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Cina - Topic Ufficiale


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@ holmes7

Mi dici da dove hai preso quei 500 miliardi? Cmq verso fine anno, il valore dello scambio commerciale fra Cina e l'Africa arriverebbe a circa 200 miliardi. Non poco direi.

 

@ Vorthex

Mi ricordo che Obama disse che la Cina è un "competitor" non "enemy".

Modificato da cloyce
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Eh ma parlare con Holmes è sempre complicato. Adesso siamo al 'la conquista dell'Africa è una balla', cosa che peraltro nessuno aveva detto, o forse lui intendeva manu militari, chi può saperlo.... per i dati, li tarocca abitualmente, e anche qui nulla di nuovo.

 

Pazienza, le discussioni prenderanno la solita piega, si passerà di palo in frasca, e via così. Film purtroppo gia visto.

 

Questo è un articolo, datato qualche anno, del Sole24 ore. Si vede quanto sia vero che i cinesi son li solo per le materie prime.

 

 

3 novembre 2006

La mappa dell'invasione cinese in Africa

Ri.Ba.

 

Negli ultimi cinque anni gli scambi commerciali tra Cina e Africa sono decuplicati. Se nel 1999 il volume degli scambi era di 5,6 miliardi di dollari, per il 2006 il ministero del Commercio cinese prevede di superare i 50 miliardi di dollari.
Sono ottocento le aziende cinesi presenti in 28 Paesi africani, dove hanno investito 6 miliardi di dollari solo nel 2005 per progetti che vanno dalle costruzioni all'energia, dal petrochimico all'agricoltura. Ma la presenza cinese è molto più articolata e diffusa in tutto il continente. Le relazioni economiche vanno spesso di pari passo con i rapporti diplomatici e i valori crescono in maniera più rapida dei dati aggregati. Ecco una mappa, per forza di cose parziale, della presenza cinese in Africa.


Paesi del Maghreb, edilizia e commercio


Marocco. Nel 2005 il volume del commercio fra Cina e Marocco ha raggiunto 1,484 miliardi di dollari; le esportazioni cinesi verso questo Paese sono cresciute del 30% rispetto all'anno precedente e le importazioni del 121% (principalmente la Cina importa fosfato e metalli di cobalto). In Marocco i cinesi sono i primi costruttori di infrastrutture, imbattibili per la rapidità e il basso costo della mano d'opera. Lo scorso anno si sono aggiudicati importanti gare d'appalto per la costruzione di case popolari e di reti ferroviarie. La Cina preme, però, soprattutto per la creazione di un'accordo di libero scambio con il Marocco, porta d'ingresso per il mercato dei Paesi arabi e della stessa Europa.


Algeria. Oltre alle aziende del settore delle costruzioni, qui sono presenti anche i giganti cinesi del petrolio che si sono assicurati la gestione dei pozzi più grandi del Paese. Sinopec ha già firmato un contratto da 525 milioni di dollari per sviluppare il giacimento di Zarzatine, nel sud dell'Algeria, e China National Petroleum Corporation ha ottenuto un contratto simile del valore di 350 milioni di dollari per importare il petrolio algerino. Dal canto suo, la Cina è il quarto fornitore dell'Algeria con 954 milioni di dollari spesi nei primi otto mesi del 2006. Nel 2005 l'interscambio commerciale fra i due Paesi era stato di 1,77 miliardi di dollari.


Tunisia. La Tunisia è un Paese in cui la presenza cinese è ancora debole e gli scambi commerciali con il gigante asiatico ancora marginali. Privo di grandi risorse naturali ma uno dei primi produttori tessili dell'Africa, la Tunisia ha ancora poco da offire alla Cina. Nel 2005 l'interscambio è stato solo di 340 milioni di dollari, ma la Cina non dispera di rilanciare una cooperazione più fruttuosa. All'inizio di quest'anno ha siglato un accordo per erogare prestiti preferenziali alla Tunisia per un valore di 37,5 milioni di dollari, ed ha già iniziato la costruzione di una rete di telefonia mobile.


Libia. Nel 2005 il volume del commercio totale con la Cina è stato di 1,3 miliardi di dollari, una larga parte del quale rappresentato dalle importazioni di petrolio. Ma gli umori instabili del governo libico rendono più difficile la penetrazione cinese. La Cina sta da lungo tempo corteggiando la Libia con investimenti in infrastrutture e nelle telecomunicazioni (è la cinese Zet che sta fornendo il sistema di telefonia di terza generazione alla compagnia telefonica Libyana) e visite bilaterali, l'ultima effettuata a gennaio dal Ministro degli Esteri Li Zhaoxing. Mauritania. Recentemente la Cina ha accordato alla Mauritania un prestito senza rimborso di 4,5 milioni di dollari, che come molti altri di questo genere erogati ai paesi africani, sono in parte spesi per la costruzione di infrastrutture da parte di compagnie cinesi. Nel 2005 l'interscambio commerciale fra i due paesi e' stato di 78 milioni di dollari.


Africa dell’Est, armi e materie prime


Egitto. La Cina diventerà nei prossimi 5 anni il primo partner commerciale dell'Egitto, fonte di investimenti e di trasferimento di tecnologie. Nel 2005 l'interscambio commerciale ha raggiunto i 2,145 miliardi di dollari, e per quest'anno gli iinvestimenti previsti in Egitto dovranno assestarsi intorno ai 2 miliardi di dollari. Lo scorso settembre le grandi compagnie cinesi sono riuscite a strappare contratti milionari per la costruzione di infrastrutture (500 milioni di dollari per un centro congressi alla periferia de Il Cairo) e acciaierie (da 100 milioni di dollari) finanziate dal governo egiziano che utilizzeranno esclusivamente tecnologia cinese. Durante il forum l'Egitto chiederà alla Cina il sostegno per l'avvio di un programma nucleare ad uso civile, per il quale si aspetta anche di firmare contratti di trasferimento tecnologico e aiuti economici.


Eritrea. Pur mantenendo buoni rapporti con tuttii paesi del Corno d'Africa, la Cina ha nel corso degli anni alimentato il conflitto fra Etiopia ed Eritre attraverso la vendita di armi ed equipaggiamenti militari ad entrambe le parti, accompagnata da frequenti consultazioni delle alte gerarchie dell'esercito. Oltre a ciò essa è presente nel settore delle costruzioni, nella vendita di macchine industriali e di prodotti medici. Nel 2005 l'interscambio commerciale e' stato del valore di 8,41 milioni di dollari.

Etiopia. Solo all'inizio di quest'anno il ministro del Commercio etiopiano aveva dichiarato che «la Cina è il partner più affidabile», essendo l'Etiopia, assieme al Sudan, il principale beneficiario degli investimenti cinesi nella regione. Prestiti a basso tasso di interesse, cancellazione del debito e tariffe preferenziali sono la strategia di Pechino per lusingare un partner che non ha grosse potenzialità energetiche ma ha una posizione strategica di sbocco sul mare per i ricchi vicini come Sudan ed Egitto. Le compagnie cinesi oggi si aggiudicano le costruzioni di quasi tutte lel infrastrutture, collegamenti stradali e ferroviari, aeroporti e così via. Nel 2005 l'interscambio commerciale fra i due paesi è stato di 370 milioni di dollari.

Sudan. È il secondo fornitore africano di petrolio per la Cina, secondo solo all'Angola, che per questo il gigante asiatico difende su tuttii forum internazionali dalle accuse di violazione dei diritti umani e di genocidio nella regione del Drafour.
Recentemente la Cina si è opposta alla proposta dell'Onu di sanzioni contro il regime sudanese e ha minacciato l'uso del veto contro l'invio di una forza internazionale nella regione. Dal canto suo il governo cinese ha inviato 4 mila soldati dell'Esercito di liberazione nazionale per controllare le zone di suo interesse e vegliare sugli oleodotti costruiti e sfruttati dalle compagnie cinesi, esprimendo oltretutto l'intenzione di voler rafforzare la cooperazione militare con l'esercito locale. Oltre alla fornitura di armi, la Cina ha anche aiutato il governo sudanese nella costruzione di 3 industrie belliche. Tutto ciò per difendere gli interessi asiatici nel settore petrolifero: il Sudan fornisce da solo il 7% di tutte le importazioni cinesi di petrolio, il 50% della sua produzione finisce in estremo oriente e beneficia i piu' consistenti investimenti nella regione. Tredici delle 15 compagnie petrolifere straniere presenti in Sudan sono cinesi, la China National Petroleum Corporation (Cnc) possiede il 40% della Greater Nile Petroleum Operating Company, che controlla i giacimenti petroliferi del paese, e ha investito 3 miliardi di dollari nella costruzione di raffinerie e eoleodotti. Nel 2005 l'interscambio commerciale fra i due paesi ha raggiunto 3,9 miliardi di dollari.


Uganda. Nel 2005 il volume complessivo del commercio con la Cina è stato di 99,37 milioni di dollari, dovuto soprattutto agli investimenti cinesi nei settori delle costruzioni e delle infrastrutture. China Petroleum Pipeline Engineering Corporation costruirà un oleodotto di 320 km a collegare l'Uganda con il vicino Kenya produttore dipetrolio. Al forum il governo ugandese intende chiedere l'aiuto cinese per la costruzione di una linea ferroviara che collegherà il paese con il Sudan.

Kenya. Dopo il passaggio di Hu Jintao lo scorso aprile, la Cina ha concluso nuovi accordi la ricerca di giacimenti petroliferi in Kenya, una regione in cui le compagnie occidentali non vogliono più investire. La compagnia petrolifera Cnooc condurrà i lavori di esplorazione in mare e sulla terra ferma, oltre a fornire tecnologia e formazione. Altra merce di importazione sono il cemento e i minerali. Lo scorso anno la Cina ha elargito prestiti per 36 milioni di dollari al governo kenyano per la modernizzazione dell'industria energetica, l'impiantazione d iindustrie per beni di consumo e la costruzione di infrastrutture. I lavori sono poi stati condotti dalle grandi aziende cinesi presenti anche qui, la cui ultima opera è stata la costruzione della strada che collega Mombasa a Nairobi. Nel 2005 l'interscambio commerciale è stato di 475 milioni di dollari.


Somalia. È un altro porto di sbocco per i prodotti petroliferi provenienti dall'entroterra, che la Cina intende ammodernare con la costruzione di infrastrutture, strade, porti e ferrovie. Vista la crescita del settore delle telecomunicazioni somalo, le imprese cinesi, come Huawei, investono nel paese per erigere le infrastrutture necessarie e fare ingresso nella telefonia mobile.

Africa dell’Ovest, petrolio, edilizia e tecnologie.

Senegal. Il governo cinese ha appena annullato un debito di 20 milioni di dollari al Senegal e accordato un prestito di 7 milioni di dollari per la costruzione di scuole, strade e centrali elettriche. L'accordo include la clausola di realizzazione dei lavori da parte di imprese costruttrici cinesi, nonostante gli asiatici non godano di buona reputazione presso la popolazione locale. Da alcuni anni, infatti, è in corso una battaglia dei senegalesi contro l'invasione di prodotti cinesi a basso costo che distruggono l'industria locale specializzata anch'essa nei beni di consumo. Nel 2005 l'interscambio commerciale fra i due paesi è stato di 141 milioni di dollari.
Mali. La Cina è saldamente insediata nei settori delle costruzione e dell'industria leggera (zucchero, farmacia tessile), dal 1994 possiede l'80% della più grande industria cotoniera del paese, la Comatex (il restante 20% è detenuto dal governo malese). Ma anche qui l'invasione di prodotti cinesi e di manodopera a basso costo ha destabilizzato l'equilibrio del paese. Nel 2005 il valore totale del commercio tra i due paesi è stato di 145 milioni di dollari, principalmente dovuto alle importazioni cinesi di oro.


Niger. Come anche in Mali, qui la Cina finanzia un progetto di esplorazione di giacimenti petroliferi, nonostante la rentabilità' non sia assicurata, e prevede di allargare la cooperazione economica. Nel 2005 il commercio complessivo è stato solo di 34 milioni di dollari.


Ciad. Ha scelto di abbandonare il fronte taiwanese e riallacciare i rapporti diplomatici con la Cina appena ad agosto di quest'anno, ma nonostante ciò l'interscambio commerciale nel 2005 ha ragiunto 206 milioni di dollari. I legami del paese con Taiwan non hanno impedito alla China National Petroleum Corporation (Cnpc) di sviluppare progetti per lo sfuttamento dei giacimenti petroliferi del Chad.


Guinea. I paesi del Golfo di Guinea, che producono 5 milioni di barili al giorno, sono la risorsa pretrolifera più promettente della regione su cui la Cina ha già messo gli occhi. La compagnia cinese CNOOC ha firmato un accordo, all'inizio del 2006, per l'estrazione di petrolio in una piattaforma al largo della costa della Guinea, su una superficie di 2.300 km quadrati. Nel 2005 l'interscambio commerciale è stato di 147 milioni di dollari.

Liberia. La Cina è stata ripetutamente accusata di alimentare il traffico di armi in Liberia e negli stati vicini della Costa d'Avorio e Sierra Leone, per ottenere in cambio le risorse naturali della regione, quali legno e diamanti. Ma dal 2003 la Cina partecipa alla forza di pace dell'ONU stanziata in Liberia con 550 uomini, la sua più grande missione all'estero. Nel 2005 l'interscambio commerciale fra i due paesi ha raggiunto 164 milioni di dollari.

Costa d’Avorio. Nel 2005 gli scambi totali con la Cina hanno raggiunto 222 milioni di dollari, costituiti essenzialmente dall'esportazione verso l'Asia di materie prime (oro, alluminio, rame). Per l'esplorazione petrolifera la Costa d'Avorio è già stata indicata da Pechino come zona di interesse per futura cooperazione.

Togo. Paese destinatario di prestiti agevolati da parte del governo cinese, che negli ultimi hanni ha finanziato e costruito il palazzo presidenziale ed altri uffici governativi. All'inizio di quest'anno i due governi hanno firmato accordi per la costruzione da parte della Cina di una centrale idroelettrica e di altri progetti nel settore delle telecomunicazioni. In cambio la Cina riceve dal Togo materie prime importanti come cemento, fosfati e cotone. Nel 2005 l'interscambio commerciale ha raggiunto 570 milioni di dollari.

Benin. La Cina è diventata il primo partner commerciale e primo investitore del Benin, con un interscambio che nel 2005 ha raggiunto 1,09 miliardi di dollari. Imprese cinesi hanno rilevato parti delle più importanti industrie del paese, da quella cotoniera a quella della pesca e dell'agroalimentare. Grandi aziende come Zet e Huawei forniscono le tecnologie per l'installazione di una rete di telecomunicazioni GSM e telefonia di terza generazione. Nel 2004 il Benin ha esportato verso la Cina cotone per un valore di 110 milioni di dollari.

Nigeria. È il terzo fornitore africano di prodotti petroliferi alla Cina. Lo scorso anno Petro China ha concluso un accordo da 800 milioni di dollari con la Nigerian National Petroleum Corporation per l'acquisto di 30 mila barili di petrolio al giorno per un anno. All'inizio di quest'anno è stata Cnooc a siglare un'intesa con il governo nigeriano per una partecipazione del 45% in un giacimento offshore. La Cina ha anche realizzato il primo satellite nigeriano per le telecomunicazioni che sarà lanciato ad inizio 2007, costruito dalla China Great Wall Industry e finanziato dalla banca cinese Eximbank. Dal punto di vista politico, la Cina sostiene nei forum internazionali il conferimento alla Nigeria di un seggio permanente all'Onu. Nel 2005 l'interscambio commerciale e' stato di 2,83 miliardi di dollari.

Camerun. Lo scorso anno la Cina ha elargito al Camerun un prestito di 2,5 milioni di yuan in cambio di accordi con imprese locali per l'esplorazione di giacimenti petroliferi e di gas naturale. Nel 2005 il volume degli scambi commerciali fra i due paesi è stato di 197 milioni di dollari.

3 novembre 2006

© Copyright Il Sole 24 Ore - Tutti i diritti sono riservati

 

 

qui un estratto del seminario Ambrosetti del 2012, leggere paragrafo 3

 

www.ambrosetti.eu/en/download/lettera-club/2012/lettera-club.../italian

 

oppure la BBC se si preferisce l'inglese

 

Africa is becoming more integrated in the world economy and its partnerships are diversifying, revealing unprecedented economic opportunities. In 2009, China surpassed the US and became Africa’s main trading partner, while the share conducted by Africa with emerging partners has grown from approximately 23 percent to 39 percent in the last ten years. Africa’s top five emerging trade partners are now China (38 percent), India (14 percent), Korea (7.2 percent), Brazil (7.1 percent), and Turkey (6.5 percent)

.http://news.bbc.co.uk/2/shared/spl/hi/africa/05/africa_economy/html/poverty.stm

 

basta cercare: ovvio che è piu comodo sparare panzane per supportare le proprie incrollabili convinzioni,.

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@ holmes7

Mi dici da dove hai preso quei 500 miliardi? Cmq verso fine anno, il valore dello scambio commerciale fra Cina e l'Africa arriverebbe a circa 200 miliardi. Non poco direi.

 

@ Vorthex

Mi ricordo che Obama disse che la Cina è un "competitor" non "enemy".

 

http://www.wto.org/english/res_e/statis_e/its2012_e/its2012_e.pdf

 

 

pagina 31-32

 

 

basta cercare: ovvio che è piu comodo sparare panzane per supportare le proprie incrollabili convinzioni,.

 

 

 

 

Vabbe il "Sole 24" ore !!!

 

Sarebbe il caso di capire di cosa parliamo, quando si sente parlare di "invasione" della Cina in Africa.

 

In primo luogo molti questi numeri riguardano 'annunci' di futuri accordi o investimenti che si devono concretizzare.

In secondo luogo, in un continente in cui le situazioni politiche restano molto fragili trasformare queste relazioni commerciali

in qualcosa di piu e' appunto una chimera.

 

Lo abbiamo visto nella recente rivoluzione libica con qualche decina di migliaia di lavoratori cinesi evacuati dal paese senza colpo ferire dal governo di Pechino.

 

Le miniere o i pozzi di petrolio che stanno in africa non sono diventati cinesi.

Le linee di appovvigionamento di queste risorse restano fragili, perche l'africa non sta a 100km da Pechino ma a migliaia di km e l'interesse cinese rivela quanto complicato e povere siano le opzioni in loro possesso!

 

Ma aldila di tutto non si capisce quale valore aggiunto in termini di rapporti di forza possa esserci in questi crescenti rapporti con alcuni paesi dell'africa, forse che il Sudan o il Burkina Faso possano accorrere in soccorso nel caso si producesse un embargo navale dalle parti di Malacca!

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Lo abbiamo visto nella recente rivoluzione libica con qualche decina di migliaia di lavoratori cinesi evacuati dal paese senza colpo ferire dal governo di Pechino.

 

Chiaro, infatti non si trova più un ristorante cinese manco a pagarlo, a Bengasi.

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@holmes7

 

Se per te la dimensione dell'economia di un paese non contituisce un indice di forza, allora per te tutto l'affare che i cinesi stanno conducendo in Africa non ha niente di strategico.

 

E in parte non hai tutti i torti, ci sono paesi come l'Arabia Saudita che sono molto ricchi ma politicamente contano poco.

 

Però avrai notato che la Cina è un paese dalla forte vocazione industriale, quindi se la sua economia venisse adeguatamente alimentata da energia e materie prime, nel giro di un decennio potrebbero mettere in servizio 6 portaerei.

Modificato da cloyce
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La questione non sono "i ristoranti cinesi", ma l'idea di collegare il crescente interscambio Sino-Africano con ragionamenti

sul l'evoluzione geo-strategica.

 

L' "impronta" dei cinesi in africa sotto il profilo storico, linguistico, militare, etnico, religiosa....e' assolutamente minima.

 

Basterebbe vedere quanti immigrati africani ci sono in europa/nord america e quanti ce ne sono in Cina. Quanti alti funzionari africani studiano nelle universita occidentali o nelle accademie militari, parlando l'inglese o il francese o sono sintonizzati su media di tipo occidentali.

L'idea che questi elementi "intangibili" possano essere sostituiti dal fatto che l' interscambio delle "banane o dei barili di petrolio" e' aumentato del 300-400....% negli ultimi 10 anni mi pare a dir poco miope.

 

Le relazioni tra gli USA e l'Europa ad esempio vanno ben oltre il binario economico-commerciale, ma sono state cementate dalla storia e dall'appartenenza religiosa e culturale.

L' "engagement" degli USA nei confronti del Giappone e della Corea del sud e' avvenuto a seguito di due guerre devastanti imponendo di fatto a quei paesi un "offerta che non potevano rifiutare".

 

Queste condizioni ad oggi tra la Cina e l'Africa, ammesso di voler credere che esista una unita africana (!), non ci sono!

 

Ma aldila di tutti questi ragionamenti, non si capisce come gli equilibri mondiali possano cambiare limitatamente alla sfera militare nel caso in cui la Cina "si prendesse l'Africa" !



Se per te la dimensione dell'economia di un paese non contituisce un indice di forza, allora per te tutto l'affare che i cinesi stanno conducendo in Africa non ha niente di strategico.

 

 

 

 

 

Quello che i cinesi "stanno facendo in Africa" rivela piu una debolezza che una forza, perche indica come le loro opzioni sono limitate.

Andare ad investire in paesi con una storia tribolata, in cui l'instabilita/corruzione/guerra e' indemica da sempre non mi pare

un grande affare.

 

La questione e' che il governo cinese, come del resto tutti gli altri paesi del mondo a scarse opzioni per controllare quelle dinamiche, lo abbiamo visto in Libia, in Egitto, in Mali.....e via dicendo.

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@madmike: holmes ti ha risposto in modo compiuto ed esaustivo un concetto su cui avevi obiettato, perchè non puoi semplicemente prendere atto che una cosa ti piace o non ti piace, devi perforza essere così pungente, al limite fra il sarcastico e l'ironico? Non sminuire così gli altri utenti, non se lo meritano.

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I cinesi erano in africa a costruire infrastrutture già negli anni 70

Ancora col delegato politico che poteva comunicare LUI E SOLO LUI con gli estranei. Mio zio era in Somalia in quel periodo e ne ha visti molti, addirittura ancora tutti vestiti di blu. Stadfi, uffici del governo etc.. già allora la tattica non era di sfruttamento diretto, ma di creazione di connessioni. Ovviamente finalizzate ad ottenere corsie preferenziali per futuri sfruttamenti.

Tra l'altro la cina ha un piano per l'africa da un sacco di anni e in una famosa conferenza mondiale sull'africa, anni fa, fu lo stesso Prodi in un'intervista ad ammettere che gi da 20 anni l'unico paese al mondo con un piano organizzato per il continente africano, fosse la cina.

TRa l'altro la cina usa l'esercito popolare per difendere le sue installazioni (camuffato da ex militari o contractors apparentemente non con le stellette, ma tutti controllati dallo stato maggiore)

Ed è un fornitore di armi per le varie guerre e conflitti in atto in africa.

 

Holmes la cina "bagnata" è lunga migliaia di km e ci sono centinaia di milioni di abitanti. quello che si può vedere in un angolino di questa parte è estendibile a tutta la costa. Basta fare un giro... e anche nelle gradni città dell'interno la musica non è differente: sta nascendo una "borghesia", classe sociale inesistente negli ultimi decenni. tra l'altro in un paese che non ha visto illuminismo ed evoluzioni tipiche europee, ma è passato dal medioevo al moderno compiendo quello che han fatto 2 rivoluzioni industriali in europa, in 20 anni..

 

Sull'atteggiamento Americano nel sud est asiatico-pacifico: io non ci vedo nulla di sopredente. Ovvio che attualmente il governo cinese si fermerà a proclami e parole, ma a livello di potenze di questo tipo è sensato che, anche dopo proclami e provocazioni verbali, ci si muova militarmente.

E' stato sempre cosi' e cosi sempre sarà...

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@madmike: holmes ti ha risposto in modo compiuto ed esaustivo un concetto su cui avevi obiettato, perchè non puoi semplicemente prendere atto che una cosa ti piace o non ti piace, devi perforza essere così pungente, al limite fra il sarcastico e l'ironico? Non sminuire così gli altri utenti, non se lo meritano.

Ma quale completo ed esaustivo? C'e' un articolo dettagliato del Sole24 ore che parla di tutto quanto fanno i cinesi in africa, e viene liquidato con 'vabbè il sole24 ore' senza entrare nel merito?

 

Oh Legolas, ma non vedi che non entra mai nel merito, ma parte solo da convinzioni senza postare nulla di oggettivo a supporto delle proprie tesi? Che continua a parlare di 'acquisto di materie prime' mentre sono da anni i principali costruttori di infrastrutture del continente, e lo nega?

 

Ammazza che modo di fare una discussione .....

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Spero quindi che anche BusinessWeek, e il Carnegie siano autorevoli come il Sole24 ore.

http://www.businessweek.com/asia/myths-about-china-and-indias-africa-race-09222011.html

 

 

Myth No. 1: China and India dominate the race for Africa.

During 2000-2010, Africa’s merchandise trade with China grew at an annual rate of 29 percent (from $9 billion to $119 billion) and with India at an annual rate of 18 percent (from $7 billion to $35 billion). While these growth rates are very robust, they are building on a very low base. So far, Africa’s economic partnership with Europe dominates that with China or India. In 2010, Europe received 36 percent of Africa’s exports, compared with 13 percent for China and 4 percent for India. Over 37 percent of Africa’s total imports came from Europe, vs. 12 percent from China and 3 percent from India. In 2010, even the U.S. was ahead of China in terms of total merchandise trade with Africa.

 

Myth No. 2: China and India’s engagement with Africa is all about natural resources.

Many Indian companies are looking at opportunities to sell in African markets. In 2010, Indian mobile operator Bharti Airtel paid $9 billion for the African telecom operations of Kuwait-headquartered Zain. Tata Motors (TTM), India’s largest automaker, has opened an assembly operation in South Africa. Mumbai-based Essar Group is investing in the African steel sector and Godrej, another Indian conglomerate from Mumbai, is very active in Africa’s consumer goods market. Karuturi Global, the Bangalore company that is the world’s largest rose producer, has become one of Africa’s largest players in commercial agriculture and leases 1,200 square miles of land in Ethiopia. Indian companies are also very active in Africa’s emerging IT services market.

Chinese companies are also not just focused on Africa’s natural resources. China has taken a growing interest in helping build Africa’s infrastructure such as roads, railways, bridges, ports, and power stations. At the 2009 China-Africa Summit, China pledged to build 100 clean energy projects in Africa covering solar, biogas, and hydropower.

 

Myth No. 3: China and India are the new neocolonialists in Africa.

In recent months, British Prime Minister David Cameron and U.S. Secretary of State Hillary Clinton have warned Africa to be cautious of “new colonialism,” especially from China. On this dimension, however, the West doesn’t have much of a moral leg to stand on. Self-serving rhetoric aside, look at the historical reality. In the colonial days, the West’s relationship with Africa was basically one of taking resources from the continent without giving anything back.

Myth No. 4: China’s investment in Africa’s natural resources threatens other resource-dependent economies such as Europe, the U.S., Japan, and India.

 

Even though Africa is resource-rich, it is not the only resource-rich region on earth. Other extremely resource-rich regions include Russia, Mongolia, the Middle East, Latin America, Australia, Canada, and the U.S. It is impossible for Chinese investments in Africa to give China any type of monopoly position in any commodity. In fact, what Chinese investment does is to boost the world’s supply of various commodities and thus prevent commodity prices from rising even faster than they otherwise would.

Myth No. 5: India cannot compete with China in Africa.

The only Africa-focused issue where India cannot compete with China is in bidding for concessionary rights to natural resources. China simply has more capital than India. Also, most Chinese investors in Africa are state-owned enterprises with access to extremely low-cost capital from state-owned banks. In contrast, it is the private sector from India that plays the leading role in Africa.

However, the last thing India should fret about is Chinese investments in Africa’s natural resources. In sectors other than natural resources, Indian companies have overwhelming advantages over their Chinese peers. In socioeconomic terms (such as low income levels, vast internal diversity, widespread use of English), Africa is much closer to India than China. Also, Indian private-sector companies are far more experienced at managing globally dispersed operations than Chinese state-owned enterprises

 

 

http://carnegieendowment.org/ieb/2012/02/09/china-s-growing-role-in-africa-myths-and-facts/9j5q

 

Concerns are sometimes voiced that China is displacing the United States, one of Africa’s traditionalpartners as a donor, and that this may be harmful to both Africa and the United States. But the idea that China is replacing the need for U.S. assistance is a myth.

In practice, China and the United States have very different approaches to the continent. China’s activities are generally more commercial—most of its aid comes in the form of low-interest loans, for instance—and it adheres to a “noninterference policy” in African politics. U.S. aid is often conditional and the United States is more frequently involved in Africa’s internal political affairs.

The United States also still provides far greater aid than China. In 2009, it gave $8 billion in assistance to Africa, while China gave an estimated $1.4 billion (see figure).

ODA_to_Africa_by_donor_final1.jpg

 

 

 

 

http://www.iveybusinessjournal.com/topics/global-business/chinese-state-owned-enterprises-in-africa-myths-and-realities#.UZNsBrWTgo4


Yet, in fact, the total stock of Chinese foreign investment in Africa is still relatively small. As of the end of 2011, according to the last figures published by the United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD), China accounted for just 2.6 percent of the total US$570 billion stock of foreign direct investment (FDI) in Africa.[iii] One reason Chinese investment has attracted attention is the phenomenal rate at which it is growing: it multiplied 10 times between 2005 and 2011

 

..............Contrary to theories that depict Chinese interest in Africa as part of a grand political game or an emerging world power struggle, China’s drive into Africa is both more obvious and more mundane: China has an almost insatiable thirst for natural resources and energy, and Africa probably has the largest untapped reserves on earth. Moreover, given the simple fact that SOEs predominate in the resource and energy industries (not only in China but also in many other countries), it is hardly surprising that they are leading the charge

 

L'Africa e' un continente molto vasto, con una realta politica e sociale molto articolata e spesso fragile.

Come detto ci sono paesi la cui storia si lega al retaggio del colonialismo europeo...questa e' una mappa per capire di cosa parliamo

 

history-of-africa3.gif

 

 

altri paesi che sono falliti o altamente instabili

 

failed_states_index_2007_crop2.jpg

 

 

Altri con un livello di arretratezza economico e educativo altissimo

 

fullinftmortalmap_africa.jpg

 

 

e con una realta religiosa diversificata

 

200px-Religion_distribution_Africa_crop.

 

 

 

 

 

 

Ma aldila di tutto questo, e torniamo al topic della discussione, come questo interesse cinese per l'Africa puo cambiare i rapporti di forza e i constraints strategici della Cina ?

Modificato da holmes7
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L'interesse cinese per l'africa aiuta ad alimentare l'industria cinese, beneficiando la Cina economicamente, semplicemente questo.

Anche l'economia è un indice di forza.

 

E aggiungo una cosa. Come dice anche nik978, i cinesi si stanno muovendo verso prodotti a maggiore valore aggiunto, questo in futuro può presentare un fattore non indifferente di competizione con l'Europa.

Modificato da cloyce
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L'interesse cinese per l'africa aiuta ad alimentare l'industria cinese, beneficiando la Cina economicamente, semplicemente questo.

Anche l'economia è un indice di forza.

 

E aggiungo una cosa. Come dice anche nik978, i cinesi si stanno muovendo verso prodotti a maggiore valore aggiunto, questo in futuro può presentare un fattore non indifferente di competizione con l'Europa.

 

 

Ma guardi che la Cina importa ed investe ormai in tutto il mondo, il petrolio arriva anche dal medio oriente o dalla Russia, i prodotti agricoli dal nord america altre materie prime dal sud america...

 

Qui parliamo di "contraints" geostrategici in relazione ai rapporti di forza in Asia e nell'ipotesi di un confronto diretto con gli USA.

Interscambiare 200 miliardi di dollari con l'Africa su di un pil totale di quasi 8 trillioni non e' un elemento cosi strategico.

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Visto che è stata citata una fonte autorevole, direi che basterebbe leggerla (i 'miti' discussi non sono stati messi in discussione, o sollevati, da NESSUNO qui, se non da Holmes).

 

China’s activities are generally more commercial—most of its aid comes in the form of low-interest loans, for instance—and it adheres to a “noninterference policy” in African politics. U.S. aid is often conditional and the United States is more frequently involved in Africa’s internal political affairs.

 

Gia qui, si capisce che l'approccio è totalmente diverso, e se c'e' una certa 'simpatia' si capisce perchè.

 

 

 

During 2000-2010, Africa’s merchandise trade with China grew at an annual rate of 29 percent (from $9 billion to $119 billion) and with India at an annual rate of 18 percent (from $7 billion to $35 billion). While these growth rates are very robust, they are building on a very low base. So far, Africa’s economic partnership with Europe dominates that with China or India. In 2010, Europe received 36 percent of Africa’s exports, compared with 13 percent for China and 4 percent for India. Over 37 percent of Africa’s total imports came from Europe, vs. 12 percent from China

 

e direi che anche qua il discorso è chiarissimo: nei 10 anni considerati, l'apporto cinese verso l'africa è pari a 1\3 del apporto verso l'intera Europa, che come sappiamo intrattiene rapporti secolari verso il continente.

Vogliamo dire che è poco? ps: gli USA non appaiono in classifica. E' un caso?

 

Qui parliamo di "contraints" geostrategici in relazione ai rapporti di forza in Asia e nell'ipotesi di un confronto diretto con gli USA.

Interscambiare 200 miliardi di dollari con l'Africa su di un pil totale di quasi 8 trillioni non e' un elemento cosi strategico

Questo è il solito Holmes-pensiero: se i rapporti commerciali non sono così importanti, perchè gli USA con rapporti commerciali addirittura inferiori hanno un comando militare per l'Africa? Per sport?

E comunque, questione di punti di vista: come dice la stessa autorevole fonte, ai cinesi frega nulla di avere una presenza militare: sono interessati a scambi economici, le spese le lasciano agli altri.

fessi? secondo lo Holmes-pensiero si, ma sfortunatamente per lui non è quello dominante nelle cancellerie.

Sempre dalla fonte citata, arriva la ulteriore smentita dello Holmes pensiero di ieri (toh, lo diceva anche il Sole24 ore), cosa peraltro prevedibile, perchè risaputa da anni:

Chinese companies are also not just focused on Africa’s natural resources. China has taken a growing interest in helping build Africa’s infrastructure such as roads, railways, bridges, ports, and power stations. At the 2009 China-Africa Summit, China pledged to build 100 clean energy projects in Africa covering solar, biogas, and hydropower.

 

 

Ma va? non compravano solo le banane?

 

Ecco, le solite cazzate sparate a caso per tenere in piedi teorie pseudorazzistiche sulla superioritàUSA indipendentemente dai fatti.

 

Leggere Sun Tzu, o magari partire da Giovanbattista Vico se si conosce l'italiano, farebbe bene.

Modificato da madmike
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Questo è il solito Holmes-pensiero: se i rapporti commerciali non sono così importanti, perchè gli USA con rapporti commerciali addirittura inferiori hanno un comando militare per l'Africa? Per sport?

E comunque, questione di punti di vista: come dice la stessa autorevole fonte, ai cinesi frega nulla di avere una presenza militare: sono interessati a scambi economici, le spese le lasciano agli altri.

 

 

Aspetto ancora che qualcuno risponda alla mia domanda, vale a dire come questo interesse cinese per l'Africa puo cambiare i rapporti di forza e i constraints strategici della Cina ?

 

Il "comando militare per l'Africa" serve per ragioni che hanno molto a che vedere con il terrorismo, l'instabilita politica di determinati paesi, l'espansionismo della Nato e altro ancora. Gli USA hanno interessi nella regione da decenni, ma tale comando nasce nel 2008.

 

 

Leggere Sun Tzu

 

 

Gia fatto, da anni, e Sun Tzu qui non c'entra nulla, perche il suo pensiero e la sua filosofia si applica(va)no alla realta cinese e alla necessita di un governo di "sottomettere" la sua stessa gente (una sorta di guerra civile) senza la necessita di spargere eccessiva violenza e creare quindi uno stress profondo e insanabile.

Le raffinatezze dello Yin e dello Yang in Mali o in Somalia o in Libia o nel Congo hanno vita breve.

 

Piu che Sun Tzu qui parliamo di Adam Smith e la "divisione del lavoro".

 

I numeri sopra mostrano che non c'e la corsa cinese all'africa ma un adeguamento proporzionali ai livelli della sua economia in rapporto al pil mondiale. Dopo di che buona parte di quel continente per geografia, storia, lingua, religione....e' piu estraneo

alla realta cinese che a quella occidentale. Questo e' un elemento che pesa, nel lungo tempo molto piu delle "ferrovie, delle piante di banana o dei barili di petrolio".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Modificato da holmes7
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Un test anti-satellite camuffato?

Dal "Daily" Report dell'AFA di questa mattina .... bhf5g7_th.jpg

 

Chinese Anti-Satellite Test? ....

 

A Chinese space launch this week ostensibly for peaceful scientific research may actually have been a test of a new Chinese anti-satellite weapon, according to US press reports.

China's state-run Xinhua news agency reported the May 13 launch of a high-altitude sounding rocket from southwestern China that was meant to investigate energy ions and magnetic fields in space.

However, the mission was actually a test of the so called Dong Ning-2 missile that China could fire to attack a satellite, reported the Washington Free Beacon on May 14, citing US officials.

The test reflects a significant advance in Chinese counterspace capabilities, claimed the Beacon.

A Reuters report on Wednesday citing a US defense official made similar claims.

Asked for comment, Pentagon spokeswoman Lt. Col Monica Matoush told the Daily Report on Wednesday: "We detected a launch on May 13 from within China. The launch appeared to be on a ballistic trajectory nearly to geosynchronous Earth orbit. We tracked several objects during the flight, but did not observe the insertion of any objects into orbit and no objects associated with this launch remain in space."

China tested an ASAT weapon in 2007 that created thousands of pieces of debris on orbit.

The Pentagon's newly issued 2013 annual report on Chinese military developments states that China is acquiring "a range of technologies" to improve its space and counterspace capabilities.

—Marc V. Schanz
5/16/2013

 

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Aspetto ancora che qualcuno risponda alla mia domanda, vale a dire come questo interesse cinese per l'Africa puo cambiare i rapporti di forza e i constraints strategici della Cina ?

 

 

 

Gia fatto, da anni, e Sun Tzu qui non c'entra nulla, perche il suo pensiero e la sua filosofia si applica(va)no alla realta cinese e alla necessita di un governo di "sottomettere" la sua stessa gente (una sorta di guerra civile) senza la necessita di spargere eccessiva violenza e creare quindi uno stress profondo e insanabile.

Le raffinatezze dello Yin e dello Yang in Mali o in Somalia o in Libia o nel Congo hanno vita breve.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Partiamo dal primo punto. Se Sun Tzu è vecchio e rivolto al 'mercato interno', diciamo pure a West Point di archiviarlo e smettere di studiarlo.

 

The study of Sun Tzu on the Art of War became an American military

education staple after the Vietnam War. As a case in point, the U.S. Marine

Corps book of strategy, Warfighting, builds upon ideas about maneuver

warfare taken directly from Sun Tzu on the Art of War. Recently, business

and law schools worldwide added Sun Tzu on the Art of War to their course

of study. Why? The use of a weapon of the mind – which Sun Tzu on the Art

of War fundamentally is – does not require the physical manifestation of the

sword.

To read Sun Tzu’s words, however, is not to immediately understand

them. That would be equivalent to picking up a sword for the first time and

expecting to fight well with it. To understand Sun Tzu’s words means to put

them into practice within the context of the Taoist philosophies from which

he wrote them. These Taoist philosophies formed the cornerstone of

philosophical thought for Sun Tzu’s audience. They fill in the detail between

the lines of Sun Tzu’s own words. Sun Tzu described a lot more in his book

than meets the eye. We will therefore take the next step of our exploration

into China where history tells us an enlightened philosopher named Lao

Tzu wrote a book called the Tao Te Ching.

http://www.artofwarsuntzu.com/1stChapter.pdf

 

 

 

Solita boutade incommentabile

 

Sulla prima parte, incommentabile anche quella, visto che i 'constraints' (??) si superano appunto mediante l'espansione commerciale e\o militare, vedasi Compagnia delle Indie, o il sistema di basi carboniere della Royal Navy, o la stessa catena di basi USA attuali, bisognerebbe chiedere ai cinesi come mai si espandono in maniera esponenziale in Africa, e anche da qualche altra parte, senza prima chiedere a Holmes che gli direbbe che stanno facendo una colossale e inutile sciocchezza.

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Mi pare che ci siano varie inesatezze.

 

Tanto per cominciare Sun Tzu elaboro (ma non si hanno certezze) la sua opera in un periodo feudale (delle Primavere e degli Autunni).

 

In tale periodo ci furono molte guerre combattute da "principi feudali" per allargare i propri possedimenti.

Tali confronti portavano spesso ad un assedio di cittadelle fortificate che potevano essere espugnate, impiegando truppe mercenarie che dovevano essere pagate e contro "nemici" che erano parte della stessa comunita.

 

Questo comporto una strategia in cui il "sotterfugio" serviva per superare le spesse mura di tali roccaforti tramite il tradimento.

Il comandante doveva ben valutare la situazione sul terreno perche una guerra troppo prolungata avrebbe stressato

le proprie finanze, e si doveva controllare il livello di violenza per evitare troppi spargimenti di sangue e quindi favorire una serie di norme e disposizioni che regolassero i rapporti fra gli stati feudali.

 

 

Queste "regole" derivano dal buon senso e della logica.

In altri contesti questi principi non furono adottati o lo furono solo in parte.

 

Gli europei in particolari si abbandonarono a guerre totali in cui gli "istinti" prevalsero sulla "razionalita", non a caso Clausewitz

mise in guardia contro la "nebbia della guerra", un concetto che va ben aldila delle "imperfezioni" del piano di battaglia, ma coinvolge l'iterazione tra le decisioni politiche e la strategia che si intende perseguire.

 

Ma l'Africa con le teorie di Sun Tzu ha poco a che vedere.

Se la Cina avesse avuto grossi margini di manovra in medio oriente, avrebbe stipulato accordi strategici con i sauditi o i kuwaitiani non andare a trattare con i Sudanesi o i Nigeriani.

 

 

Sulla prima parte, incommentabile anche quella, visto che i 'constraints' (??) si superano appunto mediante l'espansione commerciale e\o militare, vedasi Compagnia delle Indie, o il sistema di basi carboniere della Royal Navy, o la stessa catena di basi USA attuali, bisognerebbe chiedere ai cinesi come mai si espandono in maniera esponenziale in Africa, e anche da qualche altra parte, senza prima chiedere a Holmes che gli direbbe che stanno facendo una colossale e inutile sciocchezza

 

 

No, i "contraints" di cui parlo non si superano, perche attengono alla realta nazionale.

 

Non si possono far sparire 1.2 miliardi di abitanti gran parte dei quali vivono con meno di 200 dollari al mese.

Non si puo rendere verde e rigoglioso un territorio che al 70% non e' abitato, perche fatto di montagne e deserti.

Non si possono cambiare i confini della Cina, in cui si trovano stati nucleari potenzialmente ostili/rivali (India, Russia).

Ne radoppiare o triplicare le risorse procapite di acqua, cibo, energia.

I cinesi non daranno al mondo una lingua semplice da imparare come l'inglese e farne uno degli asset piu importanti del loro "soft power".

Ne costruire nottetempo una flotta con 11 portaerei nucleari.....introdurre il pluralismo partitico.

 

Si potrebbe continuare a lungo.

 

La "conquista dell'Africa" non cambia i rapporti di forza del Pacifico e sopratutto con gli USA e relativi alleati. Lo sanno bene a Pechino la cui politica estera e' da sempre improntata alla prudenza e al basso profilo.

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E quindi? Sun Tzu superato, è questo che lo Holmes-pensiero si è inventato oggi? Perchè scritto 2000 anni fa?

 

Che problema c'e'? Superata anche la Bibbia allora. Aristotele, Socrate, tutta roba vecchia....

 

Diciamolo allora alle accademie militari di tutto il mondo, visto che lo studiano ancora, e pare che la 'forza bruta' sia vista, da TUTTI i comandanti, solo come ultima razio.....

 

Per me Holmes ci è, non ci fa.

 

Sul resto, è appunto incommentabile, quindi si lascia stare, quando ci si inventano le cose c'e' poco o nulla da dire.

 

Il solito coacervo di stupidaggini pseudorazzistiche, come detto da anni.

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Veramente madmike, se Holems si sforza di rimanere cortese nonostante tu gli risponda male, non so quale santo lo trattenga, comunque lui è educato ma non ipocrita o sarcastico, adeguati al tono della discussione o astieniti dal commentare, o perfavore commenta educatamente.

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Partiamo dal primo punto. Se Sun Tzu è vecchio e rivolto al 'mercato interno', diciamo pure a West Point di archiviarlo e smettere di studiarlo.

 

The study of Sun Tzu on the Art of War became an American military

education staple after the Vietnam War.

 

 

Solita boutade incommentabile

 

Non vedo perche no.

Non a caso , diventa un punto fermo nell'educazione militari americana dopo la guerra del vietnam , chi vuole intendere intenda.

 

E quindi? Sun Tzu superato, è questo che lo Holmes-pensiero si è inventato oggi? Perchè scritto 2000 anni fa?

Che problema c'e'? Superata anche la Bibbia allora. Aristotele, Socrate, tutta roba vecchia....

Diciamolo allora alle accademie militari di tutto il mondo, visto che lo studiano ancora, e pare che la 'forza bruta' sia vista, da TUTTI i comandanti, solo come ultima razio.....

 

 

Sul resto, è appunto incommentabile, quindi si lascia stare, quando ci si inventano le cose c'e' poco o nulla da dire.

Il solito coacervo di stupidaggini pseudorazzistiche, come detto da anni.

Nel merito, si che è superato, per il lettore del XXI secolo è solo un'accozzaglia di banalità, Quanto c'è di valido è o perlomeno dovrebbe essere logica comune per un contemporaneo. quindi tutt'altro che una lettura illuminante salvo essere un'assiro,un romano o un signorotto medioevale.

 

Madmike magari vi starete scannando sull'altro forum da anni, ma per noi che partecipiamo solo a questo, sparate del tipo "Il solito coacervo di stupidaggini pseudorazzistiche, come detto da anni" risultano totalmente gratuite. Quindi ti consiglio di limitarti a replicare solo a quanto holmes scrive qui perchè senno sembra che dai i numeri.

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E quindi? Sun Tzu superato, è questo che lo Holmes-pensiero si è inventato oggi? Perchè scritto 2000 anni fa?

 

Che problema c'e'? Superata anche la Bibbia allora. Aristotele, Socrate, tutta roba vecchia....

 

Diciamolo allora alle accademie militari di tutto il mondo, visto che lo studiano ancora, e pare che la 'forza bruta' sia vista, da TUTTI i comandanti, solo come ultima razio.....

 

Per me Holmes ci è, non ci fa.

 

Sul resto, è appunto incommentabile, quindi si lascia stare, quando ci si inventano le cose c'e' poco o nulla da dire.

 

Il solito coacervo di stupidaggini pseudorazzistiche, come detto da anni.

 

 

 

 

Ma tu sun tzu lo hai letto? Dubito molto.......

 

Lo stratega cinese come del resto Clausewitz erano figli del loro tempo, hanno subito l'influenza degli eventi a cui hanno assistito.

 

Non si capisce poi cosa c'entri Sun tzu con la Cina di oggi, quasi che il governo di pechino avesse posto in essere chissa quale ardita e insuperabile manovra "militar-diplomatica" in grado di cambiare gli eventi della storia!

 

La Cina e' un paese che ha seri limiti molto piu rilevanti degli USA, per via della popolazione, per via delle risorse procapite inferiori, del sistema politico monopartitico, della lingua incomprensibile, della mancanza di alleati di peso......e via dicendo!

 

Sun Tzu puo rimediare a tutto questo? Come? Dove?

 

 

Ma non diciamo inesattezze!

 

 

 

Chinese Anti-Satellite Test? ....

A Chinese space launch this week ostensibly for peaceful scientific research may actually have been a test of a new Chinese anti-satellite weapon, according to US press reports.

 

 

 

 

 

A tal proposito sono state fatte delle valutazioni e degli studi. Secondo alcuni esperti la Cina sarebbe in grado di colpire nella migliore delle ipotesi un massimo di 9 satelliti in orbita bassa contemporaneamente.

 

Colpire un satellite e' un impresa che richede piu di qualche settimana di preparazione.

 

Secondo questi studi, se Pechino riusce a nascondere i movimenti dei sui missili SC19 , raggruppandoli nella dovuta maniera per tirare contro satelliti in orbita bassa, potrebbe appunto metterne fuori uso fino a 9.

 

Il termine "contemporaneamente" e' importante perche dopo la prima salva, logicamente la vulnerabilita del resto dei satelliti diminuisce drasticamente perche cambierebbero orbita.

 

Attualmente in orbita ne girano circa 1050.

 

Di questi 455 sono USA, di cui 128 militari, altri 116 di "doppio uso", il resto commerciali.

Modificato da holmes7
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Non vedo perche no.

Non a caso , diventa un punto fermo nell'educazione militari americana dopo la guerra del vietnam , chi vuole intendere intenda.

 

Nel merito, si che è superato, per il lettore del XXI secolo è solo un'accozzaglia di banalità, Quanto c'è di valido è o perlomeno dovrebbe essere logica comune per un contemporaneo. quindi tutt'altro che una lettura illuminante salvo essere un'assiro,un romano o un signorotto medioevale.

 

Eh allora se è una accozzaglia di banalità, come detto archiviamo tutto il pensiero militare classico, da Sun Tzu a Mahan, che però, accidenti, si studia ancora nelle accademie.

 

Si vede che non hanno di meglio da fare, o no?

 

Curiosa sta cosa che si sbaglino tutti, salvo i partecipanti a questo forum. O quanto meno, alcuni di loro.

 

Però sarà così, a quanto pare.-

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Signori forse stiamo andando un pò OT, vi invito a continuare nell'apposito topic la discussione su Sun Tzu, visto che stanno crescendo i messaggi su questo argomento, e di continuare la discussione sulla Cina qui a partire dalle ultime interessanti considerazioni sulle crescenti capacità ASAT cinesi.

Grazie

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Eh allora se è una accozzaglia di banalità, come detto archiviamo tutto il pensiero militare classico, da Sun Tzu a Mahan, che però, accidenti, si studia ancora nelle accademie.

 

Si vede che non hanno di meglio da fare, o no?

 

Curiosa sta cosa che si sbaglino tutti, salvo i partecipanti a questo forum. O quanto meno, alcuni di loro.

 

Però sarà così, a quanto pare.-

 

 

 

Ma cosa c'entrano questi pensatori con l'africa non riesco a capirlo?

 

Come ho gia detto ogni nazione si ritrova in una propria dimensione (geografica, demografica, economica, politica, religiosa.....) che ti permette di fare determinate cose piuttosto che altre.

 

Se ai confini degli USA ci fosse stata una nazione con 150milioni di abitanti in possesso di armi nucleari (magari il canada) le ambizioni americane in fatto di "expeditionary" sarebbero state di molto ridotte!

 

Per tornare al tema della Cina......si parla di tentativi di riforma economica

 

http://www.fool.com/investing/general/2013/05/15/why-chinas-surging-economy-is-in-trouble.aspx

 

 

http://www.scmp.com/business/banking-finance/article/1238564/bad-loans-swell-china-economy-slows

 

 

http://www.theglobeandmail.com/globe-investor/investment-ideas/article11902383.ece

Modificato da holmes7
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