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Athens

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  1. Sì, questo è vero, ma il cessate il fuoco comporterebbe probabilmente una accelerazione nelle trattative diplomatiche, il che a seconda della "malleabilità" russa potrebbe comportare una rimodulazione verso il basso delle sanzioni. In uno scenario di guerra aperta invece porterebbe nel giro di pochi mesi a criticità piuttosto importanti per l'economia russa: penso per esempio a generi di prima necessità come i medicinali, cose che non puoi nascondere tanto facilmente alla popolazione. Un grosso rebus.
  2. Sarà interessante, in tal caso, osservare come verrà giustificato questo completo rovesciamento di prospettiva rispetto al fatto che la guerra contro l'Ucraina sia stata insistentemente presentata sin dall'inizio con la surreale definizione di "operazione militare speciale". Nei fatti, Putin sconfesserebbe platealmente sé stesso di fronte al mondo. Io comunque continuo ad avere la sensazione che al Cremlino si desideri chiudere il pasticcio ucraino il più rapidamente possibile e che non si consideri come un'opzione accettabile l'ipotesi di proseguire le ostilità al di là di un arco temporale di 2-3 mesi o giù di lì. Andare oltre porterebbe la Russia in uno scenario di particolare fragilità economica e finanziaria, poiché le sanzioni occidentali farebbero sentire i loro effetti in misura sempre maggiore. Inoltre, dichiarare formalmente la guerra comporterebbe una maggiore difficoltà a fare passi indietro rispetto allo status attuale in cui i russi, se ipoteticamente lo volessero, potrebbero semplicemente ritornarsene a casa e amen. Se invece dichiari la guerra, poi devi anche negoziare la pace. E i negoziati si fanno in due.
  3. Togliete il cellulare a Gerasimov, altrimenti vi giocate pure lui...
  4. Ma guarda che il caro zio Vladimir ce l'aveva eccome, il piano: invadere l'Ucraina, farne crollare le istituzioni politicamente rappresentative, mettere in fuga il governo legittimo, sostituirlo nel giro di pochi giorni con un pupazzo pari al bielorusso dirimpettaio e celebrare la vittoria il famoso 9 maggio sulla piazza Rossa. Tuttavia questo piano è crollato miseramente perché, come l'evidenza ci ha poi mostrato, si basava su presupposti completamente sballati. Quello che invece mi stupisce è l'assenza - a quanto pare - di un piano B, ovvero di una exit strategy che gli possa consentire di uscire dal pantano ucraino senza rimetterci la faccia e pure la ghirba. Al momento, guardando sia l'evoluzione dei movimenti a livello diplomatico sia quello che avviene al fronte, tutto sembra indirizzare le previsioni verso un "all-in" da giocarsi nel futuro immediato sul campo di battaglia e non al tavolo delle trattative sia da parte russa sia da parte ucraina.
  5. Essendo Taiwan un'isola, per conquistarla ci devi arrivare dal mare e la Cina non ha naviglio a sufficienza per portare a termine una simile impresa. Riguardo l'Europa, per un ipotetico intervento militare diretto oltre che di supporto la questione è di volontà politica più che di capacità militare, quindi senza la discesa in campo della NATO, che è l'unico soggetto dotato di reali capacità joint e di una catena di comando riconosciuta a tutti i livelli politici, trovo che sia altamente improbabile che a livello UE possa determinarsi e mantenersi la necessaria coesione. Una guerra non è uno scherzo che si possa far digerire facilmente alla popolazione, e per un sistema democratico già è difficile compattarsi a livello nazionale, figuriamoci in un contesto sovranazionale.
  6. L'unico reale vantaggio di cui godono i russi è il fatto che - in teoria - essendo loro ad avere in mano l'iniziativa contro un avversario che non sembra disporre della capacità di impostare controffensive di teatro ma che al momento si limita e difendersi, avrebbero la possibilità di concentrare notevoli forze in un determinato punto del fronte da sfondare per poi penetrare in profondità nel cuore del territorio avversario. Il che è esattamente l'opposto di quello che sembra stiano facendo. Evidentemente si sono resi conto anche loro di non avere la capacità logistica e le risorse necessarie per fare questo tipo di azioni.
  7. Probabilmente anche i delfini "da combattimento" sono una fra le famose "armi mai viste" di cui il caro zio Vladimir ha recentemente parlato paventandone l'utilizzo. Immagino che fra poco, quando rimarrà a corto di altre sparate propagandistiche come questa (e di missili), minaccerà di conquistare il mondo. https://tg24.sky.it/mondo/2022/04/28/armi-segrete-russi#07 E' comunque interessante fare qualche considerazione su queste dichiarazioni, che sul campo lasciano il tempo che trovano ma il cui target è sia l'opinione pubblica interna sia quella occidentale, la quale, non essendo irreggimentata da un pensiero unico, resta in determinate componenti inevitabilmente molto sensibile al pericolo di ampliamento del conflitto e di ipotetici scenari da terza guerra mondiale, con o senza opzione atomica. E per chiosare le parole del caro zio Vladimir, non possiamo fare a meno di osservare che anche l'Occidente ha armi che la Russia non ha "mai visto", e l'elenco è piuttosto lungo.
  8. In passato l'hanno chiamata "ricerca di spazio vitale" o persino "operazione di pace", ora si pretende di chiamarla "operazione militare speciale", ma la guerra non si può chiamare con nomi diversi dal suo. La guerra non si può tenere sotto controllo. In guerra non muoiono solo gli eroi colpiti da una pallottola in fronte mentre avanzano sprezzanti del pericolo nei campi di grano. In guerra muoiono gli indifesi e gli innocenti, e non basta fare spallucce dicendo "eh, ma è la guerra". Già, è vero, è la guerra. Proprio per questo esiste sempre una alternativa alla scelta di scatenare una guerra. Proprio per questo, al di là delle colpe di chi la guerre la auspica, la pianifica, la progetta, l prepara o la organizza, il primo criminale è colui che la guerra la comincia. Vladimir Putin, che tu possa essere mille volte maledetto. https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/04/24/ucraina-la-piccola-kira-morta-insieme-alla-mamma-a-odessa_9d0850d4-7ea9-4ac1-bab3-e02504caa7e9.html
  9. Mi chiedo quali "armi pesanti" potremmo inviare in Ucraina. https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/24/ucraina-di-maio-nuove-armi-anche-pesanti-nei-limiti-impegno-del-parlamento-fratoianni-un-errore-orlando-serve-diplomazia-ue/6568817/
  10. E' sempre stato così: la propaganda è come un virus, che penetra più facilmente nelle menti deboli ma che ha difficoltà ad infettare chi tramite la cultura e la razionalità sviluppa una immunità più o meno accentuata all'indottrinamento. Il fatto che esista una parte del mondo - l'Occidente industrializzato - in cui l'informazione (in certi casi, presunta tale) circoli molto più liberamente rende semplicemente evidente questo stato di cose a una percentuale di soggetti maggiore rispetto ad altre realtà in cui il pensiero è irreggimentato dalla politica in misura più accentuata. In questo contesto c'è una triade di fattori inquinanti: la famiglia, la scuola, i media. Fatta la tara al fatto che vi sono certamente ottime famiglie, ottime scuole e ottimi mezzi di informazione, ciascuno di questi soggetti ha nel complesso gravi colpe.
  11. A mio avviso, in questo preciso momento la differenza di potenziale bellico sul campo fra russi e ucraini consiste nel fatto che se Mosca non ha riserve infinite, Kiev non ne ha affatto. Come potrà evolvere la situazione se le ostilità dovessero proseguire nel medio-lungo periodo, non possiamo saperlo ma possiamo fare qualche previsione di massima basandoci sulla constatazione oggettiva - già più volte sottolineata su queste pagine - delle gravi e innegabili deficienze strutturali della Russia dal punto di vista industriale, finanziario e tecnologico. Sappiamo bene che, se sul pianeta non esistessero le armi atomiche, lo strumento militare russo sarebbe da classificare come "da serie B" (a esser benevoli), avrebbe gravi difficoltà a confrontarsi anche solo con singole nazioni confinanti come Turchia o Polonia, figuriamoci con il sistema NATO preso nel suo complesso o con potenze regionali come India o Cina, e in Ucraina non è stato già spazzato via solo perché gli ucraini stanno messi anche peggio e resistono esclusivamente perché hanno tratto vantaggio dai benefici derivanti dal supporto organizzativo e logistico occidentale fornito in questi ultimi anni alle locali forze armate. Possiamo quindi affermare con buon margine di plausibilità che la Russia non sarebbe in grado di sostenere un conflitto di lungo periodo. Tuttavia queste considerazioni NON valgono nell'immediato: sulla linea del fronte si stanno affrontando due schieramenti ben definiti, e OGGI non è possibile prevedere chi prevarrà perché le variabili sono troppe e le informazioni di cui disponiamo sono insufficienti. Immagino che qui tutti (o quasi...? ) ci auguriamo che prevalgano gli ucraini, che i russi tornino a casa con le pive nel sacco e che finisca finalmente la strage che ogni guerra comporta. Ma beato chi ha certezze. Io sugli sviluppi tattici dei prossimi giorni certezze non ne ho e mi limito a incrociare le dita.
  12. Per fare "seriamente" queste valutazioni, bisognerebbe avere la mappa in tempo reale dei rispettivi schieramenti e delle concentrazioni di forze sia da parte ucraina che da parte russa. Poi si dovrebbe passare ad una analisi prettamente qualitativa delle reali capacità operative di ciascun reparto nel contesto tattico e nel piano strategico in cui è inserito. Indi si dovrebbe cercare di dedurre, partendo da queste informazioni, quale sia il progetto strategico degli stati maggiori dei due contendenti. Al momento, stando a notizie provenienti da più fonti concordi e di sufficiente reputazione, possiamo solo prendere atto del fatto che da parte russa si stia sviluppando una concentrazione di forze sia nella zona di Kharkiv che - soprattutto - sul fronte Donbass. Mariupol può essere considerato un discorso sostanzialmente già chiuso dal punto di vista tattico visto che la resistenza ucraina - che pure non cessa - diventa sempre più simbolica. Di contro, gli ucraini stanno concentrando anch'essi tutti i loro assetti più efficienti nella prima linea del fronte del Donbass, stanno avanzando in seconda linea le brigate al momento tenute in riserva strategica, e stanno armando e organizzando come riserve una serie di unità territoriali. In pratica, entrambi gli schieramenti sembrano voler buttare in campo tutte le proprie risorse. Una scelta ovviamente poco conservativa e pregna di rischi per entrambi, con una sola rilevante differenza: se i russi vengono sconfitti, possono permettersi di ritirarsi su posizioni arretrate e riorganizzarsi, il che - salvo conseguenze politiche al momento imprevedibili - vorrebbe dire un prolungamento sine die del conflitto in stile prima guerra mondiale; se invece sono i russi a sfondare il fronte ucraino delle prime e delle seconde linee, per Kiev non ci sarebbero più in riserva unità capaci di contrastare il nemico in modo credibile. Grosso modo, la situazione pare questa. E per immaginare come andrà a finire serve o la sfera di cristallo o informazioni che qui non abbiamo.
  13. Nella guerra propagandistica, che non sembra aver perso importanza (anzi...) con lo sviluppo della tecnologia e con la capillarizzazione mediatica, azzardo l'ipotesi che questo potrebbe essere parte di un disegno preciso e teso a guastare la festa del 9 maggio al caro zio Vladimir. https://www.open.online/2022/04/23/guerra-ucraina-attacchi-territorio-russo/ Un atto di carattere sostanzialmente dimostrativo, al quale potrebbero seguirne altri dello stesso tenore e magari ben più clamorosi, irrilevanti dal punto di vista militare ma capaci di suscitare una appropriata eco mediatica. Se fossi al posto di Zelenskij ci penserei seriamente su. Vedere tanti tacchini impomatati che ridono verde e rosicano a denti stretti sul palco della piazza Rossa non avrebbe prezzo.
  14. Se è così, devo ammettere di non aver compreso il messaggio, che probabilmente non era espresso in forma sufficientemente esplicita. Riguardo il guardare ai fatti, magari fosse tutto così semplice. L'unico fatto oggettivo in questo caso è l'aggressione armata nei confronti di uno Stato sovrano e il terribile tributo di sangue che sta comportando. Tutto il resto è - come sempre - intrinsecamente connesso agli intrighi geopolitici, agli interessi, agli opportunismi e a tutto ciò che ne consegue. E i francesismi li lascerei in ogni caso a piattaforme meno serie di un forum tecnico come questo. Riguardo Tricarico, le sue valutazioni sottolineano proprio che i negoziati sono resi problematici dal fatto che, oltre a Russia e Ucraina, vi sono altri convitati di pietra volenti o nolenti direttamente coinvolti nella questione, ciascuno con il suo peso e con i suoi interessi: la NATO e la UE come organizzazioni sovranazionali, e a livello di singole nazioni gli Stati Uniti, la Turchia, la Germania, l'Italia, la Polonia, la Svezia e la Finlandia, di cui si è ampiamente parlato anche in questa discussione. Manca l'ONU che ormai è una barzelletta, ma per il resto è un ginepraio molto difficile da districare anche perché il criminale della situazione fa parte del nuke-club e non è che gli si possa far paura più di tanto senza rischiare conseguenze niente affatto piacevoli. Se così non fosse, il problema sarebbe già stato rapidamente risolto. Ipotesi ventilata da più parti proprio sulla base del fatto che in zona vi fosse un P-8. La cosa non può essere esclusa in linea di principio, ma la collaborazione diretta di un velivolo US Navy in una specifica azione di guerra compiuta dall'Ucraina nei confronti della Russia viene ritenuta poco probabile dall'ammiraglio Andrea Mucedola che ne parla (minuto 55:20) esprimendosi dubbioso, nel suo interessante e dettagliato commento riguardante le circostanze dell'affondamento del Moskva, circostanze che evidenzierebbero anche la mancanza di copertura tattica reciproca fra le navi che accompagnavano l'incrociatore, per non parlare del fatto che né i CIWS della difesa di punto e né le contromisure elettroniche della nave siano entrate in funzione.
  15. Se ho capito bene questo è un forum, ovvero proprio un luogo dove si discute. E l'argomento di questa discussione è la guerra in Ucraina nelle sue diverse implicazioni, se non vuoi partecipare sei liberissimo di non farlo. Se invece vuoi dare il tuo contributo, gli altri partecipanti potranno leggere e commentare. Il "gioco" è questo. E per entrare nel merito, anche dire che "non cambierà proprio nulla" mi sembra una previsione. Me lo auguro. Ci troviamo di fronte a interessi oggettivamente molto contrastanti da parte dei vari protagonisti in campo. Lo conferma anche questo noto bolscevico. https://www.fanpage.it/esteri/generale-tricarico-biden-vuole-annientare-putin-e-la-russia-bisognerebbe-pensare-ai-negoziati/
  16. Questo è certamente uno scenario plausibile, anche se non l'unico ragionevolmente prevedibile. Si tratterà di vedere, nell'immediato futuro, quali saranno gli effetti delle sanzioni occidentali sull'economia russa, a quale livello di capacità verrà mantenuto lo strumento militare ucraino e se i russi riusciranno a tenere sotto controllo le aree occupate senza dissanguarsi in uomini, mezzi e risorse finanziarie. Sin dall'inizio della crisi, Washington desidera che l'Ucraina diventi per la Russia un nuovo Afghanistan, il che ci fa presagire nei confronti dell'Ucraina un lungo periodo di concreto supporto economico, logistico e - in termini di intelligence - anche operativo. Questo purtroppo non depone a favore di concrete iniziative diplomatiche per concordare almeno un cessate il fuoco e instaurare poi reali trattative di pace. Anche la volontà del Cremlino sembra essere quella di voler continuare sulla strada dell'azione militare: probabilmente il caro zio Vladimir (a cui personalmente auguro di trovarsi preso a corto di Preparazione H, visto il fiume di sangue di cui si è reso responsabile), dopo essersi reso conto troppo tardi di aver fatto il passo più lungo della gamba, ora non può più tirarsi indietro senza pagare un pesante tributo politico e preferisce correre il rischio di continuare la guerra con tutto quel che ne consegue. Staremo a vedere.
  17. Considerando che la marina militare ucraina è al momento praticamente inesistente come forza combattente, da questo punto di vista l'accesso al mare è irrilevante per gli sviluppi della guerra. Ben altra cosa, ovviamente, è il mantenimento di uno sbocco al mare - e delle relative infrastrutture portuali - in tempo di pace: per l'economia ucraina si tratta di un assetto strategico di primaria importanza e del tutto irrinunciabile, per cui vale la pena di battersi fino alla morte. Dopo aver già perso il porto di Mariupol, perdere anche Odessa significherebbe diminuire l'import/export commerciale del 90%. Di peggio ci sarebbe solo la catastrofe nucleare, e come si è già detto in passato, se Zelenskij o chi per lui cedesse su questo punto, sarebbe la sua fine politica. Quindi no, non posso credere che i russi possano prendere Odessa manu militari o tramite trattative bilaterali. In effetti. E può anche essere, ma questo non è il mio campo, che anche il trattamento dei prigionieri catturati e dei territori occupati possa essere significativamente diverso dal punto di vista strettamente giuridico. Ciò non toglie che - per fare un paragone - dal punto di vista della logica e del buon senso uno stupro è e resta pur sempre uno stupro anche se lo stupratore non dichiara preventivamente di voler violentare la sua vittima.
  18. Questo è plausibile. Però mi sembra che ormai tutto non dipenda più solo da Putin. Supponiamo (per esempio) che il 9 maggio il caro zio Vladimir si ritenga pubblicamente "soddisfatto" di aver "raggiunto gli obiettivi prefissati" e decida che la famosa "operazione militare speciale" è terminata e tutti a casa. Tutti a casa mio nonno... Non per questo le sanzioni occidentali saranno ritirate, non per questo Zelenskij accetterà di chiudere la questione richiamando i suoi soldati nelle caserme, non per questo Svezia e Finlandia rinunceranno al proposito di entrare nella NATO, non per questo l'Europa e la NATO smetteranno di fornire supporto all'Ucraina. Questa guerra non si ferma semplicemente con un annuncio in tv, ma potrà cessare solo dopo un lungo periodo negoziale la cui durata non è assolutamente preventivabile e che terminerà solo quando tutti i pezzi sulla scacchiera geopolitica andranno al loro posto e quando ci sarà la volontà politica di tutti i protagonisti - USA e Cina in testa - di farla cessare. Perché, e questo dovrebbe essere ormai chiaro, soprattutto USA e Cina stanno incassando notevolissime rendite di posizione dal conflitto ucraino. Con buona pace del Cremlino. Intanto, per la cronaca, apprendiamo finalmente (eravamo tutti in trepidante attesa di saperlo) il vero motivo per cui non si può parlare di "guerra" ma di "operazione militare speciale". Non si può parlare di guerra... perché la guerra non è stata formalmente dichiarata. Semplice. Chissà perché non ci avevamo pensato prima? https://www.la7.it/piazzapulita/video/mi-dispiace-doverla-chiamare-collega-lei-e-solo-la-portavoce-del-cremlino-david-parenzo-contro-la-21-04-2022-435058
  19. Allora bisognerebbe trovare un altro senso all'occhiuta attenzione che i russi stanno rivolgendo da tempo proprio a Kharkiv e Dnipropetrovsk con attacchi aerei e di artiglieria. Mi sfugge quale significato possa avere questo comportamento, al di là dell'aspetto meramente tattico di colpire determinati obiettivi paganti. Un progetto strategico dovrà pur esserci, dietro questa dispersione, al di là dell'ormai assodato Donbass e di Mariupol con le sue importanti infrastrutture portuali.
  20. Se fossi nei panni dello stato maggiore russo, il progetto strategico più logico sarebbe quello di avanzare lungo la direttrice che da Charkiv arriva seguendo la E105 fino a Dnipropetrovsk e la E50 fino a Kryvji Ri per poi puntare direttamente su Mykolaiv, che è la porta per giungere a Odessa. Ma dal dire al fare...
  21. No, mi riferivo proprio al Dnepr, ma sono stato troppo generico: intendevo dire "passarlo in forze", cioè garantendo il flusso di forze combattenti e di supporto logistico necessari per affrontare la sfida di prendere Odessa. Tenendo conto che al momento i russi hanno spostato notevoli assetti dal fronte nord concentrandoli sul Donbass, non so se le forze che al momento si trovano a Kherson o comunque a ovest del Dnepr sarebbero sufficienti per puntare su Odessa. Per quanto riguarda i ponti di Kherson e di Nova Kakhovka, per interrompere l'afflusso di truppe e rifornimenti russi da una riva all'altra del Dnepr non serve necessariamente conquistarli, in fin dei conti sarebbe sufficiente distruggerli. I russi hanno già dimostrato la loro incapacità di muovere grandi masse di uomini e mezzi con la necessaria rapidità ed efficienza, e questo potrebbe essere anche sul fronte di Odessa un elemento molto importante a favore dei difensori ucraini.
  22. Per prendere Odessa, devi prima arrivarci. E per arrivarci, o ci vai dal mare (il che al momento per i russi è escluso, per carenza di mezzi di trasporto navali) o via terra. E per arrivarci via terra, se vieni da est devi prima passare il Dnepr, che non è esattamente un ruscello. E se vieni da nord, devi vedertela con l'opposizione ucraina. La vedo molto, molto difficile. Ma a prescindere dall'aspetto tattico, la portata strategica di questa ipotetica operazione di ricongiungimento con la Transnistria consiste nel negare all'Ucraina l'accesso al mare, con tutto quel che ne conseguirebbe. Per Kiev una ipotesi del genere vuol dire il completo disastro economico, qualcosa che va incomparabilmente oltre alla perdita del Donbass. Uno scenario che renderebbe logica persino la mossa ucraina di invadere preventivamente la Transnistria e spazzar via quei quattro gatti zaristi che vi si trovano.
  23. Temo che diversi autorevoli commentatori la pensino diversamente. Questo, per esempio (minuto 5:27), e si tratta di tempi certamente non sospetti visto che il filmato è di un anno fa.
  24. Ho già ribadito più volte che nel caso ucraino c'è un aggressore (che ha automaticamente torto marcio per il semplice fatto di aver invaso manu militari un paese vicino) e un aggredito (che invece ha tutte le ragioni e che quindi merita supporto e solidarietà). Punto. Se ci vedi una qualsiasi forma di giustificazionismo, beh, non saprei che farci. Meglio di così non lo so dire. Io il giustificazionismo l'ho visto invece propinato spudoratamente più volte in passato dai media mainstream per motivi di mera partigianeria che non hanno nulla a che vedere con il minimo sindacale di deontologia professionale e di onestà intellettuale, e francamente non vorrei avere nulla da spartire con "quel" calderone.
  25. Se sul Moskva sono morte 40 persone, è chiaro che la causa dell'affondamento non può essere altro che l'attacco missilistico e la versione ufficiale dell'incendio non potrebbe trovare credito nemmeno a Paperopoli. https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/04/18/parenti-dei-dispersi-della-moskva-chiedono-la-verita_48fb35a5-2d67-453b-a219-53cb50126f44.html
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