Tuccio14 Posted August 25, 2008 Report Share Posted August 25, 2008 (edited) "Alla fine del 2011" non ci saranno più "truppe straniere sul suolo iracheno". Lo ha annunciato il primo ministro iracheno, lo sciita Nuri al Maliki, dando notizia che il termine utile per il ritiro delle truppe dall'Iraq è stato raggiunto nell'ambito delle trattative per la stipula del patto di sicurezza con gli Usa. Washington però frena: "Il presidente Bush non ha firmato nessun accordo". No comment sulla data del ritiro. Al Maliki, che è intervenuto in un convegno di capi tribù tenuto a Baghdad, ha tuttavia parlato di "grandi progressi che stanno avvenendo nelle trattative fra Iraq e Usa per definire i punti finali dei paragrafi del trattato bilaterale". Il 21 agosto scorso, nel corso di una visita non annunciata, il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice ha dichiarato che Stati Uniti e il governo di Baghdad avevano trovato un accordo su "un orizzonte temporale" per il ritiro delle truppe americane dall'Iraq, aggiungendo che gli Usa hanno proposto un piano che affiderebbe le operazioni per il mantenimento della sicurezza in Iraq al governo di Baghdad. La questione del ritiro dall'Iraq tiene banco anche nella campagna elettorale statunitense; il candidato democratico, Barack Obama, ha proposto un termine di 18 mesi che al Maliki, con pochissima soddisfazione di Washington, ha sostanzialmente approvato. TGCOM So che come fonte non è un granchè, ma la notizia mi è sembrata interessante. EDIT: REUTERS Il Tempo Edited August 25, 2008 by Tuccio14 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Dominus Posted November 16, 2008 Report Share Posted November 16, 2008 BAGHDAD - Il governo iracheno ha approvato oggi l'accordo di sicurezza con gli Stati Uniti che prevede il ritiro totale delle truppe americane entro la fine del 2011. Lo ha riferito una fonte ufficiale. L'accordo è stato approvato con 28 voti favorevoli su 38.C'era bisogno di una maggioranza di due terzi perché si potesse procedere a presentare l'accordo al parlamento. In questa sede per l'approvazione basta la maggioranza semplice. L'accordo è il risultato di un negoziato durato un anno e che spesso è stato condotto con toni aspri. Prevede la partenza dei circa 150mila soldati americani, che attualmente sono distribuiti su oltre 500 basi. Dalle città i soldati se ne andranno entro il 2009 e da tutto il territorio iracheno entro la fine del 2011, vale a dire otto anni dopo il crollo del regime di Saddam Hussein. La riunione del consiglio dei ministri è durata circa due ore. Il premier Nuri al-Maliki, che ha fortemente voluto l'accordo, era già praticamente certo di ottenerne l'approvazione perché poteva contare sul sì della coalizione sciita e dei partiti curdi, che insieme hanno 19 ministri. Aveva anche l'appoggio degli indipendenti e di una parte dei ministri sunniti. Il parlamento deve ora procedere a una doppia lettura con un voto definitivo a distanza di almeno sei giorni. Seguirà la ratifica da parte del consiglio presidenziale e solo a questo punto si potrà procedere alla firma ufficiale dell'accordo, presumibilmente a Washington, da parte di Maliki e del presidente americano George W. Bush. La Casa Bianca ha definito il testo un buon accordo, soddisfacente per entrambe le parti. Anche il grande ayatollah Sistani, maggiore autorità religiosa sciita del paese, ha dato un suo informale consenso. L'accordo dà un quadro giuridico certo alla presenza militare americana in Iraq alla scadenza del mandato Onu, alla fine di quest'anno. E proprio nel giorno dell'accordo, la guerriglia torna a far sentire la propria voce, con uan nuova strage. Un kamikaze alla guida di un'autobomba si è fatto esplodere nella provincia settentrionale di Diyala, una zona dove al-Qaeda è ancora attiva, e ha ucciso 15 persone, tra cui 7 poliziotti. I feriti, secondo fonti della sicurezza, sono una ventina. (16 novembre 2008) Spero che mantengano comunque robusti contingenti in basi nel paese, sennò tutto sarà stato un enorme perdita di tempo, specie con un tirapiedi degli Ayatollah come primo ministro. Link to comment Share on other sites More sharing options...
vorthex Posted November 16, 2008 Report Share Posted November 16, 2008 d'altrocanto Obama parla di "ritiro responsabile" e questo la dice lunga sulla metodologia di tale operazione. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Tuccio14 Posted November 16, 2008 Author Report Share Posted November 16, 2008 Chissà cosa si dirà in giro di questo ritiro... Non mi meraviglierebbe sentirmi dire che sia solo merito del neo-presidente! Comunque io sono sicuro che manterranno delle basi in Iraq, è in una posizione troppo strategica per lasciarla in mano a qualche rivoltoso inaffidabile... Link to comment Share on other sites More sharing options...
Rick86 Posted November 16, 2008 Report Share Posted November 16, 2008 (edited) Semplice: la responsabilità del controllo del territorio passa agli irakeni che, se lo desiderano, potranno richiedere l'assistenza dei 40 - 60.000 soldati rimasti nel paese in forza di un trattato di cooperazione e difesa reciproca che verrà stipulato da qui a breve. (1) Tutti i soldati americani si chiuderanno in qualche grossa base e l'Irak finirà per ritrovarsi come la Germania del secondo dopoguerra, con molte migliaia di soldati americani permanentemente basati nel paese anche anni dopo la fine della guerra. Soluzione molto più elegante della ingloriosa "fuga" dal Vietnam. L'influenza americana sull'Irak è in qualche misura garantita, i soldati saranno in numero sufficiente da non poter essere sconfitti in una battaglia in campo aperto (sia pure un attacco di sorpresa alle basi) e gli americani smetteranno di vedersi tornare a casa i loro figli avvolti nella bandiera. Giusto per specificare, quando metto tra virgolette una parola, è perchè la intendo con un significato speciale, ironico o altro. Seconda cosa: il numero di soldati che resteranno in Irak non l'ho tirato a caso, anche se non riesco a ripescare dove l'avevo letto. (1) In verità gli irakeni premono per un ritiro completo dei soldati americani al 31/12/2011, data in cui scade il periodo concordato tra i due governi per la permanenza di truppe americane in Ikak. Ma, secondo me, gli americani non sono così fessi da andarsene senza garazie e/o assicurazioni. E, in una situazione fragile come quella irakena, l'unica garanzia certa sono dei soldati sul terreno. Edited November 16, 2008 by Rick86 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Dominus Posted November 16, 2008 Report Share Posted November 16, 2008 Il problema è quel ritiro totale, anche dalle basi. Al maliki ha più volte detto che non gradisce una presenza americana a lungo termine nel paese. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Rick86 Posted November 16, 2008 Report Share Posted November 16, 2008 (edited) Ho editato il messaggio senza aver ancora letto la tua risposta Leggi questo articolo del Washington Post della settimana scorsa, parla appunto di questi problemi articolo The latest draft states that U.S. troops must vacate Iraqi cities by June 30, 2009 and leave the country entirely by Dec. 31, 2011. The previous draft authorized the Iraqi government to ask U.S. troops to stay beyond that for training and other assistance.ad_icon But the current draft states simply that "United States forces shall withdraw from all Iraqi territory no later than Dec. 31, 2011." The draft also recognizes the right of each country to remove U.S. troops before that deadline. It also returns control of airspace to the Iraqis but provides that the government may ask the U.S. to provide "temporary support" in surveillance and air control. The draft also gives Iraq the right to inspect and verify names of all U.S. service members and contractors entering and leaving the country and provides for the U.S. to take "appropriate measures" to deal with any threat to Iraq or its "democratic system and elected institutions." Edited November 16, 2008 by Rick86 Link to comment Share on other sites More sharing options...
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