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La valutazione per la sostituzione parziale dei Tiger


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Beh che dire... Peccato per il Tifone. Di sicuro per Dassault esportare in Svizzera è un gran successo, proprio perchè gli svizzeri sono rigorosi e trasparenti nella loro valutazione. Sinceramente avrei creduto che si fosse dato un peso minore al prezzo di acquisto, ma evidentemente quello del consorzio è troppo più alto di quello che riesca a fare un costruttore da solo (se non consideriamo l'appoggio del governo). La cosa rincuorante per noi italiani, per lo meno, è quella di disporre di una macchina costosa ma assolutamente superiore nel ruolo madre in cui viene impiegata, ovvero la superiorità aerea.

 

Io direi di andare piano con le certezze: innanzitutto non vi è ancora una comunicazione ufficiale. Poi occorrerà (quasi certamente) attendere il parere del popolo. Eventuali contratti nel 2014. In ogni caso è questione di misure: si acquista il necessario. La Svizzera si troverebbe nella situazione (senza crisi) di comperarne anche cento di aerei. Ma francamente non necessitano, la pianificazione della Svizzera per i prossimi 50 anni dà giustamente la priorità ad altri settori quali il settore energetico, dei trasporti, della nuova ripartizione politico territoriale della Confederazione. Abbiamo la fortuna di non essere al livello di Arabia Saudita o EAU i cui sovrani non sanno come spendere i soldi. Altro mondo e altra cultura.

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  • 2 settimane dopo...

Il Governo federale, nella sua seduta di ieri, ha confermato che il tipo di aereo scelto sarà comunicato entro quest'anno. Sarà pure proposto un modo di finanziamento (probabilmente a tappe). La richiesta d'acquisto sarà inserita nei "programmi d'armamento" 2012 o 2013. Il contratto d'acquisto sarà firmato solo dopo il risultato della probabile consultazione popolare. Se il popolo darà il consenso a inizio 2014. E' chiaro che i produttori sono al corrente di questa unicità democratica svizzera.

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Il Governo federale, nella sua seduta di ieri, ha confermato che il tipo di aereo scelto sarà comunicato entro quest'anno. Sarà pure proposto un modo di finanziamento (probabilmente a tappe). La richiesta d'acquisto sarà inserita nei "programmi d'armamento" 2012 o 2013. Il contratto d'acquisto sarà firmato solo dopo il risultato della probabile consultazione popolare. Se il popolo darà il consenso a inizio 2014. E' chiaro che i produttori sono al corrente di questa unicità democratica svizzera.

 

 

Lunedì scorso il ministro della difesa francese, Gérard Longuet, ha fatto una visita ufficiale in Svizzera. In un comunicato è stato detto che si è parlato di tutto. In pratica una sorta di discussione su quanto (tanto) la Francia ha offerto nell'ambito della valutazione aerea. "Sembra" quasi un preavviso della scelta...

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una precisazione sul mio post di prima: l'f-18 e il Mig li ho inseriti, preso dalla foga di fare classifiche :rolleyes:

 

al di la di questo, voglio far risaltare 3 punti:

 

1- Raphale e EF-2000 più o meno si equivalgono: sono le sottigliezze e i pesi attribuiti a queste che fanno la differenza di gara in gara, ma ancor di più le compensazioni, il know-how che le ditte e i governi vogliono mettere in gioco.

 

2- Il Gripen quanto ai parametri del 2ndo gruppo è pressochè una spanna sopra agli altri: se queste voci avessero avuto più peso (come logico per un sostituto di un caccia leggero), il caccia svedese sarebbe stato in testa.

 

3- L'F-18E è un ottimo aeroplano: con altri parametri di valutazione (più peso al ruolo aria-terra e rec) può dare del filo da torcere ai delta canard europei

 

per quanto mi riguarda, il sostituto naturale dell'F-5 è il caccia svedese

 

 

Mi erano sfuggite le interessanti osservazioni sopra. Una precisazione però. Non si sostituisce un aereo come categoria (caccia leggero F-5 Tiger II) ma si sostituisce semplicemente un aereo (che per caso è il Tiger II) con un altro aereo. In più il nuovo aereo dovrebbe sostituire, fra una quindicina d'anni, anche gli Hornet.

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se deve sostituire anche gli hornet, credo allora che la scelta del caccia francese sia la più saggia. Obbiettivamente è un pelino più multiruolo dell'EF-2000, e cosa che non guasta, forse un pelino meno impegnativo sotto il profilo manutentivo

 

discorso diverso se la Svizzera puntava su una doppia linea (ormai fuori moda): in questo caso..... JAS-39 "per tutta la vita"

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In tutta questa operazione della sostituzione dei Tiger esiste anche un "piano B". Se il popolo non dovesse autorizzare l'acquisto vi è già il progetto di modernizzare gli F-5 E per consentire loro il volo notturno e con brutto tempo. In ogni caso resteranno in servizio (almeno parzialmente) fino al 2020 dato che la fornitura di nuovi aerei è prevista solo a partire da inizio 2016. Altro problema (molto svizzero): la necessità di 50 nuovi piloti supplementari. Infatti le attuali squadriglie di Tiger sono formate principalmente da piloti "di milizia", ossia non professionisti. Non sarà possibile con i nuovi aerei. I nuovi piloti sono solo professionisti e ne vengono brevettati 5 o 6 all'anno.

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mo-mo ho seguito tutta la discussione, con un po' di fatica, devo ammetterlo.

 

Posso farti alcune domande, visto che sembri preparato sulla siituazione della difesa aerea della Confederazione Elvetica e sei stato sempre disponibile a chiarificare quello che si pensa in confederazione (domande attinenti alla sostituzione dei Tiger).

 

 

1) Prendiamo una carta geografica, la Difesa Aerea Svizzera (o qualunque sia la sua denominazione ufficiale) quali potenziali aggressori da cui difendersi potrebbe identificare al momento realisticamente? Italia, Slovenia, Serbia, Germania, Libia?

 

2) La Confederazione Elvetica ha intenzione di alterare il suo tradizionale stato di neutralità, ovvero sussiste alcuna possibilità che il tuo Paese possa impegnare forze aeree su mandato ONU/NATO/coalizioni internazionali fuori dai confini elvetici?

 

 

La risposta a queste 2 semplici domande potrebbe aiutare a chiarirci le idee su quale potrebbe essere il miglior candidato alla sostituzione dei Tiger.

 

 

Cordiali saluti

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Domande toste e molto giustificate. Una precisazione per iniziare: il termine ESERCITO SVIZZERO è una storica definizione per "Forze armate" e non sinonimo di forze terrestri. Quindi l'Esercito (Armee in tedesco, armée in francese, armada in retoromancio) è suddiviso in Forze terrestri e Forze aeree. Quest'ultime comprendono pure la DCA (Difesa contraerea).

 

Comincio dalla seconda domanda: neutralità. E' un valore quasi assoluto per gli svizzeri. Non è in discussione anche se, negli ultimi decenni, si è andati un po' oltre la tradizionale chiusura totale. Per esempio la Svizzera fa parte della Partnership of Peace/Partenariato per la Pace) ed è rappresentata ufficialmente alla NATO a Bruxelles. Da alcuni anni, e fino almeno al 2014, è presente con SWISSCOY (220 uomini/donne) in Kossovo. Una presenza che, però, non è per imporre la pace. Significativo il fatto che il 15% dei kossovari viva in Svizzera. Le armi in dotazione (armi leggere/medie e blindati svizzeri Pirana) sono solo per l'autodifesa. Quindi nessuna partecipazione a coalizioni tipo Irak/Libia. La partecipazione svedese è un segno del minor grado di neutralità del regno scandinavo. In ogni caso quella svizzera è una neutralità che non è assolutamente simile a quella austriaca o finlandese (imposte soprattutto dall'URSS) o a quella irlandese.

 

Prima domanda: per semplificare suggerisco di visionare il sito del Dipartimento della difesa dato che è scritto anche in italiano. E' abbastanza aggiornato, con qualche eccezione.

 

www.vbs.ch

 

Nemici?...Bisognerebbe proprio inventarli. Però il capo delle Forze aeree Gygax, in proposito, cita l'esempio dei pompieri. E' giusto, in una data regione, rinunciare ai vigili del fuoco perché tanto, statisticamente, non si verificano mai incendi? La risposta svizzera è "NO". Così per le forze armate. Poi il nostro atteggiamento, in certi casi, appare esagerato. Esempio: per la protezione degli europei di calcio in Svizzera-Austria tre anni fa le Forze aeree svizzere impegnavano pattuglie doppie di Hornet a pieno carico (25 tonn), quelle austriache Pilatus PC-7. Insomma...

Miglior candidato: non si tratta di una scelta emozionale ma una scelta in base al risultato di una valutazione e alle finanze a disposizione. Se 22 Typhoon costano 6/7 miliardi di franchi..., non si comperano, punto e basta! A disposizione i miliardi sono solo 5 (spalmati su vari anni). Il Rafale è stato concepito come "omnirole" è sarebbe (dicono) l'ideale.

Le attuali forze aeree, rispetto ai tempi della guerra fredda, mancano di aerei specializzati per l'attacco al suolo (erano quasi 400 fra Venom e Hunter) e mancano di ricognitori. Le allora "Truppe d'aviazione" si permettevano una ventina di Mirage III RS da 2 Mach per la sola ricognizione!

 

Per concludere faccio un confronto che può apparire un po' "osé".

Le gigantesche forze aeree indiane, alcune settimane fa, hanno scelto il PC-7 per l'addestramento primario. Mi fa piacere che sia svizzero però..., era il migliore fra i concorrenti? Ma no, è stato scelto perché era il più a buon mercato.

Prossimamente sceglieranno il jet da combattimento per sostituire un po' tutto... Sceglieranno il migliore? Ma no! Sceglieranno fra l'offerta migliore.

 

In Svizzera, fra alcune settimane, si avrà almeno una certezza. Chi ha vinto la valutazione è veramente il migliore. Potrebbe anche essere scelto il migliore (come l'F-18 vincitore sull'F-16), ma è anche una questione finanziaria.

 

Essere candidati (gli aerei) significa essere automaticamente adatti alle necessità svizzere. Purtroppo manca il Superhornet (Boeing si era ritirata perché impossibilitata di partecipare alle prove in tempi stretti, si era nel 2008).

 

Non so se sono stato chiaro o generato confusione. Comunque il sito della difesa è mica male.

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Non devi scusarti per l'eventuale chiarezza del tuo messaggio mo-mo, sei una persona trilingue e l'italiano lo parli meglio di alcuni supposti madrelingua.

 

Invidio del Paese in cui vivi diverse cose, tra cui la scelta finale demandata al popolo su importanti decisioni (a volte molto specifiche).

 

Mi sembra di aver capito che la decisione finale sulla scelta del sotituto dei Tiger spetti al popolo svizzero, sacrosanta scelta.

 

Adesso parecchi appasionati di aereonautica militare possono fare confronti tra i diversi candidati, ma quello che hai scritto resta sacrosanto:

 

Nemici?...Bisognerebbe proprio inventarli.

 

 

Mi rendo conto che la Confederazione Elvetica ha una consolidata tradizione di sostenere una difesa tout-court anche se non sembrano sussitere minacce immediate, ma veramente quando il popolo dovrà confermare eventuali scelte (spese) del Governo centrale, molto probabilmente prevarrà il "cui prodet". L'unico Paese potenzialmente instabile (non ostile in senso assoluto) è la Serbia.

Come esperto di cose militari, condividerai magari con me l'improbabilità di un attacco aereo di qualsiasi tipo verso la Svizzera.

 

 

Ci meraviglieremo se il popolo svizzero dirà "No" all'acquisto di qualsiasi mezzo atto a sostituire i Tiger?

 

Le condizioni sono cambiate radicalmente anche solo rispetto a 10 anni fa, il Rafale sembra essersi affermato come candidato migliore. Io personalmente non capisco perché il Gripen non sia stato scelto non solo dalla Svizzera, ma anche dall'Italia rispetto alle macchine mangiasoldi adottate in tutta Europa.

 

 

Il popolo svizzero confermerà o rifiuterà questa scelta fatta dei tecnici.

 

Auguro al tuo bel Paese di non doversi mai trovare in un troiaio (pardon, volevo dire situazione ambigua) come la gestione della Libia.

 

Cordiali saluti! E grazie ancora dell'impegno a tenere aggiornato questo forum su quello che accade in CH!

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Siamo alla frutta. Fra due giorni scade il termine per la presentazione delle offerte aggiornate da parte dei tre costruttori. Per l'occasione la Neue Zürcher Zeitung (vecchio e quotatissimo quotidiano di Zurigo) ha intervistato il capo (ministro) del Dipartimento della Difesa UELI MAURER. L'uomo politico è l'unico rappresentante dell'UDC, maggiore partito svizzero, nell'Esecutivo federale. Ha confermato e precisato realtà e decisioni prossime future.

 

1. Entro l'anno verrà comunicato il vincitore della valutazione, si tratta semplicemente di rendere noti i dati finali di prove eseguite nel 2008. Si tratta di dati aritmetici, assoluti, evidentemente non interpretabili.

2. Verrà comunicato il tipo scelto: l'aspetto finanziario è, ovviamente, prioritario.

3. Verrà presentato un piano finanziario per l'acquisto degli aerei, probabilmente a tappe, reso possibile dall'aumento del 20% del budget annuale della difesa.

4. Si ammette il momento ideale, fortunatissimo, per un acquisto del genere. Il crollo dell'EUR rispetto al CHF è stato di circa il 30% in un paio d'anni.

5. Si conferma che si acquisteranno non 33 apparecchi (per 3 squadriglie) come previsto in un primo tempo, ma solo 22 aerei (per 2 squadriglie)

6. Si stima che l'offerta più a buon mercato sia di 3 miliardi di franchi, la più elevata di 4 miliardi

7. La spesa massima annuale (per i nuovi aerei) è prevista in 400 milioni di franchi, in questo modo restano finanze sufficienti per il rinnovo, a medio termine, dell'intera Flab/DCA (Difesa contraerea).

 

Sull' operazione pende la spada di Damocle di un'eventuale iniziativa popolare per una moratoria di 10 anni nell'acquisto di aerei da combattimanto. Se il popolo sarà chiamato alle urne (in realtà vota per posta), dovrà votare "NO" all'iniziativa per consentire l'acquisto. Contratto a inizio 2014.

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Siamo alla frutta. Fra due giorni scade il termine per la presentazione delle offerte aggiornate da parte dei tre costruttori.

In effetti è ormai scaduto ....

 

.... comunque .... desidero chiedere a Lei, che è stato giornalista e che riporta "impersonalmente" le informazioni relative alla competizione su vari forum italiani, se ha una preferenza "personale" nei confronti di uno dei tre aerei partecipanti ..... o se preferisce tenerla riservata .....

La ringrazio .....

Modificato da TT-1 Pinto
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Dunque: indiscrezioni (serie) si qualche settimana fa dicevano che il Rafale ha vinto la valutazione con un grado di soddisfacimento del 95% del "cahier des charges" svizzero. Fra qualche settimana vedremo se è vero. Il direttore di una nota rivista svizzera un paio di giorni fa ha però anche fatto notare l'incompatibilità dell'apparecchio francese con tecnica, armamento e logistica attuali della FA svizzere... ! Gli acquisti di materiale bellico nell' Esagono sono tradizionali (Mirage, Alouette, Superpuma/Cougar), perché non continuare? Preciso poi che gli aerei non proverrebbero da linee francesi ma sarebbero costruiti (parzialmente) a Emmen (RUAG). Un acquisto del Rafale apparirebbe abbastanza logico. Non logico quello (eventuale) del Gripen che costa più di un miliardo di CHF in meno (per 22 aerei) ma è meno performante. Allora, si potrebbe dire, perché si è fatta una valutazione? Posso dire però che la simpatia per la Svezia mi farebbe dire Gripen, versione NG, evidentemente. Typhoon: non solo io ma un po' tutti dicono che è fuori gioco. Lasciamo stare gli aspetti tecnici. A parte il prezzo sarebbe politicamente insensato proporre alla sensibilità del popolo un prodotto di Stati (Germania, soprattutto Italia) che ci hanno bistrattati in note vicende (Libia, banche, segreto bancario, fisco). Con un po' di "emozione" direi allora Rafale: la vicinanza della Francia e le offerte dello Stato (molto presente) appaiono importanti, l'industria svizzera lavora già per Dassault da mezzo secolo. Tre anni fa avrei detto Gripen (forse lo avevo già scritto) ma la realtà attuale appare davvero differente. Direi che quello che ho scritto rispecchia più o meno quanto si scrive in materia in questi tempi su siti internet svizzeri, giornali e riviste.

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A parte il prezzo sarebbe politicamente insensato proporre alla sensibilità del popolo un prodotto di Stati (Germania, soprattutto Italia) che ci hanno bistrattati in note vicende (Libia, banche, segreto bancario, fisco).

Non poteva mancare la consueta nota polemica ....

 

 

Con un po' di "emozione" direi allora Rafale.

La ringrazio comunque per la Sua risposta ....

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Bill Sweetman, in visita ad Emmen, parla dello F-5 e dei programmi della RUAG ....

 

Fonte: Defense Technology International (AW&ST)

 

RUAG Eyes F-5 Upgrades

 

By Bill Sweetman

Emmen, Switzerland (Nov. 2, 2011)

 

Just over 55 years ago, a new Northrop engineer named Welko Gasich became one of the first aircraft designers to define a concept called “life cost,” ideas he picked up from Rand Corp., his previous employer. At the time, the size and cost of fighters were increasing with every new design, and new ones were rolled out every year. Smaller air forces, particularly U.S. allies getting into the jet age with F-86 Sabres, didn’t need—and couldn’t afford to fly—15-ton Mach 2 fighters.

 

Gasich and his team wrapped a minimalist two-gun, two-missile fighter around two high-performance engines that General Electric designed for the McDonnell Quail decoy missile. It used modern materials and design technology—including an early venture into a damage-tolerant structure—but was inherently simple, with a modular airframe.

 

Militaries ignored the fighter. The U.S. Air Force, however, was noticing how many pilots were crashing on early sorties with its Mach 2 aircraft, and discovered a need for a high-performance trainer. Once Northrop’s T-38 was in service, USAF looked around again, saw how few air forces could afford the now-25-ton fighters of the 1960s, and ordered the company’s single-seat F-5 for its Military Assistance Program.

 

Gasich became Northrop’s chief engineer. The F-5 had an even longer career, and it is some way from being over.

 

RUAG Aviation, which looks after Switzerland’s F-5E/F fleet, says the number of operational F-5s in the world has increased in recent years. The company carried out an analysis of alternatives for the Swiss defense ministry, which is considering putting off a buy of new fighters (Rafales, Typhoons or Gripens) and settling for an F-5 upgrade and another decade of operations.

 

RUAG would like to use that as a springboard to expand its worldwide F-5 business—it supports a lot of the international fleet of F-5E/F J85-GE-21 engines, and is thinking of moving into earlier versions. The company would expect to team with an avionics integrator (such as Elbit, which led an F-5E upgrade for Brazil) and systems suppliers.

 

What RUAG brings is the ability to support engines, airframes, systems and software, as well as its close relationship to an experienced F-5E operator—Switzerland.

 

Reasons for the F-5’s longevity are apparent around RUAG and Swiss air force facilities. In the maintenance shop, the boat-tail section of an F-5E—including the horizontal stabilizer—has been removed by popping small access panels and removing four bolts. The section rests on a hand-adjusted trolley. No hydraulics are involved because the stabilizer actuator stays with the aircraft. The engines are hung from overhead rails, engine-to-airframe connections are minimal, and the engine rolls on to another cart with a matching rail. The one-piece wing is held in place by four bolts and fits on a truck or railcar, making it easy to work on the wing and body in parallel.

 

Several Swiss F-5s are resplendent in red and white, the country’s aerobatic team. The pilots are part-timers: some fly the Boeing F/A-18 Hornet, and some are reservists. This is testimony to the fact that the F-5 is easy to fly and free of the nasty habits that afflicted its mostly retired contemporaries. RUAG sees a future for the F-5 as a lead-in fighter trainer, particularly as air forces find themselves with fewer and more costly first-line jets, some that aren’t even offered with two seats.

 

Unlike most trainers, the F-5 is, as one pilot says, a “real fighter”—supersonic, with afterburning and respectable climb and acceleration. “A nightmare to be in a dogfight with,” says one pilot. If the fight goes visual the F-5 often wins, because its smaller size means its pilot gets the first tally.

 

Operationally, homeland defense is the air force’s primary mission, and it does not take a 20-plus-ton bomber to do it. The main limitation of the aircraft, as delivered, is avionics: Swiss F-5s still have the original steam-gauge cockpit, Emerson radar that was not a world leader in 1972 and no head-up display, just a gunsight. Those would be candidates for change in an upgrade, along with installation of an autopilot and, probably, integration of a modern missile. Operationally, the Swiss air force wants the ability to close with and identify a target in all weather.

 

Switzerland’s decision on an F-5 upgrade is open. The defense professionals want to hold back and parliamentarians want to go forward with a new aircraft. But RUAG’s ambitions to become part of the fighter’s remarkably long life are firm.

 

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Vincitore della "competizione" e scelta del tipo verranno comunicati, è stato detto, entro l'anno, in particolare prima del 14 dicembre. In quel giorno vi sarà, infatti, la nomina del Consiglio federale che è molto diversa da quanto avviene per i Governi degli altri Stati. I singoli ministri vengono eletti o rieletti dal Parlamento uno a uno. Il ministro della Difesa dovrebbe rimanere a capo del suo dipartimento. Un dicembre "caldo" per l'industria aeronautica europea dominata, almeno come immagine e come presenza sui media, dalla francese Dassault.

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Typhoon: non solo io ma un po' tutti dicono che è fuori gioco. Lasciamo stare gli aspetti tecnici. A parte il prezzo sarebbe politicamente insensato proporre alla sensibilità del popolo un prodotto di Stati (Germania, soprattutto Italia) che ci hanno bistrattati in note vicende (Libia, banche, segreto bancario, fisco).

 

Il Thyphon è fuori gioco, si è capito, ma voglio sperare esclusivamente per aspetti tecnici. Cerco sempre di immedesimarmi nella sensibilità dei popoli (il mio stesso popolo che spesso ha una sensibilità non proprio identica alla mia, popoli vicini come quello Svizzero, popoli più lontani).

Mi dispiace se la sensibilità in CH è avversa a Germania e soprattutto Italia, ma ne prendo atto.

Mi sembra giusto però discutere di alcuni aspetti che hai nominato quasi impercettibilmente:

 

1) Segreto bancario (forse argomento più pesante). Problema complesso che qua in Italia viene affrontato con i guanti. Non so che percezione si ha oltralpe, ma qui nessuno mi sembra abbia mai bistrattato, come scrivi tu, la CH per le pratiche adottate. Il governo svizzero ha raggiunto alcuni accordi separati con alcuni paesi UE per trasmettere alcuni dati parziali (preservando l'identità dei correntisti europei con conti presso banche CH) ai paesi UE firmatari.

Un accordo del genere potrebbe essere sottoscritto anche dalla Grecia e pesino dall'Italia. Non so cosa dicono i media svizzeri, ma qui ci si rende conto della complessità e delicatezza della questione mi pare - siamo quasi all'autocensura su qualsiasi media italiano. Facci sapere per favore, perché vi sentite bistrattati su questo punto da Italia e Germania.

 

2) Libia. Argomento altrettanto complesso. Immagino tu ti riferisca alla vicenda del giovane Hannibal Gheddafi, protagonista di palesi violazioni della legge in territorio elvetico. In questo caso i media italiani hanno evidenziato (come alcuni media svizzeri, ogni tanto leggo i giornali CH sebbene abiti a Napoli, città non di confine) la rigidità della diplomazia elvetica rispetto al "pragmatismo" apparentemente più pagante di altri Paesi.

Posso assicurarti che il sentimento dei media e dei recettori degli stessi anche qui era di "frustrazione" durante quella crisi.

Mi dispiace che CH si sia sentita isolata o addirittura bistrattata, ma è fin troppo facile chiedersi perché una volta formatasi una coalizione internazionale con i crismi ONU volta a rovesciare un regime storicamente strafottente del Diritto (con la D maiuscola), la CH non abbia aderito a questa, seppur contraddittoria coalizione che in ultimo fine aveva il rovesciare un signore strampalato che però aveva cercato di costituire l'unica minaccia da secoli alla CH.

Voglio dire, che senso ha avere F-18, F-5 Thyphoon o Rafale se alla fine non si ha alcuna fiducia in organismi come ONU o NATO (anzi vengono guardati dall'alto in basso), che con tutti i loro limiti, contraddizioni e lacune cercano di preservare anche il diritto internazionale?

Per difendere il territorio CH dagli ultimi 2 Mirage F1 operativi libici che invece di bombardare la Cirenaica hanno fatto riparo a Malta?

Questo significa "criticare" non "bistrattare": la Svizzera è arrivata a una crisi internazionale con la Libia. Molto probabilmente aveva dalla sua il diritto internazionale, ma non si è assunta successivamente la responsabilità di prendere atto che la famiglia Gheddafi costituiva una minaccia per il popolo svizzero, quello libico e forse per gli stessi insegnamenti del Corano.

 

 

A questo punto farebbe bene il popolo svizzero a sancire il no all'aggiornamento dei Tiger. Tanto USA e Francia (e i paesi minori) saranno sempre in grado di sbarazzare di ogni possibile minaccia l'Europa e con essa la CH.

 

Mi rendo conto di essere andato leggermente OT. Rispetto la scelta del Rafale, ma voglio sperare che sia stata intrapresa esclusivamente su dati tecnici.

 

Cordiali saluti

Modificato da Scagnetti
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Grazie per l'impegno, non mi pare proprio che sei fuori argomento. La realtà è (più o meno) come è descritta sopra. Il problema "Libia" ("sequestro" per ripicca di due cittadini svizzeri) non esiste più. Era stato risolto grazie all'intervento (importante) della Germania e della Spagna (Re e ministro degli esteri Moratinos). La soluzione politica ha evitato alla Svizzera l'invio del DEE10, operazione che sarebbe stata difficilissima con una collaborazione non certa di Egitto e Tunisia.

Torniamo agli aerei.

 

Un acquisto di oggetti militari non è MAI un fatto puramente tecnico. E' un fatto innanzitutto politico, di politica di difesa nazionale, di rapporti internazionali, di politica commerciale. Non si acquistano aerei costosissimi a occhi chiusi: non lo si fa né in India, né negli EAU, né in Brasile, né in Svizzera,...Paesi molto diversi che, occorre precisare, non hanno obblighi morali, commerciali o politici con i produttori. Gli acquirenti, potenziali fino al momento della firma dei contratti, valutano nella misura ritenuta sufficiente per fare una selezione. E' chiaro che i prodotti concorrenti non sono baracche. Per la Svizzera: i tipi scelti per la competizione sono tutti e tre adatti a sostituire, molto parzialmente come numero, i 110 Tiger II che costituivano la flotta iniziale. Chi ha vinto la competizione? Gli addetti del Dipartimento della difesa e il capo (ministro) lo sanno da un paio d'anni. La valutazione non è cambiata, è un fatto tecnico e risultante da prove a terra e in volo. La comunicazione ufficiale verrà data entro le prossime 4 settimane (se non vi sono altre decisioni). Due quotidiani svizzeri hanno preannunciato la vittoria del Rafale (indiscrezioni da Armasuisse) e, pure, un'offerta di Dassault che rientrerebbe quasi negli stanziamenti massimi previsti. Quindi: chi ha "vinto" è un fatto tecnico, assoluto, la scelta del tipo è un'altra cosa. Preminente l'aspetto finanziario. Per la Svizzera si tratterebbe della "fine dell'inizio" dell'operazione. Nel 2012, la proposta del Governo federale (a maggioranza femminile e, quindi, poco propensa a spese militari) sarà esaminata dalle commissioni finanze e di politica di sicurezza delle due camere, poi dal plenum delle due Camere federali. L'acquisto non sarà una cosa facilissima da far passare: la maggior parte dei parlamentari dei partiti di centro-destra (essenziali per l'acquisto) sono anche ufficiali/ufficiali superiori e, quindi, non laici in materia. Qui subentra anche l'aspetto di rapporti con l'estero. Si acquista da Paesi amici e non da chi ci inserisce nelle Black list. Ancora più "sensibile" la proposta al popolo (se ci sarà una votazione popolare): gli elettori/contribuenti saranno chiamati (in pratica) ad autorizzare un acquisto di aerei da combattimento con un tipo già scelto. Quindi la scelta non può essere sbagliata, lo ha detto a varie riprese il ministro UELI MAURER. Dicevo già nel 2008 dell' improponibilità di un aereo come il Typhoon (al di là del suo costo), prodotto di alcuni Paesi che...non ci amano. Adesso è il turno del Rafale: la nostra ministra degli esteri Calmy-Rey ha convocato ieri l'ambasciatore francese chiedendo spiegazioni su affermazioni "anti-svizzere" di Sarkozy. Faccia attenzione Dassault: il ministro degli esteri francesi ha offeso (non so come) gli EAU che hanno bloccato, forse per sempre, il contratto per 60 Rafale. Potrebbe esserci un bis da noi. E' evidente che i costruttori sono sulla difensiva: gli affari vanno male, i tempi non sono adatti per spese militari, in forum svizzeri (e francesi) si afferma che si cercano clienti esteri per compensare acquisti che non arriveranno più (dall' AdA, per es.). Ma l'estero (quello non in crisi) ha tutto il diritto di essere prudente e di soppesare...molte cose! Scusa/scusate se sono stato un po' lungo.

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Il "buon" Sarkò, ormai in campagna ri-elettorale, ha evidentemente qualche timore e si mette a sparacchiare a destra e a sinistra .... senza considerare che potrebbero poi esserci degli spiacevoli "fallout" ....

 

Intanto .... altro referendum in vista ....

 

http://www.rsr.ch/#/info/les-titres/suisse/3580789-referendum-des-verts-contre-les-depenses-militaires.html

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Tornando al "buon" Sarkò ....

 

 

Articolo un po' discutibile ma comunque, per riallacciarci al discorso "simpatie" più volte messo in risalto da mo-mo è interessante analizzare l'andamento di un sondaggio promosso dalla Tribune de Genève:

 

Oggi, domenica 13 novembre 2011, l' Eurofighter è l'aereo preferito dal 34% dei partecipanti al sondaggio:

 

sondaggiotdg.jpg

 

Pochi giorni fa era in ultima posizione al 12%

 

Quoi qu’il en soit, un sondage en ligne de la Tribune de Genève place le Rafale en tête des préférences des lecteurs, avec 30% d’avis favorables, contre 15% pour le Gripen et 12% pour l’Eurofighter. Cela dit, 41% des 2415 votants ne veulent aucun des trois.

 

Link: Les derniers développements du projet d’achat d’avions de combat en Suisse

 

Ps. Anche i contrari sono scesi dal 41% al 30% ; anche se poco più di 3000 votanti non necessariamente rappresentano un campione affidabile.

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In un'intervista il capo dell'Esercito André Blattmann auspica che l'acquisto di nuovi aerei sia sottoposto al popolo. Al contrario la recente decisione parlamentare di usare per l'acquisto i normali budget annuali non prevede il referendum. Deciderà dunque il Governo federale se è il caso di prevedere il referendum obbligatorio per questo caso. Il numero 1 delle forze armate si dice convinto che gli elettori sapranno valutare positivamente il momento dell'acquisto: cambio favorevole e ottime proposte per l'industria svizzera. Sembrano spiazzati i Verdi (sconfitti alle recenti elezioni federali) che contavano di lanciare un'iniziativa anti-aerei. Cose "svizzere" insomma. Aspettiamo ora la comunicazione su vincitore e scelta.

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  • 2 settimane dopo...

Decisione oramai imminente per la scelta del nuovo aereo. Potrebbe essere mercoledì 30 novembre o mercoledì 7 dicembre. In pratica si tratta di comunicare: 1° il vincitore della valutazione del 2008, 2° la scelta del tipo di apparecchio in base anche all'offerta. Ufficialmente il ministro della Didesa Maurer ha già detto che 22 Gripen costerebbero ca. 3 miliardi di CHF, 22 Rafale o Typhoon 4 o più miliardi di CHF. Il resto che si è detto è basato su indiscrezioni, quindi è meglio andare cauti: il Rafale sarebbe arrivato primo e, in ogni caso, preferito da tutti i piloti svizzeri che l' hanno provato. Una scelta non significa però necessariamente acquisto in quanto vi sarà l'esame dei due rami del Parlamento e, successivamente, la quasi certa consultazione popolare. In caso di acquisto un paio (penso) di apparecchi sarebbero forniti dal costruttore, il resto costruiti in Svizzera.

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La notizia non è ancora ufficiale ma c'è già su vari siti...Il Consiglio federale, riunito stamattina, ha scelto il...

 

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