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I tagli al bilancio metteranno l'Aeronautica a terra nel 2010?


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I tagli al bilancio metteranno l'Aeronautica a terra nel 2010? Gli scenari preoccupanti emersi dal seminario CESMA

 

Per il generale Giuseppe Bernardis, sottocapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, «il margine di manovra per nuovi recuperi di efficienza è molto limitato.» Per il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto «In questa fase le risorse le dobbiamo trovare al nostro interno». Frasi emblematiche delle due polarità del seminario "Crisi finanziaria della Difesa: riflessi sullo strumento aereo" svoltosi presso il Centro Alti Studi Difesa. Da una parte una recessione evidente con qualunque parametro la si misuri. Dall’altra la complessità intrinseca delle aviazioni moderne che - nelle parole di Bernardis - «sono come gli squali: se si fermano, muoiono».

Il tema del convegno svoltosi giovedì non è nuovo. Già tre anni fa l‘allora capo di Stato Maggiore Leonardo Tricarico aveva parlato della difficoltà di «arrivare vivi» al «futuro roseo» costruito con una durissima riorganizzazione. Da allora la situazione delle spese di esercizio non è migliorata. Di qui l’idea del Centro Studi Militari Aeronautici dell’Associazione Arma Aeronautica di una riflessione - supportata da Alenia Aeronautica, Northrop Grumman, Elettronica, Aerea e Wing Consulting - sugli effetti della crisi, con un programma articolato su due sessioni presiedute dagli ex capi di Stato Maggiore Mario Arpino e Sandro Ferracuti.

La cornice di riferimento è stata tracciata da Gustavo Piga, ordinario di Economia Politica all’università di Roma Tor Vergata, in un provocatorio "keynote address" che si riassume con lo slogan "Il miglior attacco? La difesa!". Una provocazione che parte dalle considerazioni sulla funzione anticiclica della spesa per la difesa e sulle ricadute tecnologiche per approdare a posizioni molto originali. L’Italia e l’Europa dovrebbero portare la spesa per la difesa oltre il 4% PIL, cioè a livello americano, ed utilizzarla per rafforzarne la funzione di collante per l’unità europea anche tramite la creazione di un’agenzia continentale per il settore difesa per «generare forti aumenti di innovazione tecnologica che si estenderanno poi al settore civile, aumentandone competitività e ricchezza». Trasferire all’Europa la propria difesa sarebbe - questo il ragionamento di Piga - un incentivo a rimanere nell’Unione anche in presenza di spinte centrifughe.

Per la funzione difesa - ricorda il gen. isp. Francesco Landolfi, da poche settimane d.g. di Bilandife - sono disponibili circa 4,8 miliardi di euro di cui 2,9 di investimenti e 1,9 di esercizio. In una prospettiva storica, nel 1992 queste risorse erano pari all’1,25% del prodotto interno lordo, che quest’anno sono pari allo 0,92% e che nel 2011 scenderanno addirittura allo 0,86%. Persino dal capo dell’Ufficio Generale P.P.B. dello Stato Maggiore Difesa amm. d. Valter Girardelli - che sottolinea come le risorse non siano né troppe, né poche: semplicemente «sono» - ammette che in queste condizioni tra il 2010 ed il 2013 si avrebbero zero ore di volo, zero ore di moto delle navi, zero ore di esercitazioni. Cifre eloquenti che spiegano perché il comandante logistico dell’Aeronautica gen. s.a. Giuseppe Marani apra il suo intervento dicendo «Bene bene che va, siamo rovinati».

Il paradosso è che la riduzione dello strumento aereo - e dell’intera funzione difesa, come ha sottolineato Crosetto dicendo che un «un problema dell’Aeronautica è un problema di SMD, del sottosegretario, della Difesa e di tutti» - impatta non solo sui "consumi intermedi" (combustibili, fotocopie, divise …) ma su quegli investimenti in tecnologia, ricerca e sviluppo che hanno maggiore impatto sulla competitività e la crescita del paese.

 

Le spese incomprimibili

Lo "zoccolo duro" di spese incomprimibili (dai viveri al meteo, dai radar alla sanità), ha spiegato il gen. b.a. Giacomo De Ponti, vice capo del 3° Reparto SMA - è di 250 milioni. A questi bisogna aggiungere le altre spese, a partire dal combustibile, per le quali quest’anno sono disponibili 275 mln, che scenderanno a 100 nel 2010 ed a 14 nel 2011. Il risparmio selvaggio ha conseguenze gravi: ridurre i contratti per la revisione dei motori significa spingere le ditte al limite della non economicità (e quindi chiusura) di queste attività. E senza revisioni, il fermo dell’attività è vicino. In passato i risparmi sono venuti dalle riduzioni: in cinque anni Aeronautica ha tagliato il 57% dei velivoli, il 49% del personale, il 28% dei reparti. Così nel 2008 sono stati prodotti i due terzi delle ore di volo del 1995 spendendo solo il 45%. Ora si inizia a tagliare il futuro, dall’addestramento ai nuovi velivoli. È già saltata la presenza italiana nella forza C-17 NATO e sono a rischio gli aerei radar e multi-missione (AEW e MMA), tutte componenti qualificanti e moltiplicatrici dell’efficacia. Siamo quindi alla vigilia di quello che De Ponti ha definito un «annichilimento delle capacità operative che ben difficilmente potranno essere ricostituite in futuro anche in condizioni finanziarie favorevoli.»

Concetti analoghi sono stati espressi e quantificati da tutti i rappresentanti dell’Aeronautica Militare. Di fronte alle rigidità di bilancio che derivano dalla lunghezza dei programmi e dagli impegni internazionali, ingessando di fatto quasi il 90% degli stanziamenti, il gen. b.a. Gabriele Salvestroni, capo del 4° Reparto SMA, ha auspicato il finanziamento dei programmi principali con leggi specifiche, svincolandoli dalle contingenze annuali. Anche qui, ha sottolineato Salvestroni facendo l’esempio degli elicotteri AB.212 passato dal 2016 al 2020, il rinvio della sostituzione è un falso risparmio perché comporta maggiori oneri manutentivi (o addirittura costi di aggiornamento) e maggiori spese di acquisizione per la tendenza all’aumento del costo dei programma. In questa situazione «esiste la concreta possibilità di dover valutare se ed in che misura procedere con la fase di acquisizione di alcuni sistemi d’arma» alla cui fase di sviluppo la Difesa ha già partecipato anche con costi rilevanti. Tra questi, secondo la diapositiva proiettata in sala, potrebbero esservi i sistemi missilistici Meteor e MEADS, «ma la cosa potrebbe succedere in qualsiasi programma».

La «fondamentale disarmonia tra compiti assegnati e risorse disponibili» è al centro dell’intervento di Marani, tanto appassionato quanto difficile da riassumere. Due i punti chiave: poiché non esistono riorganizzazioni a costo zero, è difficile fare cambiamenti in momenti di tagli di bilancio. E siccome «i soldi si possono prendere solo dove ci sono», finanziare "in proprio" le ristrutturazioni significa incidere maggiormente sulle linee più "costose" perché più "pregiate". Si tratta in pratica delle linee tattiche e da trasporto (dall’Eurofighter al C-27J, dall’F-16 ai ricambi per i C-130J), mentre quelle minori (dagli NH-500 agli SF-260, dai P.180 agli alianti) sono «peanuts», noccioline. Né deve ingannare la produzione di ore di volo prevista per il 2009 - per la cronaca, 94.000 ore - in quanto resa possibile da contratti manutentivi pagati negli anni precedenti. Lo slittamento al 2010 di altri contratti impedirà invece di mantenere lo stesso livello negli anni successivi, ed è «tutto da dimostrare che saremo liberi di rinegoziare i contratti di supporto.»

A sostegno del fortissimo grido di allarme Marani riporta dati e cifre in parte analoghi a quelli De Ponti ed in parte troppo complessi da sintetizzare. Le conclusioni sono però chiarissime. Nel 2009 dovranno essere prese decisioni che portano «ad un decremento permanente della capacità operativa». Il decremento «non è lineare: da un certo punto in avanti c’è il tracollo». Due i paradossi. Il primo è che «abbiamo speso soldi per ammodernare certi sistemi d’arma che poi non riusciremo a utilizzare». Il secondo è che «il rischio di mutilare irreversibilmente la forza armata» dipende dalla mancanza di «meno di 150 milioni di euro, pari a meno dell’un per cento del bilancio difesa per la funzione difesa».

Un esempio di "ristrutturazione permanente" è stato illustrato dal gen. s.a. Giampiero Gargini, comandante generale delle scuole A.M. e della 3a Regione Aerea, accorpate a Bari in una precedente riorganizzazione proprio per ridurre le sedi e concentrare il personale. La rimodulazione del programma addestrativo dei piloti, con 39 ore di jet in meno, si traduce in un risparmio di oltre 200.000 euro ad allievo. Il passaggio dall’insegnamento frontale a quello elettronico ha ridotto del 65% il costo di un corso d’inglese. È in corso il graduale ritiro dal programma di addestramento piloti in Canada, rivelatosi troppo oneroso. Altri risparmi sono previsti con la soppressione di enti quali di CIFSTAM di Guidonia, che chiuderà nell’estate 2009 dopo appena due anni di vita, oppure concentrando in un unico luogo le attuali scuole marescialli (Viterbo), specialisti (Caserta) e volontari di truppa (Taranto). Ma queste misure promettono risparmi futuri a fronte di investimenti oggi per risparmi futuri. Intanto il rischio immediato è quello di non poter arruolare già dal 2009 il personale previsto (per la cronaca: 169 ufficiali di vario tipo, 648 sottufficiali e 2100 truppa). A medio termine si rischia di non poterci più permettere l’addestramento dei piloti negli USA e di non riuscire a produrre le necessarie ore di volo per farlo in Italia, ma anche di compromettere la capacità di operare in ambiente internazionale a causa dei livelli insufficienti di lingua inglese.

«Se questa è la situazione», ha detto con amara ironia Arpino nella sua veste di presidente di Vitrociset, «visto che noi viviamo di fornitura di servizi questo pomeriggio torno in ufficio e chiudo la ditta».

 

L’industria

Per cambiare la situazione- ricorda in apertura della sessione pomeridiana Ferracuti, oggi capo dell’Ufficio Politica Militare del ministro Ignazio La Russa - è stata varata una "commissione di alta consulenza e studio" incaricata di una ridefinizione complessiva del dicastero e delle forze armate. SMD rivedrà la propria pianificazione pluriennale e sarà rivista la pianificazione pluriennale.

Intanto la difficile situazione economica si riflette sui grandi gruppi industriali. Il direttore strategie di Finmeccanica Giovanni Soccodato ne dato alcuni esempi, dal blocco di un pagamento in valuta perché nessuna banca si fidava di trasmettere i fondi alla possibilità che alcuni grandi integratori tornino a verticalizzare la produzione acquisendo alcuni fornitori strategici oppure dismettano - come pare stia facendo l’americana Textron - gran parte delle proprie attività per la difficoltà di gestirle. L’unico settore in crescita è quello della sicurezza, che registra un solido +9%.

Più immediate e concrete le preoccupazioni della piccola e media industria per bocca dell’ing. Silvano Mantovani di Aerea spa. Il mercato interno italiano non esiste più e sotto un certo volume di ordini la PMI «non si ferma: chiude». Dai ritardi nei pagamenti alla «burocrazia infernale», dalle banche «che concedono soldi "bacati" perché a tassi altissimi» alla legge 185/90 sull’esportazione di armamenti, Mantovani è un fiume in piena. «Se alla crisi sopravviverà un terzo dei fornitori è grasso che cola». La prospettiva di Mantovani è marcatamente nazionale, a partire dai tre fattori chiave che fanno la posizione di un paese nel mondo (tecnologia, cultura e conquista dei mercati esteri). «Un paese che si chiama Italia e che molti lasciano intendere che non è politicamente corretto chiamare Patria», conclude tra lunghi, scroscianti applausi.

 

Fatturare i servizi

Le risorse mancanti potranno venire in parte dalla costituenda Difesa Servizi spa, un caso di "finanza creativa" nel quale - per il relatore Girardelli - dovrà esserci «poca finanza, molta creatività». La società, il cui disegno di legge istitutivo è all’esame del senato, sarà controllata al 100% dal ministero della Difesa ed avrà un cda nominato direttamente dal ministro. Il suo scopo dovrebbe essere quello di passare «dalla cultura della spesa a quella dell’entrata», dalla «logica della permuta a quella della fatturazione», con un «nuovo approccio concettuale» di creare valore anziché bruciarlo. Le entrate dovrebbero venire dalla gestione del patrimonio immobiliare, dalle licenze per l’uso dei distintivi delle forze armate e dalla fornitura di servizi. Sarebbero considerati "servizi" - e quindi fatturati - anche l’opera di promozione dei prodotti dell’industria della difesa, l’uso delle strutture militari per prove sperimentali ed altre voci. Difesa Servizi dovrebbe permettere di superare l’attuale problema delle riassegnazioni di bilancio, sempre aleatorie, per distribuire utili al suo azionista unico, cioè la Difesa.

«Ulteriori riduzioni più che riorganizzazioni saranno amputazioni», ha sottolineato Bernardis ricapitolando quanto già fatto. «Bisognerà decidere a quale parte dello strumento aereo si vorrà o dovrà rinunciare», con un rischio concreto di «fermarsi». Questo significherebbe «smettere di esistere per la distruttiva reazione a catena innescata distruggendo quanto costruito dal paese in decenni». Lo strumento aereo, per le sue peculiarità, «sarà il primo a subire danni irreparabili». E qui, ha detto Bernardis, non si tratta tanto di Aeronautica quanto di aviazione, perché le caratteristiche ed i problemi sono proprie del mezzo aereo e non del suo utilizzatore.

Un appello accorato raccolto solo in minima parte da Crosetto, che ha detto di condividere molte delle singole osservazioni ma ha ribadito con forza la situazione economica. «Se qualcuno chiede soldi, Tremonti gli dirà che non li ha. Stimo alla fine dell’anno un extra deficit di 30-35 miliardi di euro». La situazione «non è colpa di nessuno, ma dobbiamo renderci conto che c’è qualcosa da fare». Per il sottosegretario integrazioni potranno venire dai fondi per le missioni internazionali calcolate finalmente sul loro pieno costo anche indiretto, ma bisogna comunque continuare a guardare innanzi tutto al proprio interno, citando come esempio la preparazione separata delle buste paga da parte delle singole forze armate, così come bisogna evitare sprechi quali le ristrutturazioni di caserme utilizzate da poche decine di persone e magari in procinto di essere cedute.

Crosetto è intervenuto anche su Difesa Servizi garantendo che la società «non spenderà nulla del bilancio Difesa e non occuperà spazi di potere della Difesa». Per il sottosegretario «L’opposizione che sento sempre più crescere» intorno alla spa «credo confermi che ci siano in giro cose che consentono di fatturare ma che oggi non sono "in bianco"».

A rendere possibili i tagli alla difesa sarebbero innanzi tutto questioni culturali. «Il taglio della manutenzione degli aerei è finito insieme al taglio delle fotocopie degli altri ministeri», ha ricordato il sottosegretario perché «nessun politico può capire la manutenzione degli aerei. Io me la sono fatta spiegare da Bernardis.» Allo stesso modo, «Tremonti può permettersi di tagliare a noi in misura più che proporzionale perchè è minore la percezione sociale» dell’utilità della difesa. «È su questo che dobbiamo lavorare».

Nell’attesa, la sintesi dell’intensa giornata di lavori si può trovare in una battuta di Marani («Ci siamo mangiati la dote, stiamo mangiando l’involucro e tra un po’ ci mangeremo il nastrino») o nelle parole scelte da Ferracuti per chiudere il proprio intervento. «Fare meglio con meno si può. A patto di fare meno, limitando cioè quantità e ambizioni».

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http://www.dedalonews.it/it/index.php/03/2...eminario-cesma/

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GRAZIE SILVIO

 

Edit: è vero Lev, tutto vero quanto scritto nell'articolo. Basta seguire un po i finanziamenti alla difesa per rendersene conto.

Modificato da Rick86
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Quando lo dicevo che la situazione era disastrosa ero un pazzo :asd:

 

EDIT

Commenti un pò.

 

Per la funzione difesa - ricorda il gen. isp. Francesco Landolfi, da poche settimane d.g. di Bilandife - sono disponibili circa 4,8 miliardi di euro di cui 2,9 di investimenti e 1,9 di esercizio. In una prospettiva storica, nel 1992 queste risorse erano pari all’1,25% del prodotto interno lordo, che quest’anno sono pari allo 0,92% e che nel 2011 scenderanno addirittura allo 0,86%. Persino dal capo dell’Ufficio Generale P.P.B. dello Stato Maggiore Difesa amm. d. Valter Girardelli - che sottolinea come le risorse non siano né troppe, né poche: semplicemente «sono» - ammette che in queste condizioni tra il 2010 ed il 2013 si avrebbero zero ore di volo, zero ore di moto delle navi, zero ore di esercitazioni. Cifre eloquenti che spiegano perché il comandante logistico dell’Aeronautica gen. s.a. Giuseppe Marani apra il suo intervento dicendo «Bene bene che va, siamo rovinati».

 

Se questa situazione si verificherà veramente, ci vorrà qualche anno prima di ristabilire una condizione operativa a livello dello Standard NATO (che è una cosa che CI E' RICHIESTA e a cui siamo obbligati), quanti anni? A occhio direi almeno 3-4 se i bilanci si "impenneranno" in positivo senza troppi fronzoli, sennò anche di più.

 

Così nel 2008 sono stati prodotti i due terzi delle ore di volo del 1995 spendendo solo il 45%. Ora si inizia a tagliare il futuro, dall’addestramento ai nuovi velivoli. È già saltata la presenza italiana nella forza C-17 NATO e sono a rischio gli aerei radar e multi-missione (AEW e MMA), tutte componenti qualificanti e moltiplicatrici dell’efficacia.

 

Ma in compenso avremmo un paio di centinaia di caccia da non poter far volare, o che a malapena voleranno ma con piloti senza un addestramento degno da paese occidentale, che affare!

 

In questa situazione «esiste la concreta possibilità di dover valutare se ed in che misura procedere con la fase di acquisizione di alcuni sistemi d’arma» alla cui fase di sviluppo la Difesa ha già partecipato anche con costi rilevanti. Tra questi, secondo la diapositiva proiettata in sala, potrebbero esservi i sistemi missilistici Meteor e MEADS, «ma la cosa potrebbe succedere in qualsiasi programma»

 

Stendiamo un velo pietoso sul MEADS, se l'AM si fosse comprata 3-4 batteria di Samp/T con Aster30 block1 avrebbe 1- assolto ai compiti istituzionali che le vengono richiesti, 2- mantenuto una specialità che ora non ha più. Bene.

 

Né deve ingannare la produzione di ore di volo prevista per il 2009 - per la cronaca, 94.000 ore - in quanto resa possibile da contratti manutentivi pagati negli anni precedenti. Lo slittamento al 2010 di altri contratti impedirà invece di mantenere lo stesso livello negli anni successivi, ed è «tutto da dimostrare che saremo liberi di rinegoziare i contratti di supporto.»

 

Anche quì l'ho detto, si rischiava di avere i velivoli ma non i soldi per fare la manutenzione e... eccoci quà!

 

La rimodulazione del programma addestrativo dei piloti, con 39 ore di jet in meno, si traduce in un risparmio di oltre 200.000 euro ad allievo. Il passaggio dall’insegnamento frontale a quello elettronico ha ridotto del 65% il costo di un corso d’inglese. È in corso il graduale ritiro dal programma di addestramento piloti in Canada, rivelatosi troppo oneroso. Altri risparmi sono previsti con la soppressione di enti quali di CIFSTAM di Guidonia, che chiuderà nell’estate 2009 dopo appena due anni di vita, oppure concentrando in un unico luogo le attuali scuole marescialli (Viterbo), specialisti (Caserta) e volontari di truppa (Taranto). Ma queste misure promettono risparmi futuri a fronte di investimenti oggi per risparmi futuri. Intanto il rischio immediato è quello di non poter arruolare già dal 2009 il personale previsto (per la cronaca: 169 ufficiali di vario tipo, 648 sottufficiali e 2100 truppa). A medio termine si rischia di non poterci più permettere l’addestramento dei piloti negli USA e di non riuscire a produrre le necessarie ore di volo per farlo in Italia, ma anche di compromettere la capacità di operare in ambiente internazionale a causa dei livelli insufficienti di lingua inglese.

 

Odio ripetermi.

 

Tutto questo dovrebbe fare un attimo riflettere su quelle che sono le reali ambizioni internazionali dell'Italia e le sue necessità militari.

Modificato da Little_Bird
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No i programmi multinazionali sono protetti, e forse questa è una fortuna quando si raccoglieranno i cocci. L'unica eccezione è forse (speriamo) il MEADS.

 

Siccome l'attuale pagliaccio della Difesa ha già dichiarato chiaro e tondo che piuttosto degli uomini vanno tagliati i mezzi, l'unica cosa su cui si potrà tagliare sarà l'esercizio, ovvero addestramento e manutenzione. Grosso modo è la stessa cosa che succede nelle FFAA sud-americane (curiosi no i punti di contatto tra B. e i vari caudilli dell'area?)

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Non vedo i PDdilelLini

 

Bisogna anche dire che in tempo di crisi i soldi allo stato entrano meno, che invece spende di più per gli ammortizzatori sociali, in quest'ottica vengono tagliati i già magri bilanci militari (bei tempi per la difesa l'era Prodi-Parisi).

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Ospite intruder
(curiosi no i punti di contatto tra B. e i vari caudilli dell'area?)

 

 

Caudillos, non caudilli. Per quanto poco mi piaccia La Russa e per quanto abbia stimato Parisi (Prodi molto ma moooooooooooolto meno), non so se di questi tempi si sarebbe comunque potuto fare meno. Fermo restando che si dovrebbe intervenire una volta per tutte sugli sprechi colossali, tipo 590 mila auto blu (a una media di mille euro al mese per auto, fanno quasi sei miliardi... negli USA ne hanno 74 mila).

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Il miglior attacco? La difesa!". Una provocazione che parte dalle considerazioni sulla funzione anticiclica della spesa per la difesa e sulle ricadute tecnologiche per approdare a posizioni molto originali. L’Italia e l’Europa dovrebbero portare la spesa per la difesa oltre il 4% PIL, cioè a livello americano, ed utilizzarla per rafforzarne la funzione di collante per l’unità europea anche tramite la creazione di un’agenzia continentale per il settore difesa per «generare forti aumenti di innovazione tecnologica che si estenderanno poi al settore civile, aumentandone competitività e ricchezza». Trasferire all’Europa la propria difesa sarebbe - questo il ragionamento di Piga - un incentivo a rimanere nell’Unione anche in presenza di spinte centrifughe.

 

 

quel 4% mi sembra proprio una sparata bella grossa....è una cifra che non si è mai vista in europa......

 

 

(bei tempi per la difesa l'era Prodi-Parisi).

 

bei tempi si...peccato che in quel periodo siano aumentate anche le tasse per noi....tra l'altro il governo frodi ha speso 10 miliardi di euro per abolire lo scalone sulle pensioni del ministro maroni..soldi che potevano anche essere messi in conto anche un po' alla difesa...

 

Fermo restando che si dovrebbe intervenire una volta per tutte sugli sprechi colossali, tipo 590 mila auto blu (a una media di mille euro al mese per auto, fanno quasi sei miliardi... negli USA ne hanno 74 mila).

 

 

 

oltre a ciò metterei anche una minor spesa sociale per le pensioni, che in italia è molto più alta che in europa.....ormai la vita media, sopratutto per le donne, è aumentate moltissimo...non si può andare in pensione e avere ancora 30 anni quasi di stipendio garantito...bisogna aumentare l'età pensionabile almeno a 67 anni per gli uomini e a 65 per le donne...si risparmierebbero miliardi....e poi basta con le missioni inutili..ripeto...tra logistica, stipendi per trasferta ecc...quei soldi extra dovrebbero essere usati per la manutenzione....max 3500 uomini all'anno fuori area...non 8000..siamo penso il terzo paese come contigenti fuori area ma non siamo al terzo posto per le spese!!!!!!!!!!!!!

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Parlo per cognizione di causa. La spesa per le pensioni non è tagliabile dall'oggi al domani. Provvedimenti decisi oggi hanno effetto fra 30 anni.

 

 

no infatti...la legge maroni doveva partire dal 2008, con risparmi che avrebbero cominciato a produrre gli effetti nel prossimo decennio....30 anni no, 8/10 anni si però

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Rispondo a un paio di cose off-topic

1) togliere lo scalone Maroni alla lunga fu un errore

2) Prodi aumento in modo quasi impercettibile le tasse, e anche il suo successore le ha aumentate

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Si, lo scalone Maroni fu tagliato erroneamente per compiacere la sinistra radicale mentre DS e Margherita erano, giustamente, restii a farlo, quanto alle tasse ha già risposto leaviathan: sono aumentate ma da quando mister tasse se n'è andato e le libertà sono al potere di certo non sono calate, anzi!

Il fatto è che a questo governo poco importa di mandare in giro i soldati non addestrati e male equipaggiati, sennò si prenderebbe le sue responsabilità e, una volta deciso un livello di spesa, riformerebbe le FFAA per adattarvisi.

Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca e non si può avere questo livello di spesa per mantenere queste forze armate.

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I risparmi incominciano nel prossimo decennio (quando i vecchi in pensione col vecchio regime incominceranno a morire, sostituiti da giovani in pensione col regime misto prima e solo Dini poi, scusate il cinismo ma le cose stanno così), ma sarà a pieno regime quando TUTTI i vecchi in pensione col regime della prima repubblica e col regime misto saranno morti.

Le due riforme importanti sono quella Amato e quella Dini: Maroni è solo un aggiustamento.

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Non divagate troppo, ci sono gli appositi topic per parlare di ciò che è extra-difesa.

 

Il fatto è che a questo governo poco importa di mandare in giro i soldati non addestrati e male equipaggiati, sennò si prenderebbe le sue responsabilità e, una volta deciso un livello di spesa, riformerebbe le FFAA per adattarvisi.

 

Oltre a ciò per determinare consistenza ed equipaggiamenti delle FF.AA. vanno considerati anche gli "impeghi tipo" delle suddette.

 

E' chiaro e palese a noi cosa ci serve, cioè un buon esercito, moderno ed addestrato, e sostanzioso, non troppo "pesante", viste le operazioni-tipo, e su questo l'Esercito ha imboccato una strada buona, dotandosi del Freccia, con l'intenzione di riammodernare le Centauro e fermandosi con l'acquisto di mezzi cingolati tipo Ariete e Dardo, insomma è una politica che ben si adatta a cosa gli viene chiesto di fare, certo ci sono anche scelte discutibili ma quelle sono più contettuali che legate ai mezzi.

 

Poi siamo un paese "immerso" nel Mediterraneo, quindi serve una marina in grado di poterlo controllare, ed anche di poter partecipare alle missioni internazionali al pari dell'Esercito.

Quindi servono un numero discreto di piattaforme "importanti", e la strada anche quì è giusta, visto che in futuro avremo 10-12 tra Fremm e Doria, il Cavour e tre LHD, che saranno il nocciolo duro della flotta, a cui andranno aggiunti dodici grossi pattugliatori, in cui la MM ha centrato il pieno il concetto, cioè grosse navi, "disarmate", adatte a lunghi pattugliamenti nel Mediterraneo per controllare la ZEE, le principali torre commerciali e dar la caccia ai pirati, in più queste navi dovrebbero essere modulabili, cioè adattabili a diversi scopi mediante l'aggiunta di moduli (tipo lotta alle mine o ASW), che dire? perfetto.

 

L'aeronautica, è il punto dolente.

Per non essere ripetitivo e dire cosa avremo ma che non ci serve, mi soffermo su cosa ci servirebbe e non avremo.

Componente trasposrto stragica, fondamentale per supportare la politica italiana estera, ma sembra che l'AM abbia altri interessi che divergono da quelli del paese, o meglio, altre priorità. C-17 e KC-767, i primi non arriveranno mai, i secondi se sarebbero stati almeno 6 sarebbe stato meglio, e intanto i comandandi in teatro smadonnano perchè non sanno se l'Antonov con rifornimenti e pezzi di ricambio arriverà mai a portarglieli, bene.

Compontente CSAR, abbiamo tenuto in linea gli HH-3F per 30 anni, è purtroppo le conseguenze le stiamo pagando oggi, l'AW101 era disponibile già dal 2000, qualcosa si sarebbe potuto fare, invece è slittato tutto al 2012, bene.

Moltiplicatori di forze, notizia recente della discussione parlamentare per l'acquisto di due aerei ELINT/SIGINT, dopo anni ce l'abbiamo fatta, certo si è optato per il numero minore possibile di piattaforme, 3 rimane il numero perfetto.

Stendiamo un velo pietoso (almeno per ora) sulla faccenda pattugliatore marittimo, velivoli inclompleti (mancanza di suite ASW) che ci sono costati troppo, troppo per essere una soluzione ad interim, che ad interim non è (i P3 Orion al contrario di quanto si dice si trovano ancora, in discrete condizioni e a prezzi uguali se non minori), e che non permetteranno di mantenere tutto il know-how sulla guerra ASW acquisito con l'Atlantic in tutti questi anni, la MM sbraita e l'AM se ne frega, bene.

Questione AEW, certo abbiamo gli E3 AWACS della Nato, ma per un paese che ambisce ad avere una consistente linea aerotattica (votata in particolar modo alla proiezione, proiezione che però non fara mai, se non in numeri esigui da 4-6 macchine al massimo) è necessario avere un assetto proprio, se non altro perchè altrimenti si rischia di essere incoerenti con i proprio requisiti, questo è più un problema concettuale che materiale, ma la dice lunga, molto lunga sulla mentalità (per la serie, io ce l'ho più lungo, poi se funziona male o non funziona.... amen).

Però siccome i soldi sono tanti, e non si sa come spenderli, ecco che scendono in scena MEADS, F-35B (sottolineo il B, non l'F-35 in generale) e 17° Stormo Incursori, due programmi e un assetto di cui non si sentiva affatto la mancanza, esisteva il Samp/T, e invece no, vogliamo il MEADS in cui scopo per la difesa del suolo italiano mi sfugge, vogliamo il B all'AM, perchè così possa mettere i carrelli sulla CV della MM, e sennò la visibilità internazionale chi gliela da... e ti pare che l'AM poteva rimanere l'unica FF.A. senza incursori? Sia mai...

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Dal post al link che segue:

 

http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=169691 (messaggio n° 354)

 

emerge che ci sono 40.000 sottufficiali in esubero; in quello stesso topic, ai post successivi, un forumista calcolò l'ammontare complessivo della somma sborsata dallo Stato per gli stipendi di tale personale.

 

 

A proposito, ma non si poteva utilizzare quella discussione, in luogo di aprirne una nuova?!

Modificato da picpus
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Ma più che i mezzi il problema principale è l'organico, che costa veramente troppo da mantenere, è mal bilanciato nelle sue componenti e non è sostenibile con gli attuali livelli di spesa.

Se si riuscisse a portare le spese per il personale in linea con gli altri eserciti moderni veramente avremmo i capitali per far funzionare a dovere la macchina militare.

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Bravissimo Lino, quoto parola per parola quanto da te detto.

 

Aggiungo una sola cosa: intanto pare che l'AMI stia seriamente pensando di dismettere il MEADS. Speriamo che sia l'occasione buona per unirsi ai francesi; a questo punto che si crei una struttura interforze dotata di SAMP/T e, nel 2020, di Aster 30 Bl2, con vere capacità antibalistiche (IRBM, range > 3000km) dando gli ABM all'AMI e i SAMP/T convenzionali all'EI.

Tra l'altro Finmeccanina avrebbe moltissimo da dire a proposito viste le conoscenze, per lo meno a livello software, derivate dall'acquisizione di DRS.

 

Secondo, un AMI adatta alle esigenze del paese dovrebbe essere:

- in grado di difendere lo spazio aereo nazionale (EF-2000, 100 sono sufficienti, 120 sarebbe meglio)

- proiettare un gruppo di volo all'estero e, se necessario, sostenere tale proiezione nel tempo (quindi 3 gruppi su F-35A, non più di 50 aerei). Il B avrebbe senso solo se si creasse una struttura interforze legata all'acquisto di una seconda PA. (voglio sperare sia questa la ragione dei B, ma è essere ottimisti).

- avere quei moltiplicatori di forza in grado di permetterle di agire in autosufficienza (SIGINT, AEW)

- pattugliare il Mediterraneo (un MPA vero e non l'aborto ipercostoso che stiamo comprando)

- sostenere le esigenze di proiezione dell'EI a livello strategico (C-17), di teatro (C-130) e tattico (C-27)

- CSAR (AW-101).

 

Risultato: 100 EF-2000, 50 F-35A (o B come gli inglesi se vale quanto detto prima), 3 SIGINT, 4 AEW (entrambi su G550), 4 C-17, C-27 e C-130 come ora, 12 AW-101 e 12 MPA

Modificato da Rick86
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Secondo me guardare a questo problema semplicemente giocando ai soldatini e prendendo quello invece di quell'altro è sbagliato, il problema principale, come ha confermato picpus e il personale e lì bisogna intervenire.

Va da se che qualsiasi politico l'ultima cosa che vuole toccare sono posti di lavoro statali.

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Bisogna fare una differenza.

 

Il problema del personale in esubero (che c'è e nessuno lo nega) è politico.

 

Quello invece di una cattiva, per non dire pessima, pianificazione degli acquisti dipende soprattutto dalla FF.A. di turno, e per il restante sempre dalla politica, che accetta tutto o quasi.

 

Ah... visto che si parla di personale in esubero, indovinate quale è la FF.A. che ne ha di più? Manco spreco più fiato...

 

Ma consci del problema del personale, i bilanci restano ancora troppo risicati per potersi permettere i lussi di qualche forza armata.

Per sostenere tutti i sogni di gloria ci vorrebbe un bilancio MINIMO pari all' 1,5% del PIL e una riequilibratura del personale rapportata ai mezzi e agli impieghi, praticamente, visto che siamo in Italia, qualcosa di impossibile.

Modificato da Little_Bird
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Perfetto... e stante alle reali necessità del paese in materia di politica internazionale (quindi partecipazione delle FF.AA. alle stesse), cosa serve e cosa no?

 

Direi che gli ultimi 20 anni sono una buona scuola per capirlo o meno.

 

EDIT

Oggi come oggi non ci potremmo permettere neanche la partecipazione allo sviluppo all'Aster30 block2, visto che si accennava più su, infatti lo sviluppo di tutto il sistema è stati stimato intorno ai 5 miliardi di euro da quì al 2020, ovviamente è fuori luogo.

Certo l'AM si sarebbe potuta "accontentare" di prendere 3-4 batteria Samp/T con l'Aster30 block1, e limitarsi ad integrare il ThalesRautheon M3R per la scoperta a lungo raggio nel 2012 (azione già pianificata dalle FF.AA. francesi), tirando avanti fino a tempi migliori e poi precedere con l'integrazione nei sistemi nazionali del block2.

 

Anzi, per come la penso io, avrei demanato la difesa a medio-lungo raggio all'AM, dando solo a lei in carico il Samp/T, 6-7 batterie in totale, da aggiornare "a spirale" nel corso degli anni, e che avrebbero coperto tutte le necissità del paese, risparmiando al coltempo un mucchio di soldi.

Modificato da Little_Bird
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Mi pare ovvio, ma se tu hai pochi soldi, che già non bastano per avviare i programmi vitali e mantenere quello che hai, NON vai a spendere in assetti di cui non ce ne è bisogno, è questo il punto cruciale.

 

Formare un incursore, ed equipaggiarlo costa, costa una barca di soldi, e questo non lo dico io, ma proprio un incursore.

 

Riguardo l'impostazione non capisco, assunto che il problema del personale è politico e non delle FF.AA. , mi sembra che tutte e tre stiano facendo qualcosa per razionalizzare ciò che hanno (chi più, chi meno), ovvio, si potrebbe fare ancora di più, ma non capisco il tuo punto di arrivo.

Modificato da Little_Bird
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Il mio punto di arrivo? Prepensionare gran parte dei sottoufficiali e ufficiali in esubero, tornare ad un organizzazione equilibrata senza tutte le alchimie per moltiplicare i comandi, togliere i VFP1 che non servono praticamente a nulla e infinite altre cose.

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