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Mostra il contenuto più apprezzato di 06/09/2019 in tutte le aree

  1. La Trenta non stava particolaremente simpatica nè a Conte, nè a Vecciarelli e siccome qua parliamo di F-35, non dimentichiamo che è stata alla fine la Trenta ad assegare il secondo B alla Marina, quando i media parlavano in maniera confusionaria e poco chiara di scippi e soprattutto di assegnazione all'Aeronautica di quello specifico velivolo (con relativi stracci volanti nei corridoi tra capi di stato maggiore). http://www.ilgiornale.it/news/politica/ecco-perch-han-fatto-fuori-elisabetta-trenta-1748451.html La sua poltrona insomma scottava anche se sinceramente di queste beghe interne e sgambetti mi frega relativamente. La Trenta, a dispetto del suo parlare chiaro ("non si compreranno ulteriori F-35"), in 14 mesi non ha chiarito mai una beata fava sul cosa intendesse fare dell'F-35 e tra analisi costi benefici mai rese note e discese a mare di LHD da 30000 tonnellate in cui gli ski jump dovevamo smascherarli dalla foto di un buco sul ponte piuttosto che da una dichiarazione del Ministro della Difesa, non mi mancherà di certo. Il neo Ministro non proviene esattamente dal settore, sempre ammesso che un anno di presidenza del COPASIR possa dargli chissà che titoli. Speriamo sia affiancato da valide persone e che abbia voglia di studiare e capire le esigenze di un mondo tanto importante quanto bistrattato: la Pinotti era riuscita a sorprendermi positivamente prima di lui, ma a ben vedere aveva ben altro curriculum in materia di Difesa: se non altro tra le altre cose si era fatta 2 anni e mezzo come vicepresidente della Commissione Difesa del Senato, dove di robe interessanti e problemi tangibili di quel mondo se ne vedono parecchi... Ho dei dubbi (nello specifico dell'F-35 temo gli esiti di un possibile perdurante cerchiobottismo), ma non si sa mai...
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  2. Certo, il tuo ragionamento è razionale e non fa una piega, ma temo che qualche decisore politico potrebbe avere interessi diversi dall'efficienza dell'AMI e dall'acquisizione/mantenimento di competenze da parte dell'industria aerospaziale nazionale. Agli occhi di noi appassionati è lampante che bisogna iniziare quanto prima con la programmazione del futuro sostituto dell'Eurofighter che certo non volerà prima di un ragionevole numero di anni e allo stesso tempo procedere con la continuazione del programma F-35. Tra l'altro, esigenze dell'Aeronautica a parte, sono in gioco anche i ritorni industriali che la partecipazione al programma JSF con i numeri attuali ci dovrebbe garantire. È pacifico anche che conviene entrare nel Team Tempest, visto che nel consorzio FCAS non ci vogliono, che i nostri requisiti si sovrappongono a quelli UK meglio di quelli dell'altro consorzio e che i programmi di sesta generazione USA molto probabilmente resteranno cosa esclusivamente loro. Il mio timore è che, a parte le oggettive difficoltà di bilancio, vista soprattutto una generale spettacolarizzazione della politica, con i decisori di ogni colore, sempre più sensibili ai consensi su FB e su altre discutibili piattaforme e che passano più tempo su Twitter che a leggersi le "noiose" relazioni della Corte dei Conti, la tentazione di dare agli elettori lo scalpo dell'F-35 potrebbe essere fin troppo ghiotta e procurare consensi immediati. Anche se i risparmi del tarpare le ali agli F-35 italiani sarebbero decisamente esigui, vista la natura pluriennale del programma e anzi forse si andrebbe in passivo, con la FACO resa un'ennesima cattedrale nel deserto. Insomma, l'adesione al Tempest in alternativa e non in abbinamento all'F-35, tanto gli impegni finanziari più sostanziatosi per il nuovissimo programma saranno da mettere a bilancio tra almeno un lustro. In sostanza, dilazionare, demandare e intanto raccogliere Like e consensi elettorali. In barba al tuo/nostro ragionamento logico che darebbe benefici meno visibili, o comunque di scarso interesse per molti e che di consensi ne riscuoterebbe molti meno. Vedremo, sperando anche negli organi che dovrebbero porre uno stop ad eventuali decisioni eccessivamente populiste.
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  3. Credo che la scelta sul Tempest sia stata considerata indipendentemente dagli esiti della Brexit e legata alla storicamente consolidata collaborazione col Regno Unito e all'impegno di Leonardo UK fin d'ora. La Svezia ha fatto la stessa considerazione (il Gripen non è estraneo al contributo britannico): l'Italia rischa di perdere il treno e fette di lavoro a temporeggiare ulteriormente, senza contare il fatto che quando il Tempest vedrà la luce saranno capitate così tante cose e passeranno così tanti anni che vai a sapere quali saranno i rimorsi e i rimpianti... Germania e Spagna avranno le loro gatte da pelare con la Francia (e viceversa) e stanno dentro al FCAS soprattutto perchè c'è dentro Airbus cui non partecipa Leonardo e da anni nemmeno BAE Systems. Di fatto per italiani e britannici si tratta invece di continuare la tradizione di collaborazione che ha prodotto Tornado (nato quando la UE era di là da venire), Eurofigher e perchè no, anche F-35 da cui Francia, Germania e Spagna si son tenute fuori. Se fosse confermato dal nuovo governo, sarebbe una scelta in linea con la mia idea di sviluppo prodotto per l'Italia. Tempo fa, da qualche parte scrissi che l'Italia non poteva economicamente permettersi di sviluppare il sostituto di AMX e Tornado dedicandovi lo stesso impegno richiesto dall'EF-2000, mentre ancora spendava ingenti somme sul caccia europeo. Ritenevo avesse quindi un senso partecipare all'F-35 contribuendo alle spese di sviluppo in maniera tutto sommato modesta, ma sviluppando il know how della quinta generazione (pur con le critiche sui bassi ritorni tecnologici), mentre francesi e Tedeschi si accontentavano di pompare la quarta. Questo per avere (due) aerei di prima linea e industria mediamente di livello e poter dedicare molte più risorse allo sviluppo del successore dell'EF-2000 di sesta generazione, creando una sorta di passaggio senza soluzione di continuità con impegno finanziario e tecnologico di alto-->basso (si fa per dire...)-->alto profilo, con il "basso" a traghettare e a sovrapporsi alle altre due fasi. Il contributo dell'industria italiana sull'Eurofigher raggiunge e supera il 30% considerando la parte UK di Leonardo, mentre sappiamo che sull'F-35 siamo a un modesto 4-5%. Con il Tempest si dovrebbe puntare nuovamente in alto.
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