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Rivolte in medio oriente


Dominus

Messaggi raccomandati

CIA 'wants more' drone strikes in Yemen

 

The CIA is seeking permission to launch more airborne drone strikes in Yemen, even when there is a risk the victims might not always be terrorists, The Washington Post reported.

The targets would be chosen based on intelligence reports indicating suspicious behavior, such as images of militants unloading explosives or gathering at al-Qaeda compounds.

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Syria: Damascus explosions

 

Due violente esplosioni a Damasco

 

Due potenti esplosioni hanno scosso questa mattina Damasco, in Siria. Due colonne di fumo si sono alzate sopra la capitale che negli ultimi mesi è stata oggetto di diversi attacchi. La tv di Stato siriana ha riferito di due «attentati terroristici compiuti in contemporanea» nella periferia sud di Damasco, nei pressi della tangenziale meridionale, all'incrocio detto Qazaz, che avrebbero causato più di 40 morti e 170 feriti.
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  • 3 settimane dopo...

Panetta Says No Need for U.S. Boots In Yemen

 

Panetta was asked whether al-Qaida could be stopped without U.S. boots on the ground.

 

“The answer is yes, because very frankly, what we’re targeting, the operations we’re conducting, require the kind of capabilities that don’t necessarily involve boots on the ground, but require the kind of capabilities that target those that we’re after who are threats to the United States.”

 

The United States has military advisers assisting Yemeni forces and has carried out regular drone strikes against al-Qaida suspects there, mainly in the south and southeast.

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  • 2 settimane dopo...

Egitto nel caos, sciolto il Parlamento

 

Terremoto politico in Egitto a due giorni dal secondo turno delle prime presidenziali del dopo Mubarak, con lo scioglimento del Parlamento dominato dagli islamici che gridano al golpe. Smentendo tutte le voci che fino a questa mattina sostenevano che la Corte costituzionale avrebbe preso tempo per deliberare visto il momento cruciale, i giudici hanno sancito l’incostituzionalità di due leggi chiave.

La prima impediva agli esponenti dell’ancien regime di entrare nella vita politica del post rivoluzione ed era stata approvata di corsa dal Parlamento per sbarrare la strada ad Ahmad Shafiq, l’ultimo premier di Hosni Mubarak. La seconda è la legge elettorale con la quale è stato eletto il primo Parlamento del dopo rivoluzione attraverso un meccanismo lungo e complesso a cavallo di tre mesi dal quale, fra novembre a gennaio di quest’anno, sono nate l’Assemblea del popolo, pari alla Camera dei deputati, e la Shura, che ha solo poteri consultivi.

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  • 2 settimane dopo...
  • 4 settimane dopo...

Considerato che in questo topic si è parlato di Yemen, posto qui la notizia Carabiniere rapito in Yemen

 

Un altro italiano è stato rapito all’estero. Alessandro S., 29 anni, carabiniere friulano in servizio all’ambasciata italiana nella capitale dello Yemen - Sana’a - è stato sequestrato ieri alle 11,15 ora italiana (13,15 locali) da un commando armato. Il militare, responsabile della sicurezza dell’ambasciatore italiano Luciano Galli, era in borghese perché non stava lavorando e si trovava in un negozio per acquistare la ricarica del telefonino, poco distante dall’ambasciata, nel quartiere di Hadda, nel Sud-Ovest della capitale yemenita.

Lo spettro di Al Qaeda non è ancora stato definitivamente fugato, ma le prime indagini farebbero escludere la pista terroristica. L’ipotesi più accredita - almeno finora - è quella di bande di criminali locali alla ricerca di denaro. E se così fosse, si dovrebbe, comunque, fare i conti con il rischio di un passaggio di mano del testimone. Che potrebbe finire nelle grinfie dei terroristi. L’allarme è quindi molto alto. Non a caso, si mantiene il massimo riserbo. Risulta, tuttavia, che i sequestratori abbiano già chiesto di essere messi in contatto con il governo italiano. La Farnesina, tramite l’Unità di crisi del ministero, ha immediatamente attivato tutti i canali in Medio Oriente.

...

Sullo sfondo del sequestro c’è, inoltre, un contesto di precari e delicati equilibri politici. Il rapimento del carabiniere è avvenuto in una giornata particolarmente caotica e drammatica per la capitale yemenita. Un centinaio di uomini armati, appartenenti a varie tribù, hanno contemporaneamente preso d’assalto il ministero degli Interni, chiedendo di essere arruolati nelle forze di polizia. Il commando ha anche preso in ostaggio alcuni impiegati e li ha rilasciati alcune ore dopo.

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Yemen, Carabiniere rapito : è in mano a una tribù, chiesto un riscatto

 

Sarebbe in mano ai gruppi tribali nella provincia petrolifera di Maarib, Alessandro Spadotto, il carabiniere italiano addetto alla sicurezza dell'ambasciata di Sanaa, rapito domenica29 luglio. La conferma arriva dal ministro dell'Interno yemenita.

Fonti tribali hanno spiegato all'agenzia Reuters che per il suo rilascio chiedono un indennizzo per la detenzione di un loro parente e la restituzione di terreni che sostengono essere di loro proprietà nella capitale yemenita.

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Yemen, liberato Alessandro Spadotto

 

Alessandro Spadotto, il carabiniere italiano addetto alla sicurezza dell'Ambasciata italiana sequestrato il 29 luglio a Sanaa nello Yemen, è stato liberato. La Farnesina ha confermato le prime notizie diffuse dal presidente dell'associazione italo-yemenita, Arhab Al Sarhi. Poi, nella notte, Spadotto ha chiamato i genitori di persona per rassicurarli che rientrerà presto in Italia.

 

Evviva!

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Un paese sin'ora trascurato US-Tajik Relations: A Dangerous Liaison

 

the government of Tajikistan decided to carry out a military operation against its own rebels in the country’s south. This operation was launched in the wake of a mysterious murder: the head of a local office of the National Security Committee (the KGB’s successor in Tajikistan), General Abdullo Nazarov, 56, was stabbed to death by unidentified armed men. All of his four companions, including three personal bodyguards, were reported to be wounded, but survived the attack and even refused hospitalization, claiming that their lives were out of danger.

...

three days after Nazarov was killed when crossing the region in a heavily guarded vehicle, the outskirts of Khorog, which is the administrative center of the Gorno-Badakhshan Autonomous Province (GBAO), were bombed by the Tajik military. Local media reported that the operation on the ground was conducted not only by the National Security Committee and the Interior Ministry, but also by several detachments of the presidential guard.

 

Allargando lo sguaro alle relazioni internazionali

 

Russia is trying to extend its presence in Central Asia by renewing the historic conditions of a bilateral agreement between Moscow and Dushanbe.

...

the US Government is already seeking new partnerships in Central Asia. While Kyrgyzstan has maintained its decision to close down the Manas Transit Center, which now serves as a main logistical base for coalition troops in Afghanistan, Uzbekistan remains too unreliable after it already drove US soldiers out of its own military base in 2005. Thus, with Turkmenistan staying permanently neutral and Kazakhstan engaged in an active military cooperation with Russia, Tajikistan seems to be the only plausible option. As a proof of Washington’s nascent reorientation towards Dushanbe, the White House has recently submitted to Congress a request to double military aid to Tajik armed forces (from $800,000 to $1,500,000) for the 2013 financial year. A delegation of US Congressmen visiting Tajikistan in early July also promised to raise the question of establishing a military base on Tajik soil after 2014, when US troops will definitely leave the Manas Transit Center in Kyrgyzstan.

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E' notizia di pochi giorni fa che il neo Presidente egiziano, dott. Morsi, che fino ad ora è apparso morigerao nei toni, ha rimosso, o meglio, promosso (promoveatur ut amoveatur) all'incarico ben retribuito di proprio consigliere in materia di Difesa e Sicurezza, il Capo di Stato Maggiore nominato dal vecchio regime per sostituirlo con un militare di carriera considerato abbastanza vicino, se non simpatizzante, dei movimenti islamici radicali.

E' opinione di molti che questo avvicendamento-che ha coinvolto nell'arco di poche ore quasi tutto l'alto comando dellew forze armate egiziane- possa essere considerato come un tentativo per far diventare le stesse più fedeli all'Islam e per sfruttare il grande arsenale egiziano, composto da armi piuttosto moderne,magari non all'ultimo grido, ma comunque ancora valide, a vantaggio dei movimenti islamici armnati nel Mondo. Non è un mistero che ci sia un nutrito traffico di messaggi radio e di "commerci" fra l'Egitto e il Nord della Nigeria, dove guarda caso i movimenti islamici hanno ritrovato vigore e risorse per preparare i loro recenti attentati con esplosivi, e che potrebbe essere imminente l'arrivo di consiglieri militari egiziani nelle aree "liberate" di quel Paese; non è neanche un mistero che la vita per la "generazione facebook" che ha contribuito notevolmente alle dimostrazioni popolari dei mesi scorsi si sia fatta di nuovo pesante, i Fratelli Musulmani non hanno perso tempo per far loro capire che non sono graditi e che il nuovo parlamento correggerà "l'eccesso di laicismo" della società egiziana, fra cui la "presenza eccessiva" dei computer e di Internet nelle case degli Egiziani, e sarà molto severo verso gli "straccioni"(=i ragazzi che protestano) che vestono in jeans e bevono alcohol nelle piazze

Modificato da Simone
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  • 5 settimane dopo...

L’Unione politica che piace al Golfo

 

A inizio agosto il segretario generale del consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc) Abdulatif bin Rashid al-Zayani ha annunciato che entro settembre verrà discussa la proposta di maggiore integrazione dei membri dell'organizzazione.

 

La proposta è seguita a mesi di intenso dibattito sull’idea saudita di realizzare un’Unione del Golfo, sul modello dell'Unione europea. Avanzata lo scorso dicembre da re Abdullah, l’idea ha infatti suscitato notevoli polemiche: i suoi critici più feroci temono infatti che possa diventare uno strumento per consolidare l’egemonia regionale di Riyadh.

 

A prescindere dalle valutazioni di merito, la rinnovata vitalità del Gcc nell’area non può essere sottaciuta, anche in contrasto con l'immobilismo delle strutture politico-sociali dei paesi interessati. Ne sono prova, negli ultimi mesi, l'intervento delle forze militari del Gcc per reprimere la rivolta in Bahrain o anche l'accordo di transizione ai vertici in Yemen, ottenuto proprio grazie all’impegno del Gcc. Ma una più attenta analisi della situazione fa capire perché la contraddizione tra attivismo regionale e immobilismo statuale è, in realtà, soltanto apparente.

 

Potrebbe nasceer un soggetto che emula la NATO

 

Sullo sfondo rimane il braccio di ferro con l’Iran per l’egemonia regionale. L'uso delle truppe della Peninsula Shield Force nella repressione della rivolta sciita a Manama ha causato le immediate critiche da parte di Teheran, la cui rivalità con l'Arabia Saudita, che segue la frattura religiosa tra sunniti e sciiti, è sempre più accesa.

 

I piani di riarmo in cui sono coinvolti i diversi paesi membri del Gcc continuano: Arabia Saudita ed Oman hanno recentemente concluso acquisti di jet da compagnie occidentali, mentre gli Stati Uniti che appoggiano il piano di unione del Gcc, sembrano intenzionati a dispiegare un imprecisato numero di F-22 nella base di al-Dahfra negli Eau. Un recente rapporto del Senato americano suggerisce inoltre di mantenere o incrementare la presenza militare Usa in Kuwait.

 

Oltre a sottolineare l’interesse degli Stati Uniti per una maggiore integrazione regionale in chiave anti iraniana, questo quadro suggerisce un nuovo termine di paragone per l’integrazione dei membri del Gcc: non più, soltanto, l’integrazione economica dell’Ue, ma anche, e forse soprattutto, quella militare della Nato.

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Al Qaeda's No. 2 in Yemen Killed in Airstrike

 

An airstrike killed al Qaeda's No. 2 leader in Yemen along with five others traveling with him in one car Monday, senior Yemeni Defense Ministry officials reported. If confirmed, Saad al-Shehri's death would be a blow to the militant group.

The officials said the missile that killed Mr. al-Shehri, a Saudi national, was believed to have been fired by a U.S. operated drone, but that couldn't immediately be confirmed. The U.S. doesn't usually comment on such attacks although it has used drones in the past to go after al Qaeda members in Yemen.

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