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  1. Dal mio precedente messaggio (come sempre non letto), riposto: " ... Di Pietro, all’uscita del libro di Imposimato, tanto per non smentirsi, annunciò querela. «La sto ancora aspettando. Né io né la mia casa editrice Koiné abbiamo mai ricevuto querele, citazioni o richieste di rettifica da Di Pietro o da suoi rappresentanti», rivela Imposimato al Giornale. ... " Se le querele sono tutte di tal genere!!!
  2. picpus

    dalla Russia di Putin

    La Russia, ovvero il massimo del minimo!!! Dal link http://www.loccidentale.it/articolo/quello...ucraina.0064257 riporto: Spunta l'intermediario svizzero Quello che non vi diranno mai sulla guerra del gas tra Russia e Ucraina di Cesare Proserpio 10 Gennaio 2009 Le grandi celebrazioni del Natale ortodosso appaiono molto dimesse quest’anno in Russia. Quelle del 2008 avevano rappresentato l’apogeo del “putinismo”, con l’allora presidente pronto a passare il testimone a Medvedev e a continuare a governare la Russia e il suo inarrestabile successo economico. Ora la coppia al potere lotta disperatamente per tenere la nave a galla, causa, come è noto, il drastico declino dei prezzi delle materie prime, petrolio in testa, che ha interrotto il boom economico russo degli ultimi anni (spacciato, dall’attuale dirigenza politica, come merito proprio, quando era il solo costo elevato degli idrocarburi ad alimentare la crescita dell’economia) . La macchina ufficiale della propaganda continua a ripetere che tutto va bene, che non c’è da preoccuparsi, che la Russia uscirà dalla crisi più forte di prima e gli altri invece con le ossa rotte. Ma le borse russe sono crollate come poche altre al mondo e, tra le 20 più importanti, il calo è il peggiore in assoluto. Il crollo degli indici di borsa (RTS e MICEX) ha provocato a sua volta la crisi di tante società che avevano ottenuto prestiti dando in garanzia le loro stesse azioni, o quelle di società partecipate,ridotte ormai quasi a carta straccia. Un caso “subprime” in salsa russa insomma. Al disastro lo stato ha risposto usando le riserve accumulate negli anni di vacche grasse con le tasse petrolifere. Ma basterà? La produzione del settore manifatturiero è crollata a novembre e ancora di più a dicembre, lasciando stupiti gli stessi economisti, visto che il crollo è peggiore di quello avuto durante la dura recessione del 1992-94 (dovuta al dissolvimento dell’Unione Sovietica) e del periodo di “default” del 1998. La disoccupazione dovrebbe raggiungere in breve tempo i 2,2 milioni dagli attuali 1,45 milioni. E così si arriva alla guerra del gas di questi giorni. Se nel 2006 il conflitto era scoppiato per l’arroganza moscovita, in questo caso la molla è una confusa disperazione che ormai alberga dalle parti del Cremlino. In autunno GAZPROM stava incamerando profitti giganteschi sulle esportazioni di gas verso l’Europa, grazie al fatto che il prezzo del gas segue quello del petrolio con circa 6/9 mesi di ritardo temporale. Tuttavia, questi incrementi di prezzo tenderanno a scomparire nel 2009 e così GAZPROM, con il costo del gas in forte ribasso, vuole fissare agli attuali prezzi europei le forniture destinate all’Ucraina, cosa che Kiev dal suo punto di vista considera eccessiva. Come si è visto, la disperazione è tale da aver portato il Cremlino al blocco delle forniture all’Europa, senza la minima considerazione degli effetti a lungo termine di una simile mossa, pur di ottenere una “vittoria” nell’immediato. Gli europei, infatti, saranno indotti a incrementare maggiormente gli sforzi per diversificare gli approvvigionamenti. Se la lite sul prezzo è nota, non lo è altrettanto quella sull’esistenza di un intermediario, con sede in Svizzera, di cui il primo ministro ucraino vorrebbe fare a meno, pagando GAZPROM direttamente. RosUkrEnergo , questo è il nome dell’intermediario “svizzero”, ci ricorda molto bene come funzioni il potere in Russia e la gestione dei colossi economici statali e dei loro proventi. Le forniture dei giganti statali russi dell’energia non vengono infatti pagate alle società stesse. Esistono tutta una serie di società intermediarie, più che altro con sede nel cantone svizzero di Zug, paradiso fiscale, con annesso segreto bancario elvetico (che non guasta mai). Queste incamerano somme gigantesche, che remunerano la propria attività di “intermediazione”, senza fare naturalmente nulla. Inutilmente cercherete di capire chi possiede veramente queste società, tra le più teoricamente redditizie al mondo, con incassi superiori al PIL di certi paesi in via di sviluppo e spese di funzionamento poco superiori allo zero. Come è evidente, solo chi comanda le aziende statali, ossia le alte sfere del potere politico russo, ha potuto architettare un simile sistema di mangeria e attuarlo. Tuttavia, se pensate che questi “intermediari svizzeri” chiudano i bilanci con utili megagalattici vi sbagliate. Il sistema è più intelligente e complesso. Le società di intermediazione spendono quasi tutti i loro introiti in “consulenze”, chiudendo quindi con utili risicati. Dietro ogni società di “consulenza” c’è un pezzo grosso del potere russo, ossia un appartenente ai due clan che controllano il paese. Se un nuovo personaggio entra tra le gente che conta, apre la sua bella società di consulenza e comincia a incassare. Se, al contrario, un tizio cade in disgrazia dalle parti del Cremlino, la società che possiede cessa improvvisamente di ricevere richieste di “consulenza”. Ecco spiegato il motivo della ristatalizzazione del settore energetico russo, accompagnata dalla distruzione, se necessario, di colossi privati come YUKOS. Gli effetti sulla produzione di petrolio e gas sono stati disastrosi. Il 2008 ha visto il primo calo della produzione petrolifera russa dopo molti anni. Mosca importa già ora una parte consistente del gas, che poi vende in Europa, dall’Asia centrale e dal Caucaso. La crescita dell’estrazione del gas è più bassa della crescita della domanda europea e, fra poco, ci sarà addirittura una diminuzione. L’inefficienza spaventosa mostrata dalle grandi aziende russe GAZPROM e ROSFNET nello sviluppo di nuovi giacimenti, i loro sperperi, mangerie, nepotismi, trascuratezza verso le necessità di investimenti in nuovi gasdotti, oleodotti e nella manutenzione di quelli esistenti, sta portando a una catastrofe. A titolo di curiosità segnalo che GAZPROM ha chiesto all’Azerbaijan di vendergli tutto il proprio gas al prezzo a cui GAZPROM stessa lo vende all’Europa: in pratica, per i russi sarebbe stato un affare in perdita, per gli azeri l’affare della vita. Ma il governo di Baku ha rifiutato la generosissima offerta capendo bene la ragione di tanta bontà. Ha quindi venduto parte del suo gas alla confinante e amica Georgia a prezzi molto bassi. La Georgia pertanto sopravvivrà tranquillamente all’inverno anche se i russi dovessero tagliarle ogni fornitura. Eppure, malgrado una tale situazione di agonia, la Russia continua a pensare a come distruggere la Georgia anche costo di gravi perdite economiche. Come avrebbe detto Mao, “ grande è la confusione sotto il cielo per cui tutto è stupendo” . Quanto questa “confusione” segnerà il destino della Russia, in mancanza di una decisa risalita dei prezzi petroliferi, (i “futures” per le consegne a un anno poco sotto i 60 dollari fanno dubitare) lo vedremo presto.
  3. Dal link http://www.loccidentale.it/articolo/s%C3%A...+a+gaza.0064295 riporto: Palestinesi contro Hamas Israele può vincere la guerra di Gaza di Edward N. Luttwak 10 Gennaio 2009 Tutto lascia pensare che la maggior parte dei reporter e dei sapientoni occidentali sia d’accordo con gli islamici d’ogni provenienza nel definire impossibile una vittoria israeliana a Gaza. Costoro sminuiscono e screditano l’attacco difensivo di Israele contro Hamas profetizzando un inevitabile rafforzamento dell’islamismo tra i palestinesi e un nero futuro per lo Stato ebraico. Come hanno fatto i nostri opinionisti a giungere a questa conclusione? Quel che fanno con maggior frequenza è far riferimento al conflitto del 2006 in Libano tra Israele ed Hezbollah e riecheggiare la rivendicazione di una grande vittoria di Hezbollah. Stando a questa versione, la verità è che i leader di Hamas, nel lanciare i propri missili contro Israele, non hanno fatto altro che imitare la strategia vincente di Hezbollah. In realtà Hezbollah ha subito un profondo shock dai bombardamenti israeliani, ed è probabile che i suoi supporters, la maggior parte dei quali vive nel Libano meridionale, non tollereranno un’ulteriore ondata di distruzione causata da un altro attacco di Hezbollah. In Libano anche le inconcludenti azioni israeliane sul campo, che non hanno mai coinvolto più di sei squadre (all’incirca seicento uomini), hanno avuto come risultato la morte di qualcosa come quattrocento miliziani di Hezbollah nel combattimento diretto, faccia a faccia, mentre Israele ha subito soltanto trenta perdite. Ovviamente nulla di tutto ciò ha impedito al capo di Hezbollah Hassan Nasrallah di sbandierare la sua grande vittoria nel nome di Dio. Se le sue vittoriose dichiarazioni fossero state seriamente veritiere, Israele avrebbe dovuto rinunciare ad attaccare Hamas. Sempre stando a questa logica, Israele avrebbe chinato il capo per paura di altri missili lanciati da Hamas e di quelli, ancor più potenti, lanciati in tandem da Hezbollah. Di certo Nasrallah ha provveduto a incoraggiare Hamas ad attaccare Israele con un linguaggio che implicava un suo intervento, una promessa credibile se davvero ce l’avesse fatta a ottenere una vittoria nel 2006. Ma non appena a Gaza ebbe inizio la battaglia, Nasrallah invertì i termini delle proprie dichiarazioni minacciando Israele se avesse attaccato il Libano. Cosa che ovviamente in Israele nessuno aveva intenzione di fare. Quando giovedì dal Libano sono stati lanciati tre missili, Hezbollah non ha indugiato ad assicurare agli israeliani che non aveva nulla a che fare con l’episodio, e che anzi quel tipo di missili non fa neanche parte delle sue scorte. Si tratta di un familiare luogo comune dell’esperienza palestinese. C’è sempre qualche leader estremista pronto a istigare i palestinesi alla lotta con la promessa implicita di parteciparvi valorosamente. Fino a quando la lotta non comincia davvero e le promesse vengono dimenticate per paura della rappresaglia israeliana. Un altro familiare luogo comune dell’esperienza palestinese insegna che gli estremisti possono sempre finire per prevalere politicamente sui moderati, ma anche che, così facendo, non fanno che dividere la società palestinese. Una valida scala di misurazione di tale dissonanza è, di fatto, il successo dell’attuale guerra d’Israele contro Hamas. È il caso di rifletterci: stando alle fonti da Gaza, dall’inizio dell’offensiva di terra circa il 25 per cento dei cinquecento morti erano civili innocenti. Gli israeliani sostenevano che il venti per cento delle vittime dell’attacco aereo fossero civili. In un modo o nell’altro, è stata una campagna di bombardamenti estremamente accurata. (Anche nel 1991 e nel 2003, nelle campagne aeree statunitensi contro l’Iraq, quando la maggior parte delle bombe era già ad alta precisione, grossolani errori di mira uccisero un gran numero di civili). Non sarebbe stato minimamente possibile ottenere una precisione di targeting del 75 per cento (secondo la stima più bassa) in base a fotografie effettuate dal satellite o da una aereo da ricognizione. Non foss’altro perché ben pochi degli obiettivi di Hamas erano i classici bersagli “ad elevato contrasto” come può esserlo un bunker o un quartier generale. La gran parte dei bersagli era costituita da piccoli gruppi di persone a bordo di veicoli anonimi che si nascondevano confondendosi in mezzo al traffico o all’interno di normali edifici. E neanche le intercettazioni telefoniche potevano fornire molte informazioni perché tutti i palestinesi sanno bene che gli israeliani hanno da molto tempo imparato a coniugare i sistemi di riconoscimento vocale con la localizzazione dei telefoni cellulari per poter puntare accuratamente i missili contro singoli veicoli in mezzo al traffico o persino contro singoli individui con il telefono cellulare spento. Ma allora Israele come ha fatto? L’unica possibile spiegazione è che la gente di Gaza abbia informato gli israeliani su dove esattamente si nascondono i militanti e i leader di Hamas e su dove le armi vengono tenute. Non c’è alcun dubbio sul fatto che alcuni informatori siano nient’altro che degli agenti prezzolati e corrotti che cercano di guadagnarsi da vivere. Ma qualcun altro deve aver deciso di fornire informazioni perché si oppone ad Hamas, il cui estremismo infligge povertà, sofferenza, e adesso anche morte, alla popolazione civile per darsi al lancio di missili, nella gran parte dei casi inutili, su Israele. Hamas manca della benché minima considerazione per il benessere quotidiano di tutta la gente di Gaza al solo scopo di perseguire la propria millenaria visione di una Palestina islamica. Qualcuno a Gaza potrebbe poi anche risentirsi per il ruolo rivestito dall’Iran nell’istigare le raffiche di missili contro Israele. E tutti dovrebbero sapere che gli ordigni a più lungo raggio sono forniti proprio dall’Iran insieme al denaro per i leader di Hamas, mentre la gente comune tra i palestinesi languisce nella miseria. Il leader di Hamas Nizar Rayan, ucciso il primo giorno di gennaio, era un accademico dallo stipendio piuttosto modesto ma è morto in un arioso quartiere con le sue quattro mogli e con dieci figli. Egli ovviamente aveva abbastanza denaro per seguire l’imposizione coranica che vieta di sposare più mogli di quante non ci si possa permettere di mantenere. Anche questo dovrebbe contribuire a far montare un’aspra opposizione fra i poveri civili palestinesi, inducendo magari qualcuno a dare una mano a Israele nel colpire Hamas. E forse tra questi informatori c’è anche qualche membro di Fatah ulteriormente ostile a causa della persecuzione. Sembra che solo la scorsa settimana circa cinquanta persone siano state torturate da Hamas. Hamas ha vinto le elezioni del 2006 perché rappresentava l’unica alternativa a disposizione in un momento in cui una maggioranza degli elettori era disgustata dalla smaccata corruzione di Fatah. Da allora in poi un gran numero di palestinesi non fondamentalisti è stato oppresso dalle puritane proibizioni imposte da Hamas, mentre tutti i cittadini di Gaza ne sono rimasti estremamente impoveriti. D’altra parte, non c’è alcuna prova che il supporto per Fatah sia per questo motivo cresciuto, né che i sopravvissuti tra i suoi leader possano ancora radunare i propri sostenitori. Una realtà del genere segna un limite massimo a ciò che di fatto Israele può ottenere sul campo. Non può cambiare il regime. Quel che Israele può fare è indebolire ulteriormente Hamas con le sue attuali operazioni di terra, concentrandosi su bersagli che non è possibile colpire per via aerea (perché generalmente situati in seminterrati di palazzi estremamente affollati) e impegnando in combattimento ravvicinato gli uomini armati di Hamas. Anche la semplice riduzione della forza di combattimento di Hamas è cruciale, come lo è stata nel 2006 contro Hezbollah. Perché se pure molti amano far parata ammantati delle vesti del martire, quando c’è il combattimento vero l’entusiasmo svanisce velocemente. Con poche eccezioni, le forze di terra israeliane non stanno avanzando frontalmente ma, al contrario, stanno effettuando un gran numero di incursioni. Se le informazioni sugli obiettivi a loro disposizione resteranno buone come lo erano state durante gli attacchi aerei, rimarranno a corto di bersagli nel giro di pochi giorni. Quando cioè un cessate il fuoco con un monitoraggio di una certa credibilità sarà possibile e desiderabile per entrambe le parti come unica alternativa a una rinnovata occupazione. Hamas dichiarerà vittoria a prescindere da quel che accadrà, ma fece così anche Hezbollah nel 2006. E ancora, almeno in gran parte, Hezbollah resta immobile e il confine settentrionale israeliano con il Libano rimane tranquillo. Allo stesso modo, se Israele riuscirà a ottenere lo stesso con Hamas a Gaza avrà ottenuto una vittoria significativa. © The Wall Strett Journal Traduzione Andrea Di Nino
  4. picpus

    Marine Nationale

    La "Marine Nationale" ha deciso la conversione di 45 missili antinave "Exocet MM40 Block2" (72 km. di gittata), in altrettanti "Exocet MM40 Block3" (180 km. di gittata) più dotazione di GPS e capacità controcosta. Eccovi il link all'articolo relativo in francese: http://www.meretmarine.com/article.cfm?id=109196
  5. Aeroporto di Al Dhafra, Abu Dhabi, cioé Emirati Arabi Uniti (Operazione "Locusta"). Quando la necessità ci sarà, l'operazione sarà effettuata dall'oggi al domani!!! EDIT Aggiungo: se lo Stato Maggiore della Marina avesse ragionato così in passato, il "Garibaldi" non sarebbe stato dotato di ski-jump!
  6. Ecco, Rick, ciò che tu volevi dimostrare!!!
  7. Tornando in topic, si era già parlato, in altre discussioni, della "pulizia etnica" operata dai russi in Abkhazia, a danno della componente maggioritaria georgiana della popolazione di quella che, ancora oggi, è una regione della Georgia. Ecco il link ad un mio post di un'altro topic: http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=140480 (messaggio n° 62); vedi pure i successivi post non. 65, 67, 72 e 75.
  8. Così come è avvenuto per tutti gli altri Stati del globo terracqueo!!!
  9. Infatti, sarà per la situazione italiana cha l'Unione Europea ha sospeso, PER TUTTI GLI STATI DELL'UNIONE, l'applicazione dei parametri di Maastricht!!! Vedi link: http://beta.vita.it/news/view/87285 http://blog.panorama.it/economia/2008/11/2...-su-maastricht/
  10. Dal link http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/artic...olo438175.shtml riporto: Diffamò Previti, 8 mesi a Travaglio Giudice: "Fece accostamento insinuante" Il giornalista Marco Travaglio è stato condannato, lo scorso 15 ottobre, a 8 mesi di reclusione per diffamazione ai danni di Cesare Previti. "Lo diffamò con un accostamento insinuante in un articolo pubblicato sul settimanale 'L'espresso' il 3 ottobre 2002": questa la motivazione della sentenza depositata dal giudice del Tribunale di Roma, Roberta Di Gioia. La pena è sospesa per via dell'indulto. Questo il passaggio cruciale del provvedimento: "La circostanza relativa alla presenza dell'onorevole Previti in un contesto di affari illeciti e di pressioni indebite è stata inserita nel corpo dell'articolo mediante un accostamento indubbiamente insinuante con l'effetto di gettare una pesante ombra sul ruolo avuto da Previti in quella specifica situazione e con chiara allusione ad un suo coinvolgimento nlla vicenda, acquisendo perciò una evidente connotazione diffamatoria". Scrive ancora il giudice: "Dai verbali delle dichiarazioni rese dal colonnello Riccio risulta che questi richiesto più volte di precisare se in quella occasione in cui si discuteva della posizione di Marcello Dell'Utri in relazione a quanto appreso da Ilardo circa i rapporti tra lo stesso Dell'Utri e Cosa Nostra, fosse presente presso lo studio dell'avvocato Carlo Taormina anche l'onorevole Previti, ha dapprima escluso che Previti fosse presente. Poi chiariva di non essere in grado di ricordare se lo avesse visto in quella o in altra occasione ma solo per un attimo, precisando che Previti comunque non aveva partecipato in alcun modo all'incontro o ascoltato la conversazione". "E' evidente - conclude il giudice - che l'omissione del contenuto integrale della frase di Riccio, riportata solo parzialmente nell'articolo redatto da Travaglio ne ha stravolto il significato. Travaglio ha fornito una distorta rappresentazione del fatto riferito dalla fonte le cui dichiarazioni lette integralmente modificano in maniera radicale il tenore della frase che nell'articolo è stata agganciata ad arte in maniera parziale subito dopo la descrizione del nebuloso contesto di intrecci relativi ad affari illegali, al precipuo scopo di insinuare sospetti sull'effettivo ruolo svolto da Previti". "Le modalità di confezionamento dell'articolo risultano peraltro singolarmente sintomatiche - secondo il Tribunale - della sussistenza in capo all'autore di una precisa consapevolezza dell'attitudine offensiva della condotta e della sua concreta idoneità lesiva della reputazione di Previti". Anche il direttore de 'L'espresso', Daniela Hamaui, è stata condannata per l'articolo in questione a 5 mesi e 10 giorni di reclusione, oltre a 75 euro di multa. Travaglio e la Hamaui ricorreranno in Appello. E non è di certo la prima condanna! Dal link seguente, http://www.tgcom.mediaset.it/politica/arti...olo408945.shtml , ne riporto un'altra precedente: Travaglio condannato Risarciti Confalonieri e Mediaset Il giudice unico della settima sezione civile del Tribunale di Torino ha stabilito che il giornalista Marco Travaglio dovrà risarcire Fedele Confalonieri e Mediaset s.p.a. per un articolo diffamatorio pubblicato su l'Unità il 16 luglio 2006. Di seguito riportiamo l'articolo che ha fatto scattare la querela da parte del presidente di Mediaset s.p.a. e il testo della sentenza emessa dal tribunale. Clemente Mastella, che come ministro della Giustizia ha uno squisito senso della legalità, s'è subito complimentato con l'amico Silvio: "E' stato bravo, perchè l'ha messa sul piano politico. E i giudici si sono trattenuti. Magari si sono anche spaventati". Ecco: su quattro club deferiti, tre si difendono nel processo, mentre quello del capo dell'opposizione la butta in politica, usa spregiudicatamente il suo conflitto d'interessi per denunciare, come padrone delle tv e di mezzo Parlamento, il complotto giacobino di Rossi e Borrelli; poi ricatta come primo azionista Mediaset il sistema-calcio sospendendo i pagamenti alla Lega per i diritti tv e chiedendo due scudetti a tavolino; alla fine riesce a strappare un verdetto scandaloso che... tratta il Milan - una delle due architravi del calcio marcio - meglio della Fiorentina e della Lazio: cioè di una vittima del calcio marcio (Della Valle, nemico giurato di Bellachioma in Confindustria) e di uno che contava meno del due a briscola (Lotito-Lolito). L'altra metà del sistema Moggi-Galliani resta in serie A, conserva i miliardi dei diritti tv per campionato e coppa Uefa, trattiene tutti i suoi campioni e, per giunta, si appresta a far man bassa di quelli in fuga da Juve, Fiorentina e Lazio. E quel faro di legalità del ministro della Giustizia che fa? Elogia l'Impunito Supremo per aver saputo "spaventare i giudici" al punto giusto. Ma bravo, ma che bella lezione di sportività: viva i furbi e i prepotenti, viva il conflitto d'interessi e i colpevoli che la fanno franca. Ora, si presume, qualunque imputato in qualsiasi processo si sentirà autorizzato a "spaventare i giudici" come crede o può: parcheggiando un carro armato davanti al tribunale; o entrando in aula col mitra spianato; o facendo simpatiche allusioni ai figli del giudice ("Ma che bei bambini, dottore, li vedo tutte le mattine attraversare la strada per andare a scuola, ah!"). Chi non conosce Berlusconi si attendeva forse qualche giorno di pudìco silenzio. Invece tutto il contrario: continua a lacrimare, nella speranza di sgraffignare in appello qualche altro punto e magari pure i preliminari di Champions League. Montanelli, che lo conosceva bene, lo chiamava "Chiagni e fotti". Infatti lui continua a chiagnere, e soprattutto a fottere, col suo codazzo di servi furbi. "Prima i campionati erano falsati da Moggi, ora lo saranno dall'eccesso di giustizialismo", tromboneggia Cicchitto, che minaccia anche Guido Rossi: "D'ora in poi, con quel che ha fatto ai tifosi, dovrà girare con la ruota di scorta" (parole che, dette da un piduista, vanno prese molto sul serio). "Una ritorsione politica contro il Milan", delira Maroni. E Ghedini: "E' un'esecuzione sommaria". Roba da far impallidire le garrule fesserie in salsa bianconera di un Buglio ("puro giustizialismo, peggio della testata di Zidane") o di un Chiamparino ("pena fuori dall'ordinario"). Almeno, pur meritandoselo, juventini, fiorentini e laziali un motivo per piangere ce l'hanno. Ma ci vuole tutta la faccia tosta di Fedele Confalonieri per strillare alla "persecuzione" e alla "nuova Piazzale Loreto". Ecco: secondo lui il Milan che usava l'addetto agli arbitri per avere guardalinee compiacenti e se la cava con qualche punto di penalità è come il duce fucilato e appeso per i piedi a un distributore di benzina. Perché, assicura il sempre spiritoso presidente del Biscione, "c'è un disegno dietro, un attacco a Mediaset: dal calcio al digitale terrestre ai discorsi sui tetti pubblicitari". Un complotto targato Fiat? O Tod's? Chissà. In attesa di chiarirlo, lo spudorato cita "l'avviso di garanzia di Borrelli a Berlusconi durante il G7 a Napoli" (tre balle in una frase: non era un avviso di garanzia ma un invito a comparire, non fu notificato a Napoli ma a Roma, non c'era nessun G7 ma un convegno sulla criminalità). Poi denuncia finalmente un "conflitto d'interessi": quello "di Guido Rossi, ex consigliere dell'Inter". Dall massimo rappresentante di un'azienda che finanziava illegalmente Craxi, corrompeva giudici e ufficiali della Guardia di Finanza, falsificava bilanci, frodava il fisco, accumulava fondi neri, scambiava mafiosi per stallieri, da vent'anni commissiona o si scrive direttamente leggi su misura guadagnandoci migliaia di miliardi, da 12 anni viola due sentenze della Corte costituzionale e collaborava pure a truccare i campionati, ci si attenderebbe un pizzico di prudenza in più. O magari di pudore, per non sputarsi in faccia davanti allo specchio. Ma ormai anche la faccia è un privilegio. C'è chi, avendola perduta da un pezzo, non teme più di perderla. E chi, più fortunato ancora, non ne ha mai avuta una. (l'Unità, 16 luglio 2006) REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE ORDINARIO DI TORINO SEZIONE VII CIVILE Il Giudice Unico, dott. M.Francesca. CHRISTILLIN ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa civile iscritta al n. 27466/06 + 27468/06 R.G./F. 20 FEB.2008 avente oggetto: risarcimento danni promossa da: CONFALONIERI Fedele PARTE ATTRICE e MEDIASET s.p.a. in persona del procuratore speciale PARTE ATTRICE contro TRAVAGLIO Marco PARTECONVENUTA P.Q.M. Il Giudice Unico, respinta ogni diversa domanda, in contraddittorio delle parti, Dichiara il convenuto TRAVAGLIO Marco responsabile dell'illecito di cui in motivazione in relazione all'articolo pubblicato sul quotidiano L'UNITA' del 16.7.2006 nei limiti ivi indicati e per l'effetto, in parziale accoglimento della domanda proposta dagli attori Fedele CONFALONIERI e MEDIASET s.p.a. in personale del legale rappresentante pro tempore, CONDANNA il convenuto TRAVAGLIO Marco, al risarcimento dei danni non patrimoniali subiti da Fedele CONFALONIERI e MEDIASET s.p.a. in personale del legale rappresentante pro tempore Condanna il convenuto TRAVAGLIO Marco, al risarcimento dei danni non patrimoniali subiti da Fedele CONFALONIERI e MEDIASET s.p.a. in personale del legale rappresentante pro tempore, che si liquidano equitativamente in: euro 10.000,00 in favore di Fedele CONFALONIERI euro 12.000,00 in favore di MEDIASET s.p.a. in personale del legale rappresentante pro tempore. Condanna il convenuto, a titolo di sanzione ex art. 12 L. 47/48, al pagamento della somma di euro 2.000,00, in favore di ciascuna delle due parti attrici. Dispone la pubblicazione, per estratto, della presente sentenza, a cura e spese del convenuto TRAVAGLIO Marco, sul quotidiano "Il Corriere della Sera". Condanna il convenuto al pagamento delle spese processuali sostenute dagli attori, che in assenza di nota spese, liquida: quanto a Fedele CONFALONIERI in complessivi euro 2.926,57, di cui euro 856,00 per diritti, euro 1.550,00 per onorari ed euro 520,57 per esposti, oltre 12,5% spese forfettarie CPA ed IVA. Quanto a MEDIASET s.p.a. in persona del legale rappresentante pro tempore in complessivi euro 2.924,84, di cui euro 856,00 per diritti, euro 1.550,00 per onorari ed euro 518,84 per esposti, oltre 12,5% spese forfettarie CPA ed IVA. Così deciso in Torino in data 21.1.2008 IL CANCELLIERIE IL GIUDICE Dott. ALFONSO DE MARIA DR. M. F. CHRISTILLIN TRIBUNALE DI TORINO 20 FEB.2008
  11. Si vuole un'unità che abbia, come capacità secondaria, quella di sostituire il "Cavour", nella funzione di portaerei, quando lo stesso risulti indisponibile: quindi deve avere i requisiti necessari a ciò! Ammesso che l'AMI non voglia imitare in toto la RAF (vedasi, a tal proposito, l'ottimo articolo linkato al post seguente: http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=197079 - messaggio n° 91), come minimo, vuole dare applicazione all'art. 3, comma 3, della legge 1 febbraio 1989 n° 36 "Utilizzo da parte della Marina Militare di aerei imbarcati" ( la legge la potete trovare al seguente link: http://www.normeinrete.it/cgi-bin/StampaFr...exs_121708.html ).
  12. picpus

    Marine Nationale

    Il BPC "Tonnerre" parte per gli USA, dove avrà luogo un'esercitazione congiunta franco-americana, che prevede l'utilizzo di 2 LCAC da parte dello stesso "Tonnerre"; eccovi il link all'articolo relativo: http://www.meretmarine.com/article.cfm?id=109184
  13. Sabato - 10 gennaio - ore 14:00 Rai Uno - Ambito trasmissione “Easy Driver” andrà in onda servizio girato in Puglia con riprese televisive e interviste a personale della componente anfibia e aeronavale della Marina Militare
  14. picpus

    Marine Nationale

    Appuntamento televisivo con i "Commandos" della "Marine Nationale"! Mercoledì 28 gennaio - ore 20,35 - France 3. Eccovi il link all'articolo di presentazione della trasmissione: http://www.leblogtvnews.com/article-26494719.html Dal sito ufficiale della "Marine Nationale", il link alla sezione relativa ai "Fusiliers Marins" ed ai "Commandos Marine": http://www.defense.gouv.fr/marine/decouver...ommandos_marine
  15. Collaborazione tra la Marina Militare Italiana e quella della Georgia. Eccovi il link all'articolo relativo: http://www.marina.difesa.it/diario/2008/12...orgia/index.asp
  16. Quello di Angelo Panebianco, era il primo di una serie di articoli da me postati al messaggio n° 84.
  17. Sono pienamente d'accordo con le Tue considerazioni. Fortunatamente vi sono persone come Fiamma Nirenstein (da me già citata in post precedenti) che, da sole, con l'immensa forza della loro intelligenza e del loro coraggio, sono capaci di smuovere le montagne! Ed ancora più importante, Israele ed il suo popolo, sono abituati, da sempre, da secoli, a far da sé e se analizzi le vicende storiche passate, giungerai alla conclusione che ci riescono sempre meglio!
  18. Dal sito "Pagine di Difesa", http://www.paginedidifesa.it/ , interessante articolo di Ezio Bonsignore sulle lotte intestine tra RN e RAF, che potrebbero portare al rinvio (se non alla cancellazione) del programma di costruzione delle due portaerei inglesi: http://www.paginedidifesa.it/2009/bonsignore_090107.html L'articolo è da leggere con il massimo dell'attenzione, anche per il parallelismo con la possibile evoluzione dell'analoga situazione italiana, in tema di rapporti tra MMI ed AMI, considerando le mai sopite voglie di rivalsa dell'AMI stessa, per la costituzione dell'Aviazione Navale della MMI.
  19. Ovvio, ma non quando capita un giorno si e l'altro pure!!! Intanto, per sicurezza, in Sudafrica negano lo scalo all'incrociatore nucleare "Pyotr Veliky"! Eccovi il link all'articolo in francese: http://www.corlobe.tk/article12152.html ed il link ad un articolo in inglese: http://www.iol.co.za/index.php?set_id=1&am...63705649C665589
  20. Sempre sull'Inquisitore del Sant'Uffizio!!! Dal link http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=319034 riporto: Mercoledì 07 gennaio 2009 Ecco come Tonino eludeva le intercettazioni utilizzando i cellulari criptati dei suoi indagati di Gian Marco Chiocci di Massimo Malpica e Gian Marco Chiocci Non c’è figlio che tenga, per Antonio Di Pietro. Con Cristiano finito sui giornali per le chiacchiere e i favori chiesti al telefono all’ex provveditore Mario Mautone, il leader Idv ha tenuto botta. Lui, da sempre strenuo difensore delle intercettazioni come strumento di indagine, non ha cambiato linea nemmeno quando nel tritacarne mediatico ci è finito l’erede. Certo, è anche vero che un uccellino avvertì Cristiano di smettere di parlare con Mautone, tanto che il figlio, stando all’informativa della Dia, a metà di una telefonata troncò la conversazione, e per mesi e mesi cessò ogni contatto con il funzionario. Quello, Mautone, resta sotto ascolto, l’altro, Cristiano, non più. Detto questo, va dato atto a Di Pietro di non aver semplicemente tenuto la rotta sul tema del «grande fratello» giudiziario, ma di aver addirittura alzato il tiro sull’argomento, criticando il ddl proposto dal governo (bollato come «piduista») e annunciando di essere pronto a lanciare un referendum per abrogare l’eventuale legge per limitare l’uso delle intercettazioni. Che sono «uno strumento utile e necessario», spiega Tonino, augurando persino «buon lavoro» ai magistrati che indagano su quelle telefonate tra Cristiano e Mautone: «Quando non si ha nulla da temere - la sua sintesi - non si ha paura delle indagini». Eppure Tonino, a dar retta agli investigatori della Dia, qualcosa da temere ce l’aveva, visto che c’è il sospetto fondato che l’ex pm sapesse in tempo reale che il figlio era intercettato. Così come qualcosa da temere forse il leader Idv l’aveva quando ancora indossava la toga e indagava sul banchiere Pierfrancesco Pacini Battaglia. Quello «sb(i)ancato». Il faccendiere aveva nel 1993 acquistato schede telefoniche svizzere per evitare le intercettazioni. Alcune di queste, appurò il Gico della guardia di finanza, Pacini Battaglia le aveva anche regalate ad amici e conoscenti. E secondo il giudice Ferdinando Imposimato, uno dei destinatari era proprio l’ex pubblico ministero. «L’utenza gsm n. 0041/892009854 è stata certamente usata da Di Pietro», ricorda Imposimato nel suo libro Corruzione ad alta velocità: «Queste schede avevano all’epoca una particolarità, rendevano praticamente inintercettabili i telefoni che le usavano», continua Imposimato, e ovviamente chi usava quei telefoni di fatto non aveva nulla da temere. «Queste schede erano tutte intestate a Henri Lang, autista di Pacini Battaglia. Questo è agli atti della magistratura bresciana. E il fatto che il gip De Martino non l’abbia considerato reato non vuol dire che non sia vero». Di Pietro, all’uscita del libro di Imposimato, tanto per non smentirsi, annunciò querela. «La sto ancora aspettando. Né io né la mia casa editrice Koiné abbiamo mai ricevuto querele, citazioni o richieste di rettifica da Di Pietro o da suoi rappresentanti», rivela Imposimato al Giornale. Tornando alle schede svizzere di Pacini Battaglia - che anticipavano un sistema poi perfezionato dal dg juventino Luciano Moggi, come emerse nell’inchiesta della procura di Napoli su Calciopoli - è vero che a Brescia il gip non diede seguito alle contestazioni dei pm, che ritenevano invece come l’uso e il possesso di quella scheda telefonica dimostrassero il legame e i rapporti diretti tra Di Pietro e il banchiere italo-svizzero che Tonino indagava. Ma è vero anche che l’utilizzo di altre sim svizzere di Pacini Battaglia è stato giudicato penalmente rilevante da altri magistrati. Quando il gip di Milano Alessandro Rossato chiese al Parlamento l’arresto di Cesare Previti, tra le motivazioni della pericolosità dell’ex deputato mise nero su bianco che «l’onorevole Cesare Previti ha utilizzato una o due schede telefoniche gsm svizzere, fornitegli da Pacini Battaglia (int. 30/7/1997) “per sentirsi più tranquillo sulle telefonate che faceva”». Stesse schede, valutazioni difformi. Infine. Se è vero, come Di Pietro afferma il 24 dicembre scorso, che «le intercettazioni stanno all’attività giudiziaria come il bisturi alla sala operatoria», l’ex pm dovrebbe ricordarsi che anche lui ha avuto paura - per restare alla stessa metafora - di finire sotto i ferri. Tanto che quando era sotto indagine a Brescia, Di Pietro mette a verbale una richiesta che alla luce delle sue attuali convinzioni è un po’ stonata. Lo fa in un interrogatorio del 7 luglio 1995. Per «evitare ulteriori invasioni ingiustificate nella mia sfera privata - detta alle toghe bresciane - e nel mio diritto costituzionale alla riservatezza, faccio fin d’ora istanza affinché codesto Ufficio si limiti ad acquisire, o comunque a mantenere in atti, solo quella parte dei tabulati telefonici direttamente riferibili alle illecite intercettazioni telefoniche segnalate dall’on. Craxi: per questo segmento di inchiesta, infatti, dovrei essere “parte lesa” e finirei per essere messo ancor più pubblicamente alla gogna da parte di quei mass media desiderosi di pettegolezzi».
  21. Ecco due link: http://www.naval-technology.com/projects/mma/ http://www.naval-technology.com/projects/mma/specs.html P.S. Avevo cercato anche in un altro rinomato sito di mezzi militari italiani ed internazionali ( http://digilander.libero.it/en_mezzi_milit...ache=1190452133 ), ma non vi ho trovato la scheda del "Poseidon"!!! Non te la prendere, Sommo Venexian, scherzo!
  22. Incendio a bordo della portaerei "Admiral Kuznetsov": morto un marinaio! Eccovi il link all'articolo relativo in francese: http://www.corlobe.tk/article12159.html ed il link ad un articolo in inglese: http://en.rian.ru/russia/20090107/119387556.html Con riferimento al titolo della presente discussione: c.v.d. (come volevasi dimostrare)!!!
  23. Eccovi il link all'articolo che riporta la notizia: http://www.dedalonews.it/it/index.php/01/2...a-lungo-raggio/ ed il link ad un articolo precedente: http://www.dedalonews.it/it/index.php/04/2...-per-8-p-8-mma/
  24. Scusami Tuccio, dai uno sguardo a questi due link: se non erro, il politico italiano ivi citato, gode della tua simpatia, o no?! http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/e...html?ref=search http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/GA...ttaglio/3484661 Dal secondo link, riporto solo una, significativa, frase: " ... Hamas - ha continuato D'Alema - non e' un gruppetto di terroristi ... "
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