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Antiamerikanismo...


Dominus

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Pubblico qui una fantastica lettera apparsa sul forum di paginedidifesa, per la serie famose 4 risate :lol::lol::lol::lol::lol:

 

 

 

L'irreversibile tramonto USA e quello del Partito " Amerikano "

 

Anche se gli analisti del Pentagono e della Nato e i “ media occidentali “ continuano ad accreditare l’esistenza di una indiscussa supremazia militare dell’ America sul mondo, con l’intento di scoraggiare i nuovi “ nemici “ e convincere i vecchi “ amici “ a mantenere le “ posizioni “, è ormai evidente che gli Stati Uniti non sono più in grado di esercitare, come hanno fatto dal 1945 ad oggi, un potere di portata planetaria.

Se l' America incontra crescenti difficoltà strutturali nell' espansione economica e industriale e deve incassare una inarrestabile perdità di credibilità politica, declina, rovinosamente, anche il processo di riammodernamento dell' Us Air Force e della Us Navy : il punto focale di quella " proiezione di potenza " che avrebbe potuto conservare, nel confronto globale con competitori emergenti come Cina, India, U.E e Russia il forte vantaggio di deterrenza tecnologica, finanziaria e produttiva che l’America aveva accumulato durante gli anni della guerra fredda nel rapporto di forza con i Paesi dell’ Est e con l' URSS.

La caduta del Muro di Berlino e l’ implosione del comunismo hanno liberato enormi energie congelate dal trattato di Yalta.

Sono saltate tutte le regole che avevano permesso per decine di anni l’ ingessatura geopolitica dei continente latino americano ed euroasiatico. L’esempio più clamoroso a sostegno di questa affermazione viene dal black-out che coinvolge l’aviazione militare e commerciale Usa.

Mentre Airbus sottrae crescenti quote di mercato alla Boeing fino a superarla in numero di aerei venduti e in volume di affari con le compagnie di volo internazionali, in campo militare l’ Europa è riuscita a rendere operativo l’ Efa 2000 quando F 22 Raptor Usa è ancora allo stato di prototipo, per crescenti difficoltà di bilancio e di messa a punto. Mentre l’ Europa si appresta a lanciare nel 2006 l’ A 380 che rivoluzionerà il trasporto aereo civile mondiale con 850-900 passeggeri imbarcati vantando il minor livello di inquinamento acustico e ambientale, con il maggior risparmio di carburante e la più grande autonomia intercontinentale, l’ America continua a produrre un B 747 ormai obsoleto e sempre più difficile da vendere.

 

In campo militare le cose vanno anche peggio. Gli aerei da supremazia aerea, gli intercettori, i cacciabombardieri F 14-15-16-18 sono ormai delle autentiche carrette dell’aria ma il ritardo più devastante che gli Usa hanno accumulato è nei sistemi d’arma. La tecnologia militare Usa da anni è ormai al palo.

 

E se gli Usa sono paralizzati da un crescente “ immobilismo “ finanziario e industriale, diminuisce, di conseguenza, il potere di “ Israele “ che da sempre utilizza materiale militare di provenienza Usa e le sue donazioni, accumulate dai prelievi fiscali ai lavoratori americani, per mantenere in efficienza in enorme apparato di repressione.

 

L’annuncio della Russia di voler vendere nei prossimi cinque anni 40-60 centrali nucleari in America Latina, Asia, Africa ed Estremo Oriente, insieme alla politica energetica di Gazprom in Ucraina e Georgia e qualche avvertimento anche per la Merkel, sta letteralmente gettando nel panico Bush, il Pentagono e i neocon(s ) Usa.

 

Dal Dicembre 1999 ad oggi la Russia, è riuscita ad annullare la supremazia militare degli Usa, che durava, incolmabile, dalla guerra arabo-“ israeliana “ del 67. L’industria russa, con uno sforzo di ricerca senza precedenti dovuta al trasferimento di tecnologia francese e tedesca in progetti di cooperazione bilaterali, è riuscita a produrre sistemi d’arma capaci di annientare qualunque capacità offensiva degli Usa non solo sul suo spazio aereo e marittimo ma, cosa ben più importante, anche su quello dei Paesi che si affacciano, via, via sulla scena internazionale.

 

Mentre un bombardiere nucleare americano B-2 che vola ad una tangenza operativa di 18.000 metri ed a una velocità di 0.98 mach, subsonica quindi, costa oltre 1.2 miliardi di dollari, la Russia di Putin, e i suoi acquirenti esteri di materiale militare, possono abbatterlo con un missile ( cliccare " surface to air missile Sa 300 pm2 " in ... ricerca ) del valore di 1 milione dollari.

 

L' Sa 300 vola a 7.00- 8.00 mach fino a quote oltre i 40 km di altezza e può colpire a distanze di 150-160 km il B-2 da punto in cui è scoperto dai radar.

 

Le valutazioni strategiche, militari ed economiche, che ne derivano le lasciamo alla valutazione del lettore. Lo studio dei materiali radar assorbenti che coprivano la cellula dell' F 117 " stealth " abbattuto sulla Serbia nel 1999 ha permesso di rendere " visibili " anche i B-2.

 

L’esportazione verso la Cina, l’ India e l’ Iran di questa produzione, aumentando a dismisura, la potenza convenzionale dei destinatari ha permesso alla Russia di incassare miliardi di dollari dall'export militare rinforzando ulteriormente la sua economia e la sua capacità di ricerca, progettazione e produzione industriale. In questo quadro la collaborazione tra Russia e Iran ha assunto un valore strategico.

 

Le enormi risorse finanziarie che questo Paese riesce ad incassare con l’ esportazione di gas metano e petrolio, che ormai ha superato da un anno sui mercati internazionali una quotazione oscillante tra i 60-62 dollari al barile, vengono, in parte, spese nella Federazione Russa per l’acquisto di sistemi d’arma a prevalente finalità di difesa. Negli ultimi cinque anni l’ Iran ha trasferito verso la Russia 4.6 miliardi di dollari per acquistare materiale militare oltre a sviluppare con questo Paese un piano di assistenza per la costruzione della centrale atomica di Busher.

 

L’ultimo trasferimento di tecnologia militare dalla Russia all’ Iran ha riguardato l’ acquisto di 1.250 missili terra-aria Thor M-1 e un aliquota di Buk M 1-2, già presenti nell'arsenale delle Forze Armate dell' Iran, dotati di supporto mobile, destinati alla difesa a breve raggio con un contratto di fornitura stimato ad oltre 760 milioni di dollari per il 2005.

 

La consegna, lo schieramento delle batterie e l’operatività del sistema in Iran è previsto per l’estate del 2006. Verso la Cina l’ Iran ha destinato risorse per oltre 5.4 miliardi di dollari ricevendone in cambio oltre a materiale industriale e militare anche un fondamentale appoggio diplomatico in sede internazionale e all’ Onu.

 

Al ritmo di 1.4 miliardi di euro, negli ultimi tre anni, l’ Iran ha rinforzato enormemente le sue capacità aeree, navali e terrestri. Capacità di difesa che hanno fatto dell’ Iran la prima potenza al mondo, sarà bene ribadirlo, nel campo della difesa aerea e antinave. La “ densità “ dei sistemi missilistici dell’ Iran ogni 100 Kmq è la più alta, in assoluto, a livello mondiale. La qualità tecnologica del materiale è attualmente insuperata e lo rimarrà per anni ed è, nel settore la stessa di cui dispone attualmente la Russia per contrastare una eventuale, improvvisa, aggressione nucleare, portata da aerei o cruise-missiles, degli USA.

 

Non si è lontani dalla verità quindi nell’affermare che l’ Iran è in grado di abbattere tutto quello che gli Usa e “ Israele “ riescano a far volare ben molto prima che possano entrare nel suo spazio aereo o marittimo.

 

L’Iran ha una difesa a lungo, medio e breve raggio semplicemente formidabile resa ancora più letale da misure di punto , satellitari ed AWACS tu 140, ottimizzate sulle analisi di impiego dei cruise-missiles Usa sull’ Iraq. In campo marittimo ha sistemato nel Golfo Persico e nell’ Oceano Indiano un numero imprecisato di avanzatissime batterie antinave SSN 22, Yakhont , C 801, C 802 basate su piattaforme mobili terrestri, imbarcate su naviglio veloce e lanciabili via aerea da Su 27 Flanker. Contro parte di questi sistemi d'arma gli Usa, attualmente, non dispongono nè di contromisure di fuoco nè di apparati jamming capaci di interferire sui sistemi di guida dei missili antinave a ram jet da 2.5 mach.

 

Lo schermo difensivo marittimo è stato completato dalla semina sul fondo di queste acque di centinaia di contenitori stagni contenenti potenti siluri a ricerca acustica EM 52.

 

Oltre 900 missili strategici a lunga gittata sono pronti a colpire terminali, porti e infrastrutture di eventuali califfati che intendessero collaborare con gli Usa mettendo a loro disposizione basi, attrezzature ed aereoporti. L 'unico modo per gli Usa di evitare una severa lezione è di tenersi lontanissimi dall' Iran.

 

Potrebbero entrare con una squadra navale, prima di un attacco, nel Golfo Persico ma ne uscirebbero, dopo, con delle scialuppe di salvataggio o degli autogonfiabili e l'unico petrolio che potrebbe lasciare lo stretto di Ormuz , da quel momento, sarebbe il contenuto di un barile sversato in mare e affidato al gioco delle correnti.

 

Non c’è attualmente caccia, cacciabombardiere, cruise-missile, bomba di precisione, bombardiere intercontinentale, aereo radar, da guerra elettronica, missile balistico con raggio da 2.500 km, conosciuto o precedentemente impiegato, in dotazione all’ Us Air Force, alla US Navy , o a “ Israele “ che non possa essere intercettato e abbattuto tra 300 e i 120 Km prima che si possa pensare di entrare nello spazio marittimo e aereo o territoriale dell’ Iran. Il bombardamento degli F 16 di " Israele " sul reattore di ricerca " Osiris " di Tammuz ha concluso un epoca.

 

Oggi tentare di avventurarsi in profondità all' interno dell' Iran sarebbe per Usa e Israele semplicemente un suicidio militare.

 

In un'altra occasione potremo dar conto minuziosamente dell’enorme potere convenzionale di cui dispone attualmente l’ Iran e l’ampiezza della deterrenza geopolitica che può esercitare in ( Iraq ) , Afghanistan, Libano, Palestina e più in generale su altre aree del Vicino Oriente che del Centro Asia. Si può inoltre legittimamente sostenere che la capacità di difesa convenzionale dell’ Iran sia, di fatto, superiore a quella che possono mettere in campo nell’area del Golfo Persico gli Usa, senza dover sottrarre, per tempi lunghi, ad altre aree strategiche, forze indispensabili ad assicurare un ormai residuale controllo militare “ globale “.

 

Fintanto che truppe Usa continueranno ad essere dislocate in Iraq, alle periferie delle città, non ci saranno prevedibilmente attacchi Usa all’ Iran o alla Siria. Tra i due Stati è operante da tempo un patto di reciproca difesa. La strategia militare dell' Iran prevede inoltre attacchi preventivi di ampia portata su obbiettivi Usa o di " Israele " nel caso che fosse accertato l'imminenza di azioni aggressive contro la sua sovranità.

 

L’ America impegnata severamente sul terreno in Iraq non è attualmente in grado a livello economico, militare e politico di gestire 2 “ punti di crisi “ regionali. L’Afghanistan non lo mettiamo nemmeno nel conto.

 

Le perdite Usa in Iraq sono devastanti. Da informazioni attendibili di fonte diplomatica europea i caduti Usa in Iraq sono prossimi a 20.000 unità mentre i feriti dovrebbero attestarsi tra 90.000 e i 100.000.

 

Le spese sostenute dall’ Amministrazione Bush per la guerra sono ormai, ad oggi, dall’ Aprile 2003, oltre i 575 miliardi di dollari. Bush ha chiesto al Congresso Usa, proprio in questi giorni, un ulteriore stanziamento di 70 miliardi di dollari da destinare all' Iraq e all' Afghanistan, più un seconda trance di altri 50 a partire dal 2007.

 

In questo contesto allargare la guerra all’ Iran per gli Usa è ormai un obbiettivo fuori portata a meno di non usare armamento atomico tattico sui centri di ricerca e sull’industria militare e civile iraniana con attacchi di saturazione di cruise-missiles, una volta saltata irrimediabilmente la possibilità di degradarne l’efficienza, l'operatività e la produzione con interventi aerei mirati. Ma quì il discorso si sposta verso l’inponderabile.

 

 

 

Ragionando in termini comparativi il Governo Berlusconi per mantenere in Iraq un contingente dai 2.800 ai 3.200 uomini, arrivati su quel teatro di guerra con mesi di ritardo rispetto al Marzo-Aprile 2003, ha speso ad oggi 1.2 miliardi di dollari mentre ha previsto per il prossimo semestre un ulteriore stanziamento di 300 milioni di dollari che porta il finanziamento della missione in Iraq ad un totale di 1.5 miliardi di dollari.

 

Il contingente italiano, per mantenere pressoché costante la presenza militare di 3000 soldati a Tallil, dopo la perdita del controllo sulla provincia di Dhi Qar, della C.P.A, della base Libeccio e Maestrale e una pressoché totale riduzione dell’attività di controllo sulla città di Nassiriya fino al ripiegamento .....“ tattico “..... nella ridotta di Camp Mittica inserita nel perimetro dell’aeroporto Usa , ha avvicendato con turnazione di 4- 5 mesi la Brigata Garibaldi, la Sassari, l’ Ariete 2 volte, la Friuli 2 volte e la Folgore e si appresta dal 1° gennaio 2006 a sostituire nuovamente l’ Ariete con la Sassari. In totale per il contingente presente a Tallil il Ministero della Difesa ha provveduto alla rotazione di non meno di 24.000 militari.

 

Gli Usa per mantenere in Iraq una forza di 160.000 uomini hanno dovuto avvicendarne oltre un milione allungando il periodo di ferma in zona operativa anche oltre i 12 mesi con le conseguenze che si possono immaginare sulla tenuta psicologica e sull’efficienza militare delle divisioni americane che continuano ad operare in zone fortemente ostili e in condizioni ambientali estreme.

 

Gli agi che offriva il Vietnam in riposo, ricercatezza di cucina, ambiente e disponibilità di puttane sono lontanissimi. Per i figli dei " veterani " in Iraq non c'è libera uscita, aria condizionata, bar dove bere birra fredda o frequentare locali a luci rosse. A Baghdad essere infilati morti ammazzati in una black-bag è molto più facile che nel Delta del Mekong.

 

Mentre l’ Italia staziona in una zona che gli analisti militari definiscono “ stabilizzata “ o a “ basso rischio “ le forze Usa agiscono in aree ad altissimo pericolo per la spietata, efficienza messa in campo dalla guerriglia del Baath.

 

Se gli Italiani hanno perso 32 uomini, quindi più dell’1 % del totale delle forze militari a disposizione, gli americani, dovendo far fronte a non meno di 70-80 azioni di fuoco al giorno della guerriglia, con perdite multiple, ad ogni attacco, in morti e feriti, secondo le stime dei media internazionali avrebbero avuto (ci ripetono ) ... 2.160 soldati caduti.

 

Balle di rai, mediaset, agenzie, giornali di partito e " indipendenti ".

 

La percentuale in questo caso risulta, addirittura, attestata su un dato appena superiore alle perdite sofferte dal contingente italiano che ha dovuto in sole 2 occasioni far fronte a un attentato e a due attacchi di portata limitata con impiego di sole armi leggere da parte della Milizia di Al Sadr.

 

Stimando, da dati di fonte diplomatica della UE, (l' ambasciatore francese a Baghdad ) per caduti il 12-15% dei militari USA, il Pentagono dovrebbe aver registrato almeno 19.000-20.000 morti e, valutando il rapporto 1/5 tra morti e feriti, oltre 90.000 tra inabili, sottoposti a terapie riabilitative e interventi chirurgici.

 

Più del 40 % dei militari Usa sono stati curati per gravi traumi cranici. L'elmetto di klevar in dotazione alle truppe Usa ha salvato molte vite ma gli spostamenti d'aria conseguenti ad esplosione ha prodotto un aumento di lesioni celebrali con postumi permanenti.

 

In Vietnam i B 52 Usa martellavano l'Esercito del Nord con bombe a spessore rinforzato di ghisa perchè un soldato con i timpani spaccati, si diceva allora al Pentagono, un invalido permanente, sarebbe costato al nemico enormemente di più di un morto da seppellire.

 

Solo a Ramstein ci sono 1.470 posti letto, destinati ai feriti Usa in Iraq, e oltre 1.700 tra medici e infermieri. Dal Maggio 2003 la ricettività dei complessi ospedalieri tedeschi è al completo. Quando non si riesce a controllare la strada, strategica, che dalla " green zone " porta all’ aeroporto di Baghdad, in tutto una dozzina di chilometri, e si deve incassare perdite crescenti lungo il percorso di personale civile e militare e lo si pattuglia con forze raccogliticcie come la Guardia Nazionale, vuol dire per gli Usa la guerra in Iraq, e in Afghanistan, è ormai persa da tempo.

 

Fini, Martino e compagnia cantante quando vanno a trovare il " presidente dell' Iraq " Talabani usano gli strapuntini dei Black Hawh. In Irak, dicono, la sicurezza cresce con la " democrazia ".

 

L’imperialismo di Usa e GB marcia ormai con il passo degli stivali delle sette leghe verso un irreversibile tramonto. Il partito amerikano è ormai con l'acqua alla gola in America Latina, Medio ed Estremo Oriente mentre continua la liquidazione di quello che rimane delle divisioni Usa e dei suoi servi in Iraq e Afghanistan. Per il declino definitivo occorrerà aspettare altri 25-30 anni. Dresda, Hiroshima, Nakasaki ... fosforo rosso, fullout radioattivo, agente arancio, napalm, neutroni fosforo bianco ... Falluja.

 

Incalliti criminali di guerra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E ' accertato che nell' Aprile del 2003 gli Usa abbiano sparato proiettili nucleari a neutroni su aree periferiche dell' Aereoporto di Baghdad

 

 

 

La prossima nota sarà sul dispositivo di attacco preparato da Martino contro l' Iran, con l'invio di altri 350 militari dell' Aviazione Militare a Herat dietro la foglia di fico dei Centri Provinciali di Ricostruzione in Afghanistan che espone a enormi pericoli il contingente italiano di quella base come quello di Camp Mittica. Poi sarà la volta del C 130 J, degli F 16 , i JSF , la nave Saclan Nato " Leonardo" e tante ... tantissime altre porcherie sottotraccia.

 

Sono anni che si apprestano a sopravvivere nelle anse sensibili del sistema.

 

Stanno devastando con la politica estera gli interessi del Paese negli approvvigionamenti energetici. Occorrerà far deglutire al paziente una dose micidiale di cefalotina prima che il Comando Generale dei Carabinieri imponga dei mugugni a qualche subordinato dalla periferia e possa tornare a riaffacciarsi lo spettro dei "PCC " e delle "Brigate Rosse " .

 

Salvo " altro " di peggio, tipo Atocha.

 

CG.

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ne ho lette appena 2 e...e....e.....

 

 

:rotfl::rotfl::rotfl:

 

poracci poracci poracci!!! :rotfl::rotfl:

 

 

kuelle che mi e piaciuta di piu:

 

 

In campo militare le cose vanno anche peggio. Gli aerei da supremazia aerea, gli intercettori, i cacciabombardieri F 14-15-16-18 sono ormai delle autentiche carrette dell’aria ma il ritardo più devastante che gli Usa hanno accumulato è nei sistemi d’arma. La tecnologia militare Usa da anni è ormai al palo.

 

 

 

:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:

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Altro che portaerei, da informazioni riservate pare che i Russi insieme con i Cinesi e gli Iraniani stiano costruendo qualcosa che surclasserà per sempre gli odiati americani, ecco la prima foto che trapela del cantiere

 

death-star.jpg

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dici davvero????!!!!!!!!!! :roftl: !!!! :D :D :D

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

cheeeeee paaauuuraaaaaaa :rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:

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Ma dove le ha prese ste cifre?

 

Le perdite Usa in Iraq sono devastanti. Da informazioni attendibili di fonte diplomatica europea i caduti Usa in Iraq sono prossimi a 20.000 unità mentre i feriti dovrebbero attestarsi tra 90.000 e i 100.000.

 

E poi chi è stò CG. che scrive l'articolo? :thumbdown:

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Si, ci vado spesso, ho visto che da qualche settimana ci sei anche tu

E' un sito molto interessante e un bel forum, con spunti interessanti.

 

Quanto alle cifre le ha sparate, mi domando che ne hanno fatto di questi 18000 morti in più, sciolti nell'acido e usati per la pavimentazione delle piste di groom lake? E le famiglie? Che gli hanno detto che sono andati a sabotare la morte nera cinese?

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dominus io non sono iscritto a qel forum.

però il primo a parlarne qui sono stato io.

A proposito il link che ho postato parla di un'altro argomento, diverso da quello di dominus.

 

http://www.paginedidifesa.it/2006/laporta_060329.html

 

Lo ripropongo

Edited by Leviathan
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Solite storie...

 

Tra l'altro, ricordo che nel 1990 si faceva un gran parlare del fatto che le forze armate irakene erano potentissime, "le quarte al mondo" dopo USA-RUSSIA-CINA, e così via.

Abbiamo visto come è finita.

 

La cosa che mi dà più fastidio è che chi scrive queste cose sa coscientemente di mentire.

 

L'unica cosa giusta in quel pezzo è che gli americani, finchè sono così impegnati in Irak, non possono permettersi una guerra in Iran.

Certo però che al posto dell'Iran, con l'Irak americanizzato da un confine, e l'Afghanistan americanizzato dall'altro confine, non dormirei sonni tranquilli.

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Scusa Lev ma tu ogni tanto non posti? Allora c'è un altro Leviathan...

 

Gianni una domanda: ma se gli USA o Israele operano uno strike contro le installazioni nucleari Iraniane e l'Iran reagisce invadendo l'Iraq cosa ci si può aspettare? Ce la fanno i nostri a resistere prima dell'arrivo della cavalleria?

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Guest batterfield

Sara' una di quelle solite storie che girano di qua e di la' ma nulla di nuovo insomma.

Cmq Dominus la foto che hai postato cosa centra???Quella e' la morte nera...nata per Star Trek e non dagli iraniani & Co. .................................. ;)

Edited by batterfield
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La morte nera era una battuta.

Mi è piaciuto comunque.

 

Dominus io non sono iscritto a paginedidifesa.

Come puoi non riconoscere il mio stile, tant'è vero che non mi distingui da un'altro.

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Scusa Lev ma tu ogni tanto non posti? Allora c'è un altro Leviathan...

 

Gianni una domanda: ma se gli USA o Israele operano uno strike contro le installazioni nucleari Iraniane e l'Iran reagisce invadendo l'Iraq cosa ci si può aspettare? Ce la fanno i nostri a resistere prima dell'arrivo della cavalleria?

Per come sono strutturate le forze americane e inglesi, per la loro capacità di condurre una guerra di movimento e per la quantità di fuoco che possono sviluppare in contesti in cui il nemico è chiaro e non si nasconde tra i civili, un attacco iraniano in massa contro l'Irak non sarebbe una buona mossa, per Teheran.

 

Le forze alleate manovrerebbero e si guarderebbero bene dal farsi inchiodare a difesa di qualche centinaio di kmq di sabbia, colpirebbero le forze iraniane in avanzata infliggendo perdite gravissime in termini di uomini e mezzi, contrattaccherebbero nel momento in cui i rapporti di forza sono favorevoli.

 

Del resto, le forze NATO (e in particolare quelle americane) sono concepite proprio con principi di guerra tridimensionale.

Se l'Iran attacca l'Irak, gli americani non si limiterebbero a resistere in Irak: anzi, non ci proverebbero nemmeno, cederebbero terreno tranquillamente, attaccarebbero come quando e dove gli pare sfruttando la velocità di manovra,lascerebbero all'aviazione il compito di demolire le forze di invasione... ma in parallelo scatenerebbero attacchi aeronavali massicci contro lo stesso territorio iraniano e non ci penserebbero due volte ad aprire un secondo fronte dal lato afgano.

 

Chi ha un minimo di sale in zucca (e gli iraniani non sono scemi) sa bene che l'ultima cosa da fare è quella di sfidare la potenza militare americana in campo aperto.

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E ' accertato che nell' Aprile del 2003 gli Usa abbiano sparato proiettili nucleari a neutroni su aree periferiche dell' Aereoporto di Baghdad

 

ahauhauahuahauahuahauhauahauhauahuahauhauahuahauhauhauahauh :lol::lol::lol::lol::lol:

 

mi ricorda tanto la bestialità di quando si parlava dei proiettili ad uranio usati dagli albrams :lol::lol::lol:

Edited by vorthex
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Abbiamo gia parlato di questo scenario.

Nella discussione guerra in iran.

 

Ma perchè mentono? Questo non capisco.

Semplice tecnica di disinformazione.

 

Se su 100 persone, 30 sono convinti anti-americani, 40 sono obiettivi e 30 sono convinti pro-americani, sparando quelle grosse cavolate sei sicuro che comunque i 30 anti-americani non cambieranno mai idea, così come non la cambieranno i 30 pro-americani, ma qualcuno dei 40 che stanno per i fatti loro si lascerà incantare e diventerà anti-americano.

 

Quindi, mentire non gli costa nulla: male che vada non ottengono alcun risultato, altrimenti tutto quello che ottengono è guadagno.

 

Siccome di gente poco informata ce n'è tanta, sono questi l'obiettivo delle menzogne.

Al barbiere la persona media legge il giornale e pensa: guarda, qua, che combinano gli americani. E poi magari ne parla al circolo con gli amici la sera, tra una scopa e una briscola.

Difficile che qualcuno di loro si prenda la briga di andare a verificare... difficile che legga mai una smentita.

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