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picpus

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  1. Lascia stare wingrove, si tratta d'ipotesi così strampalate, che non è il caso proprio di discuterne!!!
  2. Il "Dossier spécial" sulla Georgia, del quotidiano francese "Le Figaro", con una serie di servizi, al link che segue: http://www.lefigaro.fr/international/georgie.php
  3. Se sei rimasto fermo ancora al fascismo ed alla resistenza è un problema tuo, non mio!!! Giorgio Almirante quel problema l'aveva superato e così facendo ha posto le basi dell'attuale destra vincente!!! Comunque non penso che sia affar tuo, occuparti del partito cui sono iscritto o per cui voto: sarebbe meglio che pensassi, se esiste ancora, al partito per cui tu, voti!!!
  4. Lascia stare, noi due non siamo fatti per intenderci!!!
  5. Da Radio Radicale, ascoltate l'intervista all'incaricato d'affari dell'Ambasciata della Georgia in Italia: http://www.radioradicale.it/modules/archiv...amp;oe=19.40.19
  6. Nel 1943 il paese di m.... era l'Italia e qualcuno è intervenuto per tirarlo fuori da quel lago di m.... in cui da solo si era andato a infilare!!!
  7. Al link che segue, l'amarezza e la delusione dei georgiani, per il comportamento degli europei: http://www.lefigaro.fr/international/2008/...-georgiens-.php Ma poi, non si sono comportati sempre così, gli europei, sia che il nemico fosse Hitler o Stalin o qualsiasi altro selvaggio dello stesso genere!!!
  8. picpus

    Ciaoo di Turchia

    Un grande benvenuto al cittadino di una nazione che ammiro molto!!!
  9. Vari link ad articoli + video, su France 24: http://www.france24.com/fr/20080811-georgi...&navi=MONDE
  10. Eccovi, dal quotidiano francese "Le Figaro", il link ad un articolo aggiornato alle 22,02: http://www.lefigaro.fr/international/2008/...scou-mardi-.php
  11. Ripropongo, in alto, il mio post perché sia chiaro cosa ho scritto. Allora ho scritto che: "l'Ossetia del Sud, internazionalmente riconosciuta come territorio georgiano, occupata dai russi" cioé che l'Ossetia del Sud che, apro con la virgola un inciso, è internazionalmente riconosciuta come territorio georgiano, chiudo con un'altra virgola l'inciso, è occupata dai russi"!!! Proprio perché era ed è occupata MILITARMENTE dai russi, i georgiani per rientrare in possesso del LORO territorio, non avevano altro mezzo che l'utilizzo delle armi!!!
  12. Ma non si era rimasti che ti stavi "picpuspizzando"?!
  13. Tutto sta a vedere che cosa intendiamo per "pulizia etnica". I russi nel 1941 instaurarono un'occupazione militare, su nazioni già indipendenti, incorporandole nell'Unione Sovietica e avviando quella che, a mio avviso, si può tranquillamente definire un'operazione di "pulizia etnica" con massicce deportazioni (dal 1944 al 1953) di nativi, in Siberia e contemporaneo trasferimento di popolazione russa nei paesi in argomento, per cui oggi la percentuale di popolazione di origine russa si aggira in Lettonia ed Estonia, intorno al 30/35% e in Lituania intorno al 7/8%. Inutile dire che oggi le minoranze russe in Lituania, Lettonia ed Estonia, paesi che hanno riacquistato la loro piena sovranità nel 1991, pur vivendo in nazioni democratiche e, quindi, non essendo certo trattati come lo era la maggioranza autoctona sotto la dittatura bolscevica, sicuramente sono emarginate e direi anche malviste: sono, pur sempre, i discendenti degli aguzzini dei gulag sovietici!
  14. Prescindendo dal fatto che loro, quantomeno, danno una notizia che ci dovrebbe inorgoglire, mentre nessuno in Italia, almeno a livello ufficiale, informa l'opinione pubblica in tali termini, mi sembra che sia abbastanza noto che l'U212A è di concezione, interamente, tedesca e quindi è logico pensare che gli americani avrebbero preferito confrontarsi con i tedeschi, peraltro, universalmente, noti, come maestri nel settore. La vostra reazione, almeno in questa fattispecie, dimostra come mai, cosa vuol dire "francofobia pregiudiziale" o "sciovinismo", di cui accusiamo sempre, più o meno a sproposito, i francesi!
  15. Sono perfettamente d'accordo e spero che Brunetta si metta al lavoro, anche in questo settore della pubblica amministrazione!!! Ma non si poteva di certo sperare di ottenere dei risultati in tal senso, dall'oggi al domani!
  16. Sarà magari che i serbi stavano, quotidianamente, sterminando i kosovari, mentre i georgiani, anche volendo, non potevano di certo farlo, essendo l'Ossetia del Sud, internazionalmente riconosciuta come territorio georgiano, occupata dai russi?! Ripeto, come se in Alto Adige, stazionassero reparti dell'esercito austriaco e fosse impedito con la forza a qualsiasi autorità e/o istituzione civile e/o militare italiana, di mettervi piedi!!! Da tutto ciò discende il sacrosanto diritto della Georgia di recuperare la sovranità sul suo territorio nazionale. Se i serbi non avessero cercato di eliminare, fisicamente, i kosovari, nessuno avrebbe messo in dubbio il loro diritto a conservare la sovranità su quella regione!
  17. 1) A Parigi non c'è più Chirac, ma Sarkozy che, se non fosse altro, anche per motivi personali, sicuramente non può essere filosovietico!!! 2) Tali "affettuosità" lasciano il tempo che trovano!!! Quoto Sull'aria nuova che tira tra Washington e Parigi, eccoti un link: http://www.lefigaro.fr/international/2008/...-du-rafale-.php
  18. Dal link seguente: http://www.corlobe.tk/article10047.html riporto: "................... La véritable raison qui explique ce déploiement est que l’US Navy avait explicitement demandé à ce que la marine italienne envoie un sous-marin U-212A afin de le tester contre son dernier modèle, la classe Virginia. Ces "tests" sont rassemblés sous l’exercice Conus ’08. On peut imaginer que l’autre pays disposant de ce type de sous-marins, l’Allemagne, concepteur principal, ait eu quelques réticences à l’opposer aux SNA américains."
  19. Scusami se mi permetto, te l'ha prescritto il medico, di andarci dietro?! Eccovi il link ad un articolo: http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+...amp;pdfIndex=22
  20. La notizia NON c'era in partenza; Frattini NON poteva NON dire quello che ha detto: se vi sarà una forza di interposizione europea, l'Italia è disponibile a farne parte. Tutto il resto è speculazione politica a fini interni, nata in questo topic!
  21. Dal link: http://www.italiageorgia.it/archivio_news.php?id=5170 riporto: Manifestazioni pro-Georgia in Italia e all'estero. A Roma un russo a fianco dei georgiani 11/08/2008 - Da www.ilmessaggero.it Da turista in visita a Roma si è trasformato in manifestante contro l’intervento del suo Paese in Ossezia del Sud: un russo, docente universitario di fisica e matematica a Mosca, nel pomeriggio ha innalzato un cartello con la scritta "L’Europa fermi la Russia" e si è mischiato ad oltre 150 georgiani che hanno sfilato in corteo nel centro di Roma. «Preferisco non dire il mio nome per via delle possibili ritorsioni - ha detto in un italiano fluente in piazza Venezia - ma se non l’avessi fatto avrei provato disprezzo per me stesso. Ho vergogna del mio governo e dell’80% dei miei connazionali che stanno dormendo e se ne fregano. Non potevo passare e non manifestare». «E per questo grazie» gli ha detto una donna georgiana, quasi commossa dal gesto. I georgiani, con bandiere del loro paese, sono partiti dalla sede dell’ambasciata in via del Plebiscito, poi hanno acceso piccole candele davanti alla Camera dei deputati, in piazza di Montecitorio, sono passati davanti al Pantheon e hanno concluso il corteo nei giardini di piazza San Marco, a pochi metri da piazza Venezia. Per la maggior parte erano donne e bambini, venuti a Roma parecchi anni fa in cerca di lavoro e ora, nonostante lauree e diplomi, impiegate come donne di servizio o badanti. Tanti i cartelli esposti: "Sangue in Cecenia, sangue in Georgia, sangue in... fermate i Russi"; "Stop Russia"; "La Georgia è piccola e non ha figli da perdere"; "La Russa vuole invaderci per annetterci, scusate se ci difendiamo"; "Putin giù le mani dalla Georgia. Putin take off Giorgia" e altri ancora con le scritte in caratteri cirillici. «Speriamo che l’Europa - ha detto il presidente del comitato georgiano in Italia, Beglar David Tavartkiladze, ex ambasciatore, il primo in Italia - possa avere un ruolo determinante e super-partes. Non abbiamo niente contro la Russia, ma contro la politica della Russia sì. Ci auguriamo davvero che il conflitto sia breve». Milano, manifestanti georgiani sotto il consolato russo. Una trentina di cittadini georgiani si sono riuniti davanti alla sede del Consolato russo a Milano, in via Sant’Aquilino, per manifestare con cartelli e striscioni contro quella che definiscono «un’aggressione ingiustificata», riferendosi all’intervanto delle truppe di Mosca in Ossezia del Sud, enclave indipendentista sul territorio georgiano. «Noi vogliamo la pace, solo la pace - dichiara una delle manifestanti, Nanà, raggiunta telefonicamente - e chiediamo che cessino i combattimenti il prima possibile: la Russia e Putin sono gli unici responsabili delle violenze. Con la scusa che la Georgia sta compiendo dei genocidi ci hanno attaccato, provocando solo morti tra persone innocenti». I manifestanti si sono dati appuntamento da poco più di trenta di minuti, in maniera spontanea, sotto la sede del consolato dove contano di rimanere «finché qualcuno non ci darà voce». Nessuna reazione, alla presenza dei cittadini georgiani, da parte degli esponenti del consolato dove, spiega Nanà «non si è fatto vedere nessuno». Empoli, mini presidio di badanti georgiane. Una ventina di badanti di origini georgiane ha dato vita a un presidio in piazza della Vittoria a Empoli, esponendo due bandiere della Georgia. La manifestazione sarebbe nata dall’iniziativa di una delle badanti, che avrebbe ricevuto la notizia di un familiare morto nella guerra in corso nel Caucaso. Il presidio pacifico è iniziato intorno alle 10 a piazza della Vittoria, abituale punto di ritrovo delle badanti nei loro giorni liberi. Parigi, manifestazioni davanti all’ambasciata russa. Tra i 200 e i 300 georgiani hanno manifestato oggi davanti all’ambasciata russa a Parigi, chiedendo il ritiro delle truppe russe dalla Georgia, e invitando europei e americani a dar prova di fermezza nei confronti di Mosca. "Stop alla Russia" si leggeva su numerosi cartelli innalzati dai dimostranti, che sventolavano bandiere georgiane con i colori nazionali bianco e rosso. Istanbul, manifestazione pro-Georgia. Diverse decine di persone hanno manifestato oggi davanti al consolato della Russia ad Istanbul per protestare contro le operazioni dell’esercito di Mosca in Georgia. I manifestanti, georgiani che vivono in Turchia, hanno scandito slogano contro la Russia «maledetta e invasore della terra della Georgia». Gli attivisti hanno poi lanciato un appello a Unione europea, Nato e Usa affinché mettano un freno ai «barbari russi che bombardano indistintamente tutta la Georgia». "Dopo Milosevic e Karadzic, fermate l’assassino Putin" c’era scritto su uno striscione esposto fuori dal Consolato russo. Sono diverse migliaia i georgiani che vivono in Turchia, vicina della Georgia, il cui mercato del lavoro attira numerosi cittadini delle repubbliche caucasiche.
  22. Dal link: http://www.informazione.it/a/1dca0cd1-a5e2...-ENZO-BETTIZA?v riporto, integralmente, l'articolo di Enzo Bettiza: "10/8/2008 L'impero colpisce ancora ENZO BETTIZA Dei tre coacervi regionali in permanente stato d’infiammabilità e d’insidia agli equilibri mondiali, il Medio Oriente, i Balcani e il Caucaso, quest’ultimo è precipitato nel gorgo della catastrofe proprio nel giorno in cui il tripudio olimpico, celebrato a Pechino, avrebbe voluto lanciare all’umanità un invito simbolico alla pace universale. Altro che «one world one dream». Di colpo, alle grandiose visioni in technicolor confuciano osannanti l’armonia fra le nazioni e l’avvento di un mondo irenico, abbiamo visto sovrapporsi e contrapporsi, in un contrasto insieme beffardo e crudele, immagini di una guerra a tutto campo quali non si vedevano dai tempi malefici del Vietnam. Una guerra dura, completa, con razzi, aerei, carri armati, lanciafiamme, carneficine spaventose di cui non avevamo più memoria. Una guerra diretta, in carni ed ossa martoriate, non diluita e mimetizzata nei bagliori elettronici di un videogame televisivo. I militari georgiani hanno inflitto morte e distruzione alle popolazioni di una città ignota che si chiama Tskhinvali, mentre i bombardieri russi hanno decimato i civili di un’altra città molto più nota, l’antica e storica Tiflis, dal 1917 Tbilisi, capitale dello Stato caucasico più importante e drammatico e da ieri in dichiarato conflitto bellico con la Federazione di Putin-Medvedev. Le bombe russe non hanno risparmiato neppure la cittaduzza di Gori dove nel 1878, nella stamberga di un ciabattino violento e alcolizzato, nacque il futuro seminarista ortodosso e poi rivoluzionario Josip Stalin. Già quella nascita d’eccezione ci dice che della Georgia gloriosa e duplice, colta e guerriera, cristiana e marxista, russa soltanto dal 1801, è molto più facile parlare che non dell'enclave capillarmente russificata Ossezia del Sud, casus belli dello scontro armato in corso. La mitica Colchide, patria di Medea e degli Argonauti, detentrice sacrale del vello d’oro, era presente fin dai tempi greci nella leggendaria storia europea. In seguito, dal principe Bagration, morto come generale russo nella Borodino di Guerra e Pace, ai grandi menscevichi del Febbraio 1917 e ai bolscevichi dell’Ottobre, fino al faraonico Stalin, all’industrializzatore Ordžonikidze, al feroce Beria, al riformatore Shevardnadze, la storia della Russia moderna sarà segnata in profondità, nel male e nel bene, da ogni sorta di personaggi emersi dalla Transcaucasia georgiana. Lenin vedrà in Stalin addirittura un «grande russo», ostile alla propria patria, nel momento in cui i socialdemocratici menscevichi e i leninisti nazionali di Tbilisi si opporranno con le armi alla bolscevizzazione di stampo russo della loro terra. Il georgiano Stalin, a cui taluni storici attribuiscono perfino un’oscura origine osseta o abkhaza, sarà lui a spezzare la spina dorsale ai rappresentanti del socialismo aperto ed europeizzante della combattiva repubblica caucasica fra il 1917 e il ‘21. Molto più difficile è invece descrivere la minima repubblichetta autonoma di centomila anime chiamata Ossezia. Essa dal 1992 è divisa in due entità che aspirano a riunificarsi. L’appendice meridionale è incorporata nel territorio georgiano, quindi è formalmente georgiana; l’altra metà è integrata nel corpo federale della Russia la quale, al tempo stesso, è presente in forme subdole anche nell’entità Sud con rubli, passaporti, personale politico, servizi segreti e presidi militari camuffati da forze d’interposizione. Il piano di Putin, volto a riportare alla Russia molte componenti perdute dell’impero sovietico, è da anni determinato e lineare: staccare definitivamente l’Ossezia del Sud dalla Repubblica georgiana e agganciarla all’Ossezia del Nord completamente russificata. Pure la più cospicua repubblichetta d’Abkhazia è di fatto uncinata dalla Russia e in parte già staccata dalla Georgia. Non si contano le guerre civili poco note in Occidente, più o meno striscianti, più o meno per procura, ma continue, che dal 1991 hanno seguitato a opporre i russi ai georgiani nella tenzone, spesso violenta, per il possesso di questi sperduti territori eurasiatici. L’ultima tigre cavalcata da Putin è stato il Kosovo. Nell’impossibilità di bloccare la dichiarazione di sovranità kosovara sostenuta dagli occidentali, e di soccorrere una Belgrado delusa che si sta riorientando sull’Europa, egli ha messo in questi giorni in atto il ricatto preannunciato: all’indipendenza di Pristina ha risposto inviando in un blitz a sorpresa i blindati russi nell’Ossezia meridionale e scatenando i cacciabombardieri sulla capitale della Georgia. Il pretesto gli è stato offerto dalle mosse sconsiderate e autolesioniste dell’ultimo presidente filoamericano di Tbilisi, Mikhail Saakashvili, che nel tentativo di forzare la mano all’amministrazione Bush ha lanciato la truppa all’attacco dei secessionisti di Tskhinvali. Contemporaneamente ha ribadito la volontà di Tbilisi di entrare nella Nato, ha invitato gli americani a riportare coi loro elicotteri dall’Iraq in Georgia il corpo di spedizione georgiano, duemila soldati ben addestrati da schierare contro l’assalto delle divisioni russe. Se ciò avvenisse si profilerebbe, addirittura, la possibilità di un nefasto contatto diretto tra mezzi aerei statunitensi e caccia russi. Oggi Saakashvili, che è stato uno dei responsabili della cacciata del moderato Shevardnadze dal potere e non gode più dell’appoggio incondizionato dei compatrioti, è scomparso in un bunker alla periferia della capitale. Fino a ieri si presentava alla televisione con alle spalle la bandiera stellata dell’Unione Europea di cui la Georgia, come tutti sanno, a cominciare da Putin, non fa parte. Il discorso sul gas e sul petrolio, discorso che col famoso progetto «Nabucco» farebbe della Georgia un ponte di scavalcamento delle forniture energetiche russe destinate all’Europa, lo lasciamo agli specialisti della materia. La questione economica, comunque, non può che aggravare la già gravissima crisi politica e militare che sta mettendo in imbarazzo gli americani, in difficoltà gli europei, in disperazione cinque milioni di georgiani e in posizione di vantaggio soprattutto la strategia del recupero imperiale di Putin. È stato l'intemperante e sovreccitato Saakashvili a offrirgli il trampolino di lancio su sfondo olimpionico. Ora rieccolo, lo zar indefesso, col cannocchiale e la spada in pugno al centro di uno scenario selvaggio che evoca Lermotov e Tolstoj: a Vladikavkaz, capitale e avamposto di guerra della russificatissima Ossezia del Nord."
  23. Si, infatti, il problema è se, eventualmente (e, comunque, non credo alla fattibilità di politica internazionale di un tale intervento, né nostro, né altrui!), mandare 50.000 oppure 100.000 uomini!!!
  24. Quoto ed il problema di fondo, non sarebbe certo la mancanza di soldi!
  25. Traduco, il più letteralmente possibile, la parte che ritengo maggiormente significativa: Una volta di più eppure, l'UE fa fatica a parlare con una sola voce. La Polonia ed i tre paesi baltici hanno invitato l'UE ad adottare delle misure più radicali contro una Russia tacciata d'"imperialismo". In una dichiarazione comune, il presidente polacco Kaczynski ed i suoi omologhi baltici accusano Mosca di avere superato "la linea rossa" ed avvertono che utilizzeranno "tutti i mezzi possibili per assicurarsi che l'aggressione contro un piccolo paese in Europa non passi sotto silenzio o che non diventi oggetto di dichiarazioni vuote ( )" I quattro capi di Stato chiedono all'UE di rivedere la cooperazione con la Russia. Criticano anche implicitamente la Germania e la Francia, colpevoli di mostrarsi troppo accomodanti con il regime russo essendosi opposti, in particolare, alla concessione dello statuto di candidato alla Nato alla Georgia ed all'Ucraina, in occasione del vertice dell'Alleanza a Bucarest in aprile. La Svezia ha raccomandato anch'essa la fermezza, il ministro degli Affari esteri Carl Bildt essendo giunto a paragonare alla dottrina di Adolf Hitler, le giustificazioni di Mosca per intervenire in Georgia.
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