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  1. mi oppongo: 4 di AMX 4 di Tornado 6 da caccia (3 F16,2 EF2000,1 MB339 SMI) totale: 14
  2. Lockheed-Martin: un buon affare per l'industria nazionale la partecipazione al JSF. Entro 2006 la firma per la fase di produzione. Nella fase di sviluppo e di produzione a basso rateo del Joint Strike Fighter (JSF) l'industria aerospaziale italiana si è aggiudicata contratti per 800 milioni di dollari contro 320 garantiti e 590 ritenuti probabili nella lettera d'intenti di tre anni prima. Nella fase di produzione la cifra potrebbe essere di 7,2 miliardi di dollari, oltre il doppio dei 3,2 miliardi stimati inizialmente e comunque un buon ritorno sul miliardo di dollari investito come partner di livello II della fase di sviluppo. Questo, in estrema sintesi, dal punto di vista di Lockheed-Martin il valore del programma F-35 per l'Italia, in un momento particolarmente adatto in considerazione del recente roll-out del caccia e della prossima fase Product Sustain Follow-on Development (PSFD). Per illustrarlo a Roma sono giunti Kevin R. Dwyer, Vice President Business Development del programma, e Yung A. Le, direttore sviluppo business per l'Italia. Il punto Dwyer ha aperto l'incontro partendo dalla nascita dei caccia a reazione per arrivare all'F-35 "aereo stealth della seconda generazione" in grado di mantenere la propria bassa osservabilità in ogni tempo e luogo manovrando a 9G. Impietoso il confronto con l'F-117 "non manovriero, subsonico, notturno" e penalizzato da pesanti esigenze manutentive: 60 ore/uomo per ora di volo contro l'unica prevista per l'F-35. Per cogliere l'obbiettivo di una bassa osservabilità senza manutenzione, l'F-35 sfrutta anche accortezze quali il posizionamento di tutti le aperture di servizio all'interno della cellula (per esempio nei pozzetti dei carrelli o nella stiva bombe) anziché all'esterno. Dwyer ha concluso ricordando i prezzi fissati nel 2002 per la versione a decollo convenzionale (45 milioni di dollari per l'F-35A, cosiddetto CTOL) e corto/verticale (60 milioni per lo STOVL F-35B). La tempistica prevede il volo del primo F-35A, più pesante di quelli di serie in attesa del completamento degli interventi di riduzione del peso di cui si dovrebbero vedere i vantaggi sul secondo CTOL che volerà nel 2008. Già nel 2006 inizierà comunque la fase di Low Rate Initial Production (produzione iniziale a basso rateo, LRIP) nella quale saranno realizzati 400 esemplari prima di transitare alla Full Rate (pieno ritmo) nel 2012. Nel frattempo avranno già volato sia il primo STOVL (2007) e l'F-35C imbarcato (2009). Su quest'ultima versione incombono alcune incertezze, che Dwyer ritiene però infondate. «Tutte e tre le versioni sono sicure. Abbiamo già i fondi per la produzione a basso rateo del CTOL e lo STOVL è sostenuto dai Marines. Non prevediamo cambiamenti.» Nonostante le turbolenze politiche americane ed il visibile tentativo dell'USAF di tagliare i numeri del JSF a favore dell'F-22A Raptor, Lockheed Martin ostenta tranquillità sul futuro dell'F-35A e sottolinea come il caccia abbia superato indenne la recente Quadriennial Defense Review. I fondi stanziati nel 2006 sono stati pari a 4,8 miliardi per la fase di sviluppo (con un taglio di soli 100 milioni rispetto alla previsione) e 120 per la LRIP (contro 152). L'esperienza dell'F-22 ha insegnato molto ed ha ridotto, dice Dwyer, costi e rischi dell'F-35. L'Italia nel JSF Ricco di spunti italiani l'intervento di Le, che ha ricordato l'approssimarsi della scadenza di fine anno per la firma dell'accordo PSFD ed ha ribadito come il paese intenda dotarsi di 109 esemplari CTOL per le esigenze dell'Aeronautica e di 22 STOVL per la Marina; in più, l'Italia sta trattando la possibilità di partecipare alle prove in volo con l'acquisto di un prototipo per versione, da inserire nel programma di sviluppo in USA. Questo rientra nell'ambito della più vasta trattativa con il governo statunitense per la partecipazione dei piloti italiani alla fase di prove operative. Il contratto coprirà l'intera vita del programma, prevista in 40 anni. Secondo Le, per Alenia Aeronautica il valore del lavoro sull'ala potrebbe toccare i sei miliardi di dollari. Nell'ottobre scorso il governo americano avrebbe dato la sua sostanziale approvazione alla realizzazione di una linea di montaggio finale in Italia, il cui costo è già stato sottoposto agli uffici deel Segretario Generale/Direttore Nazionale degli Armamenti. L'Italia è l'unico paese ad aver richiesto una propria linea: non lo ha fatto neppure la Gran Bretagna, che pure ha una quota del 18% circa del JSF. Un programma americano La proprietà americana del programma - piattaforma, tecnologie e gestione comprese - è un concetto che ritorna più volte, per bilanciare l'eccessivo ottimismo o per distanziarsi dalle polemiche. I punti controversi - a partire dall'insoddisfazione di alcuni paesi partecipanti come la Norvegia - tendono ad essere "government issues" sui quali l'industria ha poco controllo e non rilascia commenti. Questa è la linea tenuta anche sulla questione del motore F136, propulsore alternativo per il JSF, di fatto cancellato dal Congresso che gli ha negato 1,2 miliardi di dollari di sviluppo nonostante il team General Electric/Rolls-Royce fosse «on time, on schedule». La decisione ha creato molto malumore in Gran Bretagna, dove ci si aspettava maggior considerazioni per il primo partner mondiale degli USA e il maggior partecipante internazionale al JSF. Per quanto riguarda la candidatura italiana ad entrare nel ciclo logistico anche come centro di manutenzione per i JSF europei, ed i timori circa il trasferimento delle competenze tecnologiche per l'aggiornamento del sistema d'arma nei 40 anni di vita previsti per il programma, Dwyer ha detto che «è difficile immaginare che consegneremmo un aereo senza dare anche la possibilità di svilupparlo». A questo proposto è utile ricordare la particolare geometria del programma JSF, che è a tutti gli effetti un programma del governo americano. L'Italia dovrà quindi raggiungere un accordo con quest'ultimo, consentendogli di ordinare gli aerei alla Lockheed. A sua volta questa consegnerà - ancorché formalmente - le macchine agli USA perché vengano girate all'Italia. Da questa impostazione discende anche la mancata corrispondenza tra la partecipazione finanziaria e le quote di lavoro, che non sono prestabilite ma sottoposte a gara per l'individuazione delle soluzioni più efficaci. Anche questo ha creato incomprensioni in quei paesi la cui industria non è riuscita ad aggiudicarsi pacchetti di lavoro sufficienti o qualificati. Pur senza rivelare l'esatta ripartizione e i valori, Le ha distribuito una lista aggiornata al novembre 2005 delle aziende italiane partecipanti al programma con varie tipologie che riportiamo di seguito. Partendo da considerazioni sul concetto strategico dello Stato Maggiore Difesa, Lockheed considera il programma sicuro anche in caso di futuri disallineamenti tra le posizioni dei governi italiano e statunitense. Neppure il possibile avvento di una coalizione di centrosinistra: «L'accordo precedente fu firmato dall'allora sottosegretario Marco Minniti».
  3. easy

    I tornado tedeschi...

    Ho letto una cosa che mi ha lasciato sconcertato, la germania, che in totale possiede 227 Tornado, ne tiene ben 142 a terra in magazzino!! Solo 85 sono operativi, date mutate esigente del dopo guerra fredda, ma non hanno mai pensato di vederli?? cioè 142 aerei con ancora migliaia di ore a disposizione sono li a prendere polvere!
  4. easy

    elezioni 2006

    Fini se non ci fosse il Silvione come presidente del consiglio, ma visto che si è candidato a presidente del consiglio ancora lui meglio spostarsi verso sinistra...voterò tappandomi il naso con le dita...
  5. io sarei interessato, avete un indirizzo msn magari per fare 2 chiacchiere? Magari vi faccio vedere qualche foto fatta da me
  6. domanda un po stupida, come si può entrare a far parte del vostro "team"? è un bel po che seguo aviopress, soprattutto per le bellissime foto, e non finite mai di stuprimi!
  7. easy

    base di Amendola

    capito, la mia domanda era sorta dopo aver visto delle foto satellitari e questa:
  8. easy

    base di Amendola

    Nella base di Amendola ci sono shelter corazzati? ho visto qualche foto ma non mi pare, gli aerei sono tutti ricoverati in soft hangars, mi confermate? come mai non ci sono?
  9. la trovo un po inusuale come mimetizazione, quale sarebbe la funzione del bianco?
  10. Avrei una decina di numeri di Model Time da vendere, 1 euro l'una, possibilmente in blocco, qualcuno è interessato? Sono ideali per imparare nuove tecniche per chi ha già un po di esperienza e per imparare le basi del costruire, dettagliare e dipingere un modello per chi è all' inizio (io le avevo comparte proprio per questo) Fatemi sapere!
  11. easy

    I miei modellini

    si applica nelle fessure, tipo il raccordo tra ala e flaps, ottenenudo un bel effetto realistico, ne metti un po sul pennello e poi la depositi nella fessura
  12. easy

    I miei modellini

    molto belli, ti consiglierei di usare un po di inchiosto a china per dettagliare le fessure e vernice trasparte opaca in alcuni punti, soprattutto sopra le decal, vedrai l'effetto è assicurato!
  13. easy

    F 35: dense nubi all'orizzonte

    nighthawk da quando è che supporti i terroristi irakeni?
  14. easy

    entrare nei GIS

    esatto, è un concorso solo per interni, e riservato agli apparteneti del reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania
  15. easy

    EFA Trance 1-2-3

    da quel che so io il Pirate dovrebbe esserci già in trance 2
  16. la libia non ci attaccherà mai, la questione è semplice Al massimo ci possiamo fare sopra una fantastoria
  17. si ma i caccia moderni non decollano in 5 minuti, l'F104 lo faceva!
  18. easy

    F 35: dense nubi all'orizzonte

    La gran bretagna potrebbe uscire dal programma se alcune condizioni non saranno soddisfatte... http://www.thisismoney.co.uk/news/article....44&in_page_id=2
  19. easy

    EF 2000 servizio d'allarme

    A questo link, clikkate gallery fotografica e andate su EFA Grosseto 2005, ci sono un bel po di foto stupende degli EF2000 in servizio d'allarme http://stampa.aeronautica.difesa.it/
  20. le FREMM saranno dotate di A50, l' A45 era previsto all' inizio
  21. all' inizio c'erano gli Harrier inglesi, poi i mirage francesi, dopo ancora F16 danesi, olandesi e belgi, ora toccherà a noi
  22. e non solo, le navi italiane hanno anche l' EMPAR, mentre i francesi si accontentano del più modesto Herakles!
  23. immagino sostituiranno i 6 F16 olandesi schierati per ISAF attualmente
  24. Copio incollo da un mio vecchio post, spero ti possa aiutare per wiki: PS: mi daresti il tuo MSN?
  25. sarebbe possibile refittare le nostre navi dotate di lanciatori Albatros con l'ESSM? A quali costi circa?
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