre allo stesso modo, anche se la magistratura italiana è quella dei numerosi e paradossali casi, di cui si parla al topic al link seguente: http://www.aereimilitari.org/forum/index.php?showtopic=8130 Per non parlare della vicenda, di stretta attualità, relativa allo scontro tra le Procure di Salerno e di Catanzaro, che è sintomatica dello stato attuale della magistratura italiana! EDIT Peraltro, il mio post da te riportato, si riferiva ad una decisione del massimo organo della magistratura amministrativa (il Consiglio di Stato), che nulla ha a che vedere con la magistratura ordinaria, penale e civile, la cui crisi di credibilità è sotto gli occhi di tutti!
  21. 1) Del tuo spirito di bontà ne faccio volentieri a meno; tu utilizzalo come meglio ritieni opportuno! 2) Che il capo riconosciuto della casta dei magistrati, sia stato assolto da alcuni magistrati, è tutto, fuorché rilevante!
  22. Cominciamo allora con lo spiegare, a chi l'ignora, chi è Ferdinando Imposimato e la sua opera "Corruzione ad Alta Velocità"; ecco alcuni link: http://it.wikipedia.org/wiki/Ferdinando_Imposimato http://ferdinandoimposimato.blogspot.com/ [video, INTERESSANTISSIMO (si parla ed in che termini, anche di Prodi) di presentazione del libro da parte dello stesso autore]. Dal link http://www.notavtorino.org/documenti/Sintesi-Imposimato.pdf riporto (pag. 17 del documento pdf): " ... Ferdinando Imposimato, ex magistrato ed ex deputato del Pds, autore del libro "Corruzione ad Alta Velocità " del quale stiamo proponendo le parti salienti, si domanda come sia stato possibile che un personaggio come Pierfrancesco Pacini Battaglia sia potuto passare sotto le forche caudine dei magistrati milanesi Di Pietro e Colombo sin dal 1993 nell'inchiesta Enimont senza che costoro, dopo averlo interrogato, non ne abbiano tratto nulla di interessante. Tanto più che, nello stesso anno, il finanziere Sergio Cagnotti, ora presidente della Lazio Calcio e all'epoca amministratore delegato di Enimont e amico di Raul Gardini, aveva confessato di aver ricevuto cinque miliardi dalla Tpl (Tecnologie, Progetti, Lavori) società in apparenza creata per assegnare consulenze in materia di progettazione ma in realtà una sorta di contenitore occulto di mazzette che finivano nelle tasche di Necci, presidente delle Fs. Questa mazzettona, secondo Cagnotti, sarà spartita tra costui, Gardin e Pacini. Ma i magistrati di Milano, dice lmposimato, invece di confrontare le tesi di Pacini e di Cragnotti, evitano di procedere. Nel 1998, i magistrati di Brescia accuseranno Di Pietro di aver omesso di sviluppare le indagini in questa faccenda. Secondo i pm bresciani, Di Pietro avrebbe favorito Pacini e Necci evitando di indagare. Ma il gip bresciano Di Martino assolverà Di Pietro per "non aver commesso il fatto". ... " Come vedi non si tratta certo di una multa e la denuncia viene da una personalità di rilievo e di sinistra!!!
  23. Rick avevo letto l'articolo da te postato: mi dispiace che tu lo condivida; lo trovo penoso, perché cerca di giustificare con una pretesa e solo di facciata analisi strategica, quello che io considero il tentativo viscido di dimostrare la malafede d'Israele, alla stregua del più becero antisemitismo dichiarato!!!
  24. Eccovi il link all'articolo che riporta la notizia: http://www.difesa-oggi.it/archives/0007274.html
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