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Потерянная Луна (II)


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Per ragioni di praticità, e magari ho commesso un errore (comunque ormai è fatto), ho diviso la discussione in due. La prima parte, cioè il programma spaziale sovietico dagli albori alla Vostok, lo trovate qui: http://www.aereimilitari.org/forum/index.php?showtopic=10410

 

 

 

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Потерянная Луна, la Luna Perduta (ma anche Confusa, Perplessa, un doppio senso interessante alla luce dei fatti), di Vadim Rostov, il libro sul quale ho basato il lavoro che state leggendo. A fianco: immagine da una rivista popolare sovietica degli anni Sessanta che interpreta così gli astronauti con la Stella Rossa sulla Luna.

 

 

 

 

Vediamo ora più in dettaglio come i sovietici speravano di poter raggiungere la Luna, tenendo presente che non esisteva un ente spaziale vero e proprio e che i vari uffici di progettazione, OKB (Опытное Конструкторское Бюро, ufficio di progettazione sperimentale), non si limitavano al solo design, ma anche alla costruzione delle componenti. Le decisioni su quale vettore dovesse essere usato -— e come — venivano prese dopo la costruzione di diversi prototipi provenienti da OKB diversi, e spesso ci si basava solo sulle raccomandazioni dell’Accademia delle Scienze, dove questo o quel capo progettista avevano influenza o meno in un dato momento. Come risultato, il programma spaziale sovietico era pieno di progetti rivali e paralleli, fino a sembrare il quadro disegnato da uno schizofrenico. Cercherò di stabilire un sorta di road map, ma non sarà facile e temo che la cosa apparirà comunque confusionaria. Ne chiedo venia.

 

Come si è detto in precedenza, Vostok più che una capsula spaziale, era uno Sputnik con un passeggero: l'abitabilità risultava estremamente limitata, e, cosa assai mportante, non poteva manovrare in orbita, fattore, questo, ritenuto fondamentale per l'assemblaggio di un veicolo lunare, o per l'attracco a una delle tante stazioni spaziali che all'epoca uscivano quasi senza fine dai tavoli dei disegnatori.

 

Non è ben chiaro cosa i sovietici avessero in mente, in quel periodo. Oggi sappiamo che già nel 1958 progettavano (forse sarebbe più corretto dire: sognavano) missioni umane verso la Luna, Venere, Marte, e la fascia degli asteroidi, si pensava a mettere in orbita una prima stazione spaziale già nel 1965 e una seconda in orbita lunare per la fine del decennio, ma, incredibilmente nell’agenda non era prevista la discesa umana sulla superficie del nostro satellite.

 

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Alcune immagini dell'N1

 

 

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N1 vs. Saturn V.

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Guest intruder

In quest'ottica, il 23 Luglio 1960 il Cremlino richiese, ai vari OKB, lo sviluppo di una famiglia di missili in grado di lanciare satelliti civili e militari "nello spazio", termine che indicava, nei testi sovietici dell'epoca, qualsiasi cosa. Korolev propose una famiglia di missili chiamati N (Носитель, vettore) destinati, nella versione "pesante" a mandare in orbita bassa le 50 (diventate poi 200) tonnellate della prevista stazione spaziale militare (quella che gli americani, con greve sarcasmo, avevano ribattezzato "Battlestar Khrushchev") e una missione umana verso Marte, in quella "media" a competere col progetto UR200 di Chelomei per le missioni lunari, e, in quella "leggera", a sostituire gli R7 come tuttofare. E cominciò, realisticamente, a pensare alla Soyuz già allora, presentandola come "idea" assieme al progetto per la famiglia N: chiamata in origine Север, cioè Nord, a differenza della Apollo, la navetta Союз (Unione), era destinata nei pensieri del suo progettista a diventare un vero e proprio tuttofare per l'agenzia spaziale sovietica: dalla missione verso la Luna e Marte, al collegamento da e per la stazione spaziale, sia con equipaggio che senza. In questa fase, ripeto, non si pensava alla discesa sulla superficie lunare, ma solo ad orbitare attorno ad essa. E in quest'ottica, ebbe semaforo verde la proposta per una missione cislunare progettata da Celomjei, a Korolev fu richiesto, il 24 Settembre 1962, di concentrarsi sull'N1 inteso esclusivamente come vettore. Il primo lancio era ora previsto all'inizio del 1965.

 

Il 13 Maggio 1961, nel corso di una visita all’OKB52, Kruscioff incaricò Celomjei di costruire "la risposta socialista" alle intenzioni americane, chiare anche se non ancora annunciate (lo avrebbe fatto il Presidente Kennedy 12 giorno dopo), di raggiungere la Luna. Nacque così quello che verrà in seguito siglato LK (non è chiaro il significato della sigla, forse Лунный Корабль, navetta, capsula lunare), ma che nei documenti sovietici dell’epoca viene indicato semplicemente come Космоплан (oppure Ракетоплан) Челомея: cosmoplano/razzoplano, di Celomjei (Челомея è il genitivo di Челомей, Celomjei).

 

Ma Korolev continuava a pensare alla Luna. E il 10 Marzo 1962, mise nero su bianco i dettagli della missione che aveva in mente, in un memorandum intitolato "Complesso per l'assemblaggio di veicoli spaziali in orbita", dove descriveva il lancio di sei vettori R7 modificati, che avrebbero piazzato in orbita bassa una capsula con tre uomini di equipaggio, un modulo abitabile, un modulo di servizio per la spinta translunare (TLI, Trans Lunar Injection), un serbatoio di carburante e un veicolo di discesa lunare in due parti. Il tutto doveva essere assemblato in orbita bassa per poi essere lanciato verso la Luna. Non si sa per quale motivo fosse avvenuta questa trasformazione nel pensiero di Korolev, se non proprio nelle direttive sovietiche che non avevano ancora abbandonato il progetto cislunare di Celomjei, ma è probabile che in ciò avesse influito le dichiarazioni del presidente americano John Fitzgerald Kennedy, che chiedeva alla NASA di far atterrare l’uomo sulla Luna prima della fine del decennio: differentemente da Kruscioff, che si accontentava di sorvolare la Luna prima dell’atterraggio americano, Korolev invece studiava come precedere la NASA, scendendo sul satellite, e non solo orbitandovi attorno.

 

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Due fra i tanti progetti della "Battlestar Khrushchev".

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Guest intruder

Uomo pragmatico ed intelligente, Korolev si rese ben presto conto che il suo progetto era troppo complicato, bastava un’avaria a uno dei vettori e l’intera missione sarebbe abortita. Si impegnò quindi a studiare qualcosa di più solido, mentre i militari delle Forze Missilistiche Strategiche, a cui faceva capo il controllo dei finanziamenti del programma spaziale, erano riluttanti a dare il proprio appoggio ad un programma come quello lunare, che aveva poca o nessuna ricaduta pratica nei settori di loro più diretto interesse. Preferivano invece supportare lo sviluppo degli ICBMs, i missili balistici intercontinentali. Da questo punto di vista risultava sicuramente più favorito Chelomei, per i suoi precedenti lavori nel campo dei missili cruise, e ne approfittò per “raccomandare” (fare lobbying, si direbbe in inglese), il proprio progetto lunare, che era oltre tutto favorito dal Cremlino.

 

 

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Missile Proton

 

Venne così tracciato a grandi linee, dal precedente N, l'N1 per il cui progetto, Korolev partì però da un disegno appena abbozzato nel 1958 e la cui paternità non è ben chiara, anche se forse era sua, quello di un supermissile (termine col quale ancor oggi viene designato nei documenti russi) della massa totale al lancio di circa duemila tonnellate metriche, con un primo stadio propulso da una batteria di 66 motori Kuznetov NK9, e il secondo, vero core del sistema, spinto da un motore nucleare (un reattore che accelerava ammoniaca) che gli permetteva di collocare un carico utile di 150-200 tonnellate in orbita bassa. Non è chiaro per quale motivo questo progetto non andò avanti, anche se, col senno del poi, appare evidente che a fermare la realizzazione del gigante furono non tanto considerazioni di sicurezza (i sovietici, all’epoca, non avevano molto a cuore questo aspetto), ma problemi di tipo tecnico legati all’assoluta inaffidabilità dei propulsori Kuznetsov (l’OKB276, era specializzato in motori per jet militari, aveva una limitatissima esperienza in campo missilistico), ma la sua struttura venne riportata a grandi linee in quella dell’N1. E, per aggirare le prevedibili riserve dei militari, Korolev propose il suo N1 come super ICBM, in grado di portare, grazie al suo carico utile fino a 17 nuove bombe all’idrogeno da 25 megatons del tipo realizzato a Chelyabinsk-70: si poteva, teoricamente, distruggere l’intera East Coast e gran parte del Middle West con un solo lancio. Non è dato sapere se l’Armata Rossa abboccò all’amo, comunque, nel 1962 il progetto per il nuovo missile fu approvato, pur non avendo ancora una missione ben definita: le superbombe nucleari si erano rivelate infatti assai complesse da maneggiare e dal problematico funzionamento, tanto che, a parte il test propagandistico della cosiddetta Zar, non se ne sentì più parlare.

 

È incerto, quindi, se l'N del 1959 e l'N1 successivo fossero la stessa creatura, alcune fonti lo sostengono, mostrando disegni dell’epoca, che però valgono solo come curiosità, in quanto nel 1959, la proposta di Korolev alla richiesta del Cremlino era poco più di un pour parler, nemmeno abbozzato come schizzo in qualche taccuino. Pare che l'N1, in origine, dovesse chiamarsi Раскат (Rombo), e, in Occidente, per lunghi anni, fu chiamato NL15, talvolta G1 oppure G1E, anche se nessuno pare sapere più per quale motivo furono assegnate queste sigle.

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Guest intruder

Vediamo brevemente il progetto Celomiei, intanto.

 

Siglato, come si è detto, LK1, e passato, come tutti i progetti sovietici del periodo, attraverso ripensamenti ed incertezze varie, era essenzialmente una capsula abitabile dalla medesima forma dell'Apollo, ma sensibilmente più piccola (2,60 metri di diametro alla base contro 3,90), e questo spiega perché Celomiei parlasse di un solo uomo di equipaggio, che avrebbe volato tutto il tempo senza scafandro, con la sola tuta di pilotaggio; come l'Apollo, disponeva di un modulo di servizio contenente carburante e ossigeno, ma per l'energia elettrica necessaria ai sistemi di bordo si doveva affidare a due enormi pannelli solari che venivano estesi in orbita, non avendo, i sovietici, sviluppato le fuel cells presenti invece sull'Apollo. Il lancio era previsto utilizzando il vettore Proton con l'aggiunta di un terzo stadio TLI. Lunga 5,20 metri e con una massa totale di 17 tonnellate metriche, 13 delle quali di carburante, LK1 aveva scorte sufficienti a una missione di otto giorni, anche se il sorvolo della Luna (a una distanza compresa fra i 1000 e i 10000 chilometri), era previsto in cinque giorni soltanto.

 

3080873712_138dc7031f_m.jpg LK1

 

 

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Il profilo della missione cislunare.

 

 

 

Molto ottimisticamente, si prevedeva di far partire la missione entro il 1965. Problemi di messa a punto dei motori del primo stadio dell'UR500, come era siglato all'epoca il Proton, fecero però capire che molto difficilmente quella data sarebbe stata rispettata, e si cominciò, più realisticamente, a parlare del Novembre 1967, cinquantenario della Rivoluzione d'Ottobre.

 

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Soyuz 7K

 

 

 

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Alcuni modelli del cosiddetto LM Langley Light, un progetto di lander lunare monoposto studiato dagli americani alla fine degli anni Cinquanta. I sovietici pensarono anche a un lander similare per la loro missione lunare. Pare che i cosmonauti lo avessero ribattezzato "divano volante".

 

Dietro le scene, Korolev stava mettendo a punto il suo vettore, la capsula Soyuz, e la missione lunare. E intanto lavorava a un a nuova serie di sonde Luna, tentando di farle atterrare sul nostro satellite, ma inanellando una serie abbastanza preoccupante di insuccessi. Prese in considerazione anche una missione simile a quella proposta dal rivale, un inserimento in orbita lunare, a bassa quota (100 chilometri, contro i duemila dell’LK1), contro la missione cislunare di Celomjei. A questo scopo disegnò una versione leggera dell'N1, privandolo del primo stadio e chiamandolo N11. Non ottenendo l'approvazione per la costruzione del nuovo vettore, ripiegò sui fidati R7 e sull'assemblaggio in orbita del complesso spaziale, che doveva comprendere, oltre a una navetta Soyuz, un booster TLI e un serbatoio di carburante.

 

Ne venne fuori la Soyus A, o Soyuz 7K: lunga 7 metri e 40, con un diametro di 2 e 50, sviluppava un volume abitabile di 9 metri cubi ed era prevista per un equipaggio di 3 uomini con durata di dieci giorni. Per assicurarsi il sostegno dei militari, Korolev ne disegnò anche una versione armata, per l'intercettazione delle capsule e dei satelliti spia americani, la Soyuz-P (la lettera P, in cirillico П, solitamente nelle sigle militari sta per противо, prima parte di sostantivi compositi che hanno a che fare con la caccia, l'intercettazione, l'anti-qualcosa). Come previsto, la Soyuz-P piacque ai militari, che la approvarono e stabilirono che dovesse essere costruita dalla "filiale" di Samara dell'OKB1, mentre nessun finanziamento fu destinato alla 7K.

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Guest intruder

Nel frattempo, il vettore N1 procedeva con difficoltà. Valentin Glushko, il più potente tra i progettisti di motori a razzo in Unione Sovietica, sosteneva che i propulsori dell'N1 avrebbero dovuto utilizzare carburante solido, come gli ICBM, mentre Korolev, come abbiamo visto, voleva utilizzare propellenti liquidi, che a suo parere offrivano migliori caratteristiche di spinta.

 

I due non riuscirono a mettersi d'accordo e una speciale commissione si pronunciò, nel 1962, in favore delle idee di Korolev. Glushko si rifiutò allora di costruire motori a propellente liquido e Korolev dovette fare un vero e proprio salto nel buio coinvolgendo nel programma Nikolay Dmitrevich Kuznetsov, progettista di motori aeronautici ma senza alcuna esperienza nel campo di quelli a razzo.

 

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LK, profilo di atterraggio lunare, una rara immagine dell'interno

 

Dopo la caduta di Kruschev nel 1964, Korolev si diede da fare perché il programma fosse tolto a Chelomei, ma quest'ultimo fece lobbying spiegando che il suo progetto, che prevedeva un semplice sorvolo lunare, era più semplice, e, soprattutto, più rapido da realizzare, di quello americano,e, cosa più interessante, di quello del rivale ucraino. Comunque, Chelomei propose anche una navetta lunare. e nell'ottobre 1965 il Governo decise per un compromesso. Il progetto LK-1 di Chelomei venne cancellato; in sostituzione, Korolev avrebbe usato una Soyuz modificata - denominata L1 - per inviare dei cosmonauti intorno alla Luna. Per il lancio della L1 sarebbe stato utilizzato il potente razzo Proton di Chelomei, ora proposto in una versione modificata, più potente, capace di portare in robita 130 tonnellate, quanto un Saturn V americano. Il governo fissò la data stabilita per la prima missione circumlunare L1 per la fine del 1967, 50° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre.

 

Così, nel 1965, il programma lunare sovietico era indirizzato su due binari paralleli: l'N1-L3 per far scendere cosmonauti sulla Luna, l'L1 per inviare uomini in orbita lunare.

 

 

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Soyus vs Apollo. Da notare che la Soyus non aveva tunnel di collegamento col lander, il trasferimento era previsto in EVA.

 

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Kaluga LK

 

 

 

Ma tutti questi dissidi erano costati parecchio ai Sovietici, sia in termini di fondi che in termini di tempo. E, come se tutto questo non fosse bastato, la morte di Korolev nel 1966 (sostituito dal suo vice Vasily Mishin) costituì un ulteriore forte colpo assestato ad una costruzione già traballante.

 

Il razzo N1 (con la navicella spaziale L3 alla sua sommità) era un mostro alto 105 metri e pesante circa 2.750 tonnellate. Il primo stadio aveva trenta motori, il secondo otto e il terzo quattro. Tutti questi motori erano propulsi da ossigeno liquido e cherosene e disegnati dal gruppo di Kuznetsov che, come si è visto, non disponeva della necessaria esperienza nel campo.

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Guest intruder

Per mancanza di tempo e denaro, i Sovietici decisero di rinunciare a testare i motori a terra prima di procedere ai lanci di prova, una decisione che si rivelerà fatale.

 

Il complesso L3 consisteva in uno stadio di spinta translunare, in uno stadio superiore per l'inserimento in orbita lunare, in un veicolo orbitale e in un veicolo per l'allunaggio.

 

A differenza dell'americano Apollo, che era stato studiato per tre uomini, la navicella sovietica L3 avrebbe portato due cosmonauti, di cui uno sarebbe sceso sulla Luna e l'altro sarebbe rimasto ad aspettare il collega in orbita. E si studiarono diversi moduli di discesa lunare, alcuni dei quali erano poco più che dei "divani a razzo", espressione degli astronauti sovietici dell'epoca. Da rimarcare che il trasferimento dalla Soyus al modulo lunare sarebbe avvenuta in EVA, non essendo previsto un tunnel di collegamento come sull'Apollo/LEM.

 

 

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Così doveva essere la Soyus della missione lunare

 

All'inizio del 1967 i primi cosmonauti assegnati al progetto circumlunare iniziarono l'addestramento specifico, allenandosi nelle procedure di ammaraggio con l'utilizzo di elicotteri nel Mar Nero. Nei primi mesi del 1968, invece, un gruppo di circa venticinque cosmonauti iniziò l'addestramento per il vero e proprio sbarco lunare, con il primo equipaggio designato per la missione composto da Alexei Leonov, comandante, e Oleg Makarov, ingegnere di volo

 

Intanto, verso la fine degli anni Sessanta i Sovietici lanciarono verso la Luna alcune navicelle L1 con la generica denominazione di "Zond" (Зонд, che si pronuncia in realtà "sond" con una "s" piuttosto sonora, e in russo significa "sonda"), nessuna delle quali con equipaggio.

 

Nonostante vari problemi, Mishin continuò pervicacemente a lavorare sul progetto e stimò di poter lanciare i primi cosmonauti intorno alla Luna nel Dicembre 1968. Quando la NASA, tramite la CIA, venne a conoscenza della cosa, riprogrammò la missione Apollo 8, originariamente prevista per l’orbita terrestre, per inviarla intorno alla Luna, al posto dell'Apollo 9 che sarebbe dovuta andare in oribta lunare l'anno seguente.

 

Tuttavia la navicella impegnata nel test finale, la Zond 6, accusò problemi nella delicata fase del rientro a terra e Mishin fu costretto a spostare in avanti la data della prima missione con equipaggio.

 

Ma al programma N1-L3 (lo sbarco sulla Luna) non sarebbe andata meglio.

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Guest intruder

Dopo anni di ritardi il primo razzo N1 fu lanciato nel Febbraio 1969. A causa di un incendio sviluppatosi alla base del primo stadio, tutti i motori si spensero dopo 70 secondi dal lancio e il missile si schiantò al suolo senza aver raggiunto l'orbita.

 

Nel secondo tentativo avvenuto nel Luglio 1969, circa due settimane prima della missione Apollo 11, l'N1 non si sollevò oltre 200 metri dalla base di lancio. A causa dell'esplosione di un motore, il veicolo spaziale ricadde sul poligono esplodendo rovinosamente e causando la perdita di attrezzature per milioni di rubli. Il terzo lancio, avvenuto nel Giugno 1971, fallì anch'esso quando i motori del primo stadio si spensero circa 50 secondi dopo il lancio.

Durante un ultimo tentativo, nel Novembre 1972, appena prima dell'accensione del secondo stadio ci fu un guasto che causò l'esplosione in volo del missile. Come si è già fatto rilevare più sopra, probabilmente molti dei drammatici malfunzionamenti avvenuti durante i lanci di prova avrebbero potuto essere evitati se si fosse preventivamente proceduto a prove a terra dei motori del primo stadio.

 

A dispetto di tutti questi fallimenti, Mishin continuò a lavorare alacremente sui progetti lunari e nel 1974 aveva dato inizio ad un progetto avanzato denominato L3M, con cui prevedeva di far allunare grandi moduli per esplorazioni di lunga durata. Molti ingegneri erano fiduciosi che il quinto e il sesto tentativo di lancio di razzi N1, previsti per il 1974, avrebbero avuto successo, in quanto sarebbero stati utilizzati motori più avanzati ed affidabili.

Ma il Governo sovietico non condivideva questo ottimismo e nel maggio 1974 cancellò il progetto nonostante le proteste di migliaia di tecnici e ingegneri. Ad alto livello non si vedeva più l'utilità di spendere milioni per un programma lunare quando gli Americani erano già stati sul nostro satellite cinque anni prima. Fu pertanto ordinata la distruzione di tutte le apparecchiature correlate al progetto N1. Il vecchio rivale e fiero oppositore di Korolev, Glushko, che aveva a suo tempo rifiutato di produrre i motori per i razzi N1, fu posto a capo dei programmi spaziali pilotati sovietici, mentre Mishin fu allontanato con disonore a causa dei fallimenti avvenuti. Anzi, gli fu ordinato il silenzio ed il suo nome non venne mai citato in alcun testo di storia spaziale sovietico fino al 1989, dopo la morte di Glushko.

 

Torniamo un attimo ai Lost Astronauts, e ricordiamo che almeno due di loro sarebbero morti nel tentativo sovietico di raggiungere la luna. Secondo la "leggenda", i russi avrebbero raggiunto la Luna venti giorni prima dell'Apollo 11 (cosa non impossibile, come abbiamo visto), ma sarebbero morti nel tentativo, fallito, di ripartire (secondo un'altra versione si avrebbero fallito l'inserimento in orbita lunare per un malfunzionamento dei retrorazzi e si sarebbero persi nello spazio). I loro nomi: tenente colonnello Andrej Mikoyan, comandante missione, e maggiore Profiri Yebenov, pilota. Non faccio commenti in merito, lascio le considerazioni a chi legge (in russo, Yebenov, è un eufemismo per "rotto in culo").

Edited by intruder
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Guest intruder

Кречет, krichet, Falcone, era il nome che i sovietici diedero alla tuta che gli astronauti dovevano indossare durante la loro escursione lunare. Pesante 90 chili, permetteva un'autonomia di 10 ore. Da essa sarebbe derivata la Orlan, Орлан, attualmente usata dai cosmonauti russi soprattutto per le EVAs.

 

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Кречет

 

 

 

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Орлан

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Guest iscandar

Intruder... m'inchino alla sua scheda... veramente esaustiva, non avevo mai capito perche CCCP non avesse mai "corso" con gli USA per la luna, in realtà la corsa c'è stata, ma parallela e nascota...

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Guest intruder

Altroché se c'è stata. In sintesi, possiamo dire che il fallimento del programma lunare sovietico fu dovuto a questa serie di problemi:

 

1.Mancanza di una struttura in grado di eseguire programmi spaziali che non fossero ad uso esclusivo dei militari.

 

2.Mancanza di coordinamento tra l’Accademia delle Scienze, i vari ministeri, le industrie, gli uffici di progettazione.

 

3.Nessuna autorità riconosciuta in grado di imporre cooperazione fra le varie strutture coinvolte (500 uffici diversi in 28 diversi dipartimenti governativi avrebbero dovuto produrre le parti dell’N1, ma solo nove di esse, nove su 500, erano alle dipendenze del VPK (Военно-промышленный комплекс "ВПК", il coordinamento militare-industriale). In molti casi, gli stabilimenti non produssero le parti necessarie perché non sapevano a cosa servivano e scartarono le richieste, in altri casi si rifiutarono di produrle perché non vedevano la ragione per cui dovevano tralasciare altre produzioni per quelle.

 

4.Assenza di un sistema di controllo della qualità. Molte parti, come le valvole dei motori, risultavano inutilizzabili perché non erano state controllate. In un caso, furono consegnati dei serbatoi destinati all’ossigeno liquidi privi dell’isolamento termico necessario, in pratica dei cilindri di lamiera senza nessuna utilità in campo missilistico, e questo perché nessuno sapeva come doveva essere costruito un serbatoio LOX.

 

5.Gestione errata delle procedure sperimentali. Per anni si sperimentarono esclusivamente i missili in volo, invece che testare i motori a terra come facevano gli americani. Questo faceva sì che una qualsiasi avaria o cedimento strutturale, portasse alla perdita completa di un missile del valore di centinaia di milioni di rubli.

 

6.La struttura di potere sovietica faceva sì che nessuno volesse essere il portatore di cattive notizie al capo di turno. Così, quando un sistema non funzionava, spesso si preferiva ignorare i problemi e fingere che andasse tutto bene anche se non era così, pur di non affrontare il Cremlino con la cattiva notizia.

 

7.Mancanza di appoggio politico dovuta a svariati fattori, che Mishin e Grechko riassumono così: "volevano tutto e subito", senza capire che si trattava di un programma a lungo termine, in un campo completamente nuovo, dove gli insuccessi sarebbero stati frequenti come i rallentamenti dovuti a un problema emerso in un collaudo; oltre tutto, il libretto degli assegni lo avevano i militari, che non capivano la necessità di un programma lunare. Preferivano puntare tutte le carte sugli ICBMs e sui satelliti spia. E remarono contro le richieste "lunari", così che, alla fine, le macchinazioni del maresciallo Ustinov fecero mancare il supporto finanziario necessario.

 

8.Scarsa leadership nel governo, ordini superficiali e contraddittori, nessun alto funzionario realmente qualificato in campo spaziale.

 

9.La morte di Korolev privò il programma spaziale sovietico di una mente eccezionale. Se Korolev non fosse morto, è probabile che l'N1 avrebbe superato le difficoltà, e, forse, due astronauti sovietici avrebbero orbitato attorno alla Luna un anno prima di Apollo 8.

 

10.L'incompetenza di Mishin, incapace di seguire un progetto complesso come l'N1 tenendo testa alle pressioni politiche. Oltre tutto, Mishin era pochissimo aperto alle critiche e al lavoro di squadra, e avevo una grandissima opinione di sé.

 

11.Assenza di interesse da parte dell'Accademia delle Scienze, il cui capo, Keldysh, era, all'epoca, assai più preoccupato di isolare Sakharov che della conquista della Luna.

 

12.Continua conflittualità fra i vari uffici tecnici: Celomjei era il preferito di Kruscev perché dava lavoro al figlio Serghjej, Yangel era il cocco di Brezhnev perché ucraino, come il leader del Cremlino.

 

13.Approcci tecnici errati, come il rifiuto di usare propellenti ipergolici che ebbe come conseguenza il dover ripiegare sui motori Kuznetsov. Altro errore tecnico fu l'aver puntato, a differenza degli americani, tutto su procedure di docking completamente automatiche. Altro errore tecnico, gravissimo, fu l'aver abbandonato la Vostok prima del completamento del programma. Il fallimento del programma Voshkod ebbe conseguenza il prematuro ingresso in servizio della Soyus, errore che portò alla tragica fine dell'astronauta Komarov e alla conseguente arresto del programma spaziale.

 

14.Infine, non dobbiamo dimenticare che il programma lunare sovietico partì con tre anni di ritardo su quello americano. Mishin ricorda che il Cremlino chiese agli scienziati di battere gli americani nella corsa alla Luna solo nell’estate del 1964. I fondi, inoltre, non furono mai più del 10-12 per cento di quelli destinati al programma Apollo. Non ci fu mai denaro sufficiente, mancarono i fondi per fare i test a terra dei motori dell'N1, Ustinov rifiutò di far costruire un banco di prova a Tyuratam. Il risultato fu che ogni avaria dei motori comportava la perdita dell'intero vettore, con costi insostenibili.

Edited by intruder
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  • 2 weeks later...

Bellissimo post davvero scritto per veri appassionati dei programmi spaziali...

Credo che i successi iniziali di Sputnik e Vostok siano stati in un certo senso un danno per i progettisti russi. I loro capi politici probabilmente pensarono che la tattica dell'azzardo e dell'aggiustamento in "corsa" avrebbe funzionato in eterno a prescindere dall'aumentare della complessità delle missioni.Credo che la differenza tra annunci pubblici degli americani sulle loro prossime missioni e gli annunci post-missione Russi esemplifichi chiaramente i modi di pensare delle due superpotenze di allora.

 

Piccolo parziale OT:

Segnalo per ultimo il bellissimo e sempreverde gioco "Buzz Aldrin Race into the space" (liberamente scaricabile) che esemplifica chiaramente tecnologie e procedure dell'epoca.Vi consiglio di settare entrambi i player umani per potervi gustare tutte le possibili diramazioni "tecnologiche" che permette questo gioco.Io sono partito da lì per avvicinarmi al mondo dello spazio.

Edited by Takumi_Fujiwara
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Bel topic!!!

 

Per chi fosse interessato e non lo sapesse già c'è un bell'articolo su "Le Scienze" di questo mese che parla appunto delle rapporti tra NASA e l'ente spaziale russo durante tutta la guerra fredda.

 

L'articolo si intitola appunto: "Guerra e pace nello spazio" di Roald Sagdeev e Susan Eisenhower.

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  • 3 weeks later...

bel post...fantastico!!!

Conosco molto bene la corsa allo spazio U.S.A., ma di quella dell' U.R.S.S. non ne sapevo niente,quindi ho trovato tutto molto interessante...

io credevo che anche la Russia aveva usato scenziati tedeschi...( tipo Von Braun o Rudolph usati direttamente dagli stati uniti nella progettazione)

 

alcune cose che non so:

 

che cosa è il TASS?

 

esiste qualche disegno della Battlestar Khrushchev(progetto ambiziossimo per l'epoca) ?

 

Quando parli di carburanti criogenici...ti riferisci ad idrogeno e ossigeno?

 

ancora complimenti per il post!!!! :adorazione:

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Guest intruder
bel post...fantastico!!!

alcune cose che non so:

 

che cosa è il TASS?

 

esiste qualche disegno della Battlestar Khrushchev(progetto ambiziossimo per l'epoca) ?

 

Quando parli di carburanti criogenici...ti riferisci ad idrogeno e ossigeno?

 

 

TASS è la sigla di Телеграфное Агентство Советского Союза при кабинете министров СССР, cioè Agenzia Telegrafica dell'Unione Sovietica presso il gabinetto dei ministri dell'URSS. Ai tempi dell'URSS era l'agenzia di stampa ufficiale. Molto ufficiale, a quanto si dice.

 

Della Battlestar esistono diversi disegni, questi sono i più frequenti.

 

bstar.jpgos1c.jpgtkstosz.jpg

 

 

Come vedi dalle proporzioni delle navette Soyus attaccate, si trattava di un bel bestione, con una massa che oscillava fra le 75 e le 200 tonnellate.

 

Sì, i criogenici sono idrogeno e ossigeno, mi rendo conto che forse il termine è troppo tecnico, ma quando traduci da un'altra lingua (il russo, in questo caso), a volte perdi la semplicità nella tua, di lingua: ho tradotto praticamente alla lettera.

Edited by intruder
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TASS è la sigla di Телеграфное Агентство Советского Союза при кабинете министров СССР, cioè Agenzia Telegrafica dell'Unione Sovietica presso il gabinetto dei ministri dell'URSS. Ai tempi dell'URSS era l'agenzia di stampa ufficiale. Molto ufficiale, a quanto si dice.

grazie...proprio non la conoscevo...

Della Battlestar esistono diversi disegni, questi sono i più frequenti.

 

bstar.jpgos1c.jpgtkstosz.jpg

Come vedi dalle proporzioni delle navette Soyus attaccate, si trattava di un bel bestione, con una massa che oscillava fra le 75 e le 200 tonnellate.

si infatti bella grosa....se fossero riusciti a costruirla avrebbe cambiato il destino della guerra fredda...

Sì, i criogenici sono idrogeno e ossigeno, mi rendo conto che forse il termine è troppo tecnico, ma quando traduci da un'altra lingua (il russo, in questo caso), a volte perdi la semplicità nella tua, di lingua: ho tradotto praticamente alla lettera.

per me non ci sono problemi ho lavorato per un anno nella fisica nucleare quindi ci sono abituato a parlare di criogenia, l'ho chiesto per sicurezza.

per il russo ti capisco conosco poche parole e da quelle poche ho capito che non è una lingua facile...

Edited by F-14
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Guest intruder

Lasciati dire una cosa da uno che di lingue, oltre l'italiano, ne parla altre cinque: nessuna lingua è troppo difficile per essere imparata (tu sei più stupido di un russo, o di un cinese o di un turco, per dirti le lingue che parlo? O pensi che loro non sbagliano MAI?). Nessuna lingua è troppo facile, compreso l'inglese.

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si hai ragione tutte le lingue sono dificili...dicono che l'italiano è uno dei più complicati per via della grammatica...

per quanto riguarda il russo,come il cinese,o l'arabo credo che abbiano una difficolta in più..."gli ideogrammi,il cirilico,(per l'arabo) il fatto che si scriva da destra a sinistra...

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Guest intruder
si hai ragione tutte le lingue sono dificili...dicono che l'italiano è uno dei più complicati per via della grammatica...

per quanto riguarda il russo,come il cinese,o l'arabo credo che abbiano una difficolta in più..."gli ideogrammi,il cirilico,(per l'arabo) il fatto che si scriva da destra a sinistra...

 

 

Le difficoltà del russo sono molteplici: la scrittura, la grammatica, la pronuncia che cambia con la posizione dell'accento all'interno di una medesima parola... l'arabo e il cinese hanno una grammatica estremamente semplice, il problema è la scrittura: il cinese lo padroneggio abbastanza (stampato, il corsivo non riesco a leggerlo e poco mi consola sapere che anche molti "nativi" hanno i miei medesimi problermi), l'arabo non riesco proprio a capirlo né a parlarlo (non è una lingua vera e propria, ma una serie di dialetti, capisco abbastanza bene lo hijazi, la lingua dei beduini della penisola arabica, ma tutto il resto è buio pesto).

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Guest intruder
ma questa foto se ho capito bene era stata usata come copertina di una rivista?

P.S.

dove hai imparato tutte quelle lingue?

 

 

No, è la copertina del libro che ho usato per scrivere il topic, la rivista è il puntino rosso di fianco, è sparito l'web...

 

Le lingue le ho imparate un po' per diletto e molto per lavoro (in certi Paesi te li scordi chi parla anche solo molto male l'inglese).

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No, è la copertina del libro che ho usato per scrivere il topic, la rivista è il puntino rosso di fianco, è sparito l'web...

 

ho capito...praticamente è la foto dell' Apollo 11 con la bandiera modificata...

ti risulta per caso che durante una missione del programma Apollo, i russi lanciarono una sonda per anticipare l'atterraggio degli astronauti U.S.A. ???

 

Le lingue le ho imparate un po' per diletto e molto per lavoro (in certi Paesi te li scordi chi parla anche solo molto male l'inglese).

 

ah giusto lavori nel settore petrolifero...

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Guest intruder
ho capito...praticamente è la foto dell' Apollo 11 con la bandiera modificata...

ti risulta per caso che durante una missione del programma Apollo, i russi lanciarono una sonda per anticipare l'atterraggio degli astronauti U.S.A. ???

ah giusto lavori nel settore petrolifero...

 

 

Luna 15, lanciata il 13 Luglio 1969, si schiantò sulla Luna sei giorni dopo (e due dopo l'allunaggio di Armstrong e Aldrin), ma questo è tutto.

 

Secondo la leggenda dei Lost Astronauts (ripeto quanto scritto nel topic: non ci sono prove della morte di astronauti sovietici sconosciuti, anche se ritengo, a titolo strettamente personale, che alcuni episodi siano reali), Luna 15 avrebbe portato un equipaggio kamikaze. La storia in sè non sta in cielo né in terra, letteralmente: che senso avrebbe avuto? E se anche arrivarono prima perché non fu mai detto? Esistono varianti di questa storia, non ultima quella che vuole che i sovietici tentarono di inviare una spedizione "regolare", ma che questa sarebbe andata persa per un malfuzionamento dei retrorazzi che li avrebbe spediti in orbita solare, senza possibilità di ritorno sulla Terra, anziché sulla Luna.

 

Intendiamoci: i sovietici erano in grado di arrivare sulla Luna prima degli americani, ma le rivalità e le indecisioni li fermarono. Questa storia della last minute non regge proprio per questa ragione: fino a mezzora fa litigavate e ora, tutto d'un colpo, d'amore e d'accordo assemblate un veicolo, ci mettete un paio di sfigati dentro e lo sparate sulla Luna? Pietà.

Edited by intruder
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grazie...

 

si infatti la missione kamikaze mi sembra un po' strana...

 

guardate cosa ho trovato su wikipedia:

Cooperazione con gli USA [modifica]

 

Il volo di Luna 15 fu importante per due aspetti: primo perché le missioni Apollo 11 e Luna 15 rappresentarono il culmine della gara per la Luna, secondo perché fu il primo caso di cooperazione spaziale tra USA e URSS. Infatti le autorità sovietiche comunicarono agli americani il piano di volo della loro sonda, in modo da evitare una collisione con la nave spaziale statunitense.

luna 15

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Guest intruder

Questo non lo sapevo, quanto meno non lo ricordavo, forse perché della storia mi è sempre interessato il lato complottardo... grazie per lappunto, ma non fidarti troppo di wikipedia italiana, ho corretto parecchie castronerie.

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Questo non lo sapevo, quanto meno non lo ricordavo, forse perché della storia mi è sempre interessato il lato complottardo... grazie per lappunto, ma non fidarti troppo di wikipedia italiana, ho corretto parecchie castronerie.

 

si hai ragione Wikipedia è molto utile ma ci sono anche degli errori dato che è libera a tutti.

a me sembra strano che abbiano cooperato...

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