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Signs_of_Life

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  1. Non mi è chiaro perché in giro ho letto spiegazioni contrastanti: aerodinamica/strutturale da una parte e legata alla furtività dall'altra.
  2. Flaggy, non era affatto mia intenzione essere irrispettoso. Su twitter mi sono scagliato duramente contro chi, dall'alto della sua ignoranza, insinuava che il pilota "non fosse sufficientemente addestrato" solo perché non era della PAN (forse dimenticando che pure lei ha avuto la sua tragedia)...
  3. Mi spiegate ancora come mai il B-21 sembra avere una forma così semplice mentre il B-2 era tutto "seghettato" sul bordo d'uscita?
  4. Arriva giù così veloce e dritto come un fuso... quasi che non sia neppure stata tentata una richiamata. Inoltre c'era forse margine per un'eiezione, che tuttavia non è stata tentata. Malore?
  5. Fanno 290 milioni e spiccioli a pezzo. Un "pochino" cari, no?
  6. E' paradossale che la linea cacciabombardieri USAF comprenda sostanzialmente i soli F-15E e F-16 mentre quella dei bombardieri, che è se vogliamo più "elitaria" e a utilizzo più contingentato, ne preveda attualmente tre. Quindi concordo quando parli di "sovraffollamento". Non posso credere che vogliano veramente tenere ancora in linea a lungo il B-52... è veramente assurdo... Mi chiedo se davvero, in USAF, sentano questo bisogno estremo di un "camion portabombe stupido" quale è lo Stratofortress ("stupido" per le caratteristiche concettuali e progettuali di vecchia scuola, intendo) o invece se lo tengano in linea quasi più come deterrente e dimostratore di un certo "prestigio" (il B-52 ha una fama consolidata). Un po' come quando si costruivano le corazzate anche quando ormai non avevano più alcun significato tattico e strategico.
  7. Signs_of_Life

    NASA NEWS

    In Apollo 13 gli ingegneri ci misero ingegno e gli astronauti ci misero coraggio, ma l'equipaggio si salvò essenzialmente perché l'incidente avvenne sulla via della Luna, perché avevano a disposizione il LEM e il massimo delle risorse, dei rifornimenti e del materiale. Se fosse accaduto sulla via del rientro, si sarebbero potuti inventare qualsiasi cosa, anche una benedizione a Lourdes, ma l'equipaggio sarebbe invariabilmente morto. Questo per dire che ci sono delle contingenze con cui bisogna fare i conti e che non sempre si risolvono solo con la motivazione o il denaro. Anche se teoricamente, con la motivazione e gli investimenti potremmo già intraprendere una missione marziana, se non risolvi prima il problema oggettivo delle radiazioni cosmiche (che NON è stato ancora risolto in modo definitivo), essa non si può fare con le garanzie di sicurezza che oggi si pretendono.
  8. Signs_of_Life

    NASA NEWS

    Ti ricordo che non ci fu nessuna perdita umana nel corso di una missione Apollo operativa. Il rogo di Apollo 1, che avvenne a terra in esercitazione, un mese prima del lancio, non era in alcun modo collegato all'utilizzo di tecnologie estreme ma a una banale errore di progettazione, anzi alla somma di due errori che, presi singolarmente, non erano fatali ma messi insieme furono catastrofici: 1) l'utilizzo di atmosfera di ossigeno puro, come nelle precedenti missioni e 2) l'utilizzo di un doppio portello che non si poteva aprire in emergenza in modo rapido, per ovviare a un problema che in precedenza portò alla perdita della capsula Mercury di Virgil Grissom (ironicamente proprio il comandante di Apollo 1). Quelli sono errori gestionali, umani: non te li risolve un software o una workstation supertecnologica. Peraltro la capsula coinvolta era un modello Apollo Block I, non destinato ai voli lunari perché privo di adattatore per docking e di portello per il passaggio nel LEM. Dopo l'incidente l'intera capsula fu riprogettata (Apollo Block II) e resa molto più sicura. L'incidente di Apollo 13 fu dovuto a una catena di errori e leggerezze nel collaudo e nella gestione di una componente in alcun modo "estrema" e si produsse sostanzialmente a terra ben prima del lancio della missione stessa. Anzi proprio grazie all'accurata progettazione del veicolo spaziale e in particolare del modulo lunare, gli astronauti poterono salvarsi. Estremizzando, potrei dire che si possono mandare tranquillamente uomini su Marte già oggi. Prendi un Falcon Heavy o un razzo SLS (in fase di sviluppo), ci piazzi sopra una Dragon con un modulo abitativo gonfiabile (anch'esso già testato sulla ISS) e la mandi a circumnavigare il Pianeta Rosso. Ma se capita un flare solare nel corso dei sei mesi di viaggio l'equipaggio è spacciato. Nel caso delle missioni lunari c'era il tempo fisico di operare un rientro d'emergenza in quell'evenienza. Quindi certo mancano i soldi, manca la motivazione, ma manca anche, per ora, la soluzione ad alcuni problemi contingenti che nel caso di un volo Terra-Luna non erano di primaria importanza.
  9. Signs_of_Life

    NASA NEWS

    I calcoli di traiettoria per i voli spaziali non richiedono affatto tutta la potenza di calcolo dei computer odierni, quindi la questione non sta tanto lì. Peraltro i calcolatori dell'Apollo non avevano la potenza di uno smartphone... forse si avvicinavano a una calcolatrice tascabile o a un orologio da polso! Il problema non sta neppure nelle tecnologie propulsive, che comunque oggi hanno efficienze poco diverse da quelle dei vettori usati per il programma Apollo (siamo ormai ai limiti dello sviluppo dei propellenti chimici). Il problema tecnico principale sta, come detto sopra, nella protezione dalle radiazioni cosmiche, che è ancora una questione totalmente aperta. Peraltro, se è vero che le missioni Apollo furono rischiosissime, con dettagli pazzeschi emersi solo molti anni dopo, va detto che la loro preparazione fu impeccabile. Il rischio stava nel fatto che si spingeva al limite estremo la tecnologia del tempo, non nel fatto che si andasse "allo sbaraglio". Non è che si mirasse grosso modo alla Luna e quel che succedeva, succedeva: la preparazione fu meticolosa e gli studi preparatori furono accuratissimi. La documentazione tecnica a proposito è sterminata. Pensiamo per esempio al numero di missioni preparatorie, già prima che iniziassero i voli Apollo: un intero programma spaziale abitato (Gemini) per mettere a punto le procedure di rendez-vous e docking, tecnologie chiave come le fuel cells e anche le stesse procedure di problem-solving, tanto a bordo della navicella quanto a terra; numerosi voli automatici per testare le manovre di allunaggio e la consistenza del suolo lunare, che era ancora un'incognita (Surveyor) e per mappare la superficie alla ricerca dei luoghi migliori per la discesa (Ranger e Lunar Orbiter); voli di collaudo meticolosi necessari a mettere a punto tutte le parti hardware e software del vettore Saturn e della navicella Apollo (i numerosi voli test Saturn I e Saturn IB), e utilizzati anche per testare il livello di micrometeoriti in orbita e l'eventuale pericolosità per gli astronauti (programma Pegasus), eccetera. Tornando al presente, è certo vero il detto: "no bucks, no Buck Rogers".
  10. Grazie mille Gian Vito, sempre cortese. Riguardo la possibilità del Backfire, ai tempi, di eseguire una missione di attacco al territorio metropolitano statunitense, ricordo di aver letto su un vecchio libro, in un capitolo che riguardava la genesi del B-1, che il Tu-22M era considerato ai tempi una pericolosa minaccia perché si ipotizzava un profilo d'attacco "senza ritorno", nel quale il territorio USA sarebbe stato vulnerabile. Si lascia anche intendere che il B-1A fu sviluppato con caratteristiche prestazionali analoghe (oltre che, naturalmente, con un raggio d'azione che a differenza del collega russo consentisse il ritorno alla base), e che quindi di fatto è la risposta al Backfire. Quanto c'è di vero in questa ricostruzione? Un'ultima domanda: all'epoca in cui è ambientato "Uragano Rosso", il Backfire era davvero una minaccia così temibile per i gruppi d'attacco portaerei dell'US Navy come è stata rappresentata?
  11. Signs_of_Life

    NASA NEWS

    I robot automatici non possono avere la flessibilità degli esploratori umani. Questo è un fatto più che assodato. Per gli spazi percorribili (Opportunity ha impiegato quanti anni per coprire la stessa distanza percorsa dal rover di Apollo 17 in tre giorni?), per la capacità di discernimento, per una miriade di altri fattori. E poi c'è l'aspetto "umano"... andarci con un robot non è "la stessa cosa" di andarci di persona, a prescindere da tutti gli aspetti tecnico/scientifici. Poi siamo d'accordissimo che la differenza tra una missione su Marte e Apollo è abissale. Marte è duecento volte più lontano della Luna...
  12. Grazie leggo subito! A proposito: colui che ha lasciato qualche commento recentemente col nome Andrew (a cui hai gentilmente risposto) sono io ;-) Si può fare qualche valutazione sulla valenza di questo aviogetto nello scenario strategico attuale? Tra l'altro pensavo che i missili Kitchen fossero stati radiati, ma evidentemente mi sbagliavo... o no? Il fatto che non ne esista un vero corrispettivo NATO mi ha sempre fatto pensare a un velivolo molto di "nicchia" e forse superfluo oggigiorno. Ma mi ha sempre catturato, fin da quando, tanti anni fa, ne lessi le gesta in "Uragano Rosso" dove era il vero spauracchio delle forze navali occidentali (certo, certo: è un romanzo!). E poi per la sua innegabile eleganza. E per il nome in codice oggettivamente "figo" ;-)
  13. Signs_of_Life

    NASA NEWS

    Non esiste ancora, ma non è detto che non possa essere trovata. Per quanto riguarda le radiazioni solari, uno schermo dello spessore di mezzo metro d'acqua è già una soluzione abbastanza adeguata. Durante il viaggio d'andata si possono impiegare inoltre i serbatoi di propellente, ancora pieni, come protezione aggiuntiva. Nulla di tutto ciò è efficace per i raggi cosmici di provenienza extrasolare: è necessario studiare ancora il problema. Tu parli di veicoli che ancora non esistono: con cosa atterriamo, con cosa risaliamo, con cosa torniamo. Quando iniziò la corsa alla Luna neppoure i veicoli Apollo esistevano: andava fatto tutto da zero. Il Saturn V fu finalizzato prima ancora che si decidesse nei dettagli come allunare. La missione su Marte è fattibile. Non ora, non tra vent'anni forse. Secondo me ci andremo (ci andranno) nel 2070 o giù di lì. Ma ci andranno. Su Marte e altrove. Sempre che non ci autodistruggiamo prima. Perché è nella natura dell'Uomo spingere più in là i limiti e i confini. Però prima di Marte io penserei a un serio programma di ritorno, esplorazione e utilizzo della Luna. E' come un nuovo continente, proprio sull'uscio di casa. Non ha senso lasciarlo lì abbandonato a sé stesso.
  14. Grazie mille, molto interessante. Se la memoria non m'inganna, in origine era conosciuto anche come Tu-26. Un'ipotesi diversa di denominazione ufficiale, poi accantonata in favore di Tu-22M, oppure semplice speculazione occidentale?
  15. Una cosa che ho sempre ritenuto curiosa è che il Backfire abbia mantenuto la designazione di Tu-22 che è la stessa del Blinder, nonostante siano due macchine completamente diverse. Oggigiorno siamo abituati all'opposto: versioni successive del Flanker o del Fulcrum sono designate con numeri diversi e crescenti. Come mai questa anomalia nel caso del bellissimo bombardiere antinave?
  16. Certo fa ridere (o piangere) il fatto che di un radar AESA siano stati forniti velivoli che erano già in servizio quando il Typhoon non era neanche ancora sui tavoli dei progettisti...
  17. Grazie mille Flaggy, analisi spietata ma che non si può non condividere...
  18. Perdonatemi, sono un po' digiuno di questi retroscena commerciali/industriali. Come mai è così faticoso vendere questi tifoni? Eppure l'Eurofighter parrebbe essere, tra i caccia di quarta generazione, il più avanzato. Eppure velivoli concettualmente più vecchi come l'F-15E sembrano vendersi meglio. E' tutta una questione di costo?
  19. Colpisce, nel Flatfish (io lo chiamo così ) quanto siano in realtà piccole, in proporzione alla fusoliera, le ali propriamente dette... e anche le derive. Quella fusoliera così larga e raccordata deve fornire una quantità impressionante di portanza...
  20. E' dato sapere quali siano le differenze a livello dinamico nel comportamento di volo tra F-35A e F-35C, che è considerevolmente differente? Agilità, velocità, quota operativa eccetera...
  21. Quella che ricordo io su RID era assolutamente una CATOBAR (se ben ricordo montava tre catapulte); l'isola era in sostanza una riproduzione esatta di quella delle Kiev, ma non ricordo se fosse prevista una propulsione mista convenzionale/nucleare come sui Kirov. Mi pare di si. Quindi può essere che l'anticipazione avesse dei fondamenti concreti! grazie mille
  22. Su un vecchissimo numero di RID avevo visto un'ipotesi di portaerei molto diversa da quella che poi divenne la Kutnetsov. Niente sky-jump, design molto più convenzionale, molto simile a una Kiev allargata e a tutto ponte. Molto bella tra l'altro. Non ho mai capito se fosse tutta una speculazione della rivista (ma visto il livello di dettaglio tecnico e la reputazione di RID non penso) o se fosse un'idea reale. Sarebbe bella un'unità in quello stile.
  23. Io onestamente tra un F/A-18F e un F-15E (e derivati) punto sempre e comunque sul secondo... dite pure che parla il "cuore"... ;-)
  24. Un bombardiere a geometria variabile da Mach 2 è giocoforza un "animale" molto diverso e, per un numero notevole di aspetti, incomparabile a un vecchio quadrimotore a turboelica. E' come paragonare il B-1B (anzi, il B-1A) al B-52, solo che qui il divario è ancora più marcato. Ricordo che il Lancer, programma nato sotto una cattiva stella e, sotto molti aspetti, non ben voluto nell'USAF... era però nato proprio per soppiantare il B-52. Se vogliamo fare paragoni col Blackjack, forse si potrebbe parlare del Backfire. Certo più piccolo e con una ragion d'essere diversa, ma "gioca" in un'arena prestazionale più simile.
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