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la germania dovrà risarcire i familiari delle vittime del nazismo


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La Germania dovrà pagare i danni civili provocati alle vittime della strage nazifascista di Civitella, Cornia e San Pancrazio del 29 giugno del '44. Lo ha stabilito la prima sezione penale della Cassazione che ha respinto il ricorso della Repubblica federale di Germania che chiedeva l'immunità ancorandosi alla Convenzione di Vienna del '61 e al Trattato nazionale di pace stipulato con l'Italia. Una decisione che in realtà non riguarda soltanto le 203 vittime del nazismo della strage del '44 ma che apre la strada a circa 10.000 cause di vittime del nazismo.

 

E infatti l'avvocato dei familiari e delle vittime della strage parla di «risultato storico». Roberto Alboni, legale di alcuni familiari delle vittime della strage di Civitella, commenta il verdetto a caldo e non nasconde la grande soddisfazione: «È stata una battaglia lunga - dice - ma oggi la soddisfazione è enorme».

 

La sentenza della Suprema Corte non ha precedenti nella giurisprudenza. Ha infatti respinto il ricorso presentato dalla Repubblica Federale di Germania contro la sentenza della Corte d'appello militare di Roma che ha condannato lo Stato a pagare i danni alle parti civili costituite nei processi per gli eccidi nazisti. I giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno emesso il verdetto dopo diverse ore di camera di consiglio e hanno di fatto condiviso le conclusioni del sostituto procuratore generale Roberto Rosin che aveva chiesto di respingere il ricorso e confermare la condanna della Germania «in solido» con l'ex sergente Max Josef Milde.

 

Milde è stato condannato all'ergastolo, nel dicembre 2007, per la strage dei comuni di Civitella, Cornia e San Pancrazio in provincia di Arezzo, dove il 29 giugno 1944 i nazisti uccisero 203 persone tra uomini, donne e bambini. Tra le vittime anche il parroco di Civitella, don Alcide Lazzari, al quale è stata poi conferita la medaglia d'oro al valore civile. Alcune delle donne vennero anche violentate prima di essere uccise. Già i magistrati militari, oltre a condannare Milde, hanno previsto per i nove familiari costituiti parte civile nel processo un risarcimento complessivo di un milione di euro. Si tratta dei parenti di due soltanto delle oltre 200 vittime. La sentenza, inoltre, dispone che dell'obbligo di risarcire le parti civili rispondano «in solido» sia l'imputato sia lo stato tedesco.Contro questo principio di responsabilità congiunta, la Germania si era appellata alla Cassazione. Che però gli ha dato contro. Il cosiddetto "armadio della vergogna" è stato definitivamente aperto.

 

Per il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini è «una sentenza di straordinaria importanza, che sancisce un principio fondamentale: l'esigenza insopprimibile della giustizia per le vittime di crimini come quelli perpetrati dai nazifascisti nel corso dell'ultima guerra deve prevalere anche sulla ragion di stato e sulle convenienze diplomatiche».

 

L'avvocato Augusto Dossena, che dal 2002 difende la Germania in tutte le cause pendenti davanti alla giustizia, però sostiene che i risarcimenti non ci saranno. «La Germania non risarcirà nulla, come ha fatto finora, nonostante la sentenza sulla strage di Civitella, ad esempio, fosse immediatamente eseguibile, sotto il profilo della liquidazione del danno, già dal secondo grado!».

 

http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=80147

 

 

sono incredulo davanti a una sentenza del genere...

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La Germania dovrà pagare i danni civili provocati alle vittime della strage nazifascista di Civitella, Cornia e San Pancrazio del 29 giugno del '44. Lo ha stabilito la prima sezione penale della Cassazione che ha respinto il ricorso della Repubblica federale di Germania che chiedeva l'immunità ancorandosi alla Convenzione di Vienna del '61 e al Trattato nazionale di pace stipulato con l'Italia. Una decisione che in realtà non riguarda soltanto le 203 vittime del nazismo della strage del '44 ma che apre la strada a circa 10.000 cause di vittime del nazismo.

 

E infatti l'avvocato dei familiari e delle vittime della strage parla di «risultato storico». Roberto Alboni, legale di alcuni familiari delle vittime della strage di Civitella, commenta il verdetto a caldo e non nasconde la grande soddisfazione: «È stata una battaglia lunga - dice - ma oggi la soddisfazione è enorme».

 

La sentenza della Suprema Corte non ha precedenti nella giurisprudenza. Ha infatti respinto il ricorso presentato dalla Repubblica Federale di Germania contro la sentenza della Corte d'appello militare di Roma che ha condannato lo Stato a pagare i danni alle parti civili costituite nei processi per gli eccidi nazisti. I giudici della prima sezione penale della Cassazione hanno emesso il verdetto dopo diverse ore di camera di consiglio e hanno di fatto condiviso le conclusioni del sostituto procuratore generale Roberto Rosin che aveva chiesto di respingere il ricorso e confermare la condanna della Germania «in solido» con l'ex sergente Max Josef Milde.

 

Milde è stato condannato all'ergastolo, nel dicembre 2007, per la strage dei comuni di Civitella, Cornia e San Pancrazio in provincia di Arezzo, dove il 29 giugno 1944 i nazisti uccisero 203 persone tra uomini, donne e bambini. Tra le vittime anche il parroco di Civitella, don Alcide Lazzari, al quale è stata poi conferita la medaglia d'oro al valore civile. Alcune delle donne vennero anche violentate prima di essere uccise. Già i magistrati militari, oltre a condannare Milde, hanno previsto per i nove familiari costituiti parte civile nel processo un risarcimento complessivo di un milione di euro. Si tratta dei parenti di due soltanto delle oltre 200 vittime. La sentenza, inoltre, dispone che dell'obbligo di risarcire le parti civili rispondano «in solido» sia l'imputato sia lo stato tedesco.Contro questo principio di responsabilità congiunta, la Germania si era appellata alla Cassazione. Che però gli ha dato contro. Il cosiddetto "armadio della vergogna" è stato definitivamente aperto.

 

Per il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini è «una sentenza di straordinaria importanza, che sancisce un principio fondamentale: l'esigenza insopprimibile della giustizia per le vittime di crimini come quelli perpetrati dai nazifascisti nel corso dell'ultima guerra deve prevalere anche sulla ragion di stato e sulle convenienze diplomatiche».

 

L'avvocato Augusto Dossena, che dal 2002 difende la Germania in tutte le cause pendenti davanti alla giustizia, però sostiene che i risarcimenti non ci saranno. «La Germania non risarcirà nulla, come ha fatto finora, nonostante la sentenza sulla strage di Civitella, ad esempio, fosse immediatamente eseguibile, sotto il profilo della liquidazione del danno, già dal secondo grado!».

 

http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=80147

sono incredulo davanti a una sentenza del genere...

Idem...

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Questa sentenza ha creato un precedente assurdo. Al di là del fatto che la Germania di adesso non ha nulla a che vedere con i nazisti, in tempi di vacche magre non si può chiedere ad un governo di tirare fuori tutti quei soldi...

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