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Motori aeronautici a pistoni: V invertita


Balthasar

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Utilizzando la funzione "cerca" del forum ho trovato qualche informazione riguardo questo tipo di architettura motoristica.

 

Bazzicando qua e là ho letto anche che venne scelta per guadagnare spazio e visibilità nella zona antistante la cabina di pilotaggio. Vi chiedo ora: questa scelta tecnica è derivata anche da altri fattori?

 

A voi la parola

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  • 6 months later...
  • 4 weeks later...

mettendo la parte più voluminosa del motore in linea, cioè la testata, in basso non solo si guadagna visibilità ma si abbassa anche il baricentro del motore e quindi cambiano le caratteristiche di manovrabilità dell'aereo.

probabilmente però i problemi di natura tecnica erano troppi per giustificare una tale installazione, dato che le applicazioni si contano sulle dita di una mano.

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  • 3 weeks later...

Ho chiesto al professore, che mi ha risposto così:

 

"I motori a V invertita consentivano, negli aerei monomotori, di lasciare ai piloti una visuale più ampia dalla cabina di guida, che solitamente era più alta della linea di alloggiamento dei motori".

 

Obiettivamente questo è un ragionamento che fila: istintivamente potremmo pensare che, essendo il motore a V, vi sarebbe comunque lo spazio per garantire visibilità dalla cabina e l'alloggiamento degli armamenti (quando presenti in questa disposizione), fra le bancate.

 

Ci si dimentica, però, l'albero motore uscirebbe parecchio più in basso, costringendo a spostare la posizione dell'elica (con tutte le conseguenze aerodinamiche e tecniche che questo comporterebbe, principalmente noie) o a creare una serie di ingranaggi atti a trasmettere il moto dall'albero all'elica, soluzione che avrebbe aumentato peso, complessità, affidabilità, perdite meccaniche e costi (ammesso che una cascata d'ingranaggi, l'unica ammissibile per quelle potenze, potesse all'epoca riuscire a trasmettere una tale coppia).

 

Fatemi sapere il vostro parere :belgarioncer:

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Un'altra ragione potrebbe essere stata (non ho letteratura in merito, cercherò) la necessità di installare un'arma da 20 mm che sparava attraverso il mozzo dell'elica, contenendo al massimo la sezione frontale e conservando, come detto precedentemente, un certa visibilità per il pilota.

 

Si veniva ad avere così un'efficace arma che, anche se con un munizionamento non abbondante (60 colpi), permetteva di abbattere un avversario anche con un solo colpo, o di contrastare efficacemente velivoli grandi come i bombardieri: inoltre la sistemazione dell'arma tra i banchi dei cilindri evitava i problemi di congelamento che afflissero, ad esempio, l'installazione delle armi alari da 20 mm sullo Spitfire.

 

E' però anche vero che altri caccia, come i francesi (MS.406 etc.) avevano moteur-canon e motore Hispano-Suiza a V diritta.

 

In quel periodo l'installazione di armi da 20 mm con tiro al di fuori del raggio di rotazione dell'elica, per le sollecitazioni di torsione che avrebbero implicato nell'ala durante lo sparo, non era considerata possibile, e anche quella di armi di piccolo calibro era considerata con un certo sospetto, data la relativa novità di ali con rivestimento lavorante e con profili alari relativamente sottili, che portava ad avere coefficienti di sicurezza molto elevati.

 

Stessa considerazione ( diminuire al massimo le sollecitazioni sulla struttura alare) che portò il Bf 109 e lo Spitfire ad avere carrelli con carreggiata molto stretta che si ritraevano verso l'esterno.

Edited by Antonello
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