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F-35 e le possibili conseguenze della sua scelta...
windicator ha risposto a windicator nella discussione Caccia
Francamente faccio fatica a considerare l'ipotesi Gripen come scellerata, comunque sia valutata: a livello tecnologico, industriale oppure operativo.Lo JAS-39, come sappiamo, è un aereo moderno e flessibile, multiruolo in modo credibile e dotato di potenzialità adeguate a svolgere il ruolo CAS/BAI in qualsiasi scenario operativo ragionevolmente ipotizzabile nell'arco dei due prossimi decenni per l'Unione Europea. Il che vuol dire che, se fosse stato adottato su larga scala a livello europeo, ci sarebbe stato tutto il tempo (20 anni dovrebbero bastare, diamine...) per mettersi a tavolino e progettare il suo successore. Cosa che non avverrà, invece, con l'adozione dell'F-35, che secondo le previsioni più diffuse dovrebbe rimanere in linea per almeno 30-40 anni. Invece non è cambiato proprio niente: al contrario, con l'F-35 si ripete - esattamente identica - la stessa storia dello Starfighter F-104G e dell'F-16, entrambi adottati contemporaneamente da un gran numero di paesi europei. Su queste considerazioni sono d'accordo. Mi si consenta solo qualche precisazione: l'adozione del Tornado ADV prima e dell'F-16ADF poi, nella realtà politica italiana di quei tempi erano scelte perfettamente logiche, in quanto era necessario garantire una sia pur minima parvenza di capacità di difesa aerea ma al tempo stesso "proteggere" lo sviluppo dell'Eurofighter, già seriamente compromesso dai folli e scellerati isterismi dell'esimio Volker Ruhe, all'epoca ministro della Difesa tedesco, principale responsabile dei ritardi dello sviluppo dell'EF-2000. Se l'Italia si fosse dotata dei Mirage 2000 o degli F-15 (che erano le proposte valutate in alternativa all'F-16 ADF), è praticamente certo che l'EF-2000 sarebbe stato da noi abbandonato in quanto "non più necessario". Ma il "peccato originario", in definitiva, fu proprio l'assurdo prolungamento della vita operativa dell'F-104, la cui versione S non avrebbe nemmeno dovuto nascere. Anzi, non avrebbe nemmeno dovuto essere "pensata", visto che nacque quando sul mercato mondiale degli aerei da caccia si poteva trovare ben di meglio senza alcuna difficoltà. Non dimentichiamo che da noi l'F-104 è rimasto in servizio non UNA ma DUE (e forse TRE) generazioni di troppo! -
Rafale o Typhoon?
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F-35 e le possibili conseguenze della sua scelta...
windicator ha risposto a windicator nella discussione Caccia
Lasciando per un attimo da parte le considerazioni di carattere politico (che comunque non sono off-topic, in quanto rappresentano il fulcro di questa discussione), vorrei fare una precisazione: non intendevo focalizzare l'attenzione su quello che si POTREBBE fare (anche se su questo tema ci sarebbe da dire parecchio) ma su quello che si DOVREBBE fare. E mi pare che fra tutti coloro che sono intervenuti vi sia la condivisione del principio che l'Europa dovrebbe spingere sull'acceleratore nel senso dell'unificazione. Se siamo tutti d'accordo già su questo, direi che siamo a buon punto. Ma se spostiamo il discorso su quello che si SAREBBE POTUTO fare, ebbene, non mi pare che vi sia da immaginarsi chissà cosa: l'F-35 europeo ce l'abbiamo già e si chiama JAS-38 Gripen, aereo del tutto adeguato al contesto operativo nel quale verrà chiamato ad operare l'F-35 da parte delle nazioni europee che lo acquisiranno. Certo, le prestazioni dei due velivoli non sono comparabili in assoluto, ma qui ciò che interessa è l'aderenza a quelle che sono le esigenze e le dottrine d'impiego delle rispettive Forze Aeree. L'adozione come gap-filler dello JAS-39 (che ha ancora un consistente potenziale di crescita, soprattutto in termini di motorizzazione e di avionica) avrebbe messo l'Europa in condizioni di proporsi in maniera credibile anche sul mercato dell'export, e di farlo SUBITO. Avrebbe inoltre comportato un consistente storno di investimenti a favore del completamento dello sviluppo dell'EF-2000 nonché a favore della creazione di un consorzio con il compito di progettare e realizzare - più in là nel tempo - un velivolo specificamente dedicato alle missioni CAS/BAI con tecnologie stealth. -
F-35 e le possibili conseguenze della sua scelta...
windicator ha risposto a windicator nella discussione Caccia
Sì, come no. Tanto depositari che il loro sistema giuridico (detto di "common law") è adottato altrove solo in Gran Bretagna, Australia e Canada. E se la Dichiarazione d'Indipendenza è certamente una pietra miliare nella storia dei diritti umani, non meno importanza assumono altri eventi fondamentali della storia europea.Per quanto mi riguarda, peraltro, non nutro alcuna particolare forma di gratitudine nei confronti degli Stati Uniti d'America, anche se apprezzo e (per certi versi) invidio la loro mentalità: "right or wrong, my country". Spiacente, ma io non nutro alcun rancore verso il popolo americano. Mi si consentirà, peraltro, in qualità di cittadino italiano ed europeo, di disapprovare le linee guida della politica americana quando ritengo che vadano in direzione contraria ai miei interessi. Il Piano Marshall aveva ben precise motivazioni di carattere politico ed economico. Non fu certamente un'opera di beneficienza, ma un vero e proprio investimento che ha comportato un ben preciso tornaconto per l'investitore. Non che la cosa mi sia dispiaciuta, però. Molto meglio loro che i sovietici. Anch'io (come molti italiani) ho dei parenti negli Stati Uniti, e non ho alcuna remora di principio né nutro alcuna antipatia nei confronti dei cittadini americani. Mi limito a fare un discorso di pura geopolitica, non di cultura. Se ti fosse capitato di visitare, a metà degi anni 70, la base americana (non NATO) "San Vito Air Station" di San Vito dei Normanni in Puglia, forse oggi la penseresti in maniera diversa.E forse la penseresti in maniera diversa se ti fossi trovato in divisa di VAM faccia a faccia con la Delta Force a Sigonella, ai tempi della vicenda dell'Achille Lauro. Insomma, ci sono luci e ombre. :rotfl: Se non deleghi la gestione di una gara ad una azienda o ad una consociata americana, al Department of Defense non vendi nemmeno uno spillo a contenuto tecnologico zero. Riguardati, per esempio, la gara per l'addestratore basico dalla quale è riuscito vincitore il Pilatus PT-9. -
F-35 e le possibili conseguenze della sua scelta...
windicator ha risposto a windicator nella discussione Caccia
Discorso "antipatico" mi sta bene, è legittimo, "odioso" molto meno. Mi sembra un aggettivo immotivato. Infatti non me la prendo con gli americani. Al posto loro farei lo stesso. Mi sembrano affermazioni un po' generiche.Riguardo i francesi, confesso un notevole grado di ammirazione nei loro confronti: quello che tu chiami antieuropeismo ( in certi casi antiamericanismo) io lo chiamo semplicemente senso dello Stato. E una nazione che - per fare un esempio - ha un organismo che si chiama Ecole Nationale d'Administration, di senso dello Stato ne ha certamente da vendere. Riguardo i tedeschi, la scorsa primavera ebbi modo di visitare gli stabilimenti Miele di Bielefeld e di Gutersloh: devo testimoniare di aver imparato molto da quella visita, in termini di organizzazione produttiva, di soddisfazione delle maestranze e di efficienza industriale. Mai vista roba del genere, in Italia. Questa affermazione è stata fatta molte volte, nella storia dell'umanità. La maggior parte delle volte chi l'ha fatta ha dovuto ricredersi. -
F-35 e le possibili conseguenze della sua scelta...
windicator ha risposto a windicator nella discussione Caccia
Se anche così fosse, questo non sarebbe altro che un motivo in più per investire a livello europeo sulle tecnologie avanzate. Non vedo il motivo per cui dovremmo continuare a lasciare agli USA tale monopolio. Certamente. Ciò che oggi chiamiamo "Europa" è solo un'embrione di ciò che dovrebbe essere. Europa per me sarà il risultato del processo di integrazione delle nazioni di questa area continentale che si vorranno liberamente identificare in comuni valori di democrazia, di pluralismo e di libero mercato. Mai detto il contrario. La mia è proprio una critica severa alla mancanza di autocoscienza dei cittadini e all'inerzia miope e particolaristica della classe politica europea. -
F-35 e le possibili conseguenze della sua scelta...
windicator ha risposto a windicator nella discussione Caccia
L'importanza della potenza economica di una nazione nello scenario geopolitico attuale è certamente innegabile... ma è sempre stato così. Le guerre costano (anche le "guerre fredde"... ne sa qualcosa proprio l'URSS), e chi non ha i soldi perde in partenza. Ma non possiamo trascurare la deterrenza militare: altrimenti non si comprenderebbe per quale motivo gli USA si preoccupino tanto delle (reali) capacità nucleari nordcoreane o delle (presunte) mire nucleari iraniane. Ripeto: col solo mazzo di fiori non si ottiene nulla, tranne forse qualche risatina di commiserazione. Beh, allora B-52, B-1, F-15, F-16, F-14 e F-18 bastano e avanzano anche per i prossimi 50 anni.Gli Stati Uniti, però, continuano a spendere cifre folli per B-2, F-22 e F-35... che faccio fatica a presupporre indispensabili nei confronti di quattro pezzenti cenciosi in uno scenario operativo da terzo mondo. Hai detto niente! Dove si firma? L'esempio è corretto, perché si limita a dimostrare quali sono le conseguenze nel momento in cui l'industria non riceve più ordini di un determinato prodotto, a prescindere da quali siano le cause che hanno determinato la cessazione degli ordinativi. Le capacità tecniche sono una cosa, quelle industriali un'altra. Le teste d'uovo in camice bianco sono del tutto inutili quando mancano le maestranze e le linee di produzione.In mancanza di commesse, le linee di produzione non funzionano. Il che vuol dire che le maestranze restano senza lavoro. Il che vuol dire che, per sopravvivere, cambieranno lavoro e perderanno la loro qualificazione professionale. Il che vuol dire che in futuro, nel momento incui ci fossero altre commesse, l'industria non sarebbe in grado di farvi fronte per mancanza di maestranze qualificate (che non si creano da un giorno all'altro). -
F-35 e le possibili conseguenze della sua scelta...
windicator ha risposto a windicator nella discussione Caccia
Allora... La ratio di fondo delle mie osservazioni è che l'Europa deve decidere cosa fare da grande. E soprattutto, deve decidere SE vuole diventare grande. L'idea che ho io di un'Europa "grande" - per capirci - è qualcosa di molto di più di ciò che è ora l'Unione Europea: le correnti della storia vanno comprese, e oggi ciò che deve essere chiaro è la necessità assoluta di percorrere a marce forzate la strada che dall'integrazione porta alla vera e propria unificazione politica del Vecchio Continente. Moneta unica, bandiera unica, parlamento unico. E quindi governo unico e - come conseguenza - anche forze armate uniche. E alla domanda: "e perché mai?" posso dare solo una risposta: "perché non ci sono alternative". L'Europa può - e secondo me DEVE - diventare una figura di primo piano nel contesto geopolitico del prossimo futuro, e prima sarà e meglio sarà. Il mondo, dopo il crollo dell'URSS (che presumo nessuno rimpianga particolarmente) ha bisogno di una figura capace di dialogare su un piano di perfetta parità con gli Stati Uniti: non è minimamente concepibile permettere agli Stati Uniti stessi di rimanere l'unica superpotenza del pianeta, perché essi hanno già dimostrato abbondantemente che, se lasciati senza un competitor credibile, tendono a fare esclusivamente i loro interessi e a imporre la loro supremazia politica, economica e militare senza farsi il benché minimo scrupolo. Esattamente come farebbe chiunque altro al loro posto, intendiamoci. Io non vedo certamente gli USA come il "grande satana" vagheggiato da alcuni fanatici, ma pragmaticamente mi rendo conto che chi prende (il termine esatto sarebbe "conquista") il timone della barca non sarà mai disponibile a cederlo volontariamente ad altri, anzi, cercherà di seguire la rotta che piace a lui fregandosene altamente se tale rotta sia gradita o meno agli altri. E' la legge del più forte, questa... una costante della storia dell'umanità, ed è inutile far finta che non sia così. Per quanto il mondo oggi possa dirsi "civilizzato", quello che conta sono sempre e comunque i rapporti di forza fra nazioni e/o entità politiche. Ricordate cosa disse il presidente americano Theodore Roosevelt: "Esiste un solo modo per poter trattare con i giapponesi: presentarsi al tavolo del negoziato porgendo con una mano un graziosissimo mazzo di fiori e agitando nell'altra mano un robusto e nodoso randello". E per me aveva tutte le ragioni di questo mondo. Orbene, fatta questa premessa, vorrei sgombrare il campo da un equivoco: quello relativo a ciò che le nazioni europee rappresentano per gli Stati Uniti. Qualche anima pia forse è ancora convinta che noi si sia "alleati" degli USA. Macché. Le nazioni europee sono, più realisticamente, dei vassalli degli Stati Uniti, ovvero entità subalterne a cui gli Stati Uniti non hanno la benché minima intenzione di rendere conto per quanto riguarda i loro progetti geopolitici di lungo termine ma che vengono tenute sotto il loro ombrello "protettivo" per ragioni di pura opportunità, ovvero proprio per evitare che in futuro il processo di integrazione europea possa veramente essere portato a termine, con tutte le immaginabili conseguenze e ripercussioni sulla scena politica internazionale. In parole povere: gli USA vedono l'Unione Europea come il fumo negli occhi, e quindi stanno facendo tutto il possibile per contrastare il processo di integrazione europea. Basti riflettere su tanti episodi più o meno significativi, a partire dal 1989 (crollo del Muro di Berlino) in poi, per rendersi conto di ciò che affermo. E il sottoscritto, come italiano ma soprattutto come cittadino europeo, comincia ad averne abbastanza. Accà nisciuno è fesso, abbiate pazienza signori americani. Va bene la riconoscenza ecc. ecc. per quello che ha significato i positivo per l'europa occidentale essersi trovata sotto "protezione" americana invece che sovietica dai tempi della Guerra Fredda, ma in politica valgono solo gli interessi, la riconoscenza lascia il tempo che trova. E ora, per tornare al discorso dell'F-35, è evidente che anche la scelta di questo velivolo da parte di parcchie nazioni europee è politicamente funzionale soprattutto agli interessi americani più che a quelli europei. Non mi si venga a dire, per favore, che l'industria aerospaziale europea non subirà negativamente le conseguenze di questa scelta, perché non è così: vi è una differenza fondamentale fra il poter accedere a determinate tecnologie sviluppate altrove e il mantenere attivo il circuito virtuoso di ricerca-industrializzazione-commercializzazione autonoma. Gli stessi Stati Uniti, per esempio, con la rinuncia fatta decenni fa ai sottomarini convenzionali, hanno perso completamente e nel giro di pochissimo tempo, la capacità tecnologica e industriale di costruire battelli subacquei che non siano a propulsione nucleare. E non mi si venga nemmeno a dire che in Europa non esistono le capacità tecnologiche necessarie per progettare e produrre un velivolo della classe dell'F-35 in tempi simili a quelli americani... per favore... a cervelli stiamo messi bene esattamente come loro, e un bravo ingegnere aeronautico troverà terreno fertile per le sue capacità sia presso Lockheed che presso Airbus. Quello che ci manca, in realtà, è solo la volontà politica di "fare team" e di considerare gli Stati Uniti non come un amico ma come un competitor, senza escludere la possibilità che in futuro possa diventare un vero e proprio avversario. Se questa volontà politica ci fosse, per naturale conseguenza si creerebbero anche tutti i presupposti di mercato per far sì che le industrie europee possano essere stimolate a progettare e realizzare prodotti di contenuto tecnologico comparabile a quelli americani. Provate a immaginare cosa significherebbe un bando di concorso o una semplice RFP emesso dall'Aviazione Europea per un aereo della classe dell'F-35. E provate a immaginare vincoli protezionistici simili a quelli che gli Stati Uniti non si fanno il benché minimo scrupolo di emettere quando la competizione si svolge a casa loro (mentre invece si indignano quando lo stesso giochino lo fanno altri ai loro danni). Insomma, signori, miei. La ricreazione è finita. Buy european. Altrimenti rassegniamoci a rimanere una colonia a stelle e strisce, e non se ne parli più. -
F-22: Tutti lo vogliono... nessuno lo piglia...
windicator ha risposto a ugom nella discussione Caccia
Ehm... sì, ma essendo nuovo del forum ritengo opportuno evitare di correre il rischio infrangere la netiquette -
F-35 e le possibili conseguenze della sua scelta...
windicator ha pubblicato una discussione in Caccia
Il Lockheed Martin F-35 Lightning II potrebbe essere ricordato come il velivolo da attacco più micidiale mai costruito, essendo stato capace di distruggere completamente l'industria aeronautica europea nel settore dei velivoli militari da combattimento senza aver avuto bisogno di sparare nemmeno un colpo del suo cannone GAU/22A o di lanciare nemmeno una modestissima Mk-82 dalla sua stiva. Infatti, a ben guardare, la decisione di molte nazioni europee di entrare nel club dell'F-35 porterà a breve termine e come nefasta conseguenza la cessazione definitiva della capacità europea di progettare e di produrre aerei militari ad alto contenuto tecnologico. Nel recente passato, con il Panavia Tornado, con il Saab JAS-39 Gripen, con il Dassault Rafale e con l'Eurofighter EF-2000, l'Europa ha già dimostrato di possedere tutto il know-how e le capacità industriali necessarie per mettere in servizio aerei capaci di competere allo stesso livello della migliore produzione americana, capacità peraltro ribadite anche nel campo del trasporto (vedasi Airbus A-400M e Alenia C-27J) e dell'addestramento (vedasi Aermacchi M-346). Con la fine della parabola industriale del Tornado e con la prevedibile necessità di rimpiazzare diversi tipi di velivoli nei ruoli CAS/BAI/Strike in diverse aviazioni europee (Phantom, AMX, F-16, Mirage, eccetera), era evidente che si apriva in Europa (e non solo!) una enorme finestra di mercato, che avrebbe dato l'opportunità alle maggiori realtà industriali europee di proporre un consorzio per progettare e costruire autonomamente un aereo della classe dell'F-35: come ho già detto, non mancavano certo nel Vecchio Continente le risorse finanziarie, le capacità industriali, il know-how tecnologico, l'industria motoristica, quella avionica e quella degli armamenti, e con tutte queste risorse a disposizione non vi sarebbero certamente stati problemi nel proporre un'alternativa europea all'F-35. Ma... c'è un ma. Quello che è mancato è il fattore determinante, quello più importante di tutti: la volontà politica. Ciascun governo europeo, ragionando con una visione di piccolissimo cabotaggio ed estremamente miope, se n'è andato per conto suo, e ora ci ritroviamo con l'impossibilità (per mancanza di mercato, che è stato già tutto accaparrato dall'F-35) di continuare a progettare aerei ad altissimo contenuto tecnologico. E questo è un errore madornale, che pagheremo carissimo nei decenni a venire e del quale, purtroppo, nessuno verrà chiamato a rendere conto perché, si sa, in politica le cose funzionano così: chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, ed è sempre colpa di "qualcun altro". Il know-how nel campo dell'alta tecnologia, infatti, non è cosa che si possa mantenere a tempo indeterminato, ma deve essere costantemente sostenuto e finanziato... la ricerca deve andare avanti, i cervelli devono continuare a lavorare, le linee di produzione pure, ma se non vi sono commesse la conseguenza è che la ricerca non riceve più fondi, i cervelli emigrano altrove, e le linee di produzione chiudono. E se succede tutto questo, non è che poi si possa in un batter d'occhio recuperare il tempo perduto e rimettersi alla pari: ci vogliono decenni, e non è comunque detto che si riesca a ridiventare competitivi. Per tutti questi motivi, io considero la decisione di molti governi europei di acquisire l'F-35 come un vero e proprio disastro di proporzioni apocalittiche, sia dal punto di vista politico, sia da quello tecnologico, sia da quello operativo. -
F-22: Tutti lo vogliono... nessuno lo piglia...
windicator ha risposto a ugom nella discussione Caccia
Sono d'accordo... diciamo - alla fine - che esistono entrambe le difficoltà: da una parte, il problema dei tempi di sviluppo dell'EF-2000, e dall'altra, la politica di marketing molto aggressiva da parte degli Stati Uniti. Però entrambi questi fattori sono riconducibili a questioni di portata più ampia, che abbracciano la politica della difesa europea e la visione geopolitica americana. Argomento molto interessante, che probabilmente è un po' OT in questa discussione... quindi ne vado ad aprire una apposita. -
C erto. Ma la valutazione del budget non in valore assoluto ma in rapporto % al PIL indica chiaramente qual'è la "propensione alla spesa militare" di una nazione rispetto ad un'altra, e se l'Italia oggi si confronta con le altre nazioni europee si trova abbondantemente dietro sia alla soglia del 2% raccomandata in sede UE e NATO sia alla soglia dell'1,5% promessa già parecchi anni fa e poi invece del tutto disillusa, dato che il budget Difesa è sceso in maniera drammatica negli ultimi 6 anni. Stiamo dietro a Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Olanda, Grecia... mentre la nostra classe politica vorrebbe - per chissà quale astruso motivo - che ci venga riconosciuto un prestigio che non facciamo nulla per meritarci. Vale il discorso fatto sopra. A chiacchiere stiamo praticamente a zero... nelle riunioni a tavolino mostriamo i muscoli (che non abbiamo) e promettiamo mari e monti (senza copertura finanziaria), ma in politica internazionale i bluff durano poco. Sono del tutto d'accordo.
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F-22: Tutti lo vogliono... nessuno lo piglia...
windicator ha risposto a ugom nella discussione Caccia
Attualmente - e almeno per il prossimo futuro - non vi è alcuna ragione per la quale il Raptor possa essere considerato "necessario" per qualsiasi nazione al mondo che non siano gli Stati Uniti. La dottrina operativa alla base dell'F-22, infatti, prevede il dominio totale dell'aria, se necessario anche in completa autonomia dagli AWACS o dai radar a terra, nei confronti di qualsiasi avversario e in qualsiasi scenario o area del globo. Questo obiettivo sembra essere stato raggiunto... a costi altissimi, naturalmente. La conseguenza è, come altri hanno già rimarcato, che gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di diffondere tutte quelle tecnologie che oggi sono classificate e sulle quali (a differenza di ciò che avviene con l'F-35) l'unico ad aver investito è il contribuente americano. E tali investimenti sono stati fatti esclusivamente "in casa" proprio perché ci si voleva garantire la certezza di poter rimanere un passo avanti a chiunque altro, sul pianeta: si badi bene, non ho detto "a qualsiasi altro avversario prevedibile" ma proprio "a chiunque altro"... il che vuol dire ANCHE coloro che oggi sono i migliori amici degli Stati Uniti (Gran Bretagna, Australia, Giappone), per non parlare di Taiwan, che si trova da sempre a camminare sull'orlo del burrone. E' esattamente quello che è successo per l'F-117, del resto. Niente di nuovo e niente di strano. C'è anche da dire che una versione "degradata" dell'F-22 non sarebbe interessante per i possibili acquirenti, perché non garantirebbe un soddisfacente margine di superiorità nei confronti dei vari Su-35 e EF-2000: il Typhoon, soprattutto, in una configurazione Tranche-3 "completa" dal punto di vista aria-aria, sarebbe probabilmente superiore a tutto quello che vola o che potrebbe volare nei prossimi anni ad eccezione del Raptor "completo", e costerebbe comunque decisamente meno di un F-22 "degradato". Infine, se escludiamo la Gran Bretagna (che l'EF-2000 già ce l'ha), l'Australia (che non ha nelle vicinanze alcun nemico che non possa essere tenuto a bada acquistando gli EF-2000) e il Giappone (che potrebbe permettersi l'EF-2000 già oggi, se volesse), l'unica nazione che si trova in una situazione politica inquieta è Israele, i cui F-15I già oggi non hanno alcun avversario plausibile nell'area mediorientale. Direi quindi che esportare il Raptor è un discorso che non ha senso, mentre invece si aprirebbero interessanti possibilità di mercato per l'EF-2000 se gli Stati Uniti non continuassero la loro spietata opera di pressione politica a favore dell'F-35, aereo che con l'air superiority non c'entra una mazza. -
E' monoposto...
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Sarebbe "sufficiente" anche l'attuale livello di budget (all'incirca l'1% scarso del PIL, roba da staterelli caraibici) se si prendesse atto che con questi soldi non si potrebbero certamente mandare i nostri militari all'estero e non si potrebbero coltivare sogni e ambizioni da potenza regionale, ma si può semplicemente garantire un livello minimo di capacità di autodifesa alla nazione. Ma la classe politica vuole la botte piena e la moglie ubriaca, e con questi presupposti è chiaro che prima o poi i nodi vengono al pettine.
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L'F-104 ASAM ha dimostrato più volte in DACT di poter "abbattere" anche avversari con i quali sulla carta non ci sarebbe proprio paragone. Ovviamente si tratta di situazioni limite, ove devono giocare a favore dello Spillone condizioni tattiche favorevoli e un coraggio fuori del comune da parte del pilota (coraggio che in un combattimento reale verrebbe definito "irresponsabile incoscienza"). Fatta questa necessaria premessa, fra le vittime "illustri" che il 104 può annoverare vi sono sicuramente Phantom, F-15 e F-16... ne sanno qualcosa i piloti tedeschi, turchi e americani che hanno avuto modo di confrontarsi con i 104 italiani a Decimomannu rimediando qualche imprevista figuraccia dovuta al fatto che il 104, se ti attaccava ad alta velocità e frontalmente, aveva una RCS alquanto bassa e quindi aveva buone probabilità di centrarti con un Aspide prima che tu potessi renderti conto di dei guai che ti stavano capitando. Ma questo valeva solo nell'1 contro 1... nelle altre situazioni tattiche lo Spillone non aveva scampo. Stesso discorso si può tranquillamente fare nel caso di un ipotetico confronto con lo JaktViggen: "one shot, one kill" o sei fregato irrimediabilmente.
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Un saluto a tutti. Scrivo da Parma, sono appassionato di aviazione e di politiche della difesa, ho appena scoperto questo forum e ho deciso di iscrivermi perché trovo l'ambiente interessante e stimolante. Spero di poter dare anch'io un mio modesto contributo.