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Guerra afghana


Leviathan

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Il MI-24 teoricamente non è vulnerabile nei confronti di un .50, così come non dovrebbe esserlo nemmeno un Apache.

 

Però entrambi sono andati giù per il tiro di armi leggere.

 

Il discorso è che gli elicotteri da combattimento corazzati, hanno una protezione generale contro le armi leggere e - in certa misura - anche contro armi più pesanti, ma non una protezione totale al 100 %.

 

Così come un Abrams lo puoi fermare con un semplice RPG-7 se riesci a colpire la cingolatura, allo stesso modo se una raffica di proiettili finisce nella presa d'aria di un Apache o di un Hind, sta' tranquillo che il motore si imballa.

A questo punto entra in gioco il concetto di sopravvivenza: un elicottero normale andrebbe giù come un sasso, un Apache (e in certa misura anche un Hind) pur se danneggiati riescono ad assicurare il rientro alla base o un atterraggio di emergenza che consente la sopravvivenza dell'equipaggio.

 

E' tutto relativo, insomma.

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Ma quando apparvero gli stinger, il comando supremo sovietico quali direttiva dava ai piloti? cioè come li dicevano di comportarsi?

 

Poi l'unione sovietica catturo mai qualche carico di armi destinato ai ribelli?

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Di carichi sicuramente ne sono stati intercettati, se anche Stinger non lo so.

Di certo i sovietici non lo venivano a dire!

 

La presenza di missili classe Stinger costringe ovviamente a mutare le tattiche, ed in particolare a sfruttare al massimo l'orografia del terreno (che però implica maggiore vulnerabilità alle armi da fuoco leggere), e a ridurre al massimo i tempi di esposizione alle quote medio-basse dove lo Stinger dà il meglio di sè.

 

Anche le fasi di atterraggio e decollo devono essere mutate, con avvicinamento rapido e ripido per evitare un'eccessiva esposizione.

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Sinceramente per me non è stato lo stinger a cambiare il corso della guerra.

certo era un ostacolo ma non cambia la storia.

 

I russi come avrebbero potuto vincere la guerra? cosa avrebbero potuto fare che non hanno fatto?

 

Per me un controllo maggiore e più impegno nelle zone montuose.

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Ci sono solo due modi per vincere una guerra come quella.

 

O sbatti in campo un milione di soldati e rastrelli da cima a fondo tutto il paese (il che è costoso sia in termini economici che di vite umane.... e devi averceli un milione di soldati da dedicare allo scopo...) oppure lavori politicamente per creare un distacco marcato tra il popolo e i guerriglieri, in maniera che ai secondi manchi l'appoggio del primo.

E senza appoggio popolare, ben presto la guerriglia è priva di scopo, priva di materiale umano, ed il problema si trasforma tutt'al più in un terrorismo che si può gestire a livello di forze di polizia locali.

 

Sia in Afghanistan che in Vietnam le due superpotenze fallirono nel conquistare l'appoggio del popolo (anche se nel caso del Vietnam non furono gli americani a invadere, ma i vietnamiti del nord).

 

Oggi in Irak gli americani stanno provando questa strada (sia pure tra molti errori): cercare di introdurre rapidamente benessere, infrastrutture, lavoro ecc... in maniera da togliere alla radice il malcontento della gente (e non sarà semplice superare anni di dittatura, tre guerre e tanti lutti) ed isolare i guerriglieri/terroristi.

 

La strada è sicuramente quella giusta, temo però che gli americani non abbiano sufficiente esperienza per percorrerla correttamente.

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Fai bene a non crederci.

 

Erano 5 milioni e trecentomila fino a metà anni '80.

 

Poi, iniziò il declino: nel 1990 erano 4 milioni, e appena un paio di anni più tardi erano già crollati ad "appena" due milioni e settecentomila...

 

L'URSS per decenni ha sostenuto uno sforzo bellico immane.

 

L'intera nazione non era una nazione, ma una forza armata!

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Dati inpressionanti.

L'afghanistan è stata una altra guerra perse a causa non dei militari, ma dei politici.

io non direi proprio dei politici in senso stretto, le manifestazioni cittadine e il forte dissenso popolare furono la causa della sconfitta...

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era colpa dei politici che non presero in adeguata considerazione il conflitto.

La guardia nazionale non fu mobilitata e i politici si comportavano come se fosse una missione di pace e non una guerra.

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Quella del Vietnam fu certamente una sconfitta politica.

 

Sul piano bellico gli americani vinsero la guerra, se si considerano le perdite e i danni inflitti rispetto a quelli ricevuti.

 

In tutti gli scontri frontali, gli americani vinsero, e persino nelle azioni di guerriglia (si pensi all'offensiva del Tet) i guerriglieri furono battuti e respinti.

 

Le offensive aeree sul Vietnam del Nord costrinsero quel paese a sedersi al tavolo delle trattative per firmare una pace (che poi non rispettarono) e fu questa la sconfitta politica: gli americani su quel tavolo si accordarono per ritirarsi dal Vietnam del Nord contro l'impegno di quest'ultimo a cessare le ostilità e a non invadere nuovamente il Vietnam del Sud. Solo che gli americani rispettarono l'impegno, i vietnamiti no.

 

Una ulteriore sconfitta politica va poi vista nel fatto che è oggi inconcepibile pensare che un paese (Vietnam del Nord) possa invadere con decine e decine di migliaia di soldati regolari un altro paese (Vietnam del Sud) senza che il paese invasore si dichiari in stato di guerra e senza che il paese alleato a quello invaso reagisca in maniera decisa e totale contro l'invasore (questa è la situazione che c'era prima dell'accordo di pace).

Gli americani all'epoca avrebbero avuto tutte le ragioni di colpire il Vietnam del Nord (i bombardamenti sul Nord furono circoscritti a pochissime campagne e a obiettivi ben delimitati) ma non lo fecero perchè tutti i pacifisti erano contro di loro.

 

Ancora oggi è difficile capire come potessero i pacifisti attaccare gli USA, che si limitavano a difendere la sovranità territoriale del Vietnam del Sud contro una chiarissima invasione del Vietnam del Nord (peraltro appoggiato dall'URSS).

 

Tant'è vero che alla fine gli USA se ne andarono, il Vietnam del Nord invase massicciamente quello del Sud, lo conquistò senza che l'opinione pubblica mondiale spendesse una parola, decine e decine di migliaia di profughi fuggirono (e furono accolti in USA: per far posto ai profughi sulle portaerei gli americani arrivarono a buttare in mare aerei ed elicotteri!) e alla fine l'URSS costruì nel Vietnam del Sud una grandissima base navale per estendere la propria influenza su tutto quel bacino marittimo.

 

Dicevo che non si spiega la posizione dei pacifisti nel mondo, se non si considera che essi furono finanziati e indottrinati dall'URSS.

Pacifisti che ovviamente non intervennero nè quando fu invaso Israele, nè quando fu invaso l'Afghanistan.

Ed è allora che furono poste le basi di quell'antiamericanismo dilagante, che ancora oggi è vivo e vegeto ed è sopravvissuto ai suoi creatori (l'URSS).

Basti pensare che lo studente pacifista che negli anni '70 aveva 18 anni, oggi ne ha una cinquantina e in tantissimi casi è inserito professionalmente nella società, per capire come mai si continuano a sfornare generazioni che perpetuano quello stesso credo.

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