La NATO non è solo "un'alleanza", ma è da sempre una ben precisa scelta di campo. Una scelta ovvia, giusta e del tutto condivisibile nel momento in cui il quadro geopolitico poneva l'opzione fra l'Occidente libero e democratico e il blocco comunista molto meno libero e per niente democratico. La NATO è stata l'espressione di un legame simbiotico culturale, non solo militare e politico, fra le due sponde dell'Atlantico.
Oggi la NATO è diventata uno degli strumenti che gli Stati Uniti hanno a disposizione per perseguire i propri interessi geopolitici, che potranno anche (non sempre) essere del tutto legittimi ma che in ogni caso non vengono certamente definiti insieme agli alleati europei e che non sempre coincidono con gli interessi europei in generale o italiani in particolare.
Per fare un solo esempio fra i tanti che mi vengono in mente, Washington ha per caso chiesto il parere italiano quando ha gettato la Libia nella catastrofe destabilizzando il regine di Gheddafi e creandoci una marea di grattacapi?
Ma per tornare al caso specifico, se proprio vogliamo usare la metafora della pioggia e del sole, sarebbe il caso di osservare che la "pioggia" (di missili, soprattutto) non c'è in Italia ma in Ucraina, e l'Ucraina non è un membro della NATO. Il che vuol dire che dal punto di vista meramente statutario la NATO non è in alcun modo interessata o parte in causa nel confronto fra Russia e Ucraina.
Non sarebbe forse il caso che Washington, per una volta sola nella storia moderna post WWII, si impicci esclusivamente degli affari di casa propria e lasci all'Europa il compito di affrontare la crisi ucraina a modo proprio?