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Influenza suina


Ospite intruder

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In ogni caso bene prendere tutte le precauzioni del caso, qui si tratta di un ceppo già arrivato al passaggio da uomo a uomo quindi tutte le cautele sono benvenute, specie visto che non si può calcolare con precisione l'estensione del contagio che si è sviluppato in aree isolate e sottosviluppate.

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Avete visto la puntata di ieri di Matrix? Si parlava proprio di questo.

L'immunologo presente diceva che le persone malate stanno reagendo bene agli antivirali e sarebbero in via di guarigione.

La causa scatenante del virus sarebbe la promiscuità della vita uomo-suino in alcuni allevamenti sottosviluppati delle aree rurali del messico:

uomo-suino che vivono a contatto, sporcizia, nessun controllo veterinario, niente vaccinazioni e farmaci ai suini ecc...

 

In italia ci sono dosi di antivirale sufficenti per 4 milioni di persone.

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ILSOLE24ORE.COM

Febbre suina: le risposte dell'esperto

 

Abbiamo rivolto a un esperto (Antonio Clavenna*) alcune domande circa l'influenza suina, la sua diffusione e la profilassi. Ecco, di seguito, quesiti e risposte.

 

Potrebbe trattarsi di una normalissima e comunissima forma di influenza?

Non è che per caso, si è voluto ingigantire il problema consapevolmente, cosìcchè alcune grosse aziende farmaceutiche possano vendere ingenti quantità di farmaci antivirali, altrimenti invendibili?

Siamo ancora in attesa di avere un'idea precisa del numero dei casi e del numero dei morti, per cui concordo con il suo invito alla prudenza.

E' giusto prestare attenzione ad ogni possibile situazione di pericolo (come sta facendo l'Organizzazione Mondiale della Sanità), è estremamente sbagliato e controproducente creare allarmismo.

Solo nell'arco dei prossimi giorni si inizierà a comprendere se si tratta di una patologia simile alla "comune" influenza o se il virus è davvero più contagioso e più aggressivo.

Certo, il rischio che ci possano essere speculazioni di qualsiasi tipo non manca.

Senza dubbio, infine, condivido l'invito a non ritenere che i farmaci siano la soluzione risolutiva. Sono una delle possibili armi, da utilizzare solo se necessario e con cautela.

 

Questa malattia ha in comune con la spagnola la prevalenza di contagio e mortalità sui soggetti giovani, leggo 20-50 anni. Scientificamente come è spiegabile questa caratteristica ? A quell'età il sistema immunitario dovrebbe essere ai massimi, per cui come si potrebbe spiegare?

Ci sono ancora troppi dati (ufficiali e confermati) sull'andamento dell'epidemia per poter fare delle considerazioni riguardo alla prevalenza e alla mortalità per fasce di età.

Le agenzie di stampa forniscono dati provvisori che devono ancora essere confermati.

Per il momento, l'unica analogia con la Spagnola è che in entrambi i casi i virus erano del tipo H1N1, ma di ceppi differenti.

La cosiddetta Spagnola si è verificata in un periodo storico che non è certo paragonabile al nostro per diversi aspetti (p.es. differenti condizioni igienico sanitarie, mancanza di antibiotici...).

Sono, perciò, da prendere con le pinze i modelli che stimano il possibile impatto di una pandemia di influenza prendendo come esempio proprio la Spagnola.

L'impatto potrebbe essere, infatti, meno devastante.

 

Ho letto sul sito dell'organizzazione mondiale della sanità animale www.oie.int che non c'entrano niente i maiali e che c'è stata molta disinformazione. Per questo la Commissione Europea e l'OIE hanno deciso di chiamarla "influenza nord-americana" o nuova influenza?

L'attuale epidemia in corso in Messico e negli Stati Uniti ha preso il nome di "influenza suina" in quanto il ceppo virale responsabile dei casi accertati è lo stesso che è implicato nell'influenza che ogni anno si verifica nei maiali. Certo, resta ancora da capire come ha avuto origine questa epidemia e se all'origine c'è stato un contagio da animale a uomo (come è verosimile che sia avvenuto).

Credo che la proposta della Organizzazione Mondiale della Sanità Animale nasca soprattutto dalla preoccupazione che il termine fuorviante "influenza suina" induca a pensare erroneamente che sia pericoloso mangiare carne di maiale, con pesanti ripercussioni sull'economia.

A quanto pare alcune nazioni hanno già deciso di interrompere l'importazione di carne suina dal Messico e dagli Stati Uniti, ma le motivazioni potrebbero essere più di carattere politico-economico che di carattere sanitario.

 

Quanto dura il contagio?

Il tempo di incubazione dell'influenza suina è verosimilmente lo stesso dell'influenza umana, ovvero da 1 a 3 giorni dopo il contagio.

Le persone iniziano ad essere contagiose un giorno prima dell'inizio dei sintomi e rimangono contagiose per 7 giorni dopo che i sintomi sono comparsi.

 

Perche' in Messico si muore?

Le informazioni che abbiamo a disposizione al momento non consentono di definire in maniera chiara l'entità dell'epidemia da influenza suina e la pericolosità del virus.

C'è da tenere presente che devono ancora essere fatti gli esami di laboratorio per chiarire quante persone sono morte a causa del virus dell'influenza suina e quante persone sono state contagiate.

Inoltre, già in passato negli Stati Uniti ci sono state delle piccole epidemie che hanno provocato dei morti.

 

Ritiene che esista pericolo negli scali internazionali?

Non ci sono particolari rischi nel frequentare l'aeroporto per partire o tornare da un viaggio. Il virus dell'influenza si trasmette in seguito a contatti ravvicinati con persone che sono nel periodo di contagiosità, attraverso l'inalazione di goccioline o attraverso il contatto con oggetti da poco contaminati.

Al di fuori dell'organismo il virus sopravvive solo per poche ore. Ciò significa che se si osservano le normali norme igieniche (lavare frequentemente le mani, evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca con le mani) il rischio di essere infettati è pressochè trascurabile

 

Perchè il vaccino della normale influenza viene preparato e distribuito tutti gli anni con congruo anticipo mentre quello che miete vittime in questi giorni necessita di una preparazione così lunga? Il virus dell' influenza stagionale come e con quanto anticipo viene individuato per poterne ottenere il consueto vaccino disponibile nelle farmacie mesi prima del suo arrivo da noi in Europa?

Ogni anno nel mese di febbraio l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fornisce le indicazioni circa la composizione del vaccino antinfluenzale per la stagione invernale nell'emisfero nord. La composizione viene stabilita sulla base dei virus circolanti nel corso dell'anno precedente. Ciò significa che nel febbraio di quest'anno l'OMS aveva già fornito le indicazioni sul vaccino, dando così la possibilità alle aziende di attrezzarsi per produrre un numero sufficiente di vaccini entro il mese di ottobre.

Nel caso dell'influenza suina, si tratta di un nuovo ceppo virale. Per quanto strutturalmente simile ai virus dell'influenza umana, occorre per prima cosa isolare il virus, poi studiare come assemblare il vaccino (quali proteine del virus inserire per riuscire a stimolare il sistema immunitario) e infine occorre un periodo di tempo di alcuni mesi per la produzione industriale del vaccino. Alcune aziende si dicono pronte a produrre il vaccino in pochi mesi (circa 6), ma non è da escludere che i tempi possano essere più lunghi.

Il problema maggiore è in ogni caso il vaccino non sarà disponibile per l'epidemia di influenza suina in corso in Messico. Potrebbe essere disponibile in futuro se dopo la stagione estiva il virus dell'influenza suina continuasse malauguratamente a circolare. Occorre però considerare due aspetti: che non ci sarebbe comunque tempo per studiare l'efficacia del vaccino, e che i virus dell'influenza si modificano continuamente e quindi il vaccino studiato oggi basandosi sul ceppo che sta circolando in Messico potrebbe non offrire una copertura adeguata in una futura epidemia.

 

Se veramente si arrivasse a una pandemia il numero di antivirali disponibili copra 4 milioni di persone (almeno in Italia così ci è stato detto) ma in Italia da gli ultimi dati siamo in 60 milioni di persone, ne mancano 56 milioni all'appello.

E' vero che non saremo tutti colpiti se dovesse arrivare, ma avere degli antivirali ancora non incapsulati e non arrivare neppure a coprire il 10% delle persone mi sembra sottovalutare il caso.

E' necessario distinguere il problema della gestione di un'eventuale epidemia di influenza suina dal problema delle scorte di farmaci.

Se dovessimo trovarci di fronte a un'epidemia dovranno essere messi in atto diversi tipi di interventi, e i farmaci rappresentano solo una delle possibili strategie a disposizione.

Le esperienze recenti (SARS, influenza aviaria) insegnano che il controllo delle epidemie si raggiunge soprattutto con misure di base di salute pubblica (osservanza delle norme igieniche, utilizzo delle mascherine, isolamento degli ammalati, quarantena delle persone che sono state in contatto con gli ammalati). La SARS è stata sconfitta sostanzialmente con gli stessi metodi (aggiornati e migliorati) che erano stati impiegati nei secoli passati per le epidemie di peste, non con i farmaci nè con la tecnologia.

Questa precisazione è necessaria per cercare di spiegare come non tutta la popolazione italiana dovrà essere curata con i farmaci. I farmaci saranno necessari per le persone maggiormente a rischio, perché già contagiate o, eventualmente, perché entrate in contatto con un ammalato. Il fatto che la maggior parte di farmaco è presente in polvere e deve essere incapsulato non è di per sè un pericolo. Anzi, è in parte una misura di uso oculato delle risorse.

Nell'autunno 2005, di fronte allo spettro dell'influenza aviaria, molte nazioni hanno creato delle scorte di farmaci antivirali. I farmaci hanno però una scadenza e in parte questi farmaci sono andati "sprecati".

Un'epidemia non scoppia nell'arco di pochi giorni; in caso di necessità ci sarà il tempo necessario per la produzione dei farmaci sufficienti per far fronte all'emergenza.

Credo, infine, che sia importante sottolineare come sia del tutto inutile e potenzialmente dannoso che le singole persone facciano incetta di medicinali. Semmai dovesse esserci un'epidemia in Italia è opportuno che siano gli operatori sanitari a valutare chi necessiti della terapia farmacologica. Un uso sconsiderato e irrazionale degli antivirali potrebbe comportare rischi per la salute dei pazienti e lo sviluppo di ceppi di virus resistenti.

 

* Laboratorio per la Salute Materno Infantile

Dipartimento di Salute Pubblica

Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri"

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Ospite intruder

L'ansa di mezzora fa:

 

Il virus della nuova influenza ha causato la prima morte negli Stati Uniti: un bimbo messicano di 23 mesi (secondo le autorita' sanitarie di Houston era stato portato negli Usa per curarlo.). E' stato inoltre identificato in sette Paesi, sono aumentati a sette i casi certi in Europa, mentre in Italia si registrano i primi casi sospetti, dei quali quattro in Lombardia e uno in Campania. Ma il ministero afferma che "in Italia al momento non sono stati segnalati casi confermati

 

Il sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio, si è detto "ottimista", in quanto finora il virus "si sta dimostrando molto poco aggressivo". Tuttavia, ha aggiunto, è verosimile che anche in Italia possano verificarsi "a brevissimo" i primi casi. Nessuna preoccupazione, ma ci si prepara comunque ad affrontare l'eventuale arrivo del virus: in serata è previsto un incontro fra ministero della Salute e Regioni per verificare l'operatività dei piani pandemici regionali. A livello europeo, oggi a Bruxelles è atteso l'incontro con le industrie farmaceutiche per fare il punto della situazione in vista della riunione dei ministri della Salute Ue domani a Lussemburgo.

 

Nel frattempo è salito il numero dei nuovi casi in Europa, con tre pazienti in Germania nei quali è stata accertata la presenza del virus del tipo A/H1N1. Casi sospetti sono all'esame complessivamente in 13 Paesi europei. Altri due casi sono stati confermati in Israele, mentre le autorità sanitarie messicane hanno affermato, in linea con l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che le morti sicuramente dovute alla nuova influenza sono sette (non più 20, come affermava fino a ieri), sulle 152 sospette. Per evitare ulteriori contagi oggi sono stati chiusi al pubblico "fino a nuovo ordine" tutti i siti archeologici del Messico. Da oggi gli Stati Uniti hanno un ministro della Sanità, la governatrice del Kansas Kathleen Sebelius; hanno giudicato inoltre fuorviante il termine "influenza suina". E dopo il primo caso confermato in Costa Rica (il primo in America Centrale), l'Argentina ha bloccato i voli dal Messico fino a lunedì prossimo, 4 maggio, e Cuba ha decretato lo stato di allerta.

 

"In Italia al momento non sono stati segnalati casi confermati di influenza 'suina' e non si è ravvisata la necessità di assumere iniziative relative a controlli alle frontiere", afferma in un nota il ministero del Welfare. Il Ministero ricorda, inoltre che dal 24 aprile ha assunto una serie di misure per fronteggiare un'eventuale pandemia influenzale allertando la rete di controllo Influnet, con i medici sentinella, la rete dei laboratori e la rete delle strutture sanitarie per ricoveri di pazienti sospetti. Sono state poi rafforzate le misure di sorveglianza routinaria su aerei e navi in arrivo. Da ieri è inoltre attivo il numero di pubblica utilità "1500" per fornire informazioni ai cittadini. Infine è stata inviata una Circolare alle Regioni per implementare le misure di prevenzione e controllo volte a fare fronte al possibile ingresso dell'infezione da virus dell'influenza "suina" A/H1N1 nel nostro Paese. In particolare nella Circolare vengono date indicazioni per definire i casi sospetti e la loro gestione a livello di diagnosi e di trattamento, nonché le modalità di notifica degli stessi casi alle autorità competenti. Per quanto riguarda la situazione delle scorte di antivirali si sottolinea che presso il Ministero sono stoccate quaranta milioni di dosi di farmaci antivirali.

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Ospite intruder

Questa è l'ansa di poco fa:

 

Sono 114 nel mondo i casi accertati e otto le morti causati nel mondo dalla nuova influenza veicolata dal virus del tipo A/H1N1. Lo ha detto oggi il vicedirettore generale dell'Oms, Keiji Fukuda, in una teleconferenza da Ginevra. Dei 114 casi finora accertati, 13 sono in Canada, 64 negli Stati Uniti, 26 in Messico, 2 in Israele, 4 in Spagna, 2 in Gran Bretagna e 3 in Nuova Zelanda. Le morti comprendono le 7 accertate in Messico e una negli Usa, di un bambino.

 

 

Faccio solo un piccolo rilievo: la Spagnola, nel 1918, cominciò allo stesso modo...

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Intruder da secoli si parla di pandemia imminente ma io non ci credo perchè seppur si va da un continente all'altro in poche ore e ci sono molti posti sovraffollati (metropolitane, stazioni ecc...) le condizioni igieniche di oggi sono incredibili rispetto al passato, in occidente la denutrizione che tanto facilitava i milioni di morti della peste nera e altro èquasi assente, le conoscenze mediche sono migliorate, e i protocolli di isolamento sanitario più che ottimi (parlo della dottrina di isolare focolai).

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Ospite intruder

Negli anni 90 un'epidemia di peste, in India, fece una quantità imprecisata di morti (nell'ordine dei 10-50k) e fu risolta molto drasticamente con l'intervento dell'esercito che impose quarantene e bruciò case e villaggi senza tanti scrupoli. Yersinia pestis è endemica anche negli USA, ma non fa mai più di uno-due morti l'anno, venti in casi eccezionali (salvo una volta, negli anni Settanta la variante polmonare, contagiosissima ed estremamente letale, colpì una riserva Navaho e fece una strage, ma le condizioni igienico-sanitarie della riserva erano disastrose). Questo per dirti che conta anche l'ambiente, non solo i viaggi e tutto il resto. Se quella roba arriva in India, o, peggio, in Cina, dove ci sono maiali da tutte le parti (il carattere cinese per "famiglia", 家, rappresenta un maiale sotto un tetto, giusto per rendere l'idea dell'importanza del suino nella vita cinese), temo ci sarà da piangere, a meno che il virus non perda potenza o non si tratti di un falso allarme.

 

 

EDIT: ho appena dato un'occhiata al sito dei CDC. La febbre è di origine suina, probabilmente un virus influenzale aviario che si è mutato nei maiali (possiedono i recettori sia per la trasmissione aviaria che per quella umana) e ora è passato all'uomo, e ora si comporta però come un virus umano, quindi non ha più bisogno dell'ospite a quattro zampe. E questo la rende ancora più simile alla Spagnola. Negli USA i casi sono 91, secondo i CDC.

 

Sul sito dell'WHO potete avere gli aggiornamenti in maniera più seria che dall'ansa: World Health Organisation - Swine Flu

Modificato da intruder
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forse si potrebbe iniziare a preoccuparci in quanto l'OMS ha messo livello 5 (in una scala di 6)

Misure di emergenza saranno adottate immediatamente...

 

http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/e...ione-seria.html

 

A settembre sarà pronto il vaccino

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Ospite intruder

Spero che la carne di maiale vada in ribasso, così ne faccio scorta. Il virus non sopravvive alla cottura, e, comunque, ormai passa direttamente da persona a persona, il medium aninale non serve più.

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Spero che la carne di maiale vada in ribasso, così ne faccio scorta. Il virus non sopravvive alla cottura, e, comunque, ormai passa direttamente da persona a persona, il medium aninale non serve più.

Insomma c'è sempre il lato positivo...

 

Al di là di tutti sui casi effettivi si dice nel link sotto che la mortalità è dell' 1%, non proprio come i film catastrofici sui virus letali...

 

http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=116663

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Insomma c'è sempre il lato positivo...

 

http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=116663

 

Non lo direi ad alta voce nella bassa bresciana e nei posti simili, dove sul maiale ci campano...

 

Insomma c'è sempre il lato positivo...

 

Al di là di tutti sui casi effettivi si dice nel link sotto che la mortalità è dell' 1%, non proprio come i film catastrofici sui virus letali...

 

http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsid=116663

 

Il problema che l'1% di mortalità su una malattia che si diffonde con la rapidità dell'influenza produce numeri comunque spaventosi.

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La mortalità della Spagnola fu, in totale, del 2 per cento, vorrei ricordare.

 

Pensavo fosse molto più alta.

Il mio post avevo uno spirito tranquillo perchè se ti ammali, su 100 ti salvi 99 volte (statisticamente è rassicurante in senso privato, meno in senso generale)

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Non lo direi ad alta voce nella bassa bresciana e nei posti simili, dove sul maiale ci campano...

 

Vale lo stesso per il mantovano (Lender, lo conosci il salame mantovano, molto morbido e indietro di stagionatura?).

 

Resto dell'idea: cerchiamo di evitare inutili allarmismi. Per com'è ora l'influenza, è mortale in zone dove ci sono scarse condizioni igieniche, povertà, ecc... In Occidente ha fatto la bellezza di un dicasi un morto, un bambino di 23 mesi tra l'altro.

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Pensavo fosse molto più alta.

Il mio post avevo uno spirito tranquillo perchè se ti ammali, su 100 ti salvi 99 volte (statisticamente è rassicurante in senso privato, meno in senso generale)

 

Da questo punto di vista puoi stare ancora più tranquillo, visto che come si diceva la mortalità sarà a carico soprattutto dei paesi sottosviluppati.

 

 

Vale lo stesso per il mantovano (Lender, lo conosci il salame mantovano, molto morbido e indietro di stagionatura?).

...

 

Adoro quasi tutti i tipi di salame, per me è un elemento indispensabile della dieta...

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Ospite intruder
Pensavo fosse molto più alta.

 

I dati sulla Spagnola, se letti con attenzione, fotografano già la realtà dei Paesi sviluppati e non dell'epoca. Il 2 per cento è una media fra l'1,5-1,8 di Paesi come il Giappone, l'Australia, il Canada e gli Stati Uniti, relativamente poco toccati dalla guerra a livello di carenze alimentari e sanitarie (benché interi villaggi inuit furono sterminati, in Alaska e nelle province e territori canadesi del Grande Nord, così come le comunità aborigene dell'outback), al 2,2-2,5 dell'Europa Occidentale (Francia, Gran Bretagna, Italia), a cifre molto più alte e spesso sconosciute nel resto del mondo. In India sarebbero morte forse 20 milioni di persone, il 5 per cento dell'intera popolazione del Paese all'epoca, in Africa, e in gran parte dell'America Latina non ci sono cifre né statistiche. E nessuno sa a quanto ammonti il body count preciso: si è passati dai 18-20 milioni di qualche anno fa ai 50 comunemente accettati oggi a 100 milioni sussurrati ma che si teme siano effettivi.

Modificato da intruder
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