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Ulard

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  1. Permettimi un appunto : Chiedi che eventuali correzioni siano "fondate e non per critica infondata" e contemporanemante affermare con un "ho sentito dire" che le nostre Forze armate e le nostre forze di polizia ottengono con facilità leuree e riconoscimenti accademici, non mi sembra corretto. E' vero, come afferma Picpus, che alcuni esami di una facoltà sono comuni con altre; pertanto una volta superati vengono riconosciuti senza più la necessità di superarli nuovamente. Questo permette sicuramente di ottimizzare e velocizzare la carriera universitaria, ma è altrettanto indubbio che la maggioranza degli esami occorre guadagnarseli. Personalmente ritengo di non aver ragione di dubitare che le lauree conseguite dalle nostre Forze armate siano guadagnate e sudate al pari di tutti gli altri studenti. Esistono certo, ma è un ragionamento valido per tutti e non solo per i militari, alcune Università dove la progressione della carriera universitaria, a confronto con altre, risulta meno impegnativa. Il fatto di poter vantare un elevato numero di lauree è riservato a persone che hanno avuto la capacità, il tempo e la determinazione di poterle conseguire, questo non li rende assolutamente dei superuomini ma certamente delle persone con della conoscenze particolari (partrimonio assai diffuso della nostre Forze armate) le quali, viste da fuori, possono risultare inarrivabili, ma che in realtà sono molto più a portata di quanto non possa apparire per quanto il percorso sia difficile ed impegnativo .
  2. Contributo sull'invasione argentina. La fase dell'invasione argentina si apriva il 18 marzo 1982 quando dalla nave appoggio della Marina argentina Bahja Buen Suceso, un gruppo di una cinquantina di operai, incaricati del recupero di materiali metallici da una base baleniera ormai fuori uso, sbarcavano sull'isola di San Pedro nella Georgia australe. Una ditta argentina, avendo acquistato le vecchie installazioni, intendeva procedere alla loro demolizione; ma gli operai di rifiutarono di esibire il passaporto ed issarono sull'isola la bandiera argentina, istallandovisi. A quel punto il dibattito politico alle Nazioni Unite a suo tempo già caldo sulle Falkland-Malvinas si riaccendeva, la Royal Navy inviava nell'Atlantico meridionale il pattugliatore antartico Endurance con a bordo due elicotteri ed un contingente di Royal Marines, mentre la Marina argentina inviava il rompighiaccio Bahia Paraiso per rifornire gli uomini di San Pedro. A quel punto il rompighiaccio argentino rientrò alla base mentre una forza navale composta dalla portaerei 25 de Mayo, dai cacciatorpedinieri Hercules e Santisima Trinitad, dalle fregate Drummond e Granville iniziavano a radunarsi, l'ammiragliato britannico inviava in risposta nell'Atlantico meridionale 2 sommegibili d'attacco nucleari: il Superb e il Conqueror. Nel frattempo la forza aerea argentina spostava i propri reparti da combattimento e da trasporto nel sud del paese, dove nei punti di imbarco si andavano ormai concentrando uomini e mezzi dell'esercito e della marina, insieme alle unità militari da trasporto. Nella notte del 1 aprile la Gran Bretagna chiedeva una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. In quel momento la forza navale argentina era già al largo delle Falkland orientali. Alle ore 23,00 in vicinanza di Port Stanely si effettuava un primo sbarco. All'alba del 2 aprile, il primo contingente sbarcato si dirigeva verso la capitale mentre il grosso della forza di occupazione prendeva terra nella Baia di York. Seguirono degli scontri armati a Port Stanely che costarono un morto e due feriti tra gli argentini, alle ore 9.00 del 2 aprile veniva raggiunto un accordo per il cessate il fuoco, il governatore inglese Rex Hunt lasciava le isole e lo stesso giorno venivano evacuati per essere rimpatriati 86 tra funzionari e militari britannici. Il 3 aprile il Consiglio di Sicurezza adottava la risoluzione n° 502 nella quale si chiedeva l'immediato ritiro delle forze armate argentine dalle isole. Lo stesso giorno le truppe argentine si impadronivano della Georgia australe al prezzo di tre morti mentre dodici soldati britannici si ritirarono all'interno dell'isola; sarebbero stati tutti catturati senza perdite alcuni giorni più tardi. Dopo questi episodi la presenza argentina si consolidò e divenne definitiva fino al successivo sbarco britannico ad opera della task Force.
  3. Ulard

    AW-101 all'india

    Ogni tanto anche qualche bella notizia !! Speriamo anche che per la diffusione dell'EH101 in India, sia solo l'inizio . Una domanda, gli EH101 di questo contratto verranno prodotti in Italia/UK oppure è prevista una delocalizzazione parziale/totale della produzione in India?
  4. Mi sono espresso male, intendevo dire che tutte le lingue presenti attualmente nella UE devono rimanere e anche in maniera ufficiale. Oltre a mantenere le nostre lingue madri occorrerà pero scegliere una o più lingue per comunicare con tutti gli altri cittadini UE. A mio avviso due.
  5. La butto lì. Nel corso della storia determinate lingue sono state utilizzate come linguaggio comune parlato da più stati/popoli/nazioni per poter comunicare tra loro (per es. latino, francese etc.). L'adozione della tal lingua non avveniva per scelta; seguiva invece l'evoluzione dello stato/popolo/nazione che nei propri rapporti economici e militari riusciva ad imporlo agli altri. La nazione/i guida di un determinato periodo storico, oltre ai propri "usi e costumi" riusciva più o meno consapevolmente ad imporre il proprio linguaggio all'interno della propria sfera di influenza. Più grande era tale sfera, maggiore era la diffusione della lingua. Nell''800 e all'inizo del '900, grosso modo, lo stato guida fu la Gran Bretagna (basti pensare alle sue immense colonie) e l'inglese divenne una lingua conosciuta a livello mondiale. Dalla 2^GM gli USA sostituirono nella leadership il Regno Unito, l'inglese fu ulteriormente utilizzato solo perchè negli USA la lingua utilizzata è l'inglese. Se per assurdo negli USA la lingua ufficiale fosse il suomi a quest'ora molti di noi lo utilizzerebbero quotidianemente relegando l'inglese a un ruolo secondario. In prospettiva, la nascita in futuro di una vera UE che dovrebbe rappresentare nelle proprie intenzioni una nuova potenza mondiale con la propria sfera d'influenza e in misura economica concorrente a quella statunitense, potrebbe essere politicamente vantaggioso e/o strategico eleggere come lingua ufficiale comune a tutti i propri cittadini l'inglese, oppure scegliere linguaggi appositamente diversi? PS. Personalmente rimango per 3 lingue (quella di madrelingua + 2 comuni per tutti i cittadini UE).
  6. Mi riferivo al numero di persone che parla tedesco come madrelingua, non perchè la impara nella propria vita per qualsiasi ragione. Se sommi il numero di abitanti di Germania, Austria e le varie minoranze linguistiche di lingua tedesca presenti in Europa vedrai che è superiore a quello del numero di abitanti in cui il francese è madrelingua (Francia, Belgio escludendo chi parla Vallone come madrelingua + altre minoranze linguistiche in Europa) o di qualsiasi altra lingua parlata in Europa. Conteggiando o meno anche la Svizzera, non UE, il tedesco madrelingua è più diffuso del francese madrelingua .
  7. Mi permetto di intromettermi nella discussione. Fino a quando l'UE non sarà una vera entità autonoma nazionale è giusto e corretto che ognuna delle lingue che si parlano all'interno del suo territorio abbia pari dignità indipendentemente dalla conoscenza, dalla diffusione e dalla valenza storica delle stesse. Il Presidente del Consiglio italiano bene ha fatto a richiamare a questa pari dignità negli incontri e nei contatti formali. Nelle situazioni informali invece è legittimo utilizzare qualsiasi lingua conosciuta tra le parti. E' quindi più un aspetto di forma (che deve essere salvaguardata) che un aspetto di sostanza. Diversa la situazione, un domani, quando l'UE sostituirà tutti gli stati nazionali, a quel punto occorrerà istituire una o più lingue ufficiali e quindi scegliere quali lingue utilizzare nella vita normale di milioni di cittadini europei. Il mio pensiero è che ognuno mantenga il proprio linguaggio di madrelingua e quindi ancora 20 e passa lingue ufficiali, ma che a queste si affiancano perlomeno una, possibilmente due, uguali per tutti a partire dall'insegnamento scolastico. Il criterio da adottare andrebbe preso da un semplice principio democratico. Qual'è il linguaggio di madrelingua parlato nella UE dal maggior numero di persone? Gli altri si adeguino. Ovviamente sto pensando al tedesco, parlato e compreso da un buon numero di stati in Europa (tra le altre è anche una lingua ufficiale della Repubblica Italiana). Il tutto con buona pace dei fautori della lingua di Molière (in questo forum non moltissimi ma belli combattivi ) e dei produttori di patate i quali averebbero un netto calo della produzione delle stesse utilizzate per un corretta pronuncia della lingua inglese . Iniziate a studiare.......
  8. Contributo sul trattamento dei prigionieri di guerra. La fase terrestre del conflitto ha denotato una scarsa volontà di combattere da parte delle truppe argentine stanziate nelle Falkland-Malvinas. Ciò nondimeno il numero dei soldati ai quali era affidata la difesa delle isole occupate era notevole: circa 11.000, i quali, via via che la controffensiva britannica procedeva, diventavano prigionieri ponendo seri problemi logistici e organizzativi all'esercito britannico. I soldati britannici della guarnigione di stanza alle Falkand-Malvinas, catturati al momento dell'invasione, dopo essere stati disarmati e rimpatriati al pari dei funzionari che ricoprivano incarichi pubblici, vennero rimpatriati con un primo passaggio via Uruguay. L'unico prigioniero britannico rimasto nelle mani degli argentini sino alla fine delle ostilità è stato un pilota, raccolto alla fine di maggio da una nave argentina al largo di Port Stanley. Trasportato sul continentee e trattato come prigioniero di guerra è stato successivamente rimpatriato via Montevideo l'8 luglio sucessivo. Durante la prigionia in Argentina, il pilota è stato visitato a più riprese da un delegato del Comitato Internazionale della Croce Rossa. A differenza dei militari britannici caduti in mano argentina, tutti i soldati argentini catturati dalle forze britanniche lo sono stati nel corso di operazioni militari ed hanno subito un effettiva prigionia. Molti prigionieri sono stati rimpatriati durante gli scontri militari; poichè la prima operazione militare britannica era stata diretta alla riconquista della Georgia Australe, i primi prigionieri di guerra provenivano da quall'isola. Tra di essi si trovava quel gruppo di operai che, issandovi il 18 marzo la bandiera argentina, avevano causato il casus belli. Queste persone venivano trasportate via mare sull'isola di Ascensione e da questa a Montevideo con un aereo messo a diposizione dalla Croce Rossa. Una seconda operazione di rimpatrio di portata limitata, riconduceva a Montevideo un gruppo di 23 civili ed un militare argentini vittime dell'affondamento del Narval, dopodichè si procedette al trasporto di un primo grosso contingente di prigionieri argentini catturati nel corso delle battaglie di Goose Green e Port Darwin. Il sollecito rilascio dei soldati argentini si spiega senza dubbio alla luce delle grandi difficoltà poste dal mantenimento di centinaio e poi di migliaia di uomini in territorio inospitale. Di questo gruppo di uomini faceva parte il comandante della guarnigione argentina nella Georgia Australe: il capitano Alfredo Astiz, sospettato di una serie di sequestri politici avvenuti a Buenos Aires nel 1977, tra i quali la sparizione di due suore francesi e di un giovane svedese. Non appena l'identità del capitano Astiz veniva palesata, il governo francese e quello svedese fecero richiesta di estradizione mentre nel contempo l'ufficiale veniva trasferito direttamente a Londra via Ascensione. Senza dar corso alle richieste proveniente dai due governi europei il governo britannico decise successivamente il rimpatrio dell'ufficiale argentino avvenuto il 10 giugno via Rio de Janeiro. La capitolazione delle forze argentine sulle Falkland-Malvinas avveniva a Port Stanley il 14 giugno, con la firma del relativo strumento formale, intervenuto dopo negoziati svoltisi tra i comandanti militari dei due eserciti. Il giorno 20 le forze britanniche completarono la riconquista delle isole occupate impadronendosi di Southern Thule, nelle Sandwich australi, dove nel 1976 si era insiedata una missione scientifica argentina con militari al seguito. Nei giorni immediatamente successivi al 14 giugno venivano rimpatriati circa 6.000 argentini, sbarcati in una località a sud di Buones Aires. Dal 19 al 26 giugno le operazioni di rimpatrio proseguirono portando a quasi 10.000 i prigionieri sbarcati in diverse località della costa argentina. Il rimpatrio avvenne tramite due navi britanniche coadiuvate dalla Croce Rossa e autorizzate in tal senso dal governo argentino. Il rientro dell'ultimo gruppo di prigionieri, circa 600 ufficiali argentini, venne posticipato al 14 luglio a Puerto Madryn in quanto il Regno Unito attese vanamente dal governo argentino una formale dichiarazione di cessate il fuoco.
  9. Ulard

    Un Saluto a tutti voi

    Ciao, benvenuto!!
  10. Anche il sito segnalato da Lender riporta che il 18 o il 19 maggio i britannici persero un Sea King vicino Punta Arenas. Cosa ci faceva un elicottero britannico in territorio cileno? E' lecito a questo punto pensare a qualche inciucio Anglo-cileno.
  11. Il contributo è tratto dal seguente volume: Ronzitti (a cura di), La questione delle Falkland-Malvinas nel diritto internazionale, Milano, Giuffrè editore, 1984. E' un libro prevalentemente giuridico che affronta il tema dell conflitto anglo-argentino dal punto di vista del diritto internazionale. Al suo interno Gabriella Venturini, con il capitolo Jus in bello nel conflitto anglo-argentino, analizza nel dettaglio anche gli accadimenti militari da cui ho tratto il mio contributo. Tieni conto che è stato un testo dell'università degli studi di Miiano, facoltà di scienze politiche. Era fondamentale conoscere a fondo il volume, scontri militari compresi, per poter superare l'esame di diritto Internazionale I nell'ormai lontano 1996. Per quanto riguardano gli aiuti peruviani e non solo (il testo specifica che molti paesi dell'America Latina si dichirarono disponibili a prestare assistenza militare all'Argentina specificando oltre al Perù però solo Cuba) il testo rimanda citando espressamente: De Risio, I 75 giorni della Falkland, Milano, 1982. Questo volume però non è in mio possesso e quindi non riesco a dare maggiori indicazioni sul tipo e qualità degli aiuti peruviani forniti .
  12. Sulla guerra della Falkland/Malvines vorrei dare il mio contributo con degli argomenti che spero possano risultare interessanti. Il comportamento degli stati estranei al conflitto durante gli scontri militari. Per il Regno Unito la disponibilità della base aerea di Wideawake, sull isola di Acensione, è stata di fatto indispensabile. Ascensione fa parte della dipendenza della colonia britannica di Sant'Elena; in base a degli accordi risalenti al '56 e nel '62, la base aerea era stata ceduta in affitto al governo statunitense, il quale era comunque tenuto a garantirne la più ampia disponibilità per gli apparecchi militari britannici. L'assistenza fornita dalgi USA è andata al di là del semplice uso della base aerea, comprendendo informazioni d'intelligence, rifornimenti di combustibile, di pezzi di ricambio e d'altro genere. Massicci aiuti giungevano invece all'Argentina dal Perù che metteva tra l'altro a diposizione della forza aerea di Buones Aires alcuni apparecchi da combattimento. Il Brasile ha tenuto una rigorosa linea di neutralità assoluta. Le autorità di tale stato hanno infatto disarmato, prima di autorizzarne la ripartenza, un bombardiere Vulcan britannico che nel corso di una missione partita da Ascensione era penetrato nello spazio aereo brasiliano per causa di necessità, qui era stato intercettato da aerei brasiliani e fatto atterrare alla base aerea di Galeao, vicino Rio. L'autorizzazione al decollo venne concessa solo dietro impegno formale del Regno Unito a non riutilizzare l'apparecchio nella campagna militare in corso. Più ambiguo il comprtamento del Cile. Il 18 maggio 1982 un elicottero britannico si schiantò al suolo a Punta Arenas in pieno territorio cileno. Secondo alcune fonti, l'elicottero aveva sbarcato un commando con il compito di compiere una missione di sabotaggio sulla vicina base argentina di Rio Grande in base ad una autorizzazione segreta cilena richiesta altrettanto segretetamente dal governo britannico. Ufficialmente l'incidente si è chiuso con delle proteste ufficiali del Cile ed altrettante scuse ufficiali da parte del Regno Unito. L'applicazione del diritto umanitario durante il conflitto navale. Le operazioni svoltesi durante il conflitto nell'Atlantico Meridionale hanno utilizzato le norme della Convenzione di Ginevra del 1949 I^e II^ convenzione e successive modifiche. Nella convenzione si stabilisce che le navi ospedali devono essere contraddistinte dal colore bianco e dall'emblema della croce rossa dipinto sui ponti e sulle fiancate e a riportarlo su una bandiera sull'albero maestro. Di notte o in caso di cattiva visibilità, gli emblemi possono essere illuminati. Oltre a questo sistema di identificazione la Convenzione raccomanda ogni mezzo di identificazione più moderno che sia diponibilie tra le parti in conflitto. Queste devono notificare alla controparte, almeno 10 giorni prima del loro impiego, le unità che svolgeranno funzione di nave ospedale descrivendone nel modo più dettagliato possibile le caratteristiche. Le navi ospedali non possono trasmettere in codice per comunicare con il comando della propria flotta, pena la perdita delle protezioni di cui godono i trasporti sanitari. Per quanto riguarda invece gli aeromobili, gli stessi devono essere contaddistinti dalla croce rossa in campo bianco oltre (aggiornamento della convenzione del 1977) all'utilizzazione di un segnale intermittente di colore blu. Durante il conflitto hanno operato complessivamente 6 navi ospedali (2 argentine e 4 britanniche), debitamente notificate e munite dei prescritti segnali di identificazione visiva, oltre a 7 elicotteri (4 argentini e 3 britannici). Nonostante tutte le precauzioni visive, le navi ospedali sono comunque di difficile identificazione per aereomobili che procedano ad alta quota, a sommergibili che utilizzino sistemi di rilevamento delle unità di superfice in profondità, ai missili teleguidati a ricerca automatica. Le navi ospedali intervenute nel conflitto hanno utilizzato segnali blu fissi per avere maggiore visibilità e durante le operazioni notturne sia elicotteri sia navi si muovevano con tutte le luci di navigazione accese. Grosse difficolte hanno posto le comunicazioni delle navi ospedali britanniche con il proprio comando che non potevano avvenire in codice. Poichè le trasmissioni in chiaro rischiavano di palesare all'avversario la posizione della flotta, ogni comunicazione è stata effettuata tramite le basi a terra. Di conseguenza le navi ospedali non erano informate della posizione della flotta e dell'andamento delle operazioni. Ioltre le sei navi non erano munite di trasponder, cioè di quelle apparecchiature idonee a captare segnali radar e rispondere loro identificandosi autonomamente. Viceversa tutti gli elicotteri ne erano dotati. Per tutte queste ragioni è comprensibile come di fatto all'interno della zona di esclusione, sia stata istituta e rispettata una zona neutra, circa 30 miglia a nord del teatro delle operazioni. I sommergibi non hanno operato in questa zona nella quale le navi ospedali attendevano dalle loro basi a terra le istruzioni per la raccolta dei feriti e dei naufraghi.
  13. Ulard

    Fucili d'assalto

    Un pensiero al buon vecchio FAL, ma il mio voto va "all'erede" AR 70/90.
  14. Se guardiamo all'attuale contrazione del bilancio della difesa, sembra impossibile pensare ad una seconda PA. Al momento possiamo solo sperare che su tempi medio lunghi la situazione sia destinata a cambiare. Una lettura in chiave positiva, ad oggi, può essere fatta solo leggendo tra le righe di programmi d'investimenti lungamente pluriennali. Mi riferisco, per esempio, all'intenzione da parte dell'AMI di acquistare un certo numero di F-35B. In un articolo apparso sul Corsera a luglio, si ventilavano 20 apparecchi per la MM e 40 per l'AMI. Sempre che le fonti del giornalista risultino corrette, 20 F35-B per la MM sono grosso modo la capacità massima d'imbarco del Cavour. Mentre, come già ipotizzato in altra discussione, cosa se ne fà l'AMI dei 40(?) F35-B? In eventuali situazioni operative li utilizza tutti dalle basi aeree avanzate oppure c'è spazio per un impiego imbarcato magari su una seconda PA ? (in altra discussione si era ventilato un accordo sottobanco tra MM e AMI, la prima ottiene una seconda PA e la seconda imbarca i propri aerei.)
  15. E' già circolata qualche voce sui nomi dei due nuovi U212A classe "Todaro"?
  16. Votato Tornado IDS, semplicemente il meglio per l'attacco al suolo.
  17. La motivazione per la scelta dell'assetto da inviare in Afghanistan penso siano di natura politica più che tecnica. Gli alleati NATO hanno da lungo tempo chiesto maggiori contributi? Seppure l'AMX probabilmente risulta essere la soluzione tecnica/economica migliore, il Tornado permette meglio di mostrare i muscoli consentendo una presenza maggiormente visibile e "pesante". In secondo luogo bisognerà poi verificare il reale utilizzo dei caccia-bombardieri, le missioni si limiteranno alla ricognizione fotografica come i tedeschi oppure senza fare troppa pubblicità in perfetto stile italiano, si provvederà invece a distribuire confetti ?
  18. Votato Me-109. Non sarà stato il migliore in assoluto, ma rimane comunque un aereo che ha fatto la storia.
  19. Ulard

    LUNA 2018

    Il nostro futuro è lo spazio. Appena possibile dovremo andare ben al di là della luna. Entro il 2018 possiamo accontentarci .
  20. Ho votato altri, in quanto come elicottero d'attacco la mia preferenza va al mitico Mangusta . Come multiruolo altro mito: EH-101 .
  21. Voto il C-130, l'eroe di tutti i giorni .
  22. Ulard

    Il Piave mormorava...

    Ecco il mio contributo. Alcuni libri: 1) Mario Isnenghi e Giorgio Rochat, La Grande Guerra 1914-1918, Milano, La Nuova Italia, 2000. A mio avviso, semplicemente fondamentale per conoscere bene la Grande Guerra degli italiani. 2) Heinz Von Lichem, La guerra in montagna 1915-1918, Il fronte dolomitico da Rovereto al Passo Monte Croce Comelico, Bolzano, Athesia, 1993. Uno dei non moltissimi libri tradotti in italiano da autori di lingua tedesca; consente di comprendere e capire strategia e modalità sul come è stata condotta la 1^GM sul fronte italiano dalle truppe austro-ungariche, nel testo proposto: dal Pasubio alle Dolomiti. Dello stesso autore esistono altre opere che descrivono altri settori dell'intero fronte italiano. Un utile strumento che consente, previo adeguato confronto con testi analoghi di fonte italiana, di farsi un idea più veritiera e bilanciata degli eventi realmenti accaduti. 3) Mario Ceola, a cura del Museo Strorico Italiano della Guerra, Dalle trencee alle nubi 1915-1918, Rovereto, Osiride, 1997. Per gli appassionati di storia dell'aviazione, il libro autobiografico narra il percorso comune a molti altri, che ha portato l'autore da ufficiale di artiglieria e volontario di guerra, a passare in servizio sugli aerei come osservatore. Sopravvisuto a numerose azioni di guerra e ad incidenti di volo è stato decorato con la medaglia d'argento V. M. 4)A cura di Gianlugi Fait, Sui campi di Galizia (1914 -1917), Rovereto, Museo storico italiano della Guerra. Una chicca per chi cerca qualcosa di poco conosciuto fuori dall'ambito locale: la storia e le vicende belliche degli oltre 40.000 soldati trentini che hanno combattutto come Kaisejager sul fronte orientale. Più in generale consiglio una visita sul sito www.museodellaguerra.it sito del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto . Sul sito un infinità di info sulla 1^GM (ma non solo), sulle iniziative previste per il novantesimo anniversario della fine della Grande Guerra e tantissimo altro. Per chi passa fisicamente da Rovereto una visita al Museo rimane un esperienza interssantissima. Nelle esposizioni: dalle munizioni più varie a numerosi pezzi di artiglieria, dalle uniformi alle cucine da campo, per gli appasionati di aviazione la possibilità di vedere un Nieuport 10 etc etc etc etc
  23. Ulard

    Mi presento

    Ciao a tutti da Ulard ! Sono mesi che quando posso leggo avidamente molte discussioni interessantissime del Forum . Dai dibattiti e dalle singole prese di posizioni molto ho imparato sul mondo difesa che tanto mi appassiona. Oggi ho deciso per il gran passo, anche io sono iscritto . Ho scarse conoscenze tecniche compensate però da studi storici sulla Prima Guerra Mondiale, in particolare sugli accadimenti bellici e non solo del basso Trentino luogo di orgine della mia famiglia. Quindi se volete parlare di Kaiserjager trentini o di Kaiserschutzen che hanno combattuto contro gli Alpini sapete dove trovarmi. Alla prossima.
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