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  1. ....avrebbero.....e perché non lo facevano?! Anche in passato?! C'era qualcuno che glielo impediva?!
  2. Eccovi, dal quotidiano francese "Le Figaro", un articolo che pone in luce l'atteggiamento determinato di alcuni paesi europei, nella difesa dell'integrità territoriale della Georgia. Dal link: http://www.lefigaro.fr/international/2008/...ise-rapide-.php "Nicolas Sarkozy mise sur une sortie de crise rapide À Rome, Nathalie Vandystadt (avec AFP) 11/08/2008 Des manifestations pro-Géorgie en Italie dimanche. Crédits photo : AP La diplomatie européenne s'est mobilisée ce week-end. Mais peine à parler d'une seule voix. La diplomatie européenne s'est mise en branle ce week-end pour tenter de mettre fin aux hostilités dans le Caucase. Dimanche soir, Nicolas Sarkozy, qui se rendra à Moscou dans les prochains jours selon l'Élysée, s'est s'entretenu au téléphone avec ses homologues russe et géorgien Dmitri Medvedev et Mikhaïl Saakachvili. Le président français estime qu'après le retrait des forces géorgiennes, «il existe désormais de réelles perspectives pour parvenir rapidement à une sortie de crise». La France, qui préside actuellement l'Union européenne, réunira par ailleurs les ministres européens des Affaires étrangères, mercredi à Bruxelles. Et Paris n'exclut pas de convoquer ultérieurement un sommet des chefs d'État et de gouvernement européens. Dès dimanche soir, Bernard Kouchner était à Tbilissi en compagnie du président de l'OSCE, Alexander Stubb. À l'issue d'une rencontre avec le président géorgien, le chef de la diplomatie française a déclaré : «Il faut parler de négociations et règlement politique, il n'y a pas de règlement militaire. Il faut faire vite, ce n'est pas un exercice diplomatique, c'est un exercice de survie». Lundi matin, Bernard Kouchner devait se rendre à Moscou pour y présenter un plan en trois points : respect de l'intégrité territoriale de la Géorgie, cessation immédiate des hostilités et rétablissement de la situation qui prévalait antérieurement sur le terrain. L'Allemagne et la Grande-Bretagne se sont aussi mobilisées. La chancelière Angela Merkel, qui a appelé à un «cessez-le-feu immédiat et inconditionnel», devrait rencontrer vendredi prochain le président Medvedev à Sotchi. Le gouvernement britannique, de son côté, a dépêché à Tbilissi une délégation conjointe de l'UE et des États-Unis. Varsovie prône la fermeté Une fois de plus pourtant, l'UE a du mal à parler d'une seule voix. La Pologne et les trois pays Baltes ont appelé l'UE à prendre des mesures plus radicales contre une Russie taxée d'«impérialisme». Dans une déclaration commune, le président polonais Kaczynski et ses homologues baltes accusent Moscou d'avoir franchi «la ligne rouge» et avertissent qu'ils utiliseront «tous les moyens possibles pour s'assurer que l'agression contre un petit pays en Europe ne soit pas passée sous silence ou qu'elle ne fasse pas l'objet de déclarations creuses». Les quatre chefs d'État demandent à l'UE de réviser sa coopération avec la Russie. Ils critiquent aussi implicitement l'Allemagne et la France, coupables de se montrer trop accommodantes avec le régime russe en s'étant opposées notamment à l'octroi d'un statut de candidat à l'Otan à la Géorgie et l'Ukraine lors du sommet de l'Al­liance à Bucarest en avril. La Suède a prôné elle aussi la fermeté, le ministre des Affaires étrangères Carl Bildt allant jusqu'à comparer à la doctrine d'Adolf Hitler les justifications de Moscou pour intervenir en Géorgie. Avant de quitter Paris, Bernard Kouchner a rappelé qu'il ne servait à rien «d'injurier les gens». Samedi soir, la France, au nom de l'UE, a donc publié une déclaration consensuelle, où elle exhorte la Russie à accepter im­médiatement le cessez-le-feu proposé par le gouvernement géorgien. Et bien que cette initiative ait peu de chance d'être acceptée par Moscou, Varsovie s'est déjà proposé pour une mission de ­stabilisation dans le Caucase du Sud." Come sempre, c'è chi è dotato di attributi e chi no! Ed i più tendono a comportarsi vigliaccamente, come contro Hitler (come giustamente ricorda il Ministro degli Esteri svedese) quando s'impadronì, ricorrendo a giustificazioni analoghe a quelle di Putin, dell'Austria e smembrò la Cecoslovacchia! E dire che la Storia dovrebbe essere maestra di vita!
  3. Per chi ha la memoria corta, riporto un'intervista ad un personaggio che disistimo profondamente, ma che, sicuramente, non si può certo considerare un ammiratore di Berlusconi!!! Dal link: http://www.corriere.it/politica/08_gennaio...3ba99c667.shtml "L'ex presidente Scalfaro: «Strano tempismo, come Berlusconi nel '94» «Era davvero così urgente? Anche dal Quirinale censuravo il metodo del tintinnar di manette» Presidente Scalfaro, ricomincia lo scontro tra politica e magistratura, con una scia di polemiche più avvelenate del solito. Stavolta al centro di tutto c'è addirittura il ministro Mastella, con uomini del suo partito e con la sua famiglia. «È una faccenda che mi dà molto da pensare. Stamattina, sono passato in via Arenula e, davanti al ministero della Giustizia, ho visto schierato un plotone della polizia penitenziaria, con banda al seguito. Era un picchetto d'onore per il giuramento di nuovi agenti. Ma oggi era anche il giorno in cui il Guardasigilli doveva riferire alla Camera sull'attività del suo dicastero. Due circostanze alle quali ho pensato più tardi, quando ho saputo dell'inchiesta per la quale è stata messa agli arresti domiciliari la moglie di Mastella. E mi sono chiesto: ma questa carcerazione doveva proprio scattare in un momento così particolare? In un giornata così simbolica? Era davvero così urgente? Mi è parsa una coincidenza tale da dare adito a interrogativi estremamente preoccupanti ». Insomma: almeno per questo caso lei sembra condividere l'idea di una «giustizia a orologeria », come hanno denunciato in tanti a Montecitorio. «Le cito un'altra coincidenza, che non posso dimenticare. Ricorderà che nel '53 l'Italia politica era sotto choc per il mistero di una ragazza trovata morta sulla spiaggia di Castelporziano...». Il giallo Montesi, che bruciò la carriera dell'ex segretario dc, Attilio Piccioni, il cui figlio era sotto indagine. «Esattamente. E la coincidenza fu che, nel giorno in cui Piccioni padre doveva presiedere, da ministro degli Esteri, una riunione dei suoi colleghi della Comunità Europea, giusto quel giorno i quotidiani lanciarono con grande risalto la notizia che al figlio era stato tolto il passaporto. Il danno per il Paese fu gravissimo. Mi dissi che cose come queste non capitano per caso». Non occorre andare così lontano: è la stessa «sospetta sincronia» per la quale Berlusconi accusò il pool di Mani Pulite nel 1994. «Sì, l'avviso di garanzia che gli fu recapitato a Napoli, durante un vertice dell'Onu, arrivò con un tempismo singolare. Oggi come allora la domanda è dove fosse l'urgenza. E bisogna riconoscere che anche fatti come questi, uniti a certi atteggiamenti ultradifensivistici del Csm, contribuiscono ad alimentare la sfiducia nei cittadini». Quanto alla sfiducia, come giudica le dichiarazioni di Mastella in Aula? Ha parlato di «frange estremiste» di giudici, che vedrebbero in lui «un nemico da abbattere». «Non ho potuto ascoltare il suo discorso, quindi non lo giudico. Ma non voglio far mancare una parola di solidarietà non soltanto al ministro, ma al collega e all'amico». Ammetterà comunque che il rapporto tra questi due poteri dello Stato, lungi dal normalizzarsi, negli ultimi 15 anni si è imbarbarito fino al cannibalismo. Che ne pensa, da ex magistrato, da politico di lungo corso e da ex presidente? «Quand'ero al Quirinale ho sempre difeso, anche per un mio preciso dovere costituzionale, l'autonomia e l'indipendenza della magistratura. Ho sempre tenuto fermo questo punto, pure davanti al Csm e in momenti assai delicati. Ma ho sottolineato cose che mi parevano eccessive, non serene, abusi veri e propri. Ho censurato il metodo del "tintinnar di manette" e la pioggia di notizie riservate sui mass-media, senza che mai fosse aperta una qualche procedura contro i magistrati dai cui uffici quelle notizie dovevano esser uscite. E ho detto che quando s'incarcerava qualcuno per farlo parlare, si rasentava la tortura. Ho rifiutato di firmare un decreto (definito "salvaladri", n.d.r.) che avrebbe alleggerito in modo insultante la posizione di persone prese con le mani nel sacco. Riflessioni che confermo totalmente». La Procura che ha messo sotto inchiesta Mastella fa sapere che l'indagine riguarda «un sistema di potere ». Così si ripropone l'eterna questione morale, di cui lei si occupò in anni lontani. «È vero. A un Consiglio nazionale della Dc, dove nessuno osava evocare il nome di Ligato, ucciso pochi giorni prima in circostanze oscure, dissi "Ligato è nostro", per far capire che era ipocrita prenderne le distanze. E anche il lavoro della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla ricostruzione post-terremoto in Irpinia, da me presieduta, mi costò qualche odio. Oggi il problema è diverso e due cose mi sento di dire. Ai magistrati, di non invadere il terreno di altri poteri dello Stato e di accettare eventuali accertamenti supplementari, quando serva a un di più di garanzia. Ai politici, dico di non lanciare accuse generalizzate ma di concentrare eventuali recriminazioni su atti, documenti, sentenze precise. Altrimenti il clima non si svelenirà mai. Se passa la logica del "tutti colpevoli" non ci sarà alcun colpevole. E sarà peggio». Marzio Breda 17 gennaio 2008"
  4. Perché tutti possano formarsi una corretta opinione, sul pensiero dell'ambasciatore Romano, dal link: http://www.corriere.it/esteri/08_agosto_10...44f02aabc.shtml riporto l'intero articolo: Storia e politica - Il dramma degli osseti Dal gioco delle etnie di Stalin alla sfida della Georgia filo-Usa Il dittatore usò l’odio tra i popoli come strumento di governo I bollettini della guerra caucasica annunciano che una bomba osseta avrebbe colpito la piccola casa di Gori dove nacque nel 1879 il «meraviglioso georgiano» (così lo chiamò Lenin quando lo conobbe a Vienna nei primi anni del Novecento) che passò alla storia con il nome di Stalin. Mai bomba è stata altrettanto mirata e «intelligente». Nella guerra scoppiata in questi giorni fra Mosca e Tbilisi, l’ombra di Jozif Vissarionovic Dzhugashvili domina, come quella di Banquo nel Macbeth di Shakespeare, il tavolo dei negoziati e il campo di battaglia. La geografia politica delle etnie sovietiche fu il suo capolavoro. Quando Lenin, dopo la fine della guerra civile, lo incaricò di sciogliere l’imbrogliato nodo delle cento nazionalità che vivevano nell’impero degli zar, Stalin si dedicò anzitutto al Caucaso meridionale e mise fine con una spedizione militare all’indipendenza del Paese in cui era nato. Era il 1921. Un anno dopo sottopose a Lenin il progetto di uno Stato federale bolscevico di cui avrebbero fatto parte quattro repubbliche: Russia, Ucraina, Bielorussia e una entità nuova, chiamata Transcaucasia, in cui vennero riunite l’Armenia, la Georgia e l’Azerbaigian. Quattordici anni dopo, nel 1936, una nuova costituzione staliniana rimaneggiò la carta geografica. La Repubblica Transcaucasica fu divisa nelle sue tre componenti e vennero istituite undici repubbliche (Russia, Ucraina, Bielorussia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Uzbekistan, Turkmenistan, Tagikistan, Kazakistan e Kirghizistan) a cui furono aggiunti, dopo il patto tedesco- sovietico dell’agosto 1939, i tre gioielli del Baltico (Estonia, Lettonia, Lituania) e, con il nome di Moldavia, la Bessarabia romena. Cambiavano i nomi e i confini, ma la strategia di Stalin era sempre la stessa. Per realizzare il «socialismo in un solo Paese» occorreva creare uno Stato pseudo-federale in cui tutte le repubbliche fossero eguali (ma una, la Russia, più eguale delle altre) e in cui i poteri fossero apparentemente decentrati, ma sostanzialmente concentrati nelle mani del partito comunista e del suo segretario generale. Per prevenire ciò che era accaduto dopo la rivoluzione bolscevica, quando molte regioni avevano proclamato la loro indipendenza, Stalin disegnò le repubbliche in modo da evitare che fossero etnicamente omogenee. Non bastava che il vero potere fosse soltanto a Mosca. Occorreva creare all’interno di ogni repubblica potenziali conflitti che avrebbero conferito al segretario generale del partito la funzione di arbitro supremo. Il caso della Georgia è esemplare. La maggioranza del Paese è georgiana, ma entro i confini dello Stato esistono tre repubbliche autonome, create dal potere sovietico: Abkhazia, Agiaristan, Ossezia. E per evitare che le popolazioni musulmane sulla frontiera nord-orientale della Georgia divenissero troppo potenti, l’Ossezia fu divisa in due tronconi: quello meridionale fu «domiciliato » in Georgia e quello settentrionale assegnato alla Repubblica autonoma dei ceceni- ingusceti. Da allora le due Ossezie hanno svolto a nord e a sud della frontiera repubblicana lo stesso ruolo. Sono una quinta colonna fedele alla Russia in terre potenzialmente animate da spirito secessionista. Il mio primo incontro con gli osseti fu a Mosca, nel settembre del 1991, dopo il fallimento del putsch con cui il «gruppo degli 8» cercò di estromettere Boris Eltsin dalla presidenza della Repubblica russa. Attraversavo piazza Pushkin quando vidi, di fronte al monumento dello scrittore, un semicerchio di donne vestite di nero che mostravano ai passanti i ritratti dei figli, dei padri, dei fratelli e dei mariti. Qualche settimana prima, mentre il generale Dudaev s’impadroniva del potere a Grozny, capitale della Cecenia, i «cugini» ingusceti erano insorti per riprendersi le case che il potere sovietico aveva assegnato agli osseti del nord dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Punite dal potere sovietico per avere collaborato con gli occupanti tedeschi, le popolazioni musulmane dei ceceni e degli ingusceti approfittavano della disgregazione dell’impero per saldare il conto. Gli uomini ritratti in quelle fotografie erano le vittime dei massacri che avevano avuto luogo nell’Ossezia del nord. I russi intervennero e gli ingusceti vennero duramente cacciati dalle terre di cui erano riusciti a impadronirsi. Se il lettore vuole conoscere la storia romanzata di quegli avvenimenti può leggere un romanzo di John Le Carré (La passione del suo tempo) apparso presso Mondadori qualche anno fa. Mentre gli osseti del nord ritornavano nelle loro case, gli osseti del sud insorgevano contro la Georgia. Non volevano far parte di uno Stato che aveva proclamato qualche mese prima la propria indipendenza e invocavano l’aiuto di Mosca. Lo ottennero, naturalmente, e godono da allora di una autonomia di fatto, garantita dalle truppe russe che vennero stanziate nella regione sotto l’egida dell’Osce (Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa) dopo la fine delle guerre (una stessa crisi scoppiò in Abkhazia) combattute durante gli anni Novanta. Nonostante tensioni ricorrenti, la situazione rimase relativamente stabile sino a quando il presidente della Georgia fu Eduard Shevardnadze, ministro degli Esteri dell’Unione Sovietica all’epoca di Gorbaciov. Shevardnadze era georgiano e patriota, ma aveva una vecchia familiarità con il potere russo e conosceva i limiti che la Georgia non poteva oltrepassare senza gravi rischi. La situazione cambiò nel 2004 quando un giovane georgiano si mise alla testa di una insurrezione popolare e cacciò ignominiosamente il vecchio Shevardnadze dall’aula tumultuante del parlamento di Tbilisi. Mikhail Saakashvili ha quarantuno anni, ha studiato alla Columbia University di New York, ha sposato una simpatica signora olandese, parla con l’accento americano il linguaggio della democrazia e ha lanciato segnali che gli Stati Uniti hanno prontamente raccolto. Dopo avere ricevuto trionfalmente Bush a Tbilisi nel maggio 2005, ha chiesto e ottenuto l’assistenza militare dell’America (un migliaio di istruttori), ha presentato la candidatura del suo Paese alla Nato, sa di essere appoggiato da Washington e quattro mesi fa ha restituito la visita del suo protettore mettendo piede nello studio ovale della Casa Bianca. Dopo essere tornato in patria ha innestato la pericolosa partita delle provocazioni reciproche. Non è necessario dire molto di più per capire la crisi che è scoppiata in questi giorni. È facile comprendere perché un ambizioso e spericolato giocatore d’azzardo georgiano abbia deciso, per meglio sottrarsi alla tutela moscovita, di buttare sul tavolo la carta dell’amicizia americana. È più difficile comprendere perché gli Stati Uniti gli abbiano permesso di farlo così rumorosamente. Sergio Romano 10 agosto 2008
  5. Io sono del tutto d'accordo, con le sue posizioni; l'ambasciatore Romano dedica, quasi per intero, l'articolo, all'individuazione delle cause dell'attuale situazione, che addebita in pieno all'ex Unione Sovietica; nelle 2 righe finali, da te evidenziate, specifica le conseguenze. Ecco, basta distinguere tra "cause" e "conseguenze"!!!
  6. Il link all'articolo l'avevo già inserito nel post seguente: http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=165900 (messaggio n° 80) Trovo che sia più significativo, molto più significativo, soffermarsi sulla parte iniziale del predetto articolo, da te non riportata, piuttosto che su quella finale!!!
  7. Perché esiste ancora il fantasma della CSI?!?!?!
  8. La NATO è un'organizzazione, non uno Stato, non può di certo avere né l'interesse, né la possibilità di annettersi un territorio (infatti il Kosovo non è stato di certo annesso, né alla Nato, né ad alcuno dei suoi paesi membri!); ben diverse sono le ambizioni dello zar russo nei confronti dell'Abkhazia, dell'Ossetia del Sud e della stessa Georgia, anche e non solo, per quel famoso tubo!!!
  9. Infatti se le (anche l'Abkhazia) vuole semplicemente pappare!!! Comunque il Presidente dell'OCSE, il ministro degli esteri finlandese Alexandre Stubb, è stato chiaro: la Russia è una delle due parti in conflitto e quindi non può più svolgere un ruolo di mediazione nella regione.
  10. Rispondo ad una sola delle "tue" verità, tanto le altre sono dello stesso genere! http://www.timesonline.co.uk/tol/news/worl...icle4497344.ece
  11. Dal link: http://www.euronews.net/it/article/10/08/2...d-the-conflict/ riporto: "Il francese Kouchner mediatore a Tbilisi Il ministro degli esteri francese Bernard Kouchner si recherà stasera nella capitale georgiana Tbilisi, per provare a far cessare le ostilità tra Georgia e Russia in Ossezia del sud. Dopo Tbilisi, è probabile che lunedì Kouchner andrà anche a Mosca. La Francia, presidente di turno dell’Unione Europea, ha proposto sabato un piano per la soluzione della crisi, come ricorda Roland Galargi, del ministero degli esteri francese. “Ci teniamo a sottolineare che noi vogliamo difendere l’integrità territoriale della Georgia. Chiediamo un cessate-il-fuoco immediato e ora andremo a trattare con le autorità georgiane per organizzare l’arrivo di Bernard Kouchner, a nome della presidenza dell’Unione Europea, e di Alexander Stubb, in qualità di presidente dell’OSCE”. Alexandre Stubb, ministro egli esteri finlandese, ha dichiarato che la Russia è una delle due parti in conflitto e quindi non può più svolgere un ruolo di mediazione nella regione. Una precisazione che rischia di irritare Mosca e che si aggiunge al nuovo monito di Washington: la Casa Bianca chiede alla Russia di fermare subito il conflitto, altrimenti ci saranno conseguenze." Finalmente qualcuno se ne è accorto!!! E ci voleva tanto!!!
  12. Dopo che, se non erro, era stata espulsa tutta la popolazione di etnia georgiana!!! Dal link: http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsID=84738 riporto: Ossezia in mano russa, la Georgia: colpiti come Budapest '56 e Praga '68 La Casa Bianca da Pechino ha messo in guardia la Russia sul rischio che l'escalation in Georgia abbia "un forte impatto" sulle relazioni a lungo termine con gli Usa, mentre la flotta russa ha imposto un blocco navale alla Georgia per impedire l'arrivo di armi. La Georgia questa mattina aveva chiesto ufficialmente che gli Stati Uniti faccessero da mediatori nel conflitto. Il presidente della Georgia, Mikhail Saakashvili, in un'intervista alla Cnn, ha detto che la Russia ha fatto con la Georgia "esattamente come fece con Budapest nel 1956 o con Praga nel 1968, invadendo in modo violento e brutale un Paese sovrano". Saakashvili ha detto che gli attacchi dei russi "sono stati gratuiti e brutali" e che sono stati colpiti "obiettivi al cento per cento civili". Abkhazia dichiara lo stato di guerra Il leader abkhazo Serghei Bagapsh ha dichiarato lo stato di guerra sulla maggior parte del territorio della repubblica secessionista per dieci giorni. Lo riferisce l'agenzia Itar-Tass. Corridoi umanitari Saranno creati due 'corridoi umanitari' per evacuare i rifugiati dall'Ossezia del sud: la decisione è stata concordata da Georgia e Russia. Scatterà invece questo pomeriggio alle 17 l'evacuazione degli italiani presenti a Tbilisi, capitale della Georgia,come ha riferito l'incaricato d'affari dell'ambasciata d'Italia a Tbilisi, Pierluigi Schettino. Intanto, l'esercitorusso ha preso il controllo di Tskhinvali, la capitale dell'Ossezia del sud, come rendono noti fonti georgiane. Gli scontri nella capitale dell'Ossezia del sud Venti morti e centocinquanta feriti: questo l'ultimo bilancio degli scontri a Tskinvali, capitale della regione separatista georgiana dell'Ossezia del sud. Nella città questa mattina è tornata la calma, dopo una notte segnata, secondo Irina Gagloieva, portavoce del governo ribelle, da intensi tiri d'artiglieria. Le forze georgiane - ha detto la portavoce "hanno sparato sistematicamente su Tskhinvali tutta la notte". Tskinvali sarebbe però ridotta a un cumulo di macerie. Catastrofe umanitaria "La gente si rifugia nel sottosuolo - ha aggiunto la portavoce, parlando di 'catastrofe umanitaria' - e mancano generi alimentari di prima necessità, gas ed elettricità. Il ritiro delle truppe georgiane La Georgia ha annunciato il ritiro delle sue forze armate dalla regione separatista dell'Ossezia del Sud. Un portavoce del ministero dell'Interno georgiano, Shota Utiashvili, ha dichiarato alla Bbc che le truppe sono tornate nelle posizioni occupate lo scorso 6 agosto, prima dello scoppiodelle ostilità lungo il confine tra Georgia e Ossezia del sud. La Russia, intanto, ha spostato proprio in Georgia 6000 soldati e ne ha schierati 4000 nel Mar Nero, preparandosi ad attaccare. I bombardamenti all'alba All'alba i bombardieri russi hanno colpito un aerodromo militare nei pressi dell'aeroporto internazionale della capitale georgiana, Tblisi. Oltre 30.000 i profughi hanno lasciato l'Ossezia del sud per cercare rifugio in Russia. Preso di mira anche l'ospedale. Tagliate acqua, elettricità e linee telefoniche. Dall'inizio della crisi, il Consiglio di sicurezza dell'Onu si e' riunito tre volte ma non ha trovato nessun accordo per una dichiarazione comune sul cessate il fuoco. In Georgia e' attesa la delegazione congiunta Osce, unione europea e stati uniti, per cercare una mediazione sul cessate il fuoco . Putin in Ossezia Gli Stati Uniti rimproverano alla Russia una reazione "sproporzionata''. Il premier Putin, arrivato nel nord dell'Ossezia da Pechino, accusa la Georgia di genocidio e ribadisce che l'intervento in Ossezia del sud è legittimo. Uccisi due giornalisti Due giornalisti sono rimasti uccisi nella zona di conflitto in Ossezia del sud, riferisce la radio Eco di Mosca: sono Aleksandr Klimciuk e Grigol Cikladze ed erano al seguito delle forze georgiane. Frattini: grave se Russia agisse in Abkhazia "Se la Russia agisse, come qualcuno ha paventato, in Abkhazia sarebbe un atto estremamente grave. Cosi' come certamente non abbiamo apprezzato i bombardamenti in territorio georgiano a pochi chilometri dall'aeroporto di Tbilisi". Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco Frattini in un'intervista a Sky Tg24, commentando la possibile estensione del conflitto dall'Ossezia del Sud all'altra provincia separatista filo-russa dell' Abkhazia ------------------------------- Due giorni fa, avevo riaperto il topic su Budapest con il post al link seguente: http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=165538 (messaggio n° 7) facendo notare la permanente e continua caratteristica liberticida, presente nel DNA russo!
  13. Ovviamente, queste foto, qualsiasi cosa si pretenda che dimostrino, cambiano radicalmente lo svolgersi degli eventi!!!
  14. c'entra / centra Avrai notato, come le due mie considerazioni, anche se fatte a distanza di tempo, sone del tutto assimilabili!
  15. A piedi, caro Tuccio, come fanno (mi si costringe, contro voglia , a tirare in ballo sempre l'esempio transalpino! ) in Francia, in via permanente e continuativa, da più di 13 anni e, non penso, per mancanza di fondi, ma per ragionata scelta operativa e d'immagine (immagine, che di per sé, ha un valore SOSTANZIALE e non formale, per dare sicurezza ai cittadini!!!)!!! Ah, scusami se ti correggo, c'entra!
  16. Ma neanche l'ONU, né qualsiasi altro organismo internazionale, ha mai riconosciuto l'Ossetia del Sud e l'Abkhazia, eppure la Russia attribuisce la cittadinanza agli abitanti di quelle contrade che ufficialmente, per tutti, fanno parte della Georgia e tiene suoi militari lì!!!
  17. Concordo! Al link che segue, un ottimo articolo che evidenzia le lontane responsabilità di fondo, della grande madre Russia, su tutte queste situazioni: far risalire alle vicende del Kosovo o della Croazia o della Slovenia, l'origine della crisi attuale è, quantomeno, riduttivo e semplicistico: http://www.corriere.it/esteri/08_agosto_10...44f02aabc.shtml
  18. Certo tutti possono reclamare presunti diritti all'indipendenza! Il problema è il comportamento di chi ci specula! Comunque, aspettiamoci allora e prepariamoci a dar loro il benvenuto, che truppe austriache s'installino in Alto Adige, truppe francesi in Val d'Aosta, truppe slovene o croate (a chi tocca dei due?!) in Friuli!
  19. Penso non sia difficile intuire cosa sia accaduto!
  20. Dal link (articolo + video): http://www.euronews.net/it/article/09/08/2...kes-in-georgia/ riporto: "...Le forze armate russe, intanto, hanno confermato che nei due giorni di conflitto hanno subito la perdita di dieci caccia, quattro dei quali abbattuti durante il raid su Gori..."
  21. Purtroppo si, basta guardare il video!
  22. Eccovi un articolo, testo+video, al link che segue: http://www.euronews.net/it/article/09/08/2...kes-in-georgia/ Bombardamenti russi su abitazioni civili e 10 caccia russi abbattuti (per ammissione degli stessi russi)!
  23. Dal link: http://notizie.alice.it/notizie/esteri/200...a,15700661.html riporto: "Ossezia Sud/ Standard& Poor's abbassa rating della Georgia Passato a B dopo scoppio conflitto, a rischio investimenti esteri Parigi, 9 ago. (Apcom) - La Standard & Poor's ha abbassato il rating sul debito pubblico della Georgia, passato da B+ a B dopo lo scoppio del conflitto nella repubblica separatista dell'Ossezia del Sud, crisi che potrebbe mettere a repentaglio gli investimenti esteri nella regione. "La retorica e le azioni" dei governi russo e georgiano "indicano che si trovano sul bordo di una guerra, il che minaccia gli importanti investimenti diretti esteri che finanziano il deficit dei conti correnti georgiani": investimenti che "sono stati un fattore chiave dell'ottima performance economica georgiana negli ultimi anni", si legge in un rapporto della S&P; Tbilisi ha fatto registrare una crescita economica del 10% nel 2006 e del 12% nel 2007. Inoltre, conclude l'agenzia, le "spese più elevate del previsto per gli armamenti potrebbero mettere a rischio gli obbiettivi di consolidamento economico e finanziario del governo georgiano". Le truppe di Tbilisi sono intervenute giovedì nell'Ossezia del Sud per "ristabilire l'ordine", proclamando la legge marziale e provocando la reazione armata della Russia; fonti locali parlano di centinaia di vittime fra la popolazione, mentre Mosca ha annunciato la morte di 15 militari del contingente di pace presente nella repubblica separatista. L'Ossezia del Sud, provincia georgiana a maggioranza russa, è di fatto indipendente da oltre un decennio (così come l'Abkhazia): il suo governo non è tuttavia riconosciuto ufficialmente dalla Russia; il presidente georgiano Mikhail Saakashvili ha da parte sua più volte affermato di voler ristabilire l'autorità di Tbilisi sulla regione, dove è dispiegata una forza di interposizione formata da truppe russe, georgiane ed ossete." Da notare, la parte in grassetto e con caratteri di maggiori dimensioni!
  24. Ancora il link ad un articolo, questa volta sulla cena di gala offerta del Sultano alle autorità palermitane: http://iltempo.ilsole24ore.com/adnkronos/?...TE4LnhtbCI7fQ==
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