Dassault Mirage III


Mirage III

Ben pochi aerei possono vantare un successo e una storia paragonabili al Mirage III, da molti definito il velivolo più bello del mondo.
La Dassault iniziò a lavorare nel 1953 su una specifica che richiedeva un aereo intercettore supersonico leggero, capace di raggiungere i 18 mila metri di quota in un tempo massimo di 6 minuti.
Il programma fu inizialmente denominato Mystere-Delta 550 e poi Mirage I, ma il prototipo, pur promettendo di soddisfare le specifiche, si rivelò troppo leggero per portare un carico bellico significativo (era limitato a un singolo missile aria-aria) e pertanto la Dassult iniziò a lavorare su un progetto ingrandito e bimotore, denominato Mirage II.
Nel frattempo però dagli USA era arrivata la scoperta della “regola delle aree”, ossia dei vantaggi aerodinamici consentiti da una fusoliera a forma di vita di vespa (più stretta in prossimità delle ali) e pertanto la Dassault decise di applicare questa regola al suo Mirage, riprogettandolo e denominandolo Mirage III.
Il Mirage III conservava l'ala a delta e il motore a razzo ausiliario dei progetti che l'avevano preceduto, ma la fusoliera faceva uso della regola delle aree e come motorizzazione veniva introdotto il nuovissimo SNECMA Atar che garantiva una spinta di 4,4 tonnellate con post-bruciatore.
Il prototipo, denominato Mirage III-01 e battezzato “Balzac” (ma questo nome non fu poi mantenuto dall'aviazione francese che preferì chiamarlo semplicemente Mirage 3) volò il 17 novembre 1956 e dimostrò di poter superare Mach 1,5 con l'uso del postbruciatore, e di arrivare sin quasi a sfiorare i Mach 1,89 utilizzando il motore a razzo aggiuntivo SEPR che garantiva un'ulteriore spinta di 1.500 kg.
A quel punto ci si rese conto che il Mirage III aveva raggiunto i suoi limiti, e che per ottenere prestazioni ancora superiori occorreva intervenire sul flusso d'aria che alimentava il motore. Furono così introdotte delle prese d'aria semiconiche che si muovevano in avanti con l'aumentare della velocità, andando a contrastare l'aumento della turbolenza.
L'aviazione francese decise di dare il via alla produzione di un primo lotto di pre-serie: furono costruiti 10 velivoli, designati Mirage IIIA, che presentavano una serie di modifiche rispetto al prototipo: la fusoliera era stata allungata per far posto agli equipaggiamenti richiesti dall'Armèe de l'Air (AdA), la superficie alare era più grande, ed era installato un radar da intercettazione Thompson-CSF Cyrano Ibis. Infine, la motorizzazione era affidata a una nuova versione dell'Atar, la 09B, che sviluppava una potenza massima di 6 tonnellate. Era sempre presente il razzo aggiuntivo SEPR.
Il Mirage IIIA raggiunse i Mach 2.2 e fu il primo velivolo bisonico europeo. Dieci esemplari furono consegnati entro la fine del 1959.
Bisognò però attendere il 1961 perchè i reparti ricevessero i primi veri esemplari monoposto di serie, che assunsero la denominazione di Mirage IIIC in quanto introducevano varie modifiche rispetto al Mirage IIIA, tra cui una lunghezza maggiore di circa mezzo metro, 2 cannoni DEFA da 30 mm e un totale di 5 punti d'attacco.
Rimaneva la predisposizione per il razzo aggiuntivo SEPR, ma di fatto quest'ultimo non è stato più montato, preferendo utilizzarne lo spazio in favore di una maggiore quantità di carburante.
Furono consegnati 95 Mirage IIIC (che sarebbero rimasti in servizio con l'AdA fino al 1988 !) ed iniziò una carriera operativa lunghissima e ricca di successi anche sul mercato dell'esportazione.
Infatti le numerose versioni del Mirage III (compresa quella biposto da conversione operativa) hanno totalizzato circa 1.450 esemplari prodotti che hanno servito in non meno di 20 paesi, alcuni dei quali lo mantengono in servizio ancora oggi.
La famiglia Mirage III comprende anche i derivati Mirage 5 (da attacco) e Mirage 50 (multiruolo), nonché un intero ceppo prodotto dalle industrie israeliane (Nesher, Dagger e Kfir) e varie “personalizzazioni”, come i Pantera cileni ed i Cheetah sudafricani.
Inoltre il progetto del Mirage III, opportunamente “ingrandito”, ha costituito la base del bombardiere nucleare supersonico Mirage IV, nonché del moderno caccia Mirage 2000.

Croce e delizia del Mirage III è la sua configurazione a delta puro: essa conferisce semplicità, robustezza e molto spazio per il carburante, e dà il meglio di sé alle alte velocità.
Di contro, la manovrabilità, specialmente alle basse velocità, è limitata, e l'atterraggio richiede velocità relativamente alte, con conseguente necessità di piste più lunghe.
Inoltre il carico alare molto basso rende il velivolo sensibile alle perturbazioni tipiche del volo alle basse quote, e questo influisce negativamente sulle capacità aria-suolo.
Per compensare in parte queste limitazioni, la Dassault studiò l'applicazione di alette canard anteriori e altre migliorie aerodinamiche, compresi i controlli di volo FBW: nacque così il progetto Mirage III NG (Nouvelle Generation) che non ha trovato acquirenti, anche se alcune delle modifiche previste per il Mirage III NG sono state poi integrate in alcuni modelli più recenti (come le ultime versioni del Kfir) o retrofittate su velivoli già in servizio.

La famiglia Mirage III si confronta come formula con l'F-106 americano (intercettore delta puro) ed in effetti le specifiche iniziali (intercettazione di bombardieri a quote altissime) sono identiche, ma nell'impiego operativo il caccia Dassault va confrontato con i caccia leggeri dell'epoca: l'F-104 Starfighter, il MiG-21 Fishbed, l'F-5 Freedom Fighter / Tiger II. Rispetto ad essi, va notato che il velivolo Dassault era sicuramente superiore sotto vari aspetti (ad esempio era più maneggevole dello Starfighter, più potente di MiG-21 ed F-5, ed era l'unico in grado di usare missili a guida SARH).

Molto densa è anche la carriera operativa della famiglia Mirage III-5-50, impegnata in numerosissimi conflitti.
Tra questi spiccano la “Guerra dei sei giorni” nel 1967 tra arabi e israeliani, la Guerra dello “Yom Kippur” del 1973 ancora tra arabi e israeliani, e la Guerra delle Falkland nel 1982 tra argentini ed inglesi.
Il Mirage III, nelle mani di piloti addestrati come quelli israeliani, si è dimostrato un caccia eccellente, accreditandosi numerosi abbattimenti anche nei confronti del suo avversario di riferimento, il MiG-21 Fishbed.
Ancora gli israeliani hanno utilizzato con ottimi risultati i Mirage III, i Nesher (Mirage 5) ed i Kfir in missioni aria-terra di ogni genere, sfruttando i potenti cannoni da 30 mm e adattando al caccia francese numerosi armi guidate di provenienza statunitense, come le bombe HOBOS ed i missili Maverick.
Durante la Guerra delle Falkland, invece, i Mirage ed i Dagger argentini si ritrovarono a dover combattere – ai limiti della propria autonomia – contro i Sea Harrier inglesi, i cui piloti erano inoltre decisamente meglio addestrati e coordinati, ed il risultato degli scontri aria-aria fu sempre sfavorevole per il bisonico Dassault (almeno dieci furono abbattuti dai Sidewinder dei caccia inglesi).

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Aggiornato al Febbraio 2006

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