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Non ho trovato il link al decreto legge; in cambio ho trovato, nel sito della Presidenza della Repubblica, il link alla lettera, a mio modesto avviso, del tutto irrituale, che Napolitano ha inviato a Berlusconi, prima dell'approvazione del decreto legge da parte del Consiglio dei Ministri; ecco il link: http://www.quirinale.it/Comunicati/Comunicato.asp?id=37893 Per quanto riguarda il decreto legge, quelle che doveva il suo contenuto, nel merito, lo si può rinvenire nell'articolo da me postato al link che segue: http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=202165 (messaggio n° 144), articolo utile, pure, per l'analisi e la valutazione delle osservazioni fatte da Napolitano nella sua lettera.
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Volendo prescindere dal famoso assunto che la Storia non si fa con i "se", è da rilevare che qualsiasi ipotesi del genere e, quindi, anche quella prospettata dall'Amm. Birindelli che, "ictu oculi", mostra parecchi lati deboli, come anche aspetti d'interesse, non è comunque liquidabile a priori, non solo perché, ovviamente, non ha potuto avere il riscontro della verifica storica, ma anche perché, nella nostra mente, albergano, profondamente anche se inconsapevolmente, le convinzioni acquisite negli anni sulla conseguenzialità degli eventi storici maturati che, a mio avviso, finiscono con influenzare le capacità di valutazione di un qualsiasi altro diverso ragionamento, senza tener conto che la maturazione degli eventi di cui sopra, non sempre ha seguito, anzi, quasi mai ha seguito, un suo filo logico. Ciò premesso, sicuramente, quello che Birindelli chiama, a ragione, l'onore politico e che è anche ciò che, chiaramente, a Lui più preme, si sarebbe salvato. Le conseguenze della sconfitta, per l'Italia, però, a mio avviso, sarebbero state di gran lunga più rilevanti: è indubbio che Germania e Giappone, subirono, in tanti sensi, una punizione ben più devastante di quella inflitta al nostro paese, sia nell'immediato, sia in prospettiva storica. Sulla fattibilità materiale, dal punto di vista militare, nutro fortissimi dubbi, come anche su quella politica. Al di là dell'ammirazione, se non venerazione, e dell'affetto che nutro per il personaggio, penso che si possa, comunque, concordare come questo come ogni altro suo scritto, sia permeato da una dose di viscerale "amor patrio" che, raramente (per usare un eufemismo), a me è capitato di rinvenire in chicchessia.
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Assenteismo alla MMI di Napoli! Brutta notizia, ma non si può nasconderla!
picpus ha risposto a picpus nella discussione Marina Militare
A dirla tutta, sospettavo che fosse questa la motivazione di un tale surplus di personale e, a questo punto, per esperienza acquisita nella mia passata attività lavorativa, ti posso anticipare la linea difensiva che sarà adottata dai galantuomini di cui si parla, in sede processuale: diranno che si assentavano, perché in ufficio non c'era nulla da fare e, il paradosso sarà, che la loro affermazione, corrisponderà a verità (anche se non servirà a scagionarli dall'imputazione)!!! -
Concordo, ma dimmi, "rebus sic stantibus", c'era un motivo valido, volendo salvare Eluana, per non provvedere, anche in questo caso, dove l'urgenza è nei fatti e non è certo da dimostrare, con lo strumento del decreto legge?!?!?! (Può rispondere, ovviamente, chiunque creda di poterlo fare!). Io penso, invece, che la vicenda sia stata strumentalizzata a fini politici da tanto, troppo tempo; cosa che invece non è avvenuta, da parte delle circa 300 famiglie che, in Italia, si trovano in situazione analoga! Dall'articolo postato al link seguente: http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=202165 riporto: " ... E d'altro canto si riferiva ad una generalità di casi simili - non era solo un "decreto Eluana" - poiché ci sono almeno 300 situazioni simili in Italia su cui la norma avrebbe avuto effetto... ".
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Ho l'impressione che tu non abbia ben letto la lettera di Crisafulli! Si parla di neanche 3 anni fa!
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Hai visto il post al seguente link? http://www.aereimilitari.org/forum/index.p...st&p=202111 (messaggio n° 140) nonché l'"appello" a quest'altro link: http://www.affaritaliani.it/cronache/eluan...vita050209.html Da parte mia, dico solo: NO COMMENT!!!
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Le manovre economiche, che i vari (tutti!) paesi del Mondo colpiti dall'attuale crisi economico-finanziaria stanno ponendo in essere, comporteranno un aumento del debito pubblico: in Francia il governo l'ha dichiarato apertamente, senza farne alcun mistero! Vedere i seguenti link: http://www.lefigaro.fr/assets/pdf/ECO-200905-PlanRelance.pdf http://www.lefigaro.fr/economie/2009/02/02...-nationale-.php In particolare, proprio l'anticipata costruzione (rispetto ai tempi previsti) del 3° BPC, fa parte del piano di rilancio dell'economia, che prevede uno stanziamento straordinario ed immediato di 2,25 miliardi di euro, a favore del Ministero della Difesa. Vedi link: http://www.meretmarine.com/article.cfm?id=109092 .
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Assenteismo alla MMI di Napoli! Brutta notizia, ma non si può nasconderla!
picpus ha risposto a picpus nella discussione Marina Militare
Riflettendo sulla notizia in argomento e considerando che MARIDIPART Napoli (il Dipartimento Militare Marittimo del Basso Tirreno) è stato soppresso da parecchi anni, cosa ci fanno più di 228 dipendenti civili (nell'articolo da me riportato, nel post di apertura della presente discussione, si dice infatti " ... Gli indagati - la quasi totalità del personale civile dell'ufficio ... ") in quella che è ormai solo un semplice MARIDIST (Distaccamento della Marina Militare)? Vi posto, inoltre, il link ad un articolo più dettagliato: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...40761girata.asp -
A dire il vero, non penso che Cartman sia proprio così francofobo, lo fa, a mio parere, solo per stuzzicarmi un po' (almeno così, preferisco pensare!) ed io sto al gioco! Per il resto a Parigi, ci vivo tuttora, alcuni mesi all'anno!
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No, l'ultimo ad adottare una decisione che, probabilmente (anche se spero di no) sarà determinante nell'esito di questa tristissima vicenda, non è stato il giudice ed ambedue sappiamo bene di chi si tratta (peraltro, persona, fino all'emergere di questa situazione, da me stimata, nell'esercizio delle sue attuali funzioni!)!
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Su questo sono, come penso dovrebbe essere ogni persona dotata di un minimo di cuore, del tutto d'accordo; anche e principalmente per questo, Rick, Napolitano doveva pensare che l'unica soluzione praticabile, che potesse produrre l'effetto sperato, fosse il decreto legge: ora, purtroppo, il destino di Eluana sembra segnato e con le modalità barbare che tutti sappiamo e qualcuno, uno, in particolare, ne sarà stato l'immediato ed ultimo responsabile!
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Sarkozy riporta la Francia nella struttura militare della Nato
picpus ha risposto a picpus nella discussione News Aviazione
Eccovi, dal sito del quotidiano francese "Le Monde", il link ad un articolo sull'argomento in questione: http://www.lemonde.fr/organisations-intern...50483_3220.html -
Scusandomi del colpevole ritardo, auguroni, anche da parte mia, ad uno dei più stimati "intellettuali" del forum!!!
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TAGLI E RISTRUTTURAZIONE FFAA ITALIANE - Topic Ufficiale
picpus ha risposto a Rick86 nella discussione Discussioni a tema
No, la Marina, almeno in epoca repubblicana, è stata, numericamente, sempre la 3^ forza armata (anzi, adesso è la 4^, considerando i Carabinieri che, ritengo, ora, siano al primo posto!); dal punto di vista qualitativo, in tutti i sensi (uomini, mezzi e dottrine) è stata, è e sarà sempre, la PRIMA (e considerate che io provengo da una famiglia di ufficiali dell'Esercito ma, mio padre, ha sempre riconosciuto il primato della Marina!)! Ovviamente, straquoto!!! -
No, Rick, la lettera del Capo dello Stato al Presidente del CdM o allo stesso CdM, chiunque l'abbia portata (comunque, non penso proprio Letta, che era in Consiglio dei Ministri) non può che essere un documento ufficiale, anche se segreto e, peraltro, tale non era, infatti, riporto dal primo articolo da me postato: " ... Come dottamente ci viene spiegato oggi, quando l'esecutivo si appresta a varare un decreto legge, si attiva sempre una diplomazia riservata e silenziosa, che viaggia tra i palazzi del potere e previene, quando possibile, scontri e dissidi palesi. Niente di male, anzi la "moral suasion" è una prerogativa propria del presidente della Repubblica. Nell'ombra accogliente di questi colloqui, si evita che le tensioni e i dissidi tra i poteri giungano all'opinione pubblica, si smussa, si aggiusta, si sopisce. Questa volta però è successo qualcosa di diverso. Il Quirinale non è stato felpato e silenzioso come da tradizione, ma ha gridato ai quattro venti il suo no. L'arrivo di una lettera di Napolitano a Berlusconi, che oggi i giornali sostengono fosse destinata a rimanere gelosamente riservata, era stato ampiamente anticipato dalla agenzie, prima ancora che il consiglio dei ministri iniziasse. Anzi dal Quirinale era giunta una richiesta a Palazzo Chigi di inversione dell'ordine del giorno e semmai di sospensione dei lavori in attesa che la lettera fosse giunta, letta e meditata. Insomma al governo era stato più che esplicitamente richiesto di rinunciare ad una sua facoltà, quella di legiferare. ... ". Chi è che, volutamente, in questo caso, a differenza che in passato, ha VOLUTO che tutto fosse pubblico?!?!?! Chi è che ha VOLUTO lo scontro istituzionale?!?!?! Rifletti, Rick, rifletti e, soprattutto, te lo dico affettuosamente, non
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In via informale?!?!?! Ma scherzi, Rick?! Una lettera è "via informale"?!?!?!
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Benissimo, il famoso "Libro Bianco"! In primo luogo, eccovi i link, alla versione integrale del medesimo. http://www.defense.gouv.fr/content/downloa...tie1%5B1%5D.pdf (Volume Primo - Parte Prima e Parte Seconda); http://www.defense.gouv.fr/content/downloa...tie2%5B1%5D.pdf (Volume Primo - Parte Terza e Parte Quarta); http://www.defense.gouv.fr/content/downloa...ome2%5B1%5D.pdf (Volume Secondo). Dal 2° link, a pag. 102 del documento pdf, pag. 226 del "Libro Bianco", si legge: " ... – de 4 bâtiments de projection et de commandement. ... ". Ciò assodato, a parte che uno dei 4 BPC verrà sicuramente impiegato come nave-scuola per le crociere degli allievi ufficiali dell'Ecole navale (ogni crociera addestrativa annuale intorno al Mondo, dura quasi per ... l'intero anno!), le forze anfibie sono e saranno costituite da 2 brigate dell'"Armée de Terre", la "9e Brigade légère blindée de marine", http://www.defense.gouv.fr/terre/decouvert...indee_de_marine e la "6e Brigade légère blindée", http://www.defense.gouv.fr/terre/decouvert..._legere_blindee . Ti informo, inoltre, se non lo sapessi, che ai 5 "Commandos" della "Marine Nationale" già esistenti, se ne è aggiunto, recentemente, un 6°, il "Kieffer", ricostituito a maggio 2008, vedi link: http://www.meretmarine.com/article.cfm?id=107583 .
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Continuate ad eludere il problema centrale, che è stato ben evidenziato in ambedue gli articoli da me postati: Napolitano non poteva, anticipatamente, prima che il governo elaborasse il decreto legge e glielo suttoponesse alla firma, chiedere al governo di non emanarlo: è una gravissima scorrettezza costituzionale; il Presidente della Repubblica, nel nostro ordinamento, ha funzioni notarili, di controllo a posteriori, non funzioni politiche, di indirizzo dell'azione del governo, a priori. Riporto, dal primo articolo postato, la frase seguente che è chiarissima e che nessuno può contestare (se qualcuno non la ricorda, si vada a dare uno sguardo alla Costituzione, appunto): "Il presidente della Repubblica ha tutto il diritto di ritenere sbagliato il decreto su Eluana e ha il sacrosanto potere di respingerlo negando la sua firma. Ma non ha la facoltà di chiedere al governo di non emanarlo, non nel nostro ordinamento." C'è, quindi, caro Rick, chi deve veramente avere vergogna per i suoi comportamenti, che sono macigni, non certo Berlusconi per una dichiarazione, che lascia il tempo che trova!!!
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Caucaso - News e Commenti - TOPIC UFFICIALE
una discussione ha risposto a picpus in Discussioni a tema
Dalla rubrica "Cronaca - News" del sito "Congedati Folgore", http://www.congedatifolgore.com/ , eccovi l'articolo seguente: RASSEGNA STAMPA Sabato, 7 Febbraio 2009 by webmaster SIENA - Ci siamo trovati in mezzo a due fuochi. Da una parte sparavano russi e milizie dell'Abkhazia. Dall'altra rispondevano i militari georgiani. Noi, disarmati secondo le regole di ingaggio, abbiamo trovato fortunatamente un riparo e ci siamo salvati. Ma in quel momento abbiamo avuto paura.» Il tenente Salvatore Piazza, paracadutista della "Folgore" di stanza al 186mo Reggimento, caserma Bandini, è appena tornato dalla missione di peacekeeping in Georgia insieme ai suoi commilitoni Franco De Rinaldis, maresciallo capo, e Aniello Cerqua, caporale maggiore scelto. I tre hanno preso parte alla missione di pace insieme a 200 operatori della forza peacekeeper che partecipano alla missione Eumm, quaranta dei quali italiani e 10 della brigata paracadutisti Folgore. Il tenente Salvatore Piazza, team leader del gruppo, originario di Palermo, il maresciallo capo Franco De Rinaldis, pugliese, e il caporal maggiore scelto Aniello Cerqua, campano, sono partiti lo scorso 23 settembre, "scelti tra coloro che sapevano parlare bene l'inglese e avevano delle capacità specifiche come quelle di conduttore e meccanico", spiega il tenente. "Infatti ogni gruppo doveva essere autonomo, composto di tre persone più un interprete che parlava russo. Nessuno era armato nè in uniforme militare, riconoscibili dalle divise fornite dall'unione europea. Il nostro compito - prosegue il tenente, a Siena dal 2006 - era quello di monitorare il ritiro delle truppe russe dalla Georgia. Era stato stabilito che tutto avvenisse entro l'8 ottobre, ma non sono mancati momenti di frizione vissuti in prima persona". E non deve essere facile trovarsi, disarmati, nel bel mezzo di un conflitto a fuoco, come è accaduto al team di militari senesi. "Abbiamo messo a frutto l'istruzione ricevuta - spiega con perfetta professionalità - ma ci sono anche colleghi che sono rimasti feriti o hanno perso la vita". I compiti della missione, effettuata da militari in attesa dell'arrivo dei civili, erano stati concordati tra il presidente francese Sarkozy e il presidente russo Medvedev, e prevedevano il non ricorso alla forza, il definitivo stop alle ostilità, il libero accesso agli aiuti umanitari, il ritiro delle forze armate georgiane e il ritiro di quelle russe sulle posizioni che occupavano prima della crisi. "La situazione della popolazione - proseguono i partecipanti alla missione - è abbastanza critica. C'è povertà e ci sono tanti profughi. Il governo georgiano ha stabilito una specie di paga mensile, per chi non ha lavoro, che ammonta appena a 14 euro al mese". "E' stata una missione impegnativa ma poco conosciuta e considerata - ha spiegato il colonnello Aldo Zizzo, comandante del 186° reggimento Folgore. - Nel frattempo un'altra parte degli uomini era impegnata nell'operazione a Castel Volturno, che si è conclusa a gennaio. Ed adesso siamo già in fase di addestramento in previsione della partenza per l'Afghanistan che avverrà entro il primo semestre 2009". -
No, Dominus, non si tratta di questioni di lana caprina: Napolitano si è comportato come se fossimo in una repubblica presidenziale (che io auspico!), ma non ci siamo; ciò che ha fatto è gravissimo, non solo nei confronti del governo, ma anche nei riguardi del parlamento che, unico, poteva, nei termini previsti dalla costituzione, sindacare l'operato del governo! Dal link http://www.corriere.it/politica/09_febbrai...44f02aabc.shtml riporto un altro articolo: Lo stop alla Prestigiacomo: non farò Ponzio Pilato e desidero l'unanimità L'ira di Silvio davanti ai ministri «Capo dello Stato inaccettabile, non può dirci lui cosa fare o no» ROMA — Berlusconi e Letta escono dalla sala del consiglio dei ministri. E' arrivata la lettera dal Quirinale: vi si sostiene che un decreto su Eluana non verrà controfirmato dal capo dello Stato. Una lettera privata e riservata diretta al premier, come vuole prassi costituzionale consolidata, dicono al Colle. Sarà privata ma l'ombra del Cavaliere, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l'ha già annunciata ai venti ministri: «Sta arrivando», ha detto ad inizio della riunione, alle dieci del mattino. Ora sono passate quasi due ore, la porta in mano e la legge per intero ai colleghi. Berlusconi non dice una parola, il silenzio della sala dura per cinque minuti. Letta finisce di parlare, Berlusconi comincia. Commenta e distrugge, politicamente e giuridicamente, il contenuto della missiva: «E' una cosa inaccettabile, non esiste che il Capo dello Stato possa dirci cosa dobbiamo o non dobbiamo fare, non su questo argomento, non in questo modo. Io non ho richiesto nessuna lettera. La questione non è più solo di merito, da questo momento non discutiamo più solo del diritto alla vita di una persona, del dovere di salvare una vita umana, ma anche della gerarchia dei poteri dello Stato, non siamo ancora in una Repubblica presidenziale. Noi abbiamo un dovere e un potere da esercitare. Non possiamo venire commissariati, questa lettera sembra una misura cautelare al governo». L'aria era tesa per l'argomento, la vita e la morte di un essere umano. Da questo momento in poi inizia un dibattito intenso, sofferto, che dura circa un'ora e che ha un doppio profilo: etico, sul caso Englaro; e politico, sui poteri dello Stato, sulla prassi costituzionale, sulla Costituzione formale e materiale. Parlano tutti i ministri. Persino Bossi, che di solito non apre bocca. Se c'era qualcuno pronto ad esternare distinguo rispetto alla scelta del Cavaliere da questo momento in poi non c'è più. Le riserve dei ministri di An vengono spazzate via. Calderoli si lancia in un'orgogliosa e appassionata difesa giuridica delle funzioni dell'esecutivo. Più ministri aprono la Costituzione che hanno davanti, una per ciascuno, rileggono l'articolo sui decreti, il 77, «e nessuno di noi mi sembra abbia ravvisato una traccia dei poteri che il Colle esercita con questa missiva, qui il precedente da non creare è proprio quello di un governo che non governa perché è arrivata una lettera del capo dello Stato», riassume Claudio Scajola. A questo punto il caso Englaro non esiste più. Non è più il focus della riunione del governo. Se ne continua soltanto a discutere. Giorgia Meloni porta ad esempio un libro scritto da Salvatore Crisafulli, un siciliano che ha passato più di un anno in stato di coma vegetativo, ma riuscendo ad ascoltare i medici che lo ritenevano del tutto incosciente e prossimo alla morte. Renato Brunetta cita una caso personale, molto doloroso, e attraverso la storia del padre, per come l'ha vissuta lui, dice che in ogni caso deve prevalere il diritto alla vita. Si discute di Eluana, anche in modo appassionato, ma ogni intervento si conclude con un commento alla lettera di Napolitano, con la rivendicazione dei poteri dell'esecutivo, con la difesa appassionata della strada imboccata da colui che presiede la riunione, Silvio Berlusconi. Berlusconi commenterà di nuovo alla fine del giro di tavolo. Letta resterà muto per l'intera durata del dibattito, non c'è da aggiungere nulla ad una riunione che si è trasformata in pochi attimi in un atto di accusa contro il presidente della Repubblica. Che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ancorché in modo sofferto, perché da sempre garante di un rapporto istituzionale corretto con il Colle, questa volta condivide. Solo Stefania Prestigiacomo prova ad esternare dei dubbi. Il Cavaliere la ferma in modo brusco, che non ammette astensioni o pareri diversi: «Io non farò come Ponzio Pilato e desidero che questo Consiglio si esprima in modo unanime». Il caso è chiuso, il tono del presidente del Consiglio non ammette repliche. La lettera del Colle passa fra le mani di qualche ministro. Viene riletta sottovoce da alcuni. Anche Maurizio Sacconi ha portato un documento, il parere medico del Centro nazionale trapianti. Vi si sostiene che Eluana è viva e non va fatta morire. Gli argomenti dell'alimentazione artificiale si mischiano a quelli giuridici, al capitolo della Costituzione che tratta dei poteri del Capo dello Stato. Sandro Bondi si appella al primo profilo, «nello scontro fra due culture noi non possiamo che sostenere quella che difende la vita». Umberto Bossi dice poco più che una frase, ma che non ha distinguo: è con la scelta fatta da Berlusconi. Così come gli altri ministri della Lega. In conferenza stampa, pochi minuti dopo, il Cavaliere dirà che i rapporti con Napolitano sono cordiali come sempre, ma aggiungerà che forse sarebbe ora di rimettere mano alla prima legge dello Stato, proprio sul punto dei decreti legge, «uno strumento cui non intendo rinunciare». La vicenda di Eluana ha fatto deflagrare anche pubblicamente un contrasto che da mesi si svolge sotto traccia fra Palazzo Chigi e il Quirinale. Per il Cavaliere la lettera e i suoi contenuti sono l'ulteriore dimostrazione di una compressione inaccettabile, e non prevista dalla Costituzione, dei poteri del governo, del diritto-dovere di prendere delle decisioni, anche urgenti, tanto più come nel caso di Eluana. Nel primo pomeriggio a Palazzo Chigi i contenuti della missiva vengono passati al microscopio. Le lenti sono quelle dell'ufficio legislativo, la valutazione è durissima: «È una lettera che non ha precedenti, sbagliata dal punto di vista giuridico, proprio in punta di diritto. Il Colle può avere una posizione di chiusura e controllo solo per palesi, ribadiamo palesi, violazioni della Costituzione. Ma il controllo sulla costituzionalità dei decreti lo esercitano prima il Parlamento, poi eventualmente la Consulta. Il fatto è che Napolitano l'ha buttata a chi comanda e questo non è ammissibile. Il governo, per giunta a Consiglio dei ministri in corso, non può essere trattato come un'assemblea di condominio». Era dai tempi dello scontro fra Scalfaro e Berlusconi che si non si ascoltavano parole simili nelle stanze della presidenza del Consiglio. Forse nemmeno allora i toni erano così drammatici. Berlusconi nel primo pomeriggio resta a colloquio con Gianni Letta. Chi li vede insieme e li ascolta parlare dice che in questo caso, a differenza di alti scontri istituzionali, con Ciampi o con Scalfaro, la sintonia è assoluta: «Abbiamo fatto tutto il possibile e non potevamo agire diversamente», dicono entrambi. A fine giornata il secondo consiglio dei ministri, il varo del ddl: «Sono disposto a tenere aperto il Parlamento anche di notte», dice Berlusconi, continuando a pensare che gli «inaccettabili» argomenti giuridici del Colle, così come i tempi di lavoro delle Camere, poco si sposano sia con l'urgenza del caso sia con il suo diritto di governare. Anche d'urgenza. Marco Galluzzo 07 febbraio 2009
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Proprio ciò, non rientrava, assolutamente, nei suoi poteri! Quel "prima" non è ammissibile!
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Il problema, in soldoni, Dominus, è che in questa vicenda c'è chi, con il suo comportamento, con i suoi atti (e non con generiche dichiarazioni), ha violato la Costituzione e, tale persona, non si chiama Silvio Berlusconi!!! EDIT Rick, leggiti le ultime due frasi, da me evidenziate in grassetto, dell'editoriale!
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Una precisazione, Dominus: la Costituzione è la legge fondamentale dello Stato che, rispettando alcune determinate procedure, dalla stessa previste, può essere cambiata in qualsiasi momento; la costituzione, di per sé, NON è un valore, NON è un simbolo (come il Tricolore o l'Inno Nazionale), NON è un testo sacro! Dal link http://www.loccidentale.it/articolo/con+tu...lusconi.0065931 riporto il seguente articolo: Decreto-Eluana Con tutto il rispetto è Napolitano a sbagliare non Berlusconi di Giancarlo Loquenzi 7 Febbraio 2009 Questo è un editoriale sulle regole e non su Eluana o Beppino, quindi mettete da parte insulti e maledizioni almeno fino ad aver letto l'ultima riga. Oggi tutti i giornali - con tutti i loro opinionisti in gran spolvero - ci raccontano dell'immensa ferita che Berlusconi avrebbe inflitto alla democrazia, ci spiegano la sua sconfinata arroganza, e il suo inaudito ardire nella sfida con Napolitano. Sull'altro versante, il capo dello Stato viene descritto dolente e pensoso, mentre asserragliato nei suoi quartieri con pochi fedelissimi, tenta di respingere l'assalto del barbaro Cavaliere e infine ne esce vincitore sebbene scosso e ferito. Ma le cose non sono andate così, anzi somigliano molto di più alla versione opposta. C'era il governo e la sua maggioranza unanimemente schierati nel tentativo di salvare la vita di Eluana Englaro, tentativo ormai trasformatosi in una corsa contro le ore. E c'era l'unico strumento possibile, secondo le regole, per interrompere il conto alla rovescia che già da ieri scandisce il tempo alla clinica la Quiete: un decreto legge immediatamente efficace a porre uno stop al quel conteggio. Era possibile un simile decreto? I pareri, nel governo, tra i parlamentari e persino tra i costituzionalisti di area, erano discordi, ma l'idea era che valesse la pena provare, trovare una soluzione. Di quel decreto infatti sono venute alla luce due versioni. La prima prevedeva di prendere di peso il testo di legge già in discussione al Senato, quello approntato dal relatore Calabrò, e trasformarlo in un decreto. Ma l'ipotesi non ha retto a lungo al vaglio dei giuristi e a quello dello stesso Quirinale, troppo palese era il conflitto tra le prerogative del governo e quelle del Parlamento già a lavoro su quello stesso testo. Nasce così l'ipotesi "Onida", anche se l'illustre costituzionalista, vista la mala parata, ha poi disconosciuto il suo intervento. L'idea era di ridurre il decreto a una norma ponte che in sostanza dicesse: fino a quando non ci sarà una legge sul testamento biologico l'alimentazione e l'idratazione non possono essere sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi. La soluzione trovata, ormai quasi a ridosso del Consiglio dei ministri di ieri, era apparsa subito convincente ai più e in grado di rispondere alle obiezioni giunte sino a quel momento. Non si sovrapponeva al lavoro del Parlamento e non lo ipotecava, colmava però quello stesso vuoto normativo che aveva indotto la corte di Cassazione a pronunciarsi sul caso Englaro, e - secondo i proponenti - aveva sia i requisiti di necessità e urgenza che un fondamento generale o "erga omnes" come dicono i giuristi. Il decreto infatti entrava in azione per tutelare il bene della vita di Eluana, la cui perdita sarebbe stata irreversibile quando una legge definitiva fosse intervenuta a stabilire il divieto di ucciderla. E d'altro canto si riferiva ad una generalità di casi simili - non era solo un "decreto Eluana" - poiché ci sono almeno 300 situazioni simili in Italia su cui la norma avrebbe avuto effetto. Restava il dubbio più grande: il conflitto con la sentenza definitiva della corte d'Appello. Sempre Onida, aveva però suggerito agli estensori del decreto, che nel caso Eluana non si era dinanzi all'accertamento autonomo di un diritto ma di un provvedimento di volontaria giurisdizione. In sostanza la corte non si era mossa di sua iniziativa ma su sollecitazione dell'interessato, Beppino Englato, si era dinanzi cioè ad un decreto più che a una sentenza. Altri esperti avevano poi osservato che il testo del decreto non conteneva alcun riferimento ad Eluana, ma era generico e generale, quindi promulgabile, salvo poi stabilire, in sede di interpretazione se poteva applicarsi o meno ad Eluana. E' d'altronde vero che il legislatore non può in teoria agire contro il "giudicato", ma se si produce una nuova norma che riempie il vuoto normativo che ha prodotto e giustificato quel "giudicato", si può sostenere il suo effetto retroattivo, specie se viene inteso come più favorevole ai casi coinvolti dalla sentenza. Insomma come vedete si tratta di regole, di interpretazioni, di pesi e contrappesi: non si lavorava a strappi, a ferite, a colpi di mano. Il governo tentava di camminare in equilibrio su quella linea stretta e tortuosa che abbiamo faticosamente (e noiosamente) descritto nella speranza che portasse alla salvezza di Eluana, senza cadere nel baratro dell'eversione. Un tentativo sincero, credo, a meno di essere sempre dietrologi, complottisti e iperideologici, di salvare vita e regole. Molti hanno conservato dubbi fino all'ultimo. Io stesso non ero fino in fondo convinto che la soluzione del decreto reggesse a qualsiasi urto. E mi sembrava rischioso anche se suggestivo sostenere che davanti al valore anche di una sola vita le regole e i formalismi andassero ammainati. Così come non ero convinto che trasformare la battaglia per la vita di Eluana in un simbolo bastasse di per sé a rendere tollerabili al tessuto democratico gli eventuali strappi che si fossero prodotti. I simboli hanno questa carica "terapeutica" sulle democrazie quando sono profondamente radicati e condivisi, non quando sono controversi e divisivi. Ma si trattava di dubbi non di certezze tali da gridar scandalo davanti a un tentativo che mi sembrava teso non già all'interesse di questa o di quella parte politica ma a risolvere un autentico conflitto etico. Ero invece e sono tutt'ora sorpreso dai toni degli avversari di questa soluzione. A leggere i giornali di oggi o le dichiarazioni di ieri, sembra che Berlusconi si sia impegnato in uno scontro epico per salvare, chessò, Fiorello dalle grinfie di Sky, o Villa Certosa dalle minacce degli ambientalisti. Non c'è nessuna comprensione della posta in gioco, ma solo la solita rappresentazione del Cavaliere Nero, un po' Hitler un po' Caligola. Veniamo ora alle mosse del Quirinale. Se aveste dato retta ai giornali di ieri mattina, l'ipotesi del decreto-salva Eluana doveva già essere morta e sepolta. Possiamo solo immaginare l'azione della presidenza della Repubblica su quirinalisti e direttori per far emergere il dissenso totale di Napolitano. Il risultato però era stato perfetto: nessuno dava più credito all'ipotesi che palazzo Chigi avrebbe proceduto contro la volontà del capo dello Stato. Possiamo solo immaginare quindi il disappunto di quirinalisti e direttori quando, ieri pomeriggio, si sono visti smentire dal governo. Come dottamente ci viene spiegato oggi, quando l'esecutivo si appresta a varare un decreto legge, si attiva sempre una diplomazia riservata e silenziosa, che viaggia tra i palazzi del potere e previene, quando possibile, scontri e dissidi palesi. Niente di male, anzi la "moral suasion" è una prerogativa propria del presidente della Repubblica. Nell'ombra accogliente di questi colloqui, si evita che le tensioni e i dissidi tra i poteri giungano all'opinione pubblica, si smussa, si aggiusta, si sopisce. Questa volta però è successo qualcosa di diverso. Il Quirinale non è stato felpato e silenzioso come da tradizione, ma ha gridato ai quattro venti il suo no. L'arrivo di una lettera di Napolitano a Berlusconi, che oggi i giornali sostengono fosse destinata a rimanere gelosamente riservata, era stato ampiamente anticipato dalla agenzie, prima ancora che il consiglio dei ministri iniziasse. Anzi dal Quirinale era giunta una richiesta a Palazzo Chigi di inversione dell'ordine del giorno e semmai di sospensione dei lavori in attesa che la lettera fosse giunta, letta e meditata. Insomma al governo era stato più che esplicitamente richiesto di rinunciare ad una sua facoltà, quella di legiferare. Il presidente della Repubblica ha tutto il diritto di ritenere sbagliato il decreto su Eluana e ha il sacrosanto potere di respingerlo negando la sua firma. Ma non ha la facoltà di chiedere al governo di non emanarlo, non nel nostro ordinamento. E' bene che i conflitti tra istituzioni si sopiscano ogni volta che è possibile, ma quando non è possibile, come in questo caso, è bene che ogni potere si assuma le sue piene e pubbliche responsabilità: il governo quella di andare avanti con la strada del decreto, il Quirinale quella di non firmarlo. Abbiamo spesso difeso e apprezzato Giorgio Napolitano sulle pagine di questo giornale. Questa volta ci sentiamo di osservare che si è spinto troppo oltre e che nel comprensibile tentativo di evitare un contrasto istituzionale ne ha creato uno ben maggiore a cui il governo non poteva sottostare senza ammettere un ben strano precedente: il controllo preventivo del Quirinale sulla sua azione politica. Il decreto che Napolitano alla fine non ha firmato poteva non essere convincente fino in fondo, poteva essere aperto a diverse interpretazioni, poteva anche non essere firmato dal capo dello Stato per sue legittime e inviolabili convinzioni, ma non meritava di essere condannato prima nascere come se fosse un'ingiuria o un'eresia democratica. Ora il governo ha avviato l'iter del disegno di legge che ricalca il contenuto del decreto. Visto che il Senato ne inizierà a parlare lunedì c'è da credere che nella migliore delle ipotesi l'approvazione definitiva della Camera possa giungere non prima di venerdì prossimo. Troppo tardi per Eluana, troppo tardi per tutti. ------------------- P.S. Dominus, rifletti sulle frasi che ho evidenziato in grassetto!
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Come, riconoscilo, Dominus, il "no" preventivo del Capo dello Stato ad un decreto legge, non sta né in cielo, né in terra!
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Eccovi, dal sito del quotidiano francese "Le Figaro", il link ad un articolo sui retroscena dei colloqui tra Nicolas Sarkozy ed Angela Merkel, che hanno portato alla storica decisione: http://blog.lefigaro.fr/geopolitique/2009/...cide-daccu.html