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Athens

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  1. Da Berdiansk il tracciato ferroviario sale verso Andrivka, Nel'hivka e infine Tokmak. Da Tokmak la ferrovia va verso Novobohdanivka, nodo in cui si congiunge al ramo proveniente da nord (Vasylivka, sulla riva est del Dnepr) e si ramifica a sua volta verso ovest (in direzione oblast di Kherson) e a sud verso Melitopol. Quindi per arrivare a Melitopol in treno devi necessariamente passare da Tokmak, non essendovi collegamenti diretti Berdiansk-Melitopol. A Melitopol, quindi, se non puoi più contare sul nodo di Tokmak, puoi arrivare via ferrovia solo dal porto di Henicesk passando per Novooleksiivka, oppure direttamente dalla Crimea se gli ucraini non si decidono a colare a picco il ponte di Kerch. Una situazione alquanto complicata.
  2. Robotyne non solo dista una quarantina scarsa di km da Melitopol, ma se andiamo a vedere Google Maps dista poco più di 10 km da Tokmok, che è l'ultimo snodo ferroviario che consente di far arrivare rifornimenti sia a Melitopol che alla Crimea. Al di sotto non c'è altro. Se gli ucraini prendono Tokmok e bloccano la ferrovia, a ovest di quelle coordinate non arriva più nemmeno un grissino.
  3. Ci manca solo che qualche pilota occidentale cada nelle mani dei russi... mi sembra un rischio politico eccessivo. Comunque, portare F-16 in Ucraina avrebbe come prima conseguenza la necessità di disperdere altre preziose (e scarse) risorse antiaeree per proteggerne le basi a scapito di altri potenziali obiettivi sensibili.
  4. Dopo gli attacchi marittimi ucraini, che hanno dimostrato la capacità di Kiev di colpire in tutto il Mar Nero e anche nelle infrastrutture portuali del territorio metropolitano russo, mi chiedo quali potrebbero essere le conseguenze di questo ststo di cose sui premi assicurativi relativi alle navi che dovrebbero percorrere quelle rotte. Se Kiev piange, non è detto che Mosca possa ridere, riguardo la possibilità di movimentare il suo grano per via mare.
  5. Dodici su dodici abbattimenti di Storm Shadow non ci credo nemmeno se li vedo.
  6. Stirpe ha "sbroccato" (per la seconda volta). Sarà un caso che anche in questo caso l'abbia fatto subito dopo una live sul canale YouTube di Parabellum in cui un suo illustre collega ha espresso valutazioni alquanto distanti dalle sue?
  7. Per capire chi fra Stirpe e Capitini si avvicina di più alla realtà bisognerebbe stare nella testa di Zalužnyj. Dall'osservazione a largo raggio del fronte, la perdurante latitanza delle brigate pesanti ucraine che si trovano da qualche parte ancora in attesa di entrare in azione deporrebbe a favore della teoria dello shaping di Stirpe. Tuttavia, ha senso l'osservazione di Capitini sul fatto che la situazione sul campo è variabile e ciò che oggi potrebbe rappresentare un pertugio in cui infilare la massa di penetrazione, fra una settimana potrebbe già diventare un osso durissimo. E' tutto molto strano. Fra l'altro, non si capisce come gli ucraini potrebbero mettere in atto un attacco in massa di sorpresa, visto che la concentrazione di masse corazzate non potrebbe sfuggire all'osservazione nemica, per scadente che sia la ricognizione russa.
  8. Lo Skygurd Aspide usa come vettore un missile derivato dallo Sparrow. L'ultimo pacchetto di materiali USA inviati in Ucraina conteneva, alquanto inspiegabilmente, anche missili Sparrow. E' ipotizzabile che quegli Sparrow possano essere adattati proprio come munizionamento per gli Skyguard?
  9. Sparrow? Mi faccio una domanda e (non) mi dò una risposta: che fine hanno fatto gli Skyguard e gli Spada italiani?
  10. I btg. meccanizzati possono benissimo avere in dotazione MBT oltre che IFV cingolati e APC ruotati. Cambia solo la modalità di utilizzo di tali mezzi. In questo contesto i carri verrebbero chiamati a operare per ingaggiare eventuali MBT avversari presenti nell'area interessata dall'atto tattico, altrimenti lascerebbero agli IFV il compito di avanzare e sbarcare la squadra fucilieri. Quello che NON è più previsto nella guerra moderna è invece l'errore compiuto dai francesi nella WWII, che fecero operare i loro ottimi carri in modo estemamente disperso come mezzi di accompagnamento della fanteria, vanificandone totalmente le potenzialità e pagando a carissimo prezzo questo equivoco dottrinario. In questo senso, probabilmente, qualcuno potrebbe aver male interpretato le modalità con cui gli ucraini stanno utilizzando i loro MBT in questa fase del conflitto.
  11. La Wagner, come sappiamo, aveva lasciato Bakhmut già da qualche settimana e non mi pare che si fosse rischierata nelle retrovie in attesa di tappare eventuali falle ma che avesse già cominciato a ritirarsi dal teatro operativo ucraino. Se queste informazioni sono corrette, il suo ruolo si era già ridimensionato di molto anche prima degli eventi delle ultime 48 ore. Certo, adesso possiamo dare definitivamente per scontato che non sia più nemmeno una opzione di "power in being".
  12. A quanto pare, la montagna ha partorito il topolino. Magari le gesta di Prigozhin potrebbero anche portare a una situazione politicamente più instabile sul fronte interno russo, ma sul fronte non sembra che il tutto abbia comportato o possa comportare nell'immediato futuro variazioni di rilievo del quadro strategico. I rapporti di forze restano sostanzialmente invariati ra russi e ucraini.
  13. Possiamo serenamente chiudere baracca e burattini e tornare a parlare di calcio-mercato, che quello è il livello della stampa nostrana... I premi Pulitzer de noartri ci propinano questa "anticipazione giornalistica" risalente al 16 marzo 2022, cioè poco più di due settimane dopo l'inizio dell'invasione, quando i russi erano ancora all'attacco in 4 direttrici attraverso tutta l'Ucraina (infatti stiamo parlando di un documento che sarebbe stato redatto quando ancora "le truppe russe circondavano Kiev") e non avevano alcuna ragione per ritenere conveniente (o necessario) l'ottenimento attraverso le trattative di una minima parte degli obiettivi che lo stesso Putin aveva dichiarato ufficialmente annunciando l'inizio della guerra (sostituzione del governo Zelenskij con un pupazzo in stile Lukashenko, disarmo delle forze armate ucraine più varie ed eventuali). E solo il 17 giugno 2023, cioè dopo più di un anno in cui questo fantomatico documento sarebbe rimasto ben nascosto nelle stanze del Cremlino, apprendiamo (non si capisce da quale fonte, visto che il Fatto Quotidiano non la dichiara) che tale accordo sarebbe stato "reso noto" (ma "reso noto" vuol dire "fisicamente mostrato" oppure si è trattato di una confidenza fatta oralmente durante una conversazione?) da Putin ai diplomatici sudafricani. Se la ricostruzione del Fatto Quotidiano fosse vera, staremmo oggettivamente parlando di un documento che dal punto di vista dioplomatico varrebbe più di una bomba atomica, poiché una sua pubblicazione (a proposito, perché non è già stato dato in pasto alla stampa russa?) metterebbe con le spalle al muro TUTTA la diplomazia occidentale (Biden, Von der Leyen, Scholz, Macron, Stoltenberg eccetera) nei confronti della propria opinione pubblica. E un candelotto di dinamite del genere, capace DA SOLO di provocare un terremoto politico in Occidente, resta ancora chiuso a chiave nella scrivania del caro zio Vladimir?
  14. Una fra le poche cose che riusciamo a capire è che al momento non vi sono elementi per far supporre che le operazioni in corso siano effettivamente i prodromi della controffensiva. Anzi, esistono ragioni per supporre il contrario. Le condimeteo non sono ancora favorevoli. Non pare che in alcuna zona a ridosso del fronte vi siano le concentrazioni di forze necessarie a un simile sforzo. Attaccare a giugno consentirebbe eventualmente ai russi di contrattaccare prima che arrivi il fango autunnale a stabilizzare il fronte. Non mi quadra.
  15. Perché tutto questo mi fa venire immediatamente in mente l'Operazione Compass?
  16. Beh, in attesa di comprendere meglio le motivazioni e gli obiettivi dell'atto tattico di cui discutiamo, un dato di fatto esiste già, ovvero l'ulteriore conferma che l'aviazione russa è in grado di operare esclusivamente come artiglieria volante sulla linea del fronte e non è in grado di portare attacchi in profondità sulle formazioni mecanizzate nemiche che stazionano nelle retrovie. A parti invertite (Russia vs NATO) ci sarebbe già stata l'apocalisse nelle retrovie russe e i loro carri al fronte non ci sarebbero nemmeno arrivati.
  17. Questo è un gioco propagandistico vissuto e rivissuto sin dagli albori della comunicazione di massa, non dobbiamo stupirci della sua costante riproposizione da ogni parte. A la guerre comme a la guerre, anche nel giornalismo o presunto tale. Caso mai, andrebbero approfonditi specifici aspetti relativi all'implementazione di tali tecniche propagandistiche contestualizzate all'attuale panorama mediatico, nel quale la stampa cartacea ha diminuito considerevolmente il suo indice di copertura a favore della tv, del web e dei social. Questi strumenti, fatta salva la perdurante altissima percentuale di analfabetismo funzionale nei loro fruitori, si dimostrano sempre più efficaci nella polarizzazione delle opinioni e nella strutturazione del messaggio su livelli di superficialità che non possono che esse definiti preoccupanti. Un esempio di scuola ne è proprio l'illustre Littlebears, il quale all'apparenza può dare l'impressione di un soggetto che assurge a statura di anchor-man non per suoi specifici crediti professionali (totalmente inesistenti dal punto di vista dell'analisi strategica) ma solo perché viene riconosciuto dal sistema mediatico come elemento capace di "bucare" gli schermi e quindi utilizzato di conseguenza riconoscendone la produttività in termini di share al di là della reale consistenza delle sue argomentazioni. Il soggetto in questione, tuttavia, costruisce e veicola la sua comunicazione in maniera estremamente strutturata ed efficace per il suo specifico target di riferimento, il che denota un attento studio a monte del progetto di acquisizione del consenso. Ovviamente sono tecniche note, costui non si è inventato assolutamente niente, ma il fatto stesso che siano facilmente riconoscibili da un attento osservatore dimostra in modo ancora più inconfutabile quanto il sistema mediatico di massa sia globalmente marcio e privo di credibilità sin dalle sue fondamenta non solo negli ameni territori di caccia del caro zio Vladimir o del Cicciobello dagli occhi a mandorla, ma anche in Occidente, ove in omaggio alla "libertà di pensiero" si permette a certi soggetti di imporsi costantemente all'attenzione dell'opinione pubblica quando - nel caso in questione - basterebbe un solo pubblico confronto con un professionista vero dell'analisi strategica per smontare pezzo per pezzo e con estrema facilità tutte le loro deliranti fandonie. P.s.: Scagnetti, nel tuo elenco di soggetti borderline hai dimenticato lo "spetsnaz de noartri", quello "educato in Siberia"...
  18. Offensiva "su larga scala in cinque settori del fronte" condotta... da 6 btg meccanizzati e 2 btg corazzati. Il tutto, senza nemmeno far cenno a supporto di artiglieria o altro. Questa (fonte ANSA) secondo il Cremlino sarebbe una offensiva su larga scala. Ovviamente da Kiev parte la pernacchia. Dovrebbe trattarsi presumibilmente - ammesso che si sia effettivamente verificato e che le risorse impegnate corrispondano effettivamente a quanto dichiarato - di un atto di portata non più che tattica o giù di lì, viste le modeste dimensioni delle forze impiegate.
  19. Se non ricordo male, mi sembra che qui se ne parlò proprio in occasione della notizia dei proiettili al DU associati ai Challenger. In ogni caso, l'uranio impoverito non è un esplosivo ma un materiale inerte, quindi non può in alcun modo "esplodere" come cianciano gli amanuensi di Repubblica.
  20. Questa solenne bufala fa il paio con altri incommentabili strafalcioni mediatici tesi solo a stimolare l'attenzione di uomini della strada e casalinghe di Voghera che non distinguerebbero una betoniera da una friggitrice. Ogni volta che la stampa generalista parla di uranio impoverito, uno studente di fisica cade in depressione.
  21. Sono proprio curioso di apprendere come e da quali piattaforme potrà essere lanciato lo Storm Shadow, visto che nell'articolo de WP si afferma che esso può essere portato in volo da aerei ucraini di origine sovietica.
  22. La questione dell'utilizzo dell'aviazione in chiave aerotattica da parte ucraina continua purtroppo a presentare l'equazione irrisolvibile del confronto con la caccia russa orbitante entro i confini del proprio spazio aereo e quindi virtualmente inattaccabile mentre è del tutto libera di usare i propri vettori AA a lungo raggio contro gli aerei ucraini. Non ho memoria di precedenti situazioni dello stesso tipo, in cui a uno dei due contendenti è politicamente negata l'opportunità di confrontarsi con il nemico sulla terza dimensione, e immagino che questo sia l'interrogativo più imbarazzante da affrontare nella valutazione dell'opportunità di fornire caccia occidentali a Kiev. In questo contesto, solo aerei dotati di elevata stealthness come F-22 e F-35 potrebbero riuscire a operare con le insegne ucraine con una certa tranquillità, ma l'arrivo al fronte di tali sistemi è ovviamente fuori discussione.
  23. L'azione sul Cremlino sembra un atto puramente dimostrativo, non essendo ragionevole pensare di poter fare danni materiali di qualche importanza con quei droni. Così a naso, più che al false flag tenderei a dare più credibilità all'ipotesi dell'opposizione interna che vuole mandare al caro zio Vladimir un messaggio chiaro: magari, chissà, qualche "amico che comincia a essere non più così tanto amico".... La matrice ucraina la scarterei per inutilità dell'azione - anzi, la troverei politicamente controproducente - mentre l'ipotesi del finto attacco messo in atto a bella posta dal Cremlino comporterebbe comunque un danno di immagine: forze armate e servizi rischiano la figura da pirla. Cosa di cui magari a loro poco importa ma... boh, staremo a vedere.
  24. Più in generale, la questione (essenzialmente politica) che si pone al momento e che influenzerà direttamente anche nel prossimo futuro la dinamica del conflitto è la scadenza elettorale delle elezioni presidenziali USA. Questo è un elemento temporale con "data certa" a scadenza piuttosto breve, che Stirpe e Capitini sembra abbiano valutato come "variabile indipendente" per quanto riguarda il supporto americano all'Ucraina, non affrontando il tema del rapporto che esiste fra essa e un'altra variabile significativa, ovvero l'impatto sull'economia russa delle sanzioni occidentali. In sostanza, proprio le elezioni presidenziali USA potrebbero impattare sulle decisioni strategiche degli stati maggiori ucraini costringendoli a prendere decisioni in tempi più brevi rispetto a quelli necessari perché le sanzioni abbiano effetti realmente determinanti sul "sistema paese" russo (basti guardare cosa sta succedendo al rublo) e non solo sul suo apparato industriale (che già ne risente). In pratica: l'Ucraina deve attaccare il più presto possibile per non far continuare l'attuale situazione di impasse sino alla data delle elezioni presidenziali USA, mentre potrebbe essere più consigliabile attendere che il suddetto "sistema paese" russo venga portato se non un collasso almeno a un forte deterioramento delle sue capacità belliche e della sua determinazione a combattere questa insulsa guerra.
  25. Semoventi M109 in transito a Vicenza, presumibilmente L ex E.I., e altrettanto presumibilmente diretti in Ucraina vista la totale assenza di identificativi di nazionalità e di reparto. Fonte Facebook. https://www.facebook.com/photo/?fbid=10227204596293983&set=a.1036392083305 Per chi non ha FB:
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